Conclusioni
La quotazione in Borsa costituisce un’importante scelta strategica che permette alle aziende di accedere a un nuovo e stabile canale di finanziamento; inoltre, si afferma come uno strumento per la crescita e lo sviluppo dell’impresa.
In questo lavoro si è cercato di analizzare l’impatto che la quotazione potrebbe determinare sulle performance economico-finanziarie delle aziende industriali, attraverso i risultati di un’indagine empirica condotta su un campione di 248 imprese (64 società italiane e 184 società francesi).
La presente tesi, similmente ad altri studi del settore, si occupa del comportamento, alle potenzialità e alla evoluzione delle società quotate. Rispetto ad altri contributi, si contraddistingue per il focus sul solo insieme di aziende industriali e per il confronto tra l’esperienza italiana e francese; altro elemento interessante riguarda l’approccio aziendale utilizzato per effettuare l’analisi, volto a valutare l’effetto dell’ingresso in Borsa sulla base dei cambiamenti ricavabili dal bilancio in termini di dimensione, crescita, redditività e leverage.
Prima di illustrare la ricerca empirica realizzata, si è reso necessario studiare la
struttura e le caratteristiche del mercato borsistico italiano e francese e ripercorrere le
fasi dell’iter di quotazione (capitoli 1, 2, 3). Si è passati dunque ad analizzare i benefici
e le potenziali motivazioni alla base di tale decisione strategica, gli obblighi imposti
dallo status di società quotata (capitolo 4) e l’onerosità del processo di quotazione
(capitolo 5). Nel capitolo 6 sono invece stati esposti i principali impatti economici
evidenziati da studi empirici condotti a livello nazionale e internazionale, mentre i
capitolo 7 e 8 hanno approfondito il tema dei sistemi incentivanti (stock option) e
l’evoluzione della struttura proprietaria delle società quotate. Infine, nel nono capitolo è
stato illustrato il metodo seguito per la definizione del campione da analizzare, le
caratteristiche delle aziende selezionate e la procedura di analisi con il commento dei
risultati ottenuti.
L’approdo in Borsa consente di ottenere benefici immediati e futuri e coinvolge l’impresa in cambiamenti sostanziali: si tratta perciò di una complessa decisione strategica che va ad incidere sulla crescita dimensionale, sull’organizzazione e sulla creazione di valore. Per la sua valenza, è necessaria un’attenta valutazione dei vantaggi e dei correlati costi che potrebbero derivare. Confrontando l’esperienza italiana con altri Paesi e in particolare con la Francia emerge che probabilmente la maggiore o minore propensione delle imprese verso la Borsa dipende proprio dalla cultura imprenditoriale presente come evidenziato nel primo capitolo.
Ai fini di una quotazione è infatti necessaria, tra le altre condizioni, un’attitudine alla disclosure, alla trasparenza e alla delega, nonché l’esistenza di una convincente storia di successo dell’impresa che sia in grado di motivare il management stesso e, allo stesso tempo, che susciti interesse nell’ambiente esterno.
Il mercato borsistico francese accoglie un numero maggiore di società quotate rispetto a quello italiano: inoltre, la creazione a livello europeo di Euronext, al fine di costruire un network operativo tra le borse di Belgio, Olanda, Lussemburgo, Portogallo e Gran Bretagna ne ha ampliato notevolmente le dimensioni e le opportunità.
Successivamente, con la fusione con il Nyse e la costituzione del NYSE Euronext, è nato il più importante mercato finanziario transatlantico. Il collegamento tra Borsa Italiane e London Stock Exchange, conclusosi nel corso di giugno 2007, si è mosso nella stessa direzione di Euronext, ma i dati analizzati in questa tesi riguardano il periodo antecedente alla fusione di Piazza Affari.
Le fasi del processo di quotazioni in Francia e in Italia sono sostanzialmente uguali, così come gli adempimenti e la tempistica.
Al di là dell’organizzazione della Borsa, le motivazioni che generalmente conducono un’azienda a quotarsi sono essenzialmente di natura finanziaria e strategica.
Sotto il profilo finanziario, la quotazione permette di ridurre e/o stabilizzare il costo del capitale attraverso la raccolta di nuovi finanziamenti, assicura la diversificazione delle fonti e migliora il credit standing, mentre i motivi strategici ricorrono quando l’azienda intende rafforzare i legami con la comunità sfruttandone gli effetti positivi sui rapporti commerciali, sull’immagine e notorietà aziendale.
Per quanto riguarda l’analisi dei possibili ostacoli alla quotazione, dagli studi
considerati la principale preoccupazione sembra essere relativa ai profondi cambiamenti
strutturali: molto spesso, infatti, le società devono adeguare la propria organizzazione ai
requisiti appositamente previsti, con un dispendio considerevole di tempo e di risorse
234. L’operazione di quotarsi in Borsa determina inoltre tutta una serie di impatti che si riflettono sulla corporate governance, sui meccanismi incentivanti e sulla reputazione.
Per quanto riguarda l’impatto della quotazione sull’assetto proprietario, è interessante verificare la ripartizione tra proprietà e controllo: ci si aspetterebbe che la proprietà, fortemente concentrata prima dell’ingresso sul mercato, vada incontro a una maggiore diversificazione. Nella realtà, alcuni studi hanno documentato che in Italia, per esempio, la dinamica del controllo nelle aziende quotate rimane fortemente concentrata anche negli anni successivi all’IPO. Inoltre, l’azionista di controllo in Francia e in Italia è rappresentato, nella maggior parte dei casi, dalla famiglia, seguita dallo Stato. La proprietà diffusa si riscontra principalmente nei paesi anglosassoni (Gran Bretagna e Irlanda) in cui, solo raramente, si rintracciano casi di controllo di diritto o di fatto.
Dalla disgiunzione tra proprietà e controllo all’interno delle aziende possono scaturire rilevanti costi di agenzia, per esempio tra azionisti e management, che richiedono l’adozione di opportuni sistemi per giungere a un riallineamento degli interessi, come le stock option. Alla base della diffusione dei piani di stock option è infatti possibile individuare molteplici spiegazioni tra le quali, in primo luogo si afferma la necessità di riallineare gli interessi del management con quelli degli azionisti.
Con l’impiego dei piani di stock option e, più di recente dei long term incentive plan, è stato introdotto un sistema di riconoscimento della performance manageriale su
un arco pluriennale, correlato all’aumento del valore dell’impresa per gli azionisti. Per effetto di questo tipo di ricompensa e di altre forme premiali esistenti, oggi il sistema di remunerazione presenta una più elevata proporzione della componente variabile rispetto al passato. Questo fenomeno ha infatti interessato l’Europa, solo a partire dagli anni Novanta, mentre negli USA era già pratica comune da un paio di decenni. In Italia, per esempio, l’inesistenza per molto tempo di una normativa, civilistica e fiscale, sulle stock option e la cultura imprenditoriale più arretrata ne hanno ritardato l’introduzione. Negli ultimi anni nonostante le stock option risultino ancora uno strumento importante per il
234 Accanto ai benefici, la quotazione comporta anche dei costi (diretti ed indiretti) che vengono sostenuti al momento dell'ingresso e successivamente in via continuativa. Tra i costi diretti sono compresi quelli relativi alle consulenze fornite dagli advisor, alle pratiche amministrative, certificazione dei bilanci, costi di pubblicità e le fee da versare alla società che gestisce la Borsa. Rientrano tra i costi indiretti tutte quelle spese da sostenere per assolvere agli obblighi che la legge impone alle società quotate per