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Medicina del Lavoro Prof. Francesco S. Violante Prof. Stefano Mattioli. Fattori relazionali lavoro e salute

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(1)

Medicina del Lavoro

Prof. Francesco S. Violante – Prof. Stefano Mattioli

Fattori relazionali lavoro e salute

(2)

Salute

“stato di benessere psico-fisico e sociale che consente all’individuo di fruire di

tutte le sue risorse fisiche, emotive e mentali”

(WHO 1988)

(3)

Classificazione

 Relazioni persona/ambiente

 Relazioni interpersonali

(4)

Relazioni persona/ambiente

 Aspetti temporali della giornata lavorativa e dell’attività lavorativa

 Contenuto dell’attività lavorativa

 Condizioni dell’organizzazione del lavoro

(5)

Relazioni interpersonali

 Rapporti interpersonali nel gruppo di lavoro

 Rapporti interpersonali con i supervisori

(6)

Stress

“risposta aspecifica dell’organismo per ogni richiesta effettuata su di esso dall’ambiente esterno”

(Hans Selye, Nuture 1936)

(7)

Stress legato al lavoro

“reazione emotiva, cognitiva, comportamentale e fisiologica ad aspetti avversi e nocivi del

contenuto, dell’ambiente e dell’organizzazione del lavoro”

(Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro, 2000)

(8)

Stress legato al lavoro

“l’insieme delle risposte psichiche e fisiche di allarme che occorrono quando le richieste

lavorative non corrispondono alle capacità, alle risorse o alle necessità del lavoratore”

(National Institute fo Occupational Safety and Health-NIOSH, 2000)

(9)

Stress legato al lavoro

Dimensioni del problema

 28% dei lavoratori della UE (circa 41 milioni)

presenta disturbi da stress legato al lavoro, almeno 1 volta/anno

 24% dei lavoratori della UE si è assentato dal

lavoro negli ultimi 12 mesi per problemi dovuti allo stress legato al lavoro

 Ogni anno nei Paesi della UE vengono persi circa 600 milioni di giorni di lavoro (4/anno per

lavoratore)

(Fondazione Europea di Dublino, 1996)

(10)

Stressore o agente stressante

“fattore che spinge l’organismo all’adattamento”

(Hans Selye, Nuture 1936)

(11)

Stressori

Classificazione

1. Fisici

2. Chimici

3. Biologici

4. Biomeccanici

5. Psicosociali

(International Labour Organizzation, ILO 1986)

(12)

Stressori

(13)

Cause fisiche

 Rumore

 Vibrazioni

 Radiazioni ionizzanti

 Alte e basse temperature

 Elevata umidità, ecc.

Stressori

(14)

Cause chimiche

 Sostanze tossiche

 Sostanze pericolose

Stressori

(15)

Cause biologiche

 Cambi di stagione

 Infezioni

 Diete ipocaloriche

 Malattie

 Traumi organici

 Jet-lag (spotamento rapido attraverso vari fusi orari), ecc.

Stressori

(16)

Cause biomeccaniche

 Movimentazione manuale di carichi pesanti

 Posture scomode o stancanti, ecc.

Stressori

(17)

Fattori psicosociali

“ sono quegli aspetti relativi alla

progettazione, organizzazione e gestione del lavoro, nonché ai relativi contesti

ambientali e sociali, che potenzialmente possono dar luogo a danni di natura

psicologica, sociale o fisica”

(Cox T and Griffiths AJ. Handbook of Workand Health Psychology 1995)

Stressori

(18)

Molti autori hanno cercato di identificare i fattori lavorativi che possono rappresentare degli stressor; questi fattori possono riguardare condizioni oggettive (turni, lavoro notturno, disoccupazione, ecc.) e soggettive (percezione di eccessivo carico di lavoro, ambiguità di ruolo, conflitti interpersonali, ecc.)

