• Non ci sono risultati.

In autunno gli alberi si svestono delle

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "In autunno gli alberi si svestono delle"

Copied!
12
0
0

Testo completo

(1)

“Poste Italiane S.P.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 2° e 3°, Roma aut. n.160/2008”

Anno VII n.10 Ottobre 2014

Conferenza Episcopale Abruzzese-Molisana

“PER UNA BIOCIVILTÀ CHE

PREFERISCA LA VITA AL LUCRO”

Editoriale

Padre Angelo Vescovo

La vita non è toLta ma trasformata

I

n autunno gli alberi si svestono delle foglie, le nebbie mattutine sono fre- quenti, le giornate si accorciano, il sole tramonta prima.

Eppure ci sono lembi di terra, i cimiteri, che, proprio in questo periodo, appaio- no come prati di primavera rivestiti di fiori, rischiarati dalla luce dei ceri accesi, popolati da tante persone che fanno vi- sita ai loro cari.

La Chiesa ci invita a commemorare i fe- deli defunti, a riportare alla mente e al cuore le persone care che sono passate, hanno concluso il pellegrinaggio terre- no e sono giunti alla vita eterna.

Ricordare, lo sappiamo, significa ripor- tare al cuore.

Chi ha sperimentato la morte di una persona cara – un genitore, un figlio, un amico – sa cosa significa riportarla al cuore.

La morte strappa via gli affetti, lacera i sentimenti, interrompe le relazioni, cau- sa dolore. Un triste scenario.

La memoria dei defunti è per i cristiani una grande celebrazione della fede nel- la risurrezione, fede che la morte non è più l’ultima parola per gli uomini, per quanti già morti. Questi andando verso il Signore Gesù, non sono da lui respinti, ma risuscitati per la vita eterna, la vita per sempre con lui il Risorto, il Vivente.

La morte alla luce di Cristo è il passag- gio alla vita, è la porta che ci spalanca l’eternità. Una immagine può aiutarci:

quella del baco che dentro il bozzolo sembra morire, ma poi si trasforma in una bellissima e colorata farfalla.

Così noi, quando moriamo nasciamo alla vita vera, quella eterna che mai fi- nirà.

Uno dei prefazi propri della messa dei defunti recita: “Ai tuoi fedeli, o Signore, la vita non è tolta ma trasformata e mentre si distrugge la dimora di questo esilio terreno, viene preparata una abitazione eterna nel cielo”.

Nella lettera ai Corinti S. Paolo scrive:

“Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?” (1 Cor 15,55), parole che permettono di sfidare la mor- te, di interrogarla, di provocarla. San Paolo non ha paura della morte perché sa che Cristo è risorto e con lui risorge- remo anche noi.

Gesù non ha promesso ai suoi amici che non sarebbero morti. Per lui il bene più grande non è una vita lunghissima, un infinito vivere qui sulla terra. Per lui l’essenziale non è il non morire, ma vivere della vita che solo lui può dare, perché Egli è il Risorto, il Vivente.

Ha detto qualcuno: “E’ importante ag- giungere più vita agli anni, non più anni alla vita”.

Nella speranza nella quale siamo sta- ti salvati, che è Cristo, nasce dal cuore la nostra preghiera per i fedeli defunti:

“Ammettili, Signore, a godere la luce del tuo volto, tienili nella tua pace. Amen”.

I

vescovi di Abruzzo e Molise su “Sbloc- ca Italia” e il caso “Ombrina”

«Come Conferenza dei Vescovi dell›Abruzzo e Molise, esprimiamo la nostra viva preoccupazione riguardo al riproporsi di progetti di sfruttamento petrolifero di vaste aree dei nostri ter- ritori e delle nostre coste denominati

“ombrina 2”, “Elsa”, “rospo mare”, da parte della multinazionale britan- nica Rockhopper Exploration. Tali pro- getti, a suo tempo abbandonati per la contrarietà delle popolazioni, saranno resi possibili dal contenuto del Decre- to denominato “sblocca italia”. Ampi territori a vocazione turistica, agricola, vitivinicola, saranno definitivamente snaturati da questa “deriva fossile”

nonostante in altre regioni, come la Basilicata, interessate da queste estra- zioni, non si siano constatati i promessi miglioramenti nell’economia, né nella occupazione. Non possiamo che espri- mere sconcerto per scelte politiche nelle quali si prevedano:

- la trasformazione dei nostri territori, dell’Abruzzo ma anche di vaste aree del Molise, in distretto minerario per gli idrocarburi;

- il riconoscimento, come emerge dal testo del Decreto, del carattere strategico praticamente di ogni infrastruttura le- gata agli idrocarburi.

- la sottrazione alle Regioni di tutte le procedure di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), per le attività di ricerca, prospezione ed estrazione in terraferma, avocate allo Stato. Come già questa Conferenza Episcopale ave- va fatto, invitando a desistere da ogni progetto petrolifero e di sfruttamento selvaggio dell’ambiente naturale, ri- chiamiamo alla difesa del Creato. La salvaguardia dell’ambiente deve es- sere al centro di una politica che sia perseguimento del Bene comune e che rifugga da interessi particolari ed

egoistici, che possano compromettere il benessere di tutti e la capacità di fu- turo delle giovani generazioni. Anche oggi il nostro accorato invito va agli or- gani ed ai politici competenti affinché compiano ogni sforzo per impedire che una simile scelta si abbatta sui no- stri territori. “Custodire la terra, perché dia frutto senza essere sfruttata. Questa è una delle più grandi sfide della nostra epo- ca: convertirci ad uno sviluppo che sappia rispettare il creato”. Con queste parole Papa Francesco nella sua recente visita nella nostra Regione Ecclesiastica, in- terveniva a proposito della necessità di non subire “ la dittatura di un’economia senza volto e senza uno scopo veramente umano”.Auspichiamo, su temi di tale importanza, che gli organi competen- ti favoriscano la scelta - già fortunata- mente in atto - da parte dei cittadini di uno stile di vita più rispettoso dell’am-

biente con l’uso di energie rinnovabili.

Pensiamo ad un cambio di prospetti- va radicale che richiede l’emergere di una biociviltà, che preferisca la vita al lucro, il bene collettivo ai profitti indi- viduali, la cooperazione alla competi- zione.

Riteniamo necessaria una democra- zia “ad alta intensità”. Ossia una de- mocrazia sostanziale, partecipativa e sociale, quanto mai necessaria ad as- sumere scelte irrimediabilmente gravi tenendo conto della netta contrarietà che la popolazione abruzzese e moli- sana, e questa Conferenza Episcopale, hanno più volte espresso».

Pescara, 16 ottobre 2014 + tommaso valentinetti Presidente della Conferenza Episcopale

Abruzzese-Molisana arcivescovi e vescovi della Ceam

Le sfide pastorali sulla famiglia

nel contesto dell’evangelizzazione

Messaggio della III Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei Vescovi, (5-19 ottobre 2014)

N

oi Padri Sinodali riuniti a Roma intorno a Papa Francesco nell’Assemblea Generale Straordina- ria del Sinodo dei Vescovi, ci rivolgiamo a tutte le famiglie dei diversi continenti e in particolare a quelle che seguono Cristo Via, Verità e Vita. Manifestiamo la nostra ammirazione e gratitudine per la testimonianza quotidiana che offrite a noi e al mondo con la vostra fe- deltà, la vostra fede, speranza, e amore.

Anche noi, pastori della Chiesa, siamo nati e cresciuti in una famiglia con le più diverse storie e vicende. Da sacerdoti e vescovi abbiamo incontrato segue a pag. 3

(2)

2 Ottobre 2014

S

abato 27 settembre, abbiamo lascia- to le nostre case, le nostre comunità di origine, per far rientro nel Semina- rio Regionale di Chieti. Il seminario è luogo di formazione, che prepara ad essere sacerdoti di Cristo e noi semina- risti della Diocesi di Sulmona-Valva, siamo contenti di vivere questo gran-

de dono d’amore che il Signore ci ha fatto chiamandoci al sacerdozio. Mol- ti ci chiedono se ci dispiace lasciare o stare lontano dalla famiglia, dagli amici, dal proprio paese. Quello che ci piace sottolineare è che il bello del- la vocazione è proprio Questo fidarsi solo del Signore della sua Volontà e vivere con gioia in Lui, per Lui e con Lui lasciando tutto. Siamo contenti di iniziare questo nuovo anno, per poter sperimentare maggiormente la Verità

nella quotidianità, attraverso la pre- ghiera, lo studio, il confronto con chi ci circonda e cammina insieme a noi, at- traverso anche il prezioso aiuto e la di- rezione dei formatori, insomma le tan- te occasioni per crescere umanamente, spiritualmente, intellettualmente. Scri- viamo queste poche righe per mettere

in luce l’importanza della chiamata al sacerdozio che il Signore compie e la bellezza del cammino vocazionale.

Chiediamo di pregare sempre per noi seminaristi e perché il Signore conce- da nuove vocazioni al sacerdozio alla nostra Chiesa Particolare. Ringrazia- mo Sua Eccellenza per l’attenzione che ha nei nostri confronti e per il dono di don Luigi Ferrari come nuovo respon- sabile dell’ufficio per la Pastorale delle Vocazioni.

LA BELLEZZA E LA GIOIA DI SEGUIRE IL SIGNORE GESU’!

