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1 Capitolo Area del progetto: la sorgente San Leopoldo

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Academic year: 2021

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Capitolo Area del progetto: la sorgente

San Leopoldo

Il giacimento minerario San Leopoldo sito nel Comune di Casciana Terme costituisce l’area di interesse del progetto descritto in questa tesi. Il presente capitolo ripercorre la storia della sorgente e del parco termale annesso, dal XIX secolo ad oggi, evidenziando le caratteristiche dell’acqua e le potenzialità dell’area.

1.1

Il Comune di Casciana Terme

Casciana Terme costituisce attualmente una delle più importanti località termali in provincia di Pisa. Il Comune si colloca a circa 130 metri sul livello del mare sulle colline pisane e conta più di dodici mila abitanti.

Il primo toponimo di cui siamo a conoscenza è "Aqqui" ed è stato rintracciato in un documento datato 823 custodito nell'archivio arcivescovile di Lucca. Le origini di Casciana risalgono al periodo romano come testimoniano ritrovamenti archeologici sul territorio, rinvenuti anche in occasione del restauro delle terme effettuato nel 1870.

Da allora la storia del Comune, nato nel 1927, è strettamente legata alla tradizione termale e alle proprietà terapeutiche delle acque che vi scorrono. L’attuale nome sostituì nel 1956 il nome “Bagni di Casciana”. Oggi Casciana Terme fa parte della ANCOT (Associazione Nazionale Comuni Termali) a testimonianza della rilevanza del settore termale nel territorio comunale.

1.1.1

Le terme di Casciana

Le acque termali di Casciana erano, secondo numerosi studiosi, già conosciute in epoca romana. Tuttavia la costruzione oggi documentata del primo stabilimento termale fu ad opera di Federico da Montefeltro, Signore di Pisa, nel 1311.

In epoca rinascimentale lo stabilimento subì varie opere di ristrutturazione, fino al 1596, anno in cui il Granduca di Toscana Leopoldo I, che visitò per due volte le Terme, vi apportò ulteriori miglioramenti. A cavallo tra il XVIII ed il XIX secolo, riprende grazie ai Lorena, l’attenzione del Granducato per le Terme cascianesi e nel 1824, per ordine di Ferdinando III, si avvia un nuovo progetto di ristrutturazione. Si arriva così al 1870 e al nuovo stabilimento realizzato dall’architetto Poggi. Le Terme iniziano allora il loro periodo di maggior successo, con l’introduzione di notevoli cambiamenti tecnici, funzionali e soprattutto architettonici. La pregevole struttura neoclassica della facciata ha mantenuto sino ad oggi gli stessi caratteri originari. In centro, attiguo alle Terme è situato il Parco Termale, dove i visitatori possono godere di una piscina di acqua termale circondata da un’ampia zona di verde in cui passeggiare e rilassarsi.

I dati sopra riportati evidenziano come il settore del turismo termale abbia da sempre costituito una delle attività principali del Comune di Casciana Terme, sia per ragioni economiche, ma ancora di più perché esso costituisce gran parte delle sue radici storico-culturali.

L’acqua termale di Casciana, denominata Acqua Mathelda è infatti da sempre impiegata per combattere le artrosi, i reumatismi e la sciatica. Il suo utilizzo più recente la vede inoltre impiegata nelle moderne terapie di riabilitazione motoria, nelle cure cardiovascolari e in quelle inalatorie.

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L’Acqua Mathelda appartiene alla famiglia delle acque bicarbonato solfato calciche, con un contenuto di sali minerali naturali miscelati in modo tale da distinguersi per la loro peculiarità ed efficacia. Il fango terapeutico immerso per lungo tempo nell’acqua termale ne acquisisce i suoi pregi e i suoi contenuti. La sua composizione, particolarmente ricca di sali e di anidride carbonica, stimola la dilatazione dei vasi sanguigni provocando un aumento del ritmo venoso e un miglioramento generale della circolazione.

Il territorio di Casciana Terme costituisce un’importante realtà nel contesto del turismo termale e terapeutico non solo nella provincia di Pisa ma nell’intera regione Toscana.

La tradizione storica e la collocazione geografica fanno del Comune di Casciana terme un’area di interesse per la progettazione di strutture ricettive per il benessere e per la medicina. Si colloca in questo contesto il complesso idrotermale San Leopoldo, che verrà descritto nei paragrafi successivi, ponendo particolare attenzione alla sorgente omonima, essendo l'elemento da cui parte la trattazione descritta nella presente tesi.

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1.2

Il giacimento minerario San Leopoldo

Il complesso idrotermale San Leopoldo, è ubicato nel Comune di Casciana Terme in località Reggeto. Il sito dista circa 2 km dal centro di Casciana, lungo la strada provinciale del Monte Vaso che collega Casciana Terme al vicino paese di Chianni. Il complesso comprende il parco ove sono situati l'edificio termale, al cui interno troviamo l’antica sorgente San Leopoldo, ed il vecchio impianto di imbottigliamento.

Nel 2000, successivamente al rinnovo della concessione mineraria è stato realizzato all’interno dell’area della concessione, ad una cinquantina di metri di distanza dall' antica sorgente, un pozzo termale trivellato, elemento fondamentale per la realizzazione del nuovo impianto di imbottigliamento dell'Acqua San Leopoldo, argomento di studio della presente tesi.

