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DI TORINO

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Academic year: 2022

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(1)

REGIA SCUOLA D'INGEGNERIA

DI TORINO

----··----

ANNUARIO

PER L' ANNO SCOLASTICO

1924-l925

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(FASCICOLO 1)

TORINO

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· --- Per. l

PouoRAFicA EDITRI':'E susALPINA o.P.E.s.

J'/..P.J \ l

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-L' :,r, ~--.,

CORSO SAN MAURIZIO, 65

(2)

SOMMARIO

Direzione, Amministrazione e Uffici Amministrativi . . Personale Insegnante-Assistente Tecnico e Subalterno Relazione del Direttore Prof. Ing. Gustavo Colonnetti

al Consiglio di Amministrazione della Scuola

Convenzione fra lo Stato ed altri Enti per il mantenimento della Scuola . . . . . . . . . . . . . Statuto della Scuola per l'anno Scolastico 1924-1925 Borse di -Studio e Premi . . . . . .

pag. 3 7

19

73 89

» 105

(3)

REGIA SCUOLA D'INGEGNERIA

DI TORINO

ANNUARIO

PER L'ANNO SCOLASTICO

1924-1925

(FASCI COLO l)

. '

TORINO

OFFICINA POLIGRAFICA EDITRICE SUBALPINA O.P.E.S.

CORSO SAN MAURIZIO, 65

(4)
(5)

DIREZIONE, AMMINISTRAZIONE

E

UFFICI AMMINISTRATIVI

(6)
(7)

DIRETTORE

CoLONNETTI ing. dott. GuSTAVO, uff.

comm. e, Professore di meccanica tecnica superiore e di meccanica fisica, analitica e grafica. - Via Ormea, 62.

CONSIGLIO D'AMMINISTRAZIONE

CoLONNETTI prof. ing. dott. GusTAVO, Uff.

comm. e, Diret-

tore della Scuola. - Presidente - Via Ormea, 62.

ScAZZA GIUSEPPE, Uff.

comm. e, Intendente di Finanza di Torino - Rappresentante del Governo - Via Guicciardini, II.

DE SANCTIS prof. dott. GAETANO

Gr. Uff. e - Rappresentante

del Governo - Corso Vitt. Em. II, 44.

BURGO ing. LUIGI, Gr. Uff. e -Rappresentante del Governo - Verzuolo (Cuneo).

PAVIA ing. dott. ~ICOLA, Gr. Uff. e - Rappresentante del Governo - Corso Galileo Ferraris, SI.

GRAssi prof. dott. Gumo, Uff.

comm. e - Rappresentante del Consiglio dei Professori - Via Cernaia, 40.

GUIDI prof. ing. CAMILLO, Uff.

Gr. Uff. e - Rappresentante del Consiglio dei Professori - Corso Valentino, 7·

BoTTIGLIA prof. ing. ANGELO, comm.

e - Rappresentante del Consiglio dei Professori - Piazza Vitt. Veneto, I6.

GARELLI prof. dott. FEÙCE, cav. e - Rappresentante del Con- siglio dei Professori - Corso Duca di Genova, I.

PEYRON ing. PROSPERO

Gr. Uff. e - Rappresentante della Provincia di Torino - Via Luciano Manara, I4.

PANIÉ avv. FELICE,

comm. e - Rappresentante del Comune di Torino - Via Consolata, I.

ORSI ing. conte ALESSANDRO - Rappresentante del Comune di Torino - Corso Vitt. Em. II, 32.

Rossi S. E. Conte, Senatore avv. TEOFILO, Gr. Cr.

Gr. Cord. a - Rappresentante della Camera di Commercio di Torino - Via Giuseppe Pomba, I.

(8)

MONTÙ prof. ing. CARLO, Gr. Uff. *' 8 Rappresentante della Cassa di R1:sparmio d'i Torino - Via Po, 39.

SALVADORI DI WIESENHOFF conte ing. GIACOMO, Gr. Uff.

*'

8

Rappresentante della Opera Pia di ~S. Paolo di Torino _ Corso Moncalieri, 79.

SOMIGLIANA prof. dott. nobile CARLO, Uff. *' comm. s - Rap- presentante della R. Accademia delle Scienze d1: Torino - Corso Vinzaglio, 75·

THOVEZ ing. ETTORE comm. e - Rappresentante dell'Associazione N az. Ingegneri Italiani - Sezione Torino - Corso Galileo Ferraris, 69.

Borro-MICCA ing. dott. MARIO, Uff. e - Rappresentante del- l' Associazione N az. Ingegneri Italiani - Sezione Torino - Via Valeggio, 26.

Nun ing. FRANCESCO - Segretario.

UFFICI AMMINISTRATIVI

Nun ing. FRANCESCO - Segretario-Capo - Corso Dante, 14.

VIGNA rag. NICOLA, comm. 8 - Ragioniere-Capo - Via Prin- cipi d'A ca ja, IS.

ScocciMARRO ing. PAOLO - Economo - Via Montebello, I9 bis.

AUDINO geom. ENRICO - Segretario - Via San Francesco da Paola, IO bis.

ABBONA GIACINTO Segretario - Cors? Casale, I6.

GIARLOTTO RICCARDO - Segretario - Piazza S. Giulia, IO.

VILLATA FRAKCESCO - Archivista - Piazza Montebello, 40.

UFFICIO DI TESORERIA

AIRALDI avv. conte CELIDONIO comm. s (Esattoria Comunale) - Via Ospedale, I8.

BIBLIOTECA

BONINI ing. CAF.LO FEDERICO, comm. 8 - Bibliotecario - Via Mercanti, IJ.