I seminaristi Lorenzo Giacomo e Daniele Area Profetica

Responsabile: Don Ramon Peralta Ufficio Catechistico

Direttore: Don Ramon Peralta Ufficio Missionario:

Direttore don Gilberto Uscategui Restrepo Ufficio Consulta delle Aggregazioni Laicali Direttore: Avv. Antonio Pensa

Assistente spirituale don Vincenzo Cianfa- glione

Ufficio Pastorale Familiare

Direttori: Coniugi Cettina e Pietro Ciccarelli, don Domenico Villani

Ufficio per la Pastorale Giovanile Direttore: Don Domenico Villani

Assistente Spirituale: Don Domenico France- schelli

Ufficio Pastorale Scolastica Direttore: Mons. Eulo Tarullo Collaboratore Prof. Giovanni Santilli Ufficio Ecumenismo e dialogo interreligioso Direttore: Don Gilberto Uscategui Restrepo Ufficio per le Comunicazioni Sociali

Direttore: Giuseppe Fuggetta Vice Direttore: Gianni Grossi

Assistente Spirituale: don Ramon Peralta Ufficio per la Pastorale del Turismo e del Tempo Libero

Direttore: Don Domenico Franceschelli Ufficio Pastorale dello Sport

Direttore: Dott. Raffaele Carrozza

Assistente Spirituale: Don Filiberto Eni Mbà Nchama

Ufficio Pastorale Pellegrinaggi Direttore: Dario Paolucci

Assistente Spirituale: Don Vincenzo Cianfa- glione

Azione Cattolica Italiana

Assistente generale settore adulti: don Ramon Peralta

Assistente giovani: don Fabio D’Alfonso Assistente ragazzi: don Gilberto Uscategui Restrepo

Area sacerdotale

Responsabile: Don Carmine Caione

Direttore Ufficio celebrazioni liturgiche: don Carmine Caione

Cerimoniere vescovile: don Luigi Ferrari 2° Cerimoniere: don Oliviero Tullio Liberatore

Ufficio di Arte Sacra, Beni Culturali ed edilizia di culto.

Direttore: Mons. Maurizio Nannarone Vice Direttore: Don Oliviero Tullio Liberatore Ufficio di Musica Sacra

Direttore: Maestro Alessandro Sabatini Ufficio Pastorale Vocazioni

Direttore: don Luigi Ferrari Ufficio Istituti Vita Consacrata Direttore: P. Emilio Cucchiella

Assistente Spirituale: don Sergio Gabriele Ufficio per la formazione permanente del Clero Curata dal Vescovo

Ufficio per la formazione di diaconi permanenti e ministeri istituiti

Direttore: don Eulo Tarullo

Assistente spirituale: don Carmine Caione Settore ministranti

Direttore: don Carmine Emanuele Di Filippo Ufficio Confraternite

Direttore: don Gilberto Uscategui Restrepo Ufficio dei Santuari

Direttori: Renato Frappi e don Oliviero Tullio Liberatore

Esorcista

P. Carmine Castiglione Area Regale

Responsabile: don Palmiero Amatangelo Caritas Diocesana

Direttore: don Palmiero Amatangelo Pastorale Carceraria

Direttore: P. Sante Inselvini

Ufficio per la Pastorale Sociale e del Lavoro e della Coltivatori Diretti

Direttore: Cristian Iannarelli

Assistente Spirituale: don Palmiero Amatan- gelo

Ufficio per la Pastorale della Salute

Direttori: Dott. Luca Pupillo e don Egidio Be- rardi

Vice Direttore: don Fabio D’Alfonso

Assistente Spirituale: don Eustachio Schiappa Ufficio per la Pastorale delle Migrazioni

Direttore: don Filiberto Eni Mbà Nchama Collaboratore: don Lakshimi Kanth Fondazioni Diocesane

Direttore: Pietro Ciccarelli.

Le nuove nomine degli Uffici Pastorali

per i prossimi tre anni Leonilda ha festeggiato i 100 anni alla Casa anziani

“L. Cercone”

M

omento di grande festa alla Casa Anziani della Diocesi di Sulmona

“L. Cercone” per i cento anni di Leonil- da, ospite da cinque anni della Casa. Il vescovo ha presieduto la celebrazione eucaristica, concelebrata da don Pal- miero, direttore della Caritas, ha fatto

gli auguri a Leonilda, a nome di tutta la Casa e della Diocesi. Si è levata for- te la voce di una anziana che ha detto alla festeggiata: “Dio ti benedica”, a cui è seguito un forte applauso. Nella breve riflessione il vescovo ha invitato a ringraziare Dio per il prezioso dono della vita, perché, come dice il salmo 89: “Insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore”.

Ha fatto dono a Leonilda del Rosario di Papa Francesco. Al termine della S.

Messa, le suore, il personale della casa, gli anziani hanno posato per un foto ricordo. E’ seguito il momento di festa nel salone. Il presidente, dottor Pietro Mondazzi, ha regalato una artistica corona del Rosario. La festeggiata ha tagliato la torta e aperto lo spumante.

Tutti gli ospiti e il personale della Casa si sono stretti intorno alla festeggiata che ha ringraziato, sottolineando che non meritava tanto. Nella sua sempli- cità a tutti ha dato una lezione di vita.

Corale è stato il canto: Tanti auguri a te! Per altri cento anni!

I

l Clero diocesano si è trovato riunito in preghiera vivendo l’adorazione eucaristica, pregando l’ora media, accogliendo la meditazione dettata dal Vesco- vo. L’incontro è continuato con la formazione perma- nente sul documento della CEI: “Incontriamo Gesù, orientamenti per l’annuncio e la catechesi in Italia”, con una bella relazione di don Ramon Peralta. Sono seguiti gli interventi del direttore Caritas, don Pal- miero, del direttore dell’Ufficio missionario e delle

Confraternite, don Gilberto, del vice responsabile dell’ufficio di musica sacra, Mirco, dell’Ufficio liturgico, don Carmine Caione. Durante il pranzo, i sacerdoti hanno festeggiato il 70° di sacerdozio di don Giovanni Di Placido. Il Vescovo ha letto la pergamena con la benedizione di Papa Francesco. Commoventi le parole dell’anziano sacerdote che ha ringraziato Dio per il dono del ministero e i confratelli tutti per l’affetto e la vicinanza.

festeggiato don giovanni di Placido

Chiunque desidera contribuire alle spese di stampa può inviare la sua libera offerta tramite Conto Corrente Postale n. 2795773

intestato a: DIOCESI DI SULMONA VALVA VIALE ROOSEVELT, 7

67039 SULMONA (AQ)

(3)

Sulmona Diocesi

Valva

3

Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione - continua da pag. 1

MESSAGGIO DEL CONSIGLIO EPISCOPALE PERMANENTE - Il bene comune della famiglia

N

ell’imminenza dell’appuntamento sinodale – che fin dalla vigilia, la sera del 4 ottobre, ci vedrà in preghiera con il Santo Padre – intendiamo dar voce a una realtà che ha attraversato puntualmente i lavori del Consiglio Episcopale Permanente. È la famiglia, comunione di vita che un uomo e una donna fondano sul vincolo pubblico del matrimonio, aperta all’acco- glienza della vita. Per noi cristiani assume la dignità di sacramento; per essa non ci stanchiamo di investire persone ed energie. Nel prendere la parola vogliamo farlo con l’indispensabile chiarezza e serenità, pur nel- la preoccupazione che circonda questo fronte decisivo dell’esperienza umana. Parliamo perché ci sta a cuore l’uomo e la società, convinti come siamo che la famiglia è un bene di ciascuno e di tutti, del Paese nel suo insie- me. Parliamo, innanzitutto, per esprimere gratitudine a quanti quotidianamente – e spesso in mezzo a sfide e difficoltà indicibili – testimoniano la libertà e la digni- tà che scaturiscono da quell’intima comunità di vita e d’amore che è il matrimonio.

Grazie, dunque, a ogni uomo e a ogni donna che, anche in questo tempo complesso, abbracciano con fiducia un progetto di vita coniugale e costruiscono una fami-

glia aperta alla generazione e, quindi, al domani.

Grazie per l’investimento educativo con cui mamme e papà sfidano, con la fionda di Davide, una cultura che produce a buon mercato banalità e omologazione, ap- partenenza debole e disaffezione al bene comune.

Grazie per la dignità e la pazienza ostinata con cui af- frontano la grave e perdurante crisi: quanti genitori resistono in prima fila, provati dalla mancanza di lavo- ro, dal problema della casa, dai costi legati alle proprie scelte educative. La famiglia si conferma il presidio della tenuta non solo affettiva ed emotiva delle perso- ne, ma anche di quella sociale ed economica. La stima e la riconoscenza per la famiglia ci impongono di fare anche un passo successivo. Ci portano a riaffermare con Papa Francesco che “questo primo e principale costruttore della società e di un’economia a misura d’uomo merita di essere fattivamente sostenuto”. Non lo fa chi, al di là delle promesse, si rivela sordo sia nel promuovere interventi fi- scali di sostegno alla famiglia sia nel realizzare una politica globale di armonizzazione tra le esigenze del lavoro e quelle della vita familiare, a partire dal rispetto per la domenica.

