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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MODENA E REGGIO EMILIA

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Academic year: 2021

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MODENA E REGGIO EMILIA

Facoltà di Ingegneria – Sede di Modena

Corso di Laurea in Ingegneria Informatica

CONFRONTO DELLE DISTRIBUZIONI LINUX:

ANALISI DI CASI DI STUDIO

Relatore: Elaborato di Laurea di:

Chiar.mo Prof. Letizia Leonardi Daniele De Simone Correlatore:

Ing. Luca Ferrari

Anno Accademico 2004/2005

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Indice

Introduzione 1

1 Il sistema GNU/Linux... 3

1.1 Unix... 4

1.2 La nascita ed i principi della filosofia “free software” ... 5

1.3 L’ origine del movimento “open source”... 9

1.4 Kernel Linux ... 11

1.5 Gnu/Linux ... 12

2 Le distribuzioni Linux... 14

2.1 Come scegliere una distribuzione ... 15

2.2 Presentazione delle distribuzioni ... 16

2.2.1 Gentoo Linux ... 17

2.2.2 Debian GNU/Linux... 19

2.2.3 Slackware Linux ... 21

2.2.4 Red Hat Linux... 23

2.2.5 Mandrake Linux... 25

2.2.6 Suse Linux ... 27

3 Analisi delle distribuzioni ... 29

3.1 Ottenere la distribuzione ... 31

3.2 Installazione ... 32

3.3 Aggiornamento ... 34

3.4 Pacchetti ... 36

3.5 Inizializzazione ... 38

3.6 Software ... 40

3.7 Assistenza ... 42

3.8 Sicurezza ... 43

3.9 Semplicità ... 44

3.10 Stabilità ... 45

3.11 Documentazione ... 46

3.12 Costi delle versioni commerciali ... 47

3.13 Altre caratteristiche ... 48

3.13.1 Sito internet ... 48

3.13.2 Hardware... 49

3.13.3 Free Software ... 49

3.13.4 Grafica... 50

(3)

4 Comparazione delle distribuzioni ... 54

4.1 Tipo di utente finale ... 55

4.2 Tipo di utilizzo desiderato ... 57

4.3 Tipo di costi ... 58

4.4 Prestazioni volute... 60

4.5 Riassunto della comparazione... 61

4.5.1 Gentoo Linux ... 61

4.5.2 Debian GNU/Linux... 61

4.5.3 Slackware Linux ... 62

4.5.4 Red Hat Linux... 62

4.5.5 Mandrake Linux... 63

4.5.6 Suse Linux ... 63

5 Casi di studio ... 64

5.1 Perché utilizzare Linux ... 65

5.2 Casi di studio... 68

5.2.1 Rete domestica ... 68

5.2.2 Rete aziendale ... 69

5.3.3 Rete universitaria ... 71

Conclusioni 74

Bibliografia 76

(4)

Indice delle figure

Figura 1: Logo GNU’s NOT Unix... 6

Figura 2: Tux, la mascotte di Linux... 11

Figura 3: Logo Gentoo... 17

Figura 4: Logo Debian GNU/Linux... 19

Figura 5: Logo Slackware GNU/Linux... 21

Figura 6: Logo Red Hat Linux... 23

Figura 7: Logo Mandrake Linux... 25

Figura 8: Logo Suse Linux ... 27

Figura 9: Rete domestica ... 68

Figura 10: Rete aziendale... 70

Figura 11: Rete di un’università ... 72

Indice delle tabelle Tabella 1: Caratteristiche della distribuzione Gentoo Linux ... 18

Tabella 2: Caratteristiche della distribuzione Debian GNU/ Linux... 20

Tabella 3: Caratteristiche della distribuzione Slackware Linux ... 22

Tabella 4: Caratteristiche della distribuzione Red Hat Linux... 24

Tabella 5: Caratteristiche della distribuzione Mandrake Linux... 26

Tabella 6: Caratteristiche della distribuzione Suse Linux ... 28

Tabella 7: Confronto delle caratteristiche... 52

Tabella 8: Tipo di utente finale ... 56

Tabella 9: Tipo di utilizzo... 58

Tabella 10: Tipo di costi ... 59

Tabella 11: Prestazioni... 60

Tabella 12: Funzionalità di rete dei principali sistemi operativi... 65

(5)

Introduzione

uno, nessuno e centomila Luigi Pirandello

Il titolo del romanzo pirandelliano è un’efficacissima chiave di lettura della tesi trattata e può spiegare un mondo così complesso come quello delle distribuzioni Linux. Il protagonista del romanzo vive la sua personalità nelle sue mille sfaccettature, ma nessuna di queste è completamente perfetta: "con lo spirito pieno di mondi, o di sassolini", ecco come spiega lo sbriciolamento del reale che da univoco (UNO) diventerà poliedrico (CENTOMILA) e sfocerà nel nulla (NESSUNO). Ecco, allora, l’analogia con il sistema operativo Linux che da unico diventa poliedrico (con le sue centinaia di distribuzioni) e sfocerà nel nulla (nessuna distribuzione si può dire la migliore).

Questo elaborato tratta l’analisi di sei distribuzioni Linux e, specificatamente, dell’utilizzo che queste possono avere in un contesto reale. Le distribuzioni sono state scelte attraverso parametri definiti quali ad esempio il maggior numero di utilizzatori in Italia, caratteristiche tecniche e di supporto che riassumono la maggior parte delle distribuzioni esistenti ed infine un orientamento principalmente server.

L’elaborato è suddiviso in quattro capitoli, seguiti da uno di conclusioni: nel primo

capitolo viene spiegata la nascita e l’evoluzione del sistema operativo Linux e delle

sue distribuzioni, prendendo in considerazione gli aspetti ideologici che sottendono

(6)

ai movimenti del Free software, dell’Open Source e della licenza GPL, sottolineandone le differenze più rilevanti.

Nel secondo capitolo vengono prese in considerazione le principali distribuzioni, di ognuna vengono discusse da una parte la storia e le principali caratteristiche, dall’altra aspetti più strettamente tecnici legati alle distribuzioni, la cui presentazione è necessaria per spiegare al meglio le scelte proposte e soprattutto le principali differenze che queste possono avere nell’ individuazione di diverse soluzioni in campo applicativo.

Nel terzo capitolo si analizzano in dettaglio le caratteristiche più importanti, che le distribuzioni Linux presentano agli utenti. Ogni caratteristica è presentata attraverso l’esame di ogni singola distribuzione, messa poi a confronto con le altre.

I parametri di confronto sono stati scelti in modo da fornire un quadro generale dei principali aspetti delle distribuzioni con l’intento di dare al lettore una guida di base in termini di paragone tra le diverse proposte.

Il quarto capitolo, attraverso l’uso di tabelle, permette un confronto diretto tra le

caratteristiche che offrono le distribuzioni, con lo scopo di fornire uno strumento

pratico e veloce per definire la distribuzione più adatta a tre particolari casi di

studio nell’ambito delle reti locali; i casi sono stati scelti in modo da fornire diversi

livelli di difficoltà nell’ amministrazione.

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1 Il sistema GNU/Linux

Un sistema operativo è il componente responsabile del diretto controllo e gestione dell'hardware di un computer nonché delle operazioni di base che tale hardware può svolgere; il sistema operativo si occupa anche di controllare gli accessi degli utenti e dei processi che vengono eseguiti.

Un generico sistema operativo moderno si compone di alcune parti ben definite: un gestore di file system, che si occupa di esaudire le richieste di accesso alle memorie di massa, un gestore di memoria virtuale, che alloca pagine di memoria a richiesta e si assicura che tale memoria sia presente nella memoria fisica al momento giusto, uno scheduler che assicura ai vari processi attivi una ben definita quantità di tempo di elaborazione, uno spooler che accumula i dati da stampare e li stampa in successione, una interfaccia utente (shell o GUI) che permette all’utente di interagire con la macchina ed un kernel, fulcro del sistema, che gestisce tutti i componenti di cui sopra. Un particolare sistema operativo può avere tutti questi componenti o solo alcuni di essi.