I paragrafi successivi ripercorrono la storia della sorgente e del complesso termale San Leopoldo, evidenziandone il valore storico, le proprietà terapeutiche dell’Acqua San Leopoldo nonché le prospettive di rilancio del sito.

1.2.1

La storia dell’Acqua San Leopoldo

Prima della costruzione del complesso idrotermale era nota da tempo agli abitanti della zona, un’antica sorgente d’acqua detta Acqua Acidula. La sorgente termominerale, scoperta nel 1805 dal farmacista Giuseppe Maria Angeli, era situata lungo la riva sinistra del Botro del Riguardio, ed era conosciuta nell’esperienza popolare sia per le sue funzioni di integratore, l’acqua è infatti ricca di sali minerali, sia per le sue proprietà curative dell’apparato gastro-intestinale. L’antica sorgente costituiva pertanto non solo una fonte di approvvigionamento idrico bensì un punto di riferimento per lo sviluppo della vita contadina e per la tradizione popolare, tanto che nel corso degli anni gli abitanti di Casciana per celebrarla vollero cambiarne il nome in Acqua San Leopoldo.

Nella letteratura popolare di Casciana Terme ad esempio, si rintracciano notizie riguardo l’utilizzo consolidato dell’Acqua San Leopoldo, a testimonianza dell’interesse che da sempre ha destato. Le acque della sorgente venivano utilizzate dai lavoratori e dai contadini poiché erano ricche di proprietà benefiche di cui già allora se ne conosceva l’esistenza grazie all’utilizzo quotidiano. L'Acqua San Leopoldo costituiva ad esempio un integratore salino “naturale” che permetteva ai contadini, soprattutto nel periodo della falciatura a mano del grano che avviene nei mesi estivi, di mantenere intatta la capacità di lavoro in momenti di grande caldo. Una situazione analoga è il consumo della San Leopoldo da parte dei fuochisti impiegati nelle Ferrovie dello Stato di allora. Da quando la sorgente è stata gestita commercialmente, i titolari di questa azienda avevano stipulato una convenzione con le Ferrovie dello Stato, per fornire queste acque ai fuochisti delle macchine a vapore. Come nel caso dei contadini il consumo era legato alle proprietà di integratore salino dell’acqua, che sono necessarie per chi affronta attività che espongono il lavoratore ad elevate temperature.

L’utilizzo delle acque della San Leopoldo, in merito alle sue proprietà benefiche si estendeva fino a Volterra, antico borgo in provincia di Pisa, distante circa una quarantina di chilometri da Casciana Terme. I lavoratori di alabastro per alleggerire le lunghe giornate di lavoro, durante i mesi invernali avevano l’abitudine di consumare abbondanti quantità di vino con lo scopo di riscaldarsi ma, con la spiacevole conseguenza di perdere la lucidità. Per rimediare a questo inconveniente erano soliti smaltire l’ubriacatura attraverso il consumo dell’Acqua San Leopoldo, che grazie all’effetto tampone, permetteva loro di riacquistare in poco tempo la lucidità necessaria per poter rincasare serenamente nelle loro abitazioni. Da qui il detto "San Leopoldo acqua degli ubriachi".

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All’inizio del XIX secolo l’entusiasmo sempre crescente nella tradizione popolare per questa acqua, indusse un farmacista della zona, Dott. Angioli, ad occuparsi seriamente dell’Acqua San Leopoldo. Il Dott. Angioli incaricò il chimico, Dott. Giuli, di compiere le prime analisi sull’acqua. I dati, sebbene non pubblicati, stabilirono che si trattava di un’acqua alcalina acidula ricca di sali. Ricerche successive confermarono le proprietà dell’acqua specificando che si trattava di un’acqua "alcalina -

acidula - solfato - sodica clorurata ": tali dati ufficializzarono le proprietà terapeutiche dell’Acqua San Leopoldo da sempre conosciute nell’esperienza popolare.

Le ricerche condotte dal Dott. Giuli e dai suoi collaboratori nella prima metà del XIX secolo suscitarono l’interesse di numerose università e dettero inizio ad una serie di studi sulle proprietà dell’acqua che si sono protratti per tutto il ‘900

Si riportano di seguito alcune attestazioni storiche sull’efficacia dell’Acqua San Leopoldo.

Il Prof. Sen. Raffaello Nasini (per conto dell'istituto di chimica generale della Regia Università di Pisa) affermava che: “ […] l’acqua di S. Leopoldo di Bagni di Casciana è veramente pregevolissima e mi

auguro che possa venire apprezzata come merita, tanto più che in Italia difettiamo assolutamente di simili acque così importanti […] ”.

Il Dott. Alfredo Boselli di Bologna nel giugno 1933 scriveva che :“ Una lunga esperienza mi ha offerto

la dimostrazione della notevole efficacia dell’acqua minerale di S. Leopoldo di Casciana, se convenientemente usata, in molte forme interessanti il tubo digerente, il fegato […]. Per questo io ne consiglio e raccomando l’uso ”.

Il documento redatto dal Prof. E. Maragliano (1923), riportato in Appendice 1 paragona l’acqua di

San Leopoldo all’acqua Karlsbad per analogia di composizione e proprietà terapeutiche.