E non lo fa neppure chi non esita a dare via preferenziale a richieste come il riconoscimento delle cosiddette unioni di

fatto o, addirittura, l’accesso al matrimonio per coppie for- mate da persone dello stesso sesso. Del resto, che aspettarsi per la famiglia se la preoccupazione principale rimane quella di abbreviare il più possibile i tempi del divorzio, enfatizzan- do così una concezione privatistica del matrimonio? Quanti sono in buona fede sanno che la nostra posizione parte dalla conoscenza della complessità di questo tempo e non se ne scandalizza. Soprattutto, non chiude la porta ad alcuno: lo stile e la prassi di cordiale e totale accoglienza espressa dal- le nostre parrocchie, ne è la prova più immediata. Questa disponibilità di fondo ci spinge ad alzare la voce a tutela e promozione della famiglia e a rilanciare la disponibilità a spenderci con tutte le nostre forze a servizio del nostro po- polo. Sappiamo di non essere soli in questo cammino, ma di incrociare l’intelligenza e la generosa volontà di quanti – pur partendo a volte da presupposti culturali diversi – avvertono il peso della posta in gioco. Insieme condividiamo la convin- zione che alla stabilità della famiglia è legata la stessa qualità della condizione umana: per questo non ci stanchiamo di im- pegnarci contro ogni attentato alla vita, alla libertà educati- va, al diritto all’istruzione e al lavoro, autentiche condizioni di giustizia e di pace.

e siamo vissuti accanto a famiglie che ci hanno narrato a parole e ci hanno mo- strato in atti una lunga serie di splendori ma anche di fatiche.

La stessa preparazione di questa assem- blea sinodale, a partire dalle risposte al questionario inviato alle Chiese di tutto il mondo, ci ha consentito di ascoltare la voce di tante esperienze familiari. Il no- stro dialogo nei giorni del Sinodo ci ha poi reciprocamente arricchito, aiutando- ci a guardare tutta la realtà viva e com- plessa in cui le famiglie vivono.

A voi presentiamo le parole di Cristo:

«Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui e cenerò con lui ed egli con me» (Ap 3, 20). Come usava fare durante i suoi percorsi lungo le strade della Ter- ra Santa, entrando nelle case dei villaggi, Gesù continua a passare anche oggi per le vie delle nostre città. Nelle vostre case si sperimentano luci ed ombre, sfide esal- tanti, ma talora anche prove drammati- che. L’oscurità si fa ancora più fitta fino a diventare tenebra, quando si insinua nel cuore stesso della famiglia il male e il peccato.

C’è, innanzitutto, la grande sfida della fedeltà nell’amore coniugale. Indeboli- mento della fede e dei valori, individua- lismo, impoverimento delle relazioni, stress di una frenesia che ignora la rifles- sione segnano anche la vita familiare. Si assiste, così, a non poche crisi matrimo- niali, affrontate spesso in modo sbriga- tivo e senza il coraggio della pazienza, della verifica, del perdono reciproco, del- la riconciliazione e anche del sacrificio.

I fallimenti danno, così, origine a nuove relazioni, nuove coppie, nuove unioni e nuovi matrimoni, creando situazioni famigliari complesse e problematiche per la scelta cristiana. Tra queste sfide vogliamo evocare anche la fatica della stessa esistenza. Pensiamo alla sofferen- za che può apparire in un figlio diversa- mente abile, in una malattia grave, nel degrado neurologico della vecchiaia, nel- la morte di una persona cara. È ammire- vole la fedeltà generosa di molte famiglie che vivono queste prove con coraggio, fede e amore, considerandole non come qualcosa che viene strappato o inflitto, ma come qualcosa che è a loro donato e che esse donano, vedendo Cristo soffe- rente in quelle carni malate. Pensiamo alle difficoltà economiche causate da si- stemi perversi, dal «feticismo del denaro e dalla dittatura di un’economia senza volto e senza scopo veramente umano»

(Evangelii gaudium, 55), che umilia la di- gnità delle persone. Pensiamo al padre o alla madre disoccupati, impotenti di

fronte alle necessità anche primarie della loro famiglia, e ai giovani che si trovano davanti a giornate vuote e senza attesa, e che possono diventare preda delle devia- zioni nella droga o nella criminalità.

Pensiamo, pure, alla folla delle famiglie povere, a quelle che s’aggrappano a una barca per raggiungere una meta di so- pravvivenza, alle famiglie profughe che senza speranza migrano nei deserti, a quelle perseguitate semplicemente per la loro fede e per i loro valori spirituali e umani, a quelle colpite dalla brutalità delle guerre e delle oppressioni. Pen- siamo anche alle donne che subiscono violenza e vengono sottoposte allo sfrut- tamento, alla tratta delle persone, ai bam- bini e ragazzi vittime di abusi persino da parte di coloro che dovevano custodirli e farli crescere nella fiducia e ai membri di tante famiglie umiliate e in difficoltà. «La cultura del benessere ci anestetizza e […]

tutte queste vite stroncate per mancanza di possibilità ci sembrano un mero spet- tacolo che non ci turba in alcun modo»

(Evangelii gaudium, 54). Facciamo appello ai governi e alle organizzazioni interna- zionali di promuovere i diritti della fami- glia per il bene comune.

Cristo ha voluto che la sua Chiesa fos- se una casa con la porta sempre aperta nell’accoglienza, senza escludere nessu- no. Siamo perciò grati ai pastori, fedeli e comunità pronti ad accompagnare e a farsi carico delle lacerazioni interiori e sociali delle coppie e delle famiglie.

C’è, però, anche la luce che a sera splen- de dietro le finestre nelle case delle città, nelle modeste residenze di periferia o nei villaggi e persino nelle capanne: essa bril- la e riscalda corpi e anime. Questa luce, nella vicenda nuziale dei coniugi, si ac- cende con l’incontro: è un dono, una gra- zia che si esprime – come dice la Genesi (2,18) – quando i due volti sono l’uno “di fronte” all’altro, in un “aiuto corrispon- dente”, cioè pari e reciproco. L’amore dell’uomo e della donna ci insegna che ognuno dei due ha bisogno dell’altro per essere se stesso, pur rimanendo diverso dall’altro nella sua identità, che si apre e si rivela nel dono vicendevole. È ciò che esprime in modo suggestivo la donna del Cantico dei Cantici: «Il mio amato è mio e io sono sua… io sono del mio amato e mio amato e mio», (Ct 2,16; 6,3). L’iti- nerario, perché questo incontro sia au- tentico, inizia col fidanzamento, tempo dell’attesa e della preparazione. Si attua in pienezza nel sacramento ove Dio pone il suo suggello, la sua presenza e la sua grazia. Questo cammino conosce anche la sessualità, la tenerezza, la bellezza, che perdurano anche oltre la vigoria e la fre-

schezza giovanile. L’amore tende per sua natura ad essere per sempre, fino a dare la vita per la persona che si ama (cf. Gv 15,13). In questa luce l’amore coniugale, unico e indissolubile, persiste nonostante

le tante difficoltà del limite umano; è uno dei miracoli più belli, benché sia anche il più comune.

Questo amore si diffonde attraverso la fecondità e la generatività, che non è solo procreazione, ma anche dono della vita divina nel battesimo, educazione e cate- chesi dei figli. È pure capacità di offrire vita, affetto, valori, un’esperienza possi- bile anche a chi non ha potuto generare.

Le famiglie che vivono questa avventura luminosa diventano una testimonianza per tutti, in particolare per i giovani.

Durante questo cammino, che è talora un sentiero d’altura, con fatiche e cadute, si ha sempre la presenza e l’accompagna- mento di Dio. La famiglia lo sperimenta nell’affetto e nel dialogo tra marito e mo- glie, tra genitori e figli, tra fratelli e so- relle. Poi lo vive nell’ascoltare insieme la Parola di Dio e nella preghiera comune, una piccola oasi dello spirito da creare per qualche momento ogni giorno. C’è quindi l’impegno quotidiano dell’educa- zione alla fede e alla vita buona e bella del Vangelo, alla santità. Questo compito è spesso condiviso ed esercitato con gran- de affetto e dedizione anche dai nonni e dalle nonne. Così la famiglia si presenta quale autentica Chiesa domestica, che si allarga alla famiglia delle famiglie che è la comunità ecclesiale. I coniugi cristia- ni sono poi chiamati a diventare maestri nella fede e nell’amore anche per le gio- vani coppie. C’è, poi, un’altra espressio- ne della comunione fraterna ed è quella della carità, del dono, della vicinanza agli ultimi, agli emarginati, ai poveri, alle

persone sole, malate, straniere, alle altre famiglie in crisi, consapevoli della parola del Signore: «C’è più gioia nel dare che nel ricevere» (At 20,35). È un dono di beni, di compagnia, di amore e di mise-

ricordia, e anche una testimonianza di verità, di luce, di senso della vita.

Il vertice che raccoglie e riassume tutti i fili della comunione con Dio e col pros- simo è l’Eucaristia domenicale, quando con tutta la Chiesa la famiglia si siede alla mensa col Signore. Egli si dona a tut- ti noi, pellegrini nella storia verso la meta dell’incontro ultimo quando «Cristo sarà tutto in tutti» (Col 3,11). Per questo, nella prima tappa del nostro cammino sinoda- le, abbiamo riflettuto sull’accompagna- mento pastorale e sull’accesso ai sacra- menti dei divorziati risposati.

Noi Padri Sinodali vi chiediamo di cam- minare con noi verso il prossimo sinodo.

Su di voi aleggia la presenza della fami- glia di Gesù, Maria e Giuseppe nella loro modesta casa. Anche noi, unendoci alla Famiglia di Nazaret, eleviamo al Padre di tutti la nostra invocazione per le fami- glie della terra:

Padre, dona a tutte le famiglie la presenza di sposi forti e saggi, che siano sorgente di una famiglia libera e unita.

