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Qùlj^'S
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RELAZIONE DISTINTA
Delle Fefte, e dimoftrazioni dì Giubilo
fattedalla Città
DI VITERBO
pel'
Efàltazìone
,e Coronazione della Santità di Noftro Signore
INNOCENZO
XIIL
DESCRITTA
DA DOMENICO MEONI
Segretario
dell' IlluflrifTimaComniunitsi
E
DALLO STESSO DEDICATA
AJPEminentifs.^ e Reuerendip,
Fremile
il SignotCARDINAL CONTI
Degnifsimo
Fratello della SantitàSua
*IN Viterbo
1711.//» P
Per l'Erede di Giulio de' Giù!/. Conlicerne if Suftnori.
'^>»IV\
IA>
MO MO RE
EM., E REV. SIG.
Nat
teflato[incerodelmio Umi^
lifjìmo
Ofjèquìo
'vsrfo /* alto^^ merito
dell'£. /^
/^ ^r/èr/^o labrevemente
epilogataI^eta^one
delgran
giubilo^che
ha
[entità tutta qucflamia Patria per
fefal-ta^one
dellaSantità
di A^.S, Papa Innocen- zo XI H
Fratello dell'E, F* Verrà
lamede [ma
A
2 d&N\
dai fpkndorì
delfuo gran Nome
arricchita di queilumi
iche per
fejìeffanon ha potuto ap-
portarle lapovertà
delmio
talento-^onde /pero
^
che
da
tuttifarà riguardata con buon
occhioa
fotoriflefp)y che
porta
infronte
il validifsimoPatro-
cinio dell'
£. /^ Si
degniper tanto gradire
lamia
offequiofijsima
fervitù
,mentre gloriandomi
difempre vivere
fattolafua potentifsimaprotez^o^
ne
baciando
all'E, F.
laSagra Porpora
lefò
profondi[sima
riveren'x^,A F E.
Viterbo
22,Giugno
1721,vmìlì[u "tìydtìfs.]
&
ùhlìgatìfs. servitoreDomenico Meoni
.
RE=
lA <'
RELAZIONE
Glata
al Cielol'Anima
Gloriofa diCLE-
MENTE Papa
XI. di SantaMemoria
jpiacque
airAkifllmo
di dare al CattolicoGregge
il ilio novello Pallore, P:cgliendoper
così alta dignità T Eminentifs.MICHEL' AN-
GELO CONTI Romano,
Soggettotanto qualloca-to,cheoltre lol'plendore del liio Nobiliiìimo Calato colla Illa innata
prudenza,
maturità diconiìglio,&
efemplarità di coftumi fi è refo fet^preammi-
rabile , e li renderà via più nel
fommo Trono
,ove con
infinito giubilo, eplaufibil contento ven-ne
acclamato, e lofpirato dalMondo
tutto , e par-ticolarmente
da
qucfta Città di Viterbo.Sortì ladi lui efaltazione nel
giorno
ottavo dello fcor- fomefe
diMaggio
, in cui fi celebra 1'Appari-
zione deli'Archangelo Michele,
di cuiSua
Santità portameritamente
ilNome
, e V^iterbocon
fpe- cialilfimapompa
ne folennizza lamemoria
per le gloriofe Vittorie riportate conerò i Suoi più crudeli Tiranni:Ed
all'ore diciotto in circa di detto gior-no
per Corriero fpedito a quelli miei Illuftnifimi Signori Confervatori delPopolo
dall'IlluftriffimoSignor Marchefe
del Bufalo della Valle Generale delle Polle, ricevette la Città tutta la tantabrama-
ta fauiliflima
Nuova. La
povertà delm'o ingegno non
è baltevole ad efprimere ilgran
contento ,di cui fiu'ono ripieni i cuori de' Cittadini, ricorde- voli di avergodute
ne'tempi
fcorfi le beneficen- ze della SantitàSua
,non
folo nelGoverno temporale
, in cui fece fcorgere la prudentiflima fua condotta nel Iblìievo de' poveri ,cfponendo
A
s ^^^» ^
\la propria Pèrfona agi'
Incommodi
di perigliofi viaggi , all'intemperie dell'aria , a i più freddi ghiacci delverno
,& ad
altri infiniti dilaggi perprovedere de
i necelTarij alimenti queftiPopoli
alla fua cura
commefli
, ed inoltrecon magnanime
Idee proprie dell'alta fua
Mente, aprendo
nuove, emagnifiche
Strade diede tutto il lultro a quellaMetropoli,
di cuicome Patrimonio
di S. Pietrodoveva
ellèrne legitimo Signore :Ma
altresì nelgoverno
Spirituale, nel quale lafciòimprefTo neglianimi
di tutti il fuogran Zelo
l'elemplari lue virtudi , e la vivamemoria
delle fue glorioflime gefta ,ammirate
generalmenteda
quella Città,che ha
Vonore
d'avere afcritto nelnumero
de' fuoipiù
cofpicui, e venerati Cittadini , edun
tantoPrencipe, e la di lui Eccellcntiflima Cafa.
