SINT ES I ILLU STR A TIV A DE L PIAN O
ITER PROCEDIMENTALE
CARATTERI GENERALI
Il PTC è uno strumento di Pianificazione con compiti, contenuti ed efficacia diversi da un Piano Urbanistico Comunale, indicati rispettivamente agli articoli 18 e 23 della Legge Regionale 16/2004.
I Comuni dovranno fissare le regole per l’attuazione degli indirizzi e delle direttive del PTC esercitando le proprie competenze in materia urbanistica.
In particolare gli strumenti di pianificazione comunale (PUC e PUA) dovranno specificare, approfondire ed attuare i contenuti e le disposizioni del PTC, anche proponendo rettifiche alle delimitazioni dei sistemi, delle aree e degli elementi per portarle a coincidere con situazioni rilevabili sul terreno, ovvero su elaborati cartografici in scala maggiore.
RAPPORTI TRA “PTC” E “PUC”
I contenuti propriamente normativi del PTC hanno un carattere essenzialmente di ‘indirizzo’ nei confronti dei piani urbanistici dei comuni e dei piani settoriali, pertanto la sue disposizioni, con particolare riferimento agli obiettivi, costituiscono il riferimento per la formazione e l’aggiornamento dei piani settoriali provinciali, nonché per la formazione dei PUC e degli altri strumenti urbanistici comunali.
In sostanza il PTC non introduce, con forza innovativa e cogente, prescrizioni e vincoli negli strumenti urbanistici comunali vigenti e né incide sul regime giuridico dei suoli.
EFFICACIA DEL PIANO
La perimetrazione di ‘aree’ nel PTC non costituisce una suddivisione del territorio comunale in “ZTO” (Zone Territoriali Omogenee), attività quest’ultima attribuita alla competenza comunale, ma riguarda l’individuazione degli elementi costitutivi del territorio, con particolare riferimento alle caratteristiche naturali, culturali, paesaggistico-ambientali, geologiche, rurali, antropiche e storiche dello stesso.
Pertanto la futura destinazione urbanistica dei suoli dovrà essere indicata dal Comune in sede di PUC.
Il PUC deve stabilire, infatti, la suddivisione del territorio comunale in ZTO, indicando le trasformazioni fisiche e funzionali ammissibili nelle singole zone nonché le aree non suscettibili di trasformazione, nel rispetto degli indirizzi e delle direttive dettati dal PTC (LR 16/2004, art. 23).
Sulla base di comprovate esigenze i Comuni possono anche invocare la cosiddetta
‘flessibilità verticale’ dello stesso PTC (LR 16/2004, art. 11).
EFFICACIA DEL PIANO
Gli strumenti urbanistici comunali, i piani, programmi e progetti, devono essere assoggettati ad una verifica di coerenza con gli obiettivi del PTC, secondo le procedure stabilite dalla legislazione urbanistica regionale vigente.
Le prescrizioni del Piano in merito alla localizzazione puntuale di Aree e complessi per insediamenti produttivi di rilievo provinciale o sovra comunale, per servizi ed attrezzature pubbliche o di interesse pubblico di rilievo provinciale o sovra comunale, nonché quelle relative alle “Aree programma” individuate nell’Allegato D, alla Rete ecologica, alle Reti infrastrutturali per la mobilità, alla Rete della pista ciclabile trovano applicazione nei confronti di tutti i soggetti pubblici e privati a seguito di approvazione del relativo strumento di attuazione.
