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REALIZZAZIONE DI IMPIANTO DI DISTACCO ARTIFICIALE NELL’AREA GRAN SOMETTA
PROGETTO DEFINITIVO
Elaborato 7: Disciplinare prestazionale degli elementi tecnici
Committente: Cervino SpA
Loc. Bardoney, Breuil Cervinia, 11028 Valtournenche (AO) Progettisti : Ing. Andrea Menghi (Ordine ing. Sondrio n. 37B)
Geol. Giovanni Songini (Albo geol. Lombardia n. 732)
Rif. Documento Data Tipo revisione Redatto Verificato/Approvato
20_080_PD_R07_Rev1 Feb. 2021 Prima emissione A.Menghi G.Songini
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INDICE
1. QUALITA DEI MATERIALI E DEI COMPONENTI ... 4
1.1. NORME GENERALI - IMPIEGO ED ACCETTAZIONE DEI MATERIALI ... 4
1.2. IMPIEGO MATERIALI CON CARATTERISTICHE SUPERIORI AL CONTRATTO ... 5
1.3. IMPIEGO DI MATERIALI O COMPONENTI DI MINOR PREGIO ... 5
1.4. MATERIALI RICICLATI... 5
1.5. NORME DI RIFERIMENTO ... 5
1.6. PROVVISTA DEI MATERIALI ... 5
1.7. SOSTITUZIONE DEI LUOGHI DI PROVENIENZA DEI MATERIALI PREVISTI IN CONTRATTO ... 6
1.8. ACCERTAMENTI DI LABORATORIO E VERIFICHE TECNICHE ... 6
1.9. ACQUA, CALCI, CEMENTI ED AGGLOMERATI CEMENTIZI, POZZOLANE, GESSO ... 7
1.10. MATERIALI INERTI PER CONGLOMERATI CEMENTIZI E PER MALTE ... 11
1.11. CALCESTRUZZO PER USI STRUTTURALI, ARMATO E NON, NORMALE E PRECOMPRESSO. ... 11
1.12. ACCIAIO ... 13
1.13. ARMATURE PER CALCESTRUZZO ... 17
1.14. ACCIAIO PER USI STRUTTURALI ... 18
1.15. ESPLODITORI TIPO GAZEX INERZIALE PER DISTACCO ARTIFICIALE DI VALANGHE . 20 1.16. ELEMENTI A BASE DI LEGNO ... 25
1.17. PRODOTTI DI PIETRE NATURALI ... 26
2. MODALITÀ DI ESECUZIONE DELLE OPERE EDILIZIE ... 28
2.1. COLLOCAMENTO IN OPERA - NORME GENERALI ... 28
2.2. TRACCIAMENTI ... 28
2.3. SCAVI IN GENERE ... 28
2.4. SCAVI DI SBANCAMENTO ... 29
2.5. SCAVI DI FONDAZIONE... 30
2.6. ARMATURE E SBADACCHIATURE SPECIALI PER GLI SCAVI DI FONDAZIONE ... 31
2.7. PARATIE O CASSERI ... 31
2.8. DEMOLIZIONI ... 32
2.9. OPERE IN CONGLOMERATO CEMENTIZIO ARMATO ... 33
2.10. OPERE E STRUTTURE DI CALCESTRUZZO ... 35
2.11. STRUTTURE IN ACCIAIO ... 39
20_080_PD_R07_Rev1-DisciplinarePrestazionale.docx 3
2.12. MANUFATTI IN FERRO ... 49
2.13. PERFORAZIONE ED INIEZIONI ... 50
2.14. MATERIALI PER OPERE DI SISTEMAZIONE A VERDE... 52
2.15. SEMINAGIONI ... 54
3. MODO DI VALUTARE I LAVORI ... 56
3.1. NORME GENERALI ... 56
3.2. MOVIMENTO DI MATERIE ... 58
3.3. MISURAZIONE DEGLI SCAVI ... 60
3.4. ONERI AGGIUNTI PER GLI SCAVI ... 60
3.5. MURATURE E CONGLOMERATI ... 61
3.6. DEMOLIZIONE DI MURATURE ... 62
3.7. ACCIAIO PER CALCESTRUZZO ... 63
3.8. SEMINAGIONI ... 63
4. COMPENSI INCLUSI NEI PREZZI ... 64
5. INDENNITÀ PER OCCUPAZIONI TEMPORANEE E DANNI ARRECATI ... 66
20_080_PD_R07_Rev1-DisciplinarePrestazionale.docx 4
1. QUALITA DEI MATERIALI E DEI COMPONENTI
1.1. Norme generali - impiego ed accettazione dei materiali
Quale regola generale si intende che i materiali, i prodotti ed i componenti occorrenti per la costruzione delle opere, proverranno da ditte fornitrici o da cave e località che l'Appaltatore riterrà di sua convenienza, purché, ad insindacabile giudizio della Direzione dei Lavori, rispondano alle caratteristiche/prestazioni di cui ai seguenti articoli.
I materiali e i componenti devono corrispondere alle prescrizioni di legge e del presente Capitolato Speciale; essi dovranno essere della migliore qualità e perfettamente lavorati, e possono essere messi in opera solamente dopo l'accettazione della Direzione dei Lavori.
Resta sempre all'Impresa la piena responsabilità circa i materiali adoperati o forniti durante l’esecuzione dei lavori, essendo essa tenuta a controllare che tutti i materiali corrispondano alle caratteristiche prescritte e a quelle dei campioni esaminati, o fatti esaminare, dalla Direzione dei Lavori.
I materiali dovranno trovarsi, al momento dell'uso in perfetto stato di conservazione.
Anche dopo l'accettazione e la posa in opera dei materiali e dei componenti da parte dell'Appaltatore, restano fermi i diritti e i poteri della Stazione Appaltante in sede di collaudo.
L'esecutore che, di sua iniziativa, abbia impiegato materiali o componenti di caratteristiche superiori a quelle prescritte nei documenti contrattuali, o eseguito una lavorazione più accurata, non ha diritto ad aumento dei prezzi e la contabilità è redatta come se i materiali avessero le caratteristiche stabilite.
Nel caso sia stato autorizzato per ragioni di necessità o convenienza, da parte della Direzione dei Lavori, l'impiego di materiali o componenti aventi qualche carenza nelle dimensioni, nella consistenza o nella qualità, ovvero sia stata autorizzata una lavorazione di minor pregio, viene applicata una adeguata riduzione del prezzo in sede di contabilizzazione, sempre che l'opera sia accettabile senza pregiudizio e salve le determinazioni definitive dell'organo di collaudo.
Gli accertamenti di laboratorio e le verifiche tecniche obbligatorie, ovvero specificamente previsti dal capitolato speciale d'appalto, sono disposti dalla Direzione dei Lavori o dall'organo di collaudo, imputando la spesa a carico delle somme a disposizione accantonate a tale titolo nel quadro economico. Per le stesse prove la Direzione dei Lavori provvede al prelievo del relativo campione ed alla redazione di apposito verbale di prelievo; la certificazione effettuata dal laboratorio prove materiali riporta espresso riferimento a tale verbale.
La Direzione dei Lavori o l'organo di collaudo possono disporre ulteriori prove ed analisi ancorché non prescritte nel presente Capitolato ma ritenute necessarie per stabilire l'idoneità dei materiali o dei componenti. Le relative spese sono poste a carico dell'Appaltatore.
Per quanto non espresso nel presente Capitolato Speciale, relativamente all'accettazione, qualità e impiego dei materiali, alla loro provvista, il luogo della loro provenienza e l'eventuale sostituzione di quest'ultimo, si applicano le disposizioni dell'art. 101 comma 3 del D.Lgs. n.
50/2016 e s.m.i. e gli articoli 16, 17, 18 e 19 del Capitolato Generale d'Appalto D.M. 145/2000 e s.m.i.
20_080_PD_R07_Rev1-DisciplinarePrestazionale.docx 5 L'appalto non prevede categorie di prodotti ottenibili con materiale riciclato, tra quelle elencate nell'apposito decreto ministeriale emanato ai sensi dell'art. 2, comma 1 lettera d) del D.M.
dell'ambiente n. 203/2003.
1.2. Impiego materiali con caratteristiche superiori al contratto
L'appaltatore che nel proprio interesse o di sua iniziativa abbia impiegato materiali o componenti di caratteristiche superiori a quelle prescritte nei documenti contrattuali, o eseguito una lavorazione più accurata, non ha diritto ad aumento dei prezzi e la contabilità sarà redatta come se i materiali avessero le caratteristiche contrattuali.
1.3. Impiego di materiali o componenti di minor pregio
Nel caso sia stato autorizzato per ragioni di necessità o convenienza da parte del direttore dei lavori l'impiego di materiali o componenti aventi qualche carenza nelle dimensioni, nella consistenza o nella qualità, ovvero sia stata autorizzata una lavorazione di minor pregio, all’appaltatore deve essere applicata una adeguata riduzione del prezzo in sede di contabilizzazione, sempre che l'opera sia accettabile senza pregiudizio e salve le determinazioni definitive dell'organo di collaudo.
