• Non ci sono risultati.

Parametri Meccanici e Fisiologici specifici, nelle varie distanze della corsa

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "Parametri Meccanici e Fisiologici specifici, nelle varie distanze della corsa"

Copied!
14
0
0

Testo completo

(1)
(2)

Collegamento all’articolo utilizzato per produrre questo studio https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28859414

Parametri Meccanici e Fisiologici specifici, 
 nelle varie distanze della corsa

Classificare le varie distanze nel running, permette di ottimizzare la performance, evidenziando le principali differenze biomeccaniche e fisiologiche?

PUNTI CHIAVE

• Le gare ufficiali di corsa prevedono distanze che vanno dai 60m, fino all’ultra maratona.

• Biomeccanica e Fisiologia differiscono in base alla tipologia di gara scelta.

(3)

Introduzione.

La corsa è una tra le discipline sportive più popolari al mondo. Solo negli Stati Uniti, nel 2015, 17 milioni di persone hanno partecipato ad eventi legati al running.

(1)

Le competizioni legate alla corsa vanno dai 60m sprint, fino alle gare di ultra endurance.

Rispetto ad altri sport olimpici come il nuoto, difficilmente un atleta che corre, riesce ad esprimersi al meglio, in distanze diverse. Questo perché, in termini fisiologici, sono diversi i parametri che garantiscono il successo nella competizione.

Tutte le discipline della corsa rispondono a questa equazione:

La velocità di corsa (v) è determinata dal rapporto tra, la potenza metabolica della corsa(Pmet)ed il costo energetico della corsa stessa(C). (2) Pmet è la somma di produzione di energia aerobica ed anaerobica e varia in base alla distanza di gara.

C è l’economia del gesto tecnico. Esso può dipendere da eventuali cambi di ritmo, tipo di terreno, presenza di condizioni climatiche avverse e fatica.

Scopo della Ricerca


Lo scopo di questo articolo, in accordo con la Federazione Internazionale di Atletica Leggere (IAAF), è quello di classificare le varie distanze della corsa, sottolineando le principali caratteristiche fisiologiche, e biomeccaniche.

v = PmetC

(4)

Metodo Utilizzato

Sulla base delle differenze biomeccaniche e fisiologiche, le distanze della corsa vengono divise in:

-Sprint (60-400m)

-Mezzo-Fondo (800-3000m) -Fondo (5000m-Maratona)

-Ultra-Maratone (>della Maratona) Risultati

Di seguito riportate, in maniera dettagliata, le caratteristiche fisiologiche e biomeccaniche, di ogni distanza.

Sprint

Vengono considerate, nella categoria sprint, le distanze comprese tra i 60, e i 400m. Rientrano in questa fascia, anche 100 e 200m.

In termini temporali, a medio-alto livello, si va dai 10s per un 100m, fino a prove sotto il minuto, per i 400m.

Va sottolineato che, seppur nella stessa classificazione, 60 e 400m, presentano differenze in termini biomeccanici e fisiologici, non equiparabili per una prestazione di successo.

Biomeccanica dello Sprint

Il primo importante fattore che, diversifica la corsa di velocità, da quella di resistenza, è la presenza, nella prima parte di gara, di una fase di accelerazione, soprattutto in gare come 60-100m. (3).

(5)

L’accelerazione è direttamente correlata con rapidi tempi di reazione allo stimolo.

In particolare, ad alti livelli, il tempo medio che intercorre tra lo start e la partenza degli atleti è di 200ms. (4) Rapidi tempi di reazione allo stimolo, mostrano maggiori produzioni di forza contro i blocchi e velocità maggiori alla partenza. (5, 6, 7).

Oltre ai fattori legati alla partenza, durante lo svolgimento della competizione, gli sprinter di alto livello, mostrano una grande produzione di forza verticale di impatto al suolo e tempi di contatto del piede al suolo brevissimi.

