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DOCUMENTO UNICO di PROGRAMMAZIONE (D.U.P.)

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Academic year: 2022

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COMUNE di Castel Madama

DOCUMENTO UNICO di PROGRAMMAZIONE

(D.U.P.)

PERIODO: 2016 - 2017 - 2018

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INDICE GENERALE

Premessa Pag. 4

1 Sezione strategica Pag. 5

2 Analisi di contesto Pag. 7

2.1.1 Popolazione Pag. 17

2.1.2 Condizione socio economica delle famiglie Pag. 19

2.1.3 Economia insediata Pag. 20

2.1.4 Territorio Pag. 30

2.1.5 Struttura organizzativa Pag. 31

2.1.6 Struttura operativa Pag. 34

2.2 Organismi gestionali Pag. 35

3 Accordi di programma Pag. 37

4 Altri strumenti di programmazione negoziata Pag. 38

5 Funzioni su delega Pag. 39

6.1 Gli investimenti e la realizzazione delle opere pubbliche Pag. 40

6.2 Elenco opere pubbliche Pag. 42

6.3 Fonti di finanziamento Pag. 43

6.4 Analisi delle risorse Pag. 44

6.4.8 Proventi dell`ente Pag. 66

6.5 Equilibri della situazione corrente e generali del bilancio Pag. 67

6.6 Quadro rissuntivo Pag. 70

7 Coerenza con il patto di stabilità Pag. 71

8 Linee programmatiche di mandato Pag. 74

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10 Sezione operativa Pag. 102

Stampa dettagli per missione/programma Pag. 104

11 Sezione operativa parte n.2 - Investimenti Pag. 135

12 Spese per le risorse umane Pag. 137

Valutazioni finali Pag. 140

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PREMESSA

Il principio contabile applicato n. 12 concernente la programmazione di bilancio, statuisce che la programmazione è il processo di analisi e valutazione che, comparando e ordinando coerentemente tra loro le politiche e i piani per il governo del territorio, consente di organizzare, in una dimensione temporale predefinita, le attività e le risorse necessarie per la realizzazione di fini sociali e la promozione dello sviluppo economico e civile delle comunità di riferimento.

Il processo di programmazione, si svolge nel rispetto delle compatibilità economico-finanziarie e tenendo conto della possibile evoluzione della gestione dell’ente, richiede il coinvolgimento dei portatori di interesse nelle forme e secondo le modalità definite da ogni Ente, si conclude con la formalizzazione delle decisioni politiche e gestionali che danno contenuto a programmi e piani futuri riferibili alle missioni dell’ente.

Attraverso l’attività di programmazione, le amministrazioni concorrono al perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica definiti in ambito nazionale, in coerenza con i principi fondamentali di coordinamento della finanza pubblica emanati in attuazione degli articoli 117, terzo comma, e 119, secondo comma, della Costituzione e ne condividono le conseguenti responsabilità.

Il Documento unico di programmazione degli enti locali (DUP)

Il DUP è lo strumento che permette l’attività di guida strategica ed operativa degli enti locali e consente di fronteggiare in modo permanente, sistemico e unitario le discontinuità ambientali e organizzative.

Il DUP costituisce, nel rispetto del principio del coordinamento e coerenza dei documenti di bilancio, il presupposto necessario di tutti gli altri documenti di programmazione.

Il DUP si compone di due sezioni: la Sezione Strategica (SeS) e la Sezione Operativa (SeO). La prima ha un orizzonte temporale di riferimento pari a quello del mandato amministrativo, la seconda pari a quello del bilancio di previsione.

Entro il 31 luglio di ciascun anno la Giunta presenta al Consiglio il Documento Unico di Programmazione (DUP), che sostituisce, per

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SEZIONE STRATEGICA

1. LA SEZIONE STRATEGICA

La sezione strategica sviluppa e concretizza le linee programmatiche di mandato di cui all’art. 46 comma 3 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 e individua, in coerenza con il quadro normativo di riferimento e con gli obiettivi generali di finanza pubblica, le principali scelte che caratterizzano il programma dell’amministrazione da realizzare nel corso del mandato amministrativo.

