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Valutazione della sicurezza sismica in edifici storici. Il caso della scuola

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Academic year: 2023

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Tesi di Laurea Magistrale

Valutazione della sicurezza sismica in edifici storici

Il caso della scuola "E. De Amicis – A. Manzoni" in Alessandria

Relatore: Candidato:

prof. Rosario Ceravolo Paolo Motrassini

Correlatori:

prof. Carlo Caldera

ing. Valentina Daffonchio

Anno accademico 2018/2019

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presentare, eseguire e recitare questo materiale con qualsiasi mezzo e formato alle se- guenti condizioni:

• Attribuzione: bisogna attribuire la paternità dell’opera nei modi indicati dall’au- tore o da colui al quale è stata data quest’opera in licenza.

• Non commerciale: non si può usare quest’opera per fini commerciali.

• Non opere derivate: non si può alterare o trasformare quest’opera, né usarla per crearne un’altra.

Ogni volta che si usa o si distribuisce quest’opera lo si deve fare secondo i termini di questa licenza cha va comunicata con chiarezza.

In ogni caso si possono concordare con il titolare dei diritti d’autore utilizzi di quest’opera non consentiti da questa licenza.

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Indice

1. Introduzione ... 5

2. Normativa di riferimento ... 7

3. Conoscenza del manufatto... 9

3.1 Identificazione della costruzione ... 10

3.1.1 MODULO A - Anagrafico identificativo ... 10

3.1.2 MODULO B – Fattori di sensibilità ... 21

3.2 Rilievo geometrico della costruzione nello stato attuale ... 25

3.2.1 MODULO C – Morfologia degli elementi ... 25

3.3 Analisi storica degli eventi e degli interventi subiti ... 32

3.4 Rilievo materico costruttivo e lo stato di conservazione... 41

3.4.1 MODULO D – Stato di conservazione ... 46

3.5 Caratterizzazione meccanica dei materiali ... 53

3.6 Conoscenza del sottosuolo e delle strutture di fondazione ... 54

4. Livello di conoscenza e fattore di confidenza ... 57

5. Inquadramento sismico ... 59

6. Valutazione dell’azione sismica ... 63

6.1 Vita nominale di progetto, classi d’uso e periodo di riferimento ... 64

6.2 Categorie di sottosuolo e condizioni topografiche ... 65

6.3 Valutazione dello spettro di risposta elastico in accelerazione... 66

7. Valutazione delle azioni diverse da quella sismica ... 71

8. Valutazione della sicurezza sismica ... 77

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8.1 Livelli di valutazione della sicurezza sismica ... 77

8.2 Descrizione del modello per la valutazione della sicurezza sismica LV1 ... 79

8.3 Calcolo della resistenza secondo due direzioni in pianta ai diversi piani ... 79

8.4 Determinazione di 𝑺𝒆,𝑺𝑳𝑽 per il piano e la direzione più vulnerabile al sisma 89 8.5 Determinazione dell’indice di sicurezza sismica 𝑰𝑺,𝑺𝑳𝑽 ... 92

8.6 Valutazione della sicurezza sismica dei meccanismi locali più significativi ... 95

8.7 Valutazione della sicurezza sismica di elementi non strutturali ... 132

9. Aspetti da approfondire ... 135

9.1 Caratterizzazione geotecnica del sottosuolo ... 135

9.2 Caratterizzazione della muratura ... 137

9.3 Individuazione di elementi e particolari costruttivi ... 140

9.4 Verifica delle vulnerabilità degli elementi non strutturali ... 144

10. Stima dei costi dei livelli di conoscenza ... 147

10.1 Costo del livello di conoscenza LC1 ... 149

10.2 Costo del livello di conoscenza LC2 ... 153

10.3 Costo del livello di conoscenza LC3 ... 159

11. Conclusioni ... 165

12. Appendice A – Tavole allegate ... 171

13. Appendice B – Restituzione degli elementi schedati ... 173

14. Fonti bibliografiche e sitografia ... 239

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Desidero ringraziare il Lions Club Alessandria Host e l’Amministrazione Comunale di Alessandria senza i quali la presente tesi non sarebbe stata possibile: in particolare, l’In- gegnere Valentina Daffonchio, ex presidente del Lions Club Alessandria Host, e l’Archi- tetto Lia Barbesino, funzionario dell’Ufficio Tecnico del Comune di Alessandria, per la disponibilità avuta nei miei confronti.

Vorrei anche ringraziare tutte le persone a me più care che pensano di aver contri- buito anche in piccola parte al raggiungimento di questo traguardo.

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5

1. Introduzione

Il presente studio si pone come obbiettivo la valutazione della sicurezza sismica di un edificio storico in muratura, oggi sede della scuola “E. De Amicis – A. Manzoni” di Ales- sandria. Trattandosi di un bene storico, visto anche il numero rilevante di manufatti di questo genere sul territorio alessandrino, la valutazione della sicurezza sismica svolta è da intendersi come strumento di pianificazione per l’attuazione di politiche di preven- zione sismica su scala territoriale. Quest’aspetto è molto importante da evidenziare in quanto una valutazione eseguita a tale scopo viene svolta ricorrendo a metodologie semplificate che quindi non permettono il progetto di un intervento.

I risultati di queste analisi hanno però il pregio di permettere una quantificazione della vulnerabilità sismica del manufatto e di fornire anche degli utili termini di paragone che consentono di stabilire, a livello territoriale, un ordine di priorità per i futuri inter- venti sul patrimonio tutelato. Il tutto è reso possibile grazie all’adozione di questi modelli semplificati che, essendo definiti in funzione del tipo di manufatto (strutture con pareti di spina ed orizzontamenti intermedi, strutture con grandi aule senza orizzontamenti, strutture a prevalente sviluppo verticale e strutture ad arco), forniscono delle valuta- zioni omogenee e comparabili per le tipologie più diffuse di edifici esistenti tutelati.

All’interno della tesi si possono individuare differenti risultati, alcuni qualitativi altri invece quantitativi. I risultati qualitativi si trovano in particolar modo nei moduli di resti- tuzione delle operazioni propedeutiche alla cosiddetta conoscenza del manufatto. Essi, pur essendo dei risultati qualitativi, non sono meno importanti di quelli quantitativi per- ché proprio a partire dai risultati qualitativi del percorso di conoscenza del manufatto è stato possibile individuare le situazioni di criticità presenti.

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6

I risultati quantitativi invece riguardano la definizione della sicurezza sismica del bene oggetto di studio. Le verifiche che hanno portato a questi risultati hanno riguardato sia la valutazione globale della sicurezza sismica che la determinazione dei margini di sicurezza nei confronti dei meccanismi di collasso locali più significativi. I risultati di que- ste verifiche hanno lo scopo di definire la vulnerabilità del manufatto nei confronti dell’azione sismica di riferimento per lo stato limite considerato. In generale la vulnera- bilità sismica si può definire come il rapporto tra l’accelerazione al suolo che porta al raggiungimento dello stato limite considerato e quella corrispondente al periodo di ri- torno di riferimento per lo stato limite preso in esame. Questi risultati, confrontati con quelli di manufatti esistenti analoghi per tipologia di struttura, consentono di indivi- duare quali beni richiedano interventi in tempi brevi e quali invece possano attendere considerati i maggiori margini di sicurezza.

Oltre alla mera valutazione della sicurezza sismica al termine del presente studio si è svolta un’analisi critica degli aspetti che richiedono ulteriori indagini e, al fine di fornire degli spunti per ulteriori sviluppi, si è svolta anche una stima sommaria dei costi che presumibilmente si dovranno sostenere qualora si scegliesse di raggiungere un certo li- vello di conoscenza del manufatto durante la progettazione di eventuali interventi di miglioramento sismico.