Generare tanta forza, in tempi brevissimi, indica che la relazione forza-velocità è la proprietà muscolare più importante per un velocista. (8, 9).

Soleo e Gastrocnemio sono fortemente coinvolti nella generazione dell’impulso.

(10)

Oltre alla fase di appoggio, c’è da considerare anche la fase di oscillazione. In particolare, è importante avere tempi di contatto del piede al suolo rapidi, ma è altresì importante che, dopo la fase di appoggio-spinta, ci sia un rapido richiamo della gamba, durante la fase di oscillazione. (11)

A tal proposito, i velocisti, generalmente, presentano gambe lunghe, con circonferenza del polpaccio relativamente piccola, che si pensa sia associata ad una diminuzione dell’inerzia durante la fase di oscillazione. (12, 13).

Fisiologia dello Sprint

Nelle gare la cui durata è inferiore ai 15s, il sistema ATP-PCr, fornisce gran parte dell’ATP. Oltre questo tempo, cresce il contributo della glicolisi anaerobica. (14, 15). Potenza e Forza Elastica sono altrettanto importanti, sia nella generazione dell’impulso, sia nell’ottimizzazione del ciclo accorciamento-allungamento, dei muscoli di cosce e gambe, coinvolti nella performance di velocità.

(6)

In particolare, l’elevata potenza meccanica richiesta per le prestazioni di velocità d’elite è possibile, soprattutto, avendo una forte prevalenza di fibre di tipo II, nei muscoli estensori delle gambe (16)

Mezzo-Fondo

Il mezzo-fondo racchiude le distanze olimpiche della corsa che sono: 800m, 1500m, e 3000m. L’intervallo di durata di queste prove, ad alto livello, va dai 2 agli 8 minuti. I 3000m, a livello amatoriale, vengono percorsi anche oltre i 10 minuti.

E’ per questo che, spesso, questo intervallo, è considerato come mezzo-fondo prolungato.

Biomeccanica del Mezzo-Fondo

Sebbene la tecnica tra il mezzo-fondo e lo sprint non differisca di molto, ciò che cambia è la velocità, minore nel mezzofondo, così come i tempi di contatto del piede a terra, che risultano più lunghi nel mezzofondo. (17) Rispetto al fondo, comunque, la dinamica del passo nel mezzofondo, presenta il piede che tocca più rapidamente terra, il ginocchio maggiormente flesso durante l’oscillazione, e una maggiore oscillazione del centro di massa. (18) Dai 3000m, questi particolari, iniziano a venir meno.

Fisiologia del Mezzo-Fondo

Di base, l’atleta di mezzofondo presenta una forte componente aerobica, associata ad alti valori di VO2max e soglia anaerobica. (19, 20, 21) Negli 800 e 1500m, inoltre, vi è anche una forte componente anaerobica. (22)

Fondo

Rientrano nella categoria del Fondo dell’atletica le seguenti distanze: 5km, 10km, mezza maratona (21,097km), e maratona (42,195km). Sia 5, che 10km, vengono svolte su pista di atletica, e su strada. La durata temporale delle seguenti prove va

(7)

da 12 minuti, fino a 2ore. La maratona, a livello amatoriale, può essere percorsa anche oltre le 3 ore.

Biomeccanica del Fondo

Nel fondo, entra il gioco, il concetto di economia di corsa, o running economy.

Correre in maniera “economica” vuol dire eseguire uno schema motorio con la giusta forza, direzione, e sequenzialità, evitando movimenti non produttivi. (23) Un primo fattore che influenza la running economy è la lunghezza del passo. Una lunghezza auto-selezionata, sembra essere la più “economica”. (24) Aumentare, o diminuire, la propria lunghezza ottimale, seguendo fantomatiche teorie, rende la propria corsa meno efficiente.

Un altro aspetto che influenza la running economy è l’appoggio del piede a terra.

