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Il silenzio non elimina il problema Giornata mondiale contro l AIDS

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Academic year: 2022

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B a n c h e t t o v ir t u a le V I

Michael Cunningham, Le ore, tr. di Ivan Cotroneo, La nave di Teseo 2020* (anche ebook)

Negli anni Venti a Richmond, un sobborgo di Londra, Virginia Woolf è in cerca dell'ispirazione per il suo nuovo romanzo, assistita amorevolmente dal marito che tenta di domare il suo spirito inquieto. Negli anni Quaranta, a Los Angeles, Laura Brown è una giovane madre di famiglia che cerca nelle pagine di "La signora Dalloway" una via di fuga dalla routine domestica. Negli anni Novanta a New York, Clarissa Vaughn, soprannominata signora Dalloway, esce dal suo appartamento nel Greenwich Village per comprare dei fiori per Richard, un amico poeta che sta combattendo il male del decennio. Tre donne che sembrano non avere nulla in comune, se non il romanzo di Virginia Woolf, e che pure sono unite da un filo sottile che lega le loro storie attraverso luoghi ed epoche diverse.

Nadia Terranova, Gli anni al contrario, Einaudi 2015*

(anche ebook)

Messina, 1977. Aurora, figlia del fascistissimo Silini, ha sin da piccola l'abitudine di rifugiarsi in bagno a studiare, per prendere tutti nove immaginando di emanciparsi dalla sua famiglia, che le sta stretta. Giovanni è sempre stato lo scavezzacollo dei Santatorre, ce l'ha con il padre e il suo "comunismo che odora di sconfitta", e vuole fare la rivoluzione. I due si incontrano all'università, e pochi mesi dopo aspettano già una bambina. La vita insieme però si rivela diversa da come l'avevano fantasticata. Perché la frustrazione e la paura del fallimento possono offendere anche il legame più appassionato. Perché persino l'amore più forte può essere tradito dalla Storia.

Nicola Gardini, La vita non vissuta, Feltrinelli 2015* (anche ebook)

Agli occhi degli altri, e forse anche ai propri, Valerio ha l'aria di un quarantenne di successo: è uno stimato professore di latino, ha una casa, un'esistenza comoda, una moglie e una bambina affettuose. Eppure in un istante tutto questo perde senso; basta l'incontro con Paolo, giovane pittore di talento e amante appassionato, tanto fascinoso quanto insicuro, perché di colpo Valerio decida di voltare pagina. Finalmente insieme a Paolo potrà cominciare quella vita che già dai tempi della scuola sogna di vivere e che ora gli si offre irrinunciabile, improcrastinabile... Quand'ecco che una telefonata rivela l'illusione: Paolo ha appena scoperto di essere sieropositivo. Seguono la corsa di Valerio in una clinica per gli esami del sangue, la conferma dell'infezione, la scoperta dell'irrimediabile, e nel volgere di poche ore quell'amore nuovo, atteso da sempre, diventa una vertigine di fantasmi, paure, dubbi inesprimibili. Alla luce di un infaticabile lavoro di comprensione, Valerio fa piazza pulita di pregiudizi, luoghi comuni e falsificanti distinzioni, entrando sempre più a contatto con le ragioni della vita e dell'amore. Un romanzo intenso, intriso di pena e stupore, che riflette sulla sofferenza del corpo e del pensiero, sulla dissoluzione dell'identità, sulla fortuna, sulla colpa, sul desiderio, sulle parole. E sul senso della fine.

Dario Bellezza, Tutte le poesie, Mondadori 2015 (anche ebook)

"Il miglior poeta della nuova generazione": così; Pier Paolo Pasolini salutava l'esordio di Dario Bellezza, nel 1971, con la raccolta "Invettive e licenze", che da subito riscosse un grande interesse nella critica e accese nel pubblico un vivace dibattito. E con "Invettive e licenze" si apre questo volume che riunisce tutti gli otto libri pubblicati da Bellezza fino a "Proclama sul fascino" apparso nel 1996, pochi giorni dopo la scomparsa dell'autore. Ai versi editi fa seguito un'appendice di testi dispersi, alcuni inediti, e che vuole offrire uno stimolo per accostare nuovi lettori alla produzione di uno dei poeti più controversi e ricchi di fine Novecento. L'attenta e partecipe curatela di Roberto Deidier, che di Dario Bellezza fu amico, consente non solo di inquadrare ogni testo nel momento in cui fu scritto, ma anche e soprattutto di cogliere il senso di un itinerario poetico globale e coerente, percorso da una tensione palpabile tra realtà e finzione, tradizione e trasgressione. Come in una tela caravaggesca, la poesia di Bellezza trova nel tema dell'eros e del corpo, sospeso tra incanto e sregolatezza, la sua più genuina, dirompente espressione.