Padre, dona ai genitori di avere una casa dove vivere in pace con la loro famiglia.

Padre, dona ai figli di essere segno di fiducia e di speranza e ai giovani il coraggio dell’impe- gno stabile e fedele.

Padre, dona a tutti di poter guadagnare il pane con le loro mani, di gustare la serenità dello spirito e di tener viva la fiaccola della fede anche nel tempo dell’oscurità.

Padre, dona a noi tutti di veder fiorire una Chiesa sempre più fedele e credibile, una città giusta e umana, un mondo che ami la verità, la giustizia e la misericordia.

(4)

4 Ottobre 2014

benedizione del cantiere e inizio dei lavori di

consolidamento e ristrutturazione dell’episcopio

I

lavori di consolidamento statico e di ristrutturazione dell’edificio dell’episcopio di Sulmona sono iniziati con la solenne benedizione del Vescovo a cui hanno partecipato alcuni sacerdoti e gli addetti ai lavori. Il Vescovo prima della benedizione ha detto:

“La Relazione del Prof. Franco Barberi, Sottosegretario alla Protezione Civile, nel Censimento di vulnerabi- lità sismica degli edifici pubblici nelle Regioni dell’I- talia Meridionale, aveva rilevato la criticità sismica dell’Episcopio, come uno degli edifici più a rischio in un eventuale terremoto nella città di Sulmona. Nell’e- vento sismico del 6 aprile 2009, che ha colpito anche la città di Sulmona e il nostro territorio, il fabbricato, pur ricevendo danni che non ne hanno compromesso la sua agibilità, ha confermato le criticità già rilevate in precedenza. La Diocesi di Sulmona-Valva affidò nell’aprile 2012 lo studio e la Progettazione dell’In- tervento di Consolidamento statico e di restauro del Palazzo Vescovile ai tecnici Ing. Carmelo Pantè e Ing.

Pietro Tirabassi Pascucci di Sulmona. L’8 giugno 2012 la Diocesi decise di avviare una campagna di indagini diagnostiche sulle strutture dell’edificio al fine di stu- diarne la composizione e la condizione e ricostruire le fasi costruttive dell’attuale Vescovado. Con la Relazio- ne finale consegnataci l’8 gennaio 2013 dallo Studio romano dell’Arch. Claudio Lo Monaco, si evidenzia- va l’urgenza di intervenire sull’immobile soprattutto a livello strutturale. Ottenuti i relativi nulla-osta della Soprintendenza ai BB.CC., del Genio Civile e del Co- mune di Sulmona, nel settembre 2013, il progetto di re- stauro e consolidamento statico dell’Episcopio è stato

presentato all’Ufficio Nazionale dei Beni Culturali Ec- clesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. Nella primavera del 2014 sono stati espressi i necessari pareri e consensi ad effettuare i lavori sull’immobile dagli Or- gani Collegiali della Diocesi, Collegio dei Consultori, Consiglio Presbiterale Diocesano, Consiglio Diocesano per gli Affari Economici. Il 18 giugno 2014 il Presiden- te della Conferenza Episcopale Italiana, Card. Angelo Bagnasco, ha firmato il Decreto di assegnazione alla Diocesi del contributo biennale 2014 e 2015 pari ad € 600.000,00 per i lavori in oggetto. La restante somma per il totale della spesa sarà sostenuta completamente dalla Diocesi, che, con prudenza e previdenza, si affida alla Provvidenza. La parte più rilevante del comples- so dei lavori di Consolidamento statico e di restauro della dell’Episcopio sono stati affidati alla Ditta MC COSTRUZIONI EDILI SRL, Via R. Baden Powell, n°

5, Sulmona. Il totale dei lavori appaltati ammonta ad € 1.650.734,20 + IVA. + le spese tecniche”. Il Vescovo ha ringraziato tutto il Presbiterio diocesano per aver ac- colto l’idea di mettere mano a un’opera di così grande impegno, il Collegio dei Consultori, il Consiglio per gli affari economici della Diocesi, il Consiglio presbiterale per aver espresso il parere favorevole e il consenso. Ha ringraziato la Conferenza Episcopale Italiana che ha accolto il progetto e lo ha in parte finanziato con una somma da erogare nell’arco di due anni e tutte le per- sone che hanno lavorato perché l’opera avesse inizio:

architetti, ingegneri, enti, ecc..

Al termine ha invitato tutti al momento più importan- te, quello della preghiera, per invocare la protezione e la benedizione di Dio che ha dato coraggio e speranza per intraprendere il cammino scandito da tre “P”: pru- denza, previdenza, Provvidenza

T

ante persone si sono riunite nella chiesa della Ma- donna delle Grazie a Pescocostanzo, per iniziare il cammino a piedi, fino all’eremo di S. Michele. Il par- roco, don Daniel, dopo il saluto iniziale ha invitato il Vescovo a presiedere il pellegrinaggio attraversando

parte del suggestivo territorio di Pescocostanzo. La preghiera, i canti, le riflessioni hanno sostenuto il cam- mino. Giunti all’eremo c’è stata la celebrazione eucari- stica. Durante l’omelia il Vescovo ha detto: “Siamo in questa grotta, in questo luogo scolpito dalla natura, di

bellezza impareggiabile. Le prime notizie sul romito- rio risalgono al 1183 e provengono dalla Bolla di papa Lucio III; non è comunque da escludersi un’origine più antica, sia per la posizione posta sulla via di transu- manza sia per la vicinanza alla sorgente. In un’iscrizio- ne cassinese del 1066 vengono nominate, per la zona di Pescocostanzo, ben 13 celle, facendo ipotizzare una naturale destinazione per chi scegliesse la vita asceti- ca. La continua frequentazione come luogo di culto, di devozione all’arcangelo S. Michele, devono farci pren- dere sempre più coscienza di riservare questo luogo alla preghiera, al silenzio, all’incontro con Dio…Invo- chiamo S. Michele, S. Gabriele, S. Raffaele, a protezio- ne della Chiesa e della nostra vita nel combattimento contro le forze del male, con la profonda fede che Dio ci libera dal male, sempre…Gesù si china sulle ferite di ogni uomo, lo libera dal male e gli permette una piena comunione con Dio, non più lontano e irraggiungibi- le, ma reso vicino dalla adorabile sua presenza”. Ha ringraziato tutti per l’impegno e ha lodato la presenza delle tante persone di Pescocostanzo e di altre venute da Pietransieri e da Rivisondoli. Don Daniel, al termine ha invitato tutti a un momento di convivialità prepara- to dalle persone della parrocchia. Tutti hanno potuto gustare la bontà del Signore e la gioia di vivere come fratelli.

festa a vittorito per i cinquant’anni di parroco di mons. mario D’abrizio

H

anno suonato a festa le campane di Vittorito, chiamando l’intera comunità a festeggiare il par- roco. Era il 5 ottobre 1964 quando monsignor Mario D’Abrizio iniziava il suo ministero pastorale a Vittori- to come parroco.

La Comunità parrocchiale ha voluto ricordare quella data per ringraziare il parroco per i cinquant’anni do- nati con fedeltà al ministero e con carità pastorale a tutto il paese. Il Vescovo ha presieduto la celebrazio- ne eucaristica, durante l’omelia ha detto: “Ringraziamo Dio per il dono del sacerdozio alla sua Chiesa…Oggi festeg- giamo monsignor Mario per i suoi cinquant’anni di par- rocato, siamo qui ad esprimergli tutto il nostro affetto e ad elevare a Dio la preghiera di ringraziamento perché è stato

nelle mani del Signore uno strumento di bene…Ha servito questa comunità con grande zelo e carità pastorale, le opere lo testimoniano … Preghiamo il Signore che doni vocazioni sacerdotali alla Sua Chiesa”.

Al termine della celebrazione ha letto il telegramma inviato da Papa Francesco. Si sono succeduti diversi interventi, con la consegna di targhe da parte del Pre- sidente dell’Associazione Carabinieri, del Sindaco, di fedeli della parrocchia. Monsignor Mario, ha concluso ringraziando tutti, affidando la sua vita alla preghiera della Comunità e alla misericordia di Dio. All’esterno della chiesa tutti hanno voluto brindare a monsignor Mario perché continui, nonostante l’età, la sua opera di buon pastore per il suo gregge.

A piedi fino all’eremo di S. Michele a Pescocostanzo

(5)

Sulmona Diocesi

Valva

5

L’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme a Sulmona

S

i è tenuta a Sulmona l’Assemblea Generale dei Cavalieri e Dame del S.

Sepolcro dell’Ordine Eque- stre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, che ha visto radunati i tanti convenu- ti, provenienti da tutte le diocesi dell’ Abruzzo e del Molise nella sala dell’Hotel Meeting Santacroce.

Due giornate di intensi la- vori per fare il punto sulla situazione e rilanciare con entusiasmo l’impegno per il nuovo anno. E’ interve- nuto all’incontro il vescovo Spina che ha presieduto la celebrazione eucaristica.

Rivolgendosi ai tanti pre- senti ha detto: “La parola di Dio che abbiamo ascol- tato dal libro del Qoelet, mette in evidenza la pre- carietà della vita, che è come un soffio che passa

“vanità delle vanità, tutto è vanità”. Ma anche la gran- dezza di Dio che porta la vita oltre la morte, alla ri- surrezione. Il cristiano non è uno che vive rassegnato ma che vive la gioia di un incontro, quello con il Si- gnore Gesù. Chi si lascia salvare da Lui sperimenta la liberazione dal peccato, dall’egoismo, dall’isola- mento e dal vuoto interio- re. Per noi è importante sapere “per chi viviamo”.