Lista di Kasl

Aspetti temporali della giornata lavorativa e dell’attività lavorativa

Contenuto dell’attività lavorativa

Rapporti interpersonali nel gruppo di lavoro

Rapporti interpersonali con i supervisori

Condizioni dell’organizzazione

(Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro. Ricerca sullo stress correlato al lavoro,2000)

Fattori di stress da lavoro

(19)

Aspetti temporali della giornata lavorativa e dell’attività lavorativa

Lavoro a turni e lavoro notturno

Lavoro straordinario indesiderato

Orario di lavoro non flessibile

Lavoro a cottimo

Ritmo di lavoro accelerato

Tempo insufficiente per rispettare le scadenze

Lista di Kasl

(20)

Contenuto dell’attività lavorativa

 Lavoro frammentario, ripetitivo, monotono

 Incertezza delle mansioni e delle richieste

 Scarsa autonomia decisionale

 Scarso controllo sulla propria vita lavorativa

 Impegno richiesto inadeguato

 Risorse insufficienti

Lista di Kasl

(21)

Rapporti interpersonali nel gruppo di lavoro

Scarso sostegno sociale

Molestie morali (mobbing) e sessuali

Scarso riconoscimento dei risultati ottenuti

Iniqua distribuzione del carico di lavoro

Eccessiva conflittualità tra colleghi

Lista di Kasl

(22)

Rapporti interpersonali con i supervisori

Scarso sostegno sociale

Molestie morali (mobbing) e sessuali

Scarso riconoscimento dei risultati ottenuti

Scarsa partecipazione ai processi decisionali

Leadership autoritaria

Incertezza e contraddittorietà delle richieste

Lista di Kasl

(23)

Condizioni dell’organizzazione

 Lavoro alla periferia dell’organizzazione

 Basso prestigio della mansione svolta

 Struttura organizzativa non chiaramente definita

 Eccessiva burocrazia organizzativa (amministrativa)

 Procedure organizzative incongrue (irrazionali)

 Politiche aziendali discriminatorie

Lista di Kasl

(24)

Society and stress

CHANGES IN PATTERNS OF WORK

SOCIAL

DISINTEGRATION INCREASE IN METRIAL BENEFITS

BREAKDOWN OF FAMILY

FAST & QUICK’

SOCIETY VALUES

BREAKDOWN

OF NEIGHBOURHOOD

ENVIRONMENTAL DAMAGE INCREASED UNEMPLOYMENT

SHIFT TOWARDS SKILLED LABOUR

(25)

Causes of Stress:

Organizational Influence

Intrinsic to The job

Relationship At work

Factors Intrinsic

To the individual

Role in the organizzation

Organizzational Structure And climate

Career development

Home-work Interface

(26)

 Demand-control

 Demand-control-support

 Person-Environment Fit

 Effort-Reward

 Effort-Distress

Modelli di stress correlato al lavoro

(27)

 Domanda lavorativa (job demand)

 Libertà decisionale (decision latitude):

 La skill discretion che identifica:

-possibilità di imparare cose nuove

-grado di ripetitività dei compiti assegnati

-possibilità di valorizzare le proprie competenze

 La decision authority che individua

-livello di controllo dell’individuo sulla programmazione e organizzazione del lavoro

Il modello Demand-Control

(28)

Condizioni di lavoro

 High strain

elevata domanda e bassa libertà di decisione

Esempi: lavori in catena di montaggio, cassiere dei supermercati, forze dell’ordine

 Passive

bassa domanda e bassa libertà di decisione

Esempi: impiegato addetto all’inserimento dati, addetto pulizie locali, operatore ecologico

Il modello Demand-Control

(29)

Condizioni di lavoro

 Active

elevata domanda e elevata libertà di decisione

Esempi: medico, insegnante, ricercatore, avvocato, giornalista

 Relaxed (o Low strain)

bassa domanda e elevata libertà di decisione

Esempi: rappresentante commerciale, informatore scientifico

Il modello Demand-Control

(30)

Demand-Control Model of Stress (Karasek)

High control

Low control

Low High

DecisionLatitude

Job Demands

Low strain Job Active Job

Passive Job High Strain Job

(31)

 Domanda lavorativa (job demand)

 Libertà decisionale (decision latitude)

 Sostegno sociale (work place social support)

Il modello Demand-Control-Support

(32)

Low CONTROL High

Low SUPPORT High

Low D

EMAN

D High Relaxed

Active Pass

ive H

igh Strain

Modello demand-control-support

(Johnson e Hall 1988)

(33)

I vari aspetti dello stress

La risposta di stress:

 Processi fisiologici

 Reazioni cognitive

 Reazioni emotive

 Reazioni comportamentali

(34)

I processi fisiologici dello stress

La risposta fisiologica allo stress è stata definita

sindrome generale di adattamento e come tale è ineliminabile e “vitale” per l’organismo perché

consente all’individuo di affrontare qualsiasi

cambiamento e le difficoltà che quotidianamente si presentano attraverso una risposta aspecifica tipica.