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2. Normativa di riferimento

Attualmente in Italia, nell’ambito delle costruzioni, la normativa a cui attenersi è conte- nuta all’interno delle Norme tecniche per le costruzioni approvate con il Decreto Mini- steriale del 17 Gennaio 2018. Trattando il problema della valutazione della sicurezza si- smica di costruzioni storiche in muratura, si è seguita l’impostazione fornita dalla Diret- tiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9 Febbraio 2011 la quale però è stata redatta con riferimento alla normativa che in quell’epoca era in vigore ovvero le Norme tecniche per le costruzioni approvate con il Decreto Ministeriale del 14 Gennaio 2008 e la Circolare n. 617 del 2 Febbraio 2009 del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.

Vista l’attuale assenza di analoghi provvedimenti a corredo delle vigenti Norme tec- niche delle costruzioni, si è scelto di considerare per l’intero studio i seguenti riferimenti normativi:

• Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9 Febbraio 2011 – “Valuta- zione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale con riferimento alle Norme tecniche per le costruzioni di cui al decreto del Ministero delle Infrastrut- ture e dei Trasporti del 14 Gennaio 2008” – successivamente indicata come “Di- rettiva”;

• Circolare del 2 Febbraio 2009 n. 617 del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici –

“Istruzioni per l’applicazione delle nuove Norme tecniche per le costruzioni di cui al Decreto Ministeriale 14 Gennaio 2008” – successivamente indicata come “Cir- colare”;

• Decreto Ministeriale del 14 Gennaio 2008 – “Nuove Norme tecniche per le co- struzioni” – successivamente indicate come “NTC08”.

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Questa scelta è stata fatta con l’intento di mantenere le originarie relazioni tra i sud- detti documenti al fine di garantire una certa coerenza metodologica. Infatti, le NTC08 e la Circolare costituiscono il riferimento generale a cui attenersi per tutto quanto non esplicitamente indicato nella Direttiva.

La Direttiva ha lo scopo di fornire delle linee guida utili per adattare i concetti validi per le costruzioni non tutelate alle esigenze e peculiarità del patrimonio storico. In par- ticolare, trattandosi di beni architettonici di valore storico e/o artistico, gli stati limite di riferimento vengono ridefiniti in quanto essi non devono solamente considerare le esi- genze di salvaguardia del manufatto, dell’incolumità delle persone e di funzionalità bensì anche le esigenze di protezione dai danni dei beni di valore artistico presenti nel manufatto. Inoltre, la tutela dell’integrità originaria del manufatto si scontra spesso con l’incremento dei livelli di sicurezza sismica perciò le NTC08, per i beni culturali tutelati, ammettono anche solamente gli interventi di miglioramento sismico che quindi non ne- cessariamente permettono di raggiungere i livelli richiesti dalle norme stesse.

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3. Conoscenza del manufatto

Nel momento in cui si studia una costruzione esistente e in particolare una costruzione storica in muratura è essenziale, al fine di svolgere un’adeguata valutazione della sicu- rezza sismica, non solo conoscere le caratteristiche attuali del bene, ma anche quelle originarie in questo modo si riescono ad evidenziare le modifiche intercorse nel tempo che potrebbero richiedere particolari attenzioni.

La conoscenza dettagliata delle caratteristiche di una costruzione storica è un ob- biettivo difficile da perseguire perché, essendo un bene storico, è necessario preser- varne l’integrità e quindi pensare di poter svolgere una completa campagna di indagini può risultare troppo invasivo. Per questo motivo, nel tempo, si sono affinate delle tec- niche di analisi e di interpretazione dei manufatti storici che permettono di ottenere una valutazione della sicurezza sismica degli edifici storici facendo impiego di differenti livelli di approfondimento della conoscenza del manufatto. Ovviamente, il grado di accura- tezza del modello impiegato per la stima della sicurezza sismica del bene è direttamente legato al grado di approfondimento delle operazioni di rilievo, delle ricerche storiche e delle indagini sperimentali.

Il percorso di conoscenza che si è intrapreso ha seguito pedissequamente quanto indicato nella Direttiva, esso può essere ricondotto alle seguenti attività descritte in det- taglio nei successivi paragrafi:

• identificazione della costruzione

• rilievo geometrico della costruzione nello stato attuale

• analisi storica degli eventi e degli interventi subiti

• rilievo materico costruttivo e stato di conservazione

• caratterizzazione meccanica dei materiali

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• conoscenza del sottosuolo e delle strutture di fondazione.

3.1 Identificazione della costruzione

Questa prima fase del percorso di conoscenza del manufatto ha un carattere piuttosto generale in quanto consiste in un primo rilievo schematico del manufatto e della sua corretta identificazione sul territorio, con particolare attenzione al rapporto che esso ha con l’intorno. Durante quest’attività è anche necessario individuare eventuali elementi di pregio il cui danneggiamento porterebbe ad una perdita in termini di valore culturale del bene. La localizzazione spaziale di questi elementi di pregio è propedeutica anche all’individuazione di zone del manufatto in cui poter eseguire le eventuali indagini spe- rimentali o gli eventuali interventi di rinforzo.

La Direttiva indica di restituire i risultati di questa fase di conoscenza seguendo lo schema dei moduli A e B dell’Allegato A della stessa.

3.1.1 MODULO A - Anagrafico identificativo

In questo modulo sono riportate le informazioni relative alla denominazione, alla topo- nomastica e all’inquadramento catastale del bene al fine di individuare in modo univoco la fabbrica.

A1. Qualificazione giuridica del soggetto proprietario

STATO Italia

REGIONE Piemonte

PROVINCIA Alessandria

COMUNE Alessandria

DENOMINAZIONE GIURIDICA Ente pubblico A2. Riferimenti del soggetto proprietario

DENOMINAZIONE Comune di Alessandria

CODICE FISCALE 00429440068

INDIRIZZO Alessandria, Piazza della Libertà, 1 A3. Denominazione del bene

NOME PROPRIO Istituto comprensivo “E. De Amicis – A. Manzoni”

CODICE FISCALE 96051780060

CODICE MECCANOGRAFICO ALIC82700E

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11 A4. Toponomastica

REGIONE Piemonte

PROVINCIA Alessandria

COMUNE Alessandria

INDIRIZZO Piazza Vittorio Veneto, 5

A5. Coordinate geografiche

SISTEMA DI RIFERIMENTO ETRF2000 epoca 2008.0 / UTM zone 32N

X [m] 469932.450

Y[m] 4973183.069

ALTITUDINE [m s.l.m.] 95

Figura 1 – Individuazione del manufatto rispetto all’ambiente circostante (link per la visualizzazione online)

A6. Dati catastali

CATASTO Fabbricati

CODICE COMUNALE A182

NUMERO DEL FOGLIO DI MAPPA 268 NUMERO DELLA PARTICELLA 4990

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12 A7. Confinanti

L’immobile confina a Sud con via Marsala, a Est con via Cremona, a Ovest con piazza Vittorio Veneto e a Nord con piazza Giovanni XXIII ed alcune unità immobiliari individua- bili dai seguenti dati catastali.

CATASTO Fabbricati

CODICE COMUNALE A182

NUMERO DEL FOGLIO DI MAPPA 268

NUMERO DELLA PARTICELLA 5380, 966, 3214, 5683 A8. Periodo di realizzazione

L’intervento più recente che interessò globalmente il manufatto fu nel 1997 e ad esso si può attribuire la consistenza attuale del bene.

Per maggiori dettagli sull’evoluzione della fabbrica si rimanda al paragrafo 3.3 in cui sono riportati gli interventi che plausibilmente hanno portato all’attuale consistenza dell’edificio. Infatti, il manufatto nel tempo ha subito numerose mutazioni: alcune por- zioni del fabbricato odierno utilizzano persino alcuni locali dell’area conventuale dell’Or- dine dei frati predicatori impiantata nel XIII secolo1.