1.4. Materiali riciclati
Per l’impiego di materiali riciclati si applicheranno le disposizioni del D.M. 8 maggio 2003, n. 203:
Norme affinché gli uffici pubblici e le società a prevalente capitale pubblico coprano il fabbisogno annuale di manufatti e beni con una quota di prodotti ottenuti da materiale riciclato nella misura non inferiore al 30% del fabbisogno medesimo.
1.5. Norme di riferimento
I materiali e le forniture da impiegare nella realizzazione delle opere dovranno rispondere alle prescrizioni contrattuali ed in particolare alle indicazioni del progetto esecutivo, ed possedere le caratteristiche stabilite dalle leggi e dai regolamenti e norme UNI vigenti in materia, anche se non espressamente richiamate nel presente capitolato speciale d’appalto.
In assenza di nuove ed aggiornate norme, il direttore dei lavori potrà riferirsi alle norme ritirate o sostitutive. In generale si applicheranno le prescrizioni del presente capitolato speciale d’appalto.
Salvo diversa indicazione, i materiali e le forniture proverranno da quelle località che l'appaltatore riterrà di sua convenienza, purché, ad insindacabile giudizio della direzione lavori, ne sia riconosciuta l'idoneità e la rispondenza ai requisiti prescritti dagli accordi contrattuali.
1.6. Provvista dei materiali
Se gli atti contrattuali non contengono specifica indicazione, l'appaltatore è libero di scegliere il luogo ove prelevare i materiali necessari alla realizzazione del lavoro, purché essi abbiano le
20_080_PD_R07_Rev1-DisciplinarePrestazionale.docx 6 caratteristiche prescritte dai documenti tecnici allegati al contratto. Le eventuali modifiche di tale scelta non comportano diritto al riconoscimento di maggiori oneri, né all'incremento dei prezzi pattuiti.
Nel prezzo dei materiali sono compresi tutti gli oneri derivanti all'appaltatore dalla loro fornitura a piè d'opera, compresa ogni spesa per eventuali aperture di cave, estrazioni, trasporto da qualsiasi distanza e con qualsiasi mezzo, occupazioni temporanee e ripristino dei luoghi.
1.7. Sostituzione dei luoghi di provenienza dei materiali previsti in contratto Qualora gli atti contrattuali prevedano il luogo di provenienza dei materiali, il direttore dei lavori può prescriverne uno diverso, ove ricorrano ragioni di necessità o convenienza.
Nel caso in cui il cambiamento comporterà una differenza in più o in meno del quinto del prezzo contrattuale del materiale, si farà luogo alla determinazione del nuovo prezzo ai sensi degli articoli 163 e 164 del DPR n. 207/2010.
Qualora i luoghi di provenienza dei materiali siano indicati negli atti contrattuali, l'appaltatore non può cambiarli senza l'autorizzazione scritta del direttore dei lavori, che riporti l'espressa approvazione del responsabile del procedimento.
1.8. Accertamenti di laboratorio e verifiche tecniche
Gli accertamenti di laboratorio e le verifiche tecniche obbligatorie, ovvero specificamente previsti dal presente capitolato speciale d'appalto, sono disposti dalla direzione dei lavori, imputando la spesa a carico delle somme a disposizione accantonate a tale titolo nel quadro economico dei lavori in appalto. Per le stesse prove la direzione dei lavori provvederà al prelievo del relativo campione ed alla redazione di apposito verbale di prelievo redatto alla presenza dell’impresa; la certificazione effettuata dal laboratorio prove materiali riporterà espresso riferimento a tale verbale.
Tutte le inerenti spese di prelievo, invio, esecuzione, assistenza, simili e connesse saranno ad esclusivo carico dell'Appaltatore; l'Appaltatore non potrà pretendere alcun compenso né per i materiali asportati né per il ripristino dei materiali eventualmente manomessi per il prelievo dei campioni, prelievo che verrà eseguito in contraddittorio e regolarmente verbalizzato; in tale sede l'Appaltatore avrà la facoltà, sempre che ciò sia compatibile con il tipo e le modalità esecutive della prova, di assistere o di farsi rappresentare alla stessa.
I materiali, inoltre, devono corrispondere a quanto stabilito nel presente Capitolato Speciale e nelle Liste Prezzi: ove esso non preveda espressamente le caratteristiche per l'accettazione dei materiali a piè d'opera, o per le modalità di esecuzione delle lavorazioni, si stabilisce che, in caso di controversia, saranno osservate le norme UNI, le norme CEI, le norme CNR, o di altri enti normatori ufficiali, le quali devono intendersi come requisiti minimi, al di sotto dei quali, e salvo accettazione, verrà applicata una adeguata riduzione del prezzo dell'elenco.
Nel caso di prodotti industriali la rispondenza a questo capitolato può risultare da un attestato di conformità rilasciato dal produttore e comprovato da idonea documentazione e/o certificazione.
20_080_PD_R07_Rev1-DisciplinarePrestazionale.docx 7 La direzione dei lavori potrà disporre ulteriori prove ed analisi ancorché non prescritte dal presente capitolato speciale d'appalto ma ritenute necessarie per stabilire l'idoneità dei materiali o dei componenti. Le relative spese saranno poste a carico dell'appaltatore.
Per le opere strutturali le verifiche tecniche dovranno essere condotte in applicazione delle norme tecniche emanate con D.M 14 gennaio 2008.
1.9. Acqua, calci, cementi ed agglomerati cementizi, pozzolane, gesso
a) Acqua - L'acqua per l'impasto con leganti idraulici dovrà essere limpida, priva di sostanze organiche o grassi e priva di sali (particolarmente solfati e cloruri) in percentuali dannose e non essere aggressiva per il conglomerato risultante. Avrà un pH compreso fra 6 ed 8.
b) Calce. - Le calci aeree ed idrauliche dovranno rispondere ai requisiti di accettazione di cui alle norme vigenti.
La calce grassa in zolle dovrà provenire da calcari puri, essere di recente e perfetta cottura, di colore uniforme, non bruciata, né vitrea, né pigra ad idratarsi ed infine di qualità tale che, mescolata con la sola quantità d'acqua dolce necessaria all'estinzione, si trasformi completamente in una pasta soda a grassetto tenuissimo, senza lasciare residui maggiori del 5% dovuti a parti non bene decarburate, siliciose od altrimenti inerti.
La calce viva, al momento dell'estinzione, dovrà essere perfettamente anidra; sarà rifiutata quella ridotta in polvere o sfiorita, e perciò si dovrà provvedere la calce viva a misura del bisogno e conservarla comunque in luoghi asciutti e ben riparati dall'umidità.
L'estinzione della calce viva dovrà farsi con i migliori sistemi conosciuti ed, a seconda delle prescrizioni della Direzione dei Lavori, in apposite vasche impermeabili rivestite di tavole o di muratura. La calce grassa destinata agli intonaci dovrà essere spenta almeno sei mesi prima dell'impiego.
c) Leganti idraulici. - Le calci idrauliche, i cementi e gli agglomeranti cementizi a rapida o lenta presa da impiegare per qualsiasi lavoro, dovranno corrispondere a tutte le particolari prescrizioni di accettazione di cui alle norme vigenti.
Essi dovranno essere conservati in magazzini coperti su tavolati in legno ben riparati dall'umidità o in sili.
d) Pozzolana. - La pozzolana sarà ricavata da strati mondi da cappellaccio ed esente da sostanze eterogenee o da parti inerti; qualunque sia la sua provenienza dovrà rispondere a tutti i requisiti prescritti dalle norme vigenti.
Per la misurazione, sia a peso che a volume, dovrà essere perfettamente asciutta.
e) Gesso - Il gesso dovrà essere di recente cottura, perfettamente asciutto, di fine macinazione in modo da non lasciare residui sullo staccio di 56 maglie a centimetro quadrato, scevro da materie eterogenee e senza parti alterate per estinzione spontanea. Il gesso dovrà essere conservato in locali coperti, ben riparati dall'umidità e da agenti degradanti. Per l'accettazione valgono i criteri generali dell'articolo "Norme Generali - Accettazione Qualità ed Impiego dei Materiali" e le condizioni di accettazione stabilite dalle norme vigenti.
20_080_PD_R07_Rev1-DisciplinarePrestazionale.docx 8 f) Ghiaia, pietrisco e sabbia. - Le ghiaie, i pietrischi e le sabbie da impiegare nella formazione dei calcestruzzi dovranno corrispondere alle condizioni di accettazione considerate nelle norme di esecuzione delle opere in conglomerato semplice od armato di cui alle norme vigenti.
Le ghiaie ed i pietrischi dovranno essere costituiti da elementi omogenei derivati da rocce resistenti, il più possibile omogenee e non gelive; tra le ghiaie si escluderanno quelle contenenti elementi di scarsa resistenza meccanica, facilmente sfaldabili o rivestite da incrostazioni o gelive.