Portò dunque
fi fortunatoavvenimento una com- mozione
fi notabile inciafcheduno,che
ioprafattoda
lubita gioja ,ufcendo
dalle proprie abitazioni refo incapace d' efprimerecon
parole l'incerno fen-timento
del cuorecon muti
fegni d' affetto ,&
abbracci vicendevoli
rendeva
infinite diilintifllme grazie al Cielo, pel elezzione di così S.Pontefice.Hi
datoben
tolto il principio allacommune
alle-grezza, e
con
voce di f:ll;ive acclamazioni s'udì rifiionareda
per tuttocon
viva incefiante il glo-riofoNome
d'INNOCENZO
Xlll. Fefieggiando intanto l'univerfalgodimento
, edun
replicatofi.iono d'ogni
Campana,
edun
fì;repito bellicofò diTrombe, Tamburi,
e di moltilllme raddoppiatefaive di Mofthetteria , che lietamente invitarono a rifpondere
con Eco
gioìiva, lenumerofe Squa-
dre de' Soldaticon buona ordinanza
fchierati sula Piazza del
Commune
da'loroNobili Caporioni,i quali
/^J
7
i quali in tutto ii
tempo
dellaSede
vacantecon
il grande, e
fomma
vigilanzaaccudirono
alle cofe del Publico , che tennero lontano tutti i tumulti,
ei gravifllmi difordini, che in limili congiunture da'facinorofi, e malviventi foglionofulcitarfi,
ne
feppero le ben regolate Milizie contenere il loro contento, anzi per piùvivamente
palefarlo fubito disfecero ilgran
tavolato del loro Quartiere Realecoltituito
confórme
il folito fotto i Portici della Signoria, efattoneungrand'ammafloin
detta piaz- zaconfegnarono
quello allefìanuneaccompagnan- do
ilgran
fuococon
fpari , Itrida ,ed
altri légni d'un'eccefllva allegrezza.Si vide indi per tré lère continue tutta fefteggiante Viterbo, e
per
la quantità di fuochi , ed altreNo-
bili , generofè illuminazioni 11
rinovò
in efTailfa-mofo
,memorabile
incendio diNerone con
quellogrande,
confiderabile di vario, che quello fu ef- fètto della più Ipietata fierezza, e quelloun vero
attellato del più fincero diltintilTimo
amore.
Tra
quelli fegni digiubilo fpiccò ancorala fèltivadi- moflrazione diMonfignor
IliullriiTuiìo , eReve-
rendifllmoAdriano
SermatteiVefcovo
di quella Città, poiché oltre le illuminazioni di torce, efuo- ghi cipolle nella facciatadel fuo Vefcoval Palazzo in cialcuna delle tré fere j volle egli fielTo celebra- re
MelTa
Solenne ,intuonando
in fine dellamede- fima
ilTe Dtum
inrendimento
di grazie percosi felice Efaltazione ,con
dare fralfuono
feltivo di tutte leCampane
, e fralrimbombo
de'Mortari
al
popolo
ivi prefente la folenne benedizzione,terminando
lafagra funzionecon
farfòmminiflrarca'poveridella Città copiofa,
abondanteElemofina.
Né minori furono
le colpicue dimoftrazioni delRe-
A 4
ve-^
\8
verendiflìmo Capitolo di qiiefta Illuflriffinia Gate- drale nel palefare i fuoi interni , viviflimi contenti
per
vedere efaltato su Ja Catedra di Pietro il giàliiodilettillimo , e vigilantiIFimo Pallore, efponen-
do
in tré fere continuateun vago,
enobde appa-
rato d'Illuminazioni siilafacciatadelfuo magnificoDuomo accompagnate ben fempre
dallo Itrepito di replicate faive diMortari,
eTrombe,
e dalla villagioconda
di più fuochi iituati inuna vaga
ordinata diflanzaappagando con
fimili ddettevolicomparfe un mondo
diPopolo
fpettatorcjMen-
tre vedevafi ladetta facciata
con buon
difegno,&
architettura mirabilmente guarnita
da
quantità di Torcie, che fopra i Cornicionidellamedefima
pro- fufamenteardevano,
tra qualicon ben
regolata di- flinzionevenivano
ripartiti molttfllmi lanternoni,mirandoli
ricoperti gliangoli , efommità
dellame- dellmada numeroli
padcìloni diltinticon propor-
zioneadequata da
moltilllme altre fòrti d'illumi- nazioni.Sul frontefpizio poi dì elfa fi
vedeva
inalzatauna
grand'