I sistemi operativi trovano la loro origine verso la fine degli anni quaranta, quando

fu sentita in modo pressante la necessità di avere a disposizione non solo

un’interfaccia che sollevasse il programmatore dalla gestione diretta dei dispositivi

di input/output, ma avesse anche supporti per velocizzare alcune operazioni di base

a fronte dello sviluppo delle prestazioni hardware dei calcolatori. Da allora i

sistemi operativi si sono evoluti, passando dalle strutture più semplici dei sistemi

dedicati a quelle odierne che sovrintendono il colloquio tra più computer posti in

rete tra loro.

(8)

1.1 UNIX

Nella metà degli anni sessanta, i laboratori della Bell Telephone (Bell Labs, una divisione della AT&T) stavano lavorando con la General Electric e il Project MAC del MIT per scrivere un sistema operativo chiamato Multics. Nel 1945, però, i laboratori della Bell decisero che il progetto non sarebbe andato in porto e sciolsero il gruppo. Questo comunque lasciò i laboratori della Bell senza un buon sistema operativo. Ken Thompson e Dennis Ritchie decisero di abbozzare un sistema operativo che doveva soddisfare alle necessità dei Laboratori della Bell. Nel 1970, quando a Thompson servì un ambiente di sviluppo che funzionasse su un PDP-7, egli implementò le loro idee. Come gioco di parole su Multics, Brian Kernighan, un altro ricercatore della Bell Labs, diede al sistema il nome Unix. In seguito, Dennis Ritchie inventò il linguaggio di programmazione C. Nel 1973, UNIX fu riscritto in C, invece che nell'originale linguaggio assembly. Alla fine degli anni '70, alla AT&T fu vietato di competere nell'industria informatica, quindi essa fornì a prezzo molto basso le licenze di UNIX a svariati college ed università, per cui prese piede lentamente all'interno delle istituzioni accademiche, ma alla fine divenne popolare anche nell'ambiente commerciale.

Lo UNIX di oggi è diverso dallo Unix del 1970: ha due grandi versioni: la SystemV, degli Unix System Laboratories (USL), dei consociati della Novell, e la Berkeley Software Distribution (BSD).

Esistono comunque diverse versioni di UNIX oltre alle due citate, ma la maggior

parte delle versioni commerciali di UNIX derivano da esse. Le versioni di UNIX

attualmente utilizzate incorporano caratteristiche di entrambe. Le versioni attuali di

UNIX per PC Intel costano tra i $500 e i $2000. A metà degli anni 90, Unix era

usato da 5 milioni di computer in tutto il mondo ed ancora oggi continua ad

affascinare una larghissima schiera di utenti.

(9)

1.2 La nascita ed i principi della filosofia “Free Software”

Il fondatore del movimento ‘free software’ è l’americano Richard Stallman laureatosi in fisica ad Harvard, impara a programmare e, verso la metà degli anni Settanta, muove i primi passi nella comunità del Massachusetts Institute of Technology (M.I.T) dove gli sviluppatori lavorano condividendo i loro saperi e mettendo in comunione le loro creazioni.

Una pratica di condivisione che è anche un solido modello di sviluppo per il software, opera di un ingegno collettivo e, soprattutto, di un approccio collaborativo fondato sulla condivisione delle competenze di ognuno. Questa filosofia folgora Stallman e lo convince che il metodo collaborativo è la strada migliore per lo sviluppo non solo del software ma della società intera. Di lì a poco, però, il vento sarebbe cambiato. Con l’affermazione del software proprietario lo sviluppo per accrescimento progressivo, che è alla base del lavoro delle prime comunità di programmatori, deve far posto ad un nuovo modello che estromette completamente gli utenti dal processo di produzione di un programma e vieta loro di modificare e ridistribuire il codice che, anzi, non viene più distribuito.

Inizia così l’era del ‘Closed Source’ che Stallman sintetizza così: “Questo significa che il primo passo per usare un computer è promettere di negare aiuto al proprio vicino”. Una comunità cooperante è vietata. La regola creata dai proprietari di software proprietario è: se condividi il software con il tuo vicino sei un pirata, se vuoi modifiche, pregaci di farle.

Stallman fa parte per più di dieci anni dei ricercatori del M.I.T, con i quali studia a fondo i sistemi operativi, ma nel 1984 si licenzia dall’istituto per fondare il suo

‘progetto GNU’ (vedi logo in figura 1) decidendo di intraprendere un’impresa pionieristica: costruire, partendo da zero, un intero sistema operativo libero, un free software appunto, solo in questo modo si sarebbe potuta ricostituire una comunità di programmatori aperta a tutti e fondata sul principio della collaborazione.

GNU è un acronimo ricorsivo e significa GNU is Not Unix ovvero "GNU non è Unix", il nome simbolizza che il progetto ha l’obiettivo di creare un sistema operativo compatibile, ma non identico a Unix.

Richard Stallman con il progetto GNU volle creare un Sistema Operativo Unix-like

completo costituito da software libero, ma compatibile con Unix. Per arrivare a

(10)

questo risultato, all'interno del progetto vennero creati programmi per coprire ogni necessità informatica: compilatori, lettori multimediali, programmi di crittografia ed altro. Malgrado non si sia mai attuato il progetto a livello kernel, il software prodotto da GNU era di una tale qualità che gli amministratori di sistema spesso sostituirono i programmi originali delle loro distribuzioni Unix con le versioni GNU.

Figura 1: Logo GNU’s NOT Unix.

Il termine free software, utilizzato dai seguaci di questo movimento, non ha nulla a che vedere con il prezzo del programma, ma vuole esprimere il concetto di libertà:

il termine ‘free’ significa sia ‘gratis’ che ‘libero’. Questo è il motivo per cui i sostenitori del ‘free software’ temono che possa essere frainteso il vero scopo del movimento, ossia quello di portare una ‘ventata di libertà’ nel mondo dell’informatica.

Quattro sono le libertà fondamentali che un programma deve garantire all’utente per poter essere considerato software libero:

¾ libertà di eseguire il programma per qualsiasi scopo;

¾ libertà di modificare il programma secondo i propri bisogni (perché questa libertà abbia effetto in pratica, è necessario avere accesso al codice sorgente del programma);

¾ libertà di distribuire copie del programma gratuitamente o dietro compenso;

¾ libertà di distribuire versioni modificate del programma, così che la

comunità possa usufruire dei miglioramenti apportati.

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anzi incoraggiata da Stallman quale metodo per reperire fondi da destinare allo sviluppo dei programmi. Per conseguire lo scopo del progetto GNU, cioè quello di garantire libertà agli utenti, vi è bisogno anche di termini di distribuzione che evitino che il software GNU sia trasformato in software proprietario.

Per questo motivo Stallam inventa, con l’aiuto di esperti avvocati, un nuovo tipo di licenza, la ‘GNU Licenza Pubblica Generica’ o GNU GPL, la quale garantisce a tutti gli utenti le quattro libertà fondamentali, vietando a chiunque di imporre restrizioni.

La GNU GPL è una licenza per software libero, è il punto di partenza per il free software. Il testo ufficiale della licenza in italiano è disponibile all’URL:

htttp ://www.softwarelibero.it/gnudoc/gpl.it.txt.

La licenza è stata scritta da Richard Stallman e Eben Moglen nel 1989, per distribuire i programmi creati dal Progetto GNU. GNU GPL si contrappone alle licenze per software proprietario e permette all'utente libertà di utilizzo, copia, modifica e distribuzione per cui è diventata una delle licenze per software libero più usate.

Il testo della GNU GPL è disponibile per chiunque riceva la copia di un software coperto da questa licenza. I licenziatari che accettano le sue condizioni hanno la possibilità di modificare il software, di copiarlo e ridistribuirlo con o senza modifiche, sia gratuitamente sia a pagamento.

La Free Software Foundation (FSF) detiene i diritti di copyright per il testo della GNU GPL, ma non detiene i diritti del software rilasciato con questa licenza. A meno che venga emessa una specifica nota di copyright da parte della FSF, l'autore del software detiene i diritti di copyright per il suo lavoro ed è responsabile di perseguire ogni violazione della licenza riguardante il suo software.