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a n c h e t t o v ir t u a le V I

Nadine Gordimer (a cura di), Storie, Feltrinelli 2005*

21 grandi autori mettono la loro penna al servizio della lotta contro l'Aids in Africa.

I profitti di questa preziosa raccolta saranno devoluti interamente a Treatment Action Campaign, un'organizzazione sudafricana che aiuta i malati di Aids. L'idea di un'antologia di racconti a scopo di beneficenza è nata da una brillante intuizione di Nadine Gordimer che ammirando le iniziative analoghe portate avanti da alcuni importanti esponenti del mondo della musica, ha deciso di chiedere un racconto ad alcuni autori da lei particolarmente amati. Tra gli altri: Arthur Miller, Salman Rushdie, Margaret Atwood, Paul Theroux, Claudio Magris, Woody Allen, Gabriel Garcia Marquez, Amos Oz, Kenzaburo Oe, John Updike, Christa Wolf.

Bruce Chatwin, Anatomia dell’irrequietezza, Adelphi 2005 (anche ebook)

Si tratta di "un viaggio con Chatwin alla scoperta di Chatwin": forse mai come in questo libro (soprattutto nelle notizie autobiografiche e nella lettera al suo editore Tom Maschler) Chatwin è stato prossimo a rivelare che cosa stava al fondo del suo essere e della sua inquietudine di uccello migratore, devoto per istinto alla

"alternativa nomadica". Ma perché il nomadismo può proporsi come alternativa alla cosiddetta civiltà? Le risposte si delineano di pagina in pagina attraverso scritti che abbracciano vent'anni di vita breve, intensa, errabonda, dal 1968 al 1987, e rispecchiano le varie incarnazioni di Chatwin: esperto d'arte e archeologo, giornalista, esploratore e narratore. Sono racconti brevi, storie e schizzi di viaggio, ritratti.

Isaac Asimov, Io, robot, Mondadori 2003 (anche ebook)

Le tre Leggi della robotica: 1. Un robot non può recar danno a un essere umano, né permettere che, a causa della propria negligenza, un essere umano patisca danno. 2. Un robot deve sempre obbedire agli ordini degli esseri umani, a meno che contrastino con la Prima Legge. 3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questo non contrasti con la Prima o la Seconda Legge. Manuale di Robotica, 56ª Edizione, 2058 d.C. Pubblicata per la prima volta nel 1950, questa storica antologia vede formulate e applicate compiutamente per la prima volta le tre celeberrime Leggi della robotica, quelle norme che regolano il comportamento delle "macchine pensanti" e che da allora sono alla base di tutta la letteratura del genere. Vera pietra miliare nella storia della letteratura fantascientifica, "Io, robot" è anche e soprattutto una raccolta di stupende storie, ironiche, tenere, commoventi, divertenti; racconti che mentre parlano di androidi ci svelano i lati più riposti della bizzarra natura umana. I. Asimov morì di AIDS il 6 aprile 1992.

Keith Haring, Diari, Mondadori 2001 (anche ebook)

Il graffitista Keith Haring ha tenuto un diario per tutta la sua vita, fino a un mese prima di morire a causa dell'Aids, nel 1990. L'adolescenza, le prime esposizioni, i murales nelle metropolitane, l'amicizia con Warhol e Burroughs, fino alle grandi mostre e al successo. Un diario che mostra il lato personale e professionale dell'artista scomparso. Premessa di David Hocney, introduzione di Robert Farris Thompson.