Arma
delRegnante fommo
Pontefice vaga-mente
colorita,edipinta,efottoad
elfa inun Car-
tellone
ben grande
legevafi lafeguente Ifcrizzione.INNOCENTIO XII L
P. O.
M
Suo
jam
Eptfcopo In ObJiqiAuni ,&
GaiidiumCapituium Cathedralis erexit .
Circondata di vaghifsimi ,
ben
dillintilumi
, fìcchèpareva
,che
quei fafsi confagrati ardeflèro dino-
bile invitila , di
non
potere unitamentecon
i iuoi Miniilri moltrare il loro fenfibilegodimento
.
Die-
i^ò
Diedero
ancora fegnì delproprio
giubilo i Capitoli delle InfigncColkggiaie
di S. Siilo, S.Angelo,
e
S. Faoiìino, fìiccndo ciafcuno di elle fuochi , Scal- treilluminazioni,
per
fare apparirequanto
inter-namente
gradinerò Telaltazione della SantitàSua.
Vi furono
altresì moltiConventi
di Religioli , eMo-
Haiteri di
Monache,
checon
atti diben
diftinta pietà indrizzarono all'Altifsimo le più fervorofe preghiere,intuonando con gioconda armonia
nel- le loro publiche Chiefe , eCori
ilTe Deum
in ren-dimento
dì grazie , e fecero in appreflb rifaltareTintenfa gioja per l'efaltazione della Santità
Sua,
e colle elferiori dimoflrazioni de' fuochi, illumi- nazioni, fpari de'Mortari, e
fuono
diTrombe
, eTamburi
, econ
la diftribuzione di quantità dipane, grano,
edenaro
a Perfonepiù
bifognofc, emendiche
della CittàoNé
tralafciaronoalcuneConfraternite, ed Univerfità d'Arti , ed altreCa^
Religiofe di contradiftingue- re fé fteffe tra gli applaufidi giubilo nelle corren-ti occafioni
con
fuochi ,ed
illuminazioniaccom-
pagnatebenfèmprecon un
viva giulivo rifònanteil gioriofifsimo
Nome
d'INNOCENZO
XI!!., e fra quelle fecerodiftintacomparfa
le feftedelleRR.
Monache
diScAgoltino,
facendo oltre i fuochi,&
altreilluminazioniuna
ricchilsima, evaga Efpo-
fizione di Crifto
Sagramentato
,&in ultimo
into-narono
ilTe Deum con
fparo dinumerofi
mortari.
Fece
parimente
bellamoltra
la Piazza de'RR.
PP.Minori Conventuali
di S. Franccfco tutta illumi- nata di Padelloni, e Torcie,dove
il vide inalza- toun
arco trionfale , il dicuivano
veniva riem- pito dallagrand'Aquila
Conti , legendofiinmezzo
ad
efFa con,ben
diltinti caratteriP immortai no-
me:
10
me
della SantitàSua
, inalzandofipoco
lungi, Se al pie della fiidetra Aquilauna Palma
frondofa, e verdeggiante,lìmbolo
, e contraicgno di detta inclita ReligioneiPendeva
in oltre dal fudettoArco un
Cartellone leggiadramente dipinto ,ove pure
leggevafi l'infraicritta ifcrizzione .R. S. I.