A differenza dei software con essa distribuiti, la GNU GPL non è liberamente

modificabile: copiarla e distribuirla è permesso, ma modificarla è vietato. La FSF

permette di creare nuove licenze basate sulla GNU GPL, a patto che tali licenze

non usino il suo preambolo senza permesso. Dato che, solitamente, la nuova

licenza non è compatibile con la GNU GPL, la FSF sconsiglia di creare versioni

modificate.

(12)

Stallman ritiene inoltre fondamentale che anche la documentazione annessa ai programmi sia libera: “La più grande carenza dei nostri sistemi operativi non è nel software, quanto nella carenza di buoni manuali liberi da includere nei nostri sistemi”.

Il criterio per definire libero un manuale è sostanzialmente lo stesso usato per i programmi: deve essere permessa la ridistribuzione, compresa la vendita commerciale, e la modifica. Questa ultima è una libertà fondamentale per la documentazione di programmi liberi in quanto quando qualcuno esercita la sua facoltà di modificare un programma, se è coscienzioso, deve poter modificare anche il manuale, in modo da poter fornire una documentazione utile ed accurata insieme al programma modificato. Risulta quindi essenziale la possibilità di modificare tutto il contenuto tecnico del manuale e di poterlo distribuire in tutti i formati usuali, attraverso ogni normale canale di distribuzione.

Nel 1985, per cercare nuovi finanziamenti, Stallman ed i numerosi partecipanti al suo progetto fondano la Free Software Foundation (FSF), un’organizzazione senza scopo di lucro per lo sviluppo di software libero. La FSF accetta donazioni ma gran parte delle sue entrate proviene dalle vendite: copie di software libero, manuali e servizi correlati. Oggi vende cd-rom di codice sorgente e di programmi compilati, manuali stampati professionalmente (tutti con libertà di ridistribuzione e modifica) e distribuzioni Deluxe (nelle quali è compilata l’intera scelta di software per una piattaforma a richiesta).

All’inizio del progetto GNU si pensò di sviluppare un programma completo e di

renderlo disponibile nel suo insieme, ma le cose non andarono così. Poiché gli

elementi del sistema GNU sono implementati su di un sistema Unix, ognuno di essi

può girare su tali sistemi molto prima che esista un sistema GNU completo. Così

alcuni programmi iniziarono ad essere diffusi e gli utenti si divertirono ad

estenderli e a renderli utilizzabili su nuovi sistemi. Tutto ciò rese i programmi

molto più potenti ed attirò finanziamenti e collaboratori al progetto, anche se

ritardò di alcuni anni la realizzazione di un sistema minimo funzionante, perché il

tempo degli autori GNU venne impiegato a curare la compatibilità di questi

programmi con altri sistemi, piuttosto che a proseguire nella scrittura di nuovi

(13)

Nel 1990 il sistema era quasi completo, l’unica parte non ancora disponibile era il kernel in quanto quello da loro creato, chiamato ‘Hurd’, non è ancora pronto per un uso non sperimentale. Ma, come dice Stallman, “Fortunatamente ne era disponibile un altro: Linux”. Così, nel 1992, la combinazione di Linux con il sistema GNU produce un sistema operativo libero completo.

Nel 2005 il sistema non era ancora stato sviluppato completamente, ma grazie al lavoro di Linus Torvalds è possibile usare il Sistema GNU con il kernel Linux, ovvero il sistema GNU Linux (vedi paragrafo 1.5).

1.3 L’ origine del movimento Open Source

Nella primavera del 1997, un gruppo di leader della comunità del ‘Free Software’

si dà appuntamento a Mountain View, in California. Del gruppo fanno parte, tra gli altri, Eric Raymond, Tim O’Reilly e Larry Augustin. Il loro obiettivo è trovare un modo per promuovere le idee legate alla distribuzione gratuita di software presso coloro che, finora, hanno rifiutato questo concetto. Sono convinti che il termine

‘free software’ abbia danneggiato notevolmente il loro movimento a causa dell’ambiguità della parola ‘free’ che, oltre all’esatto significato di libertà, viene spesso associata, specialmente nella stampa e nel mondo aziendale, a concetti quali la gratuità, la scarsa qualità.

È del tutto inutile, pensano, spiegare che la Free Software Foundation è in realtà molto diversa da come viene rappresentata nel mondo economico, sanno che ciò che conta non è tanto la posizione ufficiale della FSF quanto, piuttosto, il mancato successo riscosso dalle sue intenzioni originarie e l’effettiva associazione tra il termine ‘free’ e gli stereotipi negativi diffusi dalla stampa commerciale.

I comandamenti alla base di questo movimento sono:

¾ dimenticare la strategia ‘bottom-up’ e puntare su quella ‘top-down’. La strategia storica di diffondere i concetti dal basso verso l’alto, ovvero dai tecnici ai boss, si è rivelata un fallimento, per questo bisogna abbandonarla e passare ad imporre le decisioni dall’alto, cercando di coinvolgere subito i dirigenti delle alte sfere;

¾ considerare Linux come il loro caso più rappresentativo. Se Linux non

riesce a consolidare l’innovazione non può riuscirci nessun altro sistema;

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¾ attirare l’attenzione dei mass media più prestigiosi, che influenzano le opinioni dei top manager e degli investitori;

¾ utilizzare il marchio ‘ Open Source ’ come garanzia di genuinità. Per scongiurare il rischio che il termine venga abbracciato ed esteso da Microsoft o da altri grandi produttori, stravolgendone il significato, Raymond decise di registrarlo come marchio di certificazione.

La campagna Open Source, prende il via rapidamente e tramite Internet, raccoglie intorno a sé una rete di alleati, tra cui alcuni importanti personaggi del mondo dell’economia.

Ben presto si delineano i primi successi: diversi produttori di hardware e di software conducono sondaggi nella comunità Open Source ed iniziano a formulare strategie mirate ad avvantaggiarsi del nuovo modello.

Il successo è reso ancor più evidente dalla preoccupazione che affligge la più grande impresa ‘close source’ e che trapela dagli ormai famosi ‘Halloween Documents’, così denominati in quanto testimonianza della ‘paura’ che nutre Microsoft nei confronti del ‘Pinguino’. Non è difficile immaginare la preoccupazione da parte della più importante azienda di software esistente, nei confronti di questa nuova filosofia.

Il movimento Open Source si configura, oggi, come un successo perché ha contribuito a sdoganare il concetto di software libero in campo aziendale dove, fino a pochi anni addietro, era guardato con sospetto o condiscendenza.

La voluta neutralità del movimento di Raymond verso gli aspetti etici e politici non può, però, andare a genio a Stallman che, al contrario, pone l’accento sulle motivazioni ideali.

L’assioma del movimento ‘Free Software è che l’utente merita la libertà, idea,

questa, che il movimento ‘Open Source’ ha progettato di non far emergere.

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1.4 Kernel Linux

Il kernel Linux (vedi logo in figura 2) è un software libero distribuito con licenza GNU General Public License; è stato creato nel 1991 da Linus Torvalds. Integrato con il Sistema GNU ha dato vita a GNU/Linux.

Il kernel è il "cuore" di un sistema operativo e fornisce tutte le funzioni essenziali per il sistema, in particolare la gestione della memoria, delle risorse del sistema e delle periferiche, assegnandole di volta in volta ai processi in esecuzione.

La controparte del kernel è la shell, ovvero l'interfaccia utente del sistema, la parte più esterna. I programmi chiedono le risorse al kernel attraverso delle system call (chiamate) e non possono accedere direttamente all'hardware. Il kernel si occupa quindi di gestire il tempo processore, le comunicazioni e la memoria distribuendoli ai processi in corso a seconda delle priorità.

Linux è un kernel che supporta il multitasking ed è multi utente, infatti, ciascun utente ha privilegi differenziati e può eseguire sullo stesso sistema diversi processi software in simultanea.

