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ALCUNI PERCHE

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.

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(5)

A \ c I I SA\

1111

NEL PRIMO CENTENARIO DELLA PARROCCHIA ED INAUGURANDOSI .LA NUOVA FACCIATA

LUGLIO 1934

(6)

Stabilimento Tipografico Ajanì Giovanni e Canale Giacomo - Corso S. Mauriz io 28 bis,Torino - 1934(XII)

(7)

A S. S. PAPA PIO XI

VICARIO DI GESÙ CRISTO MAESTRO IN FA LLI BILE DI VERITÀ GUIDA SICURA DELLE GENTI AL PORTO DELL' ETERNA SALUTE NEL PRIMO CENTENARIO DELLA PARROCCHIA DELLA SS. ANNUNZIATA

PARROCO E PARROCCHIANI

UMILIANO FILIALE OMAGGIO DI VENERAZIONE

(8)

A S. EM. IL ·C A RD I N A LE GIUSEPPE GAMBA

DI SANTA E VENERATA MEMO RIA CH E CH I U SA LA VECCHIA CHIESA CONSACRÒ ED APRl AL CULTO LA NUOVA

GESÙ PRIN CIPE DEI PASTORI

CONCEDA LA LUCE E LA GLORIA DEI SA NTI

(9)

A S. EM. REV.MA

IL CARDINALE MAURILIO FOSSATI ARCIVESCOVO DI TORINO

DELLA REGALE CITTÀ E VASTA ARCHIDIOCESI GUIDA E DEC O RO

che il lo Luglio 1934 nella nostra Chiesa celebrava il Divin Sacr ifizio a degna com- memorazio ne del loCe nt e nario della Parrocchia ed inaugurava la facciat a monum e nta le, la Beat a Vergine Annunziat a impetri lunghi anni di fecondo ministero episcop ale , a salut e delle anime nostre. E ne ll' imminente cost osissima opera de llariedificazione del Seminar io diocesano, per la formazione spirituale e culturale del giovane clero , richiesta da necessità inderogabili e voluta dal Sommo Pontefice, Gesù, che profuse i tesor i della Divina Sapienza e le più amorose e pazient i cur e a fo rmare con pochi pescator i i suoi primi sacer doti , faccia comprendere a tutt e le anime che posson o evog liono farsi del bene , che nessuna opera è più di questa cara al Suo cuo re , nessuna più

(10)

ARCIVESCOVADO

DI TORINO Torino, 12Giugno 1934.

Rev.mo Mons. Teo !. TOMASO BIANCHETTA Cu rato del la 55. Annunziata - Città.

Se tutti si devono rallegrare nella celebrazio ne dei Ce nte nari di avveni ment iim po r- tanti, particolare motivo di gioia sente il Past o re di una Dioce si, qua ndo trat tas i di rico rdare il Centenario dalla erezione di una Par rocc h ia , co me ora l'A r civescovo di To ri no per codesta Parro cchi a della 55. Annunziat a . Quanta storia in un secolo di vita parrocchiale! St o ria gloriosa di opere di ben e, che nella Chiesa hanno la loro sede naturale e il ce nt ro di irra di azio ne , per quell a car ità di Cristo che gli uomini affratella, riunendoli in un'uni ca famiglia, sot t o lo sgu ar d o vigile e buono di un Sacerdote fattosi tutto a tutti. Qua nte anim e redente al Sacr o Fonte, rinvigorite col Crisma di salute , sant ificate col Pane degli Angeli , ricondotte a Dio nel Tribunale di Penitenza con la remissione dei peccati! Quanti infelici confort at i nel la loro miseria, aiutati nell'indigenza , salvati da sicura perdiz ione'! Bilancio oltremodo con- solante quello che può registrare una Parrocchia in cent'anni di lavo ro evange lico . Camb iano i figli, si mutano le generazioni e la Par ro cch ia rimane per accog lie re altri figli ed altre più numerose generazioni anco ra, pe r molt ipl icare la sua atti vit à attraverso a nuove forme di apostolato secondo le esigenz e dei tempi , all'unico scopo sempre di dare anime a Dio.

La Parrocchia della 55. Annunziata non solo può vantare un rinno va me nto spiri tu ale nei suoi primi cent'anni, ma anche mate riale, e quand o il pros simo l° Luglio i Par- rocchiani si st r inge ran no attorno alla Madre per cantarne le glo rie secolari, ritro - veranno questa loro Madre co m plet ament e ringiova nit a pe r lo zelo di un Pastore, che ha saputo rivestirla con marm i prezi o si e arric chirla d'opere d'arte . Anche l'A rcivescovo vuole unirsi, deve anzi unirsi alla gioia dei figli , org og lios i de lla loro nuova Ch iesa, e co ngrat u larsi co n loro e formu lare per loro i migliori auguri. Siano essi rinnovat i nello spirito, affinchè la loro anima diventi tem pio vivo dent ro a cui viene a porre la sua dimora la Trinità August a, che ali 'ani ma dona le bellezze e le preziosità dei suoi carismi e la giovinezza de ll' et e r n it à. Pegno deiqualidoni sia la mia Benedizione che invo co abbondante su Parroco e Parrocchi ani , affinch è in unione di lavoro e di int ent i trovino meno gravo sa e più proficua la loro vocazione al bene.

t

M. Card. fOSSATI, Arcivescovo.

(11)

,

ALCUNI PERCHE

Perchè la com memorazione centenaria?

Perchè è bene ringra ziare Iddio dei suoi benefìzi.

Perchè è degno e giusto e doveroso il ricordare l'opera di san- tifìcazione delle anime che si è compiuta in cento anni di lavoro silenzioso, dai due ottimi parroci miei predecessori e da decine e decine di santi sacerdoti all'Altare, in confessionale, sul pulpito, al battistero, nel catechizzare la gioventù, al letto degli infermi...

Perchè l'inaugurazione della nuova facciata?

Perchè le chiese e tutte le loro parti debbono essere benedette solennemente dal Ves covo.

Perchè le opere di pubblico deco ro è bene che siano riconosciute come tali anche dalle pubbliche autorità.

Perchè siano messe in luce le benemeren ze di tutte le persone che con sacrifìzio hanno contribuito ad elevare questo monumento a gloria di Maria 55. Annunziata.

Perchè il presente Numero Unico?

Perchè ognuno si renda conto che la Chiesa conserva con gelosa cura tutte le opere d'arte che espressero nel passato la bellezza della sua fede e la santità dei

suoi

fìgli, e con santo mecenatismo continua ad accrescere questo patrimonio di bellezza, che, mentre è irradiazione dell'infìnita perfezione di Dio, onora la gente che lo crea.

Perchè deve rimanere in ogni casa un ricordo di questi festeggiamenti.

E per molte altre ragioni che tu, lettore int e ll igent e, intuisci.

T. TOMASO BIANCHETTA, Curato.

(12)

Mons. LUIGI FANTIN I

TRE PARROCI IN UN SECOLO

C redo che sia un fatto abbastanza raro.

Tanto più se si pensa che il primo lasciò la parrocchia non per decesso, ma perchè fatto Vescovo, come dico più sotto; ed io che sono il terzo sono ancora vivo e... se non muoio prima, potre

i

anche diventare centenario.

Permettete che ve Ii pre senti .

lo -

M

o ns. Luigi Fantini, che resse la parrocch

ia

dal 1 834 al 1849, nel quale anno fu fatto Vescovo di Fossano e senat ore del Regno.

Prelato di va sta er udizio ne e di grande prestig io personale. Si deve alla sua pe rizia nel diritto canonico ed alla sua prudente chiaroveggenza la conclusione d 'un accordo colla Confrate r nita all or a pro priet aria della

IO -

chiesa e della casa canonica, per regolare i rec

iproci

diritti e doveri ed ufficiare la st essa chiesa in buona ar mo nia.