A9. Destinazione d’uso attuale

La categoria d’uso del manufatto è riconducibile ai servizi per l’istruzione in quanto ospita l’Istituto comprensivo “E. De Amicis – A. Manzoni” al cui interno vi sono: la scuola dell’infanzia “Aquilone”, la scuola primaria “E. De Amicis” ed infine la scuola secondaria di 1° grado “A. Manzoni”.

Le scuole “E. De Amicis” e “Aquilone” sono situate nell’edificio delimitato da via Marsala, dal cortile interno accessibile dalla stessa via e da piazza Vittorio Veneto men- tre la scuola “A. Manzoni” occupa la porzione rimanente del manufatto ovvero la parte di edificio posta all’angolo di via Cremona con Via Marsala e il braccio di collegamento tra i due corpi di fabbrica appena citati.

1Perin, A., & Solarino, C. (2007). Chiese, conventi e luoghi pii della città di Alessandria. Alessandria: Edi- zioni dell'Orso.

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Figura 2 – Identificazione dei differenti usi specifici del manufatto

A10. Documentazione fotografica

A seguire sono riportate alcune fotografie che mostrano il bene in una visione del tutto generale, qualora vi sia la necessità di una documentazione fotografica più approfondita si rimanda alle tavole 05, 06, 07 in allegato.

Figura 3 – Prospetto dell’ingresso della scuola “A. Manzoni” (ripresa grandangolare da via Cremona) LEGENDA

Scuola “A. Manzoni”

Scuole “E. De Amicis” e “Aquilone”

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Figura 4 – Vista dell’edificio che ospita la scuola “A. Manzoni” (ripresa dall’angolo di via Cremona con via Marsala)

Figura 5 – Cortile interno accessibile da via Marsala

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Figura 6 – Vista dell’edificio delle scuole “E. De Amicis” e “Aquilone” (ripresa dall’angolo di via Marsala con piazza Vittorio Veneto)

Figura 7 – Sottotetto dell’edificio delle scuole “E. De Amicis” e “Aquilone”

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Figura 8 – Interno del locale adibito a palestra utilizzato sia dalla scuola “A. Manzoni” che “E. De Amicis”

Figura 9 – Cortile interno della scuola d’infanzia “Aquilone”

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Figura 10 – Corridoio interno della scuola “A. Manzoni”

Figura 11 – Interno delle scuole “E. De Amicis” e “Aquilone”

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Figura 12 – Interno del locale interrato al di sotto del braccio di collegamento dei due corpi di fabbrica

A11. Stralcio planimetrico – scala 1:1000

Figura 13 – Stralcio planimetrico del foglio di mappa catastale

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19 A12. Descrizione morfologica

La costruzione si articola in due piani fuori terra ed un piano interrato. La struttura è realizzata in muratura portante, gli orizzontamenti sono realizzati in parte in lateroce- mento e in parte con strutture voltate di differente geometria. La palestra costruita negli anni '60 è l'unica porzione della fabbrica che risulta realizzata con un telaio in calce- struzzo armato. Le coperture sono realizzate con struttura in legno a due falde di tipo spingente; la copertura della palestra costruita negli anni ’90 è invece realizzata con pan- nelli di alluminio coibentato su intelaiatura in acciaio strutturale.

Per quanto riguarda la geometria del fabbricato, esso è irregolare sia in elevazione che in pianta ed inoltre non risulta essere un corpo isolato in quanto a Nord è addossato ad altri fabbricati.

L'edificio non mostra elementi di pregio culturale però sicuramente risulta caratte- rizzato da alcuni elementi architettonici. L’elemento più degno di nota è la facciata su via Cremona [Figura 3] la quale rappresenta una chiara testimonianza dell’epoca di co- struzione della porzione di fabbricato di cui fa parte, infatti mostra un netto stile neo- classico tipico dell’architettura ottocentesca. Dal punto di vista degli elementi costruttivi anche tutto il sistema di volte: a botte, a padiglione, a crociera e a vela, vanno preservati in quanto rappresentano comunque una testimonianza delle tecniche costruttive del passato.

A13. Presenza di elementi di pregio

All’interno del manufatto non sono stati individuati elementi di pregio culturale intesi come all’art. 11, comma 1, lettera a) del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 – Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137. La mancanza di elementi di pregio culturali nell’ex area conventuale è frutto an- che della vendita all’asta degli arredi fissi, dei mobili e dei libri inventariati dal governo francese nel 18022.

2 Perin, A., & Solarino, C. (2007). Chiese, conventi e luoghi pii della città di Alessandria. Alessandria: Edi- zioni dell'Orso.

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20 A14. Altra documentazione

Figura 14 – Foglio di mappa del centro storico di Alessandria3

Figura 15 – Stralcio fuori scala della tavola 21 del P.R.G.C. della città di Alessandria

3 Archivio storico comunale di Alessandria, serie III n°2266 foglio 6 (1876 circa). Archivio di Stato di Ales- sandria.

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21 A15. Valutazione d’interesse culturale

Il manufatto in esame non è presente nell’elenco dei beni piemontesi sottoposti a tutela con decreto di vincolo espresso4 però resta comunque valido quanto previsto all’art. 10 del Codice dei beni culturali5. Il bene di conseguenza risulta sottoposto a tutela, almeno fino a quando non venga effettuata la verifica prevista dall’art. 12 del Codice dei beni culturali, in quanto è un bene di proprietà pubblica avente più di 70 anni.

3.1.2 MODULO B – Fattori di sensibilità

Questo modulo ha lo scopo di determinare le relazioni tra il manufatto ed il contesto territoriale al fine di classificare particolari fattori di sensibilità.

B1. Caratteristiche dimensionali

SUPERFICIE COPERTA 3815 m2

ALTEZZA MASSIMA IN GRONDA 11.45 m NUMERO DI PIANI ENTROTERRA 1 NUMERO DI PIANI FUORI TERRA 2

EIDOTIPO vedi tavole 01, 02, 03, 07 in allegato B2. Localizzazione

Volendo dare una breve descrizione delle caratteristiche ambientali e geografiche della città di Alessandria si può dire che è situata nella pianura alluvionale formata dai fiumi Tanaro e Bormida, in particolare in prossimità dell’immissione del torrente Bormida nel fiume Tanaro.

La città costituisce un importante nodo autostradale e ferroviario in quanto è situata in posizione centrale rispetto le tre grandi città: Torino, Genova e Milano.

Il manufatto è localizzato nel centro urbano di Alessandria, in particolare è situato in prossimità della Cattedrale dei Santi Pietro e Marco. L’edificio, secondo il Piano Rego- latore Generale Comunale della Città di Alessandria approvato con deliberazione della Giunta Regionale il 7 febbraio 2000, n.36-29308, rettificato con deliberazione della Giunta Regionale n.13-29915 e successiva modificazione di febbraio 2016, ricade nell’area soggetta a tutela per presenza di elementi archeologici [Figura 15].

4 http://www.sabap-al.beniculturali.it/index.php/attivita/vincoli

5 D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 – Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137.

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Il bene oggetto di studio è posto a 1 km dalla destra idrografica del fiume Tanaro ed è raggiungibile sfruttando la rete stradale secondaria perché dista circa 285 m dalla cen- tralissima piazza della Libertà. Inoltre, la costruzione è prossima alla stazione ferroviaria e all’ospedale di Alessandria.

Le attività antropiche svolte nelle zone limitrofe all’immobile sono prevalentemente di carattere terziario.

B3. Terreno e fondazioni

Il manufatto, come già anticipato, è posto in una zona pianeggiante di origine alluvio- nale. Le caratteristiche geomorfologiche del terreno di fondazione non sono note a causa della mancanza di indagini geognostiche in situ.