L'architettura scelta da Torvalds per il kernel è una struttura monolitica, considerata da alcuni obsoleta a differenza della più moderna architettura a microkernel.

Come ogni progetto che sia software libero, anche il kernel Linux è in continua evoluzione e le nuove release sono reperibili sul sito http://www.kernel.org .

La dimensione del kernel Linux cresce in maniera esponenziale, aggiungendo nuovi moduli come ad esempio un nuovo hardware supportato. Attualmente Linux supporta gran parte dell'hardware disponibile per PC ed un numero enorme di architetture (tra cui SPARC, PowerPC e le più moderne CPU a 64 bit).

Figura 2: Tux, la mascotte di Linux.

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1.5 GNU/ LINUX

Nel 1991 Linus Torvalds, studente del corso di Sistemi Operativi all'Università di Helsinky, aprì la strada allo sviluppo di LINUX, che ad oggi è forse il segno più tangibile della realizzazione del progetto GNU. Linus doveva studiare il nuovo processore Intel 80386, che aveva caratteristiche molto innovative rispetto ai suoi predecessori, come ad esempio la natura multitasking. Sulla macchina utilizzata da Linus girava il Sistema Operativo Minix, un piccolo UNIX commerciale a microkernel, che veniva offerto con notevoli agevolazioni per scopi didattici. Linus si pose il problema di migliorare Minix; non riuscendo nell'intento, iniziò lo sviluppo di un kernel che permettesse di scrivere una versione free di Unix. Alla fine dell'Agosto 1991, Linus arrivò a qualcosa di compiuto, a cui impose il numero di versione 0.01, che tuttavia rendeva ancora necessario l'utilizzo di una macchina con Minix. Da quel momento, secondo le sue stesse parole, Linus fu irrimediabilmente catturato da ciò che stava facendo, a tal punto da dover a tutti i costi realizzare qualcosa che gli permettesse di eliminare Minix dal suo computer arrivando a fondersi con il progetto GNU.

GNU/Linux è una libera e distribuibile versione di UNIX, è un insieme di conoscenze ed esperienze che hanno trovato in quest’ultimo una piazza virtuale dove crescere rapidamente. All’interno del sistema operativo non viene utilizzato in nessun modo codice licenziato da enti commerciali e buona parte del software incluso segue questa corrente di pensiero abbracciata dal progetto GNU della Free Software Foundation. Tuttavia Linus Torvalds è più vicino, nel pensiero, al mondo

‘Open Source’ piuttosto che a quello ‘Free Software’: non è, infatti, mai stata sua intenzione appassionarsi all’aspetto politico del fenomeno ‘Free Software’, non stupisce, perciò, che, quando nel 1998 Eric Raymond propone di prendere Linux quale icona del nascente movimento ‘Open Source’ , Torvalds non esiti ad accettare. Non si può, tuttavia, fare a meno di notare che Linus sceglie, per proteggere il suo sistema, la ‘Licenza Pubblica Generica’, ossia la bandiera del popolo ‘Free Software’, certamente, fra le licenze compatibili con la ‘Open Source Definition’, la più restrittiva.

Fino a poco tempo fa e in parte ancora oggi, chi utilizzava GNU/Linux doveva

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di installare, configurare e aggiornare autonomamente il proprio sistema. Con

l'adozione del sistema da parte di molte aziende sono stati creati programmi di

installazione e manutenzione che non richiedono conoscenze tecniche così

approfondite per l'utilizzo di GNU/Linux; questi nuovi software di installazione,

uniti alla possibilità di creare sistemi in dual boot, hanno aperto la strada

all'ingresso di GNU/Linux all'interno del mercato desktop.

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2 Le distribuzioni Linux

GNU/Linux, essendo un sistema non proprietario, non è prodotto da un’azienda, ma esistono varie aziende che compilano i sorgenti del sistema operativo e personalizzano la configurazione del sistema producendo le cosiddette distribuzioni.

Le distribuzioni sono packaging create per gestire la grande quantità di software che compone un sistema GNU/Linux, assemblate da società anche senza scopi di lucro, caratterizzate da un’istallazione guidata che ne rende semplice l’installazione e l’immediato utilizzo. Quello che distingue le varie distribuzioni di Linux sono:

¾ numero e versioni dei programmi installabili;

¾ versione e configurazione specifica del kernel utilizzata e modalità di preinstallazione;

¾ procedura di installazione (interfaccia utente e possibilità di definire opzioni e scegliere quale software installare) e manutenzione;

¾ organizzazione di file di configurazione, programmi, log nel file system;

¾ configurazioni predefinite del software installato;

¾ tipo di supporto tecnico e di manuali a disposizione.

Ogni distribuzione configura il kernel in base alle proprie esigenze ed aggiunge un

pacchetto di utilities specifiche: questo ne rende la scelta molto differenziata,

alcune sono orientate all’utilizzo su server altre su desktop, alcune sono predisposte

da società in base a compiti specifici e altre ancora sono general purpose

1

.

(19)

È possibile trovare una distribuzione presso una qualsiasi attività commerciale che distribuisca materiale informatico, attraverso una delle numerose riviste che allegano cd-rom con distribuzioni live

2

linux, oppure attraverso commercio on-line, anche se buona parte possono essere scaricate liberamente da siti web specifici.

2.1 Come scegliere una distribuzione

Linux può quindi essere modificato per adattarsi al meglio alle esigenze di ciascuno: partendo da questa base sono nate varie raccolte di software in modo da facilitare il lavoro a chi deve installare e manutenere un sistema. Se questa varietà ha sicuramente molti lati positivi (possibilità di scelta, in primis) può anche presentare difficoltà a chi per la prima volta si avvicina a questo sistema operativo, costringendolo a troppe scelte importanti e presentandogli troppi modi diversi di fare cose analoghe.

Uno dei dilemmi maggiori che certamente tutti prima o poi si pongono è “Quale distribuzione scegliere?”.

La scelta della distribuzione è una questione in gran parte soggettiva, quello che per alcuni può essere un grave difetto ad altri può sembrare un pregio.

Di sicuro il modo migliore per fare una scelta corretta è provare; ricordandosi comunque che "è sempre Linux" e che allo stato attuale non esiste una distribuzione che possa essere considerata in assoluto migliore delle altre.

Le varie distribuzioni differiscono fra di loro per le versioni e la quantità dei programmi installati, per i vari tool che assistono l'utente e l'amministratore nella manutenzione del sistema e per alcune differenze nella configurazione del sistema operativo. Non è praticamente possibile fare una classifica della qualità delle maggiori distribuzioni, in quanto ognuna di essa si focalizza su un particolare tipo di utilizzo, ma non esclude comunque gli altri.

2

Caricabili direttamente da cd-rom, senza la necessità di essere installate su disco fisso.

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2.2 Presentazione delle distribuzioni

Le distribuzioni disponibili sono dell’ordine delle centinaia, sviluppate da team di ricercatori in tutto il mondo e quindi risulterebbe lunga e dispersiva una discussione completa di tutte le distribuzioni esistenti. Perciò l’analisi proposta si concentra su quelle più conosciute e di maggior utilizzo che presentano caratteristiche comuni quali il kernel, la gerarchia del file system, il software GNU e la logica Unix. L’elenco comprende:

¾ Gentoo

¾ Debian

¾ Slackware

¾ Red Hat

¾ Mandrake

¾ Suse

Gentoo e Slackware sono state scelte in quanto sono le distribuzioni storiche di Linux, Debian e Red Hat perché raggruppano il maggior numero di utilizzatori, mentre Mandrake e Suse rappresentano le nuove distribuzioni.

In questo capitolo saranno descritte le caratteristiche generali di queste

distribuzioni di cui si fornirà per ognuna una scheda riassuntiva (vedi tabelle da 1 a

6), per poi procedere nel prossimo capitolo ad una loro analisi comparativa.

(21)

2.2.1 Gentoo Linux

Figura 3: Logo Gentoo.

Gentoo (vedi logo in figura 3) non é una vera e propria compagnia ma un team di sviluppo non a fini di lucro ed una comunità di utenti volontari: nasce dall’idea di Daniel Robbins a capo del progetto Enoch nato per migliorare il sistema a pacchetti della distribuzione Stampede.