(9)

PERSONALE

INSEGNANTE- ASSISTENTE

TECNICO E SUBALTERNO

(10)
(11)

CORPO INSEGNANTE.

PROFESSORE EMERITO.

REYCEND ing. ANGELO, comm.

Gr. Uff. e

di architettura - Via Bogino, 8.

PROFESSORI DI RUOLO.

9

già Ordinario

BAGGI ing. VITTORIO, Uff. e - Costruzioni stradali e idrauliche - Topografia - Corso Valentino, 38.

BIBOLINI ing. ALDO, e -Miniere e Giacimenti m~neran - Arte Mineraria - Via Ormea, no.

BoTTIGLIA ing. ANGELO, predetto Costruz·ione e disegno di macchine - Piazza Vittorio Veneto, r6.

CoLONNETTI dott. ing. GuSTAVO, predetto - Meccanica tecnica superiore e meccanica fisica analitica e grafica. - Via Ormea, n. 62.

FERRARIS ing. LoRENZO comm. e - Misure elettriche- Corso Galileo Ferraris, 37.

FuBINI dott. Gumo, 8 Analisi matematica - Via Pietro Micca, rz.

GALASSINI ing. ALFREDO, e - Tecnologia generale - Piazza Carlo Emanuele II, g.

GARELLI dott. FELICE, predetto - Chimica industriale - Corso Duca di Genova, r.

GRASSI dott. Gumo, predetto - Elettrotecnica - Via Cernaia, 40.

GUIDI ing. CAMILLO, predetto - Scienza delle costruzioni e teoria dei ponti - Corso Valentino, 7.

MoNTEL ing. BENEDETTO LuiGI - Termotecnica - Corso Galileo Ferraris, 8o.

MoNTEMARTINI dott. CLEMENTE - Chimica generale e docima- stica - Via Venti Settembre, 64.

PANETTI dott. ing. MODESTO, comm.

8 - Afeccanica ap- plicata e costruzioni aeronautiche-Via S. Francesco da Paola,36.

(12)

10

PERUCCA dott. ELIGIO, e :---- Fisica sperimentabe - Via :vladama Cristina, go.

SAcco dott. FEDERICO, comm. e - Geologia - Corso Vittorio Eman. II, I8.

ScARPA dott. OscAR - Chimica-fisica e metallurgica; Metallurgia ed elettrometallurgia - Corso Vittorio. Emanuele II, n. 78.

SILVESTRI ing. EucLIDE, e - Idraulica e macch1:ne idrauliche - Via Belfiore, I8.

TOMMASINA ing. CESARE, e - Economia rurale ed esti·mo - Corso Re Umberto, 77.

VACCHETTA prof. GIOVANNI - Disegno geont. ed a mano libera - Via Bellavista, 8 bis (Valsalice).

PROFESSORI !!\CARICATI.

BETTA arch. PIETRO, s - Storia dell'architettura torio Eman. II, 74.

BIANCHINI ing. RrcCARDO - Ingegneria sanitaria Umberto, 67.

BoNICELLI irig. ENRICO, comm. e - Architettura sena, zo.

Corso Vit-

Corso Re

Via Mas-

CATTA:-<EO avv. RICCARDO, Gr. Cord.

*

e Gr. Uff., e Senatore

del Regno - Materie gùtridiche - Via Luigi Mercantini, 6.

EINAUDI dott. LUIGI, comm., e Senatore del Regno- Economia politica - Via Lamarmora, 6o.

FANO dott. Gr:-<o, Uff. e - Geometria descrittiva con applica- zioni - Corso Vittorio Eman. II, IOS.

GAMBA ing. Mmo, e - Macchine· termiche e ferrovie - Via Pallamaglio, I). l

MoRELLI ing. ETTORE, Uff. e - Costruzioni elettromeccaniche

· - Corso Re Umberto, Sz.

PrPERNO ing. GuGLIELMO - Macchine termiche (4° anno ing.) - Via Cristoforo Colombo, I.

PoNTI ing. on. GIAN GIACOMO, Deputato al Parlamento - Im- pianti elettrici e organizzazione industriale - Corso Re Um- berto, 8z.

(13)

11

RocCATI dott. ALESSAKDRO, comm. e - Mineralogia, litologia e materiali da costruzione - Via Governolo, rg.

SoLERI ing. ELVIO

Gr. Uff. e - Telefonia ,e radiocmmmica- zioni - Via Maria Vittoria, 52.

ZAVAGNA dott. lRENEO - Geometria analitica e proiettiva - Via Drovetti, r8.

DOCENTI CHE PROFESSANO CORSI LIBERI.

]oRIO ing. prof. CARLO, comm. e - Geodesia appl1:cata Corso Vittorio Emanuele II, 71.

LosAMA dott. prof. LUIGI - Complementi di metallografia Corso Vinzaglio, g6.

AI TI.

APOSTOLO dott. prof. CARLO - Chimica industriale - Via Madama Cristina, 20.

BURZIO ing. FILIPPO, e - Meccanica applicata e costruzioni aeronautiche - Corso Francia, 34.

CAMOLE1TO ing. CARLO FELICE - Scienza costr1~ziom: e teoria dei ponti - Via Riccardo Sineo, r8.

LosANA dott. prof. LUIGI, predetto-Chimica generale e docimastica.

NIZZA ing. FERDINANDO, e - Elettrotecnica - Corso Vittorio Emanuele II, 70.

ZAVAGNA dott. lRENEO, predetto- Analisi matematica e geometrie.

ASSISTE TI.

ANTINORI ing. dott. ALBINO (provY. inc.) Fisica sperimentale - Via Maria Vittoria, 25.