Via nervosa

Via endocrina

(35)

La via nervosa

 attivazione del sistema nervoso

ortosimpatico e della porzione midollare delle ghiandole surrenali (liberazione di catecolamine)

(36)

La via endocrina

 E’ rappresentata dall’attivazione della porzione corticale (liberazione di

corticosteroidi) delle ghiandole surrenali

(37)

Ipotalamo

Ipofisi anteriore

Corteccia surrenale

Sistema immunitario Linfociti

Macrofagi/monociti Neutrofili

Sistema immunitario Linfociti

Macrofagi/monociti Neutrofili

IL – 1 IL – 2

IL – 6 TNF - a

Cortisolo

La via endocrina

(38)

Ipofisi

Ormoni ipofisari

Recettori ormonali

Sistema immunitario

Sistema nervoso autonomo Citochine

Febbre Anoressia Sonnolenza

Ridotta libido STRESS

Ipotalamo

La via endocrina

(39)

La via endocrina

(40)

Risposta organica allo stress

 L’attivazione delle suddette vie suscita una risposta “ergotropa” dell’organismo tale da far affrontare l’evento stressante in modo rapido e valido

(41)

Tipi di risposte ergotrope

 Stress “positivo” o eustress

 Stress “negativo” o distress

(42)

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Distress Eustress Distress

Ottimo

Pessimo

(43)

Lo stress è dannoso? Quando?

 Gli stimoli sono troppo intensi o troppo deboli per l’individuo

 Gli stimoli sono troppo ravvicinati o

protratti (periodo di recupero insufficiente)

 L’alto numero di eventi cui tutti noi siamo sottoposti quotidianamente è la principale causa di distress

(44)

Human performance and stress

OPTIMUM PERFORMANCE

BURNOUT

BOREDOM FRUSTATION

INCREASING STIMULATION STRESS

EFFECTIVE, ALERT 60

50 40 30 20 10 0 Increasing Level of

performance

(45)

Ruolo degli stressori psicologici e sociali

 La scala di valutazione del riadattamento sociale di Holmes e Rahe

(Holmes JS and Rahe RH. Journal of Psychosomatic Research 1967)

 La scala di valutazione del riadattamento sociale di Sarason

(Sarason IG, de Monchaux C, Hunt T. Methodological issues in the assesment of live stress. Emotion: Parameters and Measurement.

Raven, New York 1975)

(46)

I problemi quotidiani come causa di stress

 La scala di valutazione dei problemi quotidiani di Lazarus

(Lazarus RS. Psychological Stress and the Coping Process. Mc Grawl-Hill, New York 1966)

(47)

Perché un evento diventa stressante?

Il distress non dipende solo dall’accumularsi degli eventi, ma anche da come il singolo

soggetto li valuta, cioè dal peso emotivo che hanno per lui

(48)

La “valutazione” dell’evento stressante

“processo mentale mediante il quale diamo all’evento un significato soggettivo (cioè

personale) positivo (cioè buono) o trascurabile o negativo (cioè cattivo)”

(Lazarus RS. Psychological Stress and the Coping Process. Mc Grawl-Hill, New York 1966)

(49)

Il processo di “coping”

“l’insieme dei tentativi per controllare gli

eventi ritenuti difficili o superiori alle nostre risorse”

(Lazarus RS. Psychological Stress and the Coping Process. Mc Grawl-Hill, New York 1966)

(50)

05/05/2009 Medicina del Lavoro – Prof. Francesco S.

Violante

50

The coping balance

PRESSURE

CAN’T COPE

EXCESS

PRESSURE COPING

EQUILIBRIUM

(51)

Dinamiche del processo stress- malattia

INTERAZIONE

tra lavoratori e situazioni di st ress

EFFETTI legat i allo st ress

DANNI alla salut e

dovut i a st ress

VALUTAZIONE

COPING EFFICACE

Attivazione di meccanismi neurologici.

• Risposta neurovegetativa e neuroendocrina

PREDISPOSIZIONE SUSCETTIBILITA’

COPING INEFFICACE

Effetti patologici legati alla attivazione del sistema

neurovegetativo e neuroendocrino.