Successivamente, l’allievo Dott. Riccardo Loero riporterà: “Ben conosciuta attraverso il mio maestro

E. Maragliano, da alcuni anni la prescrivo regolarmente e quasi giornalmente […] La vecchia e famosa “Carlsbad” è scomparsa per cedere il posto alla S. Leopoldo che oltre ad avere le stesse identiche caratteristiche ha anche il pregio di essere un prodotto nazionale”. A tal proposito siamo in possesso

di un quadro di confronto, coevo alle precedenti citazioni, che paragona la composizione chimica dell' Acqua San Leopoldo, a quella delle straniere Karlsbad e Vichy .Il documento, riportato in Appendice 2, mostra la pregevolezza dell'acqua di Casciana Terme.

L’acqua acquistò così ulteriore popolarità e riconoscimento, in particolare come rimedio per i disturbi di natura gastrica. L’Appendice 3 riporta alcune etichette dell’Acqua San Leopoldo che si sono susseguite nel corso degli anni. Osservando i risultati delle ricerche fatte sull’Acqua San

Leopoldo, è possibile notare che essa si è mantenuta pressoché invariata nella sua composizione

chimica e fisico-chimica nel corso del tempo, per un periodo di oltre un secolo, conservando le sue proprietà curative. La stabilità delle caratteristiche dell’Acqua San Leopoldo evidenzia pertanto il potenziale di questa preziosa risorsa e sarà oggetto di approfondimento nei paragrafi successivi.

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1.2.2

Il complesso idrotermale: aspetti storico culturali

L’interesse crescente per l’Acqua San Leopoldo durante il XIX secolo, portò nel 1877 Enrico Tafi a comprare l’antica sorgente che fino ad allora era stata di proprietà della Chiesa di Collemontanino, costruendovi attorno un primo recinto per preservarla dalla contaminazione con l’ambiente circostante.

Successivamente attorno all’antica sorgente è sorto un complesso idrotermale costituito dallo stabilimento termale, da un impianto di imbottigliamento e dal parco circostante. Nel corso degli anni il complesso si arricchì sempre di più diventando un importante luogo di ritrovo sociale. Le prospettive di rilancio del sito presentate nel paragrafo 1.3, sono state ideate proprio a partire dalla presa di consapevolezza del valore storico - culturale dello stabilimento termale di San Leopoldo.

All’inizio del secolo scorso il centro idrotermale era nel pieno della sua attività ed era abitudine dei bagnanti frequentare sia le Terme di Casciana che lo stabilimento San Leopoldo, facendo la spola tra le due località. Ci si arrivava con il calesse o con le auto pubbliche, messe a disposizione dei viaggiatori ospiti, o anche con i pulmini che collegavano i due centri termali (servizio che tra l’altro è rimasto attivo fino agli anni novanta del secolo scorso).

Il parco termale divenne così un punto di aggregazione sociale dove si organizzavano feste e serate di intrattenimento. La figura.1.1 mostra il piazzale antistante il complesso idrotermale che nei mesi estivi diventava sede di diversi spettacoli, sfilate di moda e manifestazioni.

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Quando non vi erano manifestazioni particolari, si poteva godere del parco attraverso rilassanti passeggiate all’ombra dei suoi alberi secolari. Nei saloni dello stabilimento termale i pazienti si sottoponevano alle cure idropiniche tramite la somministrazione dell’Acqua San Leopoldo.

Le proprietà curative di questa importante acqua, di cui i documenti riportati nelle Appendice 1, 2, 3 testimoniano la diffusione in ambito medico, ne incrementarono il commercio anche come prodotto imbottigliato; ricordiamo infatti che all'interno del parco termale era attivo un impianto di imbottigliamento, di cui la figura 1.2 riporta un'immagine storica.

Questa realtà è rimasta in essere fino a che l’industria dell’imbottigliamento delle acque oligominerali e il sistema delle cure idropiniche, sono andati in crisi. Crisi che purtroppo la fonte San Leopoldo, non ha superato, sparendo definitivamente dal commercio.

L’intenzione di tentare un recupero, in questi anni, è sempre rimasta viva: nasce quindi l’idea di proporre la realizzazione di nuovo impianto di imbottigliamento e recuperare il valore storico-culturale dell’intero complesso idrotermale (vedi paragrafo 1.3). Nelle ultime estati infatti, il parco intorno alla sorgente veniva tenuto aperto, ma le frequenze delle visite sono sempre state poche.

Figura 1.2: I vecchi impianti di imbottigliamento dell'Acqua San Leopoldo

Attualmente, a seguito della crisi che ha portato alla cessazione delle attività che venivano svolte al centro idrotermale San Leopoldo, gli immobili del complesso sono caduti in disuso e il parco stesso è stato definitivamente chiuso al pubblico.

Il paragrafo successivo descrive le caratteristiche idrogeologiche della sorgente San Leopoldo e della sua acqua, evidenziandone le preziose proprietà sulle quali si basa il progetto di rilancio presentato in questa tesi.

