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Delitti contro il patrimonio: quali sono?

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Delitti contro il patrimonio: quali sono?

Autore: Mariano Acquaviva | 27/02/2021

Tutti i reati contro il patrimonio previsti dal Codice penale: furto, rapina, truffa, estorsione, circonvenzione d’incapaci, invasione di terreni, ricettazione.

Il Codice penale italiano suddivide i delitti a seconda del bene giuridico che essi offendono. Per bene giuridico si deve intendere l’interesse che lo Stato intende tutelare. Ad esempio, i crimini contro l’amministrazione della giustizia sono quelli

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che, se commessi, possono mettere a repentaglio il corretto corso della giustizia: è il caso ad esempio della falsa testimonianza la quale, essendo in grado di sviare il giudice, può condurre all’emissione di una sentenza sbagliata. Tra le tipologie di reato più importanti vi è senza dubbio quella che riguarda il patrimonio delle persone.

Quali sono i delitti contro il patrimonio? Sin da subito, possiamo affermare che, tra i delitti contro il patrimonio, rientrano alcuni dei più comuni reati in assoluto: basti pensare al furto, alla rapina, alla truffa e all’appropriazione indebita.

Ma non solo. I delitti contro il patrimonio comprendono un’eterogenea gamma di reati, molti dei quali non penseresti nemmeno che possano farne parte. Se l’argomento ti interessa, prosegui nella lettura: vedremo insieme quali sono i delitti contro il patrimonio.

Delitti contro il patrimonio: cosa sono?

Cosa significa reati contro il patrimonio? I delitti contro il patrimonio sono quelli in grado di colpire le risorse economiche di una persona. In pratica, rientrano all’interno della categoria dei delitti contro il patrimonio tutti i reati che impoveriscono la vittima: il furto, l’appropriazione indebita, la truffa, ecc.

Il patrimonio, dunque, è il bene giuridico che la legge intende tutelare punendo queste condotte illecite.

Reati plurioffensivi: quali sono?

In realtà, alcuni dei reati inseriti tra i delitti contro il patrimonio sono in grado di ledere non solo il patrimonio del singolo individuo ma anche altri beni giuridici. È il caso, ad esempio, della ricettazione: chi acquista un bene rubato o frutto di altro delitto non solo compie una condotta che, rendendo ancor più difficile il reperimento della refurtiva, danneggia la persona che si è vista sottrarre la cosa, ma ostacola anche il buon funzionamento della giustizia, la quale farà fatica a risalire al suddetto bene.

Si parla in questo caso di reati plurioffensivi, nel senso che non solo offendono il patrimonio altrui, ma anche altri beni giuridici rilevanti per l’ordinamento.

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Quali sono i delitti contro il patrimonio?

Spiegato in cosa consistono i delitti contro il patrimonio, vediamo ora quali sono quelli contemplati nel Codice penale. Di seguito, l’elenco:

furto;

furto in abitazione e furto con strappo;

furto aggravato;

rapina;

estorsione;

sequestro di persona a scopo di rapina o di estorsione;

usurpazione;

deviazione di acque e modificazione dello stato dei luoghi;

invasione di terreni o di edifici;

turbativa violenta del possesso di cose immobili;

danneggiamento (anche di sistemi informatici o telematici);

introduzione o abbandono di animali nel fondo altrui e pascolo abusivo;

ingresso abusivo nel fondo altrui;

uccisione o danneggiamento di animali altrui;

deturpamento e imbrattamento di cose altrui;

truffa;

frode informatica;

insolvenza fraudolenta;

fraudolento danneggiamento dei beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona;

circonvenzione di persone incapaci;

usura;

frode in emigrazione;

appropriazione indebita;

ricettazione;

riciclaggio;

impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita;

autoriciclaggio.