La sabbia da impiegarsi nelle murature o nei calcestruzzi dovrà essere assolutamente scevra di materie terrose ed organiche e ben lavata. Dovrà essere preferibilmente di qualità silicea proveniente da rocce aventi alta resistenza alla compressione. Dovrà avere forma angolosa ed avere elementi di grossezza variabile da 1 a 5 mm.
La granulometria degli aggregati litici per i conglomerati sarà prescritta dalla Direzione dei Lavori in base alla destinazione, al dosaggio ed alle condizioni della messa in opera dei calcestruzzi. L'Appaltatore dovrà garantire la costanza delle caratteristiche della granulometria per ogni lavoro.
Per i lavori di notevole importanza I'Appaltatore dovrà disporre della serie dei vagli normali atti a consentire alla Direzione dei Lavori i normali controlli.
In linea di massima, per quanto riguarda la dimensione degli elementi dei pietrischi e delle ghiaie questi dovranno essere da 40 a 71 mm per lavori correnti di fondazioni, elevazione, muri di sostegno da 40 a 60 mm se si tratta di volti o getti di un certo spessore da 25 a 40 mm se si tratta di volti o getti di limitato spessore.
Le ghiaie da impiegarsi per formazione di massicciate stradali dovranno essere costituite da elementi omogenei derivati da rocce durissime di tipo costante e di natura consimile fra loro, escludendosi quelle contenenti elementi di scarsa resistenza meccanica o sfaldabili facilmente o gelive o rivestite di incrostazioni.
Il pietrisco, il pietrischetto e la graniglia, secondo il tipo di massicciata da eseguire, dovranno provenire dalla spezzatura di rocce durissime, preferibilmente silicee, a struttura microcristallina, o calcari puri durissimi e di alta resistenza alla compressione, all'urto, all'abrasione, al gelo ed avranno spigolo vivo: e dovranno essere scevri di materie terrose, sabbia o comunque materie eterogenee.
Qualora la roccia provenga da cave nuove o non accreditate da esperienze specifiche di enti pubblici e che per natura e formazione non diano affidamento sulle sue caratteristiche, è necessario effettuare su campioni prelevati in cava, che siano significativi ai fini della coltivazione della cava, prove di compressione e di gelività.
Quando non sia possibile ottenere il pietrisco da cave di roccia, potrà essere consentita per la formazione di esso l'utilizzazione di massi sparsi in campagna o ricavabili da scavi, nonché di ciottoloni o massi ricavabili da fiumi o torrenti sempreché siano provenienti da rocce di qualità idonea.
I materiali suindicati, le sabbie e gli additivi dovranno corrispondere alle norme di accettazione emanate dal Consiglio Nazionale delle Ricerche. Le graniglie saranno quelle indicate nelle norme di buona tecnica per la tipologia edilizia in oggetto.
20_080_PD_R07_Rev1-DisciplinarePrestazionale.docx 9 Di norma si useranno le seguenti pezzature:
1) pietrisco da 40 a 71 mm ovvero da 40 a 60 mm, se ordinato, per la costruzione di massicciate all'acqua cilindrate;
2) pietrisco da 25 a 40 mm (eccezionalmente da 15 a 30 mm granulometria non unificata) per l'esecuzione di ricarichi di massicciate e per materiali di costipamento di massicciate (mezzanello);
3) pietrischetto da 15 a 25 mm per l'esecuzione di ricarichi di massicciate per conglomerati bituminosi e per trattamenti con bitumi fluidi;
4) pietrischetto da 10 a 15 mm per trattamenti superficiali, penetrazioni, semipenetrazioni e pietrischetti bitumati;
5) graniglia normale da 5 a 20 mm per trattamenti superficiali, tappeti bitumati, strato superiore di conglomerati bituminosi;
6) graniglia minuta da 2 a 5 mm di impiego eccezionale e previo specifico consenso della Direzione dei Lavori per trattamenti superficiali; tale pezzatura di graniglia, ove richiesta, sarà invece usata per conglomerati bituminosi.
Nella fornitura di aggregato grosso per ogni pezzatura sarà ammessa una percentuale in peso non superiore al 5% di elementi aventi dimensioni maggiori o minori di quelle corrispondenti ai limiti di prescelta pezzatura, purché, per altro, le dimensioni di tali elementi non superino il limite massimo o non siano oltre il 10% inferiori al limite minimo della pezzatura fissata.
Gli aggregati grossi non dovranno essere di forma allungata o appiattita (lamellare).
g) Pietrame. - Le pietre naturali da impiegarsi nella muratura e per qualsiasi altro lavoro dovranno corrispondere ai requisiti richiesti dalle norme in vigore e dovranno essere a grana compatta ed ognuna monda da cappellaccio, esenti da piani di sfaldamento, senza screpolature, peli, venature, interclusioni di sostanze estranee; dovranno avere dimensioni adatte al particolare loro impiego ed offrire una resistenza proporzionata all'entità della sollecitazione cui devono essere assoggettate.
Saranno escluse le pietre alterabili all'azione degli agenti atmosferici e dell'acqua corrente.
Le pietre da taglio, oltre a possedere gli accennati requisiti e caratteri generali, dovranno essere sonore alla percussione, immuni da fenditure e litoclasi e di perfetta lavorabilità.
Il profilo dovrà presentare una resistenza alla compressione non inferiore a 1600 kg/cm² ed una resistenza all'attrito radente (Dorry) non inferiore a quella del granito di S. Fedelino, preso come termine di paragone.
h) Materiali ferrosi. - I materiali ferrosi da impiegare nei lavori dovranno essere esenti da scorie, soffiature, brecciature, paglie o da qualsiasi altro difetto apparente o latente di fusione, laminazione, trafilatura, fucinatura e simili.
Essi dovranno rispondere a tutte le condizioni previste dalle vigenti disposizioni legislative, dal D.M. 14 gennaio 2008, nonché dalle norme UNI vigenti e presentare inoltre, a seconda della loro qualità, i seguenti requisiti:
20_080_PD_R07_Rev1-DisciplinarePrestazionale.docx 10 1° Ferro. - Il ferro comune dovrà essere di prima qualità, eminentemente duttile e tenace e di marcatissima struttura fibrosa. Esso dovrà essere malleabile, liscio alla superficie esterna, privo di screpolature, senza saldature aperte e senza altre soluzioni di continuità.
2° Acciaio dolce laminato. - L'acciaio extradolce laminato (comunemente chiamato ferro omogeneo) dovrà essere eminentemente dolce e malleabile, perfettamente lavorabile a freddo ed a caldo, senza presentare screpolature od alterazioni; dovrà essere saldabile e non suscettibile di prendere la tempra.
Alla rottura dovrà presentare struttura finemente granulare ed aspetto sericeo.
3° Acciaio fuso in getti. - L'acciaio in getti per cuscinetti, cerniere, rulli di ponti e per qualsiasi altro lavoro, dovrà essere di prima qualità, esente da soffiature e da qualsiasi altro difetto.
4° L'acciaio sagomato ad alta resistenza dovrà essere del tipo qualificato e controllato e con caratteristiche conformi al D.M. 14 gennaio 2008.
Le caratteristiche e le modalità degli acciai ad aderenza migliorata saranno quelle indicate nel D.M. 14 gennaio 2008.
5° Ghisa. - La ghisa dovrà essere di prima qualità e di seconda fusione, dolce, tenace, leggermente malleabile, facilmente lavorabile con la lima e con lo scalpello; di frattura grigia, finemente granosa e perfettamente omogenea, esente da screpolature, vene, bolle, sbavature, asperità ed altri difetti capaci di menomarne la resistenza. Dovrà essere inoltre perfettamente modellata.
E' assolutamente escluso l'impiego di ghise fosforose.
i) Legname. - I legnami, da impiegare in opere stabili o provvisorie, di qualunque essenza essi siano, dovranno rispondere a tutte le prescrizioni della vigente normativa, saranno provveduti tra le più scelte qualità della categoria prescritta e non presenteranno difetti incompatibili con l'uso a cui sono destinati.
I requisiti e le prove dei legnami saranno quelli contenuti nelle vigenti norme UNI.
Il tavolame dovrà essere ricavato dalle travi più dritte, affinché le fibre non riescano mozze dalla sega e si ritirino nelle connessure. I legnami rotondi o pali dovranno provenire dal vero tronco dell'albero e non dai rami, dovranno essere sufficientemente dritti, in modo che la congiungente i centri delle due basi non debba uscire in alcun punto del palo; dovranno essere scortecciati per tutta la loro lunghezza e conguagliati alla superficie; la differenza fra i diametri medi delle estremità non dovrà oltrepassare i 15 millesimi della lunghezza, né il quarto del maggiore dei due diametri.