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1.2.3

Caratteristiche idrogeologiche della sorgente San Leopoldo

Ad oggi l’antica sorgente San Leopoldo, è custodita all'interno del salone dell’edificio principale dello stabilimento termale, sorto nel corso degli anni, attorno al primo recinto realizzato da Tafi nel 1877. Come specifica il Geologo Dott. Luciano Giuntini nella relazione sulle caratteristiche idrogeologiche della sorgente San Leopoldo: " le acque minerali della sorgente scaturiscono da

calcari marnosi di età cretacica in un piccolo affioramento dei calcari ubicato all'interno del salone"

dello stabilimento termale. Più precisamente la sorgente si compone di molteplici scaturigini ubicate sul fondo di una struttura muraria di pianta ottagonale (come mostra la figura 1.3), costruita per una parte direttamente sull'affioramento carbonatico e per la restante parte poggia su sedimenti grossolani appartenenti al paleoalveo del Botro del Rigurardio," fosso che drena la

vallecola ove è ubicato lo stabilimento termale e che, in prossimità degli edifici delle terme, corre intubato già da alcuni decenni." La struttura muraria è sormontata da una cupola in muratura che

consente, unitamente al portello a tenuta stagna, di chiudere l'accesso alla struttura e quindi di isolarla efficacemente dall'ambiente esterno, così da preservarne la sterilità batterica. Tra le scaturigini d’acqua presenti, solo quella centrale veniva sfruttata dallo stabilimento. Le polle minori sono state opportunamente isolate mediante materiali sterili ed impermeabili, così da evitare la diluizione dell’acqua minerale posta centralmente.

Figura 1.3: Schema della pianta della struttura muraria contenente l’antica sorgente San Leopoldo

La figura 1.3. mostra l’ubicazione della sorgente principale (P) e delle polle minori (p).

I dati presenti in letteratura riportano che la portata complessiva della sorgente, misurata in vari momenti nell’arco dell’anno idrologico, varia da un valore di 18 l/min nel periodo di magra ad un massimo di 20 l/min nel periodo di piena. Una peculiarità della risorgiva in esame è il meccanismo locale di affioramento. Le acque risalgono lentamente dal basso verso l'alto, per affiorare in superficie secondo il meccanismo del "gas lift"; ovvero come scrive il Geologo Dott. Luciano Giuntini nel corso della succitata relazione "il gas che energizza il fenomeno (prevalentemente anidride

carbonica) è lo stesso che essolve dall' acqua, che ne è ricca. Il gas interagendo con l'acqua forma una soluzione ricca in bicarbonati e anidride carbonica ."

L’interesse mostrato da professionisti di vari settori per il giacimento minerario di San Leopoldo trova conferma nel rinnovo della concessione mineraria rilasciata per un tempo di 25 anni con Decreto Regionale n. 02105 del 27 aprile 1999 (vedi Appendice 4), a testimonianza delle potenzialità dell’area

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Grazie a tale rinnovo nel 2000, come stabilito nel programma di concessione, è stato realizzato all’interno del sito a circa cinquanta metri dalla sorgente storica, un pozzo termale trivellato come mostra l'immagine 3.4. Il nuovo pozzo, denominato Pozzo San Leopoldo, ha una potenzialità di 4 l/sec di risorsa termale che è stata riconosciuta dalle autorità competenti a seguito delle analisi trimestrali periodiche previste per legge. La potenzialità trovata con la realizzazione del suddetto pozzo è notevolmente superiore a quella della sorgente, collocata all’interno del salone principale dello stabilimento che, nonostante ciò rimane come elemento storico. La sostanziale concordanza tra la composizione chimica delle acque campionate dal pozzo e quelle dell'antica sorgente ha indotto i tecnici ad ultimare il pozzo e completarlo con tecniche che ne consentano l'impiego anche come pozzo di produzione.

Figura 1.4: Estratto dalla cartografia in scala 1:5000 che mostra i limiti dell'area della concessione mineraria San Leopoldo, all'interno della quale è collocato il complesso idrotermale e il pozzo trivellato nel 2000

Di notevole importanza sono inoltre i risultati delle indagini geofisiche condotte nel sito di interesse, le quali dimostrano che è lecito realizzare ulteriori captazioni (oltre al pozzo san Leopoldo), da cui è ancora possibile attingere la riserva di risorsa disponibile. Questi dati testimoniano che la realizzazione delle opere di sfruttamento dell'acquifero in oggetto è ampiamente positiva e auspicabile, dato la scoperta di un sistema idrico di notevole potenzialità.

1.2.4

Proprietà dell'Acqua San Leopoldo

Dalle analisi effettuate sulle nuove captazioni fatte a seguito del rinnovo della concessione mineraria (riportate in Appendice 5), risulta che l'Acqua San Leopoldo è incolore, limpida, di sapore gradevole, con un residuo fisso a 180° di 5623 mg/l, e con un PH pari a 6,5. Gli elementi chimici disciolti in un litro d'acqua sono: il Sodio (1610 mg/l), il Potassio (33,1 mg/l), il Calcio (312,6 mg/l ), il Magnesio (149 mg/l), i Cloruri (607,9 mg/l ), i Solfati (1051,5 mg/l) e i Bicarbonati (3660 mg/l). Le analisi sono riportate per esteso in Appendice 5. Nelle analisi svolte nel 1986 sulle acque della sorgente ubicata all'interno dell'edificio termale si sono rintracciati anche gli ioni Litio (0,5 mg/l) e Silice (30 mg/l). Sulla base dei dati riportati l'Acqua San Leopoldo è classificata come bicarbonato -

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Una delle caratteristiche principali è la sua elevata mineralizzazione, in particolare con notevole contenuto di bicarbonato di sodio, associata alla palatabiltà. Binomio di difficile riscontro in altri tipi di acque con caratteristiche simili, come nelle bicarbonate pure tipo Vichy (vedi Appendice 2). Inoltre osservando i risultati delle ricerche fatte nei secoli scorsi, si riscontra che essa si é mantenuta di una composizione chimica e fisico - chimica invariata fino ad oggi e cioè per un periodo di oltre un secolo; dunque l’Acqua San Leopoldo è altamente stabile.