La nostra vita allora diven- ta non un ripiegamento su noi stessi, ma l’attesa gio- iosa di colui che viene. Noi aspettiamo il Salvatore, no- stra speranza e nostra vita.

Essere cavalieri e dame del Santo Sepolcro è un dono da donare. Papa France- sco ci invita ad essere una chiesa in uscita. Ecco il vo- stro impegno. Se si incon- tra il Signore Gesù, se si fa esperienza della sua po- tente opera salvatrice nella nostra vita, non possiamo tenerlo più per noi, ma siamo chiamati ad annun- ciarlo, ecco perché siamo sempre discepoli-missio- nari. L’annuncio, poi, deve avere una concretezza, la visibilità delle opere. Ha detto Gesù , dai frutti rico- noscerete l’albero. Grazie a voi che contribuite con la vostra generosità e le vo- stre offerte a tenere viva la carità nella Terra Santa, con le tante opere caritati- ve a favore di popolazioni messe alla prova da tante situazioni difficili come quelle della guerra. Da questo incontro restino in noi tre impegni: incontrare il Signore Gesù, annunciar- lo con gioia, testimoniarlo con le buone opere”. Dopo la celebrazione, è seguita la preghiera del Cavaliere e della Dama. Il vescovo ha fatto omaggio ai presenti del volume sulle cattedra- li di S. Panfilo e di S. Peli- no. L’Assemblea Generale è continuata con grande partecipazione. Un grazie di cuore da parte di tutti è stato rivolto a Carmine De Camillis che ha organizza- to e coordinato l’incontro.

Veglia di preghiera nella Cattedrale di Sulmona in preparazione al Sinodo sulla famiglia

I

l Vescovo ha presieduto in Cattedrale la veglia di preghiera in preparazione al Sinodo sulla famiglia, in unione a Papa Francesco e all’intera Chiesa. L’in- contro è stato preparato dall’Azione Cattolica Dio- cesana e vi hanno preso parte i Gruppi ecclesiali, le Aggregazioni laicali, i Movimenti, ecc. Davanti a Gesù Eucaristia, Luce che illumina le genti, c’è stato il momento di adorazione, poi la proclamazione della Parola di Dio. Nella rifles- sione il Vescovo ha invi- tato tutti a pregare perché lo Spirito Santo illumini i Padri Sinodali a trovare

risposte per la famiglia che vive particolari situazioni difficili in questo nostro tempo. Ha poi affidato alla Santa Famiglia di Nazareth tutte le famiglie e il lavoro dei Padri sinodali, con la recita di un mistero del Santo Rosario. Durante la preghiera dei fedeli sono state portate dieci candele accese a indicare la forza della preghiera. Alcune persone della diocesi han- no avuto la possibilità di recarsi a Roma e pregare in Piazza S. Pietro, mentre da Sulmona saliva al cielo la preghiera viva di una Chiesa che ripone in Dio ogni speranza.

Incontro interdiocesano dei gruppi di preghiera di Padre Pio, in Cattedrale

S

ono stati numerosi i gruppi di preghiera di Padre Pio, provenienti da tutta la diocesi e da fuori dio- cesi, in particolare da quella di Pescara-Penne, che hanno preso parte alla celebrazione dell’incontro di domenica scorsa, nella Cattedrale di S. Panfilo. L’o- ra di adorazione e la celebrazione della Santa Messa sono state officiate dal vescovo di Sulmona-Valva, monsignor Angelo Spina che ha concelebrato con Padre Guglielmo Alimonti ed altri sacerdoti dioce- sani. Nel ringraziare i gruppi di preghiera interve-

nuti, monsignor Spina ha ricordato il valore potente della preghiera che tocca il cuore di Dio ed il valore della preghiera come alimento indispensabile per la fede da testimoniare e da vivere ogni giorno. L’ora di adorazione, con la riflessione guidata dai gruppi di preghiera, è stata dedicata alla famiglia, tema del Sinodo dei vescovi italiani, convocato da papa Fran- cesco per il mese ottobre. A tal proposito il Vescovo Spina ha ricordato che nella serata del 4 ottobre, nel- la stessa Basilica Cattedrale di S. Panfilo, la Diocesi celebrerà una Veglia di Preghiera per la famiglia, associandosi alla veglia che sarà celebrata in piazza S.Pietro, a Roma. La liturgia dell’adorazione e della Santa Messa in S. Panfilo è stata animata dal canto del gruppo di preghiera di Padre Pio di Pescara.

Per l’occasione il vescovo ha anche annunciato che nuovo responsabile dei gruppi di preghiera di Padre Pio, per la diocesi di Sulmona-Valva, è stato designa- to don Vincenzo Cianfaglione.

Il Vescovo ha consegnato la Bibbia a un gruppo di detenuti

A

ll’interno della Casa Circondariale di Sulmona si è tenuta la liturgia della Parola, presiedu- ta dal Vescovo con la presenza del Cappellano, P.

Sante, di un presbitero e di alcuni laici. Vi ha par- tecipato un nutrito gruppo di ospiti della casa. La Direttrice del carcere, unitamente al Comandante hanno accolto gli ospiti accompagnandoli nella cappella. I laici delle Comunità Neocatecumenali hanno proclamato brani della Scrittura e dato del- le brevi spiegazioni. E’ seguito il momento in cui ognuno ha potuto dire ad alta voce cosa, la Parola ascoltata, dicesse alla sua vita. Prima di consegna- re ad ognuno la Sacra Bibbia il Vescovo ha detto:

“Ringraziamo Dio per il dono della Sua Parola. Lui non si stanca di parlare a noi perché ci ama. Da par- te nostra la prima cosa da fare è ascoltare la Sua Parola. E’ la parola di Dio che suscita la fede, la nu- tre, la rigenera. E’ la Parola di Dio che tocca i cuori, li converte a Dio e alla sua logica così che diventa nostra. Tutti siamo invitati ad ascoltare quanto Dio ci dice, per essere meno ricchi delle nostre paro- le e più ricchi delle sue Parole. Accogliamo, nella nostra vita, la Parola che dà vita eterna ed è luce al nostro cammino”. Al termine della celebrazione mentre ha salutato uno per uno i detenuti presenti, a tutti ha ricordato: “Dio è amore e non si stanca mai di perdonare”.

L

a comunità di Torre dei Nolfi, unitamente a per- sone di Campo di Fano, di Bugnara e di Prezza, hanno vissuto un bel momento di festa dello sport.

E’ stato benedetto dal Vescovo il nuovo campo di calcetto a Torre dei Nolfi. E’ seguito l’intervento del sindaco di Bugnara e di Prezza. La S. Messa presiedu- ta dal Vescovo e concelebrata dal parroco, P. Ruben, è stato il momento centrale dell’incontro. Durante l’omelia il Vescovo ha invitato i ragazzi delle diverse squadre, a fare dello sport una via di amicizia e di pace. Agli adulti ha detto di dedicare il tempo ai fi-

gli e agli allenatori di essere non solo “allenatori”, ma

“alle-educatori”, educare al gioco, ma soprattutto alla vita e ai valori. Di seguito si sono disputate diverse partite con le tribune affollate dai genitori, dai nonni e da tante persone intervenute. Vedere i ragazzi gio- care in una sana competizione, vedere il tifo sereno e partecipato è stato un vero spettacolo, una bella festa dello sport che ha visto uniti Bugnara, Torre dei Nol- fi, Campo di Fano e Prezza, grazia all’impegno di P.

Ruben e di tanti laici.

Pratola Peligna si sono

incontrati i Cappellani delle carceri dell’Abruzzo e Molise

I

Cappellani delle Carceri dell’Abruzzo e del Moli- se si sono incontrati a Pratola, presso i Padri Mari- sti, con l’Ispettore Generale, don Virgilio Balducchi.

Un incontro sereno e ricco durante il quale ogni cap- pellano ha riportato la sua esperienza dell’impegno pastorale all’interno delle carceri, con le sue luci ed ombre. Sono state avanzate le prospettive per la for- mazione e si è parlato della verifica del Convegno nazionale. All’incontro è stato presente anche mons.

Spina, vescovo di Sulmona, che ha salutato i pre- senti e ringraziato a nome di tutti gli altri vescovi.

Ha detto: “La vostra presenza all’interno del carce- re è preziosa. Ricordiamoci sempre che Dio non si stanca mai di perdonare. La grazia di Dio passa e tocca i cuori, anche quelli più duri e porta perdono e salvezza. Date sempre ascolto, attenzione, aiuto, vicinanza e annunciate sempre che Gesù crocifisso e risorto è il salvatore e redentore dell’uomo e di tutto l’uomo”.

Festa dello sport

a torre dei NolFi

(6)

6 Ottobre 2014

N

on è facile sintetizzare in poche ri- ghe una storia che dura da 90 anni:

tanto è il cammino percorso dalla comu- nità di Pratola Peligna insieme ai Padri Maristi.

Gli antefatti

Era il 14 agosto 1924 quando i primi tre Padri approdarono a Pratola, verso sera, accolti, attesi e acclamati da una folla delirante. Pratola stava vivendo un mo- mento difficile: litigi, contrasti e contese avevano contraddistinto il periodo ap- pena precedente, al punto che il parroco don Tobia Silvestri era dovuto scappare e rifugiarsi a Roma. Il Santuario era stato interdetto ed era rimasto chiuso per qua- si due anni. Non esistevano più insegna- mento religioso, catechismi, sacramen- ti… La vita cristiana era praticamente abbandonata. In questa situazione ur- geva trovare qualcuno che rimettesse le cose a posto e si assumesse la responsa- bilità di questa comunità trascurata e ab- bandonata. Fu chiesto a diversi Ordini e Congregazioni religiose, ma rifiutarono.

