Riassunto analitico
Questa tesi, basata principalmente sulle ricerche di Cris Shore e Marc Abélès, esamina diversi approcci antropologici allo studio dell’Unione europea. L’Unione è vista dall’antropologia come un costrutto culturale e le sue istituzioni come un nuovo luogo in cui si manifesta il politico in era di globalizzazione, dove il tradizionale nesso tra potere, politica e territorialità perde centralità. Il metodo antropologico di ricerca sul campo è usato come punto di partenza sul quale elaborare delle conclusioni teoriche generali sulla natura del progetto europeo, le sue istituzioni e le sue politiche.
La tesi si concentra poi sulla visione di identità e cultura europea che prende forma all’interno della Commissione e come questa tenta di diffondere la sua concezione d’Europa tramite iniziative simbolico-rituali e politiche mirate nel settore culturale per dare legittimità al progetto europeo.
Particolare attenzione è rivolta alla concettualizzazione della cittadinanza europea, vista qui come strumento identiario essenziale per tracciare i confini di un’identità condivisa che possa trascendere quella nazionale.
L’ideologia e la cultura organizzativa della Commissione europea sono quindi esaminate assieme a quei meccanismi cognitivi che operano tra i funzionari europei per creare quel “nuovo uomo europeo” auspicato dai padri fondatori e dai teorici del progetto d’integrazione. Infine, si traggono alcune conclusioni sull’importanza del contributo antropologico per la comprensione di questa nuova ed inedita entità politica post-moderna.