È prendendo le mosse da quell'accordo, che io potei nel 1902 addivenire, con la stessa Co nfrat ern it a, ad una co nvenzione, mediant e la quale la prop rietà dei sop raddett i stabili fu cedut a all a parr occhia, onde rimase a me mano libera per trattare col Muni

cipio di

Torino l'abbattimento della vecchia chiesa e

l'ed ifìcazione del I'attuale.

2

0 -

M

ons. Giacomo Tr

uchi, che gove rnò

la parrocchia dal 1850 al 1896. Molti parroc-

chiani ancora lo ricordan o. S acerdote auster o

e d i profonda pietà. Sotto la sua lunga reg-

genza rifì orirono le associaz ioni re ligiose e

(13)

con esse la frequen

za

alla Chiesa

.

Era un inna- morato della sua chiesa pure cos

1

impari ai bisogni, e vi fece eseguire gr

andi

restauri ed

abbelliment i. Peccato

che il pessimo mate-

riale d

i cui era cost ru ita avesse rovinato con fioriture e chiazze deformanti i

pregevoli

dipinti di cui l'aveva adornata con faticosa

racco lt a di fondi

e largo

dispendio.

Saggio amministratore,

pe r impedire eventuali vici- nanze disdicevoli

ad un edificio di culto, comprò con gr

an

sacrifizio la casa attigua

alla

vecchia chiesa che poi lasciò alla parrocchia;

onde

io la potei demolire

senza contrasti

Mons. GIACOMO TRUCHI

per far posto alla nuova chiesa. Caritatevole coi poveri, lasciò di

sè,

morendo, largo rim

pianto .

3

°

- E perchè dopo quest

i

due non posso farmi avanti anch'

ioche sono il terzo parroco,

che venni giovane e sono vecchio, perch

è

sono con voi da

circa 38 anni? Sebbene sia infini-

tamente inferiore ai miei due predecessori

~

nelle qualità

sopra

rnentovate,

ho pure fati- cato assai per sostituire

'

la

vecchia chiesa

colla presente ed ho grande bisogno che vi ricord iate di me

nell e vostre preghiere.

Moos. TOMASO BIANCHETIA

(14)

L'ANNUNCIAZIONE DELLA VERGINE DI CLAUDIO BEAUMONT

Questa magnifica tela era l'icona principale della chiesa dei Camaldolesi ali'Eremo di Torino. Quando quel luogo di preghiera e di pace fu invaso e saccheggiato dalle truppe francesi.ed i monaci, in nome della libertà furono scacciati, il quadr o fu comprato da un ignoto per L. 50. Dopo una cinquantina d'anni fu depositato alla R. Pinacoteca e si smarrì il nome del depositante. Trascorsi oltre tre nt'a nni, nessuno essendo andato a reclamarlo, passò in pro priet à della stessa Pinacot eca per. dirittodi prescrizione. Nell'anno 1929, dietro suggerimento ed appoggio dell' egregio Avv.

Co mm. Pietro Buscalioni della Direzione dei Monumenti, feci domanda di averlo in deposito e mi fu concesso. Per queste vie fu rest it uito al culto e, dopo i rest au ri del Comm. Cussett i e lamagnifi ca corn ice dello sculto re Anacleto Barb ieri, venne a sost itu ire nell'abside della nost ra chiesa il vecchio quadr o del Subleyras che, sebbene non privo di pregio ,era di proporzionitropp o modeste.e disadattoper la nuovaChiesa.

l,

(15)
(16)
(17)

ANGELUS DOMINI NUNTIAVIT MARIAE . ..

S ubito dopo la narrazione del concepimento miracoloso di Giovanni Battista, S. Luca passa a

narrare la concezio ne ancora più pro-

digiosa di N. S. Gesù Cristo.

Si svolge una seconda ambascia

ta,

ancor più ill ust re della prima: grande è il sovrano che manda, Dio; grande è l'inviato: uno dei sommi prìncipi della corte celeste

;

grande è Colei che riceve l'ambasciata; grande l'og- getto del messaggio: l'Incarnazione del Figlio di Dio; grandi le conseguenze che ne deri- veranno per tutta l'umanità.

La scena de

ll'Annunc iazione

ha giustamente attirato gli sguardi estatici dell'universo cri- stiano, ha ispirato innumerevoli capolavori d'arte, s'è imposta persino a poeti pagani e frivoli, tra

i

quali uno notissimo ha cambiato il suo nome di famiglia in que

llo

tratto dal divino mi

stero.

Anche lord B

yron e Giosuè Carducci hanno sciolto il volo lirico all'Ave Maria. Nessuna poesia però, nessun affresco, nessun mosaico possiede la bellezza del testo originale, la pagina di S. Luca, dove la

maestà si fonde con

la semplicità,

in un tono delicato e perfetto.

Ora al sesto mese

(della gravidanza d'El

i-

sabetta)

l'angelo Gab

riele

fu mandato da Dio

in una città della

Galilea chiamata Nazareth

(significa germoglio, fiore)

a una verg

ine

spo- sata a un uomo di nome Giuseppe, della stirpe di David, e il nome della verg

ine

era Ma

ria.

E l'angelo ,entrato da

le i, disse :

«Ti saluto

,

piena di grazia, il Signore è con te! Tu sei benedetta fra le donne

».

« Piena di grazia»

è la traduzione

che più s'accosta al senso dell'originale (che

karito-

méne), e vuoi dire: ricolma di graz

ie

e favori divini, non semplicemente graziosa o amata.

t vero

che anche di altri santi come di S. Ste-

fano si dirà «

pieno di grazia »: anche N. S.

è

così chiamato, ma altro è la pienezza, altro è

l'abbondanza. Un ruscello

è

pieno ,un fiume

è pieno, un mare è pieno; ma l'acqua è poca nel ruscello, è maggiore nel fiume,

è

massima nel mare.

In

Gesù

l

a grazia è

oceano senza

rive e senza sponde

,

da cui tutte le

creat ure

r

icevono.

Nei santi la grazia scorre come in rigagnolo. La grazia di Maria è il fiume regal

e

che sempre trabocca d'onde purissime e feconda tu t ta la Chiesa, come il Nilo fertilizza l'Egitto. Anche la frase ebraica « iI Signore

è

con te

»

acquista diverso valore secondo le persone cui è diretta

.

Per Maria s'intende nel significato più eccelso: il Signore è con te per renderti degna Madre di Dio, cioè dell'Unigen

ito

Incarnato

.

«

Tu sei benedetta fra le donne

»

è un altro ebraismo che equivale al nostro super- lativo: tu sei la più benedetta, la più santa di tutte le donne.

Non la vista dell

'angelo,

ma l'enunciazione di tante

lodi sgomenta l'umilissima

donzella.

A queste paro

le

essa si turbò

,

e si doman- dava che cosa potesse significarequel saluto.

E l'Angelo le disse: « Non temere, Maria, perchè hai trovato grazia presso Dio ».

Abit uat a la

V

ergine

a considerars i come l'ultima creatura della terra, doveva sentire un gran disagio a tutte

quelle lodi, non rico-

noscendo in se stessa nulla che le mer

itasse.

E perciò l'Angelo rassicura la sua umiltà tre-

pidant e, dicendole

che se non trova nulla in se stessa, ha trovato tutto

in Dio, una com-

piacenza infinita, che la chiamerà al più alto seggio cui può essere innalzata una sem

plice

creatura.

Finito il prea

mbolo,

l'Angelo viene ora

all'oggetto della sua missione.