Volendo però dare una classificazione generale al terreno di fondazione, con riferi- mento a quanto riportato nella Carta Geologica d’Italia6 [Figura 16], si può concludere che si tratta di alluvioni prevalentemente argillose attribuibili alle alluvioni postglaciali e in parte al fluviale recente. Ovviamente, queste informazioni sono reperite da una car- tografia geologica di piccola scala per cui non è possibile individuare eventuali anomalie di tipo locale fondamentali per la corretta definizione della categoria del sottosuolo di fondazione.

In questo caso, a partire da queste poche informazioni disponibili e con riferimento alla tabella 3.2.II delle NTC08, si assume che si tratta di un sottosuolo di categoria C. La categoria del sottosuolo di fondazione è un parametro che va ha modificare l’azione sismica di riferimento quindi, nel momento in cui si progetteranno eventuali interventi di miglioramento sismico, sarà necessario innanzitutto verificare l’assunzione appena fatta.

6 Carta Geologica d’Italia foglio n. 70 Alessandria messa a disposizione dall’Istituto Superiore per la Prote- zione e la Ricerca Ambientale – risorsa online http://193.206.192.231/carta_geologica_italia/tavo- letta.php?foglio=70.

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Figura 16 – Stralcio della Carta Geologica d’Italia foglio n.70

La Direttiva, a questo punto del modulo B, richiede di indicare l’eventuale presenza di fenomeni franosi e di modifica dello stato dei suoli: nel caso in esame non vi è traccia di tali fenomeni.

B4. Analisi dell’aggregato edilizio

Il complesso architettonico di cui fa parte il manufatto in esame è molto esteso in quanto comprende l’intero isolato [Figura 17] delimitato da via Marsala, piazza Vittorio Veneto, via Tripoli, via Parma, piazza Giovanni XXIII e via Cremona. All’interno del complesso ar- chitettonico il corpo di fabbrica principale è la Cattedrale dei Santi Pietro e Marco che occupa circa la metà della superficie costruita dell’isolato. L’individuazione dei rimanenti corpi di fabbrica risulta più complicata in quanto alcuni edifici attuali inglobano ciò che resta oggi dell’impianto originario del convento dei Domenicani.

Focalizzando l’attenzione sul bene oggetto di studio e considerando la sua evolu- zione storica è possibile individuare quattro differenti corpi di fabbrica:

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1. edificio d’angolo addossato a quella che, all’epoca di costruzione, era la casa par- rocchiale

2. braccio di collegamento tra corpo di fabbrica 1 e 3 appartenente originariamente al convento dei Domenicani, nel tempo ha subito numerose modifiche prima di raggiungere la consistenza attuale

3. originariamente edificio di testata in quanto risultava addossato solamente al corpo di fabbrica 2, oggi risulta essere un edificio d’angolo in quanto addossato sia al corpo di fabbrica 2 che al 4

4. edificio d’angolo addossato al corpo di fabbrica 3 e a Nord ad un ulteriore corpo di fabbrica.

Figura 17 – Ripresa aerea del complesso architettonico

1 2

3 4

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25 B5. Accessibilità

Il manufatto, attualmente impiegato ad uso scolastico, risulta completamente accessi- bile. Gli unici spazi in cui non si è potuto accedere sono quelli al di sopra dei locali con- trosoffittati e dei sottotetti (salvo il sottotetto accessibile dalla scala interna della scuola

“E. De Amicis”) difficilmente raggiungili senza un’adeguata attrezzatura.

B6. Stato di utilizzo

La Direttiva richiede di precisare la frequenza d’uso del bene secondo tre categorie; nel caso in esame, l’intero immobile è utilizzato giornalmente per cui si tratta di un uso molto frequente. Gli unici locali utilizzati saltuariamente dal punto di vista dell’utilizzo da parte di persone sono i locali interrati in quanto adibiti a centrali termiche.

3.2 Rilievo geometrico della costruzione nello stato attuale

Il rilievo geometrico della costruzione nello stato attuale rappresenta una delle fasi più delicate del processo di conoscenza del bene perché a partire dalla geometria struttu- rale si definisce il modello che permette la valutazione della sicurezza sismica del manu- fatto. Le operazioni di rilievo non hanno riguardato solamente la geometria complessiva dell’immobile bensì anche i singoli elementi costitutivi della fabbrica.

La Direttiva al fine di svolgere un esauriente rilievo degli elementi costituenti indica di associare ad ognuno di questi una scheda nella quale si riportano informazioni che vanno ad integrare il semplice rilievo plano-altimetrico del manufatto. Le informazioni che tale scheda deve contenere sono riportate nel modulo C dell’Allegato A della Diret- tiva.

Per rendere tale operazione di schedatura più agevole si è realizzata una scheda standard valida per tutte le tipologie di elementi; a seguire riporto la descrizione dei vari punti che compongono il modulo C in questo modo sarà possibile comprendere i dati restituiti al termine di quest’attività e riportati in Appendice B.

3.2.1 MODULO C – Morfologia degli elementi

Tale modulo, come già anticipato, ha lo scopo di individuare e descrivere in modo esau- stivo gli elementi strutturali dal punto di vista della morfologia, della tipologia, dei ma- teriali e delle tecniche costruttive.

C1. Codifica degli elementi strutturali

Per individuare in modo univoco il generico elemento strutturale si è impiegato un co- dice alfanumerico così composto:

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26 V1099 dove

V indica la tipologia di elemento (V = elemento verticale, O = orizzonta- mento, S = collegamento verticale, PO = elemento portante orizzontale) 1 indica il piano in cui l’elemento è situato (- = piano interrato, 0 = piano

terra e 1 = piano primo) 099 indica l’elemento 99.

C2. Ispezionabilità

Indicare il grado di ispezionabilità dell’elemento strutturale è importante al fine di pe- sare in maniera differente le caratteristiche attribuite all’elemento. Nel caso in esame si è utilizzata la seguente simbologia:

• S = completamente ispezionabile

• S/N = parzialmente ispezionabile

• N = non ispezionabile.

C3. Morfologia

In questo punto viene specificata con maggiore dettaglio la geometria dell’elemento strutturale:

• elemento verticale: P = pilastro, C = colonna, S = setto

• orizzontamenti: P = piano, I = inclinato, R = resistente per forma

• collegamento verticale: R = rettilineo, C = curvo, E = elicoidale

• elemento portante orizzontale: O = orizzontali, C = curvi.

C4. Tipologia elementi strutturali

Ora invece, viene specificata con maggiore dettaglio la tipologia di elemento strutturale:

• elemento verticale: PB = portante in blocchi, PL = portante in laterizio, PM = por- tante in monolitico, TL = tamponatura in laterizio, TG = tamponatura in legno, CA

= calcestruzzo armato, A = acciaio, NV = non visibile.

• orizzontamenti: OS = solaio a orditura semplice, OC = solaio a orditura composta, S = soletta, VC = volta a crociera, B = volta a botte, V = volta a vela, P = volta a padiglione, C = copertura, NV = non visibile

• collegamento verticale: RT = rampa semplice su travi, RB = rampa su volta a botte, RR = rampa su volta rampante, NV = non visibile

• elemento portante orizzontale: S = arco a tutto sesto, R = arco ribassato, P = piat- tabanda, A = architrave, T = trave, NV = non visibile.

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27 C5. Tipologia finiture

La tipologia di finitura, come richiesto dalla Direttiva, è stata specificata sia per l’interno che per l’esterno nel caso degli elementi verticali, degli architravi e delle piattabande mentre per le restanti tipologie di elementi strutturali si è fatto riferimento all’intra- dosso e all’estradosso. Nella schedatura con la sigla IN si fa riferimento alla tipologia di finitura interna o dell’intradosso mentre con la sigla EX si fa riferimento alla tipologia di finitura esterna o dell’estradosso, il tutto ovviamente è funzione della tipologia di ele- mento strutturale considerato.

