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Il Protocollo ITACA 2011 9

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9

Il Protocollo ITACA 2011

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Figura 9.1: Quadro generale

Il Protocollo Nazionale ITACA 2011

• Struttura e sistema di valutazione delle prestazioni •Considerazioni sullo strumento e prospettive

Quadro generale del capitolo 9.

Il Protocollo Nazionale ITACA 2011

Struttura e sistema di valutazione delle prestazioni Considerazioni sullo strumento e prospettive

(3)

9.1.

IL PROTOCOLLO

ITACA

2011

9.1.1. Struttura

Il Protocollo ITACA 2011 consiste in una ma-trice organizzata di criteri, organizzata gerar-chicamente in categorie e, al livello superio-re, aree di valutazione.

Figura 9.2: Struttura gerarchica del Pro-tocollo ITACA 2011.

Punteggio

-1 Prestazione inferiore allo standard e alla pratica corrente

0 Prestazione minima accettabile per legge, o pratica corrente

+3 Significativo miglioramento della prestazione rispetto, o migliore pratica corrente

+5 Prestazione considerevolmente avanzata rispetto

alla pratica corrente, o contenuti di carattere sperimentale

Tabella 9.1: Livelli prestazionali associati ai più ricorrenti punteggi del Protocollo

Rispetto alla versione 2004, il Protocollo 2011 non presenta più il valore -2 e articola la quasi totalità dei criteri in una scala di benchmark articolata su quattro riferimenti. La scala di prestazione è ricavata per inter-polazione lineare a partire da due punti no-tevoli.

Area di Valutazione

Categoria

(almeno una nell'AdV)

Criteri

(almeno uno nella Categoria)

Per ciascun criterio, espressione di uno spe-cifico requisito ed trasposto mediante una propria scheda, la valutazione della presta-zione offerta è resa possibile da un indicato-re di pindicato-restazione e una scala di riferimento, (scala di benchmark). I criteri individuati mantengono, rispetto alle versioni prece-denti, valenza economica, sociale, ambienta-le e, dal punto di vista metodologico, scienti-fica, comprendendo prerogative di pubblico interesse.

L'elaborazione dei dati di progetto porta alla determinazione del valore dell'indicatore di prestazione; tale valore si colloca all'interno della scala di benchmark permettendo l'at-tribuzione del punteggio al criterio, che rap-presenta quindi il livello di prestazione rag-giunto secondo quella specifica scala. Il principio che porta alla determinazione dei livelli di benchmark di un criterio rimane immutato rispetto alle precedenti versioni.

Corrispondenza

Prestazione inferiore allo standard e alla pratica corrente

Prestazione minima accettabile per legge, o pratica corrente Significativo miglioramento della prestazione rispetto,

migliore pratica corrente

Prestazione considerevolmente avanzata rispetto

alla pratica corrente, o contenuti di carattere sperimentale

: Livelli prestazionali associati ai più ricorrenti punteggi del Protocollo ITACA 2011.

Rispetto alla versione 2004, il Protocollo 2 e articola la quasi totalità dei criteri in una scala di

L’insieme dei risultati ottenuti a livello di cri-terio, opportunamente combinati, portano alla definizione del livello di prestazione dell’intero organismo edilizio.

In ciascuna scheda è possibile riconoscere un

frame organizzato in elementi riconoscibili:

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2. destinazione d'uso di applicazione del criterio;

3. appartenenza a categoria ed area di valutazione;

4. indicatore di prestazione;

5. scala di benchmark, definita in base alla natura dell'indicatore di prestazione; 6. metodo e strumenti di verifica.

Figura 9.3: Struttura di un criterio ITACA 2011 (fonte Protocollo ITACA Residenziale, 2011).

Nella sezione "Metodo e strumenti di verifi-ca" è definito il processo che porta alla de-terminazione dell'indicatore di prestazione. Nella scala di benchmark è invece esplicitata la corrispondenza tra i punteggi notevoli (-1,

0, +3, +5) e valori dell'indicatore di presta-zione.

Gli indicatori di prestazione si distinguono in: - quantitativi, adottati in presenza di uno specifico quadro legislativo o

normati-1

3

4

5

6

2

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vo, o comunque di un regolamento che fissi i requisiti minimi per l'indicatore in questione;

- qualitativi, se un indicatore quantitati-vo è di difficile definizione, in mancanza quindi di un riferimento normativo. Poiché questi ultimi possono risultare arbi-trati o passibili di erronea comprensione, il Protocollo ITACA ha ridotto sensibilmente il numero di criteri valutato tramite indicatori qualitativi.