EFFICACIA DEL PIANO
QUADRO STRATEGICO
STRATEGIE LOCALI COERENTI
CON GLI STS
4 ASSI
STRATEGICI
9 OBIETTIVI
Contenere il consumo di suolo agro-naturale
OBIETTIVI
Adeguare l’offerta abitativa ad un
progressivo riequilibrio dell’assetto
insediativo dell’Area Metropolitana
Intrecciare all’insediamento umano una rete di
naturalità diffusa Diffondere la
valorizzazione del paesaggio su tutto il territorio
provinciale
Potenziare e rendere più efficiente il sistema
di comunicazioni interno e le relazioni esterne sia
di merci che di passeggeri
Elevare l’istruzione e la formazione con la
diffusione capillare delle
infrastrutture della conoscenza Distribuire
equamente sul territorio le opportunità di utilizzo dei servizi
e delle attività di interesse sovralocale
Favorire la crescita duratura dell’occupazione
agevolando le attività produttive che valorizzano le
risorse locali Ridurre il degrado
urbanistico ed edilizio
Valorizzazione e articolazione del sistema urbano in forme policentriche e reticolari atte a
migliorare l’efficienza e l’efficacia delle città, in quanto motori di sviluppo sostenibile,
a promuovere
la competitività e la qualità diffusa del territorio
ASSE STRATEGICO A
Conservazione e valorizzazione
del patrimonio ambientale, naturale, culturale e
paesistico,
in modo da rafforzare i valori identitari, l’attrattività e l’abitabilità del territorio provinciale ed a propiziare forme sostenibili di sviluppo
endogeno locale
ASSE STRATEGICO B
ASSE STRATEGICO C
Sviluppo, riorganizzazione e qualificazione della mobilità
e dei trasporti pubblici in chiave intermodale, al fine di
assecondare la
riarticolazione urbana, ridurre le difficoltà d’accesso ai servizi e alle risorse e ridurre
l’impatto ambientale del traffico e delle infrastrutture
Rafforzamento dei sistemi locali territoriali, della loro capacità di auto-organizzarsi
e di affacciarsi sui circuiti sovralocali di scambio e produzione, concorrendo nel contempo ad assicurare
il mantenimento e la
riqualificazione del patrimonio ambientale,
in particolare nello spazio rurale
ASSE STRATEGICO D
IL SISTEMA DELLE RETI
La rete culturale La rete ecologica
La rete
infrastrutturale
LA RETE ECOLOGICA
Nel disegno complessivo del Piano le aree protette si configurano come i nodi eccellenti della Rete Ecologica.
Il PTC promuove l'incremento della Rete Ecologica individuando nuove Aree Parco e siti in cui prevedere interventi di naturalizzazione.
Fino alla definizione delle modalità di protezione, i Comuni impediscono ogni iniziativa di trasformazione che diminuisca i varchi di connessione o eroda significativamente tali aree.
Parco
Estensione Proposta di ampliamento
Individuati dal PTC Totali
Ha %STP Ha %STP Ha %STP Ha %STP
Nazionale del Vesuvio 8.266,83 7,05% 8.266,83 7,05%
Regionale del Partenio 1.832,45 1,56% 1.832,45 1,56%
Regionale dei Campi Flegrei 2.533,30 2,16% 1.284,05 1,09% 3.817,35 3,25%
Regionale dei Monti Lattari 4.442,74 3,79% 2.878,60 2,45% 7.321,34 6,24%
Regionale del fiume Sarno 771,56 0,66% 79,64 0,07% 851,20 0,73%
Delle Colline di Napoli 2.269,07 1,93% 900,92 0,77% 3.169,99 2,70%
Area Parco Nord 1.574,50 1,34% 1.574,50 1,34%
Area Parco Liternum 923,60 0,79% 923,60 0,79%
Area Parco dei Regi Lagni 3.342,90 2,85% 3.342,90 2,85%
Area Parco Nolano 2.774,30 2,37% 2.774,30 2,37%
Totali 20.115,95 17,15% 5.143,10 4,38% 8.615,30 11,73% 33.874,4 6
28,88%
Ampliamento dei Parchi esistenti e Aree Parco individuate dal PTC
Aree Parco individuate dal PTC
Esse pongono sul territorio un vincolo più leggero (adottato su base volontaria) rispetto a quello delle aree protette ai sensi della Legge quadro 394/91 ed a quello delle aree protette di interesse regionale.