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Banana Yoshimoto, Sly, Feltrinelli 2000* (anche ebook)

Tokyo, oggi. Kiyose, la giovane donna che racconta la storia in prima persona, viene a sapere che Takashi, un suo caro amico bisessuale con il quale aveva avuto una relazione, è sieropositivo. La notizia sconvolge il piccolo cerchio di amici di cui fanno parte anche Mimi, l'attuale compagna di Takashi, e Hideo, un giovane gay che a sua volta ne era stato l'amante. Hideo e Kiyose si convincono a fare il test, il cui esito si saprà non prima di due settimane. Per sfuggire all'intollerabile attesa, gli amici decidono di realizzare un vecchio sogno: visitare insieme l'Egitto. Il viaggio, intenso e a tratti rarefatto, prevede come ultima tappa Roma, che riserva loro l'incanto degli attimi che si sanno irripetibili.

Harold Brodkey, Questo buio feroce: storia della mia morte, Rizzoli 1999*

Harold Brodkey aveva 66 anni quando l'AIDS lo condannò a una morte lenta ma inesorabile. Il primo annuncio della malattia, quello ufficiale, l'aveva affidato al New Yorker, la rivista alla quale collaborava da anni, in un articolo uscito nel 1993 col titolo "Storia personale. Ai miei lettori". Gli era costata fatica scriverlo, temeva non tanto la fine ma il giudizio perché morire di AIDS significava morire al di fuori di una tradizione, in una specie di silenzio. E ciò che Brodkey mal tollerò in tutta la sua vita fu proprio il silenzio, l'oblio, la privazione degli affetti, cosa che invece l'esistenza gli inflisse duramente. La malattia arrivò nel periodo più bello, un momento importante per la sua carriera, intenso per la storia d'amore con la compagna Ellen, magico perché creativo, vulcanico. Non avrebbe potuto desiderare di meglio quando la morte bussò alla sua porta e si mise "lì in corridoio" aspettando di portarlo con sé. "Questo buio feroce" è la sua pietra tombale, il racconto che celebra le conquiste di una vita nell'estremo, finale saluto; è l'abbraccio alla donna amata, un viaggio nei meandri della psiche e dell'emotività. Un libro di memorie che non lascia terrore, angoscia, dolore, ma solo pace perché la sua scrittura, in quei giorni cruciali, fu attraversata da una grazia splendente, uno stato lucido di comprensione e di pietà.

Brett Shapiro, L’intruso, Feltrinelli 1995*

New York 1990. Brett Shapiro, scrittore e giornalista, incontra Giovanni Forti, corrispondente dell'Espresso. I due uomini si innamorano e dopo tre mesi decidono di vivere insieme: poco dopo si sposano seguendo il rito ebraico riformato. Con loro abiterà anche Zac, il bambino adottato da Brett. Nella vicenda di questa famiglia non convenzionale si inserisce subito un intruso, l'AIDS. Quando la malattia comincia ad aggravarsi si trasferiscono tutti a Roma, dove Giovanni muore il 3 aprile 1992. La narrazione di Brett è intercalata da alcune lettere di Giovanni. Il capitolo conclusivo è costituito dal diario scritto da Brett durante le ultime settimane di vita di Giovanni.

Cyril Collard, Le notti selvagge, Anabasi 1993*

Jean ha trent'anni, gira dei videoclip, gli piacciono i ragazzi: Samy, un giovane giocatore di rugby avviato sulla strada della violenza, Eric, un attore egocentrico, Jamel, un arabo che verrà espulso per aver storpiato un naziskin in una rissa. Jean è uno che si getta furiosamente nella vita, non sa scegliere, non sa tirarsi indietro.

Ma si è bruciato: è sieropositivo. Incontra Laura, diciassette anni, disadattata, che si innamora perdutamente. La passione romantica di Laura gli rivela un modo diverso di vivere i sentimenti. E' assalito da uno struggente desiderio di tenerezza, di pulizia, di amore. Impara ad amare, ma la fine è imminente. Largamente autobiografica, la storia è ambientata in una Parigi di periferia, febbrile e sporca. Il pensiero del contagio da non trasmettere è il filo terribile che scorre lungo tutto il libro: un lungo delirio, lucido, contenuto ma disperato. Romanzo crudo e pieno di poesia, Le notti selvagge è fatto di frasi brevi, scattanti, nervose, quasi fosse scritto al ritmo sincopato di un rap.