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Delitti contro il patrimonio:

caratteristiche

Come si evince dall’elenco appena fatto dei delitti contro il patrimonio previsti dal Codice penale, in essi vi rientrano non solo fattispecie che comportano il

“passaggio” di danaro dalla vittima al reo (truffa, furto, rapina, circonvenzione d’incapaci, ecc.), ma anche condotte che consistono solamente nell’impoverimento altrui, senza un immediato vantaggio per sé: è il caso del danneggiamento, ad esempio.

Inoltre, alcuni delitti contro il patrimonio non hanno a che vedere necessariamente con il danaro, bensì con la proprietà altrui in senso generale: è il caso dell’invasione di terreni o edifici altrui oppure dell’introduzione o abbandono di animali nel fondo altrui (pascolo abusivo). In ipotesi del genere, ciò che è punito è l’illegittimo sfruttamento della proprietà di altri.

Tra i delitti contro il patrimonio vi sono poi reati che non comportano né un arricchimento per il colpevole né un impoverimento della vittima, ma semplicemente si punisce il mancato rispetto della proprietà: è il caso del reato di ingresso abusivo nel fondo altrui.

Delitti contro il patrimonio più comuni

Inutile dire che i delitti contro il patrimonio più comuni sono sicuramente il furto (in ogni sua variante) e la truffa. Si tratta dei reati più diffusi in assoluto, non solo in ambito di reati contro il patrimonio.

Il reato di furto

Il furto consiste nell’impossessamento della cosa mobile altrui, con sottrazione ai danni di chi la detiene, al fine di trarne un profitto per sé o per altri [1]. La pena prevista è la reclusione da sei mesi a tre anni e la multa da 154 a 516 euro.

Il furto è un reato comune, cioè un crimine che può essere commesso da chiunque, senza la necessità di rivestire qualche particolare qualità (ad esempio, non sono reati comuni l’abuso d’ufficio e il peculato perché possono essere commessi soltanto da un pubblico ufficiale, quindi da un soggetto qualificato).

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L’elemento soggettivo del reato è il dolo: chi sottrae un bene ad un altro deve essere consapevole della propria condotta: se l’impossessamento avvenisse per caso non si integrerebbe il furto.

Oggetto del furto deve essere la cosa mobile altrui: non è possibile, pertanto, rubare una casa, bene immobile per eccellenza.

Per espressa previsione legislativa, si considera cosa mobile anche l’energia elettrica e ogni altra energia che abbia un valore economico. Per un approfondimento su questo argomento, si invita alla lettura dell’articolo Furto di energia elettrica: cosa si rischia.

Il reato di truffa

Insieme al furto, tra i delitti contro il patrimonio in assoluto più diffusi c’è la truffa.

Il reato di truffa consiste nel porre in essere artifizi o raggiri che, inducendo taluno in errore, consentono di procurarsi un ingiusto profitto con altrui danno; la punizione è la reclusione da sei mesi a tre anni e la multa fino a 1.032 euro [2].

Il reato è procedibile a querela di parte, nel senso che solamente la vittima può segnalare alle autorità il crimine, salvo che la truffa abbia causato alla persona offesa dal reato un danno patrimoniale di rilevante gravità: in tal caso, la truffa diventa procedibile d’ufficio.

Perché si possa commettere una truffa occorre necessariamente ingannare la vittima: in altre parole, la truffa presuppone un vero e proprio imbroglio, che abbia come fine quello di arricchire il truffatore.

Ciò significa che, per potersi parlare di truffa, non è sufficiente il semplice silenzio, oppure l’utilizzo di informazioni di cui si è in possesso, né l’approfittamento dell’ignoranza altrui. Nemmeno la semplice menzogna, nuda e cruda, è sufficiente a far sorgere la responsabilità penale.

Il codice, quando parla di artifici o raggiri, vuole intendere una vera e propria macchinazione nei confronti dalla vittima, una messa in scena preparata ad arte, fatta con l’unico scopo di trarre in inganno per arricchirsi. La bugia, di per sé, è troppo poco per poter integrare il reato di truffa.

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Note

[1] Art. 624 cod. pen. [2] Art. 640 cod. pen.

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