Le Aree Parco saranno oggetto di una progettazione urbanistica di dettaglio da sviluppare d’intesa con i Comuni interessati. Tra i loro obiettivi si segnala la possibilità di ampliare l’offerta di servizi per il tempo libero e il recupero di aree degradate nei contesti periurbani.
Le Aree Parco sono elementi di ricostruzione ambientale finalizzati a salvaguardare i valori paesistico-ambientali d'interesse sovracomunale.
Area Parco Nord Area Parco Liternum
Area Parco dei Regi Lagni Area Parco Nolano
Sulla base delle componenti fondamentali della rete ecologica delineate nel PTC, si elaborerà un progetto di Rete Ecologica, individuandone gli elementi costitutivi e le azioni per realizzarla, integrarla e qualificarla.
Il PTC, con l’obiettivo di realizzare un equilibrio stabile fra sistema agricolo, sistema delle risorse naturali e sistema urbano, individua le aree agricole periurbane e gli indirizzi per la localizzazione dei nuovi insediamenti
La Rete Ecologica e sue componenti
Le aree periurbane
Il PTC promuove l’equilibrio tra aree antropizzate e aree naturali, favorendo il potenziamento e lo sviluppo della rete ecologica, anche attraverso l’individuazione delle aree agricole periurbane.
Queste aree, contigue o incluse nelle urbanizzate, sono i luoghi dove si concentrano le pressioni edificatorie e di trasformazione per usi extra-agricoli e sono più forti i rischi di compromissione della qualità ambientale.
Per questo motivo esse assumono un’elevata valenza ambientale, sia dal punto di vista ecologico (rigenerazione aria, acqua, suolo) che da quello paesaggistico.
Il PTC prevede per queste aree la riduzione delle pressioni urbane sulle attività produttive agricole, la tutela e l’arricchimento delle presenze naturali e del paesaggio, la creazione e valorizzazione di spazi di fruizione ricreativa e di rigenerazione ecologica.
CRITERI PER LA LOCALIZZAZIONE DI NUOVI INSEDIAMENTI
Per favorire il contenimento del consumo di suolo e la tutela dell’attività agricola, i Comuni localizzano i nuovi insediamenti a margine o entro siti già insediati, preferibilmente prossimi a nodi del trasporto pubblico o a centralità urbane dotate di servizi sovra-locali, secondo i seguenti livelli di priorità (art. 70 e seguenti delle NdA):
1. Riutilizzo e massimizzazione d’uso di aree ed edifici dismessi
2. Ristrutturazione urbanistica all’interno di zone urbane con impianto incompiuto o con densità abitative basse e di scarsa qualità urbanistica
3. Consolidamento urbanistico
Nel caso in cui i tre livelli di priorità indicati non consentano di soddisfare i fabbisogni locali, i PUC potranno prevedere nuova urbanizzazione nelle aree agricole nel rispetto della Disciplina del Territorio e delle seguenti ulteriori prescrizioni e modalità:
• contiguità al tessuto edificato;
• adeguate condizioni di accessibilità prioritariamente attraverso il trasporto pubblico;
• contiguità alle sedi di attrezzature pubbliche e servizi;
• presenza delle reti di urbanizzazione primaria;
• definizione netta dei margini delle aree di nuova urbanizzazione.
LA RETE DEI BENI CULTURALI
Il territorio metropolitano di Napoli è caratterizzato da una straordinaria ricchezza di beni culturali, storici, architettonici e archeologici, suggellati dalla presenza di Pompei, Ercolano, Oplonti, Stabia e di altri siti archeologici minori. Questi beni culturali costituiscono un sistema a rete che interessa l’intero territorio provinciale.
Sono inoltre individuati “sistemi archeopaesistici”, ovvero sistemi contrassegnati dall’eminenza delle testimonianze archeologiche e dalla loro stretta relazione con un contesto paesaggistico peculiare ed omogeneo, nei quali il paesaggio archeologico può proporsi come elemento chiave della valorizzazione territoriale.