(18)

Ecco, tu concepirai e partorirai un figlio, a cui porrai nome Gesù . Egli sarà grande e sarà chiamato (cioè verrà riconosciuto come) Figlio dell'Alt issimo. Ed il Signore Iddio darà a lui

il

trono di Davide suo padre

(a

ntenato) e regnerà in eterno nella casa di Giacobbe , e il suo regno non avrà mai fine.

Qu

este paro le conte ngo no

chiarament e il duplice dogma delle due natu re in Gesù Cristo e dell'unità di persona. Infatti si

I

dice

che egli è il Figlio dell'Alt issimo - nat ura

divina -

e al tempo

stesso il

discendent e e

l'erede di Davide - natura umana - eppure una sola person

a,

per

chè è ident ico il soggetto

delle due

att ribuzio ni.

Le parole di Gabriele rasserenarono Maria quanto alla sua umiltà, ma la lasciarono in un'altra gr

ave

sospe nsione d'animo per via del proposito o del

vot o ch'ella

aveva fatto di vivere in castit

à

perfetta.

Ma

-

si dom

andano i

Padr

i

- non sapeva già ella che il Mess

ia

doveva nascere da una Vergine? Isaia l'aveva predetto col cele bre vaticinio: Ecce Virgo concipiet...

Si può

rispo ndere : Maria vo l le

appunto accertarsi della verità del messaggio, mostran- dosi risoluta a conservare la sua verginità, promessa a Dio per celeste

ispiraz io ne. Ella

diede

prova

d'un'alta saggezza, cercando il sigillo de lle opere di Dio , che è la fedeltà a tutte le sue promesse, e lo splendore della purità.

E Maria disse all'Angelo: «Come avverrà ciò? poichè io non conosco uomo? » .

L'Angelo si comp

iacque

di quella pruden- tissima interrogazione, e

svelò

interamente il mistero della concezione verginale di Crist o.

E l'Angelo le rispose : Lo Spirito Santo verrà su di te e la virtù dell'Altiss imo ti adombrerà;

e perciò

il

bambino (sarà) santo , sarà chia- mato Figlio di Dio.

L

'umanità

santis sima di Ges ù

verrà

dun que format a ne l seno della Vergin e per unico

14 --

influsso della Divina Onnipotenza e del Divino Amore . Il suo concepi mento sarà degno de l Figl io di Dio.

Questo prodigio non fa stupire . E sso è stato preceduto da un altro.

Ed ecco Elisabetta, tua parente, ha pure concepito un figlio nella sua vecchiaia, ed è già nel suo sesto mese di gravidanza, mentre era (prima) chiamata «la donna sterile ».

Perchè niente è impossibile a Dio.

La Vergine di Nazareth non

aveva

ch

iest o

nessun segno per credere, come

aveva

fatt o Zaccaria; ma l'Angelo sponta neame nte le offre una nuova garan zia del suo messaggio.

Dio ha grande rispetto per l'anima umana, per la sua ragione e la sua libertà. No n ci domanda di credere a occh i chiusi, ma

ci

offre i moti

vi

razio

nali

della credibilità, i mira- coli operati da Gesù, dagli Apost oli, dai Santi.

Nè vuoi salvarci nostro malgrado, ma aspetta il nostro consenso . Così fece con la verg

ine

nazaretan

a.

Chiese l'adesione della sua mente e de l

suo cuore

al gra n mistero de l- l'Incarnazione e all'invito d'una maternità verg

inale.

Maria si r

imise

intera mente al beneplacito di Dio quanto al modo , al tempo , a tutti i part icolari del celeste disegno ... Nessuna im- pazienza, nessuna let izia incompo sta .

E Maria disse:« Ecco l'ancella del Signore:

si faccia di me secondo la t ua parola». E l'An- gelo si partì da lei.

Sublime ist ant e quello del 51 di M aria, più sublime di quel FIAT con cui fu creato l'uni- verso. Qui non vi sono parol e degne e suffi- cienti, se non forse le st rofe di Dant e e l'o ra- zione di San Bernardo :

Verg ine Madre , Figlia del tuo Figlio Umile ed alta più che creatura, Termine fisso d'eterno consiglio : Tu sei Cole i che l'u mana natura Nobilitasti sì che il tuo Fat to re Non disdegnò di farsi Tua fattura.

Por.XXIII.1-6.

(19)

Appena pronunciato il consenso di Maria, in un attimo d'estasi serafica, si formò, si organizzò, si animò nel suo seno il divino Nascituro. E quale fu il primo palpito del .Figlio di Dio Incarnato? Fu l'offert a al Divin Padre della propria vita intera per la reden- zionedell'um anità. A questo primo offertorio del Divino Agnello il cuore di Maria fu il primo altare.

Per' tutto ciò la pagina di S. Luca che ab- biamo letto assume la più alta importanza dogmatica, storica e morale. Essa afferma i dogmi centrali del Cri sti anes imo : la Trinità, l'Incarnazion e, la Redenzione. In tutto il Medioevo si contavano gli anni sotto la data dell'Incarnazione, non dal [o gennaio, ma dal 25 marzo, che è il vero perno del mondo cristi ano.

Ma io voglio soprattutto segnalare lo splen- dor emorale ed ascetico di quest a nar razione.

Mettet ela a riscontro della pri ma pagina del Genesi. Là, nel Paradiso terrestre, una ver- gine-sposa rovina il genere umano co n le sue

parole di superb ia, di sensualità, di disobbe- dienza, di sto lt ezza, di credulit à supina.

A Nazareth un'altra Vergine-sposa parla il linguaggio dell'umi ltà, della purezza, della sapienza, della fede illuminat a.

Su queste virtù fondamentali deve poggiare la rest aur azione dell'ind ivid uo, dell a famiglia, dell asocietà . Sono poche le paro le di Maria, ma esse bastano a rivelare un animo retto, delicato, puro, generoso, piissimo, co me tal- volta non occor ro no che poche.note d'un arti sta , poche linee d'un pitto re a svelare il genio.

LaChiesa vuole che non ci stanchiamo mai di meditare il dialogo dell'Annunciazione, per trarne gli ammaestramenti di tutte le virt ù evangeliche. Ce lo rilegge in quasi tutte le festedella Madonna, ce lo presenta a contem- plare nel pr imo dei misteri gaudiosi del

S. Rosario,ce lo fa ripetere tre volteal giorno nell a recita dell'Angelus, al suo no dell e campane.

Dolce e poetica consuetudine, che pur- troppo volge un po' in abbandono anche nelle famiglie cristiane. Rammentate quella tela che è il capolavor o del Millet? L'An gelus. Nella pace dei campi, tra l'ondeggiamento d'oro delle messi, due villanelli, il mietitore e la spigolatrice, sorpresi dal suono del campanile inneggiante a Maria, l'uno si scopre, l'altra s'inginocchia recitando la cara preghiera: Angelus Domini nuntiavit Mariae...

Quella telafu pagata 700.000franchi...

Oh, credetelo: la recita quotidianadi questa preghiera può farvi acquistare valor i più preziosi nel regno dei cieli. Essa fa tanto pia- cere a Gesù e riempie di consolazioneil cuore di Maria. Quanta dolcezza e pace si diffonde da quella breve or azione!...

Sorge il mattino e ci ricorda i doveri forse gravi, monotoni, tediosi che ci attendono:

ma l'An gelus infonde ser enit à e fiducia nella div ina Provvidenza e ci affida alla protezione di Maria...

Viene il mezzogiorno, la famiglia si raduna attorno alla mensa, ohimè rannuvolata tal- volta dafreddezze, incomprensioni, rancori...

Angelus Domini nuntiavit Mariae... e il liet o scampanlo persuade alla rico nciIiazione, alla bontà, all 'amo re, perchè eco perenne della grande pace, fatta quel dl a Nazareth tra la terra e il cielo.