Un appoggio ottimale, consente di generare correttamente un picco di forza per la spinta successiva, evitando l’azione frenante del piede. Lo studio in questione, però, non riporta quale sia il metodo corretto con cui il piede debba prendere contatto con il terreno. La letteratura corrente, indica che il contatto iniziale di meso-piede, con la parte posteriore del tallone che non tocca terra, sia la scelta migliore di appoggio. (25)

Fisiologia del Fondo

Nonostante alti valori di VO2max, nel fondo, ai fini della performance, la soglia anerobica, e la relativa velocità associata alla soglia anerobica, rappresentano il parametro principale, con cui predire tempi di gara. (26).

Alla soglia anaerobica, è associata anche la running economy.

Essa è definita come la quantità di ossigeno impiegato, a velocità di corsa sub massimali. (27).

L'economia di corsa può variare del 30%, tra atleti aventi simili velocità di soglia anaerobica. Di conseguenza, ecco spiegate, in parte, le differenze di prestazione,

(8)

tra gli atleti di medio-alto livello. (28) Inoltre, la running economy, sembrerebbe essere correlata con le proprietà elastiche del Tendine D’Achille. (29)

Ultra-Maratone

Sono comprese in questa categoria, le distanze oltre la maratona. Le più conosciute sono 50 e 100km. L’intervallo temporale può variare da oltre le 3 ore, fino a 48 ore, nelle ultra-maratone, corse a tappe.

Biomeccanica dell’Ultra-Maratona

Data la distanza notevole di gara, gli atleti di ultra-maratona, tendono ad avere un’ampiezza poco marcata durante il passo, variandola sia in base al tipo di terreno, sia in base alle condizioni fisiche in corso di prestazione, senza variare il tempo di appoggio del piede a terra. (30) Inoltre, i corridori di ultramaratona esibiscono forze di impatto del piede a terra molto basse, vista la mole di appoggi, in corso di gara (31)

Fisiologia dell’Ultra-Maratona

Cosi come nelle discipline del fondo, anche nell’ultra–maratona, la running economy è una variabile fisiologica importante. Percentuale di utilizzo del VO2max al di sotto della soglia anaerobica, e resistenza alla fatica, si aggiungono alla running economy, completando il profilo fisiologico dell’ultra maratoneta. (32, 33)

Interpretazione

A piccole dosi, questa revisione, cerca di focalizzare l’attenzione sulle principali variabili biomeccaniche, e fisiologiche, fondamentali per ogni disciplina della corsa. Questi aspetti, seppur essenziali, integrati con le altre componenti della performance, permettono la costruzione di un atleta, nella sua totalità.

(9)

Limiti dello Studio

I principali limiti, riscontrati nello studio, sono i seguenti:

1. Focus solo su atleti di alto livello. Poca considerazione su come, parametri biomeccanici e fisiologici, possano variare nell’atleta amatore.

2. Nessun accenno ad altre variabili legate alla performance come nutrizione, aspetti psicologici, pacing individuale dell’atleta, abbigliamento, e rischio infortuni.

3. Nessuna considerazione sul tipo di terreno su cui vengono svolte le gare.

Ricerca Futura

Nonostante la quantità di informazioni disponibili su come biomeccanica, e fisiologia siano differenti, a seconda della diversa tipologia di corsa da allenare, la strada da fare è ancora lunga.

In particolare, spesso ci si dimentica che lo sport di alto livello rappresenta una nicchia.

Le linee guida per lo sport di alto livello non sempre possono essere applicate a tutti.

Sarebbe utile concentrarsi maggiormente sulla popolazione media, che rappresenta la maggioranza dei corridori, dallo sprint alle ultramaratone.

Successivamente, potrebbe risultare utile uno studio più approfondito su altri pattern importanti, ai fini della prestazione nella corsa, diversificandolo sulla base del livello dell’atleta.

A quelli elencati nei limiti dello studio, aggiungerei l’allenamento della forza, specifico per ogni disciplina.

(10)

Infine, servirebbe maggiore attenzione, da parte della letteratura, sul mezzo-fondo della corsa, troppo spesso lasciato in mano alle federazioni.