Nella sezione strategica vengono riportate le politiche di mandato che l’ente intende sviluppare nel corso del triennio, declinate in programmi, che costituiscono la base della successiva attività di programmazione di medio/breve termine che confluisce nel Piano triennale ed annuale della performance.

Il Comune di Castel Madama, per la prima volta, approva le linee di intervento rilevanti che costituiscono gli interventi strategici entro cui debba avviarsi il ciclo di gestione della Performance. Attraverso tale atto di Pianificazione, sono state definite nr. 9 aree di intervento strategico che rappresentano le politiche essenziali da cui sono derivati i programmi, progetti e singoli interventi da realizzare nel corso del mandato.

Tali Linee Programmatiche, che attengono a vari ambiti di intervento dell’Ente, sono state così denominate:

- AVVICINARE LA POLITICA AI CITTADINI 1.

- ASSICURARE EQUITA FISCALE 2.

- IL COMUNE DA TUTELARE 3.

- TUTELA DELL'AMBIENTE ED ENERGIA VERDE 4.

- SERVIZI PUBBLICI DI ECCELLENZA 5.

- FAVORIRE E SUPPORTARE L'INCLUSIONE SOCIALE 6.

- DEBUROCRATIZZARE LA MACCHINA AMMINISTRATIVA 7.

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Nella valutazione del presente documento occorre considerare che l'attuale Consigliatura si avvia verso la sua conclusione. Esso, tuttavia, costituisce documento essenziale nell'ambitpo del processo di apertura dell'ente ai proprio stakeholders e costituisce documento fondamentale per supportare il processo di programmazione operativa.

Il monitoraggio relativo allo stato di attuazione della programmazione infatti, oltre che essere previsto dalla normativa, art. 42 comma 3 Tuel, costituisce attività strumentale alla sana gestione degli Enti pubblici, e soprattutto un “dovere” nei confronti dei cittadini che hanno il diritto di conoscere le azioni poste in essere dagli amministratori comunali ed i risultati raggiunti, posti in correlazione con gli obbiettivi programmati ampiamente pubblicizzati.

I contenuti programmatici della Sezione Strategica

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DOCUMENTO UNICO DI PROGRAMMAZIONE 2016 - 2017 - 2018

ANALISI DI

CONTESTO

Comune di Castel Madama

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2. ANALISI DI CONTESTO

L’individuazione degli obiettivi strategici consegue ad un processo conoscitivo di analisi strategica, delle condizioni esterne all’ente e di quelle interne, sia in termini attuali che prospettici e alla definizione di indirizzi generali di natura strategica.

In particolare, con riferimento alle condizioni interne, l’analisi richiede, almeno, l’approfondimento dei seguenti profili:

1. Caratteristiche della popolazione, del territorio e della struttura organizzativa dell’ente;

2. Organizzazione e modalità di gestione dei servizi pubblici locali;

3. Indirizzi generali di natura strategica relativi alle risorse e agli impieghi e sostenibilità economico finanziaria attuale e prospettica.

4. Coerenza e compatibilità presente e futura con le disposizioni del patto di stabilità interno e con i vincoli di finanza pubblica.

Ogni anno gli obiettivi strategici, contenuti nella Sezione Strategica, sono verificati nello stato di attuazione e possono essere, a seguito di variazioni rispetto a quanto previsto nell’anno precedente e dandone adeguata motivazione, opportunamente riformulati.

In considerazione delle linee programmatiche di mandato e degli indirizzi strategici, al termine del mandato, l’amministrazione rende conto del proprio operato attraverso la relazione di fine mandato di cui all’art. 4 del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 149, quale dichiarazione certificata delle iniziative intraprese.