Scendono le omb re della sera, verd eggia nelle lont ananze un cimitero, si rammentano inost ri pover i mortichehan lasci ato un vuoto incolmabile nel'e nostre case... A raddolci r e la tristezza, a ridestare le speranze, a co nfor- tare i cuori v'è il segret o d'una celest e can- zone: Angelus Domini nuntiavit Mariae!...

Sac. dr. ATIILlO VAUDAGNOTII.

(20)

STATUA DI S. ANTONIO ABATE

Questa stat ua mar morea del Sant o Pat r iarca adornava la facciata della antichissima Chiesa del Convento di S. Antonio nella sed e ora occupata dalle case N. 55 e 57 di Via Po. Chiuso il Con vento ali 'epoca della so p pressio ne dell' Ordine Ant o niano ed in seguito chiusa anche la Chiesa all' epoca della rivoluzione francese, alcuni volonterosi, per timore che ve nisse manomessa, la trasportarono di notte nella vi- cina Chiesa dell'Annunziata, e la collocarono nell 'Altare allora dei Ss. Giuseppe e Biagio, che fu poi chiamato di S.Antonio. È di autore ignoto ma artisti ca e devota.

(21)

L 'ANNUNCIAZIONE NELLA DEVOZIONE DEL POPOLO

Il dogma dell'Annunc

lazione (come,

d~1

resto , ogn i dogma) non solo

es~rcita

l'ingegno dei teolog

i, ma anche il

sent iment o degli art isti. Sul concetto del dogma, med itato dagli artisti, soprannasce la visione fantastica e commossa. Q uello che il teologo studia e

del

inea

concet tualme nte, l'art ist a del disegno

ne

fa una

pittura, una statua, un t empio; il poeta ne fa un

cant ico

; il popolo una leg- genda.

E

cco qui appunto una leggenda che il popolo, questo eterno poeta che è il popo lo (quando è lasciato nella semplicit à della sua vita campagnola o artigiana), ha creato per esprimere, a suo modo, la bellezza e il valore religioso dell'Ave Maria .

È t

ratta

dalla Leggenda aurea del

Vara-

gine (I) scritta poco dopo la metà del se- colo XIII, cioè nel tempo, su per g iù, che S. Tommaso componeva

il

t rattato t eologico sul saluto Angelico (In Salut at ionem Ange- licam)

e

tradotta in volgare, parecchio te mpo dopo, da un ignoto trece nt ista. I n essa, più che il fatto prodigioso raccontato, è notevole

l'animo con cui fu t

ramandato

e

creduto: un

breve racconto

di poca importanza, ma attra- verso al quale noi scorgiamo la buona e cara fede di quei nostri antic hi padri.

111 Editr ice Fiorentina, Firenze 1925, volume 2°, p. 436.

«

Uno cav aliere ricco e nobile rinunziò al mondo ed entrò nell'Ordine di Cestella (2) e, non sappiendo questi lettera, e vergognan- dos i li m onaci d i far st are così gent ile perzona t ra ladici (3), diedergl i un maestro, ac ciò che pure un poco che sapesse non ne stesse tra ladici

.

Ma st ando lungo tem

po

col maestro e non potendo avere apparat o altro che queste due parole, ciò sono : «

Ave

Maria », sl le ritenne con tanto desiderio che dovunque andava o stava, o ciò che faceva, sempre sempre rogumava (4) queste due parole. A la perfìne morì costu i e fu seppell ito nel cimi- terio con gli altri frat i; ed eccoti sopra l'avello suo crescere uno bello giglio e in catuna (5) foglia avea scritto di

l

ettere

d'

oro : «

Ave

Maria

».

Correndo tutti a sl grande fatto vedere, trasse ro

l

a terra del sepolcro, e la rad ice del giglio trovarono che procedeva de la bocca del morto. S 1

'che

int ezono con quanta divozione colui dicesse quelle parole, lo quale il Segnore avea alluminato d'onore di sl grande miracolo

».

A. M.

(21 Cistell o , ordine cistercense.

(31 laici.

(4) ruminava mentalm ente le due parol e, da esse traendo e organizzando tutte la sua vitaspirit uale.

(5) cadun a.

(22)

CENNI STORICI SULLA PARROCCHIA DELLA SS. ANNUNZIATA

L a par rocchia dell'An nunziata fu creat

a

con decreto di Mon s. Fransoni Arcivescovo di Tor ino, portante la data

26 Giugno

1 834, il quale dec ret o st

abiIl che essa

inco minciasse a funzionare come parr occhia (e perciò esi- stesse co me Ente d i fatto

e

di diritto) cinque giorni do po, cioè il lo Luglio 1 834.

A ben comp render e nelle sue fìnalità que- st'atto del g rande Arcivescovo, occo r re ri- farsi a qualche decina d'anni prima, cioè al 1809.

Esist eva da tem po immemorabile, sulla spo nda sinist ra del Po, pr ess'a poco ove ora la via Bonafous sbocca nella piazza Vittori o V enet o, presso il palazzo segnato col N. 20, una ch iesa par rocchiale ded

icata

ai S s. M arco e Leonardo, con territo rio estendentesi dall e

ant iche

fortifì cazioni fìno ai confìni della par- ro cchia di Pecetto, presso l'eremo de i camal- dolesi, e dalla parrocchia di 5. Vito,

a

dest ra del Po fì no alla Val piana ; ed alla sinistra, dal ponte cosidetto delle benne fìno allo sbocco della Dora nel P Or

In q uesto vast o t errito rio ora esist o no otto parrocch ie aventi comples sivamente circa 80.000 abita nti .

Nell'ann o 1809, Napoleone I , sotto il cui govern o st ava Tori no con tutto iI Pi emonte, avendo divisato di sostitui re il

vecchio

e stretto ponte in legno sul Po con un ponte più ampio e più sol

ido

sul prolun gamento de ll'asse di

via Po, diede o

rdine di sgom- brare la sinistra del fìume dalle casupo le che costitui vano gran parte del vecchio borgo e con esse la chiesa parrocchiale.

18 -

Non potendosi, dati i tempi calamitosi e l'occupazione st raniera, costruire un'altra chiesa, l'arci vescovo Mons. Giacinto Della Torre, perch è non ri

rnanesse la popolazione

priva del ser vizio religioso, con decreto a

vale re dal

lo Gen naio 1810, trasportò la sede della parrocchia nella chiesa della Confr ater- nita della 55. Annun ziata, decretando che si chiamasse parrocchi a della 55. Annunziata e di 5. Marco e nominando al governo di essa il Teolo go Giuseppe Boschis Rettore de

lla

Confratern ita.

Qu esto stat o di cose, forzatamente prov-

vis

o rio , durò fìno all'anno 1834 nel quale, esse ndosi infìttita la popolazione, per la co- st ruzione de i palazzi di Piazza Vittorio e d i alt re molte case di abitazione , ed essendosi nel frattempo costruita dalla Città la Chiesa de ll a Gran Madre di Dio, l'Arcivescovo Mon- signor Fransoni fece una nuova ripartizione dei t er ritori parrocchi ali dividendo in tre il terr itorio so pra descritto e creando tre par- rocchie : una per la collina (5. Margherita), una per la sponda destra del Po (la Gran Mad re), e una per la sponda sinistra, cioè la 55. Annun ziata, che rimase parrocchia a

sè,

poichè il titolo di Ss. Marco e Leonardo fu trasfer ito alla par rocchia del

la

Gran Madre di

'

Dio.

Tutto ciò fu fatto col decreto 26 giugno 1834 a

valere

col lo Luglio de

llo

stesso anno, come ho detto sopra.

E sono perciò col lo Luglio

1

934 cent'anni

precisi che la nostra parrocchia ha cominciato

a funzionare come tale.