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Hervé Guibert, All’amico che non mi ha salvato la vita, Guanda 1991*

Pubblicato per la prima volta da Gallimard nel 1990, A l’ami qui me m’a pas sauvé la vie, descrive, con devastante e cupa chiarezza comica, l'esperienza del suo narratore quando gli venne diagnosticato l'AIDS. Guibert racconta gli ultimi anni della propria vita, sulla scia della morte del suo amico Muzil, che passa da un dottore ciarlatano all'altro. L’autore descrive la progressione della malattia registrando le reazioni dei suoi numerosi amici. Il romanzo ha scandalizzato i media francesi, che hanno rapidamente identificato Muzil come l'amico intimo di Guibert Michel Foucault. Il libro è diventato un bestseller e Guibert una celebrità. Guibert ha continuato a documentare le esperienze quotidiane del suo corpo in una serie di romanzi e diari, per lo più pubblicati postumi. Da allora All’amico è diventato un libro culto per il suo tono intimo e candido, la sua forma frammentata e scivolosa.

Pier Vittorio Tondelli, Camere separate, Bompiani 1989 (anche ebook)

Il romanzo racconta tre momenti nella vita di uno scrittore poco più che trentenne, Leo, alle prese con l'enorme dolore per la perdita del compagno, Thomas, giovane musicista tedesco. La loro relazione viene raccontata attraverso lunghe riflessioni e continui flashback. Leo è uno scrittore di successo, che vive tra Milano, Parigi, Londra e Firenze; Thomas, invece, a Berlino Ovest. I due amanti si incontrano spesso in giro per l'Europa, trascorrono le vacanze insieme, ma vivono in due camere, separati da duemila chilometri di distanza. Hanno così la possibilità di vedersi quando desiderano, ma anche di ritirarsi nella propria solitudine. Finché Thomas non inizia una relazione con una ragazza.

Questo strano rapporto a tre scatena vere e proprie crisi di gelosia in Leo, ma si interrompe presto per via della malattia incurabile di Thomas, che, poco più che venticinquenne, muore in un ospedale di Monaco.

Dallas Buyers Club: tratto da una storia vera - regia di Jean-Marc Vallée (2014)*

La storia privata di un uomo qualunque che si mette contro la legge pur di tentare di rimanere vivo, lottando contro l'Aids.

The Hours, regia di Stephen Daldry (2004)

Tratto dall’omonimo romanzo di M. Cunningham. La pellicola inizia e finisce con un flash sulla vita della scrittrice inglese Virginia Woolf, nel momento in cui è prossima al suicidio nel fiume Ouse. La storia si dipana su tre piani narrativi differenti, che s’intrecciano continuamente, uno per ognuna delle tre donne protagoniste del film. Il romanzo “Mrs. Dalloway” di Virginia Woolf è il filo sottile che accomuna le tre donne.

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Michel Foucault, Le confessioni della carne: storia della sessualità 4, Feltrinelli 2019*

"Le confessioni della carne" è il quarto e ultimo volume della "Storia della sessualità" ed è l'atto conclusivo, quello che ci permette di seguire la direzione del pensiero di Foucault alla fine della sua vita e chiude una delle più grandi riflessioni dell'Occidente. Nella ricerca sulla costituzione del soggetto nel mondo antico, qui l'attenzione si sposta alle regole e alle dottrine elaborate dai Padri della Chiesa, tra il II e il iv secolo. Attraverso una serie di incursioni nella dottrina cristiana, Foucault fa dunque emergere le progressive discontinuità rispetto alla filosofia stoica ed ellenistica, e la creazione di un rapporto del tutto nuovo tra il soggetto e la verità che prevede sofisticate tecnologie del sé. Le trasformazioni del concetto di peccato e di colpa, inscritti ormai nella struttura umana, faranno nascere così un "soggetto del desiderio" che dominerà la morale cristiana dei secoli successivi e poi tutta la storia occidentale.