I livelli di benchmark chiave sono determina-ti in base alle seguendetermina-ti considerazioni: - livello 0, basata sull’analisi di leggi e

regolamenti vigenti. In assenza di que-sti, il valore di riferimento deve essere calcolato di proposito tramite l’analisi dello stato dell’arte, della pratica co-struttiva e delle politiche di settore; - livello 3, correlato a un valore limite più

restrittivo di quello vigente, da appli-carsi nel medio periodo, o desunto da valori fissati da una normativa a diversa scala. In assenza di prestazioni imposte, il valore è desunto dall’analisi dello sta-to dell’arte relativo a edifici a elevate prestazioni.

- livello 5, correlato a un valore limite molto più restrittivo di quello vigente, d applicarsi nel lungo periodo.

La principale novità introdotta dal Protocollo ITACA 2011, frutto della quarta revisione dello strumento pubblicato per la prima vol-ta dieci anni prima, è la differenziazione del-la struttura, in accordo con del-la direttiva euro-pea 2010/31/UE sugli edifici pubblici a ener-gia quasi zero, in:

- Protocollo Residenziale; - Protocollo Uffici.

Sono state recentemente pubblicate (giugno 2012) le versioni per gli edifici commerciali e gli edifici industriali.

Si riporta l'articolazione della struttura del Protocollo ITACA 2011 per gli edifici residen-ziali (5 aree di valutazione, comuni a tutte le versioni del Protocollo, e 19 categorie, que-ste variabili in funzione della destinazione d'uso):

- A. Qualità del sito

A.1 Selezione del sito A.3 Progettazione dell’area

- B. Consumo di risorse

B.1 Energia primaria non rinnovabile richiesta durante il ciclo di vita B.3 Energia da fonti rinnovabili B.4 Materiali eco-compatibili B.5 Acqua potabile B.6 Prestazioni dell’involucro - C. Carichi Ambientali C.1 Emissioni di CO2 equivalente C.3 Rifiuti solidi C.4 Acque reflue

C.6 Impatto sull’ambiente circostante

- D. Qualità ambientale indoor

D.2 Ventilazione

D.3. Benessere termoigrometrico D.4 Benessere visivo

D.5 Benessere acustico

D.6 Inquinamento elettromagnetico

- E. Qualità del servizio

E.1 Sicurezza in fase operativa E.2 Funzionalità ed efficienza

E.6 Mantenimento delle prestazioni in fase operativa

La categoria di valutazione A.1. Selezione del sito si differenzia rispetto alle rimanenti ca-tegorie. Essa infatti attribuisce una valuta-zione al sito di progetto, considerando lo stato preesistente del sito, la disponibilità di servizi e di infrastrutture, le modalità di ac-cesso al trasporto pubblico. Poiché questi parametri non sono modificabili in sede di progettazione del singolo intervento edilizio, il Protocollo ne prevede una enunciazione separata in sede di definizione finale del punteggio conseguito.

I criteri previsti per ciascuna destinazione d'uso possono poi essere disattivati in base alla tipologia di intervento previsto. Il Proto-collo ITACA distingue così la struttura di va-lutazione in:

- nuova costruzione; - ristrutturazione.

È in fase di preparazione una versione del Protocollo dedicata alla valutazione degli e-difici esistenti.

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9.1.2. Il sistema di pesatura e le modalità di attribuzione del punteggio

I pesi attribuiti a ciascuno dei livelli

gerarchi-ci presenti nel Protocollo (aree di valutazio-ne, categorie, criteri) esprimono il grado di rilevanza assunto nel sistema di valutazione. I pesi sono stati attribuiti attraverso una procedura di stima (mutuata dal framework del sistema SBTool 2007) dell’impatto am-bientale di ognuno di essi valutato in base a tre caratteristiche:

- l’estensione del potenziale effetto (3, globale o regionale; 2, urbano o subur-bano; 1, edificio o sito);

- l’intensità del potenziale effetto (3, for-te o diretto; 2, moderato o indiretto; 1, debole);

- la durata del potenziale effetto (3, maggiore di 50 anni; 1; maggiore di 10 anni; 1, minore di 10 anni).

La successiva normalizzazione dei voti porta alla definizione dei pesi relativi di ciascun criterio; i pesi assoluti risultano dal prodotto del peso relativo al criterio per quello della categoria e dell'area di valutazione di appar-tenenza.

Nel sistema di attribuzione dei pesi alla struttura gerarchica del Protocollo ITACA 2011 risiede la possibilità, da parte dell'A ministrazione che adotta lo strumento, di modificar

all'importanza attribuita alla specifica es genza in esame.