L’analisi delle condizioni esterne verte fondamentalmente sull’analisi di aspetti fondamentali della programmazione degli enti sovra ordinati (Stato e Regione) che possono avere un impatto significativo sulla programmazione strategica, operativa e finanziaria degli enti locali. Purtroppo, occorre rilevare una incongruenza di date nell’avvio della programmazione strategica ed operativa degli enti locali. Il DUP 2016-2018 che deve costituire la base per la programmazione finanziaria da chiudersi con la predisposizione del bilancio di previsione 2016-2018 entro il 31 dicembre 2015, da approvare entro il 31 ottobre ai sensi del decreto del ministero dell’Interno del 3 luglio 2015, dovrebbe tener conto degli orientamenti in tema di pianificazione strategica e finanziaria dello Stato e della Regione che, tuttavia, saranno resi definitivi entro il mese di dicembre con l’approvazione della nota di aggiornamento del DEF nazionale e l’approvazione del DPFR della Regione Lazio. In assenza di specifiche indicazioni ufficiali ed in attesa delle relative note di aggiornamento, si farà riferimento a quanto riportato nel DEF nazionale di aprile 2015 (nonostante sia stata appena deliberata la nota di aggiornamento del DEF 2016-2018, il ciclo di programmazione finanziaria dello Stato può dirsi soltanto avviato giacché, al momento in cui si scrive il Fiscal Framework deliberato dal Governo è al vaglio della Commissione Europea) e nel DPFR approvato a dicembre 2014. Appare evidente che, per

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Lo scenario macroeconomico internazionale mostra anche nel 2014 la stagnazione del PIL italiano, mentre le previsioni per il 2015 risultano finalmente positive (+0,8%), ma comunque inferiori alla media UE (+1,8%), agli USA (+3,1%) e lontani dal sud-est asiatico (Cina in testa con

+7,1%). La perdurante incertezza che ha caratterizzato le economie europee, ha modificato i comportamenti di imprese e famiglie, riducendone la propensione all’investimento e al consumo; ha inaridito le fonti di reddito e la possibilità di accedere al credito, riducendo la capacità di spesa. La

debole domanda dell’Eurozona ha limitato inoltre l’usuale contributo delle esportazioni alla ripresa. Le manovre di politica monetaria sin qui attuate non sono state sufficienti da sole a rilanciare la crescita in Europa, pur fornendo un cruciale contributo alla stabilità finanziaria. I benefici delle

riforme strutturali si stanno concretizzando con maggiore ritardo e minore intensità anche in ragione della persistente carenza di domanda aggregata. In assenza di interventi significativi i Paesi Europei rischiano di avvitarsi in una spirale di stagnazione e deflazione, nella quale una disoccupazione

elevata e una crescita nominale piatta rendono più difficile il recupero di competitività e la sostenibilità del debito.

Il Governo italiano attraverso la Legge di Stabilità 2015-2017 ha posto in essere una serie di misure per resistere alla crisi e aumentare la crescita e l’occupazione. In particolare sono stati previsti tagli alla spesa e un incremento dell’indebitamento netto per: finanziare la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro; innalzare l’offerta e la qualità del sistema di formazione attraverso interventi nei settori dell’istruzione e le attività di Ricerca e Sviluppo;

sostenere gli investimenti attraverso un sostanziale superamento del Patto di Stabilità Interno per le regioni e gli enti locali; ridurre il

prelievo sulle imprese, anche attraverso ulteriori revisioni dell’IRAP; aumentare gli stanziamenti per gli ammortizzatori sociali estendendo la protezione garantita in caso di perdita di lavoro, con una particolare attenzione ai giovani; rifinanziare il bonus IRPEF a favore dei redditi da lavoro

medio bassi per il 2015 . La politica di bilancio presentata nel Documento di Economia e Finanza per il 2015 è volta a i) sostenere la ripresa economica, in primo luogo evitando qualsiasi aumento del prelievo fiscale, ma anche rilanciando gli investimenti – compresi quelli nell’edilizia scolastica; ii) collocare su un sentiero di riduzione il rapporto tra il debito pubblico e il PIL, così rafforzando la fiducia dei mercati; iii) irrobustire la fase di ripresa dell’economia, che porterà con se un deciso recupero dell’occupazione nel prossimo triennio.