Cristiana Pulcinelli, AIDS: breve storia di una malattia che ha cambiato il mondo, Carocci 2017

Il suo ingresso sul palcoscenico del mondo avvenne all'inizio degli anni Ottanta del secolo scorso negli Stati Uniti. Eppure l'aids esisteva già da almeno settant'anni, relegato in alcune zone dell'Africa. E così è dall'Africa che parte questo racconto di grandi tragedie, di grandi speranze e di un enorme cambiamento nella nostra società. Perché l'aids non è solo l'epidemia che ha causato ad oggi nel mondo 70 milioni di contagiati e oltre 35 milioni di morti, che ha cancellato anni di liberazione sessuale e ridato vigore alla paura del diverso. È anche la malattia che ha indotto clamorosi avanzamenti delle conoscenze scientifiche, la nascita dell'attivismo dei pazienti e, qualche volta, la vittoria della solidarietà sui profitti.

Massimo Galli e Stefano Bella (a cura di), HIV/AIDS: storia, cura, prevenzione: una epidemia globale tra passato e futuro, Angeli 2016

La storia dell'infezione da HIV e dell'AIDS è storia recente per una patologia globale, solo 35 anni, ed è una storia che continua, in una realtà che i trattamenti farmacologici resi via via disponibili hanno profondamente modificato. È una storia di successo della ricerca e della medicina, che hanno portato una malattia fino a pochi anni fa mortale a diventare un'infezione cronica che permette alle persone con HIV di conviverci a lungo e in buona salute. È però una storia che non ha ancora una fine, perché è la storia di un virus che sa adattarsi, nascondersi e sopravvivere, e sulla quale mai come oggi è necessario risvegliare l'attenzione e gli investimenti delle istituzioni sanitarie e di ricerca. Il volume vuole fare il punto della situazione sulla gestione dell'infezione da HIV nei suoi aspetti socio-sanitari e di ricerca e sulle necessità attuali e future da comprendere e risolvere per meglio affrontare la sfida globale che ancora oggi questa malattia pone alla comunità civile, scientifica e dei pazienti. I diversi contributi, provenienti dal mondo medico-scientifico, della ricerca, della società civile e dei pazienti, della politica sanitaria, riuniti con un approccio multidisciplinare e multidimensionale, vogliono fornire un aggiornamento sul tema dell'HIV come patologia globale.

David Quammen, Spillover: l’evoluzione delle pandemia, Adelphi 2014 (anche ebook)

«Non vengono da un altro pianeta e non nascono dal nulla. I responsabili della prossima pandemia sono già tra noi, sono virus che oggi colpiscono gli animali ma che potrebbero da un momento all'altro fare un salto di specie - uno spillover in gergo tecnico - e colpire anche gli esseri umani ... Il libro è unico nel suo genere:

un po' saggio sulla storia della medicina e un po' reportage, è stato scritto in sei anni di lavoro durante i quali Quammen ha seguito gli scienziati al lavoro nelle foreste congolesi, nelle fattorie australiane e nei mercati delle affollate città cinesi. L'autore ha intervistato testimoni, medici e sopravvissuti, ha investigato e raccontato con stile quasi da poliziesco la corsa alla comprensione dei meccanismi delle malattie. E tra le pagine più avventurose, che tengono il lettore con il fiato sospeso come quelle di un romanzo noir, è riuscito a cogliere la preoccupante peculiarità di queste malattie.»

(«Le Scienze»)

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a n c h e t t o v ir t u a le V I

Leonardo Sciascia, “L’Aids, l’arte, la trasgressione” in Fine del carabiniere a cavallo: saggi letterari (1955-1989), Adelphi 2016 (anche ebook)

Nel caso di Sciascia, che rivendicava il diritto di essere "saggista nel racconto e narratore nel saggio", le etichette, si sa, funzionano male, mostrano tutti i loro limiti: saggistica e fiction, anzitutto. Ma anche all'interno di una categoria in apparenza inscalfibile come quella qui utilizzata per il sottotitolo, i conti alla fine non tornano, e il cartellino, pur necessario, appare riduttivo. Perché la sorprendente vastità delle letture di Sciascia (sono qui radunati interventi sul Furioso di Ariosto e l'Ulisse di Joyce, su E.M. Forster e Lawrence Durrell, su Ivo Andric e Calvino, su Montale e Bufalino, per non citarne che alcuni), ma soprattutto la mobilità del suo pensiero e l'incrollabile certezza che la letteratura può decifrare la realtà fanno sì che ogni saggio sia un luogo della libertà, un porto franco dell'intelligenza, una scena sulla quale si materializzano figure, temi, tempi del tutto imprevedibili e che ci portano molto lontano da dove eravamo partiti.