ESAURIMENTO DEL PROCESSO

(52)

Chi si espone di più agli stressori?

 Lavoratori con comportamento di tipo A

 Lavoratori giovani

 Lavoratori anziani

 Lavoratori immigrati

 Lavoratrici madri “singole”

 Lavoratori disabili

(53)

“comportamento di tipo A”

 esasperata paura di perdere tempo l’individuo fa più cose contemporaneamente, prende più impegni di quanto gli sia possibile portare a termine.

 scarsa fiducia in se stesso l’individuo è, a livello inconscio, insicuro e ha scarsa fiducia nelle proprie capacità; per accrescere la sua stima in sé, parla facendo sempre riferimento alla propria persona, in modo egocentrico. Un altro indice di insicurezza è l’accentuato perfezionismo in qualsiasi attività, unito all’insofferenza alle critiche, anche quelle più blande e il continuo bisogno di sentirsi approvato.

 forte aggressività l’individuo, desidera dominare gli altri, senza curarsi dei loro sentimenti né dei loro diritti.

 ostilità presente in qualsiasi occasione l’individuo è in continua competizione con gli altri, è sempre sospettoso e diffidente e trova sempre da ridire su tutto.

 spinta all’autodistruzione Carl Gustav Jung diceva che “le condizioni che portano al successo, sono le stesse che possono portare alla morte”: un osservazione questa che ben si adatta alle personalità di tipo A, che non si prende un attimo di riposo, non fa nulla per rilassarsi, deve sempre dimostrarsi attiva e si sente in colpa se non è affaccendata in qualcosa.

“comportamento di tipo B”

modo di pensare di sentire e di agire caratterizzato dall’assenza di quanto caratterizza il tipo A.

(54)

Comportamento di tipo A

caratteristiche

 Esasperata paura di perdere tempo

 Scarsa fiducia in se stesso

 Forte aggressività

 Ostilità presente in qualsiasi occasione

 Spinta all’autodistruzione

(55)

Distress per carenza di stressori

 Il distress può derivare, oltre che da un eccesso, anche da una deficienza di stimoli

(56)

Esempi di carenza di stimoli

 Ipoalimentazione

 Silenzio

 Isolamento sociale

 Disoccupazione

 Pensionamento

 Carenza affettiva

(57)

Campanelli d’allarme del distress

 Manifestazioni emotive

 Manifestazioni cognitive

 Manifestazioni comportamentali

 Manifestazioni fisiologiche

(58)

PHISICAL PSYCHOLOGICAL

STRESS

EMOTIONAL BEHAVIOURAL

The effects of stress on the

individual

(59)

 Ansia o depressione

 Facile irritabilità o apatia

 Disturbi del sonno

 Attacchi di panico

Manifestazioni emotive

(60)

 Difficoltà a concentrarsi

 Difficoltà ad apprendere cose nuove

 Difficoltà a memorizzare

 Difficoltà a mantenere l’attenzione

 Difficoltà ad essere creativi

Manifestazioni cognitive

(61)

Cercare conforto:

 Nelle sigarette

 Negli alcolici

 Nel cibo

 Nei psicofarmaci

 Nelle droghe

Manifestazioni comportamentali

(62)

 Palpitazioni

 Xerostomia e sudorazioni profuse

 Polacchiuria

 Nausea e vomito

 Inappetenza o bulimia

 Cefalea e disturbi del sonno

 Cervicalgia e lombalgia

 Disturbi digestivi e/o alvo irregolare, ecc.

Manifestazioni fisiologiche

(63)

Perché lo stress fa ammalare?

 Teoria della specificità

Teoria della suscettibilità generale

(64)

The effects of stress

Inefficient Functioning

Of the organizzation

High costs

STRESS

Pressure spiral

Behavioural Effects on

individual Individual

Ill-healt

(65)

Teoria della specificità

 Tipi ben precisi di comportamento porterebbero a ben precise patologie

esempio: persona di tipo A coronaropatie

(66)

Teoria della suscettibilità generale

 La risposta di stress, se protratta nel

tempo, riduce le difese immunitarie, che a sua volta aumenta la suscettibilità a

qualsiasi malattia, non a malattie specifiche

(67)

Perché si ammalano determinati organi?