Con l'attribuzione del punteggio al singolo criterio, si giunge alla valutazione compless va di sostenibilità attraverso i seguenti pa saggi:

-I voti delle singole aree di valutazione defin scono il livello di compatibilità ambientale dell’opera esaminata.

Figura 9.4: Voto delle aree di valutazione: livello prestazionale minimo e individuazione di un l vello soglia per specifiche politiche da parte delle Pubbliche A

0 0.5 1

Qualità del sito Consumo di risorse Carichi ambientali Qualità ambientale indoor Qualità del servizio

Valutazione dell'edificio per aree

Livello di prestazione minimo

modalità di attribuzione del punteggio

Nel sistema di attribuzione dei pesi alla struttura gerarchica del Protocollo ITACA 2011 risiede la possibilità, da parte dell'Am-ministrazione che adotta lo strumento, di modificare il peso in base alla realtà locale e all'importanza attribuita alla specifica esi-genza in esame.

Con l'attribuzione del punteggio al singolo criterio, si giunge alla valutazione complessi-va di sostenibilità attraverso i seguenti pas-saggi:

[punteggio del criterio] x [peso in per-centuale] = [voto pesato del requisito]. La somma dei voti pesati a livello di cri-terio costituisce il voto di ciascuna ca-tegoria;

[voto della categoria] x [peso percen-tuale della categoria] = [voto pesato della categoria]. La somma dei voti pe-sati delle categorie rappresentano il vo-to complessivo dell’area di valutazione. I voti delle singole aree di valutazione defini-scono il livello di compatibilità ambientale dell’opera esaminata.

: Voto delle aree di valutazione: livello prestazionale minimo e individuazione di un li-vello soglia per specifiche politiche da parte delle Pubbliche Amministrazioni.

1.5 2 2.5 3 3.5

Valutazione dell'edificio per aree

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La strutturazione gerarchica permette di in-dividuare, per ciascuna area di valutazione, una soglia minima di prestazioni da garanti-re. Poiché nella definizione dei livelli di ben-chmark allo 0 corrispondono le prestazioni minime richieste per legge, nessuna area di valutazione dovrebbe essere caratterizzata da un punteggio negativo, in quanto

certifi-cherebbe una situazione al di sotto degli standard imposti dalla legislazione.

La distinzione dei voti per singola area di va-lutazione consente ad un'Amministrazione locale di imporre un criterio di ammissibilità, per il perseguimento di politiche di sosteni-bilità, ad esempio per accedere ad una gene-rica forma di contribuzione.

9.1.3. Considerazioni sul Protocollo ITACA 2011

Si riporta la struttura del Protocollo ITACA

2011 Residenziale, articolata secondo Aree di Valutazione e Categorie. Si distinguono i

primi quattro criteri che concorrono a de-terminare la qualità della localizzazione indi-pendentemente dalla qualità di progetto.

Criteri Protocollo ITACA 2011 Residenziale Requisito UNI 11277:2008 Fase

SITO

A. Qualità del sito

A.1. Selezione del sito

A.1.5 Riutilizzo del territorio SAM.4.1. FUN

A.1.6 Accessibilità al trasporto SAM.2.1. (*) FUN

A.1.8 Mix funzionale dell'area -

A.1.10 Adiacenza ad infrastrutture -

EDIFICIO

A. Qualità del sito

A.3. Progettazione dell'area

A.3.3 Aree esterne attrezzate -

A.3.4 Supporto all'uso di biciclette SAM.2.1. FUN

B. Consumo di risorse

B.1. Energia primaria non rinnovabile richiesta durante il ciclo di vita

B.1.2 Energia primaria per il riscaldamento URR.4.6. FUN B.1.5 Energia primaria per acqua calda sanitaria URR.4.6. FUN Tabella 9.2: Corrispondenza tra la struttura a criteri del Protocollo ITACA 2011 ed i requisiti di ecocompatibilità individuati dalla norma UNI 11277:2008. Con (*) si sono indicate le

corrispon-denze indirette. FPO = fase produttiva fuori opera; PO = fase produttiva in opera; FUN = fase fun-zionale - continua alla pagina seguente.