(23)

La vecchia Chiesa

(24)

LA VECCHIA CHIESA

Fatto"succedut o in Via di Po in Torin o

Nel mese diluglio 1854,menlr e delle Chi esePerr,dell' Annu nziet ediTo rino .i po rt eveil S5.Vietl coad infermi pessein ViadiPo lareçlneMar ia Adel~id e,spose di Vi ttori o Emonuele Il,si[erme I~ vetture,essediscendee ede rein ginocchio il SS.Secrem en ro. Il pittore Fagnani,presente ~ questoedlflcent lsstmo f~tto, ne lo rltressesulletele, e de que lquedro tu trette la presente fologralla. T.G.TRUCH I, Curalo.

Q uest o venera bile edifizio che voi tu t t i ancora ricordate, fu costruito dalla be- nemerita Confraternita della 55. Annunziat a verso la metà del secolo XVIL

Più precisamente, il 19 Luglio 1 648, la Du- chessa Reggente Maria Crist

ina

di Francia pose la prima pietra che l'Arcivescovo Mon- signor Bergera, intervenuto col suo clero, benedisse.

La costruzione su disegno modesto

,

a dire il vero, ma corretto, di Carlo Morello inge- gnere civile e mili tare, progredì as sai rapida- mente per le generose offerte dei confrat elli, e fu benedetta dal predetto Arcivescovo Be rgera e ape rt a al cult o nell'autun no 1 657.

20 -

Ne ll'anno 1676 fu ingrandita del coro su disegno del Castellamonte il quale diede pure iI disegno della prima facciata esegu ito nel 1693. Ottant' anni di poi, nel 1773 vi fu aggiunta la cappella dell'Addolorat a su disegno dell'arch

itetto

Giuli. E successivame nte fu dotata della sacrestia e degli altri locali sus- sidiari.

Subì in seguito e ripetutament e modifi ca- zioni che vollero essere restauri e che ne alterarono la primitiva semplicità e grazia con infarcimenti ed ornati di catt ivo gusto.

Nel 1834, per ordine del Re Carlo Fe lice,

vi fu aggiunto il pronao in pietra di mala

-

naggi o. Tutti ancora ricordiamo le robuste

(25)

colonne

dori

che, la trabeazione e

l'atti co non

privi d'un

a

certa seve

ra dignità.

Disgraziatamente questo edifizio che er

a

stato oggetto di cure e

di ve

nerazione

per

quasi tre secoli, che era st ato t

est imonio

del fer

vore

religioso di t

ante generazionidi

con- fratelli e delle vicende or liet e or t

risti

del pio sodalizio che l'aveva

edificata , e

ra stato fabbricato di pessimo ma

te rial e,

come t utt i gli edifizi di quell'epoca, onde non solo

gli

affreschi, alcuni dei quali di buon pennello, scolorivano preda del salnitro, ma anche come stabilità dava motivo a serie preoccu-

pazioni.

Inoltre, dopo che era stata

assunta a sede

de

lla parrocchia, era d

iventata impari ai mag- giori bisogni

del

la

cur

a

pasto rale. Troppo

ristretta per l'afflue nza dei fedeli

e pr

iva

de

i

locali indispensabili

sia per il clero che

per

le nuove forme

di A

ssociazioni

richiest e dai

tempi

.

Già i miei predecesso r i avevano pensato

ad

un ingrandimento, ma avevano dovuto rinunziarvi perchè la chiesa e gli

st abili annessi

non erano proprietà della Parrocchia, sibbene della Confrate

rnita.

E questa è la ragione per cui io fin dal 1902

convenni colla stessa Confraternita per la

cessione alla Parrocchia della proprietà sui det

ti sta bili.

Beata Vergine del BuonConsiglio (Pitt. Kirchmayr)

(26)

INGEGNERE GIUSEPPE GALLO - ARCHITETTO

Pr o g e tlist~ delle Nuove Chie se delle55.An n u n zj ~l ~

N

at o a Carlaureatosiamagnapresso Piemonteil Politecniconel di To-1860, rino nel 1882 e morto in Tor-ino nel 1927, fu uno dei maggiori e più fecondi architetti di edifici religiosi che abbia dato ilPiemonte.

Cresciuto alla scuola di valenti Architetti quali il Reycend e il Ceppi, acquistò ben presto un suo caratte re perso nalissimo ed inconfondibile, che si ritrova in tutte le sue opere. Pr ofondo studioso dell'architettura religi osa, in quar ant' anni di intensa att ività art ist ica ideò e vide sorg ere su suoi disegni olt r e tr ent a Chiese nuove dalle fondamenta ,

22 -

sparse ovunque nelle città e nei borghi del Piemont e: nella sola Torino sono dovute a Lui le Chiese Parrocchiali di San Bernardino daSiena, in borg o San Paolo; del Divin Re- dentore in Val San Martino; di Sant'Alfonso. al Marti netto; di Gesù Nazare no, in via Du- chessa Jolanda e quella della SS. Annunziat a in via Po , che è forselasua oper a maggiore.

Fra quelle sort e nelle Pro vince piemontesi, sono particolarmente notevoli la Chiesa della Pieve in Cavall er maggior e; di Santo Stefano in Priocca; di San Giovanni in Orbassan o;

dell aMadonna della Neve in Monfort e d'Alba;

(27)

INGEGNERE BARTOLOMEO GALLO

Proge llis todegliAllorie Dire llo re deilovori

di San Pietro e Paolo in Sant ena; di S. Paolo in AI ba, ecc.

Oltre a questo vastissimo campo di nuove costruzioni sacre, studiò e compì centinaia di ampliamenti, restauri, cappelle ed altari in molti ssime Chiese piemontesi, lasciando ovunque "impronta di una spiccata person a- lità e di un senso religiosissimo dell 'arte. Si può dire che poche Chiese della nostra re- gione non abbiano visto la sua opera di ar- tist a cristiano.

Cattolico di fede adamantina e di una modestia di vita senza pari, fu chiamato al

premio prima di vedere completata la realiz- zazione di questa magnifi ca concezione arti- sti ca della Chiesa della SS. Annunziata in Torino, alla quale aveva dedicati lunghi anni di studi e che rimarrà fra le maggiori illu- strazioni del suo nome.

Gli successe a compiere questa e molte alt r e opere iniziat e il figl io Ing. Bartolomeo che, seguendo le orme paterne, è già a sua volta autore di parecchie costruzioni sacre, fra le quali il grandioso nuovo Santu ario della Madonna dei Fiori in Bra, affidatogli da S. Em. il Cardinale Fossati di Torino.

(28)

CRONISTORIA DELLA NUOVA CHIESA

D

opomigliormaturimaniera di ottenere un ingran-studi, convintomi che la dimento fosse la sostituzione della vecchia chiesa cadente con una nuova, feci allesti re

della necessit à di una chiesa più ampia, feci preparare uno st udio d'ingrandimento, e nel 1907 lo present ai al Municipio chiedendo il permesso di eseguirlo.

Il Cardinale Richelmy fa la posa della prima pietra

un progetto di apert uradell a via con demo- lizionedella chiesa elo presentai,fin dal /903, all'ammi nistrazi one municipale.

Il Municipio non entrò nelle mie viste e non mi rispose, ed io semp re più persuaso

24 -

Ne ebbi un rifiuto motivat o dalla delibe- razione,'allora presa dalConsiglio municipale, di aprire la via, con conseguent e demolizione dellachiesa.