Robbins ha un ente chiamato Gentoo Tecnologies, Inc. che detiene i diritti della maggioranza del codice sorgente con licenza GPL.

Gentoo è sicuramente una delle maggiori sorprese degli ultimi tempi nel mondo del Free Software. La tipologia di questa distribuzione differisce enormemente da quella delle più classiche. Le novità introdotte da questa distribuzione sconvolgono il concetto classico di pacchetto precompilato. L'obiettivo prefissato di Gentoo è quello di dare in mano all'utente un sistema totalmente ottimizzato e personalizzato.

Per far questo è stato studiato un nuovo tipo di installazione e un nuovo sistema di distribuzione dei pacchetti. In questo modo l'utente si troverà costretto a compilare quasi ogni singolo binario presente sul proprio PC. Quello che ne segue è un sistema operativo totalmente ottimizzato per il proprio processore.

Il sistema su cui si basa Gentoo, chiamato Portage, interamente scritto nel linguaggio Python, è molto simile sia come concetto che come utilizzo ai ports

3

di BSD: con pochi e semplici comandi sarà possibile aggiornare il database dei pacchetti esistenti, la risoluzione di tutte le eventuali dipendenze, e la compilazione di tutto quanto ciò che è necessario per far funzionare quel determinato programma.

Tutto questo ha un costo non indifferente che incide sull'usabilità del sistema.

3

Sistema di gestione pacchetti.

(22)

All'utente che vuole installare Gentoo è richiesta un'ottima conoscenza del proprio hardware e della configurazione di una distribuzione senza l'ausilio di interfacce grafiche. Inoltre i tempi di installazione e di aggiornamento non sono indifferenti.

È certamente una distribuzione interessante che riscopre il sistema dei ports di BSD non sia maniaco dell'ottimizzazione.

Gentoo Linux 2005.0

Data di rilascio 28/03/2005

Home Page http://www.gentoo.org/

Prezzo Free

Numero CD 1

Free Download Si

Installazione Text Mode

Default Desktop KDE

Package Management SRC ( portage)

Office Suite KOffice, OpenOffice

Processor Architecture x86, amd64, hppa, ppc, ppc64, sparc Journaled File Systems ext3, JFS, ReiserFS, XFS

Browser Mozilla, Nestcape

Multilingual Si

Tabella 1: Caratteristiche della distribuzione Gentoo Linux.

(23)

2.2.2 Debian GNU/Linux

Figura 4 : Logo Debian GNU/Linux.

Nasce dall’idea di un sistema operativo Unix-like libero, sviluppato da volontari sulla base del progetto GNU. É caratterizzato da un pacchetto di applicazioni per l’installazione e la gestione, di un alto livello di qualità, molte delle quali sono state sviluppate dal progetto GNU e che rendono Debian GNU/Linux (vedi logo in figura 4) particolarmente efficiente.

Debian è una delle distribuzioni più vecchie e apprezzate da sviluppatori e amministratori di sistema. La filosofia che sta dietro a Debian è rigorosamente orientata al Free Software: Debian infatti è un'associazione senza scopo di lucro che raduna migliaia di sviluppatori e volontari che si occupano del suo mantenimento. Debian punta ad avere nella sua distribuzione solo software libero (non vi è per esempio il browser Opera e in passato l'ambiente grafico KDE è stato escluso da questa distribuzione) e tutti i programmi "non free" vengono rilasciati su un cd apposito in modo da mettere l'utente nella condizione di scegliere se installare o meno applicazioni non libere. In tutti i suoi anni di sviluppo, Debian ha sempre mostrato grande affidabilità e stabilità facendone i suoi punti di forza.

Questo le ha permesso di guadagnarsi molto credito tra gli utenti Linux, rendendola una delle più usate sul lato server.

Debian inoltre è la distribuzione che supporta il maggior numero di architetture.

La sua affidabilità e stabilità è data soprattutto dalla lenta e minuziosa fase di

testing che consente di rilasciare delle versioni “stable” (come viene indicata la

versione finale di questo Sistema Operativo) che siano realmente tali. Questo porta

a indubbi vantaggi, ma anche a una delle più grandi pecche di Debian: la mancanza

(24)

di pacchetti aggiornati, che è comunque possibile reperire da altri mirror non ufficiali. É anche la distribuzione che può vantarsi di avere il miglior sistema di upgrade, apt, che consente di tenere aggiornata con pochi comandi (scaricando il necessario in automatico dalla rete) la propria distribuzione. Quello che non la rende appetibile a un utente alle prime armi è la mancanza di alcune utility grafiche per la configurazione e gestione del sistema, e l'interfaccia della sua installazione che richiede una buona conoscenza del proprio hardware. Non mancano comunque una serie di utility (da usare sotto console) per la configurazione di alcuni servizi.

Debian GNU/Linux 3.1 Sarge

Data di rilascio 06/06/2005

Home Page http://www.debian.org/

Prezzo Free

Numero CD 14

Free Download Si

Installazione Text Mode

Default Desktop GNOME

Package Management DEB

Office Suite GNOME Office,KOffice, OpenOffice Processor Architecture Alpha, Arm, HPPA, i386, IA64, m68k,

Mips, PPC, S390, Sparc Journaled File Systems ext3, JFS, ReiserFS, XFS

Browser Mozilla, Nestcape

Multilingual Si

Tabella 2: Caratteristiche della distribuzione Debian GNU/Linux.

(25)

2.2.3 Slackware Linux

Figura 5 : Logo Slackware GNU/Linux.

Nata nel 1992, resa disponibile a partire dal 2003 sul sito Slackware (vedi logo in figura 5), rappresenta la prima distribuzione ad ottenere largo successo. Tra le distribuzioni GNU/Linux è l’unica a seguire come modello costitutivo lo standard BSD. Lo sviluppatore principale della distribuzione è Patrick Volkerding che insieme ad altri tre sviluppatori ha fondato una compagnia propria, in seguito alla decisione della casa madre di decretare la fine del supporto al progetto, decisione dovuta all’acquisizione della BSD che inizialmente si occupava di fornire la struttura di vendita per il gruppo Slackware, da parte della Wind River. Volkerding è riuscito nel tempo ad avere un’utenza tra le più fidelizzate nel mondo GNU/Linux La Slackware Linux è interamente nelle mani di Volkerding che si occupa della maggior parte dei processi di sviluppo, dalla pacchetizzazione, alle scelte strategiche.

Slackware è stata una delle primissime distribuzioni a comparire sulla scena del

mondo Open Source (è presente fin dall'Aprile del 1993). Ancora oggi è apprezzata

da un numero sostanzioso di utenti per la sua semplicità e sicurezza. Semplicità

non intesa come facilità d'uso, ma come linearità e pulizia. Slackware infatti è la

distribuzione per eccellenza per chi vuole conoscere nei minimi particolari questo

sistema operativo, per chi vuole studiarlo, "smontarlo" ed analizzarlo. Risulta

anche un'ottima scelta per i server, grazie alla fama di distribuzione sicura che ha

saputo farsi col passare degli anni. Slackware non essendo una distribuzione

commerciale, non vi girano dietro gli interessi economici che ci sono dietro ad altre

distribuzioni, tutto quello che ha fatto è riuscita a farlo grazie ai suoi meriti.

(26)

Non dispone di strumenti sofisticati per l'installazione (in controcorrente con la maggior parte delle distribuzioni non ha un'interfaccia grafica sotto X) nè altri per la configurazione dell'hardware, per cui è consigliata particolarmente a chi ha già una certa confidenza con questo Sistema Operativo. Anche il suo sistema di gestione dei pacchetti si discosta dalla massa: non adotta né l'rpm di Red Hat né il deb di Debian, preferendo il suo caro vecchio tgz (vedi paragrafo 3.4). Questo è anche uno dei suoi peggiori difetti: questo tipo di pacchetti non possono venir trattati alla stregua degli altri due, risulta più difficile l'aggiornamento del sistema e la configurazione "in serie" su più macchine. Nonostante questo, a detta di molti puristi rimane, assieme a Debian, forse una delle poche distribuzioni a rappresentare il vero spirito di Linux.