Cosa Portarsi a Casa

La corsa, prevede un allenamento multifattoriale, che varia a seconda della distanza.

Conoscere, in pillole, gli aspetti biomeccanici e fisiologici, di ogni disciplina, permette agli allenatori di capire, qual è il focus su cui lavorare, nei vari periodi della stagione.

Ciò permette, la costruzione, di una prestazione di successo.


(11)

Bibliografia

1. Running USA. 2016. 2016 state of the sport—U.S. road race trends [Internet].

May 6, 2016. Running USA [Retreived March 31, 2017] (http://

www.runningusa.org/state-ofsport-us-trends-2015).

2. di Prampero P, Atchou G, Brueckner J, Moia C. 1986. The energetics of endurance running. Eur J Appl Physiol 55:259–66.

3. Moravec P, Ruzicka J, Susanka P, Dostal E, Kodejs M, Nosek M. 1988. The 1987 international athletic foundation/IAAF scientific project report: time analysis of the 100 metres events at the II World Championships in Athletics. New Stud Athl 3:61–96.

4. Mero A, Komi P, Gregor R. 1992. Biomechanics of sprint running: a review.

Sports Med 13:376–92.

5.Mero A, Luhtanen P, Komi P. 1983. A biomechanical study of the sprint start.

Scand J Med Sci Sports 5:20–8.

6. Hunter J, Marshall R, McNair P. 2005. Relationships between ground reaction force impulse and kinematics of sprintrunning acceleration. J Appl Biomech 21:31–43.

7. Rabita G, Dorel S, Slawinski J, S_aez-de-Villarreal E, Couturier A, Samozino P, Morin JB. 2015. Sprint mechanics in world-class athletes: a new insight into the limits of human locomotion. Scand J Med Sci Sports 25:583–94.

8. Clark K, Weyand P. 1985. Are running speeds maximized with simple-spring stance mechanics? J Appl Physiol 117:604–15.

9. Miller R, Umberger B, Caldwell G. 2012. Limitations to maximum sprinting

(12)

10. Schache AG, Dorn TW, Williams GP, Brown NA, Pandy MG. 2014. Lower-limb muscular strategies for increasing running speed. J Orthop Sports Phys Ther 44:813–24.

11. Weyand P, Sternlight D, Bellizzi M, Wright S. 2000. Faster top running speeds are achieved with greater ground forces not more rapid leg movement. J Appl Physiol 81:1991–9.

12. Rahmani A, Locatelli E, Lacour JR. 2004. Differences in morphology and force/

velocity relationship between Senegalese and Italian sprinters. Eur J Appl Physiol 91:399–405.

13. Vucetic VR, Matkovi_c B, _Sentija D. 2008. Morphological differences of elite Croatian track-and-field athletes. Coll Antropol 32:863–8.

14. Cheetham M, Boobis L, Brooks S, Williams C. 1986. Human muscle metabolism during sprint running. J Appl Physiol 61:54–60.

15. di Prampero P, Botter A, Osgnach C. 2015. The energy cost of sprint running and the role of metabolic power in setting top performances. Eur J Appl Physiol 115:51–469.

16. Mero A, Luhtanen P, Viitasalo J, Komi P. 1981. Relationships between the maximal running velocity, muscle fiber characteristics, force production and force relaxation of sprinters. Scand J Sports Sci 3:16–22.

17. Nilsson J, Thorstensson A. 1989. Ground reaction forces at different speeds of human walking and running. Acta Physiol 136:217–27.

18. Cunningham R, Hunter I, Seeley M, Feland B. 2013. Variations in running technique between female sprinters, middle, and distance runners. Int J Exerc Sci 6:43–51.

19. Foster C, Costill D, Daniels J, Fink W. 1978. Skeletal muscle enzyme activity, fiber composition and VO2max in relation to distance running performance. Eur J

(13)

20. Boileau R, Mayhew J, Riner W, Lussier L. 1982. Physiological characteristics of elite middle and long distance runners. Can J Appl Sport Sci 7:167–72.