Nei legnami grossolanamente squadrati ed a spigolo smussato, tutte le facce dovranno essere spianate e senza scarniture, tollerandosene l'alburno o lo smusso in misura non maggiore di un sesto del lato della sezione trasversale.
I legnami a spigolo vivo dovranno essere lavorati e squadrati a sega con le diverse facce esattamente spianate, senza rientranze o risalti, e con gli spigoli tirati a filo vivo, senza alburno né smusso di sorta.
20_080_PD_R07_Rev1-DisciplinarePrestazionale.docx 11 Prove dei materiali
In correlazione a quanto prescritto circa la qualità e le caratteristiche dei materiali per la loro accettazione, l'Appaltatore sarà obbligato a prestarsi in ogni tempo alle prove dei materiali impiegati o da impiegarsi, nonché a quelle di campioni di lavori eseguiti, da prelevarsi in opera, sottostando a tutte le spese di prelevamento ed invio di campioni ad Istituto Sperimentale debitamente riconosciuto.
L'Appaltatore sarà tenuto a pagare le spese per dette prove, secondo le tariffe degli istituti stessi.
Dei campioni potrà essere ordinata la conservazione nel competente Ufficio Dirigente, munendoli di sigilli e firma della Direzione dei lavori e dell'Appaltatore, nei modi più adatti a garantire l'autenticità.
1.10. Materiali inerti per conglomerati cementizi e per malte
1) Tutti gli inerti da impiegare nella formazione degli impasti destinati alla esecuzione di opere in conglomerato cementizio semplice od armato devono corrispondere alle condizioni di accettazione stabilite dalle norme vigenti in materia.
2) Gli aggregati per conglomerati cementizi, naturali e di frantumazione, devono essere costituiti da elementi non gelivi e non friabili, privi di sostanze organiche, limose ed argillose, di getto, ecc., in proporzioni non nocive all'indurimento del conglomerato o alla conservazione delle armature.
3) La ghiaia o il pietrisco devono avere dimensioni massime commisurate alle caratteristiche geometriche della carpenteria del getto ed all'ingombro delle armature. La sabbia per malte dovrà essere priva di sostanze organiche, terrose o argillose, ed avere dimensione massima dei grani di 2 mm per murature in genere, di 1 mm per gli intonaci e murature di paramento o in pietra da taglio.
4) Gli additivi per impasti cementizi, come da norma UNI EN 934, si intendono classificati come segue: fluidificanti; aeranti; ritardanti; acceleranti; fluidificanti-aeranti; fluidificanti-ritardanti;
fluidificanti- acceleranti; antigelo-superfluidificanti. Per le modalità di controllo ed accettazione la Direzione dei Lavori potrà far eseguire prove od accettare, secondo i criteri dell'articolo
"Norme Generali - Accettazione Qualità ed Impiego dei Materiali", l'attestazione di conformità alle norme UNI EN 934, UNI EN 480 (varie parti).
5) I conglomerati cementizi per strutture in cemento armato dovranno rispettare tutte le prescrizioni di cui al D.M. 14 gennaio 2008 e relative circolari esplicative.
Per quanto non espressamente contemplato, si rinvia alla seguente normativa tecnica: UNI EN 934 (varie parti), UNI EN 480 (varie parti), UNI EN 13055-1.
Tutti i prodotti e/o materiali di cui al presente articolo, qualora possano essere dotati di marcatura CE secondo la normativa tecnica vigente, dovranno essere muniti di tale marchio.
1.11. Calcestruzzo per Usi Strutturali, Armato e non, Normale e Precompresso.
Controllo di Accettazione
La Direzione dei Lavori ha l'obbligo di eseguire controlli sistematici in corso d'opera per verificare la conformità delle caratteristiche del calcestruzzo messo in opera rispetto a quello stabilito dal progetto e sperimentalmente verificato in sede di valutazione preliminare.
20_080_PD_R07_Rev1-DisciplinarePrestazionale.docx 12 Il controllo di accettazione va eseguito su miscele omogenee e si configura, in funzione del quantitativo di calcestruzzo in accettazione come previsto dal D.M. 14 gennaio 2008.
Il prelievo dei provini per il controllo di accettazione va eseguito alla presenza della Direzione dei Lavori o di un tecnico di sua fiducia che provvede alla redazione di apposito verbale di prelievo e dispone l'identificazione dei provini mediante sigle, etichettature indelebili, ecc.; la certificazione effettuata dal laboratorio prove materiali deve riportare riferimento a tale verbale.
La domanda di prove al laboratorio deve essere sottoscritta dalla Direzione dei Lavori e deve contenere precise indicazioni sulla posizione delle strutture interessate da ciascun prelievo.
Le prove non richieste dalla Direzione dei Lavori non possono fare parte dell'insieme statistico che serve per la determinazione della resistenza caratteristica del materiale.
Le prove a compressione vanno eseguite conformemente alle norme UNI EN 12390-3.
I certificati di prova emessi dai laboratori devono contenere almeno:
- l'identificazione del laboratorio che rilascia il certificato;
- una identificazione univoca del certificato (numero di serie e data di emissione) e di ciascuna sua pagina, oltre al numero totale di pagine;
- l'identificazione del committente dei lavori in esecuzione e del cantiere di riferimento;
- il nominativo della Direzione dei Lavori che richiede la prova;
- la descrizione, l'identificazione e la data di prelievo dei campioni da provare;
- la data di ricevimento dei campioni e la data di esecuzione delle prove;
- l'identificazione delle specifiche di prova o la descrizione del metodo o procedura adottata, con l'indicazione delle norme di riferimento per l'esecuzione della stessa;
- le dimensioni effettivamente misurate dei campioni provati, dopo eventuale rettifica;
- le modalità di rottura dei campioni;
- la massa volumica del campione;
- i valori di resistenza misurati.
Per gli elementi prefabbricati di serie, realizzati con processo industrializzato, sono valide le specifiche indicazioni di cui al punto 11.8.3.1 del D.M. 14 gennaio 2008.
L'opera o la parte di opera non conforme ai controlli di accettazione non può essere accettata finché la non conformità non sia stata definitivamente rimossa dal costruttore, il quale deve procedere ad una verifica delle caratteristiche del calcestruzzo messo in opera mediante l'impiego di altri mezzi d'indagine, secondo quanto prescritto dalla Direzione dei Lavori e conformemente a quanto indicato nel punto 11.2.6. del D.M. 14 gennaio 2008. Qualora gli ulteriori controlli confermino i risultati ottenuti, si procederà ad un controllo teorico e/o sperimentale della sicurezza della struttura interessata dal quantitativo di calcestruzzo non conforme, sulla base della resistenza ridotta del calcestruzzo.
Ove ciò non fosse possibile, ovvero i risultati di tale indagine non risultassero soddisfacenti si può dequalificare l'opera, eseguire lavori di consolidamento ovvero demolire l'opera stessa.
20_080_PD_R07_Rev1-DisciplinarePrestazionale.docx 13 I “controlli di accettazione” sono obbligatori ed il collaudatore è tenuto a controllarne la validità, qualitativa e quantitativa; ove ciò non fosse, il collaudatore è tenuto a far eseguire delle prove che attestino le caratteristiche del calcestruzzo, seguendo la medesima procedura che si applica quando non risultino rispettati i limiti fissati dai “controlli di accettazione”.
Per calcestruzzo confezionato con processo industrializzato, la Direzione dei Lavori, è tenuta a verificare quanto prescritto nel punto 11.2.8. del succitato decreto ed a rifiutare le eventuali forniture provenienti da impianti non conformi; dovrà comunque effettuare le prove di accettazione previste al punto 11.2.5 del D.M. e ricevere, prima dell'inizio della fornitura, copia della certificazione del controllo di processo produttivo.
Per produzioni di calcestruzzo inferiori a 1500 m3 di miscela omogenea, effettuate direttamente in cantiere, mediante processi di produzione temporanei e non industrializzati, la stessa deve essere confezionata sotto la diretta responsabilità del costruttore. La Direzione dei Lavori deve avere, prima dell'inizio delle forniture, evidenza documentata dei criteri e delle prove che hanno portato alla determinazione della resistenza caratteristica di ciascuna miscela omogenea di conglomerato, così come indicato al punto 11.2.3 del D.M. 14 gennaio 2008.
1.12. Acciaio
Prescrizioni Comuni a tutte le Tipologie di Acciaio
Gli acciai per l'armatura del calcestruzzo normale devono rispondere alle prescrizioni contenute nel vigente D.M. attuativo della legge 1086/71 (D.M. 14 gennaio 2008) e relative circolari esplicative.
E' fatto divieto di impiegare acciai non qualificati all'origine.
Forniture e documentazione di accompagnamento
Tutte le forniture di acciaio, per le quali non sussista l'obbligo della Marcatura CE, devono essere accompagnate dalla copia dell'attestato di qualificazione del Servizio Tecnico Centrale.
Il riferimento a tale attestato deve essere riportato sul documento di trasporto.