Slackware 10.1

Data di rilascio 07/02/2005

Home Page http://www.slackware.com/

Prezzo Free

Numero CD 2

Free Download ISO

Installazione Text Mode

Default Desktop KDE

Package Management TGZ

Office Suite GNOME Office, KOffice

Processor Architecture i486

Journaled File Systems ext3,JFS, ReiserFS, XFS

Browser Mozilla

Multilingual No

Tabella 3: Caratteristiche della distribuzione Slackware Linux.

(27)

2.2.4 Red Hat Linux

Figura 6 : Logo Red Hat Linux.

Red Hat (vedi logo in figura 6) nasce nel 1994, sviluppata e commercializzata su supporto cd-rom da una società basata sul Free Software chiamata Red Hat,Inc. che inizialmente era un gruppo di programmazione con base nel North Carolina mentre ad oggi conta 500 impiegati in 15 nazioni compresa l’Italia. L’obbiettivo principale era quello di rendere facile GNU/Linux e come altri gruppi simili lo scopo era riunire tutto il software necessario in un’unica distribuzione completa semplificando gli aspetti che si incontrano nell’avvio di un nuovo sistema operativo.

Red Hat è diventata la principale e più conosciuta società di produzione e commercializzazione di Linux e software open source.

Red Hat è stata la prima società a intuire le potenzialità di un nuovo mercato dietro Linux. Fin dalla sua entrata nel mondo dell’Open Source Red Hat si è distinta da distribuzioni “più ostiche” come Debian o Slackware, cercando di fornire ai propri utenti dei tool semplificati (spesso accompagnati da interfacce grafiche “user friendly”) per la configurazione e la gestione di ogni parte del sistema (dal riconoscimento delle periferiche hardware alla configurazione della connessione dial-up). Con il passare del tempo ha avuto sempre più seguito tra le distribuzioni Linux, fino a diventarne lo standard de facto.

Moltissime altre distribuzioni infatti si basano su Red Hat (come Mandrake e

Trustix) e altre ancora adottano il suo tool per la gestione dei pacchetti, il RedHat

Package Management (rpm). Purtroppo in passato ha sofferto di qualche problema

di sicurezza e stabilità (risolto comunque molto tempestivamente). È probabilmente

la distribuzione più diffusa al mondo sia per i server che per l’utenza domestica.

(28)

Red Hat 9 shrike

Data di rilascio 07/04/2003

Home Page http://www.redhat.com/

Prezzo Commerciale

Numero CD 3

Free Download ISO

Installazione Graphical

Default Desktop GNOME

Package Management RPM

Office Suite OpenOffice, KOffice

Processor Architecture i386 Journaled File Systems ext3

Browser Mozilla

Multilingual Si

Tabella 4: Caratteristiche della distribuzione Red Hat Linux.

(29)

2.2.5 Mandrake Linux

Figura 7 : Logo Mandrake Linux.

Mandrake (vedi logo in figura 7) è una distribuzione GNU/Linux nata verso la fine 1998 orientata principalmente al desktop: inizialmente fu costituita su Internet e dopo qualche tempo ebbe una sede fisica in California, Stati Uniti e in Francia con sede a Parigi. Mandrake è caratterizzata dalla facilità di gestione ed installazione, particolarmente consigliata agli utenti meno esperti.

Nel 2005 a causa di un contenzioso sul copyright del nome, è diventata Mandriva, nome derivato dalla fusione con la distribuzione Conectiva (MANDRake+conectIVA).

Mandrake è, tra le distribuzioni più recenti, quella che ha saputo imporsi maggiormente sul mercato già dominato da Debian e Red Hat. Ed è proprio su quest’ultima che si basava integrando una distribuzione “al 99% compatibile con Red Hat” con l’ambiente grafico più usato, KDE

4

. La distribuzione Mandrake può essere considerata un fork della distribuzione RedHat, a partire circa dalla versione 5: a questo aggiungeva tutta una serie di applicativi per rendere l’installazione semplice e indolore a colpi di click. Mandrake si è oramai staccata da quella

“dipendenza” con Red Hat che l’aveva fatta nascere, dalla quale però continua ad adottare gli standard come per esempio il sistema di gestione dei pacchetti.

Rispetto alle release iniziali, ora è anche possibile scegliere quale ambiente grafico usare di default tra un’ampia scelta, Gnome compreso. É una distribuzione molto aggiornata e curata graficamente. Si è sempre distinta per il suo orientamento al mercato desktop, dato che grazie ai tool di configurazione fornisce i propri utenti di

4

Desktop manager, riferimenti nel sito www.kde.org.

(30)

strumenti per aiutare passo passo a configurare al meglio il proprio PC per gustarsi a pieno questo Sistema Operativo.

Mandrake 9.1

Data di rilascio 19/03/2005

Home Page http://www.mandrake.com/

Prezzo Commerciale

Numero CD 3

Free Download ISO

Installazione Graphical

Default Desktop GNOME

Package Management RPM

Office Suite GNOME, OpenOffice

Processor Architecture i386 Journaled File Systems ext3

Browser Konqueror, Mozilla, Galeon

Multilingual Si

Tabella 5: Caratteristiche della distribuzione Mandrake Linux.

(31)

2.2.6 Suse Linux

Figura 8 : Logo Suse Linux.

Suse (vedi logo in figura 8) è una distribuzione GNU Linux nata nel 1998 che, in Italia, è tra le più diffuse in ambito aziendale. Ha origine in Germania, è molto apprezzata dal punto di vista della localizzazione e, più in generale, per non essere così legata alle impostazioni caratteristiche degli Stati Uniti d'America come la maggior parte delle concorrenti. Risulta molto semplice da utilizzare e mirato alla stessa utenza di Microsoft Windows, in quanto l’ambiente desktop è user friendly e molto simile al sistema operativo di casa Microsoft.

Suse è una società tedesca che ha deciso di scendere in campo sviluppando una propria distribuzione. Come Red Hat, anche Suse rilascia delle distribuzioni

“commerciali”. Caratteristica che colpisce subito chi inizia ad usarla è il suo

potente tool per la messa a punto del sistema, YaST, che unifica tutte le utilità in

uno strumento centralizzato. Questo dà il vantaggio all’utente che vuole per la

prima volta “provare” questa distribuzione di avere subito un punto di riferimento a

cui fare affidamento per la configurazione, lasciando agli utenti più smaliziati la

possibilità di una configurazione “fine”. Usa come ambiente grafico KDE e una

versione del kernel appositamente modificata per questa distribuzione. Purtroppo

però non esiste una versione di Suse da scaricare liberamente e installare, è

disponibile però una versione live da usare direttamente da cd oppure la possibilità

di installarla utilizzando il server ftp della casa tedesca. Anche Suse come Red Hat

e Mandrake usa per la gestione dei pacchetti l’rpm.

(32)

Suse Linux 9.3

Data di rilascio 15/04/2005

Home Page http://www.suse.com/

Prezzo Commerciale

Numero CD 5

Free Download ISO

Installazione Graphical

Default Desktop KDE

Package Management RPM

Office Suite GNOME Office, KOffice, OpenOffice Processor Architecture i586, x86_64

Journaled File Systems ext3, ReiserFS, XFS

Multilingual Si

Tabella 6: Caratteristiche della distribuzione Suse Linux.

(33)

3 Analisi delle distribuzioni

La distribuzione Debian GNU/Linux è la distribuzione più vicina alla Free Software Foundation e infatti dichiara già dal nome che è una distribuzione di software GNU, al contrario delle altre che sembrano dimenticare la quantità di software GNU che includono senza il quale il sistema sarebbe inutile. Debian GNU/Linux è più attenta alla filosofia ed agli standard che alla commercializzazione del proprio software e pone nel nome una serie di informazioni in più rispetto alle altre distribuzioni. Il numero di release, ad esempio dall'originaria Debian GNU/Linux 3.0 "woody", è un contatore in più rispetto alle altre distribuzioni che aggiungono un .1 al proprio numero di versione e il nome in codice della distribuzione, nei server ftp la Debian GNU/Linux 3.Or1 "woody" è caratterizzata dalla directory woody/r1/'a differenza delle altre che hanno numeroversione.