Il quadro macroeconomico prefigurato nel DEF è in linea con quello prevalente tra i principali previsori nazionali e internazionali. Lo scenario programmatico segna il ritorno della crescita dopo un prolungato periodo di recessione.

Vengono confermati gli obiettivi di indebitamento netto indicati lo scorso autunno per il triennio 2015-2017 – rispettivamente pari a 2,6, 1,8 e 0,8 per cento del PIL. Si riduce la pressione fiscale, al netto della classificazione contabile del bonus IRPEF 80 euro.

Viene scongiurata l’attivazione delle clausole di salvaguardia per il 2016 – volte a garantire il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica – che avrebbero prodotto aumenti del prelievo pari all’1,0 per cento del PIL. Questo obiettivo viene raggiunto i) in parte grazie al miglioramento del quadro macroeconomico – che si riflette in un aumento del gettito – e alla flessione della spesa per interessi rispetto alle previsioni dello scorso autunno, con un effetto complessivo valutabile in 0,4 punti percentuali del PIL; ii) in parte per effetto delle misure di revisione della spesa che verranno definite nei prossimi mesi, per un importo pari allo 0,6 per cento del PIL.

Al fine di facilitare il processo di ripresa economica, nel 2016 ci si intende avvalere della flessibilità delle finanze pubbliche connessa all’utilizzo della clausola europea sulle riforme; ne conseguirebbe un percorso di miglioramento del saldo strutturale più graduale, che contempla il raggiungimento del

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Con l’obiettivo di coniugare la spinta per la competitività con il risanamento della finanza pubblica, alla prosecuzione dell’incisivo processo di revisione della spesa si accompagna un programma per la valorizzazione e la dismissione del patrimonio pubblico.

Riforme strutturali

Al fine di attivare in un’unica coordinata strategia interazioni positive con la politica di bilancio, il Governo sta realizzando un ampio programma di riforme strutturali, che si articola lungo tre direttrici fondamentali: i) l’innalzamento della produttività del sistema mediante la valorizzazione del capitale umano (Jobs Act, Buona Scuola, Programma Nazionale della Ricerca); ii) la diminuzione dei costi indiretti per le imprese connessi agli adempimenti burocratici e all’attività della Pubblica Amministrazione, mediante la semplificazione e la maggiore trasparenza delle burocrazie (riforma della Pubblica Amministrazione, interventi anti-corruzione, riforma fiscale); iii) la riduzione dei margini di incertezza dell'assetto giuridico per alcuni settori, sia dal punto di vista della disciplina generale, sia dal punto di vista degli strumenti che ne assicurano l'efficacia (nuova disciplina del licenziamento, riforma della giustizia civile). Gli effetti del programma risultano potenziati dagli interventi istituzionali volti a riformare la legge elettorale, differenziare le funzioni di Camera e Senato, accelerare il processo decisionale di approvazione delle leggi.

La riforma organica del settore PA intende rimuovere alcune disfunzioni delle burocrazie, puntando ad esempio su una migliore gestione delle risorse umane e un più efficace utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

Il Governo stima che le riforme, una volta attuate, eserciteranno un impatto significativo sulla crescita di lungo termine, sull’occupazione e sulla sostenibilità delle finanze pubbliche; le riforme rappresentano inoltre un fattore cruciale di impulso per gli investimenti. Rafforzandosi reciprocamente, riforme strutturali e investimenti accrescono stabilmente il potenziale, migliorando le aspettative di imprese e famiglie sulle prospettive dell’economia.