Le forniture effettuate da un commerciante intermedio devono essere accompagnate da copia dei documenti rilasciati dal Produttore e completati con il riferimento al documento di trasporto del commerciante stesso.
La Direzione dei Lavori prima della messa in opera, è tenuta a verificare quanto sopra indicato ed a rifiutare le eventuali forniture non conformi, ferme restando le responsabilità del produttore.
Le forme di controllo obbligatorie
Le nuove Norme Tecniche per le Costruzioni per tutti gli acciai prevedono tre forme di controllo obbligatorie (D.M. 14 gennaio 2008 paragrafo 11.3.1):
- in stabilimento di produzione, da eseguirsi sui lotti di produzione;
- nei centri di trasformazione, da eseguirsi sulle forniture;
20_080_PD_R07_Rev1-DisciplinarePrestazionale.docx 14 - di accettazione in cantiere, da eseguirsi sui lotti di spedizione.
A tale riguardo si definiscono:
- lotti di produzione: si riferiscono a produzione continua, ordinata cronologicamente mediante apposizione di contrassegni al prodotto finito (rotolo finito, bobina di trefolo, fascio di barre, ecc.).
Un lotto di produzione deve avere valori delle grandezze nominali omogenee (dimensionali, meccaniche, di formazione) e può essere compreso tra 30 e 120 t;
- forniture: sono lotti formati da massimo 90 t, costituiti da prodotti aventi valori delle grandezze nominali omogenee;
- lotti di spedizione: sono lotti formati da massimo 30 t, spediti in un’unica volta, costituiti da prodotti aventi valori delle grandezze nominali omogenee.
La marcatura e la rintracciabilità dei prodotti qualificati
Ciascun prodotto qualificato deve essere costantemente riconoscibile, per quanto concerne le caratteristiche qualitative, e rintracciabile, per quanto concerne lo stabilimento di produzione.
Il marchio indelebile deve essere depositato presso il servizio tecnico centrale e deve consentire, in maniera inequivocabile, di risalire:
- all’azienda produttrice;
- allo stabilimento;
- al tipo di acciaio e alla sua eventuale saldabilità.
Per stabilimento si intende una unità produttiva a sé stante, con impianti propri e magazzini per il prodotto finito. Nel caso di unità produttive multiple appartenenti allo stesso produttore, la qualificazione deve essere ripetuta per ognuna di esse e per ogni tipo di prodotto in esse fabbricato.
Considerata la diversa natura, forma e dimensione dei prodotti, le caratteristiche degli impianti per la loro produzione, nonché la possibilità di fornitura sia in pezzi singoli sia in fasci, differenti possono essere i sistemi di marchiatura adottati, anche in relazione all’uso, quali, per esempio, l’impressione sui cilindri di laminazione, la punzonatura a caldo e a freddo, la stampigliatura a vernice, la targhettatura, la sigillatura dei fasci e altri. Permane, comunque, l’obbligatorietà del marchio di laminazione per quanto riguarda le barre e i rotoli.
Ogni prodotto deve essere marchiato con identificativi diversi da quelli di prodotti aventi differenti caratteristiche ma fabbricati nello stesso stabilimento, e con identificativi differenti da quelli di prodotti con uguali caratteristiche ma fabbricati in altri stabilimenti, siano essi o meno dello stesso produttore. La marchiatura deve essere inalterabile nel tempo e senza possibilità di manomissione.
Per quanto possibile, anche in relazione all’uso del prodotto, il produttore è tenuto a marcare ogni singolo pezzo. Ove ciò non sia possibile, per la specifica tipologia del prodotto, la marcatura deve essere tale che, prima dell’apertura dell’eventuale ultima e più piccola confezione (fascio, bobina, rotolo, pacco, ecc.), il prodotto sia riconducibile al produttore, al tipo di acciaio, nonché al lotto di produzione e alla data di produzione.
20_080_PD_R07_Rev1-DisciplinarePrestazionale.docx 15 Tenendo presente che gli elementi determinanti della marcatura sono la sua inalterabilità nel tempo e l’impossibilità di manomissione, il produttore deve rispettare le modalità di marcatura denunciate nella documentazione presentata al servizio tecnico centrale, e deve comunicare tempestivamente le eventuali modifiche apportate.
Il prodotto di acciaio non può essere impiegato in caso di:
- mancata marcatura;
- non corrispondenza a quanto depositato;
- illeggibilità, anche parziale, della marcatura.
Eventuali disposizioni supplementari atte a facilitare l’identificazione e la rintracciabilità del prodotto attraverso il marchio possono essere emesse dal servizio tecnico centrale.
In caso di mancata sottoscrizione della richiesta di prove da parte della Direzione dei Lavori, le certificazioni emesse dal laboratorio ufficiale non possono assumere valenza ai sensi delle Norme Tecniche per le Costruzioni, e di ciò ne deve essere fatta esplicita menzione sul certificato stesso.
Il caso della unità marcata scorporata. Le ulteriori indicazioni della Direzione dei Lavori per le prove di laboratorio
Può accadere che durante il processo costruttivo, presso gli utilizzatori, presso i commercianti o presso i trasformatori intermedi, l’unità marcata (pezzo singolo o fascio) venga scorporata, per cui una parte, o il tutto, perda l’originale marcatura del prodotto. In questo caso, tanto gli utilizzatori quanto i commercianti e i trasformatori intermedi, oltre a dover predisporre idonee zone di stoccaggio, hanno la responsabilità di documentare la provenienza del prodotto mediante i documenti di accompagnamento del materiale e gli estremi del deposito del marchio presso il servizio tecnico centrale.
In tal caso, i campioni destinati al laboratorio incaricato delle prove di cantiere devono essere accompagnati dalla sopraindicata documentazione e da una dichiarazione di provenienza rilasciata dalla Direzione dei Lavori.
Conservazione della documentazione d’accompagnamento
I produttori, i successivi intermediari e gli utilizzatori finali devono assicurare una corretta archiviazione della documentazione di accompagnamento dei materiali garantendone la disponibilità per almeno dieci anni, e devono mantenere evidenti le marcature o le etichette di riconoscimento per la rintracciabilità del prodotto.
Indicazione del marchio identificativo nei certificati delle prove meccaniche
Tutti i certificati relativi alle prove meccaniche degli acciai, sia in stabilimento che in cantiere o nel luogo di lavorazione, devono riportare l’indicazione del marchio identificativo, rilevato a cura del laboratorio incaricato dei controlli, sui campioni da sottoporre a prove.
20_080_PD_R07_Rev1-DisciplinarePrestazionale.docx 16 Ove i campioni fossero sprovvisti del marchio identificativo, oppure il marchio non dovesse rientrare fra quelli depositati presso il servizio tecnico centrale, il laboratorio dovrà tempestivamente informare di ciò il servizio tecnico centrale e la Direzione dei Lavori.
Le certificazioni così emesse non possono assumere valenza ai fini della vigente normativa, il materiale non può essere utilizzato e la Direzione dei Lavori deve prevedere, a cura e spese dell’impresa, l’allontanamento dal cantiere del materiale non conforme.
Forniture e documentazione di accompagnamento: Attestato di Qualificazione
Le nuove norme tecniche stabiliscono che tutte le forniture di acciaio devono essere accompagnate dall’attestato di qualificazione del servizio tecnico centrale (D.M. 14 gennaio 2008 paragrafo 11.3.1.5).
L’Attestato di Qualificazione può essere utilizzato senza limitazione di tempo, inoltre deve riportare il riferimento al documento di trasporto.
Le forniture effettuate da un commerciante o da un trasformatore intermedio devono essere accompagnate da copia dei documenti rilasciati dal produttore e completati con il riferimento al documento di trasporto del commerciante o trasformatore intermedio.
La Direzione dei Lavori, prima della messa in opera, è tenuta a verificare quanto sopra indicato e a rifiutare le eventuali forniture non conformi.
Centri di trasformazione
Il Centro di trasformazione, impianto esterno alla fabbrica e/o al cantiere, fisso o mobile, che riceve dal produttore di acciaio elementi base (barre o rotoli, reti, lamiere o profilati, profilati cavi, ecc.) e confeziona elementi strutturali direttamente impiegabili in cantiere, pronti per la messa in opera o per successive lavorazioni, può ricevere e lavorare solo prodotti qualificati all'origine, accompagnati dalla documentazione prevista dalle norme vigenti.
La Direzione dei Lavori è tenuta a verificare la conformità a quanto indicato al punto 11.3.1.7 del D.M. 14 gennaio 2008 e a rifiutare le eventuali forniture non conformi, ferme restando le responsabilità del centro di trasformazione. Della documentazione di cui sopra dovrà prendere atto il collaudatore, che riporterà, nel Certificato di collaudo, gli estremi del centro di trasformazione che ha fornito l'eventuale materiale lavorato.
Rintracciabilità dei prodotti
Il centro di trasformazione può ricevere e lavorare solo prodotti qualificati all’origine, accompagnati dall’attestato di qualificazione del servizio tecnico centrale.