Finalmente la proposta arrivò ai Padri Maristi, i quali non esitarono ad accettare questo nuovo campo di lavoro, anche se impegnativo e pieno di incognite. E così arrivò il 14 agosto 1924…

alcuni ricordi della nostra storia a Pra- tolaDa quel momento tanti confratelli mari- sti si sono susseguiti a servizio della Co- munità di Pratola. A quei Padri si presen- tava un compito difficile: ricostruire le coscienze, promuovere l’unità, favorire una crescita umana, culturale e cristiana che, a motivo delle note vicende, stava perdendosi. Con serenità, con estrema dedizione, a costo anche di grandi sacrifi- ci, si misero subito al lavoro. La loro casa, acquistata dai Padri nel 1927, divenne subito una fucina di iniziative: catechi- smi, scuola, musica, canto, associazioni caritative e culturali, gruppi di impegno cristiano… Il Santuario fu rimesso a po- sto e tornò ad essere luogo di solenni ce-

lebrazioni animate dalla schola cantorum.

Nomi come Padre Gennaro, Padre Qua- rello, Padre Bertola, Padre Cena, Padre Gentili, Padre Vottero… riecheggiano ancora sulla bocca e nel ricordo di tanti pratolani. Anche la festa della Madonna della Libera, per alcuni anni sospesa, nel 1925 riprese e senza più soste continua fino ad oggi. Un aspetto importante della storia religiosa pratolana è stata quella del “piccolo clero”, i famosi chierichetti organizzati sapientemente da Fratel Ma- rio Moraschi. Centinaia di ragazzi, oggi uomini maturi, sono passati attraverso le cure e i… rimbrotti di fratel Mario!

Non tutto fu rose e fiori. Ci sono sta- ti momenti difficilissimi, con rischio di abbandono da parte dei Padri per insuf- ficienza di mezzi economici tali da non permettere la sussistenza di una comu- nità religiosa. Ma provvidenzialmente queste prove furono sempre superate. In tempi a noi più vicini altri confratelli ma- risti si sono fatti conoscere e apprezzare per la loro generosità. Tra tutti, non pos-

siamo dimenticare l’ormai mitico Padre Angelo Coluzzi, indiscusso “animatore

” dell’Oratorio, dove generazioni di ra- gazzi e giovani pratolani hanno trascor- so ore di gioco e di formazione cristiana, avviati alla vita e allo sport nella lealtà e nella correttezza. Né va dimenticato Padre Marcello Caselli, “mite e umile di cuore”, fedele amico di tanti ammalati, intelligente e arguto, profondo cono- scitore della storia pratolana, eccellente musicista. E ricordiamo anche P. Mario Bernardini, grande lavoratore, animatore dei catechisti e realizzatore del centro ri- creativo “Campus”, purtroppo deceduto in giovane età. Tanti altri sarebbero da ricordare (sono circa una sessantina i Pa- dri passati per Pratola): ognuno terrà nel proprio cuore quelli che ha meglio cono- sciuto. Anche a livello diocesano i Padri non hanno fatto mancare il loro apporto.

Basta ricordare il servizio reso per anni da P. Gallorini alle Monache di clausura

di Corfinio e, più recentemente, il servi- zio di cappellania al carcere di Sulmona da parte dei Padri Messori e Inselvini.

La festa dei 90 anni: 21 settembre 2014 Novant’anni sono passati dal primo in- gresso dei Padri Maristi a Pratola. Da allora il paese è molto cambiato sia dal punto di vista sociale che economico e religioso. Novant’anni vissuti insieme, quasi un secolo intessuto di vicende e di persone che hanno costruito la storia di questo paese e che legano ormai indisso- lubilmente i Padri Maristi a Pratola Peli- gna. Consapevoli di tutto questo, abbia- mo voluto celebrare con solennità questo anniversario. L’idea è nata nel consiglio pastorale e si è concretizzata domenica 21 settembre 2014. Padre Renato, attua- le parroco, ha voluto invitare gli ultimi parroci di Pratola: P. Franco Messori, P.

Bruno Rubechini, P. Mario Santirocchi, P. Giovanni Danesin, P. Vito Torrano;

presente anche P. Mario Castellucci, su- periore dei Maristi italiani. Per motivi di salute, i Padri Santirocchi e Torrano non

hanno potuto rispondere all’invito.

La preparazione

Come preparazione, abbiamo ideato tre serate particolari. Nella prima serata, brillantemente guidata dal giornalista Ennio Bellucci, sono state proiettate al- cune foto del passato e sono state offer- te alcune testimonianze di questa storia.

La seconda serata ha visto la comunità riunita in preghiera per ringraziare il Signore e la Madonna della Libera per questo cammino vissuto insieme e anche per chiedere nuove vocazioni alla Chie- sa. La terza serata, di carattere musicale in ricordo dei Padri musicisti (Quarello, Gentili, Caselli…) passati per Pratola, è stata animata dalla Nuova Corale Polifo- nica guidata dal Maestro Vincenzino Pol- ce e dalla Polifonica Peligna guidata dal Maestro Amleto Ferrelli. Hanno eseguito canti mariani.

La celebrazione

Il primo pensiero della domenica 21 set- tembre è stato per i confratelli defunti.

Tutti i Padri presenti, ai quali si è unito un bel gruppo di persone, si sono reca- ti al cimitero dove hanno pregato sulla tomba di tutti i Maristi sepolti a Pratola.

Una preghiera anche alla tomba di don Tobia Silvestri.

Alle 11 è iniziata la solenne celebrazione eucaristica, presieduta dal nostro Vesco- vo, Mons. Angelo Spina. Il corteo dei ce- lebranti e del piccolo clero è partito dal- la casa dei Padri e ha percorso il breve tragitto verso il Santuario preceduto dal- la banda e da un’ala di folla plaudente.

Abbiamo visto gente felice, persino con qualche lacrima agli occhi, commossa e gioiosa attorno ai loro preti. Una vera te- stimonianza di affetto e di riconoscenza.

Il Santuario era gremito di fedeli che ha accolto il corteo con un forte applauso.

“Ti esalto, Dio, mio Re” cantava il coro,

sottolineando quel momento esaltante vissuto con vera partecipazione da tut- ti. All’inizio della celebrazione P. Rena- to, a nome di tutti i Padri, ha rivolto un indirizzo di saluto alle Autorità presenti e all’intera Comunità, tracciando un sin- tetico profilo storico a partire dal 1924, anno dell’arrivo dei Padri Maristi fino al 2014. Durante l’omelia il Vescovo ha invitato a ringraziare Dio per il dono del sacerdozio alla sua Chiesa. Ha poi rin- graziato i Padri, anche a nome dell’intera Diocesi, per il loro impegno costante e fe- dele nella vigna del Signore. Ha invitato a pregare per le vocazioni.

Al termine della Messa, alcuni interventi conclusivi. P. Sante Inselvini, superiore della comunità, ha dato il saluto a Padre Franco Pecci, in partenza da Pratola per Brescia dopo 10 anni di attività in questa comunità, e poi ha accolto P. Agostino Piovesan, nuovo membro della comunità marista di Pratola. Padre Mario Castel- lucci, superiore dei Maristi italiani, ha salutato e ringraziato Pratola per l’acco- glienza che questa comunità ha sempre dimostrato verso i Padri. Paola Fabrizi ha rivolto un pensiero di ringraziamen- to a nome del Consiglio parrocchiale. Il Sindaco di Pratola, Antonio De Crescen- tiis, e la Vice Presidente della Provincia, Antonella Di Nino, hanno sottolineato l’apporto dei Maristi nella storia di Pra- tola degli ultimi 90 anni. A tutti è stato tributato un caloroso applauso.

Usciti dal Santuario, ancora accompa- gnati dal suono della banda, che sempre crea un’atmosfera festosa, tutti ci siamo recati in Oratorio dove era stato prepa- rato un aperitivo. In un clima di vera fe- sta, tanta gente ha voluto salutare i Padri presenti ringraziandoli per la loro dedi- zione e il loro lavoro.

Anche il pranzo è stata un’occasione di incontro, di gioia e di festa. Il Consiglio pastorale ha voluto omaggiare gli ultimi parroci con una targa ricordo. Al termine del pranzo, una grande torta portava la scritta: “Pratola Peligna, 90 anni insieme.

Grazie!”.

Un grazie a Pratola

Anche noi Padri desideriamo ringraziare Pratola Peligna per questa giornata e so- prattutto per questi 90 anni. Pratola ci ha voluto bene e ha sempre dimostrato rico- noscenza verso di noi. Se è vero che i Pa- dri Maristi fanno parte ormai della storia di Pratola, è altrettanto vero che Pratola fa parte della storia dei Padri Maristi!

Un messaggio ricevuto sul mio cellulare il giorno dopo diceva: “Grazie mille per la bellissima giornata passata insieme. Adesso abbiamo 10 anni per organizzare i futuri 100 anni...”.

Noi lo speriamo, nonostante le difficoltà!

Ma insieme dobbiamo continuare a cre- scere per essere buoni operai nella vigna del Signore.

UN CAMMINO CHE DURA DA 90 ANNI.

