Attrezzature e funzionamento L’impianto è costituito da:
• un sistema di sollevamento (coppia di argani con frizione, funi di acciaio e torre);
• una a sonda cilindrica cava munita di una valvola a piattello sul fondo;
• tubi di manovra
La tecnica consiste nel far cadere ripetutamente dall’alto la sonda che
frantuma il terreno e ne raccoglie i detriti.
Periodicamente la sonda viene estratta e rovesciata per lo svuotamento.
In terreni sciolti è utilizzata una colonna di
rivestimento che segue l’avanzamento
della sonda.
Utilizzo, vantaggi e limiti della metodologia
• preferita per la perforazione di pozzi in terreni alluvionali grossolani (ghiaie e ciottoli)
• consente buone produzioni anche in rocce tenere e in sabbie ed argille
• consente di perforare con grossi diametri (anche oltre 1000 mm)
• non utilizza fluidi di circolazione
• non permette di raggiungere elevate profondità
• non consente una buona ricostruzione stratigrafica
• produce vibrazioni nel terreno
• in terreni sciolti richiede l’utilizzo di rivestimenti a cannocchiale
• ha basse produzioni in rocce compatte
• può dare luogo a irregolarità del diametro
(scavernamenti)
Attrezzatura e funzionamento L’impianto è composto da:
• un sistema di rotazione (motore e sistema di rotazione);
• un apparato sospensione (torre,
sistema di sollevamento della batteria, argano, morse);
• una batteria di aste con scalpello (rock bit);
• un sistema di movimentazione del fluido di circolazione (pompa,
compressore).
Funzionamento
La rotazione di uno scalpello posto alla base di una batteria di aste frantuma il terreno
(perforazione a distruzione di nucleo).
La circolazione del fluido di perforazione
(fango bentonitico o polimeri) pompato in foro ha il compito di raffreddare e lubrificare lo
scalpello, rimuovere i detriti e stabilizzare le pareti del foro.
Il sistema di rotazione può essere di tipo meccanico (rotary) o idraulico
Tutte le componenti dell’impianto di
perforazione devono essere dimensionate in base alla profondità da raggiungere, ai
diametri del foro, al tipo di terreni da
attraversare
La circolazione del fango
Il flusso del fluido di perforazione è a circuito chiuso.
La pompa inietta nel foro il fango che ingloba e rimuove all’esterno i detriti di perforazione (cutting).
Dopo la separazione dai detriti più grossolani
attraverso un vibrovaglio, il fluido è raccolto in vasche di sedimentazione e, separato dai della frazione più fina, è ripompato in foro.
Dalle prestazioni del sistema di circolazione del fango
dipende l’andamento e la
velocità della perforazione
Perforazione a circolazione diretta ed inversa
La circolazione diretta è il sistema che prevede il pompaggio del fluido di perforazione attraverso la batteria di aste di perforazione con la fuoriuscita in foro attraverso gli ugelli dello scalpello.
La risalita del fluido avviene nell’intercapedine tra aste e pareti del foro.
Nella circolazione inversa il fluido invece è iniettato
direttamente in foro e risale attraverso la cavità interna della batteria di perforazione (aste) sospinto verso l’alto da un flusso di aria generato da un compressore e
liberato a fondo foro da un
apposito dispositivo
Diametri degli scalpelli triconi
Utilizzo, vantaggi e limiti della metodologia
• possibilità di utilizzo per tutti i tipi di terreno
• possibilità di eseguire fori con qualsiasi inclinazione
• alta velocità di esecuzione
• possibilità di raggiungere elevate profondità
• consente l’impiego di attrezzature per il controllo di eruzioni di acqua in pressione e gas
• poco efficace in terreni sciolti grossolani (ghiaie e sabbie)
• non indicata per la perforazione di grossi diametri
• la ricostruzione stratigrafica dei terreni attraversati deve basarsi sul detrito di perforazione (cutting)
a distruzione di nucleo con circolazione diretta
Utilizzo, vantaggi e limiti della metodologia
• indicata per l’attraversamento di alluvioni grossolane e per grossi diametri di perforazione
• impiega fanghi a bassa viscosità
• migliore riconoscimento dei terreni attraversati
• richiede grande disponibilità di acqua e di ampi spazi di lavoro
a distruzione di nucleo con circolazione inversa
Altre applicazioni
• Trivellazioni ad elica continua
• Trivellazioni con trivelle da roccia
• Trivellazioni con bucket
Utensili e attrezzatura
Attrezzatura e funzionamento
Differisce dalla tecnica a rotazione a circolazione diretta per l’impiego di un martello a fondo foro azionato da un impianto ad aria compressa che
sostituisce la pompa del fango.