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Criteri Protocollo ITACA 2011 Residenziale Requisito UNI 11277:2008 Fase B.3. Energia da fonti rinnovabili

B.3.3 Energia prodotta nel sito per usi elettrici URR.4.6. FUN B.4. Materiali eco-compatibili

B.4.1 Riutilizzo di strutture esistenti SAM.2.1. FUN B.4.6 Materiali riciclati/recuperati URR.1.1. FPO B.4.7 Materiali da fonti rinnovabili SAM.1.1. FPO B.4.9 Materiali locali per finiture SAM.1.1. FPO B.4.10 Materiali riciclabili e smontabili URR.1.2. PO

B.5. Acqua potabile

B.5.1 Acqua potabile per irrigazione URR.3.1. ; URR.3.2. FUN B.5.2 Acqua potabile per usi indoor URR.3.1. ; URR.3.2. FUN

B.6. Prestazioni dell'involucro

B.6.2 Energia netta per il raffrescamento URR.4.6. ; URR.4.2. FUN B.6.3 Trasmittanza termica dell'involucro edilizio URR.4.4. FUN B.6.4 Controllo della radiazione solare URR.4.2. FUN B.6.5 Inerzia termica dell'edificio URR.4.5. FUN

C. Carichi ambientali

C.1. Emissioni di CO2 equivalente

C.1.2 Emissioni previste in fase operativa SAM.2.1. FUN C.3. Rifiuti solidi

C.3.2 Rifiuti solidi prodotti in fase operativa URR.2.1. FUN C.4. Acque reflue

C.4.1 Acque grigie inviate in fognatura URR.3.2. FUN

C.4.2 Permeabilità del suolo SAM.3.1 FUN

C.6. Impatto sull'ambiente circostante

C.6.8 Effetto isola di calore BSI.1.1. FUN

Tabella 9.3: Corrispondenza tra la struttura a criteri del Protocollo ITACA 2011 ed i requisiti di ecocompatibilità individuati dalla norma UNI 11277:2008. Con (*) si sono indicate le

corrispon-denze indirette. FPO = fase produttiva fuori opera; PO = fase produttiva in opera; FUN = fase fun-zionale - continua.

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Criteri Protocollo ITACA 2011 Residenziale Requisito UNI 11277:2008 Fase

D. Qualità ambientale indoor

D.2. Ventilazione

C.2.5 Ventilazione e qualità dell'aria BSI.8.1. FUN D.3. Benessere termoigrometrico

D.3.2 Temperatura dell'aria nel periodo estivo - D.4. Benessere visivo

D.4.1 Illuminazione naturale URR.4.1. FUN

D.5. Benessere acustico

D.5.6 Qualità acustica dell'edificio BSI.6.1. ; BSI.6.2. FUN D.6. Inquinamento elettromagnetico

D.6.1 Campi magnetici a frequenza industriale (50 Hertz) BSI.7.1. ; BSI.7.2. FUN

E. Qualità del servizio

E.1. Sicurezza in fase operativa

E.1.9 Integrazione sistemi -

E.2. Funzionalità ed efficienza

E.2.4. Qualità del sistema di cablatura BSI.2.1. (*) FUN

C.4. Acque reflue

E.6.1 Mantenimento delle prestazioni dell'involucro edilizio URR.1.4. FUN E.6.5 Disponibilità della documentazione tecnica degli edifici SAM.1.3. FUN Tabella 9.4: Corrispondenza tra la struttura a criteri del Protocollo ITACA 2011 ed i requisiti di ecocompatibilità individuati dalla norma UNI 11277:2008. Con (*) si sono indicate le

corrispon-denze indirette. FPO = fase produttiva fuori opera; PO = fase produttiva in opera; FUN = fase fun-zionale - continua e fine.

Da questa struttura, valida per la destinazio-ne d'uso residenziale, è possibile evidenziare che:

- i criteri relativi alla fase funzionale dell'opera rivestono il ruolo principale, perché a questa fase è riferibile un li-vello di definizione delle prestazioni sufficientemente accurato;

- sono presenti elementi propri della va-lutazione prestazionale degli edifici, so-litamente considerata nei sistemi di

va-lutazione per il settore terziario. Con ri-ferimento ad alcuni criteri dell'Area di Valutazione E, il Protocollo ITACA si o-rienta quindi verso la certificazione del-la qualità deldel-la gestione degli edifici. Rispetto al Protocollo VEA 2009, si eviden-ziano le seguenti sensibili differenze (miglio-ramenti):

- specificazione della destinazione d'uso mediante attivazione e ridistribuzione di peso dei criteri. Tale azione

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compor-ta la possibilità di adeguare lo strumen-to all'oggetstrumen-to della valutazione e alla disponibilità di documentazione; - l'ampliamento della scala di benchmark

che consente di diversificare il ricono-scimento delle prestazioni;

- un sistema ponderale separato tra gli indicatori di classe energetica e gli a-spetti ambientali;

- una più corretta modalità di normaliz-zazione dei risultati. L'attribuzione del punteggio per interpolazione lineare su livelli di benchmark definiti permette di superare i problemi legati alla valuta-zione per soglie e di quantificare più esattamente una singola prestazione; - un sistema di classificazione univoco,

che però consente di scindere la qualità della localizzazione (che fotografa uno stato del territorio) dalle prestazioni dell'edificio, governabili direttamente in fase di progettazione.