INNOCENTIO XIIL nupcrPcmCathedram
filicitcr affecuto ,iimilis
Minorum
Ccstus , oiiictepit /iihINNOCENTIO
III ,fonmqite JubGtiEGOKlO
IX,, cdcterifqucPontificibus de inclita
Comi-
tumjlirpe , infumine
Luiticc argurncntiira.Avanti
almedefimo
flava erettoun gran
palco ricoperto dipanni
arabefcati, che fervixad'Or-
cheltra a più
Mufici
, che alTuono
di concertati Iftrumenti fecero vdireun
dialogo concernentele glorie della Santità
Sua, ed
altriSommi Pon-
tefici della di lui Nobiìilsinia Profapia 5 in line del quale al rifonare di
un
replicato leiloiifsimoviva
s'udì ilrimbombo
dinumcroiì
mortari, quali recarono dilettevole Ipaventoad un gran
numero
dipopolo,
che v'era concorfò.Dimoftrò
ancora ilgaudio
interno per la tanto bra-mata
efaltazionc &z\\;\. SantitàSua con
diflintifsi-mi
fegni , e publiche ^<^?i^non
folo tutta laNo-
biltà Viterbele ,
ma
ancora li Cittadini tutti ,ed
ogn'altrogrado
^v perfone tanto Civili , che ple- bee , facendo altri ardere a gara su le fineftrc de' proprj Palazzi quantità diTorce
, altri efponen-do numerofi
lanternoni,&
altre diverié illumina- zioni , inventate dalproprio
genio , e loro gene- rofo capriccioj&
altri defiderofi dimagiormen-
te dimoftrarc il loro contento profufero
ancora
quantitàgrande
di generolo vino, facendolo ca- dereI<3]
II dere dal roflro di
un Aquila
rilevata, efprimenttfil gentilizio , e
fourano flemma
della antichilìl-ma
profapia Conti, iltuata invago
fonte, intral- ciato di verdi allorij e chi a' riflelfidiacceleTor-
cie , e di
vaghidimi
lampadarij di argentoben
guarniti di cera , fece
parimente
flillare inabon- danza
preziolinimo vino^ e chi airingreffo della Piazzainteriore diS. Sifto ereffeun
dilettevol trion- fo di moltilumi
, e lanternoni adattaticon
fpecial femetria su lecolonne
fattovi porre perornamen-
to della Santità
Sua
intempo
del luo feliciffimoVefcovato
; facendo in oltre vedere tré archi trion- fali di verdi allori tefTuti, ciafcuno de' qualicon ingegnofo
difègno veniva illuminatoda
quantitàde lumi
riportati, e difpollicon proporzione
ade- quata; infomma
quelli univerfalicommuni
illu-minazioni
architettatecon
fpiritofe Idee cangiava-no r
ofcurità della notte inun
chiariffimo giorno.Vollero pure
alcuni Artiftiingegnofamente
contra- diltinguerfi ricordevoli di tanti benefìcij, efegna-lati favori ricevuti ne'
tempi
fcorfi, enell'urgen- ze piùardue
,mentre
difeccatoda
loro ilrinoma-
to fonte della
gran
Piazza dellaRocca avevano
quellocon
mirabile artificio ripieno dinumerolì himi
, e lanternoni , facendo fpiccarecon
fi biz- zarrametamorfofi
il loro giubilo,mentre
fi vid-dero
in elfo fontecopiofamente
fcherzare in vecedeir
acqua
fplendidiflìmefiamme
.Grandi furono
, evaghe
le Indettecomparfe
,ma
quella, chetralfe, ed
appagò
infinitamentegl'oc- chi de'rifguardantinon
folo de' propri] Cittadini,ma d'un immenfo popolo venuto
affollatamente da' luoghi convicini, fu la nobile, la generofa , e la magnifica illuminazioneordinatada
quefiimieiIllu-
12
flluflrirsimi Signori Coiifervatori , unita all'altra deirilluftrirsimo, e
Reverendi
(simo Monfignore
Pietro Paolo Tefta
Governatore
efpreiTanobilmen-
te nella Piazza del
Publico con
pellegrino diiégno,ed
eccellente Architettura.Vedevafi
la detta Piazza ne' Profpetti d'entrambi i Palazzi Apoitolici , eConlervatonale
\agamente
adornata , facendo di le Itellaun
rifpìendcnre , emaellofo
Teatro
,non
lolo per ilgran numero
de'fuochi , e Padelloni, che
ardevano
intorno ad cfla,ma
altresì per lagran
quantità di Torcie , eLan-
ternoni, e
percento,
e mille altrilumi
lituati siile fineflre, cornicioni, e logge del Palazzo
Con-
fervatoriaJe , edancora di molti Padelloni , leggia-
dramente
adattati lui altaTorre
del detto Palazzo, foura il di cuigran Portone
,
parimente
tutto il-luminato
fforgevaficon
bizzarre traiperenze inal- zatacon
fuo1
riregno , e Chiavi la grand'Aquila Conti
, leggendofi lòtto di ella il leguentcMotto.
i Siih
Umbra aìanim tuarum
.Ed
a luo» piedi fi ve-devano
genuflefsi dvie manfùetiLeoni
rapprefen-tanti lo
Stemma Nobilifsimo
di quella antica Cit- tà, e contrafegni veridici del IlioUmilifsimo Of-
fèquio .