Investimenti

Affinché la ripresa si consolidi e la produttività acceleri nel medio periodo è indispensabile che gli investimenti riprendano a crescere stabilmente.

L’ampio deficit di investimenti in Europa non è solo il frutto di fattori strutturali, ma anche delle incertezze sulle prospettive di crescita e della bassa domanda aggregata. La carenza di investimenti appare particolarmente acuta in diversi settori fondamentali per la competitività (ricerca, infrastrutture) e in alcuni paesi, tra cui l’Italia; essa si associa inoltre a una frammentazione dei mercati finanziari, contraria alla stessa concezione di un mercato unico.

Il Piano di investimenti per l’Europa ricomprende sia politiche strutturali volte a migliorare il business climate nei nostri paesi, sia la previsione di un forte impulso macroeconomico, che aiuterà a superare l’incertezza sulle prospettive di crescita. Il Fondo potrà garantire e finanziare progetti nei settori delle infrastrutture, energia, istruzione, ricerca, tutela delle risorse naturali, innovazione e PMI, sia con strumenti di debito sia con investimenti di capitale. Nel corso del 2014 il Governo è intervenuto per migliorare l’ambiente economico per gli investimenti privati, inclusi quelli esteri. Le aziende possono oggi contare su una serie di incentivi fiscali per investire in beni strumentali, finanziare la ricerca e sviluppare marchi e brevetti.

Dall’analisi dei dati di finanza pubblica emerge un altro elemento cruciale: nel 2015 si è finalmente interrotta la caduta degli investimenti pubblici, nei prossimi anni si prevede un graduale incremento della spesa in conto capitale. In una prospettiva di medio-lungo termine le azioni dell’esecutivo saranno dirette a i) rafforzare la governance degli investimenti pubblici; ii) aumentare la capacità progettuale nella predisposizione delle opere pubbliche; iii)

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In linea di continuità con quanto già attuato, la strategia di bilancio creerà spazi per ridurre in modo permanente la pressione fiscale per le famiglie con redditi da lavoro medio-bassi e per le imprese, con il duplice obiettivo di supportare la domanda aggregata e la competitività del Paese. Ulteriori interventi di riduzione della spesa pubblica assicureranno il parziale finanziamento delle misure descritte e il miglioramento qualitativo della spesa.

Le griglie allegate al Programma Nazionale di Riforma sono pubblicate già suddivise, quest’anno per la prima volta, in dieci aree di policy. Esse contengono sia gli aggiornamenti di misure varate negli anni precedenti, sia nuove misure d’intervento emerse nel corso dell’esame dei provvedimenti entrati in vigore da aprile 2014 a marzo 2015.

Nelle griglie, le misure sono analiticamente descritte, in termini normativi e finanziari31. Gli effetti finanziari nelle griglie sono valutati in termini di maggiori/minori entrate e maggiori/minori spese sia per il bilancio dello Stato, sia per le Amministrazioni pubbliche e quantificati con riferimento ai relativi saldi.

A favore della ripresa economica sono state stanziate ulteriori risorse per il completamento del pagamento dei debiti pregressi della PA. Per consentire l’effettivo utilizzo delle risorse erogate, i pagamenti relativi a debiti di natura capitale di comuni, province e regioni sono stati esclusi dal Patto di Stabilità Interno (PSI) per gli anni 2014 e 2015 nei limiti degli spazi finanziari concessi. Ulteriori misure consentono l’esecuzione di opere già cantierate, l’avvio di nuove opere pubbliche strategiche o urgenti e prevedono agevolazioni fiscali ai fini dell’Imposta Personale sui Redditi delle Persone Fisiche (IRPEF) per l’acquisto di unità immobiliari da destinare a locazione3.