Figura 5: Separazione delle prestazioni relative alla localizzazione e all'edificio fonte: www.iisbe-italia.it).

Il sistema di valutazione ITACA 2011, origina-to da diverse esperienze condotte a livello regionale presenta un buon grado di maturi-tà, in considerazione del rapporto con i

re-quisiti per la sostenibilità ambientale e l'effi-cienza energetica individuati.

Permangono alcuni limiti applicativi legati soprattutto all'onerosità di calcolo e alla ri-dondanza di alcuni criteri, appartenenti alle aree di valutazione B e D, in particolare per la valutazione delle prestazioni di edifici og-getto di ristrutturazione.

È auspicabile, inoltre, che la versione del Protocollo ITACA per edifici esistenti sia ca-ratterizzata da una sensibile riduzione del numero di criteri, volti a certificare le pre-stazioni energetiche, acustiche, di benessere termico e di illuminazione, anche nell'ottica di una corretta informazione dell'utenza. Il Protocollo ITACA si avvia dunque a diven-tare lo strumento di riferimento a livello na-zionale per la certificazione di sostenibilità degli organismo edilizi.

Tale direzione è stata recentemente con-fermata dalla stipula di un "Accordo sull'Edi-lizia Sostenibile" (Milano, 17-20 ottobre 2012) tra l'organismo UNI e l'istituzione ITA-CA, inerente:

- la stesura di una prassi di riferimento, certificata dall'UNI, allo scopo di giun-gere ad un consolidamento del sistema ITACA Nazionale;

- la costituzione di un riferimento nazio-nale per la valutazione della sostenibili-tà energetica ed ambientale degli im-mobili, non solo quelli residenziali, ma anche uffici, scuole, edifici industriali e commerciali;

- la corresponsione alle sollecitazioni di mercato in assenza di norme europee vigenti sull'argomento.

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9.2.

B

IBLIOGRAFIA

9.2.1. Pubblicazioni

- ITACA, Protocollo ITACA 2011 Residenziale, 2011.

9.2.2. Interventi e contributi a conferenza, corsi e seminari

- Stival C. A., Alcuni strumenti a disposizione di pubbliche amministrazioni ed enti locali per

promuovere la sostenibilità ambientale. Lezione svolta nell'ambito del corso per pubblici

amministratori sul progetto europeo PATRES (Public Administration Training and coaching

on Renewable Energy Systems), Consorzio per l'Area di Ricerca Scientifica e Tecnologica di

Padriciano (TS), 2011.

- Valcovich E., Stival C. A., Certificazione energetico ambientale in Friuli Venzia Giulia:

Proto-collo VEA ed altre certificazioni, a che punto siamo?. Contributo alla giornata Expomeeting

Trieste, 31 maggio 2011, Trieste.

9.2.3. Tesi di laurea

- Berto R., La certificazione energetica e ambientale. Applicazione del Protocollo ITACA

Na-zionale 2011 Residenziale ad un organismo edilizio della città di Trieste. Università degli

Studi di Trieste, Tesi di Laurea Specialistica in Architettura Tecnica, Facoltà di Ingegneria, A. A. 2011-2012, relatore prof. ing. E. Valcovich, correlatore ing. C. A. Stival.

- Fernetti V., Valutazione energetica ed ambientale di OER: verifica di applicabilità ed analisi

critica del Protocollo Regionale VEA. Università degli Studi di Trieste, Tesi di Laurea

Speciali-stica in Architettura Tecnica, Facoltà di Ingegneria, A. A. 2007-2008, relatore prof. ing. E. Valcovich, correlatore ing. C. A. Stival.

9.2.4. Siti web

- www.iisbe-italia.it - www.itaca.org - www.ares.fvg - www.uni.com

Figura

Figura 9.1: Quadro generale  Il Protocollo Nazionale ITACA 2011
Figura 9.3: Struttura di un criterio ITACA 2011 (fonte Protocollo ITACA Residenziale, 2011)
Figura 9.4: Voto delle aree di valutazione: livello prestazionale minimo e individuazione di un l vello soglia per specifiche politiche da parte delle Pubbliche A
Tabella  9.3:  Corrispondenza  tra  la  struttura  a  criteri  del  Protocollo  ITACA  2011  ed  i  requisiti  di  ecocompatibilità  individuati  dalla  norma  UNI  11277:2008

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