BER SANO dott. CARLO - Analisi matematica e geometrie Via Po, rr.

BERTINO ing. TERESA - I dr aulica e ·macchine 1:drauliche - Via Marenco, 4.

BoNANNd ing. dott. PAOLO, e - Meccanica fisica analitica e grafica - Via Gaudenzio Ferrari, 3.

(14)

Bo-sONE mg. LuiGI, e - Elettrotècnica - Corso Vinzaglio, r2.

CARENA ing. ADOLFO - Macchine termiche - Via Madama Cri- stina, go.

CAROZZI dott. ENRICO - Chimica generale e docimastica - Corso Vittorio Emanuele II, 68.

CHIODI ing. CARLO - Elettrotecnica - Via Bellavista, rs.

COMOLA ing. ALBERTO - Topografia e costruzio:ni stradali e idrau- liche - Via Goito, 6.

CROCE ing. LUIGI -Scienza costruz·ioni e teoria dei ponti-Piazza Carlo Felice •. Hotel Roma.

DELLA BEFFA dott. GIUSEPPE - Geologia e mineralogia - Via Goito, 3.

DENINA ing. ERNESTO (provv. inc.) - Chimica-fisica e metallur- gica; metallurgia ed elettrometq,llurgia - Via Saluzzo,

FoA' ing. EMANUELE - T.ermotecnica .-- Via Bonafous, 6.

GIACCHERO ing. SILVIO, e - Architettura- Via S. Quintino, 33.

Gru dott. DOMENICA (provv. inc.) - Analisi matematica e geo-

metrie - Via Massena," 47. l

GIUA dott. prof. MICHELE - Chimica industriale.

GIUSTI ing. ARNALDO - Scienza costruzioni e teoria dei ponti- Corso Valentino, 25.

LAPIDARI ing. GIACOMO ---:- I dr aulica e macchine idrauliche --:- Via Donati, 14.

MARSIGLIA dott. TOMMASO - Chimica industriale e labor. analisi chimiche - Corso Fiume, 8.

MussA ing. FERDINANDO (provv. inc.) - Costruzione e disegno di macchine - Corso Galileo Ferraris, 22.

0Doi-m ing. dott. VINCENZO ' (provv.. inc.) - Fisica sperimentale - Via Madama Cristina, 47.

PASQUALINI ing. CLODOVEO. - Meccanica applicata e costruzioni aeronautiche - Corso Regina. Margherita, rg8.

Rossr dott. CARLO EMANUELE - Chimica generale, docim~tstica

e laboratorio analisi chimiche - Via S. Dalmazzo, r6. SANTJ1RELLI ing. PIETRO - Macchine termiche - Via Madama

Cristina, 8.

(15)

13

VARRONE ing. CARLO, 8 - Topografia e costruzioni stradali e idrauliche - Corso Galileo Ferraris, 8o.

ZOlA ing .. RAFFAELLO (provv. inc.) - Scienza delle costruzioni e teoria dei ponti- Via Montecuccoli, 3.

ZUNINI ing. Benedetto, 8 - Meccanica fisica analitica e. gra- fica - Corso Regina Margherita, 76.

ASSISTENTI STRAORDINARI.

BERTASSO dott. LUIGI - Chimica industriale - Corso Fiume, r.

BuzzETTI ing. CARLO - Chimica-fisica e metallurgica; metallurgia ed elettrometallurgia - Corso San Martino, 2. ·

CECCHETTANI ing. FULBERTO Tecnologia 'generale Via Lamarmora, 28.

CoRRADINI ing. GIUSEPPE - Disegno macchine e meccamca ap- plicata - Via Vanchiglia, 6.

DELLA SALA-SPADA prof. CESARE - Disegno (r0 biennio) Via Andrea Doria, 13.

DoNATO ing. LETTERIO - Scienza costruzioni e teoria dei ponti - Via Madama Cristina, 27.

FERRERO dott. GIORGIO - Chimica-fisica e metallurgica; metal- lurgia ed elettrometallurgia - Corso Inghilterra, 41.

]ORIO ing. prof. CARLO, predetto - Topografia.

MASCALCHI dott. MARIA - Analisi matematica e geometrie Corso Re Umb~rto, 45.

MrGLIARI dott. TERESA BrANCA Cibrario, ~3-

Geometria descrittiva - Via

MoLINATTI ing. GIOVANNI - Macchine termiche - Via Dc- nati, 14.

MoNTI ing. GIO. BATTISTA - Disegno e costruzione di maccht'ne - Via Carlo Alberto, 33.

MORELLO prof. GIUSEPPE - Disegno (r0 Biennio) - Via Ber- nardino Galliari, rg.

NovELLIS ing. CARLO - Arte mineraria, mineralogia e giacimenti minerari - Via Amedeo Avogadro, 8.

(16)

14

PAGLIA)IO DI PAGLIANO EMILIA mg. VITTORIO, e - Architettura - Via Giannone, 4.

PrPERNO ing. prof. GUGLIEDIO, predetto - Macchine termiche (V anno).

PUGNO ing. dott. GIUSEPPE MARIA - Jì1 eccanica-fisica, analitica e grafica - Via Groppello, II.

RAMELLA-GIGLIARDI ing. GIUSEPPE - Disegno macch. e rneccamca applicata - Via Bidone, rg.

RocCHIGIANI arch. FuLVIO - Disegno (r0 bienr:io) - Via Cam- pana, z.

ScocCIMARRO ing. PAOLO, predetto - Meccanica-fisica, anali- tica e grafica.

ToN ELLO ing. PIETRO - T ermotecnica - Via Andrea Doria, 6.

TRINCHERO ing. arch. CARLO - Disegno (r0 biennio) - Via Napione, 8.