Le altre distribuzioni Linux non inseriscono numero di versione ma il nome in

codice della distribuzione lasciando intendere che probabilmente la prossima

release sarà nuovamente un numero pieno. In definitiva, le informazioni fornite da

Debian GNU/Linux informano anche l’utente meno esperto che leggendo il nome

Debian GNU/Linux 3.Orl "woody" capirà subito che si tratta della distribuzione

Debian GNU/Linux basata su woody alla seconda release, mentre il metodo

adottato dalle altre distribuzioni è una semplificazione per l'utente meno esperto

che capirà più velocemente quale è l'ultima distribuzione disponibile ma toglie

informazione all'utente più esperto.

(34)

In questo capitolo si analizzano in dettaglio le caratteristiche più importanti, che le distribuzioni Linux presentano agli utenti. Ogni caratteristica è presentata attraverso l’esame di ogni singola distribuzione, messa poi a confronto con le altre.

I parametri di confronto di seguito elencati sono stati scelti in modo da fornire un quadro generale dei principali aspetti delle distribuzioni:

¾ Ottenere la distribuzione

¾ Installazione

¾ Aggiornamento

¾ Pacchetti

¾ Inizializzazione

¾ Software

¾ Assistenza

¾ Sicurezza

¾ Semplicità

¾ Stabilità

¾ Documentazione

¾ Costi delle versioni commerciali

¾ Altre caratteristiche

(35)

3.1 Ottenere la distribuzione Gentoo Linux

Gentoo Linux offre un set d’installazione composto da due cd-rom, che può essere liberamente scaricato dai mirror Gentoo.

Debian GNU/Linux

Debian GNU/Linux può essere installata o scaricata con diverse modalità: per la prima istallazione è consigliabile comprare una serie di CD da uno dei rivenditori di CD Debian, oppure per un utente più esperto scaricare tutti i file necessari da Internet creando una serie di CD con la possibilità di scaricare direttamente le immagini oppure assemblare le immagini usando l’applicazione jigdo

5

, inoltre è anche possibile scaricare il sistema d’installazione via rete e scaricare il resto dei pacchetti durante l’installazione oppure reperirlo allegato a qualche rivista di informatica.

Red Hat Linux

Red Hat Linux si può ottenere acquistando il set cd-rom di installazione e diversi manuali, oppure scaricare i file .iso della distribuzione dal server Red Hat o dai numerosi mirror disponibili.

Slackware Linux

La Slackware viene distribuita in un unico cd-rom avviabile contenente tutti i pacchetti necessari sia per l’uso server che desktop, inoltre è possibile ottenere liberamente la distribuzione dal sito ftp.slackware.com come file .iso oppure optare per un installazione via rete, Slackware, Inc. vende (il ricavato va allo Slackware Linux Project) “The official Slackware Linux CD” che comprende: cd-rom d’installazione, supporto all’installazione via email, manuale cartaceo.

Mandrake Linux

Per l'acquisizione si possono seguire diverse modalità. Nel caso si disponga di una connessione veloce è possibile scaricarla direttamente da Internet. Altrimenti, data la sua diffusione, non appena rilasciata una nuova versione, i CD sono allegati alle principali riviste dedicate al mondo Linux.

5

Il sistema jigdo permette di scegliere il mirror Debian più veloce per il download, tra i 300

disponibili in tutto il mondo. Permette una facile selezione del mirror e l'aggiornamento delle

vecchie immagini all'ultima release disponibile. Inoltre, è l'unico modo per scaricare le immagini iso

del DVD Debian.

(36)

Comunque Mandrake Linux si può ottenere acquistando i cd-rom d’installazione dal server Mandrake o dai mirror associati. Nei CD della distribuzione sono presenti anche software per realizzare servizi server, tuttavia tale aspetto in Mandrake è meno seguito rispetto ad altre distribuzioni, maggiormente apprezzate per le doti di stabilità e sicurezza.

Suse Linux

Suse Linux si ottiene acquistando il set cd-rom di installazione a cui è abbinata una fornitura di supporto telefonico, e-mail o form web, con caratteristiche (durata e tempi di risposta) variabili in funzione del prezzo, inoltre, è possibile ottenere la distribuzione come file .iso oppure tramite la rete locale utilizzando il protocollo NFS (Network File System).

3.2 Installazione

Il metodo con meno probabilità d'errore anche per un’utente inesperto e completo per l'installazione sono le personalizzazioni fornite da Red Hat Linux, il pregio delle altre distribuzioni è il fatto che spingono l'utente ad installare solo il software veramente necessario mantenendo un sistema più pulito e leggero. L'installazione più veloce in assoluto e con abbastanza software per lavorare è l'installazione full di Slackware Linux che in pochissimo tempo installa più di 400 pacchetti.

Gentoo Linux

Gentoo Linux non ha un programma di installazione ma esiste una dettagliata guida che insegna la procedura basata su comandi che l'utente scrive nella console resa disponibile dal disco di boot. Un'installazione Gentoo non è facile, anche l'utente esperto dovrà leggere le procedure di installazione. Un'installazione completa Gentoo compilando il sistema da zero può durare anche più di 36 ore e sicuramente non è adatta ad un principiante, Gentoo segue l'esempio di Debian anche se è l'utente che installa pacchetto per pacchetto compreso il sistema minimale.

Debian GNU/Linux

La Debian avvia un programma di installazione, testuale e basato su menu,questo

tipo di installazione, dopo un paio di esperimenti è abbastanza facile ed intuitiva,

anche se l'utente meno esperto abituato a cliccare piuttosto che a scrivere comandi

(37)

Hat Linux. Debian GNU/Linux installa un sistema essenziale da poche centinaia di megabyte, sarà poi l'utente a dover installare in un secondo tempo pacchetto per pacchetto aiutato dai numerosi e potenti software di gestione pacchetti disponibili.

Red Hat Linux

Tra le distribuzioni considerate Red Hat è l'unica con Mandrake Linux e Suse Linux ad avere una procedura di installazione grafica che attraverso un wizard molto semplice guida l'utente attraverso le fasi dell' installazione, una caratteristica utile di Red Hat Linux è l'avere pronti per l'utente, al momento dell'installazione, diverse tipologie d'installazione possibili (Personal Desktop, Workstation, Server, Personalizzata, Aggiornamento) che oltre ad installare software differenti configurano il sistema in modo appropriato e questo è molto comodo per un principiante.

Slackware Linux

L'installazione Slackware è basata sulla console, infatti all'avvio del boot-disk non si presenta un programma di installazione ma una console GNU/Linux completa di numerosi programmi per la preparazione del computer all' installazione come ad esempio fdisk per il partizionamento dell'hard-disk: l'utente dovrà poi lanciare setup per entrare nel programma di installazione testuale vero e proprio basato su menu. A differenza di Red Hat Linux, nella Slackware è possibile scegliere fra un'installazione completa ed un'installazione personalizzata in cui si sceglie pacchetto per pacchetto. Però entrambe sono abbastanza scomode per l'utente: nel primo caso vengono installati anche pacchetti non necessari, nel secondo caso la procedura di installazione diventa notevolmente più lunga e con il rischio di dimenticare qualche pacchetto importante.

Mandrake Linux

La Mandrake si presenta molto user-friendly già dall'installazione grazie anche alla

possibilità di scegliere tra circa 80 lingue, totalmente grafica e molto precisa nel

riconoscere le periferiche e nel configurarle quasi perfettamente, riuscendo a

riconoscere e configurare la maggior parte dell'hardware in modo automatico,

quindi molto adatta ad utenti inesperti. La procedura è realmente molto semplice e

richiede pochissime competenze tecniche, in relazione alla classe di installazione

(38)

scelta. Tuttavia, per un utente alle prime armi è disponibile la documentazione, in particolare la Guida rapida.