L’utensile frantuma minutamente la roccia i cui detriti sono espulsi per
mezzo del flusso ascensionale dell’aria
liberata dal martello.
Utilizzo, vantaggi e limiti della metodologia
• tecnica molto veloce per l’attraversamento delle rocce
• difficoltosa ricostruzione stratigrafica dei terreni attraversati
• impossibilità di determinare profondità e
spessori di livelli acquiferi sovrapposti
Giracolonna e benna mordente
Sistema well-point
La tecnica del well-point, solitamente utilizzata per
l’abbassamento e il controllo del livello di falda nei terreni sciolti permeabili per porosità (limi, sabbie, ghiaie fini), consente la captazione di falde superficiali attraverso
micropozzi di diametro variabile (generalmente 1"1 /2 o 2") e lunghezza adeguata alle esigenze, connessi ad una pompa di aspirazione.
La captazione è costituita da una tubazione chiusa alla cui parte inferiore è posizionato un filtro attraverso il quale avviene l’emungimento dell’acqua.
Nel sistema utilizzato per l’abbassamento artificiale della
falda, le puntazze sono collegate ad un collettore connesso a
una pompa di tipo centrifugo autoadescante.
I rifiuti delle perforazione possono
essere smaltiti in discarica per rifiuti non pericolosi o pericolosi di cui al D. Lgs.
36/03 e classificati come tali ai sensi del DM 3/8/05.
Per il recupero possono essere portati a recupero ambientale secondo le
operazioni previste dal DM 5/2/98.
I CER relativi ai fanghi di perforazione sono inseriti nell’allegato D alla parte IV del Dlgs 152/06. I codici con asterisco sono di prodotti classificati pericolosi.
L’analisi per la classificazione è quella prevista dal DM 3/8/2005 per lo
smaltimento in discarica o dal DM 5/2/98 smi se destinati al recupero.
01 RIFIUTI DERIVANTI DA PROSPEZIONE,
ESTRAZIONE DA MINIERA O CAVA, NONCHÉ DAL TRATTAMENTO FISICO O CHIMICO DI MINERALI 01 05 fanghi di perforazione ed altri rifiuti di
perforazione
01 05 04 fanghi e rifiuti di perforazione di pozzi per acque dolci
01 05 05* fanghi e rifiuti di perforazione contenenti oli 01 05 06* fanghi di perforazione ed altri rifiuti di perforazione contenenti
sostanze pericolose
01 05 07 fanghi e rifiuti di perforazione contenenti barite, diversi da quelli delle
voci 01 05 05 e 01 05 06
01 05 08 fanghi e rifiuti di perforazione contenenti cloruri, diversi da quelli delle
voci 01 05 05 e 01 05 06
01 05 99 rifiuti non specificati altrimenti
Il recupero ambientale è disciplinato l’articolo 5 del DM 5/2/98.
Articolo 5
(Recupero ambientale)
1. Le attività di recupero ambientale individuate nell'allegato 1 consistono nella restituzione di aree degradate ad usi produttivi o sociali attraverso rimodellamenti morfologici.
2. L'utilizzo dei rifiuti nelle attività di recupero di cui al comma 1 è sottoposto alle procedure
semplificate previste dall'articolo 33, del decreto legislativo 5 febbraio 1997 n. 22, a condizione che:
a) i rifiuti non siano pericolosi;
b) sia previsto e disciplinato da apposito progetto approvato dall'autorità competente;
c) sia effettuato nel rispetto delle norme tecniche e delle condizioni specifiche previste dal presente decreto per la singola tipologia di rifiuto impiegato, nonché nel rispetto del progetto di cui alla lettera b);
d) sia compatibile con le caratteristiche chimico-fisiche, idrogeologiche e geomorfologiche dell'area da recuperare.
d-bis) in ogni caso, il contenuto dei contaminanti sia conforme a quanto previsto dalla legislazione vigente in materia di messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinati, in funzione della specifica destinazione d'uso del sito.