WATAGHIN dott. GLEB - Fisica, analisi matem., geometria ana- litica e proiettiva - Via Governolo, zr.

ASSISTEKTI VOLONTARI.

FASIANI dott. Mauro - Economia politica - Via Gioberti, go.

LUDA DI CoRTEMIGLIA ing. CESARE - Geologia - Corso Galileo Ferraris, 57.

MERLO ing. GIOVANNI - Meccanica-fisica, analitica e grafica - Via Fabro, r.

V AN DONI dott. FRAKCESCO - Jì1ineralogia, litologia e materiali da costruzione - Corso Oporto, 44.

(17)

PERSO~ALE SUBALTER~O

TEC::'HCI.

BoRASIO FELICE, v1a Lagrange, 17.

BuzzETTI DAMIA,·o, castello del Valentino.

COMBA ANTONIO (Rosta-Torino).

CuRIOTTI PIETRO, via S. Bernardino, 33.

GRANDE GIUSEPPE, stradale Stupinigi, Nichelino.

REGIS CALLISTO, via Castelnuovo, 5.

RrccA D' ANGROGKA MARIO, via della Rocca, 32.

VASCHETTI LUIGI (Stupinigi-Torino).

BIDELLI, CUSTODI, ecc.

AGKELLO ARCA 'GELO, via della Rocca, 4.

ARDOINO A TONIO, (meccanico straord.), via Gioberti, 6o.

BAIMA LoDovrco (Nole - Torino).

BARALE GIOVANNI (straordinario), via Nizza, 179.

BARONE GIOVANNI (straordinario), via Carlo Alberto, 34.

BELTRAMI 0TELLO (meccanico straord.), via Belfiore, 26.

BrGLIANO PAOLO, piazza Vittorio Veneto, 14.

Bosco GIUSEPPE, via della Rocca, 41 bis.

CAMINO SECONDO, via Baretti, 24 bis.

CARPIGNANO GIUSEPPE (straordinario), via Cesana, 48.

CERUTTI CESARE, via Ormea, 23.

ENRIA CAMILLO, via Silvio Pellico, 2.

FANCIOTTO NrcoLA (S. Mauro-Torino).

FuRLETTI SEVERINO, via Accad. Albertina, 36.

GASPARDO LucrANO, Castello del Valentino.

GATTAI UMBERTO, custode, Castello del Val~ntino.

GIACOBINO MARIO, via Andrea Doria, rg.

MATTAÙA ANTONIO, piazza Vittorio Veneto, 14.

1

MENSIO FRANCESCO, via Montevecchia, g.

:MoLo ARTURO, via Barolo, r8.

MmnARZINO GIACOMO (straordinario),. via Balme, 17.

Lf>

(18)

16

PARODI ANGELO, via S. Massimo,. 31 REBUFFO GIORGIO, via Gioberti, 65.

RossETTI MATTEO, via Valperga Caluso, 19.

SACCHI FRANCESCO, via Sacchi, 54.

SILVESTRO GIUSEPPE, via Accademia Albertina, 31.

TARAGLIO FRANCESCA ved. DOLANDO (straordinario), custode, via Ospedale, 32.

TESSO RE TOMMASO (straordinario), via Monginevro, 70.

VAGLIO LUIGI, v1a S. Agostino, 24.

l

(19)

COMUNICAZIONI TELEFONICHE

CASTELLO DEL VALENTINO.

~ DIREZIONE: . SEGRETE~iA:

LABORATORIO DI AERONAUTICA:

VIA OSPEDALE, N. 32.

~ BIBLIOTECA E PORTIERIA:

LABORATORIO CHIMICO:

LABORATORIO DI ELETTROTECNICA E DI fiSICA:

/

49.262 44.841 44.842

47.019 43-693 47.331

17

(20)

'.

(21)

l

RELAZIONE DEL DIRETTORE

PROF. ING. GUSTAVO COLONNETTI AL CONSIGLIO

DI AMMINISTRAZIONE DELLA SCUOLA

(SEDUTA DEL 2 MARZO 1925)

(22)
(23)

Eccellenza; Signori,

La crisi del R. Politecnico di Torino - riper- cussione evidentissima e forse fatale della più ampia crisi che nei dolorosi anni del dopo guerra pesò così duramente su tutta la vita dél Pa!=se, aggra- vando per riflesso le già gravi condizioni de.lla Scuola Italiana - va essenzialmente considerata sotto due aspetti che, ben distinti nelle loro origini e nelle loro. ragioni d'essere, vennero naturalmente compe- netrandosi e complicandosi negli effetti e nelle ma- nifestazioni esteriori: l'uno riguarda quella che fu una vera e propria crisi finanziaria; l'altro si rife- risce invece a quella che assunse tutte le apparenze di una crisi morale e disciplinare, ma che io vorrei piuttosto chiamare una crisi di fiducia.

Oggi che la crisi finanziaria può ben dirsi feli- cemente superata, conviene ricordarsi di essa solo per trarne utili ammonimenti per l'avvenire.

Perciò delle sue origini prossime e remote, dei suoi sviluppi, del suo sbocco, io mi propongo di documentare quì solo quel tanto che ritengo stretta- mente necessario per giustificare la situazione attuale della Scuola e per trarne i migliori auspiCI per l'av- vemre.

l

(24)

E riserverò il resto delle mie dichiarazioni alla valutazione di quel problema didattico che non è soltanto il problema per sua natura centrale e do-

minante della Scuola, ma è anche la chiave di quella crisi morale e disciplinare cui poc'anzi accennavo, e che, ben lungi dall'essere superata, pesa tuttora su di noi ed esige, più vigile-e più oculata che mai, tutta la nostra attenzione.