I Padri Maristi a Pratola

P. Renato Frappi

(7)

Sulmona Diocesi

Valva

7

Tra il tripudio di una folla di fanciul- li che sventolavano bandiere dai colori giallo-bianco, il Vescovo, Mons. Angelo Spina è stato accolto a Campo di Gio- ve il 30 settembre 2014. Egli è arrivato puntualmente alle 17.30 in piazza “G.

Del Mastro”. A salutarlo il primo citta- dino, Dott. Giovanni Di Mascio. Il Ve- scovo, giunto all’ingresso della Chiesa, ha baciato la Croce portagli dall’Am- ministratore Parrocchiale Don Magloire Nkounga. Dopo l’ aspersione dei fedeli con l’acqua benedetta, si è recato da- vanti al Tabernacolo dove si consuma nell’intimo il testa a testa con il Maestro, il Pastore, Gesù Cristo. Nel frattempo, i fedeli hanno cantato pieni di gioia. Si sa che il canto è l’espressione più schietta del gradimento della presenza del Padre della Diocesi. I volti sereni, gli occhi che scrutano l’altare ancora vuoto, per ve- dere cosa farà il Vescovo. Egli ha preso posto al centro del presbiterio dove si è svolto il rito del Benvenuto, aperto dal discorso del Parroco. Quest’ultimo ha sottolineato il sentimento forte del po- polo che accoglie e desiderare ascoltare il Pastore Proprio, il Vescovo, Guida e Padre che ama i suoi figli. La paternità del Vescovo è stata messa più in luce, come a dire che l’affetto è ricambiato e che si vuole una cosa davvero duratura.

Anche il sindaco ha fatto leva sul rap- porto filiale che lega il popolo campo- giovese al suo Pastore, per arrivare poi a dire quanto la presenza del Vescovo faccia sperimentare quella di Dio Padre, premuroso e rassicurante. La speran- za è nell’amore del Padre. Il Vescovo, poi, dopo aver ringraziato tutti, ha co- minciato la sua catechesi richiamando l’importanza della visita pastorale e il significato dei gesti compiuti all’ingres- so della chiesa (bacio della Croce e bene- dizione con l’acqua benedetta). Ha dun- que annunciato il tema principale delle catechesi di questi giorni di visita (dal 30/09 al 04/10/ 2014) cioè “il Credo”.

secondo giorno della visita pastorale In questo secondo giorno della visita pastorale a Campo di Giove, Mons. An- gelo Spina, alle ore 17.00, è stato accolto con premura materna dalle vedove del paese, quelle che costituiscono la forza

viva della chiesa parrocchiale. Subito il feeling è stabilito, i cuori si aprono ed esse, con accenti colorati, incomincia- no a raccontare la loro vita quotidia- na aprendo qua e là una finestra sulle difficoltà reali nell’esercizio dello loro compito di madri e nonne. La difficoltà maggiore sembra essere il dover supera- re la solitudine, che lentamente spegne l’ardore della carità fraterna e gli slan- ci della vita spirituale. Per S.E, la vita è bella a tutte le età; occorre soltanto sa- per accogliere le positività ordinarie che il Signore ha messo e mette nella nostra esistenza. Con una dialettica semplice, egli ha chiarito la differenza tra l’esser soli e la solitudine in quanto tale. Il pri- mo è uno stato esistenziale inevitabile;

la seconda è un difetto nella gestione dei rapporti umani. La solitudine è una tara che spegne il lucignolo fumigante della vita socializzata e socializzante.

Una vita socializzata è quella che supera la passività in agguato per spendere la propria giornata in attività utile al bene

proprio e quello altrui. Una vita socia- lizzante è quella che si apre alla diffe- renza col mettere in atto atteggiamenti di premura profonda nei confronti degli altri. Il tempo di una vedova può esse- re gravido di speranza o non; speranza per sé e per gli altri. La speranza, dice il Vescovo, è fatta di scelte. Bisogna saper scegliere le proprie attività, per esempio un programma televisivo. Bisogna saper

ironizzare su se stessi, sì da mantenere sempre un’idea umile di se stessi. Più tardi durante la santa Messa quotidiana, nella catechesi del giorno, il Vescovo si è soffermato sul motivo della creazione: la gloria di Dio. Dal Figlio generato prima di ogni creatura, tutto è stato creato. Egli è il termine a quo di ogni essere ed anche il termine ad quem. Siamo stati cristifica- ti sin dal momento del battesimo e tutta la nostra vita è fatta ed esprime la fra- granza del suo profumo, come dice San Paolo “siamo il buon profumo di Cristo” (2 Cr 3,15). Perciò cristificati, siamo anche dei cristofori cioè portatori di Cristo. In chiusura di serata, il Vescovo ha incon- trato i due Consigli Parrocchiali, quello Pastorale e quello degli Affari Economi- ci. A differenza degli altri incontri, che avevano un forte taglio personale nei contenuti, con i due Consigli, il Padre della Diocesi avverte subito la necessità di aprire il suo discorso puntualizzando la vocazione specifica dei collaboratori:

il bene della comunità parrocchiale. Rac-

cogliendo nella giusta misura l’invito di Papa Francesco nella Evangelii Gau- dium, Mons. Angelo Spina ha chiesto due cose ai consiglieri rispondendo alle loro preoccupazioni nella comprensione del contesto attuale nel quale occorre portare il Cristo. Con semplicità, ma con chiarezza d’espressione e lungimiranza pastorale, ha chiesto di portare la Chiesa in famiglia invece di portare la gente in

chiesa. In secondo luogo, ha sottolineato che occorre ritornare ad evangelizzare tutti, in primis i genitori. Bisogna pun- tare sui genitori per l’avvicinamento dei bambini a Cristo. Per realizzare ciò, conviene studiare un apostolato di pros- simità, con colloquio testa a testa nelle famiglie da parte del parroco.

Evangelizzare è quindi portare ciò che abbiamo nel cuore al cuore degli altri.

La Parola deve arrivare al cuore, perché la Chiesa, dice santa Teresa, ha un cuore che brucia d’amore, ed è questo amore che deve fare battere i cuori. Nel cuore c’è la sede profonda dove solo Dio par- la. Nella prima catechesi, quindi, egli ha messo in luce la grandezza di Dio che crea, un Dio che per potentia ordinata, ar- ricchisce ogni essere di bellezze e qualità esistenziali sufficienti per la realizzazio- ne piena di sé. Occorre scoprire, diceva, questo volto amabile di Dio. E per riu- scirvi, il Vescovo ha dato un compitino ai fedeli: scrivere su un quaderno quelle cose per cui si ringrazia quotidianamen- te il Signore. Poi all’Associazione “Ami- che di Campo di Giove”, che egli ha incontrato in chiusura del primo giorno della Visita Pastorale, ha raccomandato l’armonia, di platonica memoria. Per lui, l’armonia è come un cuscinetto che impe- disce alle pietre focaie di prendere fuoco incendiario. Immagine forte, questa, che ha reso a pieno, il da farsi per superare il ripido muro del dispetto, del sospetto e del rispetto umano, per così dire favo- rire una fede che fa degli innamorati di Dio e non degli ammiratori di Dio. ter- zo giorno della visita Pastorale 2 otto- bre 2014, Festa degli Angeli. Si dice molto spesso che le nebbie di montagna sono di solito nuvole discese verso il basso che avvolgono le cime delle montagne.

L’aria umida e calda che soffia dal mare è costretta, incontrando le montagne, a salire, e nel fare ciò si raffredda. Inoltre nel salire l’aria si espande per la dimi- nuzione della pressione, e ciò provoca un ulteriore raffreddamento. A un certo punto parte dell’umidità che contiene si condensa e forma la nebbia. Stamani il ricco paesaggio di Campo di Giove ci ha offerto questo tono climatico un po’ tri- ste dal punto di vista emotivo, ma niente

Visita Pastorale di S.E. Mons. Angelo Spina a Campo di Giove

Magloire e Giuseppina D’Ambrosio

(8)

8 Ottobre 2014

ha impedito la Visita del Vescovo nella comunità cittadina. Tutto è cominciato con la preghiera della Liturgia delle Ore nella Chiesa di Sant’Eustachio con la co- munità radunata intorno al suo Pastore.

L’anima nutrita nel colloquio intimo con

il Signore ha più agilità nell’affrontare gli impegni della giornata. Infatti con passi svelti e animati da gioia pastorale, il Vescovo accompagnato dal Parroco è andato ad incontrare la prima Istituzio- ne pubblica del paese, il Comune, dove ad aspettarli è il Primo Cittadino Dott.

Giovanni Di Mascio, che rivolge già all’Ordinario gli auguri di Felice onoma- stico. Questo tono di auguri alimenterà il colloquio con il Consiglieri comunali che aspettano pacificamente nell’ufficio del Sindaco.

L’accoglienza è calorosa e umanamen- te cordiale, poiché il Vescovo è invitato a visitare gli uffici comunali, che egli apprezza particolarmente. Ammira so- prattutto l’ordine e la buona custodia dell’edificio ottocentesco. Il Sindaco, poi, dopo i saluti di circostanza, è inter- venuto per sottolineare le attuali condi- zioni sociali che registrano le note diffi- coltà che gravano sulle famiglie di una zona di montagna come Campo di Gio-

ve, rilevando come la chiesa e le istitu- zioni assumano ruoli considerevoli volti a confortare e sostenere la popolazione.