Per il rilancio degli investimenti pubblici a livello locale, è stata, inoltre, disposta per il 2014 l’esclusione dal PSI delle spese sostenute dai comuni per opere già programmate e in corso di realizzazione o per le quali sia possibile l'immediato avvio dei lavori, nonché la semplificazione delle procedure di gara per l’esecuzione di opere di edilizia scolastica. Per gli anni 2014 e 2015 è stato previsto che gli Enti locali possano contrarre nuovi mutui e ricorrere ad operazioni di indebitamento anche in deroga alla normativa vigente4. Tale facoltà, a garanzia degli equilibri di finanza pubblica, è stata concessa nel limite dell’importo del debito rimborsato nell’esercizio precedente e nel rispetto dei limiti del PSI.

In materia di misure di contrasto all’evasione fiscale, negli ultimi anni l’azione del Governo è stata sempre più finalizzata al perseguimento di obiettivi di equità ed efficienza. L’evasione, infatti, comporta effetti economici molto rilevanti sotto diversi e importanti profili: determina effetti distorsivi sull’allocazione delle risorse ed interferisce con il normale funzionamento della concorrenza nel mercato; genera un’alterazione dell’equità e della progressività del sistema tributario; infine, è sinergica alla corruzione e alla criminalità economico-organizzata. Per stabilire un legame diretto tra i risultati della lotta all’evasione e all’elusione e la riduzione della pressione fiscale, la Legge di Stabilità per il 2014 ha istituito il ‘Fondo per la riduzione della pressione fiscale’, cui sono destinate, a decorrere dal 2014, tra le altre, le risorse permanenti derivanti dall’attività di contrasto all’evasione fiscale19 che, in sede di Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza, si stima di incassare quali maggiori entrate rispetto alle previsioni iscritte nel bilancio dell’esercizio in corso e a quelle effettivamente incassate nell’esercizio precedente. Tra le misure più recenti adottate dal Governo in materia di contrasto all’evasione fiscale, la Legge di Stabilità per il 2015 ha introdotto: i) l’applicazione del meccanismo di

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Il programma di revisione della spesa pubblica descritto nel precedente DEF ha costituito la base di partenza per le valutazioni tecniche ed economiche sottostanti le misure di razionalizzazione della spesa introdotte dal Governo nel corso del 2014. Gli interventi, disegnati sulla base delle proposte scaturite nella fase di ricognizione tecnica conclusasi nei primi mesi del 2014, hanno interessato prevalentemente le aree di spesa segnalate per la presenza di sprechi ed inefficienze. In linea con le raccomandazioni della Commissione Europea e le linee direttrici della spendingreview, le risorse liberate sono state destinate alla riduzione permanente del cuneo fiscale e al sostegno dei redditi più deboli.

Il decreto legge n. 4 del 28 gennaio 2014, approvato prima del DEF 2014, aveva già concorso, disponendo tagli sulle risorse dei Ministeri per circa 488 milioni nel 2014, 772 milioni nel 2015 e 564 milioni a decorrere dal 2016, in sostituzione della revisione delle agevolazioni fiscali prevista l’anno precedente, con la Legge di Stabilità per il 2014.

Successivamente, il decreto legge n. 66 di aprile 2014 ha determinato una riduzione di spesa pari a circa 3,1 miliardi nel 2014, circa 3 miliardi nel 2015, 2,7 miliardi per gli anni 2016 e 2017. Tra gli strumenti messi in campo vi è il rafforzamento del sistema di public procurementche ha istituito, anche allo scopo di favorire un ulteriore accentramento nella gestione delle procedure di acquisto di beni e servizi, il ‘Nuovo sistema Nazionale degli Approvvigionamenti’, costituito da trentacinque soggetti aggregatori tra cui Consip, una centrale di committenza per ciascuna regione e altri soggetti individuati dall'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC). L’attività di controllo sui prezzi praticati è stata affidata all'ANAC, in cui è confluita l’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici (AVCP), con il compito di elaborare i prezzi di riferimento dei principali beni e servizi acquistati dalle Amministrazioni pubbliche e di pubblicare sul proprio sito internet i prezzi unitari corrisposti per tali acquisti41.