** *

Due sono i cardini fondamentali sui quali nel 1906 Governo e Parlamento vollero imperniata la legge che doveva dar vita al R. Politecnico di To- nno.

Essi sono: lo) l'autonomia amministrativa ac- compagnata da una certa autonomia didattica e di- sciplinare; 2o) la assoluta separazione tra la dire- zione amministrativa e la direzione didattica.

Nel costituire il Politecnico in Ente morale au- tonomo capace di possedere e di amministrarsi da sè, la legge gli conferiva la proprietà di tutti gli stabili già adibiti alla R. Scuola d'Applicazione per gli Ingegneri ed al Museo Industriale, n~nchè del materiale scientifico e non scientifico dei due Istituti e dei capitali di cui il Museo si trovava allora in possesso.

Venivano inoltre messi a disposizione del Poli- tecnico, per raggiungere i fini e sostenere gli oneri deferitigli:

lo) un contributo governativo di annue Lire 303.593,98 corrispondente al totale degli stanziamenti

(25)

23

per dotazioni, stipendi del personale di ruolo coi relativi aumenti e assegni straordinari al personale straordinario della R. Scuola d'Applicazione e del R. Museo Industriale al lo luglio 1906;

· 2o) un contributo della provincia di Torino ,di annue L. 35.000; '

3o) un contributo del Comune di Tqrino di .annue L. 35.000;

4o) le tasse di studio governative (escluse -quelle di diploma) le tasse interne, i diritti di segre-

teria, le somme introitate per esperienze in servizio

<ii privati e di pubbliche amministrazioni, nonchè i lasciti, le donazioni e gli ulteriori eventuali contri- buti di Enti o di privati.

Quest'ultimo cespite veniva a quel tempo valu- tato in annue Lire 224.000 circa.

Il Politecnico poteva pertanto fare assegnamento .su di un'entrata annua assai prossima alle L. 600.000, dell( quali almeno 260.000 eqmo da considerarsi fin

<l'allora vincolate per stipendi al personale e 30.000 erano da destinarsi a titolo di annualità costante per il servizio delle pensioni.

Restavano però sempre circa 300.000 lire an11ue per far fronte alle spese generali di amministrazione e di manutenzione, e da erogarsi nelle dotazioni ai gabinetti scientifici ed ai laboratorii sperimentali e nella istituzione di nuovi corsi. Questa somma par- ve a tutti più che largamente sufficiente al bisognu, e forse, a quell'epoéa, lo era.

Senonchè, sopravvenuta la guerra colle sue ri- percussioni economiche, la situazione finanziaria del Politecnico venne ad alterarsi profondamente.

L'aumento rilevantissimo dei prezzi delle forni-

l

(26)

turè in genere e del materiale scientifico in ispecie, . l'aumento degli stipendi e la concessione delle varie

indennità al personale (cui per legge erano stati ri- conosciuti diritti pari al personale ·di pari grado dello Stato) determinarono un aumento progressivo • nelle spese fino a raggiungere e superare i 3.500.000 lire: cifra ingente senza dubbio ma che non può parere eccessiva a chi la paragoni alle 600.000 lire anteguerra, tenendo il dovuto conto dello sviluppo dell'Istituto e della intervenuta svalutazione della moneta.

Nel frattempo le entrate si erano bensì accre- sciute per lievi aumenti apportati dal Governo al- l'ammontare delle tasse scolastiche, e più per l'in- cremento grande del numero degli iscritti, ma

. in proporzione assolutamente inadeguata al bisogno.

In tali condizioni il rimedio non poteva con- sistere se non nel chiedere allo Stato ed agli Enti sovventori una immediata revisione della legge col-

l'adeguato aumento dei contributi fissi a loro ca- rico, ovvero col riconoscimento ·del diritto di aumen- tare le tasse scofastiche ben più di quanto avesse fatto per suo conto il Governo; l'Amministrazione si limitò a reclamare il rimborso delle maggiori spese sostenute per· aumenti di stipendio e indennità concesse in virtù di leggi e disposizioni generali.

E non l'ottenne se non in minima parte, in quella parte cioè· che si riferiva ai professori ordi- nari e straordinari; i soli di tutto il personale del Politecnico la cui situazione, per essere essi nominati con decreti reali o ministeriali, venne in qualche modo riconosciuta a carico dello Stato.

tAccadde così che non soltanto furono m poco

(27)

tempo assorbite tutte le attività disponibiU, ma si andò formando un disavanzo crescente di esercizio in esercizio fino a toccare, alla chiusura dell'esercizio 1921-22, i due milioni di lire, e con la prospettiva che tal cifra si sarebbe accresciuta di almeno 800.000 lire durante .l'esercizio 1922-23.

Di questo stato di cose i professori si disinteres- savano completamente; nè fino ad un certo punto si può far loro torto di un atteggiamento che corri- spondeva pienamente non solo alla lettera ma allo spirito della legge ed alla dichiarata intenzione del legislatore.

Si pensi che nello approvare ·la già accennata separazione assoluta tra la Direzione amministrativa e lé.< Direzione didattica dell'Istituto la relazione del- l'Ufficio centrale del Senato così si esprimeva:

«Quanto alla separazione della Direzione am-

« rninistrativa dalla Direzione didattica, non solo è

«imposta dalla loro diversa natura, dalle diverse

« abitudini che si richiedono nel loro esercizio e

«dalle diverse responsabilità che vi sono annesse,

« m2. dalla incompatibilità intrinseca fra le due specie

«di funzioni: non potendosi ad esempio ammettere

«che nella distribuzione e nel maneggio dei fondi

« abbiano parte professori, direttori di gabinetti e

« laboratori, persone insomma che vi hanno interessi

«diretti e non sempre concordanti. »

Nè quì è tutto. Poichè in seno a quell'Ufficio Centrale del Senato era almeno sorta qualche voce a proporre che, a temperare in certo qual modo quella distinzione di sfere d'azione, e ad evitare in- terferenze e conflitti (di cui l'allora recente passato del 1\1useo Industriale aveva fornito esempi eloquen-

(28)

tissimi), un solo fosse il Presidente dei due Consigli, e si desse al Direttore dell'Istituto la somma dei poteri così amministrativi che didattici.