C6. Tecnica costruttiva elementi strutturali

La Direttiva, a questo punto del modulo C, richiede di attribuire ad ogni elemento strut- turale una tipologia costruttiva. Nel caso delle murature, al fine di ottenere un esau- riente descrizione della tecnica costruttiva, è necessario individuare la cosiddetta “re- gola dell’arte” ovvero l’insieme degli accorgimenti costruttivi, maturati nel tempo tra- mite l’osservazione diretta del comportamento delle murature sia in fase statica che sotto sisma, che garantiscono il buon comportamento del muro in termini di compat- tezza e di monolitismo.

Per ogni tipologia muraria individuata nel manufatto è stata compilata una scheda nella quale, oltre alla definizione di alcune caratteristiche dimensionali, sono stati con- trollati i requisiti imposti dalla “regola dell’arte”. Ovviamente il tutto deve essere consi- derato con una certa cautela vista l’impossibilità di eseguire indagini invasive.

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28 CAMPIONE A

Breve descrizione Muratura in mattoni pieni con giunti di malta

Ubicazione Piano terra, muratura su via Marsala

Altezza blocco 65 mm

Spessore del giunto orizzontale 15 mm

Rapporto altezza blocco e spessore

del giunto 4.3

Requisiti della “regola dell’arte”7:

1. Qualità della malta, non avendo la possibilità di saggiare le caratteristiche della malta nel nucleo della muratura si fa riferimento solamente a quanto visi- bile esternamente. In questo caso la malta si può con- siderare di buona qualità con giunti di spessore piut- tosto irregolare a causa dell’irregolarità dei mattoni.

2. Presenza di diatoni, anche in questo caso la valu- tazione è svolta senza osservare l’intera sezione mu- raria. Noto lo spessore del paramento murario, riconducibile ad una muratura a quattro teste con apparecchiatura a testa o a blocco, si può ipotizzare che vi sia un buon ingranamento trasversale.

3. Forma degli elementi resistenti, prevalenza di mattoni pieni di forma parallelepi- peda con mancanza di porzioni di spigoli.

4. Dimensione degli elementi resistenti, a causa del danneggiamento degli spigoli hanno dimensioni piuttosto variabili.

5. Sfalsamento fra i giunti verticali, il giunto è in posizione centrale rispetto l’ele- mento inferiore salvo alcune anomalie di tipo locale.

6. Presenza di filari orizzontali, si possono individuare allineamenti orizzontali ad in- tervallo costante su entrambe le facce del paramento.

7. Qualità degli elementi resistenti, trattasi di mattoni pieni di buona qualità salvo l’irregolarità geometrica.

7 Borri, A. & De Maria, A. (2001). IQM (Indice di qualità muraria): definizione e linee guida per la compila- zione della scheda.

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29 CAMPIONE B

Breve descrizione Muratura in mattoni pieni con giunti di malta Ubicazione Sottotetto accessibile scuola “E. De Amicis”

Altezza blocco 60 mm

Spessore del giunto orizzontale 10 mm

Rapporto altezza blocco e spessore

del giunto 6.0

Requisiti della “regola dell’arte”:

1. Qualità della malta, non avendo la possibilità di saggiare le caratteristiche della malta nel nucleo della muratura si fa riferimento solamente a quanto visibile esternamente. In questo caso la malta si può conside- rare di buona qualità con giunti di spessore contenuto rispetto la dimensione del mattone.

2. Presenza di diatoni, anche in questo caso la valu- tazione è svolta senza osservare l’intera sezione mu- raria. Noto lo spessore del paramento murario, riconducibile ad una muratura a tre teste si può ipotizzare che vi sia un buon ingranamento trasversale.

3. Forma degli elementi resistenti, prevalenza di mattoni pieni di forma parallelepi- peda.

4. Dimensione degli elementi resistenti, mattoni pieni di dimensione regolare.

5. Sfalsamento fra i giunti verticali, il giunto è in posizione centrale rispetto l’ele- mento inferiore.

6. Presenza di filari orizzontali, si possono individuare allineamenti orizzontali ad in- tervallo costante su entrambe le facce del paramento.

7. Qualità degli elementi resistenti, trattasi di mattoni pieni con pochi elementi de- gradati.

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30 CAMPIONE C

Breve descrizione Muratura in mattoni pieni con giunti di malta

Ubicazione Interrato del braccio di collegamento

Altezza blocco 55 mm

Spessore del giunto orizzontale 15 mm

Rapporto altezza blocco e spessore

del giunto 3.7

Requisiti della “regola dell’arte”:

1. Qualità della malta, non avendo la possibilità di saggiare le caratteristiche della malta nel nucleo della muratura si fa riferimento solamente a quanto visibile esternamente. In questo caso la malta si può conside- rare di buona qualità con giunti di spessore rilevante rispetto la dimensione del mattone.

2. Presenza di diatoni, anche in questo caso la valu- tazione è svolta senza osservare l’intera sezione mu- raria. Per coerenza con le assunzioni svolte sui precedenti due campioni, si as- sume nuovamente che vi sia un adeguato ingranamento trasversale non essen- dovi elementi che possano portare a pensare che questo non sia veritiero.

3. Forma degli elementi resistenti, prevalenza di mattoni pieni di forma parallelepi- peda con alcune porzioni di spigoli mancanti.

4. Dimensione degli elementi resistenti, mattoni pieni di dimensioni piuttosto rego- lari.

5. Sfalsamento fra i giunti verticali, il giunto è in posizione centrale rispetto l’ele- mento inferiore.

6. Presenza di filari orizzontali, si possono individuare allineamenti orizzontali ad in- tervallo costante su entrambe le facce del paramento.

7. Qualità degli elementi resistenti, trattasi di mattoni pieni con pochi elementi de- gradati.

C7. Tecnica costruttiva delle finiture

Come svolto per gli elementi strutturali, anche per le finiture sono state indicate le tec- niche costruttive impiegate.

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31 C8. Parametri meccanici

La Direttiva richiede che ad ogni elemento strutturale codificato venga assegnato un in- sieme di parametri meccanici in funzione del materiale con cui esso è realizzato.

Dei tre campioni di muratura analizzati visivamente non si hanno le caratteristiche meccaniche per cui si fa riferimento ai valori consigliati dalla Circolare. Con riferimento alla tabella C8A.2.1 della Circolare, le murature in esame si possono ricondurre alla tipo- logia di muratura indicata come muratura in mattoni pieni e malta di calce. I valori di riferimento dei parametri meccanici e del peso specifico medio per questa tipologia [Ta- bella 1] sono da considerarsi nelle seguenti condizioni: malta scadente, assenza di ri- corsi, paramenti senza ingranamento trasversale e tessitura a regola d’arte.

Tabella 1 – Valori di riferimento dei parametri meccanici e del peso specifico secondo la Circolare

MIN MAX 𝒇𝒎RESISTENZA MEDIA A COMPRESSIONE [MPa] 2.4 4.0 𝝉𝟎RESISTENZA A TAGLIO [MPa] 0.060 0.092 𝑬 VALORE MEDIO DEL MODULO DI ELASTICITÀ NORMALE [MPa] 1200 1800 𝑮 VALORE MEDIO DEL MODULO DI ELASTICITÀ TANGENZIALE [MPa] 400 600

𝒘 PESO SPECIFICO MEDIO [kN/m3] 18

La Circolare indica che, nel caso in cui la muratura presenti caratteristiche differenti rispetto alla condizione a cui fanno riferimento i valori sopra riportati, è possibile modi- ficare i valori applicando i coefficienti correttivi di tabella C8A.2.2.

Prima di poter svolgere tale correzione è necessario definire il livello di conoscenza acquisito. Nel caso in esame si considera un livello di conoscenza LC1 in quanto è stato svolto un completo rilievo geometrico, le verifiche in situ sui dettagli costruttivi e le in- dagini sulle proprietà dei materiali sono state estremamente limitate. La Circolare al ca- pitolo C8A.1.A.4 indica che, con un livello di conoscenza LC1, i valori medi dei parametri meccanici possono essere definiti come segue:

• le resistenze vanno assunte pari ai valori minimi degli intervalli di Tabella 1

• i moduli elastici vanno assunti pari ai valori medi degli intervalli di Tabella 1.