Tra questi l’ambito sorrentino-caprese e l’ambito vesuviano meridionale.
Il PTC punta, attraverso la connessione tra il sistema dei beni culturali, la rete ecologica e la rete infrastrutturale, a realizzazione una vera e propria infrastrutturazione ambientale dell’intero territorio, destinata ad assicurare – ancor più delle tradizionali reti infrastrutturali – le condizioni di un autentico sviluppo, ambientalmente e culturalmente sostenibile.
La rete è costituita da:
• beni archeologici isolati
• aree archeologiche
• aree archeologiche marine
• tracciati di strade romane
• centuriazioni o partizioni agrarie riferibili al periodo romano
LA RETE INFRASTRUTTURALE
Il PTC individua un sistema della mobilità in cui l’ossatura portante è rappresentata dalla rete su ferro, mentre la rete stradale primaria ne costituisce l’indispensabile integrazione.
Questa strategia consente di ottimizzare la ricca dotazione infrastrutturale del territorio metropolitano di Napoli attraverso la messa in rete delle varie componenti e l’individuazione di nodi intermodali metropolitani.
Il PTC, in generale, non contempla la realizzazione di nuovi assi stradali primari ad eccezione della bretella di raccordo tra tangenziale (svincolo Camaldoli) e perimetrale di Melito (Asse Mediano), previsto dal Piano della rete stradale del comune di Napoli, di alcune bretelle e raccordi funzionali alla realizzazione dei nodi intermodali di livello metropolitano e alla connessione del sistema autostradale, del raddoppio della 268 nell’area vesuviana interna e della variante alla SS 145, da Meta a Sorrento, tesa ad allontanare il traffico di attraversamento dai centri urbani e alla contestuale pedonalizzazione di aree centrali dei predetti comuni.
La viabilità locale o di interesse di uno o più comuni potrà essere definita in sede di PUC, comunale o intercomunale, nel rispetto degli indirizzi, delle direttive e delle prescrizioni dettate dal PTC e della pianificazione paesaggistica vigente.
LA RETE VIARIA
Il PTC articola la riorganizzazione della mobilità provinciale sulla base del sistema della metropolitana regionale in corso di realizzazione.
A tal fine il Piano individua alcune elementi in grado di rafforzare il ruolo portante della rete su ferro, attraverso l’individuazione di nodi intermodali di livello provinciale, di nuove stazioni, di nuove tratte ferroviarie (prolungamento Circumflegrea) e del potenziamento di alcune tratte esistenti, il tutto finalizzato a perseguire l’obiettivo strategico del riassetto policentrico e reticolare del sistema insediativo del territorio.
LA RETE FERROVIARIA, FERROTRANVIARIA, TRANVIARIA
La pianificazione dei porti è demandata al Piano Regolatore Portuale (PRP, ex L 84/1994, art. 5), da sviluppare in coerenza e sintonia con gli scenari strategici generali e con gli obiettivi specifici inerenti la mobilità individuati dagli strumenti urbanistici vigenti.
La pianificazione dei porti, degli approdi e dei punti di ormeggio con esclusiva destinazione turistica, di competenza Regionale, è regolata dal “Piano di Settore per la portualità” (LR 3/2002, art. 14).
IL SISTEMA DEI PORTI E LE VIE DEL MARE
Il PTC considera le vie del mare come componente essenziale del sistema integrato dei trasporti provinciale. In tale ottica il Piano conferma l’attuale disegno delle linee con la previsione di nuovi approdi e di sistemi ettometrici di connessione tra borghi marini e centri storici.
