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Legge sul dolore: cosa prevede

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Legge sul dolore: cosa prevede

written by Redazione | 07/03/2020

Il diritto di curarsi con dignità e nel modo meno doloroso.

Hai un familiare gravemente malato in stato terminale. Ti sei rivolto a molti medici e hai chiesto un consulto a diversi centri specializzati. La diagnosi, però, è sempre la stessa: il male è incurabile. Tuttavia, non vuoi che la persona soffra anche se il dolore è insostenibile. Forse non sai che in Italia esiste una legge che permette ai pazienti di sottoporsi a terapie e cure palliative volte a combattere il dolore e dare loro un po’ di sollievo.

Ma esattamente, la legge sul dolore: cosa prevede? Te lo spiego in questo articolo.

Cure palliative e terapia del dolore: quali sono differenze?

Chiariamo subito che le cure palliative e la terapia del dolore sono due concetti differenti. Le cure palliative sono un approccio interdisciplinare al

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paziente e alla famiglia nell’evoluzione di una malattia a progressione infausta, indipendentemente dalla presenza o meno di dolore. La terapia del dolore, invece, è il trattamento che intende combattere qualunque forma di dolore correlata ad una malattia oncologica o meno.

Cos’è la terapia del dolore?

La terapia del dolore, come già detto, è un approccio medico che permette di curare la causa che provoca il dolore nel paziente. L’obiettivo è quello di combattere il dolore in tutte le sue forme (fisico, morale e sociale).

Si possono distinguere tre tipologie diverse di dolore:

acuto: generalmente localizzato, dura alcuni giorni e tende a diminuire con la guarigione. È un dolore legato ad un intervento chirurgico, ad un trauma, ad una patologia, ecc.;

cronico: è duraturo e limita la performance fisica e sociale del paziente. È legato alle malattie ad andamento cronico (reumatiche, ossee, oncologiche, metaboliche, ecc.) ed è difficile da curare;

procedurale: accompagna molteplici indagini diagnostiche e terapeutiche e si associa ad ansia e paura.

A chi si rivolge la terapia del dolore?

La terapia del dolore può essere utilizzata da tutte le persone affette da una patologia cronica che provoca dolori molto forti e per la quale non ci sono terapie adeguate o, comunque, efficaci per garantire al paziente un prolungamento della sua vita. Si rivolge, inoltre, alle persone colpite da una patologia degenerativa dolorosa, anche non mortale (si pensi, ad esempio, all’artrosi), al fine di assicurare loro un sollievo.

Il paziente ha diritto a non soffrire

Legge sul dolore: cosa prevede

La legge sul dolore [1] prevede che il paziente affetto da un male incurabile, oppure da una patologia che causa un dolore insostenibile, ha diritto ad usufruire

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di cure palliative e terapia del dolore. Secondo la legge, le cure palliative sono interventi terapeutici e assistenziali, rivolti sia alla persona malata e al suo nucleo familiare, per dare sollievo dal dolore, pur non essendo capaci di fermare il progredire inarrestabile della malattia.

La legge prevede un programma di cura individuale che assicura:

il rispetto della dignità e dell’autonomia del malato;

la qualità delle cure;

adeguato sostegno alla persona malata e della famiglia;

l’accesso all’assistenza senza discriminazioni;

particolare tutela e attenzione al paziente pediatrico.

Le strutture sanitarie che garantiscono la terapia del dolore e le cure palliative sono;

i comuni ospedali dotati di un apposito reparto;

gli hospice, vale a dire strutture convenzionate che forniscono un ricovero temporaneo o permanente ai pazienti che non possono essere più assistite con un programma di assistenza domiciliare, oppure per i quali non è più adeguato il ricovero in ospedale;

assistenza a domicilio garantita al paziente sette giorni su setti, 24 ore su 24.

Sebbene l’Italia sia stato il primo paese europeo a varare una legge sul dolore, tuttavia siamo ancora indietro rispetto agli altri paesi. Ciò probabilmente a causa di un retaggio culturale che ci porta a sopportare il dolore piuttosto che sconfiggerlo.

Legge del dolore: come viene attuata?

La legge prevede innanzitutto la rilevazione del dolore all’interno della cartella clinica. In buona sostanza, nella cartella del paziente devono essere indicate le caratteristiche del dolore e della sua evoluzione, nonché i farmaci utilizzati e il risultato conseguito con la terapia.

Il malato ha diritto a ricevere assistenza e cura sia su base regionale che sul territorio nazionale. Inoltre è prevista la prescrizione (con il semplice ricettario del Ssn) di farmaci particolari durante la terapia, ad esempio gli oppiacei non iniettabili. Chi sceglie di sottoporsi alla terapia del dolore e alle cure palliative deve

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essere adeguatamente informato sulla diagnosi e sui trattamenti terapeutici.

Terapia del dolore: in cosa consiste?

Il paziente che si sottopone alla terapia del dolore riceve:

prestazioni specialistiche;

prestazioni specialistiche di alto livello (neurostimolazione spinale e periferica);

percorsi diagnostici e terapeutici individuali;

consulenza ospedaliera;

la consulenza per pazienti in assistenza domiciliare;

somministrazione di farmaci, che variano in base al tipo di dolore e alla patologia. I farmaci per la terapia del dolore possono essere analgesici (narcotici e non), antidolorifici, anestetici locali, antidepressivi;

somministrazione di oppioidi e cannabinoidi (sulla base delle raccomandazioni del Ministero della Salute);

sedazione, alimentazione, idratazione;

nutrizione artificiale;

prestazioni sociali, tutelari e alberghiere;

sostegno spirituale.

I suddetti trattamenti sono tutti a carico del Servizio sanitario nazionale, in quanto rientrano nei livelli essenziali di assistenza (c.d. LEA), ossia prestazioni che devono essere garantite a tutti i cittadini.

A chi rivolgersi?

Il paziente che decide di sottoporsi alle cure palliative o alla terapia del dolore deve innanzitutto rivolgersi al proprio medico di base che potrà indirizzarlo verso il centro di terapia più vicino. Qui troverà medici specializzati in grado di trattare al meglio la sua patologia e il dolore.

La formazione del personale sanitario

Sono previsti specifici percorsi formativi in materia di cure palliative e di terapia del dolore. Inoltre, vengono individuate, su proposta del ministro, le figure

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professionali dotate di specifiche competenze ed esperienza nel campo.

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