Si aprì allora una lunga serie di trattative

(29)

Lo stato dei lavori nell 'Aprile 1927

(30)

che si conchiuser o con una convenzio ne st i- pulat a il 18 Luglio 1914, in base alla quale la par r occhia si obbligava a demolire la vecchia chiesa cedendone l'area al municipio come sede stradale, ed il municipio si obbligava a cedere alla parrocchia come compensoalcune aree dell'ex manifatt ura tabacchi ed a dare

Comm. Michelangelo Cr ivello

Costrutto re delle Chiese

un contributo pecuniario per la costruzione della chiesache laparrocchia assumevaatutte sue spese. Due settimane dopo la firm a di questa convenzion e, scopp iava laguerramon- diale.

Tuttavia s'iniziarono i lavor i. Si fecero vaste demolizioni di stabili ed alcuni scavi, ma poi entrata anche l'Italia nel vortice della guerra,

26 -

vennero a mancare gli uomi ni chiamati sotto le armi e si dovette sospendere ogni cosa.

Si ripresero i lavori, ter minat a vittor iosa- mente la guerra e tornati gli uom ini alle opere di pace.

Il 18 Maggio 19 19 si fece la posa dellaprima pietra, benedettada S. Em. il Card. Richelmy accompagnato dalle L.L. E.E. Mons. Costanzo Castrale e Mons. Giuseppe Castell i all ora Vescovo di Susa, che aveva predicat o un triduo di preparazione.

Onorarono la cerimo nia di loro pr esenza S. A. R. la duchessa Isabella di Genova colle figlie princi pesse Bona e Adelaide ed il figlio duca di Ancona. Intervenner o pure i rappre- sentanti del Governo, della Città, della Pr o- vincia, della Magistratu ra, dell'Eser cito ed una immensa fol la di popolo.

In questa prima fase dei lavo r i non si potè costruire che l'ossaturadella Cappel ladell 'Ad- dolorata, dell'abside, del pr esbiter io e della casa canonica, e poi si dovette sospender e perchè i decreti sul le pigioni ci impedirono di sgombr are e demolire gli sta bili occupanti la restant e area a costr uirsi.

Dichiarata l'opera di pubblica utilità ed ottenuto lo sgombero, si ripreser o i lavori nel 1922. Si demolirono le case N. 45 e 47 di via Po, si fecero leopere di finime nto delle costruzio ni giàeseguite e si costruì il grande corridoio d'accesso alla cappella.

Ma si dovette nuovamente sospendere, perchè nel frattempo era nata e si prolungava la nota vertenza col Municipio di Tor ino.

Avvenuto un primo accor do col R. Com- missario S. E. Donato Etna, nel 1926 si ripre- sero i lavor io

La domenica lo Agosto, S. Em. il Cardinale Gamba Arcivescovo, con una funzione che riempl di commozione la gran folla dei par- rocchiani intervenuta, chiuse la vecchia chiesa e trasportò il SS. Sacr ament o nella nuova cappella dell'Addolo rata in cui, per oltre

(31)

Aspetto de lla nuova Chiesa all'epoca dell 'a pertura al Culto (23 Dice mbre 1928)

(32)

due anni si compirono tutte le funzioni dell a parrocchia.

Subito s'iniziò la demolizione e lo scavo, che furono condotti tanto rapidamente dalla Dit t a Crivello, chedopo appena 5 mesi, cioè all'iniziodel 1927, si potèpor mano allacostru- zione della grande navata dellachiesa. Entro l'anno 1927 la costruzione er a termi natae si erano già iniziate le opere di finimento che durarono per tutto iI 1928.

Il 23 Dicembr e di detto anno si potè final- mente procedere all'apertura della nuova chiesa. Funzione memorabile, celebrata an- cora da S. E. il Card. Gamba, con intervent o di Principi e di Autorità.

Onor ar ono di Loro augusta presenza il sacro rito S. A. R. il Principe Umberto di Piemonte e le LL. AA. RR. il Ducadi Genova, il Duca e la Duchessa di Pistoia, il Duca di Bergamo, il Princ ipe Conrad.

Intervennero pure tutte le Autor ità ed una folla strepitosa che gremì le vie adiacenti e, per tutta la sera, si alternò ad ammirare l'imponente nuovo tempio.

Dopo un anno, il 26 Ottobre 1929, ancora S. E. il Card. Gamba compiè il rito della Con sacrazio ne.

Subito s'iniziarono lavor i all'interno. Nell o st esso anno 1929 si eresse l'Altaredi S.Ter esa del Bambino Gesù. Nel 1930 l'A ltare del S. Cuore di Gesù,' nel 1931 l'Altare della Consolat a, e nel 1932 gli Altar i di S. Rit a da Cascia e dei Defunt i. Tutti ricchissimi dei più bei marmi d'Italia. Quest'ultimo per la munificenza della compianta par r occhiana Adelin a Piccin i Badano:

E finalme nte nel Novembr e 1932, in seguito ad un ultim o accordo col Podest àConte Paol o Thaondi Revel oggi Senatore del Regno, che, al fine di affretta re la sistemazio ne della via e la continuazione dei porti ci, si dispose ad un nuovo contr ibuto, si iniziarono i lavor i della facciata.

28 -

Il disegno, già appr ovat o con lusinghiere espressioni dalla R. Sov ri ntendenzadei Monu- menti, è opera dell'ing. GiuseppeGallo, come tutta la Chiesa. Pel mate rial e, dopo maturi studi, si è scelto il tr avertino di Tivoli prov - visto e lavor ato dalla Ditta Fr atelli Rossi di Roma. Questa piet r a, la più romana e la più italiana di tutte le pietre d'Italia, ha il pregio di sfidare più di ogni alt ra le ingiurie del tempo, come lo dimostrano le ciclopiche costr uzion i di Rom a imperi ale e le maestose basiliche di Roma Papale. L'abbiamo adope- rata per tutta la fro nte prospicente la via Po ; ment re per la fronte sotto il·portico si è adoperat o il bott icino, fornito e lavorato dalla Ditta A. Gamba di Rezzat o.

Oltr e i valorosi art ist i dell o scalpello e del pennello , che sono segnat i in calce alla ripro- duzione delle loro oper e in alt re parti di questa pubblicazione, sono degne di essere segnalate molte alt re egregie per sone che eseguirono conaccuratezza e fine sensod'arte i lavori loro commessi.

Tra questi il Comm. Prof. Albino Bosco, a cui si deve l'esecuzione dei ci nque alt ar i mar- morei, tutti disegnati dall 'in g. Bart . Gallo, e di tutti gli altr i lavori in mar mo all'i nt er no della chiesa. I frate ll i Borgogno ed il sig. To- rello che esegui rono gli st ucchi, il Cav. Luigi Revelchio ne che'ebbe l'incar ico delle riqua- drature sia all' inter no che all'es te r no e di- most rò tutta la sua consumata perizia. Il Cav. Luigi'Bonomi che sistemò con abilità i mobili artist ici della sacrestia e del coro.

Una lode speciale va dat a all' impresa co- struttrice Comm. Michelangelo Cr ivello , che demo lì la chiesa e tutto il vasto gruppo dei vecchi sta bi li e costruì i nuovi , dal primo mattone alla posa dell'u ltimo bloccodi marmo, ed ora sta eseguendo l'elevazione del cam- panil e. Fatto degno di esser e segnalato: du- rante tanti._anni.d i lavoros pesso pericoloso.

non successe ness un sinist ro e nessu n male

(33)

Lo stat o dei lavor i nel Luglio 19.33

(34)

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Planimetr ia comparat iva della vecchia enuova Chiesa- Rapporto I: 300

30 -

(35)

all e per sone , se si eccettua qualche scalfittura.

Del segnalat o favo r e rendiamo graziea Dio ed alla Beat aVergin e Annunziat a, ma ricono- sciamo pure che la Ditta Cr ivello pose spe- cialissima cura nel costruire le impalcature onde escludere ogni pericolo. Per questo e per la coscienziosa esecuzione delle murature e dell e opere in cemento, questa Dit t a si è collocata fra le più raccomandabili per grandi opere del genere.