Particolare attenzione deve essere posta nel caso in cui nel centro di trasformazione vengano utilizzati elementi base, comunque qualificati, ma provenienti da produttori differenti, attraverso specifiche procedure documentate che garantiscano la rintracciabilità dei prodotti.
Documentazione di accompagnamento e verifiche della Direzione dei Lavori
20_080_PD_R07_Rev1-DisciplinarePrestazionale.docx 17 Tutti i prodotti forniti in cantiere dopo l’intervento di un trasformatore devono essere accompagnati da idonea documentazione che identifichi in modo inequivocabile il centro di trasformazione stesso. In particolare, ogni fornitura in cantiere di elementi presaldati, presagomati o preassemblati deve essere accompagnata:
- da dichiarazione, su documento di trasporto, degli estremi dell’attestato di avvenuta dichiarazione di attività, rilasciato dal servizio tecnico centrale, recante il logo o il marchio del centro di trasformazione;
- dall’attestazione inerente l’esecuzione delle prove di controllo interno fatte eseguire dal direttore tecnico del centro di trasformazione, con l’indicazione dei giorni nei quali la fornitura è stata lavorata. Qualora la Direzione dei Lavori lo richieda, all’attestazione di cui sopra potrà seguire copia dei certificati relativi alle prove effettuate nei giorni in cui la lavorazione è stata effettuata.
La Direzione dei Lavori è tenuta a verificare quanto sopra indicato e a rifiutare le eventuali forniture non conformi, ferme restando le responsabilità del centro di trasformazione. Della documentazione di cui sopra dovrà prendere atto il collaudatore statico, che deve riportare nel certificato di collaudo statico gli estremi del centro di trasformazione che ha fornito l’eventuale materiale lavorato.
1.13. Armature per calcestruzzo
Gli acciai per l'armatura del calcestruzzo normale devono rispondere alle prescrizioni contenute nel vigente D. M. attuativo della legge 1086/71 (D.M. 14 gennaio 2008) e relative circolari esplicative.
E' fatto divieto di impiegare acciai non qualificati all'origine.
Forniture e documentazione di accompagnamento
Tutte le forniture di acciaio, per le quali non sussista l'obbligo della Marcatura CE, devono essere accompagnate dalla copia dell’attestato di qualificazione del Servizio Tecnico Centrale.
Il riferimento a tale attestato deve essere riportato sul documento di trasporto.
Le forniture effettuate da un commerciante intermedio devono essere accompagnate da copia dei documenti rilasciati dal Produttore e completati con il riferimento al documento di trasporto del commerciante stesso.
Il Direttore dei Lavori prima della messa in opera, è tenuto a verificare quanto sopra indicato ed a rifiutare le eventuali forniture non conformi, ferme restando le responsabilità del produttore.
Centri di trasformazione
Il Centro di trasformazione, impianto esterno alla fabbrica e/o al cantiere, fisso o mobile, che riceve dal produttore di acciaio elementi base (barre o rotoli, reti, lamiere o profilati, profilati cavi, ecc.) e confeziona elementi strutturali direttamente impiegabili in cantiere, pronti per la messa in opera o per successive lavorazioni, può ricevere e lavorare solo prodotti qualificati all’origine, accompagnati dalla documentazione prevista dalle norme vigenti.
20_080_PD_R07_Rev1-DisciplinarePrestazionale.docx 18 Il Direttore dei Lavori è tenuto a verificare la conformità a quanto indicato al punto 11.3.1.7 del D.M. 14 gennaio 2008 e a rifiutare le eventuali forniture non conformi, ferme restando le responsabilità del centro di trasformazione. Della documentazione di cui sopra dovrà prendere atto il collaudatore, che riporterà, nel Certificato di collaudo, gli estremi del centro di trasformazione che ha fornito l’eventuale materiale lavorato.
1.14. Acciaio per usi strutturali
Prescrizioni per gli acciai per usi strutturali
L'acciaio, costituito da una lega ferro-carbonio, si distingue in funzione della percentuale di carbonio presente in peso; in particolare si suddividono in: acciai dolci (C=0,15%-0,25%), acciai semiduri, duri e durissimi (C>0,75%).
Gli acciai per usi strutturali, denominati anche acciai da costruzione o acciai da carpenteria hanno un tenore di carbonio indicativamente compreso tra 0,1% e 0,3%. Il carbonio infatti, pur elevando la resistenza, riduce sensibilmente la duttilità e la saldabilità del materiale; per tale motivo gli acciai da costruzione devono essere caratterizzati da un basso tenore di carbonio.
I componenti dell'acciaio, comprensivi del ferro e del carbonio, non dovranno comunque superare i valori limite percentuali specificati nella normativa europea UNI EN 10025-5 (per i laminati).
A tal proposito gli acciai vengono suddivisi in "legati" e "non legati", a seconda se l'acciaio considerato contiene tenori della composizione chimica che rientrano o meno nei limiti della UNI EN 10020 per i singoli elementi costituenti.
Per la realizzazione di strutture metalliche e di strutture composte si dovranno in tutti i casi utilizzare acciai conformi alle norme armonizzate della serie UNI EN 10025 (per i laminati), UNI EN 10210 (per i tubi senza saldatura) e UNI EN 10219-1 (per i tubi saldati), e già recanti la Marcatura CE secondo norma UNI EN 1090-1.
Per le tipologie dei manufatti realizzati mediante giunzioni saldate, il costruttore dovrà essere certificato secondo la norma UNI EN ISO 3834 (parte 2 e 4).
Per l’accertamento delle caratteristiche meccaniche indicate nel seguito, il prelievo dei saggi, la posizione nel pezzo da cui essi devono essere prelevati, la preparazione delle provette e le modalità di prova devono rispondere alle prescrizioni delle norme UNI EN ISO 377, UNI EN ISO 6892-1 e UNI EN ISO 148-1.
In sede di progettazione si possono assumere convenzionalmente i seguenti valori nominali delle proprietà del materiale:
- modulo elastico E = 210.000 N/mm2
- modulo di elasticità trasversale G = E / [2 (1 + ν)] N/mm2 - coefficiente di Poisson ν = 0,3
- coefficiente di espansione termica lineare α = 12 x 10-6 per °C-1 - (per temperature fino a 100 °C)
- densità ρ = 7850 kg/m3
20_080_PD_R07_Rev1-DisciplinarePrestazionale.docx 19 Sempre in sede di progettazione, per gli acciai di cui alle norme europee UNI EN 10025, UNI EN 10210 ed UNI EN 10219-1, si possono assumere nei calcoli i valori nominali delle tensioni caratteristiche di snervamento fyk e di rottura ftk riportati nelle tabelle seguenti.
Laminati a caldo con profili a sezione aperta
Norme e qualità degli acciai
Spessore nominale dell'elemento
t ≤ 40 mm 40 mm < t ≤ 80 mm
fyk [N/mm2] ftk [N/mm2] fyk [N/mm2] ftk [N/mm2] UNI EN 10025-2
S 235 S 275 S 355 S 450
235 275 355 440
360 430 510 550
215 255 335 420
360 410 470 550 UNI EN 10025-3
S 275 N/NL S 355 N/NL S 420 N/NL S 460 N/NL
275 355 420 460
390 490 520 540
255 335 390 430
370 470 520 540 UNI EN 10025-4
S 275 M/ML S 355 M/ML S 420 M/ML S 460 M/ML
275 355 420 460
370 470 520 540
255 335 390 430
360 450 500 530 UNI EN 10025-5
S 235 W S 355 W
235 355
360 510
215 335
340 490
Laminati a caldo con profili a sezione cava
20_080_PD_R07_Rev1-DisciplinarePrestazionale.docx 20 Norme e qualità degli
acciai
Spessore nominale dell'elemento
t ≤ 40 mm 40 mm < t ≤ 80 mm
fyk [N/mm2] ftk [N/mm2] fyk [N/mm2] ftk [N/mm2] UNI EN 10210-1
S 235 H S 275 H S 355 H
S 275 NH/NLH S 355 NH/NLH S 420 NH/NLH S 460 NH/NLH
235 275 355
275 355 420 460
360 430 510
390 490 540 560
215 255 335
255 335 390 430
360 410 470
370 470 520 550 UNI EN 10219-1
S 235 H S 275 H S 355 H
S 275 NH/NLH S 355 NH/NLH
S 275 MH/MLH S 355 MH/MLH S 420 MH/MLH S 460 MH/MLH
235 275 355
275 355
275 355 420 460
360 430 510
370 470
360 470 500 530
1.15. Esploditori tipo Gazex inerziale per distacco artificiale di valanghe Elementi dimensionali
Gli sforzi di progettoi sono i seguenti:
Spinta teorica sulla base del basamento a monte
Altitudine GAZEX® 1.5 m3 GAZEX® 1.5 m3 GAZEX® 3.0 m3
1000 m 25.8 t 40.7 t 72.6 t
20_080_PD_R07_Rev1-DisciplinarePrestazionale.docx 21
2000 m 23.5 t 37.0 t 66.0 t
3000 m 21.0 t 33.3 t 59.4 t
Spinta ed energia teorica sul basamento a valle
Sforzi GAZEX® 1.5 m3 GAZEX® 1.5 m3 GAZEX® 3.0 m3
Massa del contrappeso 0.76 t 2.0 t 4.0 t
Energia alla ricaduta 850 J 1 600 J 3 200 J
forzi massimi alla ricaduta 11 t 20 t 40 t
Sforzo teorico statico di trazione su un ancoraggio a monte
GAZEX® 1.5 m3 GAZEX® 1.5 m3 GAZEX® 3.0 m3
6 t 8 t
I tipi di ancoraggi sono i seguenti:
Diametri degli ancoraggi del basamento a monte
GAZEX® 1.5 m3 GAZEX® 1.5 m3 GAZEX® 3.0 m3
GEWI 25 mm Fe 500 MPa
GEWI 25 mm Fe 500 MPa
GEWI 32 mm Fe 500 MPa
I diametri di perforazione e le lunghezze di ancoraggi devono essere adattati alla natura dei terreni e al modo di fissaggio raccomandato, conformemente allo studio geotecnico e ai piani di esecuzione.