Sviluppo e qualificazione dei sistemi di mobilità
a) potenziamento della direttrice flegrea-domizia
b) messa in rete dell’area collinare di Napoli con l’area flegrea-domizia e con le isole flegree
c) valorizzazione della tratta ferroviaria della linea Villa Literno/Napoli d) riorganizzazione del sistema della mobilità dell’area nord di Napoli e) consolidamento della direttrice nolana, da Pomigliano d’Arco a Nola
e Casamarciano
f) utilizzo della tratta ferroviaria da Torre Annunziata a Nola g) riconversione della linea FS costiera nella tratta vesuviana
h) riorganizzazione della mobilità nell’area torrese-pompeiana-stabiese i) razionalizzazione del sistema della mobilità della penisola sorrentina j) realizzazione di una rete ciclabile provinciale
Mitigazione e gestione dei rischi ambientali Difesa della sicurezza del territorio
IL RISCHIO AMBIENTALE
Mitigazione e gestione dei rischi, difesa della sicurezza del territorio
a) il rischio vulcanico, esteso a gran parte del territorio provinciale, entro i cui confini sono ubicati i vulcani attivi del Somma-Vesuvio, dei Campi Flegrei e dell’Isola d’Ischia
b) il rischio sismico, dovuto sia alle faglie attive dell’Appennino campano che ai terremoti legati ai tre vulcani attivi del napoletano
c) il rischio idrogeologico legato alle esondazioni periodiche dei maggiori fiumi della Campania, alle rapide piene dei torrenti, alle condizioni di instabilità dei pendii dei rilievi calcarei appenninici e pre-appenninici e delle loro coperture argillose e vulcaniche.
Le principali tipologie di rischi naturali in Campania sono:
A questi si aggiunge il rischio globale afferente i cambiamenti climatici, per il quale il PTC detta alcuni indirizzi generali di mitigazione (Allegato A)
Per la mitigazione del rischio vulcanico dell’Area Vesuviana il PTC, alla luce degli esiti della Conferenza Permanente di Pianificazione, prevede l’attivazione dell’Area Programma 12, coincidente con il Campo Territoriale Complesso n. 9 – Area Vesuviana, del PTR.
In analogia a quanto previsto per l’Area Vesuviana, per la mitigazione del rischio vulcanico dell’Area Flegrea e dell’Isola di Ischia il PTC propone l’attivazione del Campo Territoriale Complesso n. 10 – Campi Flegrei del PTR, a seguito del suo ampliamento territoriale e tematico.
RISCHIO VULCANICO
In relazione al rischio sismico, la proposta di PTC approvata ritiene che un’efficace mitigazione possa essere raggiunta attraverso l’applicazione di quanto previsto nell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003.
Questa Ordinanza contiene “Normative tecniche per le costruzioni in zona sismica”, con riferimento sia alle nuove costruzioni, che per il graduale adeguamento delle costruzioni antecedenti al 1980.
RISCHIO SISMICO
La natura geologica, la topografia dei terreni, le condizioni climatiche ed un uso del territorio non rispettoso delle sue caratteristiche naturali hanno reso la Campania una delle regioni italiane maggiormente esposte al rischio idrogeologico.
Infatti nell’ultimo secolo sono stati registrati più di 1100 eventi franosi e alluvionali, molti dei quali disastrosi.
In relazione al rischio idrogeologico la proposta di PTC recepisce integralmente le previsioni dei Piani di Bacino, ovvero di ogni Piano Stralcio di cui si compone, predisposti dalle competenti Autorità di Bacino Regionale della Campania Centrale e Campania Sud.