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32

Tabella 2 – Caratteristiche meccaniche della muratura individuata nel manufatto

MURATURA A

Tipologia muraria Muratura in mattoni pieni e malta di calce FATTORI CORRETTIVI

Malta buona 1.5

Giunti sottili (<10 mm) -

Ricorsi o listature -

Connessione trasversale -

Nucleo Scadente e/o ampio -

PARAMETRI MECCANICI

𝑓𝑚 [MPa] 3.6

𝜏0 [MPa] 0.09

𝐸 [MPa] 2250

𝐺 [MPa] 750

𝑤 [kN/m3] 18

C9. Elementi di pregio storico artistico

Nel manufatto non sono stati individuati apparati decorativi o elementi mobili addossati di pregio storico e artistico però nei corpi di fabbrica 1 e 2 [Figura 17] vi sono alcune tecniche costruttive degne di tutela in quanto caratterizzano lo stile architettonico dell’immobile. Tra queste ricordo: il sistema di volte e archi, le colonne e le parasta della facciata su via Cremona ed infine le colonne del corridoio del piano superiore del braccio di collegamento tra la scuola “A. Manzoni” e la scuola “E. De Amicis”. All’interno delle schede vi sarà solamente riportata la presenza o l’assenza di questi elementi di pregio.

C10. Materiali finiture

La Direttiva richiede che per ogni elemento strutturale codificato e per ogni elemento di pregio individuato si descrivano i materiali di cui è fatto. Ovviamente, tutti i materiali indicati nella schedatura sono stati individuati tramite ispezione visiva senza alcun tipo di prova di laboratorio.

3.3 Analisi storica degli eventi e degli interventi subiti

L’individuazione dell’evoluzione costruttiva del bene è fondamentale per una corretta definizione del sistema resistente e del suo stato di sollecitazione. La conoscenza delle

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33

mutazioni intervenute sul bene permette anche di individuare le zone di possibile criti- cità oppure di disomogeneità dei materiali. Nell’analisi storica degli eventi è necessario annotare anche gli eventuali danni causati da eventi naturali o antropici e i relativi inter- venti di riparazione.

Quest’analisi è importante in quanto permette di comprendere qualitativamente il comportamento del manufatto quando sottoposto a determinati eventi ed inoltre per- mette di individuare i meccanismi di danno maggiormente critici che richiedono la rea- lizzazione di modelli di calcolo attendibili per la valutazione della sicurezza disponibile nei confronti di quel possibile danno.

Il manufatto oggetto di studio ha subito innumerevoli mutazioni nel tempo: alcune porzioni risalgono persino all’area conventuale dell’Ordine dei frati predicatori, comu- nemente detti Domenicani, di cui scarse indicazioni sono reperibili.

«L’area conventuale […] plausibilmente impiantata nel XIII secolo, secondo quanto ricorda il Chenna fu restaurata e ulteriormente ampliata nel 1565. Ancora il Ghilini indica i legati e i lavori promossi dal padre teologo Stefano Dossena che nel 1605 concorse “alla fabbrica dei nuovi chiostri, portici, refettorio, celle e altri edifizi del convento di San Marco della detta religione di San Domenico in Alessandria”. Le piante settecentesche raffigu- rano un esteso convento costituito da un grande chiostro addossato al fianco meridionale della chiesa, con diversi fabbricati, piccoli cortili parzialmente porticati e due corti rusti- che, risultato di aggiunte ripetute nel tempo. Il complesso fu soppresso nel 1802 […] In seguito alla soppressione il convento venne adibito a magazzini militari e a scuderia della cavalleria […] Nel 1844-46 il Municipio di Alessandria acquistò dal demanio l’ex convento di San Marco, in una sua parte, con l’aggiunta di una porzione di fabbricato verso via Cre- mona, venne aperta una scuola elementare femminile (scuole cristiane) e un asilo infan- tile […] Nella seconda metà degli anni quaranta del XIX secolo l’isolato di San Marco fu diviso in due dall’apertura dell’attuale via Marsala, nel 1855 il fabbricato che ospitava le scuole elementari femminili venne trasformato in quartiere della Guardia Nazionale e quattro anni più tardi fu chiusa la scuola materna per dare ricovero alle truppe ammassate in città.» (Perin & Solarino, 2007).

Con queste importanti informazioni e con le ricerche svolte presso l’Archivio Comu- nale e l’Archivio di Stato di Alessandria si può ipotizzare che lo stato attuale del bene è frutto di quanto realizzato nei seguenti interventi [Tabella 3].

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Tabella 3 – Cronologia degli interventi eseguiti sull'immobile

ANNO FONTE DESCRIZIONE

1847 Archivio di stato di Alessandria Costruzione dell’attuale sede della scuola “A. Manzoni”

e conversione di alcuni locali esistenti ad uso scolastico 1929 Archivio di stato di Alessandria Realizzazione di nuove latrine nell’edificio scolastico “E.

De Amicis”

1932 Archivio comunale

Realizzazione di aule scolastiche per la scuola d’infanzia

“San Marco” annesse alla scuola primaria “E. De Ami- cis”

1939 Archivio comunale Adattamento di alcuni locali della scuola primaria “E.

De Amicis” per accolta di nuova scuola “Artigiana”8 1946 Archivio comunale Riparazione dei danni bellici dell’incursione aerea del

21 Agosto 1944

1967 Archivio comunale Ampliamento della scuola “E. De Amicis”: costruzione di aule e palestra

1985 Archivio comunale Manutenzione straordinaria delle coperture e dei ca- nali di gronda

1993 Archivio comunale

Rifacimento del manto di copertura della porzione di fabbricato occupato dalla scuola primaria “E. De Ami- cis” e dalla scuola d’infanzia “Aquilone”

1997 Comune di Alessandria Ristrutturazione e adeguamento dell’edificio: realizza- zione del nuovo impianto di riscaldamento9

2006 Comune di Alessandria

Rinforzo delle fondazioni di parte delle murature peri- metrali dell’edificio occupato dalla scuola “A. Manzoni”

e inserimento di alcuni tiranti di contenimento

A corredo della Tabella 3 seguono i ragionamenti, con eventuali immagini di alcuni documenti visionati, che hanno portato a questa ipotesi di evoluzione costruttiva del manufatto.

Partendo dal più antico intervento, in Figura 18 si può vedere una porzione dell’iso- lato San Marco in seguito alla realizzazione del corpo di fabbrica, evidenziato con la cam- pitura grigia, che originariamente era sede della scuola cristiana (attualmente sede della

8 L’intervento non ha portato a modifiche strutturali bensì solamente alla realizzazione/demolizione di tramezzature.

9 Questo è l’intervento più recente che ha interessato l’intero fabbricato, le discrepanze tra lo stato di fatto del 1967 e quanto rilevato oggi rappresentano quanto realizzato.

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scuola “A. Manzoni”). Si noti l’indicazione “nuova contrada a mezzogiorno” sulla destra dell’immagine, essa successivamente diverrà l’attuale via Marsala.

Figura 18 – “Tipo regolare dell’intero fabbricato e sedime annesso alla Cattedrale della Città di Alessandria coll’indi- cazione delle parti in cui tratterebbesi di suddividerlo per gli vari stabilimenti ed usi a cui si destina”10

Il progetto della suddetta porzione di fabbricato [Figura 19] risulta coerente con la consistenza attuale dell’edificio se non per l’ingresso su via Cremona (indicata in figura come “Contrada tendente alle Orsoline a Ponente”) in quanto risulta privo del colonnato che attualmente lo caratterizza. In documenti successivi al 184711, tale colonnato risulta già presente pur non essendovi traccia di interventi che ne testimonino la sua

10 Archivio storico comunale di Alessandria, serie III n°2261 carta 326 (12 marzo 1844). Archivio di Stato di Alessandria.