Nella seconda metà del secolo scorso vari studiosi hanno approfondito gli studi sull' Acqua San

Leopoldo, analizzando le proprietà curative legate all' importante chimismo di tipo bicarbonato -

alcalino. Tra questi ricordiamo il Prof .M. A. Cagianelli (e autori vari), primario della divisione di

Medicina Interna Ia presso l'Ospedale Lotti di Pontedera, l'istituto di farmacologia dell'Università

degli studi di Pisa e Il Prof. G. Maltinti, primario del reparto di gastroenterologia clinica medica I presso l'Ospedale Santa Chiara di Pisa. Gli studi sopra menzionati avvalorano quanto già noto da tempo al popolo cascianese, sia riguardo le proprietà curative dell'acqua nei confronti di alcune patologie dell'apparato gastrointestinale, sia in merito alla elevata presenza di sali minerali disciolti che la qualificano come potente integratore salino.

Le proprietà medicamentose dell'Acqua San Leopoldo sono legate soprattutto all'effetto alcalinizzante e al potere tampone, da ascriversi all'alto contenuto di bicarbonato di sodio, grazie ai quali l'acqua neutralizza l'acidità dell'ambiente gastrico comportandosi dal punto di vista farmacologico non come una soluzione pura di bicarbonato di sodio, ma come una soluzione tampone naturale, priva delle limitazioni di questo sale. Inoltre stimola la motilità dello stomaco, per opera dell'anidride carbonica contenuta dall'acqua stessa e che si forma anche come prodotto di reazione, velocizzandone lo svuotamento. L'influsso positivo dovuto all'effetto alcalinizzante si esplica anche al livello dell'intestino, migliorando la digestione anche in questo tratto. Si registrano miglioramenti anche a carico dell'apparato biliare e del fegato dato che l'Acqua San Leopoldo stimola la produzione dei succhi biliari e pancreatici. Gli studi dimostrano che gli ioni responsabili sarebbero il Calcio, al quale si attribuisce un attività sedativa, antispastica e antinfiammatoria in particolare sulle vie biliari, il Magnesio e il Solfato i quali migliorano l'attività epatica.

Il Prof .M. A. Cagianelli (e autori vari) ha studiato, nell'anno 1964, gli effetti dell'attività terapeutica derivanti dalla somministrazione di Acqua San Leopoldo in pazienti con disordini funzionali delle vie extraepatiche e in soggetti gastroenteropatici. Le conclusioni dell'indagine hanno dimostrato che il trattamento idropinico ha agito favorevolmente sulle patologie dei pazienti coinvolti. Riportiamo alcuni passi della relazione, redatta dagli autori succitati: "Dopo il trattamento

idropinico si è registrato anche il costante e notevole attenuarsi, fino alla scomparsa della sintomatologia dispeptica riferita dai pazienti e caratterizzata dalla presenza di molesto senso di peso all'ipocondrio di destra, da digestioni lente e laboriose, da bocca amara specie al risveglio, da cefalea e da stipsi.". Si ritiene interessante anche quanto segue: " Nei pazienti che presentavano una sintomatologia a carattere dispeptico - doloroso, [....]" con "evidenti segni di gastrite in cinque casi ed in tre ulcera duodenale [...]" si è potuto registrare dopo il trattamento idropinico "anche l'attenuarsi notevole o addirittura la scomparsa della sintomatologia sopra riferita [...]". Riguardo all'azione sul

fegato, dalle analisi emerge che :"sia pure con le limitazioni delle prove biochimiche eseguite [...]", "la

S. Leopoldo sembra incidere favorevolmente sull'attività del fegato, quando compromessa in grado modesto, come risulta dal miglioramento della sindrome dispepetica[..]," e dal miglioramento delle

analisi generali, a carico di questo organo, condotte sui pazienti alcolisti.

Dunque l'Acqua San Leopoldo è assimilabile ad un complesso chimico polivalente molto efficace nella cura di numerose disfunzioni dell'apparato gastrointestinale come ad esempio gastriti,

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digestione rallentata dopo pasti copiosi, ulcera duodenale, lieve insufficienza epatica, colite spastica e altre ancora, tra cui alcune patologie della colecisti. Le etichette storiche (riportate in Appendice 3) riportano una breve relazione firmata dal Prof. G. Sabatini (datata 13 Aprile 1948), ove oltre a definire l'Acqua San Leopoldo come "l'acqua minerale per lo stomaco e la digestione", consiglia come somministrazione sia per le cure termali sia per la consumazione come acqua minerale in bottiglia, la seguente terapia: “ Va bevuta la mattina a digiuno (meglio se leggermente intiepidita ) alla dose di