RISCHIO IDROGEOLOGICO
AREE PROGRAMMA
Per l’attuazione della componente operativa del PTC relativa alle Aree programma, saranno approvati, quali piani stralcio del PTC, 12 programmi operativi redatti di concerto con gli Enti pubblici interessati e con i Comuni nel cui territorio ricadono le aree, o proposti dai Comuni e/o dagli Enti citati, o dai proprietari degli immobili inclusi nell’area programma, anche riuniti in consorzio
Le aree programma
AP1 - Ricomposizione paesaggistica del lago di Miseno AP2 - Riqualificazione aree costiere Baia – Pozzuoli AP3 - Recupero e riqualificazione di Bagnoli
AP4 - Centralità Domizia e ricomposizione ambientale del litorale di Licola
AP5 - Centralità giuglianese
AP6 – Area Parco agricolo e produttivo area nord AP7 - Parco tecnologico e dei servizi di Afragola AP8 - Polo integrato di Casoria
AP9 - Centralità nolana
AP10 - Polo dei servizi della stazione Alta Velocità di Striano AP11 - Riqualificazione dell’area costiera torrese – stabiese AP12 - Area programma CTC n. 9 – Area vesuviana
CARICHI INSEDIATIVI
CARICHI INSEDIATIVI
Con l’approvazione del Regolamento Regionale n. 5/2011 la Regione Campania ha sollecitato le Province ad introdurre nei rispettivi PTCP specifiche norme inerenti la ripartizione dei carichi insediativi sul proprio territorio, ponendo alla base di tali calcoli il documento regionale denominato “La stima del fabbisogno abitativo e la definizione degli indirizzi per la determinazione dei pesi insediativi nei PTCP”. Tale documento stimava per la Provincia di Napoli un fabbisogno abitativo per il decennio 2009-2019 pari a 194.192 alloggi.
La Provincia di Napoli aveva invece stimato il proprio fabbisogno abitativo in 94.579 alloggi per il decennio 2011-2021.
Nell’ambito della Conferenza Permanente di Pianificazione è stata stabilita una rimodulazione del carico insediativo massimo per il decennio 2011-2021 pari a 119.000 alloggi; la differenza tra le due stime, pari a 75.192 alloggi, costituisce un carico residenziale di riserva da ripartire nelle altre Province campane.
A seguito di questa Intesa le Norme di Attuazione del PTC sono state integrate con l’art. 65-bis “Conferenze d’Ambito” e con l’Allegato E – Stima del fabbisogno abitativo complessivo e dimensionamento del carico insediativo residenziale.
CARICHI INSEDIATIVI
Stima del fabbisogno abitativo per il decennio 2011-2021
Aggiuntivo (n. alloggi)
Pregresso (n. alloggi)
Totale (n. alloggi)
Indicazioni della Regione Campania 123.409 70.783 194.192
Stima della Provincia di Napoli, elaborata sulla base dei risultati del Censimento Popolazione e Abitazioni 2011
42.983 51.596 94.579
Rimodulazione a seguito dell’Intesa Istituzionale con la Regione Campania, sottoscritta il 25 ottobre 2012 nell’ambito della Conferenza Permanente ex art. 5 della LR 13/2008
/ / 119.000
Carico residenziale di riserva
da ripartire nelle altre Province campane / / 75.192
CARICHI INSEDIATIVI
Il carico insediativo così determinato sarà ripartito in sede di Conferenze d’Ambito tra i 6 Ambiti Territoriali individuati nell’articolo 65 bis.
In ogni Conferenza i Comuni concorderanno, in un’ottica di area vasta, la distribuzione dei carichi insediativi ed il dimensionamento del PUC per il proprio territorio.
Gli Ambiti sono stati individuati accorpando due STS, caratterizzati da elementi di contiguità territoriale e analogie socio-economiche, in modo da ripristinare un equilibrio territoriale, garantendo così il soddisfacimento del fabbisogno comunale in una logica di area vasta.
Il Comune di Napoli costituisce un Ambito a sé stante.
