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L Il futuro della Medicina Generale tra buoni propositi e stato dell’arte

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f o c u s o n

6 n M.D. Medicinae Doctor - Anno XXVII numero 6 - 2020

L

e vie dell’Inferno sono la- stricate di buone intenzioni.

Un modo di dire che calza a pennello per il momento cruciale che sta attraversando la Medicina Generale e con esso i professio- nisti che la esercitano. Da anni si discute sulla necessità di una ri- forma di questo comparto, fulcro dell’intero sistema delle cure ter- ritoriali. Ma l’eterogeneità dell’as- sistenza territoriale, annessa ai diversi modi di erogare le cure primarie, a seconda delle scelte organizzative messe in campo dai medici di medici generale, con i vari accordi regionali, provinciali e con le Asl di appartenenza, dà un quadro preciso della parcellizza- zione di questo comparto e di un modus operandi estremamente variegato non solo da Regione a Regione, ma spesso anche all’in- terno dello stesso territorio.

Molti si chiedono se sia solo un problema di organizzazione a po- ter risolvere le criticità dell’eser- cizio della Medicina Generale nel nostro Paese. E anche in questo campo le risposte non sono uni- voche e i distinguo sono diventa- ti laceranti per l’intera professio- ne, soprattutto per quanto con-

cerne l’iter formativo e i rapporti con lo Stato. Nel frattempo è ar- rivata un’epidemia che ha svelato tragicamente tutti i vulnus di un sistema sanitario che ha messo ai margini proprio quel comparto che ha sempre dichiarato esser- ne il fulcro, il front office del Si- stema Sanitario Nazionale, per poi correre ai ripari, riconoscen- do la necessità di una profonda riforma della medicina territoriale e con essa del ruolo dei medici di medicina generale e delle cure primarie.

Il Ministro della Salute è diventa- to il paladino di tale cambiamen- to, mostrando una palese apertu- ra all’ascolto delle esigenze della professione attraverso i rappre- sentanti istituzionali e sindacali.

L’istituzione del Tavolo ministe- riale sulla Professione e la parti- colare attenzione data alla Medi- cina Generale è un esempio con- creto di tale apertura assieme al- la dichiarazione di voler impiega- re parte dei fondi del Recovery Fund o del Mes per lo sviluppo della medicina convenzionata.

Una dichiarazione che ha trovato il palese ed entusiastico com- mento del presidente della

FNOMCeO Filippo Anelli: “Il Governo sta facendo di tutto per trasformare la crisi in un’opportu- nità. E lo sta facendo investendo risorse nel Ssn, come mai era ac- caduto nel passato. Ora, con la disponibilità del Recovery Fund, siamo veramente a un punto di svolta: abbiamo l’occasione di in- nescare e portare avanti quel pro- getto di riforma che il nostro Ser- vizio Sanitario nazionale attende da anni”.

Sull’utilizzo di questi fondi i sinda- cati dei Mmg confidano molto perché, la Medicina Generale, co- me ha ricordato qualcuno, è “for- zatamente proiettata verso il futu- ro da semplificazione dell’invio della ricetta online, avvio della dia- gnostica in studio, compiti di tele- medicina, disponibilità telefonica, ecc.” Obiettivi non certo realizza- bili con zero risorse.

þFondi per la MG

“Questi fondi - ha dichiarato Sil- vestro Scotti segretario genera- le della Fimmg - non possono non tenere conto delle esigenze del territorio nell’ottica di una possibile recrudescenza della pandemia, ma serviranno anche

Il rilancio della medicina territoriale con annessa centralità dei medici delle cure primarie è ormai divenuto un “assioma”. A tutti i livelli, politici, sindacali e sociali

se ne riconosce la valenza per un nuovo e più efficiente assetto

del Servizio Sanitario Nazionale, ma ciò non basta a frenare le preoccupazioni dei rappresentanti di categoria perché nel frattempo i tempi si allungano e,

al di la delle buone intenzioni, i problemi restano sul campo

Il futuro della Medicina Generale

tra buoni propositi e stato dell’arte

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M.D. Medicinae Doctor - Anno XXVII numero 6 - 2020 n 7 e soprattutto ad ampliare le ca-

pacità di risposta e le offerte di prossimità: da una sanità digitale che veda il medico di famiglia co- me figura centrale, vicino al citta- dino e pronto ad offrire risposte concrete anche nelle situazioni più complesse e alla struttura- zione di micro team multiprofes- sionali che sostengano tali offer- te e distribuiscano i carichi di la- voro, producendo economia di scala sul secondo livello assi- stenziale riuscendo così, da que- sto investimento, anche a recu- perare risorse”.