La spesa.

Il sacr o edificio è stato costruito ed ador- nato di marmi, dobbiamo dirlo? con criteri di larghezza. Voglio dire che pure curando nei contratti con l'impresa costruttrice e coi provveditori la limitazione dei guadagni ad una misura di onestà e di moder azione, si è usato sempre nella costruzione materiale di prim'ordine.

Le vaste demolizioni che si dovettero ese- guire, e, della manifattura tabacchi, e 'della vecchiachiesae di par ecchie case di abitazione, poser o a nostra disposizione una quant it à di materiale di qualità passabile, più che suffi- ciente al bisogno nostro, e tuttavia per quel senso di riverenza e di decoro con cui noi concepiamo l'erezione d'un edifizio sacro, l'abbi amo scart at o in tutte le convenzioni.

Recedant vetera nova sint omnia. Eccet t o le opere d'arte che non invecchiano come non invecchia lo spirito nel decadere del corpo.

Così nella scelta dei marmi sia per gli alti pilastri di or dine corinzio, che sostengono la trabeazione della Chiesa, come pei rivesti- menti delle cappelle, per gli altari, per le due facciate sulla via e sotto il portico e perfino pei pavimenti, non abbiamo mai subordinato la qualità alla spesa, ma adoprammo come unica norma la bell ezza, la fusione dei toni e la soli dità.

Co n questi criteri, applicati anche quando

i prezzi delle opere edilizie erano più che do ppi di quelli correnti, il costo dell'opera quale si trova al giorno dell'inaugurazione supera la cifra di L. 7.000.000.

Le offerte.

Ho detto il costo e non la spesa, perchè circa L. 500.000 sono ancora da pagare.

Tuttavia nessuno potrà negare che l'aver pagata una cos1 ingent e somma, non costituisca per un parroco un record. E soggiungo subito, perchè non si pensi che io ne voglia menar vanto, o che, comunque, ciò costituisca per me un merito, soggiungo che, se avessi pre- veduto un dispendio simi le, non avrei '

. .

avut o il coraggio d'incominciare.

Il merito è dunque tutto della Provvidenza di Dio e dei benefattori grandi e piccoli.

Quanti sono! Tre grossi volumi di nomi e di Cifre. Dalla piccola offerta di pochi cente- simi del povero, alle decine di lire,alle centi- naia, alle migliaia, secondo le possibilità ed il buon volere degli oblatori, e più su, alle offerte grandi o piccole che sono state frutto di sacrifìzi quasi eroici.

Dalla donna di servizio che dàmensilmente parte del suo salario alla lavoratrice dell'ago che porta i risparmi accumulati in molti anni soldo a soldo. Dalla madre di famiglia che offre tutto iI suo oro perchè i figi i sono tor- nati dal fronte, alla ricca patrizia che, essendo vissuta solo di fede e di opere buone, si spogliò infine delle avite sostanze per vestire di bellezza e di decoro la casa di Gesù.

Ecosì, più che di calce, di mattoni, dimarmi, sia pure animati da un geniale disegno, la chiesa sorge e si eleva, come il mito antico, al canto sinfonico di anime vibranti di fede e di amore. E la costruzione che è fatta di ele- menti materiali ne ritrae il suo valore morale e spirituale infinitamente superiore al suo costo pecuniario.

(36)

E non è a dubitare che, come so no venute le somme già pagate, ver ranno quelle occor- renti a saldare tutte le passività, e poi quelle ingentiche occor rera nno per eseguire degna- mente tutte le oper e che anco ra mancano al compimento internodelsacro edifiz io, perchè la generosità e lo spirito di distacco di queste anime fer venti di amor di Dio sono inesau- ribili.

Quali opere mancano all' interno.

Mancano cinq uealta ri coi rivestim entirnar- moreidellerelativecappelle.Mancaun organo

più adatto all'ampiezzadell'ambient e e rispon- dente alle esigenze lit urgiche. Data la bel- lezza del nostro Alt are maggiore, occorre completarlo dei marmi mancant i ai lat i e verso il coro. Così pure il pavimento sia della grande navata che delle cappelle, che fu fatto con crit eri di provvisorietà, dovrà essere sostitu ito con altro marmo reo. Ed infin e occorrerà dare a tutto l'interno una sistemazione decorativa sia pure.semplice, ma che non siaquel bianco crudo che è uscito dalla cazzuola dei riquadrato r i.

[Campo spazioso per chi vuoi farsi del bene.

Sant 'Anna di Paolo Gaidano

32 -

(37)

LA NUOVA FACCIATA

,

E

cost

itu ita

da due ordi

ni

sovrapposti;

que

llo

inferiore formante atrio apert o al pubblico e continuazione del portic ato di via Po: ed ilsuperio re formante loggia.

Essa copre una superficie di metri 21 per 7, ossia circa 145 met ri quad rati.

Il portico che ne forma la parte inferio re è lungo oltre metri 21 (senza tenercalcolo del nuovo cavalcavia so

pra

via Sant'

O

tt avio)

largo metri

5,50 ed alto metri Il: il suo

Il Profeta Isaia

asse coincide con

qu

ello dei portici di via Po, dei quali costituisce il naturale comple- tamento.

Consta dicinque campate divaria larghezza ; prospetta verso via Po con alt rettante luci rettangolari, suddivise da pil astriechiuse co n archit ravi. La luce centrale forma portal e, le due estreme sono invece trattate a piccole passate con fi

nestre.

I sei pilastri, di varia sezione, reggono un'a ltatrabeazionecon forte

Il Profeta Geremia

(38)

Il Profeta Ezechiele

pied rit to , formante piedestallo

per l'ordine

supe riore, quello de

lla l

oggia.

Questo seco ndo

o

rdi ne

si inizia

con il

detto piedestal lo coro nato da

una balaustrata

corre

nte

su tutt e e cinque le

campate: si

svolge poi

nella loggia, la quale per

ò

si eleva

so

lta nt o

sulle tre campate di cent ro ; le tre .

luci d i

esso , di altezze maggio ri al me~zo

e minori ai lati, t

erminano con archi a tutto sesto, reggenti a

loro volta la trabeazione

.

te

rminale, con sovrastante

fastigio.

Le due

campat e esterne terminano

con due terrazzi scopert i. La loggia sup

eriore,

essendo limitata all e

campat e cent rali, dà

luogo ad

34 -

Il Profeta Daniele

alt ri due prospetti

lateral

i, ve rso'

le terrazze, trattati essi pure con pilastri ed arch

i.

La loggia costituisce ambiente aperto, es- sendo completamentesèparata dal vano in-

'

t

erno

della Chiesa;

è

praticabile e costituisce

perciò un grandioso balcone prospettante la via Po, attraverso le sue tre grandi arcate

.

libere. L'interno della loggia

è

coperto con volte a botte, con cassettonati in stucco.

Anche iI sottostante portico

è

coperto con volte, a vela queste ultime, con riquadri e medaglioni

i~

stucco.

L'altezza complessiva della facciata

è

di

metri 29, la larghe

zza

di metri 21 per la parte

(39)

wVIAltarMaggioreinmarmo.SplendidaoperadiBernardoAntonioVittone(1743).giànellavecchiaChiesa

(40)

Porte in marmo, su disegno di Bernardo Vittone (1746), con medaglioni raffigurant ila Nativitàdi Maria e la fuga in Egitto (ora collocati nella Cappella del sotterraneo)

..