21. Camus G. 1992. Relationship between record time and maximal oxygen consumption in middle-distance running. Eur J Appl Physiol Occup Physiol 64:534–7.

22. Brandon L. 1995. Physiological factors associated with middle distance running performance. Sports Med 19:268–77.

23. Williams K, Cavanagh P. 1987. Relationship between distance running mechanics, running economy, and performance. J Appl Physiol 63:1236–45.

24. Moore IS. 2016. Is there an economical running technique? A review of modifiable biomechanical factors affecting running economy. Sports Med 46:793–

807.

25. Souza RB. An Evidence-Based Videotaped Running Biomechanics Analysis. Phys Med Rehabil Clin N Am. 2016;27(1):217–236.

26. McLaughlin J, Howley E, Bassett DJ, Thompson D, Fitzhugh E. 2010. Test of the classic model for predicting endurance running performance. Med Sci Sports Exerc 42:991–7.

27. Roecker K, Schotte O, Niess A, Horstmann T, Dickhuth H. 1998. Predicting competition performance in long-distance running by means of a treadmill test.

Med Sci Sports Exerc 30:1552–7.

28. Heise G, Martin P. 2001. Are variations in running economy in humans associated with ground reaction force characteristics? Eur J Appl Physiol 84:438–

42.

29. Scholz M, Bobbert M, van Soest A, Clark J, van Heerden J. 2008. Running biomechanics: shorter heels, better economy. J Exp Biol 211:3266–71.

(14)

30. Giandolini M, Pavailler S, Samozino P, Morin JB, Horvais N. 2015. Foot strike pattern and impact continuous measurements during a trail running race: proof of concept in a world-class athlete. Footwear Sci 7:127–37.

31. Morin J, Tomazin K, Edouard P, Millet G. 2011b. Changes in running mechanics and spring–mass behavior induced by a mountain ultra-marathon race.

J Biomech 44:1104–7.

32. Lazzer S, Salvadego D, Rejc E, Buglione A, Antonutto G, di Prampero P. 2012.

The energetics of ultra-endurance running. Eur J Appl Physiol 112:1709–15.

33. Millet G. 2011. Can neuromuscular fatigue explain running strategies and performance in ultra-marathons? The flush model. Sports Med 41:489–506.

Riferimenti

Documenti correlati

 Equilibrio dei mercati L’impresa utilizza una quantità di terra e capitale tale per cui il valore del prodotto marginale di ciascun fattore sia uguale al suo prezzo – quindi, la

 Equilibrio dei mercati L’impresa utilizza una quantità di terra e capitale tale per cui il valore del prodotto marginale di ciascun fattore sia uguale al suo prezzo – quindi, la

Montaggio in linea Indicazione meccanica e/o digitale Segnale in uscita verso automazione High precision volumetric mechanical flow meter. In-line assembly Mechanical and /

Celebrare, lavorare, combattere Come si evince dalle pagine precedenti esistono diverse forme di conflitto festivo (va, infatti, distinto il conflitto tra fedeli di diversi

Mechanism of Hypoxemia and Decompression Stress finanziato con un grant di Office of Naval Research (ONR), American Navy USA, ha come scopo quello di comparare i dati registrati

Infine, nel quadrante in alto a destra, la curva PP mostra come la produzione dei due beni vari quando il fattore lavoro si sposta dal settore del cibo a quello della stoffa, e i

- Va bene, disse l'orgoglioso cavallo, e guardando teneramente suo figlio disse: Ti chiamerai Singhiozzo, figlio di Riccioli e Fulmine, primogenito della dinastia dove tuo padre,

• sull'asse verticale una ridotta applicazione globale del carico a sinistra (20,3%), più accentuata nella fase di spinta(26,6%);. • sull'asse antero-posteriore nessuna