Concetto di Locus minoris resistentiae:

Il distress, indebolisce le difese della persona aumentando, la facilità che l’organo o la

funzione più vulnerabile, cioè con minor

capacità di difesa nei confronti di un processo morboso (locus minoris resistentiae) si

ammalino.

(68)

Perché si ammalano determinate persone e non altre?

 Siamo noi a far sì che un evento divenga stressore proprio come effetto della nostra valutazione e del nostro coping

(69)

Malattie da stress

 Malattie cardio e cerebro-vascolari

 Malattie neoplastiche

 Malattie osteomuscolari

 Malattie gastrointestinali

 Disturbi del sonno

 Cefalee

 Disturbi d’ansia e depressivi, ecc.

(70)

Malattie da stress

Disease

malattia, ossia l’alterazione strutturale e/o funzionale dell’organismo umano

oggettivamente documentabile

(Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro.

Ricerca sullo stress correlato al lavoro,2000)

(71)

Malattie da stress

Illness

infermità, ossia lo stato di malessere

soggettivamente percepito dalla persona

(Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro. Ricerca sullo stress correlato al lavoro,2000)

(72)

Malattie da stress

Sickness behaviour

comportamento di malattia, ossia le reazioni della persona ai sintomi, nonché all’insieme di percezioni, valutazioni, atteggiamenti e interpretazioni che li

condizionano

(Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro. Ricerca sullo stress correlato al lavoro,2000)

(73)

Malattie cardio-cerebro-vascolari

 Infarto miocardico

 Ipertensione arteriosa essenziale

 Stroke

 Morte improvvisa

Malattie neoplastiche

 Fumo  carcinoma polmonare

 Alcol  epatocarcinoma

 Cibo  carcinoma del colon

Malattie osteomuscolari

 Rachide cervicale

 Rachide lombare

 Arti superiori

Malattie da stress

(74)

Malattie gastrointestinali

 Ulcera peptica gastrica o duodenale

 Sindrome del colon irritabile

Retto-colite ulcerosa

Disturbi del sonno

 Disturbi legati all’inizio e al mantenimento del sonno

 Disturbi legati all’eccessiva sonnolenza diurna

Cefalee

Emicrania

Cefalea muscolo-tensiva

Disturbi d’ansia e depressivi

Disturbo d’ansia da stress acuto

Disturbo d’ansia da stress post-traumatico

Disturbi depressivi

Malattie da stress

(75)

Sindrome da Burnout

L’espessione “burnout” si traduce

letteralmente come “bruciato”, “esaurito”

(Maslach C, Schaufeli WB, Leiter MP. Job Burnout. Annu Rev Psychol 2001; 52: 397-422)

(76)

Definizione

“risposta prolungata a fattori stressanti cronici legati all’attività lavorativa di tipo emozionale ed interpersonale, definita da tre dimensioni: esaurimento emotivo, spersonalizzazione ed inefficacia”

(Maslach C, Schaufeli WB, Leiter MP. Job Burnout. Annu Rev Psychol 2001; 52: 397-422)

Sindrome da Burnout

(77)

Esaurimento emotivo

“la persona prova un progressivo disinteresse per il proprio lavoro”

(Maslach C, Schaufeli WB, Leiter MP. Job Burnout. Annu Rev Psychol 2001; 52: 397-422)

Sindrome da Burnout

(78)

Spersonalizzazione

la persona diventa sempre più fredda” e prova un sempre maggior senso di

distacco nei confronti degli altri

(collaboratori, utenti, pazienti, ecc.)

(Maslach C, Schaufeli WB, Leiter MP. Job Burnout. Annu Rev Psychol 2001; 52: 397-422)

Sindrome da Burnout

(79)

Inefficacia

“la persona prova un profondo senso di

fallimento ed un sentimento di delusione nei confronti del proprio lavoro”

(Maslach C, Schaufeli WB, Leiter MP. Job Burnout. Annu Rev Psychol 2001; 52: 397-422)

Sindrome da Burnout

(80)

Cause

 Sostegno sociale inadeguato

 Ambiguità di ruolo

 Conflittualità esasperata con colleghi e/o superiori

Sindrome da Burnout

(81)

Soggetti a rischio

 Operatori con confine tra se e gli altri mal definito

 Operatori con confine tra vita professionale e vita privata mal definito

 Operatori più ambiziosi e motivati

 Operatori animati da un eccessivo bisogno di aiutare gli altri

Sindrome da Burnout

(82)