11 Archivio storico comunale di Alessandria, serie III n°2261 carta 325. Archivio di Stato di Alessandria.

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costruzione per cui probabilmente, in fase di costruzione del fabbricato, venne deciso di realizzare l’attuale ingresso.

Figura 19 – Stralcio della tavola: “Progetto dello Stabilimento dei Fratelli delle Scuole Cristiane nel locale annesso alla Cattedrale della Città di Alessandria […]”12

12 Archivio storico comunale di Alessandria, serie III n°2260 carta 72 (1844-50). Archivio di Stato di Ales- sandria.

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Figura 20 – “Stabilimento delle scuole dei Fratelli della Dottrina Cristiana – Taglio trasversale lungo la linea VX di Fi- gura 19”13

13 Archivio storico comunale di Alessandria, serie III n°2260 carta 73. Archivio di Stato di Alessandria.

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Figura 21 – Stralcio della tavola: “Pianta del fabbricato annesso e dipendente dalla Chiesa Cattedrale della Città d’Alessandria”14. (In legenda: “Il tratteggiamento rosso indica le variazioni a farsi per lo stabilimento delle scuole dei

Fratelli Cristiani nel braccio composto dai N. 15 e 16 e di quello ai N. 19, 20, 21 e 22 per uso delle scuole infantili”).

14 Archivio storico comunale di Alessandria, serie III n°2261 carta 328 (12 marzo 1844). Archivio di Stato di Alessandria.

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Le aule situate nel braccio di collegamento delle due scuole sorgono all’interno di quelli che una volta erano alcuni locali del Convento San Marco. In particolare, questi locali nel tempo hanno subito numerose evoluzioni infatti, in seguito alla soppressione dell’ordine dei Domenicani, essi vennero inizialmente adibiti a caserma delle reclute e a casa della polizia municipale15 e successivamente, nel 1844, vennero adibite ad aule sco- lastiche come mostrato in Figura 21. Tali aule hanno già la conformazione di quelle pre- senti al giorno d’oggi; si noti anche l’assenza del fabbricato delle cosiddette scuole dei Fratelli della Dottrina Cristiana che sarà poi realizzato nel 1847.

Il corridoio presente oggi nel braccio di collegamento originariamente non era pre- sente e purtroppo non sono state trovate indicazioni sull’epoca di costruzione. La prima volta che compare nei documenti visionati risale alla documentazione dell’intervento del 1932 non vi è però un esplicito riferimento alla sua costruzione per cui, data l’archi- tettura, l’epoca di realizzazione è certamente nella seconda metà del XIX secolo.

Per quanto riguarda i locali che ospitano oggi la scuola “E. De Amicis” e la scuola

“Aquilone” si hanno meno informazioni in merito all’epoca di costruzione della parte di edificio che si affaccia su Piazza Vittorio Veneto in quanto già nel XIX secolo era una proprietà privata per cui non compare in nessun documento inerente l’ex convento do- menicano. L’unica informazione risale ad un documento del 1880 in cui il Municipio di Alessandria stipulò un atto di permuta di sedimi16 il cui stralcio di mappa riporta una porzione di edificio posto all’angolo di via Marsala e piazza Vittorio Veneto che non ri- corda in minima parte la consistenza della porzione di edificio presente oggi in quell’area. L’epoca di costruzione quindi sarà necessariamente successiva al 1880. Come per il corridoio del braccio di collegamento, anche le aule che si affacciano verso piazza Vittorio Veneto compaiono per la prima volta nella documentazione relativa all’inter- vento del 1932 per cui si assume che essi risalgano a quest’epoca anche se non vi sono espliciti riferimenti alla loro costruzione.

Degli interventi più recenti invece si hanno un maggior numero di informazioni di conseguenza le ipotesi fatte sono assolutamente più plausibili.

15 Archivio storico comunale di Alessandria, serie III n°2260 carta 206 (4 Aprile 1812). Archivio di Stato di Alessandria.

16 Archivio storico comunale di Alessandria, serie IV n°1645-50 (21 maggio 1880). Archivio di Stato di Ales- sandria.

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Figura 22 – Indicazione delle aree oggetto degli interventi avvenuti nel XX secolo17

L’intervento di consolidamento del 2006 ha riguardato il corpo di fabbrica 1 [Figura 17] ed in particolare le aule che si affacciano sul cortile interno accessibile da via Mar- sala. La documentazione fornita dal Comune di Alessandria a corredo di questo inter- vento è molto scarna in quanto, pur trattandosi di un intervento recente, non vi è una relazione tecnica bensì solamente delle tavole con l’indicazione degli interventi in pro- getto. Il rinforzo delle fondazioni [Figura 23] ha riguardato le murature perimetrali che danno sul cortile interno e proseguono su via Marsala fino all’altezza dell’elemento strutturale verticale V0004 (vedere tavola 09 in allegato). Per quanto riguarda l’inseri- mento dei tiranti di contenimento essi sono stati posizionati solamente in alcuni dei lo- cali posti in prossimità delle murature che hanno subito il rinforzo fondazionale, la posi- zione attuale delle catene di contenimento è però in disaccordo con la documentazione fornita dal Comune di Alessandria.

17 L’intervento del 1997 ha interessato in particolar modo le aree evidenziate però vi furono estesi inter- venti di tipo locale sull’intero fabbricato.

LEGENDA Intervento 1929 Intervento 1932 Intervento 1967 Intervento 1997

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La motivazione di questo intervento non è riportata sulla documentazione fornita, gli operatori scolastici della scuola “A. Manzoni” raccontano però che si trattò di un in- tervento successivo ad un terremoto che si verificò in quel periodo. Quest’informazione è plausibile infatti, ricercando all’interno del database dei terremoti registrati in Italia18, il 18 Aprile 2005 si verificò un terremoto la cui area epicentrale si localizzò nella Valle del Trebbia.

Figura 23 – Sezione tipo del rinforzo della fondazione19

Mettere in correlazione i dati relativi ai danneggiamenti subiti dal manufatto in oc- casione di eventi sismici pregressi con l’azione sismica stessa è un metodo indispensabile per l’identificazione di porzioni o di elementi particolarmente vulnerabili. Inoltre, in se- guito ad eventi sismici più recenti, è possibile verificare anche l’efficacia degli interventi eseguiti in passato tramite l’interpretazione della risposta del manufatto.

3.4 Rilievo materico costruttivo e lo stato di conservazione

Il rilievo materico costruttivo ha come scopo la corretta definizione dell’organismo resi- stente del manufatto individuando la qualità e lo stato di conservazione dei materiali e degli elementi costruttivi codificati durante il rilievo geometrico della costruzione.

18 CPTI15 - Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani 2015 (https://emidius.mi.ingv.it/CPTI15-DBMI15/).

19 Stralcio della tavola 1 fornita dal Comune di Alessandria inerente all’intervento di consolidamento.

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Nel caso in esame, non avendo la possibilità di eseguire né indagini debolmente di- struttive né prove indirette di tipo non distruttivo, l’individuazione della qualità dei ma- teriali si fonda solamente su giudizi visivi sulle porzioni di muratura in cui la tessitura muraria risulta a vista.

Per quanto riguarda le caratteristiche costruttive del manufatto esse sono desunte dalle tecniche costruttive tipiche dell’epoca di edificazione, in particolare si possono in- dividuare essenzialmente due schemi strutturali: il primo in cui la struttura è esclusiva- mente in muratura mentre il secondo in cui la stessa è costituita da pareti in muratura ed orizzontamenti in laterocemento.

