Analisi
Il Ministro della Salute Roberto Speranza è intervenuto questa mattina presso l’Aula della Camera per fornire aggiornamenti sulla situazione relativa alla somministrazione dei vaccini Covid-19 e per illustrare le misure restrittive contenute nel nuovo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che sostituirà il precedente in scadenza il 15 gennaio.
Di seguito, un riepilogo dei principali punti trattati:
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Vaccinazione: A breve saranno disponibili 250 milioni di dosi di vaccino, il doppio rispetto al totale stimato per vaccinare l’intera popolazione italiana. Si stima che nelle prossime settimane verrà autorizzato anche il terzo vaccino. Ad oggi sono stati autorizzati da AIFA ed EMA solo i vaccini di Pfizer/BioNTech ‒ del quale l’Italia riceve 470mila dosi alla settimana ‒ e di Moderna, il cui totale ammonta a 1,3 milioni per il primo trimestre. Il 29 gennaio si stima di ricevere l’autorizzazione per il vaccino di AstraZeneca, le cui dosi saranno fondamentali per velocizzare la somministrazione; mentre il vaccino di Johnson & Johnson dovrebbe essere autorizzato entro il primo trimestre dell’anno. Il vaccino italiano Reithera sta ottenendo risultati importanti. Ad oggi sono state vaccinate 800mila persone, il dato rende l’Italia lo Stato membro dell’Unione europea con il maggior numero di somministrazioni.
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Vaccinazione nelle farmacie: le farmacie offriranno i propri locali e i propri professionisti per la somministrazione del vaccino, congiuntamente ai medici e ai pediatri e gli altri professionisti individuati nel bando del Commissario Arcuri.
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Priorità: la priorità nella prima fase della vaccinazione è stata data a personale sanitario, RSA e ultraottantenni.
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Obbligatorietà del vaccino: la vaccinazione rimane facoltativa. Il Governo è convinto che la maggioranza degli italiani si vaccinerà senza obbligo con l’obiettivo dell’immunità di gregge.
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Suddivisione Regioni italiane:
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Si continuerà ad applicare il regime delle Regioni “colorate” con le stesse limitazioni presenti nel DPCM ‒ tra le quali il divieto di spostamenti tra Regioni e il divieto di assembramento ‒ a causa dell’aumento recente dell’indice R
te del tasso di occupazione della terapia intensiva.
Attualmente 12 Regioni sono considerate dal Governo ad alto rischio, 8 a rischio moderato ‒ di cui 2 in rapido peggioramento ‒ e una a rischio basso (il Ministro non ha specificato quali Regioni rientrano in ciascun livello di rischio).
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Introduzione zona bianca: Si introduce una zona bianca per le Regioni con meno di 50 casi ogni 100.000 abitanti e con R
tminore di 1 che prevederà minori limitazioni rispetto alla zona gialla. Il Governo crede che nessuna Regione possa raggiungere celermente i dati per entrare in zona bianca, ma l’intenzione è quella di programmare il futuro.
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