Sintomi

 Psichici (cognitivi ed emotivi)

 Comportamentali

 Psicosomatici

Sindrome da Burnout

(83)

Sintomi psichici

 Crollo delle energie psichiche

 Crollo delle motivazioni

 Caduta dell’autostima

 Perdita di controllo

Sindrome da Burnout

(84)

Sintomi comportamentali

 Forte disimpegno sul lavoro

 Comportamenti autodistruttivi

 Comportamenti eterodistruttivi

Sindrome da Burnout

(85)

Sintomi psicosomatici

 Palpitazioni

 Xerostomia e sudorazioni profuse

 Acne, eczema, afte

 Nausea, vomito, epigastralgia, pirosi

 Inappetenza o bulimia

 Cefalea e disturbi del sonno

 Frigidità, impotenza, calo del desiderio

 Alvo irregolare (stipsi o diarrea), ecc

Sindrome da Burnout

(86)

Mobbing

Il termine mobbing deriva dal verbo inglese

“to mob”, che si traduce letteralmente come

“attaccare”, “accerchiare

(Lorenz K. Das sogenante Boese. Zur Naturgeschichte der Aggression. Wien, 1963)

(87)

Mobbing

Definizione

“un comportamento ripetuto,

immotivato, rivolto contro un dipendente o un gruppo di dipendenti, tale da creare un rischio per la sicurezza e la salute”

(Leymann H. The content and development of mobbing at work.

European Journal of Work and Organizational Psychology 1996;

5: 2)

(88)

Mobbing

Definizione

“una condizione di violenza psicologica, intenzionale e sistematica, perpetrata in ambiente di lavoro per almeno sei mesi, con l’obiettivo di espellere il lavoratore dal processo lavorativo”

(Gilioli R et al. Documento di Consenso. Un nuovo rischio all’attenzione della medicina del lavoro: le molestie morali (mobbing). Med Lav 2001; 92: 61-69)

(89)

16,3

10,2 9,9

9,4

7,3

6 5,5

4,8 4,7

8

0 2 4 6 8 10 12 14 16 18

Regno Unito Svezia Francia Irlanda Germania Italia Spagna Belgio Grecia UE

Percentuale di lavoratori

Incidenza del Mobbing nei vari Paesi della UE Incidenza del Mobbing nei vari Paesi della UE

(Parlamento Europeo. Commissione per l’occupazione e gli affari sociali. Relazione sul Mobbing sul posto di lavoro. 16 luglio 2001. 2001/2339-INI)

(90)

05/05/2009 Medicina del Lavoro – Prof. Francesco S.

Violante

90

Prevalenza di mobbing nei settori lavorativi

(Monaco E, et al. Patologie emergenti in Medicina del Lavoro: il mobbing. G Ital Med Lav Erg 2004; 26: 1, 28-32)

38%

22%

12% 8%

3% 2%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

beni e servizi Pubblica amministrazione

Scuola e Università

Sanità Commercio Agricoltura

(91)

05/05/2009 Medicina del Lavoro – Prof. Francesco S.

Violante

91

Prevalenza di mobbing nei due sessi

(Monaco E, et al. Patologie emergenti in Medicina del Lavoro: il mobbing. G Ital Med Lav Erg 2004; 26: 1, 28-32)

57%

43%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

Maschi Femmine

(92)

05/05/2009 Medicina del Lavoro – Prof. Francesco S.

Violante

92

Prevalenza di mobbing nei settori pubblico e privato

(Monaco E, et al. Patologie emergenti in Medicina del Lavoro: il mobbing. G Ital Med Lav Erg 2004; 26: 1, 28-32)

63%

37%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

Pubblico Privato

(93)

05/05/2009 Medicina del Lavoro – Prof. Francesco S.

Violante

93

Prevalenza di mobbing tra impiegati e dirigenti

(Monaco E, et al. Patologie emergenti in Medicina del Lavoro: il mobbing. G Ital Med Lav Erg 2004; 26: 1, 28-32)

73%

24%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

Impiegati Dirigenti

(94)

05/05/2009 Medicina del Lavoro – Prof. Francesco S.