SCHEMA DEGLI AMBITI
Ambiti STS Comuni
Ambito 1 Napoli Napoli
Ambito 2
Area Flegrea Bacoli, Quarto, Pozzuoli, Monte di Procida Area
Giuglianese
Giugliano, Calvizzano, Marano, Mugnano, Qualiano, Villaricca Napoli Nord Arzano, Casoria, Casavatore, Calandrino, Frattamaggiore, Frattaminore, Grumo Nevano, Melito, Sant’Antimo
Ambito 3
Napoli Nord Arzano, Casoria, Casavatore, Calandrino, Frattamaggiore, Frattaminore, Grumo Nevano, Melito, Sant’Antimo
Napoli Nord- Est
Acerra, Afragola, Brusciano, Caivano, Casalnuovo, Castello di Cisterna, Crispano, Cardito, Mariglianella, Pomigliano d’Arco
Ambito 4
Nolano Camposano, Carbonara di Nola, Casamarciano, Cicciano, Cimitile, Comiziano, Liveri, Marigliano, Nola, Palma Campania, Roccarainola, San Paolo Belsito, San Vitaliano, Saviano, Scisciano, Tufino, Visciano Comuni
Vesuviani
Cercola, Massa di Somma, Pollena Trocchia, San Sebastiano al Vesuvio, Sant’Anastasia, Somma Vesuviana, Volla
Ambito 5
San Giuseppe Vesuviano
Ottaviano, Poggiomarino, San Gennaro Vesuviano, San Giuseppe Vesuviano, Striano, Terzigno
Miglio d’Oro – Torrese - Stabiese
Boscoreale, Boscotrecase, Ercolano, Pompei, Portici, San Giorgio a Cremano, Torre Annunziata, Torre del Greco, Trecase, Agerola, Casola di Napoli, Castellammare di Stabia, Gragnano, Lettere, Santa Maria la Carità, Sant’Antonio Abate, Pimonte
Ambito 6
Penisola Sorrentina
Massalubrense, Meta, Piano di Sorrento, Sant’Agnello, Sorrento, Vico Equense
Isole Anacapri, Capri, Casamicciola Terme, Barano, Forio d’Ischia, Lacco Ameno, Ischia, Serrara Fontana, Procida
SISTEMI TERRITORIALI DI SVILUPPO
Le strategie del PTC sono articolate sulla base dei Sistemi Territoriali di Sviluppo. Gli STS del PTC sono stati individuati sulla base dei caratteri insediativi, ambientali e socioeconomici, apportando minime varianti a quelli previsti dal PTR (LR 13/2008).
Gli STS sono classificati in funzione di dominanti territoriali (naturalistica, rurale-culturale, rurale-industriale, urbana, urbano-industriale, paesistico- culturale), che caratterizzano la natura del STS, senza che questa si traduca in indirizzi preferenziali d’intervento.
SISTEMI TERRITORIALI DI SVILUPPO
Il PTC introduce alcune modifiche agli STS individuati dal PTR (LR 13/2008), allo scopo di cogliere e rafforzare le economie esterne alle aziende appartenenti allo stesso settore o a settori complementari, nonché per valorizzare i Distretti industriali.
In particolare si è tenuto conto del Distretto industriale di San Giuseppe Vesuviano, e del Protocollo d’intesa stipulato tra i comuni del Patto Territoriale del Miglio d’Oro, e quelli ricadenti nel Contratto d’Area TESS–Costa del Vesuvio, finalizzato a rafforzare questa zona costiera e unificarla con quella dei Monti Lattari.
• Introduzione dell’STS San Giuseppe Vesuviano a dominante rurale- manifatturiera, costituito dai comuni di Ottaviano, Poggiomarino, San Giuseppe Vesuviano, Striano e Terzigno (già STS C7 – Comuni vesuviani), nonché San Gennaro Vesuviano (già STS E3 – Nolano)
• Ampliamento dell’STS F3 – Miglio d’Oro–Torrese–Stabiese a dominante paesistico-ambientale culturale, nel quale confluiscono i comuni di Santa Maria La Carità, San’Antonio Abate, Lettere, Casola di Napoli, Gragnano, Agerola e Pimonte (già STS F4 – Penisola Sorrentina).
Pertanto, facendo seguito alla volontà espressa dai rappresentanti dei rispettivi comuni, sono state apportate le seguenti modifiche agli STS :