La prima tipologia di struttura, tipica degli edifici storici, è caratterizzata dal fatto che tutte le membrature portanti sono in muratura. Gli orizzontamenti perciò sono rea- lizzati con schemi spingenti (volte e archi) e quindi le pareti portanti, oltre a portare i carichi gravitazionali, sostengono anche le suddette spinte. Questa tipologia di organi- smo resistente si ritrova nei corpi di fabbrica 1 e 2 ovvero dove vi ha sede la scuola “A.

Manzoni” [Figura 17]. Trattandosi di edifici ottocenteschi è difficile rintracciare delle re- gole tecniche sulle costruzioni in quanto la penisola italiana fu unificata solamente nel 1861. L’unico trattato sulle regole del “buon costruire” risalente all’Ottocento è quello dell’architetto francese Jean-Baptiste Rondelet intitolato “Traité theorique et pratique de l'Art de Bâtir” (Trattato teorico e pratico dell'arte di edificare) pubblicato tra il 1802 ed il 1817.

La seconda tipologia costruttiva è una tecnica molto più recente e riguarda i corpi di fabbrica 3 e 4 ovvero i locali dove hanno sede le scuole “E. De Amicis” e “Aquilone”

[Figura 17]. In questo caso, trattandosi di edifici realizzati nel Novecento, vi sono nume- rose normative tecniche che disciplinano l’arte dell’edificare. La numerosità di queste normative è dovuta al fatto che nel tempo esse hanno subito un’evoluzione in funzione dei terremoti catastrofici che si verificarono in Italia. La città di Alessandria fino alla pub- blicazione dell’Ordinanza del Consiglio dei Ministri OPCM n°3274 del 20 Marzo 2003 ri- sultava in zona non sismica per cui tutte le costruzioni realizzate antecedentemente a quella data non seguono le indicazioni delle costruzioni in zona sismica.

Focalizzando l’attenzione sulle normative vigenti negli anni in cui sono stati svolti gli interventi sui corpi di fabbrica 3 e 4 è possibile comprendere come questi dovrebbero essere realizzati. Da ricerche svolte in rete, fino al Regio Decreto Legge n°640 del 25 Marzo 1935 – Nuovo testo delle norme tecniche di edilizia con speciali prescrizioni per

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le località colpite dai terremoti – non vi sono prescrizioni per gli edifici realizzati in zona non sismica per cui le uniche informazioni, riguardo gli interventi del 1929 e del 1932, sono quelle reperibili dalla documentazione depositata negli Archivi del Comune di Ales- sandria. Dell’intervento del 1929 non si ha alcuna informazione in merito alla tipologia di organismo resistente però, dalla morfologia, si può presumere che si tratti della stessa tecnica costruttiva impiegata nell’intervento del 1932 di cui invece si hanno maggiori informazioni in quanto presso l’Archivio di Stato di Alessandria è stato trovato un li- bretto delle misure20 nel quale vengono quantificati i lavori svolti: in particolare l’orga- nismo resistente è costituito, come già in parte anticipato, da pareti in muratura ordina- ria ed orizzontamenti in laterocemento con cordoli in calcestruzzo armato. Per quanto riguarda l’intervento del 1967 esso risulta disciplinato essenzialmente dall’Articolo 4 – Norme tecniche di buona costruzione – della legge n°1684 del 25 Novembre 1962:

«In qualsiasi opera edilizia debbono essere osservate le buone regole dell'arte del co- struire. In particolare:

a) È vietato costruire edifici su terreni sedi di frane in atto o potenziali, o sul confine fra terreni di differenti caratteristiche meccaniche. Nei suoli in pendio è consen- tita la sistemazione a ripiani, i quali debbono avere larghezza adeguata al loro di- slivello ed alla particolare consistenza dei terreni.

b) Le fondazioni, ove possibile, devono posare su roccia lapidea, opportunamente sistemata in piani orizzontali e denudata dal cappellaccio ovvero incassate in rocce sciolte coerenti, purché di buona consistenza ed opportunamente protette dall'azione delle acque. Quando non sia possibile raggiungere i terreni di cui sopra e si debba fondare su terreni di riporto o, comunque, su terreni sciolti incoerenti, si debbono adottare i mezzi più appropriati suggeriti dalla tecnica e dall'arte del costruire per ottenere una sufficiente fondazione, tenendo opportuno conto dell'escursione della falda freatica sotterranea. Il piano di appoggio delle fonda- zioni dovrà assicurare in ogni caso una reazione alle sollecitazioni trasmesse dall'opera, compatibile con le strutture. Per le opere indicate nel terzo comma dell'art. 1 e per edifici di particolare importanza soggetti, in base alle leggi vigenti, al preliminare parere degli organi di consulenza tecnica dello Stato, i progetti do- vranno essere accompagnati da una relazione geologica, redatta da persona di riconosciuta competenza in materia, sulle caratteristiche del suolo e sul suo

20 Archivio storico comunale di Alessandria, serie IV n°1645. Archivio di Stato di Alessandria.

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prevedibile comportamento nei riguardi delle azioni sismiche, anche se l'area su cui sono progettati gli edifici suddetti, non ricada nel perimetro delle località di- chiarate sismiche agli effetti della presente legge.

c) I muri di fondazione dovranno essere costruiti o con calcestruzzi idraulici o ce- mentizi o con murature di pietrame o mattoni e malte idrauliche. Sono ammesse murature di pietrame a sacco solo se confezionate con malte di calce e pozzolana.

d) Le murature in elevazione devono essere eseguite secondo le migliori regole dell'arte, con buoni materiali ed accurati magisteri. Nelle murature di pietrame è vietato l'uso di ciottolame se non convenientemente spaccato e lavato. Quando il pietrame non presenti piani di posa regolari, la muratura deve essere interrotta da ricorsi orizzontali di mattoni pieni a due filari o da fasce contenute di conglo- merato cementizio dello spessore non inferiore a centimetri 12 estesi, nell'uno o nell'altro caso, a tutta la larghezza del muro. La distanza reciproca di tali ricorsi o fasce non deve superare metri 1,60 da asse ad asse. I progetti devono essere cor- redati dai calcoli di stabilità delle principali strutture portanti. I solai dei piani di abitazione devono essere calcolati per un sopraccarico accidentale di almeno 200 chilogrammi a metro quadrato.

e) Le strutture dei piani fuori terra ed in particolare le ossature delle coperture non devono, in alcun caso, dare luogo a spinte. Le murature portanti devono essere rese solidali tra loro mediante opportune ammorsature agli innesti ed agli incroci, evitando in modo assoluto di ubicare ivi canne fumarie e vuoti di qualsiasi genere.

f) Le travi in ferro dei solai a voltine o tavelloni devono appoggiare sui muri per al- meno due terzi dello spessore dei muri stessi e le loro testate debbono essere annegate ed ancorate nei telai di cui al seguente comma. Nei casi in cui le mura- ture portanti abbiano spessore di 40 oppure di 30 centimetri gli appoggi non pos- sono essere inferiori a centimetri 30 o centimetri 25 rispettivamente. Nei corpi di fabbrica multipli le travi degli ambienti contigui debbono essere, almeno ogni me- tri 2.50, rese solidali tra loro in corrispondenza del muro comune di appoggio.

g) In tutti i fabbricati in muratura si deve eseguire in corrispondenza dei solai di ogni piano e del piano di gronda, un cordolo in cemento armato sui muri perimetrali e su tutti gli altri muri interni portanti. Tali cordoli debbono essere estesi a tutta la larghezza dei muri su cui poggiano ed avere una altezza minima di centimetri 20.

La loro armatura longitudinale deve essere costituita da almeno quattro barre di acciaio in tondo liscio o nervato, una in corrispondenza di ciascun angolo, e le legature trasversali, devono essere poste alla distanza di 25-30 centimetri. Il peso complessivo dell'armatura non deve risultare, in nessun caso, inferiore a 50 chi- logrammi per metro cubo di conglomerato.

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