Sterri
• Realizzare gli sterri conformemente alle prescrizioni:
- dello studio geotecnico di fattibilità (missione tipo G12 secondo la norma NFP94-500);
- del pre-dimensionamento delle fondazioni (missione tipo G2 secondo la norma NFP94- 500);
- degli schemi di esecuzione (armatura e armatura metallica) (missione tipo G3 secondo la norma NFP94-500).
• Convalidare all’inizio del cantiere, con il geotecnico, le ipotesi geotecniche considerate, se è necessario con una perforazione preliminare, al livello del basamento a monte e/o del
20_080_PD_R07_Rev1-DisciplinarePrestazionale.docx 22 basamento a valle. In caso di mancata conformità o di dubbi, informare immediatamente il direttore dei lavori e il geotecnico.
• Sistemare appena possibile la sagoma per verificare il corretto allineamento tra il basamento a monte e il basamento a valle.
• Decapare la terra vegetale e i blocchi sospesi al livello dei basamenti a monte e a valle, le assise devono essere più sane e più regolari possibile: evitare gli affioramenti rocciosi superiori a 10 cm.
• Mantenere una striscia sufficiente tra il basamento a valle e il pendio: 0.3 m minimo, variabile a seconda della natura dei terreni.
• Gli sterri costituiscono un punto d’arresto; devono essere convalidati sul terreno dal direttore dei lavori o dal geotecnico.
• Man mano che il cantiere va avanti, fornire le schede di controllo degli scavi.
Ancoraggi
• I diametri, le profondità di ancoraggio, i modi di murare e le prescrizioni di operazione sono definiti dallo studio geotecnico (missione tipo G2 secondo la norma NFP94-500).
• Murare gli ancoraggi del basamento a monte e ancoraggi complementari del basamento a valle (se c’è ne sono) con della resina poliestere o con della colla di cemento, conformemente agli elementi forniti dallo studio geotecnico. La resina deve essere usata solo su della roccia compatta e senza fratture importanti.
Le caratteristiche minimali dei prodotti per murare gli ancoraggi sono le seguenti:
Resina Colla di cemento
- di tipo poliestere o epossidico - assenza di ritiro
- resistenza minimale in compressione:
Fc 1 = 45 MPa Fc 3 = 55 MPa
- cemento CPA CEM II 52,5 (cfr. norme NF EN 197-1 et NF 197-2)
- cemento a debole ritiro: CP2 - rapporto C/E ³ 2
- resistenze minimali in compressione:
Fc 7 = 25 Mpa Fc 28 = 35 Mpa
• Quando si fa la perforazione degli ancoraggi, verificare la conformità della natura dei terreni e delle profondità con le ipotesi geotecniche. In caso di mancata conformità (faglie, vuoti, arrivi di acque, …), avvertire immediatamente il direttore dei lavori e il geotecnico.
• Utilizzo della resina: rispettare imperativamente le condizioni di immagazzinamento e il modo operatorio del fornitore e mescolare i componenti con un’impastatrice elettrica.
• Soffiar via sulle perforazioni prima di murare e proteggere le teste delle perforazioni con dei tappi stagni.
• All’occorrenza, realizzare un compenso di fissaggio a muro per raggiungere la superficie del terreno naturale.
• Man mano che il cantiere va avanti, fornire le schede di controllo degli ancoraggi.
Barre di collegamento
• Installare le barre di collegamento quando almeno uno dei due basamenti è fondato in terreno friabile (riferirsi alle prescrizioni dello studio geotecnico).
20_080_PD_R07_Rev1-DisciplinarePrestazionale.docx 23
• Queste barre sono di tipo GEWI Æ 25 mm con delle piastre d’appoggio + bulloni. È possibile utilizzare i cavi di acciaio galvanizzati con anima metallica a patto che la loro tensione sia di 1 t al minimo.
• Le barre devono essere protette con una vernice anticorrosiva di tipo Freibitume HV 700 NF equivalente.
Armature metalliche – armature
• Realizzare l’armatura metallica del basamento a monte e del basamento a valle conformemente ai piani di esecuzione. Si dovrà tener conto degli affioramenti rocciosi dovuti all’adattamento dei basamenti di fondazione tra il profilo teorico e il terreno.
• Verificare che tutti gli acciai siano saldati bene e/o allacciati. All’occorrenza rinforzare i collegamenti (non buttare le legature sul basamento).
• All’occorrenza aggiungere, un’armatura metallica di « cucito » (reticolo saldato) su tutto il basamento, in particolare al livello degli affioramenti rocciosi (vuoti).
• Armatura: rispettare un ricoprimento minimo degli acciai di 5 cm, con delle zeppe (di plastica o di cemento) di ricoprimento adattate.
• Verificare il sostegno delle armature e la continuità con il terreno da incasso. La parte anteriore dell’armatura del basamento a monte non deve fare la « pancia » quando si fa il calcestruzzo.
• Assicurarsi della pulizia delle armature prima di fare il calcestruzzo: assise ripulite prima, niente residui di armatura o di armatura metallica.
• Proteggere le armature se c’è brutto tempo (telone di plastica).
• Verificare l’inclinazione a 17° dell’armatura a monte/verticale (tolleranza: ±3°).
• La preparazione dell’armatura metallica – installazione dell’armatura costituisce un punto d’arresto; deve essere convalidato sul terreno dal direttore dei lavori.
Basamento cemento armato
• Il calcestruzzo deve essere conforme alla norma NF EN 206-1:BPS (calcestruzzo a proprietà specificate).
- Classe d’esposizione XF3 (zona di gelo severo);
- Resistenza in compressione semplice a 28 giorni: 30/37 MPa;
- Classe di consistenza S3 (molto plastica / cedimento da 100 a 150 mm);
- Classe di cloruro Cl 0.40.
• Il cemento deve essere di tipo CPA CEM 52.5 / CP2 (debole ritiro).
• Vibrare obbligatoriamente il calcestruzzo quando si fa l’operazione, con un ago vibrante che deve essere sceso fino in fondo all’armatura (verificare la compatibilità del diametro rispetto all’armatura metallica).
• Realizzare le misure e le prove seguenti sul calcestruzzo fresco: temperatura dell’aria, cedimento o « slump test » (norma NF EN 12350-2) e tenore in aria occlusa (norma NF EN 12350-7) per ogni consegna di calcestruzzo.
• Misure e prove su calcestruzzo indurito: preparare 6 provette per ogni consegna di calcestruzzo destinate a realizzare 3 prove di resistenza in compressione semplice a 7 giorni e 3 prove a 28 giorni (norma NF EN 12390-3).
• Se si fa il betonaggio quando fa freddo (sotto i 5 gradi) si dovranno seguire delle prescrizioni particolari rispetto al gelo: dosaggio di cemento aumentato, aggiunto di un acceleratore di presa al calcestruzzo, isolamento delle armature (legno di preferenza), utilizzo di un impianto di riscaldamento per mantenere la temperatura, ecc. Tali prescrizioni saranno definite con il direttore dei lavori.
• Realizzare un pendio a valle o un doppio pendio sulla parte superiore del basamento a monte per facilitare l’evacuazione dell’acqua.
• Il disarmo non deve essere fatto prima delle 48 ore al minimo, anche più tardi se fa freddo (fino a 5 giorni a una temperatura di 0°), da convalidare a seconda delle temperature.
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• Proteggere la parte superiore dei basamenti cemento armato a monte e a valle (facce orizzontali) con un prodotto idrofugo di superficie. Prodotti raccomandati (rivestimento o malta): sika malta fondazione, 228 Lankolastic, o equivalente (evitare i rivestimenti asfaltici).
Rispettare le condizioni di uso del fornitore.