Il Sindacato dei Medici Italiani, secondo quanto riferito dal segre- tario generale Pina Onotri, a la- tere del recente incontro avuto con il Ministro della Salute, ha ad- dirittura chiesto che i fondi previ- sti dal Recovery Fund diventino strutturali per un adeguato finan- ziamento della medicina territo- riale e che si metta mano alla ri- forma del Titolo V della Costitu- zione che ha parcellizzato l’assi- stenza in 21 Servizi Sanitari Re- gionali diversi.

“Si usino i fondi europei, Mes e Re- covery Fund, per avviare finalmen- te un new deal per la nostra sanità:

ne ha urgente bisogno”. È stato l’appello lanciato da Francesco Esposito, segretario generale Fi- smu, secondo cui, oggi più che mai “serve una riorganizzazione, anzi una rivoluzione delle cure primarie, una nuova MG e di con- tinuità assistenziale h24 (in sicu- rezza e con strutture adeguate), con ambulatori moderni e attrez- zati (telemedicina e diagnostica di primo livello, ma da non con- fondere con il ruolo degli specia- listi), attraverso l’implementazio- ne delle medicine di gruppo, Uccp, Aft, Case della Salute, ecc;

l’applicazione in modo omoge-

neo e su tutto il territorio del Fa- scicolo elettronico e della Cartel- la digitale; la messa in rete di tut- ti i servizi, dalla specialistica am- bulatoriale, agli ospedali, fino all’emergenza-urgenza. In questo ultimo settore è urgente appro- vare una riforma che preveda tra le altre cose il passaggio a dipen- denza di tutto il personale medi- co del 118”.

þTutti contano sui Mmg Mentre il campo delle buone in- tenzioni si espande, nel frattempo però bisogna fare i conti con la re- crudescenza dei contagi da Co- vid-19, con una campagna per la vaccinazione influenzale che già mostra le prime crepe organizzati- ve. Campagna che rappresenta, sicuramente, un percorso ad osta- coli per i Mmg che dovranno som- ministrare il vaccino nei loro studi, mettendo in campo tutte le pre- cauzioni per la sicurezza loro e dei loro assistiti. E c’è chi sull’operato dei medici delle cure primarie, per il contenimento dei contagi, conta molto come Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani che, intervenendo al Meeting 2020 di Rimini, ha dichia- rato: “In autunno bisognerà esse- re preparati per evitare nuove emergenze, servirà fare i test a tutti quelli che hanno un’affezione respiratoria e cercare di portare il minor numero di pazienti in ospe- dale. Per questo i medici di fami- glia dovranno andare a vedere le persone a casa, dovranno fare lo- ro stessi i tamponi. Se non si ri- stabilisce questo sistema, per cui le persone non si portano in ospe- dale, non riusciremo a farcela”.

Ma intanto l’esercito dei medici di medicina generale è stato falcidia- to dall’epidemia, lasciando sul campo moltissimi colleghi e deve

fare i conti con l’uscita dal conven- zionamento di molti medici che hanno raggiunto l’età della pensio- ne. Il ricambio è difficile e l’imbu- to formativo non giova a suo favo- re, malgrado l’innesto di alcune normative, l’impianto dell’iter for- mativo non è stato strutturalmen- te intaccato e nemmeno quello per ottenere la convenzione.

þLe preoccupazioni per il futuro

Non è quindi un caso se nella mo- zione finale del recente Consiglio Nazionale della Fimmg il sindaca- to ha espresso “la sua profonda preoccupazione per il futuro della Medicina Generale ancora sotto- posta ad attacchi politici trasver- sali nonostante il contributo fon- damentale dato durante l’emer- genza sanitaria Covid”. E per que- sto motivo chiede “che in tempi brevissimi venga completato il percorso di rinnovo contrattuale che accompagni e favorisca la moderna strutturazione organiz- zativa della Medicina Generale e che, confermando la convenzione come strumento regolatorio del rapporto professionale, ne esalti la capacità di investimento, pre- miandone i risultati in termini di medicina d’iniziativa, prevenzio- ne, cronicità, terminalità, domici- liarità territoriale e acuzie minore, e che preveda urgentemente la definizione di ruolo, compiti e funzioni specifiche da adempiere durante le fasi di emergenza sani- taria e/o calamità naturale”.

(A.S.) Attraverso il presente QR-Code è possibile visualizzare con tablet/

smartphone il pdf della mozione finale Consiglio Nazionale Fimmg

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