Al che il .Ministro dell'Istruzione Pubblica del tempo, energicamente si opponeva, allegando fra le altr.e più o meno convincenti ragioni anche la se- guente:

« Ove si rifletta che la competenza tecnica e

«scientifica non sempre va accompagnata dalla abi-

« lità amministrativa occorrente nel governo di un

«grande Istituto, si riconoscerà che ben arduo com-

« pito verrebbe imposto al Ministero, qualora avesse

«l'obbligo di trovare un direttore il quale raccolga

«tutti i requisiti voluti per le varie ·funzioni che gli

« si vorrebbero affidare. »

Ho riportato integralmente queste due citazioni - così dolorose e umilianti per il corpo insegnante di una scuola nella quale dovrebbero formarsi i fu- turi dirigenti delle nostre maggiori industrie - solo per segnare una tappa e mettere in ev,idenza il cam- mino che da allora si è fatto.

Io non ho esitato, appena assunta la Direzione della Scuola, e conosciuta la disastrosa situazione delle sue finanze, a renderne edotto ufficialmente il Consiglio dei Professori ed a fare ai suoi membri appello per l'opera di risanamento che si imponeva.

E quell'appello ha trovato i professori tutti consen- zienti nei miei piani di rigide economie, tanto quando esse si riferivano alle dotazioni dei lGro laboratori e gabinetti, come quando toccavano direttamente i loro emolumenti personali. Conviene anzi che si sappia che, nel momento in cui, abolite per legge le speciali retribuzioni dette «di secondo insegnamen-

(29)

27

to », in molte Università Italiane i professori di ruolo si limitavano ad impartire i soli corsi di cui erano

· titolari d~terminando il moltiplicarsi degli incarichi ad estranei, tutti indistintamente i professori di ruolo del Politecnico di Torino che avevano avuto negli anni antecedenti incarichi retribuiti si sono offerti di continuare a tenerli a titolo gratuito fino a che le condizioni del bilancio dell'Istituto non fossero ridiveniate normali.

E quando pochi mesi appresso, tracciata nelle sue grandi linee l'opera di ricostruzione, fu ricono- sciuta la necessità che essa fosse affidata ad un or- gano composto di poche persone munite di poteri eccezionali, io non esitai a propugnare la tesi di una voluta riunione dei poteri amministrativi e di- dattici in un'unica Giunta la quale fosse costituita in parti eguali da amministratori e da professori.

E quando nello scorso inverno si trattò di costi- tuire quel Comitato provvisorio che a norma del- l'art. 141 del

R.

D. 30 settembre 1923 doveva pre- disporre gli schemi delle convenzioni tra Stato ed Enti locali per il mantenimento della scuola, io volli che a far parte di esso Comitato fossero dal corpo stesso dei professori eletti due membri.

Ed ai professori Guidi e Silvestri che, per vo- lontà del Ministro, collaborarono meco in seno alla Giunta Direttiva, come ai professori Grassi e Bot- tiglia che, delegati dai colleghi, mi coadiuvarono nel Comitato provvisorio, io non posso che esprimere quì i sensi della più viva riconoscenza per l'opera fervida, sapiente e disinteressata che nelle più sva- riate contingenze vennero svolgendo, avendo di mira sempre e soltanto il maggior bene della scuola.

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E' pertanto con animo lieto e coi migliori au- spici per l'avvenire dell'Istituto che io vedo oggi finalmente superata la pregiudiziale della separazione dei poteri amministrativo e didattico, e definitiva- mente accolta dalla superiore autorità la disposizione dellE. convenzioni che dà larga voce in seno al Con- siglio di Ammin.istrazione al corpo insegnante e gli assicura- la prevalenza nella formazione di quella Giunta. che delle direttive dell'Amministrazione do- vrà es~ere l'autorevole interprete nella vita quoti- diana della Scuola.

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Io non esito infatti a considerare l'autonomia amministrativa dell'Istituto come utile soltanto in . quanto può essere valido presidio dell'autonomia di-

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dattica, l~ quale, finalmente riconosciuta dallo Stato a tutti gli ordini di studi superiori, deve, per le Scuole d'Ingegneria più assai che per le altre facoltà uni- versitarie, riguardarsi come l'indispensabile presup- posto del loro futuro sviluppo.

Le Scuole d'Ingegneria si differenziano infatti dalle tradizionali facoltà universitarie per una carat- teristica che ne può costituire così il punto debole e la ragione d'inferiorità, come il più bel titolo di primato e d'onore.

Oli studi che in esse si compiono sono in imme- diato rapporto coi più moderni e delicati ritrovati della scienza pura e pur riguardano le più tangibili manifestazioni della tecnica nella vita vissuta.

Oli argomenti che nei corsi d'ingegneria si trat- tano hanno le loro radici nei più riposti fenomeni

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del mondo fisico, richiedono per esser studiati una profonda conoscenza delle scienze matematiche, e pur trovano nella maggior parte dei casi il loro riscontro nelle più comuni attività dell'industria.