• Ripristino dei difetti del calcestruzzo, se ci sono piccole bolle o piccoli difetti di superficie in particolare, con i prodotti seguenti: Sider Cim, 228 Lankolastic, 101 Parenduit, 103 Lankomur, o equivalente. Rispettare le condizioni di uso del fornitore.
• Dopo aver gettato il cemento, fornire la scheda di controllo del betonaggio, il buono di consegna del calcestruzzo e i risultati delle prove di compressione a 7 e 28 giorni sul calcestruzzo.
Canalizzazioni
• La profondità di interramento minima da rispettare è di 30 cm.
• Il pendio minimo da rispettare è del 5%.
• La sistemazione delle canalizzazioni in aereo deve rispettare una distanza tra flange di 4 m al massimo. Potrà essere ridotta fino ad 1 m, a seconda della morfologia del terreno.
• Proteggere le canalizzazioni aeree: contro i roditori (guaina metallica), contro l’ondulazione della neve e contro le cadute di blocchi (fodero TPC Ø 110 mm).
• Se l’arrivo delle canalizzazioni al GAZEX® si fa dall’alto: prevedere di passare le canalizzazioni sotto l’apparecchio affinché gli scarichi siano posizionati sul punto più basso.
• Fissare le canalizzazioni flessibili sul basamento a monte: prevedere una flangia sul lato del basamento (o sulla roccia) per riprendere gli sforzi legati all’ondulazione della neve.
• Prevedere uno scarico completo delle canalizzazioni, prima del raccordo al GAZEX®. Fare un controllo sistematico degli scarichi prima le prove di tiro.
Mettere in pressione le canalizzazioni per assicurarsi che non ci siano perdite.
Per questo, montare un manometro all'estremità della canalizzazione e iniettare dall’altra estremità del propano o dell’ossigeno a seconda della destinazione della canalizzazione alla pressione di servizio delle cisterne. Un gas a vostra scelta può essere usato ma stare attento al fatto che le particelle non prendano fuoco al contatto dell’ossigeno.
Le pressioni devono stare stabili durante 15 minuti.
• Materializzare ogni scarico sul terreno con un dispositivo convalidato dal direttore dei lavori.
• Prevedere uno scarico di almeno 2 m di lunghezza ad ogni punto basso.
• Fornire, la scheda di controllo delle canalizzazioni.
Montaggio
• Sistemare le rondelle Belleville sugli ancoraggi del basso nel caso in cui il fusto sia installato prima il betonaggio, per evitare il problema di ritiro del calcestruzzo.
• Stringere e resinare tutti i bulloni di ancoraggio con della resina poliestere.
• Il contrappeso deve essere centrato correttamente sul basamento a valle; la tolleranza di scentratura è di 10 cm al massimo rispetto all’asse del basamento.
• Installate l’asse di guida del contrappeso, sia conservando un’impronta al momento di colare il cemento, sia col carotaggio del calcestruzzo dopo averlo colato. L’asse di guida deve essere murato con della resina su 35 cm ± 1 cm. La tolleranza sull’angolo dell’asse rispetto alla verticale è di 1°.
• I terreni poco stabili possono necessitare la sistemazione di protezioni del basamento a valle per evitare l’accumulazione di materiali: fascine, rete metallica di protezione, ecc., definite dal geotecnico o dal direttore dei lavori.
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• Lavori di rifinitura:
- Togliere tutti gli elementi di armatura e la gommapiuma isolante;
- Tagliare le barre di fissaggio dell’armatura alla base del calcestruzzo e rivestirle di vernice anticorrosiva;
- Mettere una vernice anticorrosiva sulle barre di ancoraggio non protette.
• Evacuare tutti gli scarti e lasciare il sito pulito.
1.16. Elementi a base di legno
Si intendono quei prodotti derivanti dalla lavorazione e/o trasformazione del legno.
I legnami, da impiegare in opere stabili o provvisorie, di qualunque essenza essi siano, dovranno rispondere a tutte le prescrizioni della vigente normativa, saranno provveduti tra le più scelte qualità della categoria prescritta e non presenteranno difetti incompatibili con l'uso a cui sono destinati; i requisiti e le prove dei legnami saranno quelli contenuti nelle vigenti norme UNI.
Il legname non deve presentare nessun difetto che ne possa compromettere il valore d'uso. In qualunque caso non è ammessa la presenza nel legno di insetti, larve, uova, muffe o fenomeni di marcescenza, non sono ammissibili le cipollature del legno, i nodi risultanti dall'inserzione di rami stroncati o ammalati, la fibratura elicoidale, i cretti formatisi in conseguenza al gelo o a fulmini, le perforazioni dovute al vischio.
Se non specificato in progetto o richiesto dalla Direzione dei Lavori, si dovranno utilizzare specie che diano legni con ottime caratteristiche di stabilità in riferimento al rigonfiamento e al ritiro conseguente alle variazioni di umidità.
La fornitura di legname dovrà corrispondere alle dimensioni e caratteristiche specificate in progetto, con una tolleranza del diametro o dello spessore di ± 2 mm e di ± 5 mm per la lunghezza o larghezza.
Il legname non dovrà avere umidità superiore al 15% misurata secondo la norma UNI 8829.
Tutto il legname dovrà essere protetto dall'attacco di funghi, insetti e marcescenza, mediante trattamenti impregnanti in autoclave sotto vuoto a pressione, con sostanze chimiche adeguate, che siano di lunga durata e che non rilascino nell'ambiente sostanze nocive per l'uomo o per la vegetazione. Su richiesta della Direzione dei Lavori, l'Appaltatore dovrà presentare il certificato del prodotto da impiegare che riporti il nome e l'indirizzo dell'esecutore del trattamento, la data del trattamento, le sostanze utilizzate con i relativi certificati di controllo da parte di Istituti qualificati e le quantità impiegate.
Nel caso in cui la Direzione dei Lavori lo autorizzi, i trattamenti potranno essere eseguiti in cantiere, le sostanze usate dovranno essere munite di un certificato di controllo da parte di un Istituto qualificato, che ne attesti l'efficacia e le modalità di utilizzo.
Il legname da utilizzare come tutore per le piante, dovrà essere appuntito sul lato con il diametro maggiore, diritto, oltre ad avere tutte le caratteristiche sopradescritte.
20_080_PD_R07_Rev1-DisciplinarePrestazionale.docx 26 1.17. Prodotti di pietre naturali
La terminologia utilizzata (come da norma UNI EN 12670) ha il significato di seguito riportato, le denominazioni commerciali devono essere riferite a campioni, atlanti, ecc.
Pietre naturali
Le pietre naturali da impiegare per la muratura o per qualsiasi altro lavoro dovranno essere di grana compatta ed esenti da piani di sfaldamento, screpolature, venature ed inclusioni di sostanze estranee; inoltre, dovranno avere dimensioni adatte al particolare tipo di impiego, offrire una resistenza proporzionata all'entità delle sollecitazioni cui dovranno essere sottoposte e possedere un'efficace capacità di adesione alle malte. Il carico di sicurezza a compressione non dovrà mai superare il 20% del rispettivo carico di rottura. Saranno escluse, salvo specifiche prescrizioni, le pietre gessose ed in generale tutte quelle che potrebbero subire alterazioni per l'azione degli agenti atmosferici o dell'acqua corrente.
Pietra
Roccia da costruzione e/o da decorazione, di norma non lucidabile.
A questa categoria appartengono rocce di composizione mineralogica svariatissima, non inseribili in alcuna classificazione. Esse sono riconducibili ad uno dei due gruppi seguenti:
- rocce tenere e/o poco compatte;
- rocce dure e/o compatte.
Esempi di pietre del primo gruppo sono: varie rocce sedimentarie (calcareniti, arenarie a cemento calcareo, ecc.), varie rocce piroclastiche, (peperini, tufi, ecc.); al secondo gruppo appartengono le pietre a spacco naturale (quarziti, micascisti, gneiss lastroidi, ardesie, ecc.), e talune vulcaniti (basalti, trachiti, leucititi, ecc.).
Per gli altri termini usati per definire il prodotto in base alle forme, dimensioni, tecniche di lavorazione ed alla conformazione geometrica, vale quanto riportato nella norma UNI EN 12670 e UNI EN 14618.
I prodotti di cui sopra devono rispondere a quanto segue:
a) appartenere alla denominazione commerciale e/o petrografica indicata nel progetto, come da norma UNI EN 12407 oppure avere origine del bacino di estrazione o zona geografica richiesta nonché essere conformi ad eventuali campioni di riferimento ed essere esenti da crepe, discontinuità, ecc. che riducano la resistenza o la funzione;
b) avere lavorazione superficiale e/o finiture indicate nel progetto e/o rispondere ai campioni di riferimento; avere le dimensioni nominali concordate e le relative tolleranze;
c) delle seguenti caratteristiche il fornitore dichiarerà i valori medi (ed i valori minimi e/o la dispersione percentuale):