Violante

94

Prevalenza di mobbing nelle classi d’età

(Monaco E, et al. Patologie emergenti in Medicina del Lavoro: il mobbing. G Ital Med Lav Erg 2004; 26: 1, 28-32)

6%

28%

64%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

31-40 anni 41-50 anni 51-60 anni

(95)

Tipi di mobbing

 Mobbing strategico

 Mobbing emozionale o relazionale

 Mobbing non intenzionale

(Gilioli R et al. Documento di Consenso. Un nuovo rischio all’attenzione della medicina del lavoro: le molestie morali (mobbing). Med Lav 2001; 92: 61-69)

(96)

Mobbing strategico

 strategia ben precisa attuata

intenzionalmente dall’azienda e/o dal

management aziendale, nei confronti di un singolo lavoratore (mobbing individuale) o di un gruppo di lavoratori (mobbing collettivo)

(Gilioli R et al. Documento di Consenso. Un nuovo rischio

all’attenzione della medicina del lavoro: le molestie morali (mobbing).

Med Lav 2001; 92: 61-69)

 frequente nelle imprese, per lo più private

 di tipo verticale

(97)

Mobbing emozionale

 deriva da una esasperata alterazione delle relazioni interpersonali, tra capo e

collaboratore (mobbing verticale o bossing) o, più frequentemente, tra colleghi di pari grado (mobbing orizzontale o trasversale)

(Gilioli R et al. Documento di Consenso. Un nuovo rischio all’attenzione della medicina del lavoro: le molestie morali (mobbing). Med Lav 2001; 92: 61-69)

 prevalente nella pubblica amministrazione

(98)

Mobbing non intenzionale

 non vi è da parte del management

aziendale, una precisa volontà strategica di eliminare o condizionare negativamente un determinato lavoratore con azioni di violenza psicologica

(Gilioli R et al. Documento di Consenso. Un nuovo rischio

all’attenzione della medicina del lavoro: le molestie morali (mobbing).

Med Lav 2001; 92: 61-69)

 da parte del management aziendale non vi è dolo, ma colpa di omissione

(99)

Soggetti colpiti (bersagli)

 lavoratori con elevato coinvolgimento nell’attività svolta o con capacità creative e innovative

 soggetti con ridotte capacità lavorative o portatori di handicap collocati obbligatoriamente nel posto di lavoro, ma osteggiati dal datore di lavoro, dal preposto o dai nuovi compagni di lavoro

 soggetti “diversi” sotto vari punti di vista (es.

provenienza geografica, religione, abitudini di vita, preferenze sessuali, ecc.)

 lavoratori rimasti volutamente estranei a pratiche illecite di colleghi e/o superiori

(100)

Comportamenti da mobber

 Vessazioni riguardanti la persona

continue umiliazioni

continue offese

anche riguardo la vita privata e familiare

 Vessazioni riguardanti il lavoro svolto

 continuo disprezzo del lavoro svolto

 continue critiche al lavoro svolto

 atti di sabotaggio (manomissione e falsificazione di documenti)

(101)

Comportamenti da mobber

 Vessazioni riguardanti il ruolo del lavoratore

drastico ridimensionamento del ruolo

 dequalificazione dei compiti lavorativi

 trasferimenti ingiustificati in sedi lontane dalla residenza

 Vessazioni riguardanti lo status del lavoratore

 sindrome della scrivania vuota (il soggetto viene privato degli strumenti necessari a svolgere l’attività, isolato da tutti e tutto, senza spiegazioni e senza consegne)

 sindrome della scrivania piena (sovraccaricato quantitativo e/o qualitativo di lavoro)

(102)

Conseguenze sulla salute

Precoci segnali d’allarme

 Disturbi psicosomatici

 Disturbi di tipo emozionale

 Disturbi di tipo comportamentale

(Gilioli R et al. Documento di Consenso. Un nuovo rischio

all’attenzione della medicina del lavoro: le molestie morali (mobbing).

Med Lav 2001; 92: 61-69)

(103)

Conseguenze sulla salute

“Reazioni ed Eventi”

 Disturbo dell’adattamento (DDA)

 Disturbo post-traumatico da stress (DPTS)

(Gilioli R et al. Documento di Consenso. Un nuovo rischio

all’attenzione della medicina del lavoro: le molestie morali (mobbing).

Med Lav 2001; 92: 61-69)

sintomi descritti possono organizzarsi nei due

quadri sindromici principali che rappresentano le

risposte psichiatriche a condizionamenti o situazioni stressogene

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