Il Sindaco ha inoltre riferito degli ottimi rapporti che intercorrono tra la Chiesa e il Comune di Campo di Giove. Ha affer- mato come la figura del Vescovo acqui- sti un’importanza maggiore diventan- do vero punto di riferimento credibile.

L’atteso intervento del Vescovo Spina, che è stato seguito con attenzione da tut- ti i presenti nel suo messaggio di evan- gelizzazione ha regalato all’atmosfera già amichevole, una gemma straordina- ria cioè il dialogo chiaro con la volontà esplicita di sfatare ogni punto d’ombra nella missione paterna del Vescovo nei confronti di una terra amatissima, che gode delle sue premure particolari (Ve- dasi Lettera alla Segreteria dello Stato della Città del Vaticano, Bollettino Uf- ficiale della Diocesi di Sulmona-Valva, Anno 2013). Nell’analizzare poi con in- telligenza puntigliosa la situazione so- cio-economica attuale del nostro paese, non ha esitato a sottolineare che la crisi

globale odierna è quella della ragione e non della fede. Degno di nota, ha poi precisato il Vescovo, è il fatto che la crisi della ragione non è la mancanza di co- desta facoltà, ma un cattivo utilizzo di essa, anzi un strano rifiuto di utilizzarla.

E dove la ragione non segue la natura propria, la vita umana patisce le conse- guenze che sono il disordine epistemo- logico, il relativismo etico e la triste am- biguità nei rapporti umani anche quelli più semplici. Ma la crisi della ragione ha una porta d’uscita, quella aperta nel cuore dell’uomo e della donna di questo secolo. Il cuore avverte e capisce il senso delle cose esistenziali e lo pone di fron- te alla ragione. Il cuore nutre e fa vivere di speranza, perché “Amor vincit omnia”.

Occorre ritornare ad amare il cittadino e desiderare il suo bene, che non dipende dal schieramento politico. Il bene comu- ne è al di sopra degli schieramenti, anzi li fonda cioè determina la loro ragion d’essere.

A conclusione il vescovo lascia una let- tera scritta e compie gesti significativi a Campo di Giove. Nel quarto giorno della Visita Pastorale la visita agli am- malati e alle persone anziane del paese.

Essa ha spalancato il cuore del Pastore

a una comprensione più ampia e pro- fonda. Direi anche a una dimensione di umiltà. Egli ringraziava al momento di lasciare la casa dei visitati: “Grazie per averci accolto nella vostra casa”. Come se fossimo noi a dover essere accolti. Egli ha mendicato affetto dando affetto. Sia- mo andati a portare Cristo, i cari amma- lati ci hanno dato il volto felice di Cri- sto. Siamo andati, a portare conforto, in qualche famiglia ci hanno dimostrato la forza d’animo nell’accogliere la soffe- renza. Siamo andati a portare un sorriso, abbiamo incontrato il sorriso dato gratu- itamente. Accoglienza data e ricevuta: sì, ecco quanto abbiamo visto oggi, quanto abbiamo toccato con mano, quanto ab- biamo sentito col cuore. Accipicchia!

come è importante e bello sentirsi ac- colti. Immaginate l’attesa del Vescovo nelle case. Quante volte il mio telefono ha squillato ed erano loro, i familiari dei malati, la trepidazione di chi sa di ac- cogliere il successore degli Apostoli, il Padre di 85000 anime, il Pastore proprio del gregge della Valle Peligna; immagi-

nate l’annuncio di un incontro che si sta per realizzare. E poi, quando ti aprono la porta… i sorrisi, le parole, un torrente in piena! Per poter esprimere un dono, dobbiamo essere capaci di accoglier- lo noi per primi, averne sperimentato sulla nostra pelle la ricchezza e l’effetto benefico, in modo gratuito. Solo così, consapevoli in prima persona di ciò che portiamo e della sua gratuità, possiamo trasmetterne il vero messaggio. Mi dice- va il Vescovo, a mo’ di confidenza, dopo essere uscito dalla casa di un’ ammalata:

“ sai, spesso si guarda a queste persone come la parte inattiva della società, quella che or- mai non ha più nulla da dare; invece ho no- tato la voglia di esserci in questo incontro, la dignità nel convivere con i propri limiti e tutto il patrimonio di ricordi e di esperien- ze di cui sono custodi e da cui tutti, uomini e donne di ogni età, possiamo attingere. O che forza di volontà nel desiderare la vita!”.

Qui è successo qualcosa di importante:

da soggetto dell’accoglienza ne siamo divenuti oggetto e attraverso l’umanità

ricca e feconda di gioia condivisa con chi soffre la Visita Pastorale, oggi, ha potuto raggiungere gli angoli più nascosti del- la nostra parrocchia. Da accoglienti ad accolti, da visitati a visitatori. Il vescovo ha dedicato tutta la mattinata a gesti di comprensione e di compassione. La no- biltà nell’entrare nelle case e nei cuori è stata espressa con disinvoltura e con una naturalezza francescana. Ho senti- to dire da un ammalato, con voce som- messa : profuma di misericordia! Non è forse questo il profumo di Cristo? Nel pomeriggio si è messo a disposizione per l’ascolto individuale. Il Padre che porge l’orecchio per capire i figli, per istradarli. E quanta contentezza all’usci- ta del colloquio. Misericordia del Padre!

Poi nella celebrazione penitenziale sus- seguente, egli ha ricordato quanto la misericordia fa rifiorire il cuore se il penitente, in atteggiamento d’umiltà esprime il suo desiderio di riamare Dio.

Avviene il miracolo della rigenerazione del cuore, conseguenza, questa della pu- rificazione dai peccati. Occorre, diceva Mons. Spina, tuffarsi nella misericordia di Dio che dignifica, solleva e ripara le crepe dell’edificio umano. Nella cate- chesi, oltre a ricordare la portata soterio- logica della Risurrezione, egli ha sotto- lineato il fatto che essa crea una nuova intimità con Dio. Questa intimità, pero,

si arricchisce con la preghiera, non quel- la recitata quasi meccanicamente sotto l’effetto drogante del dovere, piuttosto, la preghiera vissuta, frutto della bra- mosia del cuore sedotto dalla grazia di Dio. La preghiera non è una recita di for- mule, ma è un incontro, è un sentire il cuore battere per qualcuno, perciò viene spontaneo ringraziare e ringraziare cer- cando beatamente la volontà di Dio. La preghiera, quando è autentica cambia le persone, ha concluso il vescovo con accento esortativo dimostrando saldez- za nella fiducia in Dio. “Questo paese è benedetto”. Sabato 4 ottobre, quinto e ultimo giorno della Visita Pastorale di S.E Mons Angelo Spina a Campo di Gio- ve, è stata una giornata piena d’incontri e d’emozioni. I campogiovesi sembrano essersi affezionati alla presenza del Ve- scovo, perciò ancora volentieri parteci- pano ai vari appuntamenti.

Nell’incontro con le famiglie giovani del paese, il vescovo ha ripetuto il mes- saggio centrale della vita matrimonia-

le cioè che l’ingrediente essenziale per la riuscita di un matrimonio è l’amore.

Certo non l’amore di convenienza, ma l’amore che rispetta l’altro, prendendosi cura l’uno dell’altro, cercando di capire i desideri, i pensieri, le paure e tutto ciò che qualifica la vita del coniuge. L’a- more non è egoista, ma i coniugi sono specchio l’uno dell’altro e se i figli vedo- no e vivono l’amore genuino dei genito- ri, sono più sereni e crescono più sani.

Non andranno a cercare amici o strade sbagliate, ma saranno maggiormente in grado di rispettare se stessi e il prossimo.

Le famiglie sono state invitate a seguire insieme un cammino di crescita con il parroco. L’amore non è dato una volta per sempre, va alimentato e coltivato ogni giorno. Nella santa messa conclu- siva della visita pastorale, ha continuato durante l’omelia la catechesi sull’ultima parte del Credo. Per poter crescere come comunità parrocchiale, occorre ritrovare coraggio, speranza e solidarietà. L’ulti- mo incontro, dopo la santa Messa, è sta- to con alcuni giovani del paese. A loro Mons. Angelo ha suggerito di essere più uniti per dare voce al loro senso di creatività. Alla richiesta di trovare altre forme di incontri con la gioventù, S.E. ha risposto affermativamente dando am- pia disponibilità per futuri incontri in luoghi diversi da una sala parrocchiale.

Riferimenti

Documenti correlati

L’instabilità coniugale, come la conosciamo al giorno d’oggi, è sì una causa, ma soprattutto una conseguenza dei numerosi cambiamenti subiti dalla società: le speranze

L’errore  sorge  nel  momento  in  cui  la  ragione  avendo  definito  un  proprio  campo  di  applicazione  riduce  ciò  che  eccede  ad  errore.  La 

Rolle nell’intervallo [-1,1] e in caso affermativo calcolare il punto (o i punti) del

[r]

Più esplicitamente, dobbiamo mostrare che ogni combinazione lineare delle componenti di X è una variabile aleatoria normale.. Le traiettorie di Z

Si comunica che solo in questa settimana i fondi relativi al MOF (Miglioramento dell’offerta formativa) sono stati accreditati sui Pos del nostro Istituto che

Imperativo pertanto rafforzare i servizi territoriali, investire in modo capillare ed uniforme per tutto il Paese sulla formazione, ripensare il sistema dell’assistenza in modo che

Non è accettabile che dagli orari ferroviari scompaiano i collegamenti interregionali (clamoroso nel 2014 il caso tra Veneto e Lombardia, in cui quest’ultima Regione si