200 - 400 grammi. In caso di digestione penosa e difficile, si consiglia di prendere 1 o 2 bicchieri (circa 350 grammi. ) dopo i pasti da 2 a 4 ore dopo. L'Acqua San Leopoldo è praticamente stabile e conserva le sue proprietà per tempi lunghissimi.". Infatti l'acqua oltre ad essere utilizzata come cura idropinica

direttamente assunta in loco, era imbottigliata nel vecchio impianto e distribuita per l'utilizzo individuale. Ad oggi gli obiettivi sono quelli di riattivare sia le cure termali sia l'imbottigliamento, orientando questa attività non solo per il consumo domestico ma anche per quello desinato alla ristorazione (o eventualmente anche agli ospedali), essendo un ottimo coadiuvante digestivo. Come afferma il Prof. Maltinti (anno 1999): "[...] la palatabilità e la buona tollerabilità ne fa consigliare

l'uso come bibita durante i pasti con funzione preventiva sulle summenzionate patologie". In

Appendice 6 si è riportato un documento redatto dalla società idrotermale San Leopoldo, risalente al periodo di funzionamento del complesso idrotermale, che individualizza l'acqua minerale . Un’altra importante proprietà che deriva dalla composizione chimica dell' Acqua San Leopoldo è quella di essere un integratore salino naturale, di pari efficacia rispetto a quelli che si trovano in commercio oggi. Se un tempo questa virtù era soprattutto apprezzata dai lavoratori che si trovavano a svolgere la propria attività in condizioni estreme (ci si riferisce al caso dei contadini e dei macchinisti delle ferrovie), oggi è utilissima per tutti coloro che si accingono a praticare attività sportive di qualsiasi natura, in particolar modo di tipo agonistico. A tal proposito siamo in possesso delle dichiarazioni del Dott. Antonio Gregorini che, nella seconda metà del secolo scorso, in merito all’utilizzo dell' Acqua San Leopoldo in medicina sportiva, sosteneva che “ contenendo notevoli

quantità di bicarbonato di sodio, di potassio, permette di contribuire, con le altre sostanze, a migliorare le prestazioni dell’atleta, reintegrando il patrimonio idro - elettrolitico e riportando alla norma l’equilibrio acido-basico.”. Ovvero ripristinando l'equilibrio dei sali minerali rallenterebbe

l'insorgere dei crampi e contratture, proteggendo lo sportivo dall'affaticamento muscolare, grazie all'elevato contenuto di Sodio e Potassio riscontrato nella composizione chimica della San Leopoldo. A testimonianza dell'interesse mostrato dalla medicina sportiva nei confronti dell' Acqua San

Leopoldo, si riporta in Appendice 7, il succitato articolo del Dott. Gregorini.

Studi più recenti sono stati condotti nell'anno 1999 dal Prof. G. Maltinti il quale a proposito dell'utilizzo dell'Acqua San Leopoldo in medicina sportiva afferma che : "Un utilizzo prima, durante e

dopo l'attività agonistica di acque con le caratteristiche della San Leopoldo, è stato dimostrato essere un sistema per prevenire le alterazioni idroelettrolitiche [...] con netta diminuzione dei sintomi presenti durante l'intensa attività fisica quali i crampi muscolari, l'insonnia, la diarrea e la sete intensa.". Riguardo alle proprietà di integratore salino Il prof Maltinti scrive che ."[..]nell'attività sportiva un principio naturale quale l'Acqua San Leopoldo, visti i suoi requisiti chimico - fisici ed il basso costo, è sicuramente da preferire a "preparati arricchiti" oggi comunemente utilizzati.". A tal

proposito riportiamo in Appendice 8 un confronto tra la composizione chimica dell''Acqua San

Leopoldo e quella dei comuni integratori utilizzati dagli sportivi. Con un rapido sguardo si evince

che il contenuto in sali minerali dell'acqua minerale supera abbondantemente quello degli integratori artificiali: ad esempio la San Leopoldo contiene una percentuale decisamente maggiore di Sodio e Magnesio rispetto agli altri integratori. Questa caratteristica potrebbe richiamare

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l'attenzione del mondo dello sport e della medicina sportiva, ponendosi come ulteriore motivazione a supporto della realizzazione del nuovo impianto di imbottigliamento.

Come sopra anticipato l'Acqua San Leopoldo, appartiene ad un raro gruppo di acque minerali medicamentose, poco diffuso sia in Italia che in Europa. Acque simili, storicamente note, sono quelle di Vichy, Karlsbad e Seltz (vedere l'Appendice 2); tuttavia oltre a queste è presente sul territorio nazionale un'altra acqua minerale dalle proprietà simili a quelle della San Leopoldo: l'acqua Lindos che viene imbottigliata direttamente alla sorgente di San Lorenzo di Bognanco, Comune piemontese della provincia del Verbanio - Cusio - Ossola, ove è ubicato l'omonimo stabilimento termale.