Nel suo sforzo costante di disciplinare scienti- ficamente le più svariate attività dell'uomo, l'inge- gneria si trova nella continua necessità di conciliare in qualche modo le esigenze del pensiero scientifico che, preso dalla bellezza di un ragionamento, non si adatta a compromessi nè ad approssimazioni, colla necessità dell'azione che, intravisto un risultato pos- sibile, vuoi conseguirlo e realizzarlo in ogni modo e ad ogni costo.

A questo co,zzo continuo dell'idea colla realtà, del pensiero coll'azione, della scienza colla pratica, la Scuola, d'Ingegneria dovrebbe avvezzare i suoi al- lievi: compito immane a cui soltanto la vita può assolvere: compito multiforme dinanzi al quale la scuola è fatalmente costretta a moltiplicarsi ed a trasformarsi continuamente in preda alle più diver- se e variabili tendenze, tra le quali essa deve mante- nersi in ~-agionevole equilibrio.

Perchè è fatale che ad additarle la via sorgano in essa uomini prevalentemente presi dal fascino del pensiero scientifico, i quali dell'ingegneria vogliano far( una vera e propria scienza, anzi la più grande di tutte le scienze, e degli ingegneri (più grandi scienziati; per costoro la scuola di Ingegneria non avrebbe mai dovuto staccarsi dall'Università, della quale dovrebbe quando che sia ritornar a far parte per restituire al pristino splendore ·le facoltà di scien- ze oggi così poco frequentate.

Ma non meno fatale è il sorgere accanto ad

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essi di altri uomini che, tutti preoccupati delle con- crete finalità che l'ingegnere deve perseguire e rag- giungere nell'odierno organismo sociale, attribuiscono all'Ingegneria tutte le caratteristiche di un'arte che può e deve dei progressi della scienza giovarsi, ma che non può e non deve esitare ad esplorare col solo sussidio della intuizione e della pratica anche quei campi ove la scienza non si sente ancora di avven- turarsi sicura. E costoro vorrebbero naturalmente che la Scuola d'Ingegneria, quasi ripudiando le tra- dizioni dell'alma mater studiorum facesse dei suoi allievi degli esperti nelle singole branche della tec- nica e dell'industria, e su tal loro perizia fondasse in certo qual modo la loro stessa cultura scientifica.

:Ho detto che tra le due opposte tendenze la Scuola deve trovar giorno per giorno la sua via di

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mezzo: ma nessuno ha il diritto di meravigliarsi se, per particolari condizioni d'ambiente b per prevalere di uomini, quella via accenna a deviare or da una parte or dall'al tra.

Ed è evidentemente superfluo che io ricordi quì, come di fronte all'indirizzo prevalentemente scienti- fico delle Scuole d'Ingegneria italiane, stiano l'in- dirizzo che chiamerei sperimentale determinato spe- cialmente dal Riedler nelle scuole tedesche, e quello più propriamente pratico che ha trionfato, nel decennio precedente la guerra, nelle scuole a- mencane.

Ora non è certo nel momento in cui all'estero si manifesta una certa· tendenza ad elevare il tono degli stùdii d'ingegneria che nof potremmo pensare di abbandonare la bella tradizione delle nostre scuole le quali in complesso hanno dato in passato buonis-

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simi risultati. Ma sarebbe inge_nuità nascondersi che l'indirizzo scientifico dei nostri Istituti ha per lo meno permesso che essi restassero ìndietro, rispetto agli Istituti dèll'estero, in tutto ciò che ha attinenza allo sviluppo dei laboratori sperimentali; come sa- rebbe ingenuità finger di ignorare che ai nostri lau- reati si fa il torto di esser troppo poco addestrati a quello che sarà l'effettivo quotidiano esercizio della

loro professione.

E' pertanto indisp-ensabile che almeno in ordine a questi due' punti di vista un~ -correttivo si trovi e si trovi presto.

Ora quì sta precisamente il difficile,· perchè per dare impulso alle ricerche sperimentali nel campo della tecnica, come per attrezzare le scuole d'Inge- gneria in .modo che esse possano -dare agli allievi anche soltanto una prima idea della loro futura atti- vità professionale, occorrono mezzi ingenti che il Governo non ci dà, e forse, anche volendo, non po- trebbe darci:

Quì la differenziazione già accennata fra la Scuola -d'Ingegneria e le altre facoltà universitarie assume invero rilievo e proporzioni impensate.

E' infatti assai facile far fare un po' di tirocinio pratico ai futuri avvocati ed ai candidati all'insegna- mento. E nel caso stesso dei medici, che è quello che agli ingegneri apparentemente più si avvicina, il problema ha potuto essere soddisfacentemente ri- solto colla istituzione delle cliniche, nelle quali lo studente ha occasione di esaminare, sotto la guida del professore, casi patologici e problemi clinici af- fatto identici a quelli che domani gli si potranno presentare nel quotidiano esercizio della professione.

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.Ma chi potrebbe istituire qualche cosa di simile alle cliniche a vantaggio degli allievi Ingegneri?

Quale scuola potrà mai far loro vedere a costruire ponti o palazzi, ad esercire miniere o ferrovie, a dirigere stabilimenti industriali o anche semplici of- . ficine?

Quante scuole, tra le tante che ormai abbiamo in Italia, hanno i mezzi per far assistere i loro allievi a ricerche od esperimenti su vere costruzioni metal- liche od in cemento armato, su processi industriali o su impianti che non siano dei semplici modelli?