La procedura di installazione, utilizza un tool grafico chiamato DrakX, esso consente diverse modalità di installazione: grafica ad alta risoluzione, grafica a risoluzione ridotta, testuale e grafica per esperti. In questa ultima modalità sono mostrate più opzioni durante i vari passi, comunque accessibili anche nelle altre modalità premendo dei pulsanti appositi. L'unica funzionalità presente solo in questa modalità è la fornitura di moduli particolari per il kernel, equivalente più o meno ai driver di Windows.

Suse Linux

La Suse Linux ha una procedura di installazione grafica e veloce che facilita anche l’utente più inesperto nell’istallazione della distribuzione: il prodotto dispone di diverse modalità di installazione tra le quali CDROM o DVDROM, hard disk oppure tramite la rete locale utilizzando il protocollo NFS. Il processo di installazione può anche essere eseguito tramite VNC (Virtual Network Computer) dalla console di un altro computer.

3.3 Aggiornamento Gentoo Linux

Solitamente gli utenti Gentoo non aspettano il rilascio di una nuova release della distribuzione per l’aggiornamento, l’ultimissima versione è sempre disponibile sincronizzando il portage-tree

6

ed aggiornando il sistema di conseguenza.

In questo modo non vi è alcuna necessità di attendere mesi e Gentoo costantemente rifinita ed aggiornata, quindi tutte le migliorie sono direttamente disponibili all’utente finale il giorno stesso o quasi.

Debian GNU/Linux

La distribuzione è particolarmente orientata alle realizzazioni server, pertanto

predilige la stabilità ad un aggiornamento molto frequente dei pacchetti, che sono

inseriti nella distribuzione solo quando i manutentori ritengono siano

sufficientemente maturi e stabili.

(39)

Debian GNU/Linux fornisce un processo sicuro e robusto di aggiornamento, poichè i circa 900 volontari Debian cercano sempre di rendere la nuova versione facilmente aggiornabile dalla precedente, contribuendo ad un codice sempre nuovo e migliorato; nel caso ci siano aggiornamenti importanti, i pacchetti avvertiranno gli utenti provvedendo loro stessi alla soluzione dei problemi inoltre le nuove release sono pianificate per essere preparate quasi ogni mese e gli archivi FTP sono aggiornati giornalmente.

Red Hat Linux

Al passo con la continua evoluzione dello sviluppo software nel mondo Linux, le nuove versioni di Red Hat Linux vengono rilasciate continuamente ma come le altre distribuzioni l’aggiornamento risulta spesso complicato. Infatti un aggiornamento completo richiede la maggior parte delle volte la formattazione di tutto l’hard disk. In Red Hat Linux ogni pacchetto fornisce una diversa parte del software, completamente testato, configurato e pronto all’esecuzione. Il processo di installazione di Red Hat Linux permette di aggiornare una precedente versione basata sulla tecnologia RPM, il processo di aggiornamento preserva i file di configurazione esistenti rinominandoli con l’estensione .rpmsave e genera un file log in /root/upgrate.log contenente le operazioni effettuate. Con l’evoluzione del software il formato dei file di configurazione può cambiare, quindi sarà compito dell’amministratore confrontare i file originali con i nuovi prima di interagire con i cambiamenti.

Inoltre alcuni pacchetti aggiornati potrebbero richiedere l’installazione di altri pacchetti per un corretto funzionamento e l’amministratore può scegliere la configurazione manuale occupandosi delle dipendenze altrimenti la procedura di aggiornamento si occuperà delle dipendenze, installando se necessario pacchetti aggiuntivi non presenti nel sistema.

Slackware Linux

La Slackware mira a fornire una distribuzione aggiornatissima per quel che

riguarda il software, ma non ha un metodo standard ed automatico per

l’aggiornamento di tutto il sistema: questo è lasciato nelle mani dell’amministratore

che sceglierà se aggiornare pacchetto per pacchetto o reinstallare l’intera

distribuzione salvando eventualmente le configurazioni dei programmi installati.

(40)

Gli utenti possono seguire passo passo l’evoluzione della versione di sviluppo chiamata current, installarla e testarla.

Mandrake Linux

Il processo di installazione di Mandrake Linux permette di aggiornare una precedente versione basata sulla tecnologia RPM tramite un apposito strumento che permette di impostare le fonti (i siti web o cartelle locali) da cui prelevare i pacchetti. In tal modo, la procedura di installazione del pacchetto desiderato e la gestione di conflitti e dipendenze da altri pacchetti è gestita in maniera completamente automatica da RPMDrake che si incarica di scaricare i pacchetti necessari.

Suse Linux

Il supporto della versione è garantito per un ciclo di vita di circa cinque anni dal rilascio, durante i quali saranno rilasciate frequentemente patch per i bug scoperti degli aggiornamenti.

Il processo di aggiornamento di Suse Linux permette di installare semplicemente una successiva versione della distribuzione basandosi su un sistema di packaging aperto fornito dall’applicazione RPM.

3.4 Pacchetti

Per installare del software su un sistema GNU/Linux è sufficiente copiare i file necessari all’applicazione desiderata, mantenendone la relativa gerarchia all’interno dell’albero delle directory. Poiché è piuttosto scomodo reperire e trasportare tutti i file necessari ad un’applicazione, l’insieme di tali file è generalmente raccolto all’interno di un unico file che costituisce un pacchetto di installazione. Quindi, per ogni applicazione esisterà un pacchetto di installazione, ovvero un file, generalmente in formato compresso per ridurre al massimo le dimensioni del pacchetto stesso, che contiene l’insieme dei file che costituiscono l’applicazione stessa.

Il sistema più intuitivo ed usato è sicuramente RPM visto anche il numero di

programmi distribuiti in questo formato disponibili su Internet. I sistemi a pacchetti

Debian GNU/Linux e Gentoo sono per un'utenza più esperta in grado di utilizzarne

(41)

Gentoo Linux

I pacchetti Gentoo sono simili come funzionalità ai pacchetti Debian GNU/Linux ma richiedono molto tempo per l'installazione visto che ogni nuovo programma deve essere compilato.

Una funzionalità unica ed interessante del sistema a pacchetti Gentoo è la possibilità di mantenere diverse versioni dello stesso programma sullo stesso sistema. I pacchetti Gentoo sono a parte e nessun software, oltre Portage, riesce a gestirli.

I pacchetti non vengono "memorizzati" come entità indipendenti. Gentoo, invece, fornisce un set di script che possono risolvere dipendenze, scaricare codice sorgente e compilare una versione del pacchetto per soddisfare le necessità dell'utente.

Debian GNU/Linux

Debian GNU/Linux non è limitata alla definizione di sistema operativo in senso stretto, ed è sicuramente il gestore di pacchetti binari più complesso: infatti riesce gestire diversi stati di dipendenza, non tutti gli utenti però possono trovare utile questa complessità.

In un sistema server dove il sistema deve sempre funzionare senza problemi, il sistemista può trovare utile la raffinatezza dei pacchetti Debian GNU/Linux, ma in un sistema domestico le funzionalità fornite da un pacchetto RPM sono più che sufficienti: gli 8250 pacchetti inclusi possono essere selezionati per l’installazione da uno strumento sviluppato da Debian. Tutti i pacchetti che sono fondamentalmente parte di Debian GNU/Linux sono liberamente ridistribuibili, di solito sotto i termini specificati dalla GNU General Public License.

Red Hat Linux

Red Hat Linux definisce uno standard che identifica i pacchetti realizzati chiamato

RPM (Red Hat Package Manager): l’applicazione RPM è un sistema di Packaging

aperto, disponibile per tutti, distribuito secondo i termini della General Public

License. Per l’utente finale, RPM crea aggiornamenti di sistemi semplici,

l’installazione, la disinstallazione e l’aggiornamento dei pacchetti sono effettuate

con comandi brevi; RPM inoltre contiene un database dei pacchetti installati e dei

rispettivi file in modo che l’utente possa effettuare ricerche e verifiche sul sistema

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