L'acqua Lindos, gradevole al gusto ed effervescente naturale, è particolarmente ricca in Magnesio (356 mg/l), in Bicarbonato (1997 mg/l), in Silice (63,4 mg/l), in Potassio (16,0 mg/l) e in Calcio (108,0 mg/l), come attestato dall'analisi chimica svolta dal Dipartimento di Chimica Generale dell'Università di Pavia, in data 27 Marzo 2008 e riportate sul sito dedicato all'acqua Lindos. Quest'ultima supera l'Acqua San Leopoldo unicamente nel contenuto di Magnesio (149 mg/l), come si può vedere confrontando i valori sopra riportati con quelli ad essa relativi ed enunciati in testa al paragrafo. L'acqua Lindos ha proprietà terapeutiche molto importanti, infatti grazie ai sali minerali contenuti, è anche essa indicata nelle patologie dell'apparato gastrointestinale, favorendo la digestione sia al livello gastrico che intestinale, utile in medicina sportiva poiché contrasta l'insorgere della fatica e dei crampi muscolari, e grazie all'elevato contenuto di magnesio è indicata anche per contrastare l'osteoporosi, l'ipertensione arteriosa e migliorare il funzionamento dell'apparato cardiocircolatorio. Viene imbottigliata direttamente alla sorgente e commercializzata su scala nazionale, anche con la vendita on - line e, somministrata sia come cura idropinica, sia tramite inalazioni o per sedute curative dell'apparto muscolo - scheletrico, presso le Terme di Bognanco, dove medici esperti in idrologia seguono i pazienti.

Il caso dell'acqua Lindos, analogo sotto molti aspetti a quello dell'Acqua San Leopoldo, ci è utile per capire che esiste un settore di mercato delle acque minerali medicamentose all'interno del quale potrebbe collocarsi anche l'Acqua San Leopoldo, sia come prodotto imbottigliato che come cura termale. Dunque alla luce di questo esempio, la realizzazione del nuovo impianto di imbottigliamento e delle relative opere di captazione, nonché la riattivazione dello stabilimento termale (opportunamente rifunzionalizzato) sembrano essere progetti attuali e in linea con le tendenze della cultura del benessere, oggi largamente diffusa, pertanto oggettivamente realizzabili e indirizzati anche verso il rilancio del turismo termale del Comune di Casciana Terme.

Nel paragrafo successivo si approfondisce quest'ultima tematica, spiegando in modo più dettagliato le motivazioni alla base della riattivazione di tutte le attività del complesso idrotermale San Leopoldo, tra cui la volontà da parte degli enti di incrementare il turismo termale di Casciana Terme

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1.3

Prospettive di rilancio del sito

L'intenzione di recuperare il complesso idrotermale San Leopoldo non è mai stata abbandonata, come testimoniano il rinnovo della concessione mineraria, rilasciata per un tempo di 25 anni (con Decreto Regionale n. 02105 del 27 aprile 1999), e il Piano Strutturale del Comune di Casciana Terme, il quale prevede la realizzazione del nuovo impianto di imbottigliamento, nel lotto di terreno denominato UTOE n° 10 San Leopoldo, poco distante dal vecchio complesso idrotermale, come illustrato dalla figura 3.5.

Figura 1.5: Estratto dalla cartografia in scala 1:5000 che mostra il lotto denominato UTOE 10 San Leopoldo e l'ubicazione del vecchio complesso idrotermale San Leopoldo.

Le grandi potenzialità dell'Acqua San Leopoldo, e il valore storico - culturale dello stabilimento termale omonimo sono alla base del rilancio del sito, che si pone come finalità il raggiungimento di due obiettivi: riattivare le cure idropiniche alla sorgente (ed altre tipologie di cure termali) e, ripristinare l'imbottigliamento dell'Acqua San Leopoldo, in previsione di una commercializzazione del prodotto imbottigliato sia come coadiuvante digestivo sia come integratore salino. Il raggiungimento degli obiettivi, peraltro contemplati anche dagli strumenti urbanistici, è finalizzato allo sfruttamento della concessione mineraria sopra menzionata, ma soprattutto si colloca nell'ottica più ampia di potenziare l'offerta termale e turistica di Casciana Terme, per renderla più competitiva nell'ambito del turismo legato al benessere e al termalismo. Questo implica un accrescimento economico della cittadina, conseguente ad un aumento di posti di lavoro originati dalla riattivazione delle attività connesse all'utilizzo dell' Acqua San Leopoldo e all'auspicato incremento turistico.

L'interesse sempre vivo nei confronti delle acque della sorgente San Leopoldo ha originato una abbondante produzione di documentazioni mediche e scientifiche sin dal momento della scoperta della sorgente fino ai giorni nostri, tutte concordi nell'affermare che l'acqua ha una composizione chimica rara in natura, accompagnata ad un gusto gradevole, che le conferisce proprietà curative

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San Leopoldo ha una enorme potenzialità idrogeologica, difatti il pozzo esplorativo trivellato nel 2000 nelle immediate vicinanze del vecchio stabilimento, ha una portata (pari a 4 l/s) molto maggiore rispetto a quella della antica sorgente scoperta nel 1805 dal Dott. Angeli. Appare quindi sensato e ampiamente positivo l'intento di realizzare il nuovo impianto di imbottigliamento, oggetto di studio della presente tesi, nonché la riattivazione della struttura termale esistente, opportunamente ristrutturata e rifunzionalizzata.