I mezzi occorrenti ·non sarebbe forse difficile attenerli dagli industriali se si fosse disposti a tra- sformare di sana pianta la scuola in una scuola pra- tica, pro"fessionale, tipo americano: quale molti in- dustriali vagheggiano coll'idea - io preferirei dire coll'illusione - di poter trarre da essa giovani meglio preparati alla vita d'officina. E' invece diffi- cilissimo convincere gli industriali a fornire con qual- che larghezza quei mezzi, se si insiste nel volere che alla base della cultura SJ?edalizzata stia nei gio- vaniJaureati una solida e vasta cultura generale atta a farf· di essi degli uomini di scienza e di pensierc, capaci di affrontare lo studio di problemi nuovi, e di assurgere, occorrendo, dalle mansioni esecutive alle più alte e delicate funzioni direttive.

Si cozza di solito, quando si affronta in pieno questo argomen!o, in una vera e propria questione pregiudiziale sulla natura e sui limiti della profes- sione d'ingegnere; e si finisce per chiedersi se non abbiano per avventurq ragione i tedeschi i quali da ben 25 anni sono addivenuti alla creazione di due

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diversi gradi di ingegnere: l'ingegnere diplomato ed il dottore ingegnere.

'In realtà basta guardarsi· attorno ed· indagare

in quali modi e forme si esplichi l'attività professio- nale dei laureati in ingegneria per convincersi che, di fronte ad un piccolo numero di elementi scelti che riescono ad assumere nel mondo intellettuale e nella stessa vita pubblica posizioni. cospicue, per le quali nessuna elevatezza di studii potrà mai considerarsi superflua, sta la grande massa dei più che automa- ticamente e rapidamente si isolano su questo o quel ramo della tecnica, e che sono pronti a dichiararvi nella più gran buona fede di aver potuto su di sè constatare la assoluta inutilità dei quattro quinti al- meno delle cose che sono state loro insegnate nella Scuola.

E' questa massa quella che forse inconsciamente esercita una formidabile pressione perchè agli studi d'ingegneria sia dato un indirizzo più pratico e più specializzato.

Ma ad essa bisogna reagire energiçamente nel- l'interesse stesso dei nostri giovani allievi.

Certo un più modesto tono di studi si potrebbe concedere ai più se ci fosse dato di poter selezionare in tempo e coltivare a parte quelli soli che nella società di domani dovranno esercitare una influenza di pensiero od una funzione direttiva. Ma nessuno può illudersi di far nella scuola questa selezione che solo la vita sa fare: bisogna seminare generosamente per tutti perchè trovino il loro alimento quei pochi che, per doni imperscrutabili di natura o per impre- vedibili ·circostanze, riusciranno ad eccellere.

Per gli altri la vastità e l'ecclettismo dell'inse-

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gnamento avrà servito per lo meno a render pm ampio il campo entro il quale, il giorno dopo la laùrea, dovranno cercare e trovare il loro posto nella vita. ·

E non sarà questo un vantaggio da poco in un Paese come il nostro che, ricco delle più svariate 'ini- ziative, non ha però ancora delle organizzazioni di attività industriale così salde e sviluppate da poter lgarantire un adeguato sbocco a quel qualunque nu-

mero di laureati che ogni anno si orientasse verso di esse.

Tuttavia, se, per tutte queste ragioni, sembra indispensabile imporre a tutti indistintamente gli a,.

spiranti alla laurea in ingegneria un minimum non troppo ridotto di studi scientifici generali, non si può disconoscere la opportunità di offrire ai giovani, almeno verso la fine del loro corso. di studi, così la possibilità di orientarsi professionalmente verso un principio di specializzazione, come la occasione di perfezionarsi approfondendo con intenti scienti- fici o culturali qualche particolare ramo delle dot- trine fondamentali.

Così gli uni si avvezzeranno per tempo a rico- noscere nella massa delle cose studiate quegli ele- menti che più frequentemente ed utilmente ricorro"no nel quòtidiano esercizio della professione corrente;

gli altri impareranno a vedervi argomento di studi nuovi e di nuove ricerche intese all'ulteriore pro- gresso della scienza e della tecnica.

Da questo bisogno di conciliare le esigenze pro- fessionali dei più colla necessaria preparazione scien- tificc. dei migliori, senza anticipare una separazione che non vuole e non può essere anticipàta, da questa

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necessità di mantenere in intimo contatto la scienza e la pratica, senza che l'una soverchi l'altra o che questa scacci la prima, da questo senso di equilibrio tra due apparentemente opposte tendenze, deve na- scere la fisionomia nuova della scuola. Fisionomia che una burocrazia statale, sia pur. idealmente per- fetta, difficilmente potrebbe foggiare; ·fisionomia che solo in un organismo sanamente autonomo si può sperare di veder profilarsi ed evolversi a seconda delle particolari esigenze di tempo e di luogo, quando esso sia amministrato con larghe vedute e provvisto di anche più larghi mezzi finanziari; sì da potere assicurare all'Istituto l'opera dei migliori tra i docenti traendoli a seconda dei casi e senza dannosi aprio- rismi dal campo della scienza pura come da quello della tecnica professionale, ed offrendo loro mezzi di studio ed installazioni sperimentali in piena ef- ficienza ed in continuo sviluppo.

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La costituzione di questa indispensabile base fi- nanziaria venne dal Governo impostata col R. D.

21 aprile 1923 col quale, in conformità alle conclu- sioni della R. Commissione d'Inchiesta ed al piano di riordinamento da me prospettato, il contributo animo fisso dello Stato veniva d'un tratto .. / elevato da L. 303.593 a L. 1.100.000 per l'esercizio finan-- ziario 1922-23, coll'impegno di portarlo a L. 1.350.000 per l'esercizio finanziario successivo.

In seguito allo stesso decreto veniva costituita una Giunta direttiva straordinaria nelle persone del

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