36 -

(41)

inferiore e di metri 14 per la superiore. Tutta la facciata, dal marciapiede alla som- mità del fastigio, è costruita in blocchi di

Le parastre terminano con due grandi vasi e con quattro statue, in travertino, dei quat- tro profet i maggiori: Isaia,Geremia, Ezechiele

Medaglione ovale con bassorilievo rappresentant e la Sacra Famiglia

Opero diSimone Mortinez117641

travert ino delle cave romane di Tivoli, di forte spessor e ; i pilast r i e gli architravi sono a piena sezione, raggiungendo cos1 l'elevata cubatura com plessivadi oltre 300 metri cubi di travert ino lavorato.

e Daniele, alte due metri e mezzo, dovut e allo scultore Buzzi-Resch ini. Completa l'or- namentazione una grande cartella posata sopra il portale maggiore, affiancata da due angeli scolpiti in marmo bianco dallo scultore

(42)

S. Matteo

38 -

S. Marco

(43)

S. Luca S. Giovanni

(44)

Vignali; quest i angeli sonoalti"circa tre metri ognuno.

Anche l'int ern o del portico, cost ituente il grandioso atrio per cui si accede alla Chiesa, è suntuosamente ornat o con rivestimenti marmo rei di tono chiaro, i n Botticino e Maz- zano di Rezzato e zoccoIi in Porfìdo; nelle quattro nicchi e della paret e sono le belle statue dei Sant i Pietro, Paol o, Giuseppe e Gio acchino, del Simonetta, già esiste nti nel- l'atrio della vecchia Chiesa.

Medaglia po rt ant e la scena dell'Annunciazi o ne

Opera diSimon e Mar line z117641

Il portone è in bronzo e porta otto grandi pannell i in onore della Verg ine, rappresen- tanti scene della vit a della Madonna: Inco- minc iando dalla sinistra in alto e seguendo il gi ro dei quadri, tro~iamo: I)"L'Annuncia- zione della Vergine - 2) Lo Sposalizio -3) La Visita - 4) La Nat ività - S) La fuga in Egitto - 6) Le nozze di Cana - 7) La Deposizione - 8) L'Assunzione della Vergine.

Questa porta è opera dello scultor e Buzzi Reschin i ; fusero i Fr at ell i Chiampo.

Complet a l'atrio un pavimento marmoreo a grandi e semplici riquadri in Botticino.

40 -

Altar Maggiore.

L'Altar Maggiore è quello della vecchia Chiesaed è opera pregevolissima (1743), do- vuta all'arch itetto torinese Bern ardo Vittone (170S?- 1770).

L'Al t ar e «alla Romana'», dì" eccelle nte di- segno e di grandi dimensio ni, si svolge su pianta curva variamen t e modellat a, con sa- gome potent i ed armoniose, caratterist iche degli alt ar i Vittoniani. Ha tre scalini per i candelieri, il pr imo costit uito da una fascia po lic roma gialla e rossa e gli.altri due da splendidi monoliti di Bardiglio"di Vald ieri .

In tutto l'altare, del resto, trionfa l'accor do prediletto del Vitton e, del Bardiglio di Val- dieri col giallo di Verona; e le specchiature, le fascie, ecc., sono formate in Diasp ri di Sici lia, Verde di Susa, Rosso di Fr ancia, ecc.

Tutta la composizione è poi resa piena di grazia e di movimento da teste di puttini, volute e cartelle scolpiti in marmo bianco;

anche il tabernacolo è grandioso e squisita - ment edisegnato e recaunaportel la inargent o sbalzato, raffigurante l'Annunciazio ne (opera di Giovann i Magnani).

Il retro dell'altare dalla parte del coro è pure in marmi po licr o mi e svolge una se- conda mensa, con portic ina del tabern acolo sorm ont atàda un bel medaglione ovale con bassorilievo in marmo bianco, rappresentante la Sacra Famigl ia; altra medaglia in marmo bianco, di delicatissima fattura, orna il pa- liotto e porta la scena dell' Annu nciazione (o pere di Simon e Mart i nez).

Nella vecchia Chiesa questo altar maggiore era fìancheggiatoda due leggiadr i portali pur e in marmo ,dovuti allo stesso Vittone, sormon- tati da bellissimi bassorilievi tondi in marmo bianco raffiguranti la fuga in Egitto e la nat i- vità della Ver gine ; e da due splendidi putti, anch'essi in marmo bianco, posti sopra i cap- pelli dei medaglioni. Completavano i portali

(45)
(46)

Battente a sinistra Port a in bronzo Battente a destra

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Dettaglio del Pre sbit e ro e Co ro, con la nuo va Balaust ra e Co re tt i

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Gruppo in legno -scolpito e dip into, su cartoni del Beaumont, eseguito da Stefano Mar ia Cle me nt e , rappresentante la Pietà (1749-1750)

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Veduta della Cappella dell'Addolorata, dal Presbitero

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Stalli del Coro, in legno intagliato (Casella e Vagliengo - 1708).

due porte in legno scolpito, dipinto e dorato, di elegante disegno.

Ricollocando l'altare nella nuova Chiesa, si dovette rinunciare alle due porte laterali per ragioni pratiche e l'altare venne lasciato com- pletamente isolato dai pilastri; ma i due bei portali, restaurati con cura, venner o collocat i nella cappella del sottochiesa, lateralmente all'altare.

I due putti, invece, ornano at t ualment e il coronamento di uno dei nuovi alt ar i delle cappelle e precisamente quello del Sacro Cuore di Gesù.

Sul più alto gradino dell 'alt ar maggiore, si ammirano quattro statuette degli Evangelist i, in legno dipinto in bianco, alte circa un.met r o,

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.di bellissima fattura, opere dovute a Stefano

Maria Clemente (1750). .

La balaustra.

L'antica balaustra dell'altar maggiore, bella ma senza pregi particolari e lontana come disegno ed eleganza dall'altar e, è costruita nel Calcare di Gassino, con alt re part i in Alabastro di Busca e Giallo. Oggi si trova anch' essa nella Cappell a del sotterraneo ; venne sostit uit a nel Presbitero dell a Chiesa con alt r a balaust r a nuova,disegnatainar mo nia con l'altar maggiore Vitton iano, impi egando le stesse tonalità di marmi, con prevalenza di Bardigl io di Valdieri. Gli scalini della balaustra sono in Macchiavecchia Svizzera.

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Pulpito in legno intagliato (opera di Antonio Bollea - 1725)

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Il Pulpito.

È

quello della vecchia Chiesa, senza alcuna modifica, ed è un magnifico lavoro di scultura in legno settecent esca. Scolpito nell'anno 1725 da Michel Anton io Bollea, detto «LaVolée» per incarico della Co nf r at er nit a,è forse meno ornato ed ampol loso di altri esemplari della stessa epoca; ma mo lti ne supera per eleganza ed armo nia di linee e di par t icol ar i.

Sono specialmente notevoli i partit i deco- rativi con cui sono svolte le mensol e che reggono la tazza; e soprattutto quelle che sopportano il cielo del pulpito, raccordandolo ar dita ment e alla parte infer iore, in modo

molto originale. La tazza ed il cielo sono alquanto centinati, con bell'effetto di legge- rezza; il pannell o centrale del latazzapresenta un delicato bassorilievo raffigurante l'Annun- ciazione della Vergine. dovuto allo stesso Bollea. Belle testi ne di putti or nano le 'men- sole e la tazza e dànno all'i nsieme un tono di rara sobri et à ed eleganza.

È int eressante il ricordare oggi quanto sia costata questabel lissima opera. Risult ainfatt i dai vecchi regist ri Par rocchiali che tutto il lavoro del pulp ito costò in quei tempi appena un migliaio di lire; mentre oggi non baste- rebbero tre ntami la.

Core tti del Presbitero.

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La grande navata della nuova Chiesa

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Cappella di Santa Teresa del Bambino Gesù

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