Susan Sontag, L’Aids e le sue metafore, Einaudi 1989

Ogni epoca e ogni società sembrano avere un oscuro bisogno di una malattia che dia corpo a ansie, paure, fobie collettive, e che sia possibile identificare con il Male.

La demonizzazione della malattia ha come prima conseguenza l'attribuzione di una colpa segreta al paziente. La forza metaforica dell'Aids, dice la Sontag, nasce dall'aura misteriosa che la circonda e dal fatto che non si è ancora trovata una terapia adeguata. Dopo aver inquadrato l'attuale realtà clinica del fenomeno, la Sontag passa a studiare come esso viene vissuto e rappresentato nell'immaginario collettivo. Sin dall'antichità le malattie sono state intese come giudizio sulla collettività, e poi come punizione per una trasgressione individuale. Esiste un rapporto diretto tra il concetto di malattia e il concetto di ciò che è straniero, quindi minaccioso e aggressivo: non a caso si dice che il contagio dell'Aids arrivi dal Terzo Mondo. La paura dell'Aids rafforza la cultura dell'individualismo e dell'isolamento, modifica mentalità e comportamenti. Susan Sontag ha scritto anche questo libro con la passione civile, la lucidità e l'ampiezza dei riferimenti culturali (da Lucrezio a John Donne, da Debussy a Thomas Mann) che siamo abituati a riconoscerle. (Autrice).

Susan Sontag, Malattia come metafora: Aids e cancro, Einaudi 1992*

La malattia è, nelle ormai classiche parole della Sontag, il "lato notturno della vita": il margine è l'immaginario che la società costruisce intorno alla malattia e alle ombre di un ravvicinato non-essere. Sul cancro, in passato sulla Tbc e ora sull'Aids, si rivela un'esuberante produzione di metafore cariche di tenaci pregiudizi e dai fantasmi di antiche paure. E' il linguaggio metaforico che si incarica di veicolare, in forme sempre mutevoli, la nozione invariata di malattia come colpa: "scandalo" che investe i comportamenti e le tipologie psicologiche dei singoli e dei gruppi.

Attraverso una fitta rete di riferimenti letterari (da Lucrezio a John Donne, da Debussy a Thomas Mann), la Sontag illustra il repertorio delle più fertili mitologie elaborate nel tempo intorno alle malattie maggiormente temute: dalle metafore militari per il cancro, occulto e implacabile invasore interno, agli spettri della peste rievocati con l'Aids, il flagello vendicatore che punisce le colpe ed estingue solo con la morte i peccati.

Francesco Rossin, Aids e letteratura: come è stata raccontata la peste del XX secolo nei romanzi e nei film, Università Ca’ Foscari Venezia 2017 (Tesi di laurea)

La tesi è una ricerca sugli scrittori e i registi che hanno affrontato il tema dell'Aids.

Partendo dall'analisi dei testi di Pier Vittori Tondelli, Cyril Collard, Hervè Guibert, Brett Shapiro, Alessandro Golinelli, Maurizio Gregorini e Nicola Gardini si studia il loro pensiero e il ruolo che hanno avuto come testimoni della “peste del ventesimo secolo”. Viene valutata la loro posizione in relazione ai movimenti letterari preminenti (specialmente il postmodernismo) e la loro contro-reazione a quest'ultimi. Si passa poi al confronto col pensiero dei sociologi Marco Binotto e Susan Sontag sullo stesso argomento. A questo si aggiunge lo studio delle autrici femminili che hanno trattato il tema dell'Aids nei loro romanzi: Simona Ferraresi, Isabelle Muller, Valeria Piassa Polizzi, Charlotte Valandrey e Banana Yoshimoto. Fatto questo si passa al cinema analizzando attraverso i personaggi come è stato proposto il tema dell'Aids al pubblico negli anni ottanta/novanta e ai giorni nostri. Segue il confronto fra la letteratura e il cinema sullo stesso tema.

http://dspace.unive.it/bitstream/handle/10579/9415/810342-1165594.pdf?sequence=2

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