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5 stelle e scuola: squadrismo e ignoranza anti cattolica

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paritarie soffocate

5 stelle e scuola: squadrismo e ignoranza anti cattolica

EDITORIALI 17-06-2020

Andrea Zambrano

Nel corso dell’intervista con la Bussola, l’ex ministro dell’Istruzione Luigi Berlinguer ha imputato all’ideologia di una Sinistra estremista, che sta facendo «danni come la grandine», la responsabilità della crisi persistente delle scuole paritarie. Ha fatto come

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esempio quello di Corrado Augias, incapace di riconoscere che le paritarie sono

anch’esse scuola pubblica. Ma neanche a farlo apposta, la cronaca nelle stesse ora stava regalando lo spaccato più desolante di una classe politica che sul futuro delle paritarie e dunque sul futuro di centinaia di migliaia di studenti, non solo si dimostra ideologica, ma esibisce anche una impunita irresponsabilità e ignoranza facendo così danni come la grandine.

Protagonisti un deputato e una senatrice dei Cinque Stelle che hanno scaricato sulle paritarie tutta la violenza di cui sono capaci con toni da squadrismo rosso. Bianca Laura Granato, nel commentare il post di suor Anna Monia Alfieri che riprendeva l'intervista  della Bussola a Berlinguer si è scagliata con veemenza contro le paritarie definendole

«scuole dove avvengono mercimoni di titoli di studio» e attaccando persino i privatisti e  - di conseguenza le scuole parentali - «ai quali vengono concessi diplomi facili attraverso le paritarie». Falsità e calunnie degne di un'eletta inadeguata e con gli occhi foderati di ideologia. Solo chi ha avuto figli nella parentale sa quanto scrupolo e spesso quanto puntiglio viene messo nell'esaminare gli studenti provenienti da un sistema scolastico, quello dell'home schooling, che è visto spesso dalle stesse paritarie come un mondo di marziani. 

La Granato ha proseguito nelle calunnie dicendo che alle paritarie interessa

«risparmiare sugli stipendi», dimenticando che la differenza di stipendio tra i docenti delle private paritarie e quelli della statale è causata dall'enorme discriminazione che subiscono le scuole private non potendo contare sul sostegno statale, nonostante i genitori paghino comunque due volte le tasse, la prima volta per il sistema pubblico della scuola e la seconda volta con le rette. 

Ma come se non bastasse, la parlamentare pentastellata ha anche accusato suor Anna Monia Alfieri di «voto di scambio che non si addice agli uomini e alle donne di chiesa».

Parole che hanno provocato la sdegnata reazione dell'Anaps che ha espresso

«solidarietà nei confronti di suor Anna Monia, perché è inaccettabile che una senatrice che ricopre un ruolo istituzionale si esprima con toni deprecabili e offensivi nei confronti di chi si sta battendo con lealtà per gli ideali in cui crede a nome dei più deboli». 

Che strano: quando ad essere offesa è una donna non di sinistra, per giunta consacrata e religiosa, offesa da un'altra donna, a sua difesa le anime belle del politically correct non scendono in campo. Nessuna Laura Boldrini, nessuna candela accesa, nessun indignato per la suora che si batte per la libertà scolastica dei poveri e non dei ricchi. 

L'offensiva a Cinque Stelle, stigmatizzata solo da Giorgia Meloni che ha accusato i

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Cinque Stelle di essere «accecati dall'ideologia» perché «mettere in ginocchio le

paritartie significa mettere in ginocchio tutta la scuola» è proseguita con il capogruppo dei Cinque Stelle in commissione cultura Gianluca Vacca (in foto).

“Scegliere di finanziare con fondi aggiuntivi le scuole paritarie significa sottrarre soldi alla scuola pubblica”, ha detto. Vacca forse non sa, anzi, forse finge di non sapere, che anche le paritarie sono a tutti gli effetti scuola pubblica? E che sono state riconosciute tali da una legge, la 62/2000 scritta proprio da Berlinguer che sulle nostre colonne rimproverava all’estremismo di Sinistra il precario destino delle scuole cattoliche.

Bisogna riconoscere che la stessa attuale ministro pentastellato Azzolina, che siede proprio sulla poltrona di Berlinguer, fino a un paio d’anni fa non conosceva la differenza tra scuola pubblica e scuola statale. O forse anche lei faceva finta di non conoscerla, e usava "pubblica" come sinonimo di statale. Qui sta il grande inganno. Deve essere un marchio di fabbrica quello dell’impreparazione sull’abc delle politiche

scolastiche da parte dei grillini.

Le parole di Vacca non sono state stigmatizzate da nessuno degli alleati di governo della traballante maggioranza rossogialla. 

Eppure, qualcuno dovrebbe chiedergli di spiegare dove andranno i 300mila studenti che si riverseranno nella statale se il 30% delle paritarie, come paventato, dovessero non riaprire a settembre. E dovrebbe spiegarlo anzitutto ai suoi elettori visto che per coprire i nuovi ingressi, serviranno 2,4 miliardi di euro. Qualcuno ha mai risposto a questa domanda da conti della serva?

No, perché, l’estremismo non deve dare spiegazioni.

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