Poco
lungi , e fotto i Portici dello ftelToPalazzo
flava erettoun gran
Fonte telTutocon idee capriciofe di verdipalme, &
allori, che in tuttele tre ière in
ampia Conca con
generofaabondan-
za versòben femprc un
foavifsimoVino
, ralle-grando con
elfo la plebbe tutta ,&
ilnumeroiò
popolo
accorlb perammirare
cosìdilettevolipom-
pe,
ed
ilhiilri dimollrazioni.AttrafTe
però
notabilmente l'univerfal curiofità l'effi- gied'una
grand' Aquila, efpreffain pietra, lavo- rata a fcacchi , fituata nellagran Torre
fudetta,
rap-
^A^
15 rapprefentante
un
ovata fineflra , fatta fcolpìreda
molti, e molti già fecoli fcorfida
quello Illuftrif-fimo
Senato intempo
della chiara ricordanza diCarlo
Conti , allora degnifllmo Vicelegato , laquale
per
e/Ière ftata adornatacon
difegno, eva-ghezza
di moltiflimilumi
, cheformavano
il Tri-regno,
e le Chiavi,rendeva
agl'occhi de' riguar- dantiammirazione
, e diletto jmentre
ciafcunoben
rifletteva, effereun vivo
efpreflb contrafegno della gloria,&
onore, cheTempre
fi era data, edava
quella Cittade, ePopolo
di vivere fotto 1' alto Potentifllmo Patrocinio dell'antica gloriofif-fima Cafa Conti
.
Non
celiarono quivi le rimoltranze di gìojagenero^
famente
intraprefecon
i più vivimanifeftiattefta-ti di quelli miei Illuitrifllmi Signori
Confervado-
ri del
Popolo
,poiché
nelgiorno decimo
ottavo»dellinato
da
fua Beatitudine per la folenneCoro- nazione
, vollerounitamente con Monfignor lUu-
flrifllmo , e
ReverendiflìmoPietro Paolo
TeliaGo-
vernatore di quella Città, e Pro\'Jncla del Patri-
monio,
fare erigere su la facciata de'loroMaelìo-
fi Palazzi Apollolico,
eConfervatorialelallemma
Gentilizio della SantitàSua
, e su l'oreventidue
di dettogiorno
alfuono
del publicoCampano,
di
Trombe,
eTamburri
fatte inalzareda
loroFamigli
, eDonzelli pia
torcie accelè, fividde pompeggiare
fui' alto, l'Aquila
gloriofa falutatacon
replicate falve di ftrepitofi mortari, econ un
fellofiflimo vivad'
un popolo innumerabile
.^ Indila ftefla fera
con nuova
illuminazione,, epiù
bel- la , epiù vagamente
ideata delle primiere, fi vi-de d'ogm
intornomirabilmente adornata
diTor-
cie, fuochi,, e lanternóni la detta Piazzadella Si-
y \
'4
gnoria, nella quale litrovaA^afi affollata
una mul-
titudine di
Popolo,
accorfoda ogni
parte pergo-
dere così decorofà magnificenza.Compiva
quella infigne allegrezzauna gran Machi- nadi
fuoco artificiale, fatta inalzareda
quelli mieiIlluilrifllmi Signori del Magiltrato nel vero
mez- zo
di effa Piazza; rapprelèntanteuna
Fortezzacon
i fuoi merli , e ripiani , da' qualiforgevano
in ciafcheduno de'lati alcunepalme,
parte delloflemma
gentilizio di quella Città, ed incima
al- la detta Fortezza fivedeva un Maeftofo Trofeo
diCannoni,
Bandiere,&
altri attrezzi militari,ed
in
mezzo
d'elfounagran
palla calcata dallagrand'Aquila
Conti, ornata delfourano Triregno
, flrin-gendo con ambedue V
artigli le fagre chiavi di Piero.Fu
acccfa la dettaMachina
circa ledue
ore di notte, che per l'ingegno
fpiritofo di chi ne far
Artefice, riufcìmirabilmente
grataad un gran
numero
diPopolo,
e Cittadino, e Forafliero , cheivi era concorlo per iatiarne la villa.
In
quella guifaViterbo ha
manifcflato fin' oracon efempio
dimagnanima,
fegnalata liberalitàil fuo fincero fpecialilfuuo affetto, verfo ilfuofupremo
Pallore, e
non mancherà
in appreffo, fupplicarecon
le più infocate umililfime preghieref
Altiffi-mo,
acciòche fi degni confervarecon longa
feried' anni felici
un
così Pio , Giulio , eSanto Pon-
tefice .
IL FINE
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