Il progetto del nuovo impianto di imbottigliamento, nel lotto denominato UTOE n° 10 San Leopoldo, prevede un potenziamento delle opere di captazione e messa in opera di tubazioni idonee che adducano l'acqua dalla sorgente all'impianto stesso, essendo il lotto di interesse posto a quota maggiore e distante poche centinaia di metri dalla sorgente. L'impianto, progettato in base alla potenzialità dell'acquifero, ha l'importante funzione di immettere sul mercato un prodotto in bottiglia finalizzato al consumo individuale sia come coadiuvante digestivo e sia come integratore salino, effervescente naturale e gradevole al palato. Caratteristiche di notevole importanza che rendono l'Acqua San Leopoldo un prodotto indicato per il consumo domestico o altresì per quello destinato alla ristorazione e eventualmente anche per quello ospedaliero, da gustare a fine pasto per facilitare la digestione o anche con funzione preventiva nei confronti delle patologie dell'apparato gastrointestinale. Inoltre è un prodotto indirizzato anche al settore della medicina sportiva, come bibita da assumere durante le fasi preparatorie delle attività agonistiche, ed è indicato altresì per chi affronta attività sportive amatoriali o semplicemente come integratore salino generico, utile nelle fasi in cui è necessario integrare i sali minerali. Da non sottovalutare il fatto che la commercializzazione come acqua in bottiglia, è un buon veicolo pubblicitario non solo nei confronti delle attività termali incentrate sull'utilizzo dell'Acqua San Leopoldo, ma anche nei confronti della città di Casciana Terme. L'attivazione di un' attività industriale crea inoltre nuovi impieghi e dunque favorisce lo sviluppo economico dell'area cascianese.

Parallelamente la ripresa dell'attività termale contempla la riqualificazione del complesso San Leopoldo, intendendo sia la ristrutturazione del vecchio edificio termale che la risistemazione dell'accesso al sito e dello storico parco. A tal fine si prevede la realizzazione di strutture ricettive per il benessere e, in linea con quanto sopra detto, per la medicina sportiva, ove ospitare i pazienti per la somministrazione delle cure idropiniche e termali con l'Acqua San Leopoldo. In tal modo tutte le funzioni sarebbero riattivate e gli edifici del complesso idrotermale verrebbero salvati dal degrado. Per integrare tale struttura, con le Terme ubicate nel centro di Casciana si prevede anche di riattivare il collegamento tra i due poli termali tramite un pulmino dedicato al trasporto dei turisti.

Ci pare di notevole interesse citare l'acqua Lindos , descritta nel corso del paragrafo precedente, come caso analogo sotto molti aspetti a quello dell'Acqua San Leopoldo. L'acqua minerale piemontese è imbottigliata e commercializzata anche tramite il sito ad essa dedicata ed è somministrata come cura in una struttura termale che collabora con l'azienda sanitaria locale. L'esistenza di questa realtà corrobora l'intenzione di rilanciare la fonte San Leopoldo sul mercato nazionale, in quanto è l'esempio fattivo dell'esistenza di un settore di mercato ove può collocarsi sia come acqua minerale curativa che come cura termale.

La presente tesi, come già anticipato, si occupa della progettazione strutturale e architettonica del nuovo impianto di imbottigliamento e di un centro espositivo, dislocati nel lotto UTOE n° 10 San Leopoldo e pertanto si inserisce nel programma di rilancio del complesso idrotermale. Le motivazioni alla base della realizzazione dell'impianto sono state ampiamente descritte nel corso del paragrafo, e si pongono come punti cardinali della tesi presentata. In virtù della ricchezza

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storica e culturale del complesso idrotermale e alla luce delle potenzialità della fonte San Leopoldo, si è deciso di valorizzare questa realtà inserendo l'impianto di imbottigliamento all'interno di un progetto più articolato che prevede l'integrazione tra l'impianto e un centro espositivo dedicato all'argomento dell'acqua, attraverso un percorso concettuale che origina nel centro espositivo e termina all'interno dell'impianto, reso possibile tramite delle strutture di collegamento tra i due edifici. Le due entità si valorizzano a vicenda e insieme al vicino complesso idrotermale, promuovono l'immagine dell'Acqua San Leopoldo, realizzando un polo attrattivo che rende più competitiva Casciana Terme come località termale e turistica. Infatti il centro espositivo è stato ideato anche per dare vita ad eventi culturali incentrati sull'argomento dell'acqua e della cultura del benessere più in generale che potrebbero attirare un target di turisti che va ad unirsi a quello legato alle visite del centro espositivo (come ad esempio gite scolastiche). Alla base della progettazione c'è anche l'idea di richiamare il vicino parco idrotermale non solo promuovendo la degustazione dell'acqua all'interno del bar e del ristorante annessi al centro espositivo, ma anche ricreando una sorta di parco - terrazza, costituito dalla copertura giardino dell'impianto di imbottigliamento, che proietta il complesso di nuova edificazione nell'incantevole panorama circostante. Per rafforzare l'integrazione tra l'impianto di imbottigliamento e il centro espsitivo con il vicino complesso idrotermale San Leopoldo e, conseguentemente con il centro di Casciana Terme, si potrebbe pensare di collegare le tre realtà attraverso il pulmino dedicato al trasporto dei turisti.

A fronte di quanto detto ci pare lecito affermare che il progetto descritto dalla tesi in esame rispecchia gli obiettivi di rilancio della fonte San Leopoldo.

Nel capitolo successivo si descriverà il lotto ove è prevista la realizzazione del progetto presentato dalla tesi in esame, e successivamente si analizzerà l'insieme sia dal punto di vista architettonico che strutturale.

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