E’ stato dato ulteriore impulso alla riorganizzazione dell’apparato centrale dello Stato (Ministeri e Presidenza del Consiglio dei Ministri): l’efficienza della macchina amministrativa pubblica e la sua organizzazione sono, infatti, fattori fondamentali per garantire efficienza e competitività.

Il processo di revisione della spesa pubblica è parte integrante della strategia di bilancio dei prossimi anni. La Legge di Stabilità 2015 prevede riduzioni di spesa connesse al contenimento di spese di funzionamento e gestione, manutenzione e acquisto di beni e servizi dei Ministeri per un importo di 2,3 miliardi nel 2015, 2,5 miliardi nel 2016 e 2,6 miliardi nel 2017. Inoltre, sempre nell’ambito dell’Amministrazione centrale, sono previste misure di riduzione dei trasferimenti alle imprese e di razionalizzazione dei crediti d’imposta per ulteriori 0,4 miliardi nel triennio e il ridimensionamento dei trasferimenti da destinare a Ferrovie dello Stato per ulteriori 0,4 miliardi nel 2015.

Concorrono ai tagli della spesa, sulla base delle proprie priorità, anche le regioni con un contributo migliorativo alla finanza pubblica di circa 3,5 miliardi in ciascun esercizio quelle a statuto ordinario e di 467 milioni in ciascun esercizio 2015-2015 e 513 milioni per il 2018 quelle a statuto speciale e le province autonome. Il contributo netto degli Enti locali ammonta a 2,2 miliardi per il 2015, 3,2 miliardi per il 2016 e 4,2 miliardi per ciascuno degli anni 2017-2019. La revisione della spesa incide anche tramite un rafforzamento di regole che pongono corretti incentivi, come nel caso dell’istituzione del Fondo crediti di dubbia esigibilità, che favorisce percorsi volti al taglio delle spese piuttosto che all’aumento delle entrate. Inoltre, per sostenere le attività di razionalizzazione della spesa il Governo ha ripreso, con rinnovata energia, il processo di definizione di fabbisogni e capacità fiscali standard, con l’obiettivo di renderli operativi già nel 2015. Infine, sono state messe in atto una riprogrammazione del Piano azione coesione (1 miliardo in ciascun anno), nonché la riduzione del fondo riveniente dal riaccertamento straordinario residui passivi per (circa 0,3 miliardi in ciascun anno).

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Le principali misure che saranno attuate sono le seguenti:

Per gli enti locali proseguirà il processo di efficientamento già avviato nella Legge di Stabilità 2015 attraverso l’utilizzo dei costi e fabbisogni standard per le singole amministrazioni e la pubblicazione di dati di performance e dei costi delle singole amministrazioni.

Sarà completato il processo di razionalizzazione delle stazioni appaltanti e delle centrali d’acquisto per gli acquisti della PA.

Il Patto di Stabilità Interno (PSI) definisce i vincoli specifici che gli Enti territoriali sono tenuti a rispettare congiuntamente ad obblighi di informazione, comunicazione e certificazione nei confronti del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Sin ora il Patto ha posto una regola per il controllo dei saldi finanziari11 per comuni, province e città metropolitane e un vincolo alla crescita nominale della spesa finale per le regioni. Tali vincoli sono destinati ad essere progressivamente superati a seguito dell’entrata in vigore nel 2016 della regola del pareggio di bilancio per gli Enti territoriali e locali introdotta dall’articolo 9 della legge 24 dicembre 2012, n. 243. Il progressivo superamento delle regole del Patto si collega anche alla revisione delle responsabilità attribuite a Stato, regioni e autonomie locali dalla riforma del titolo V della Costituzione in corso di approvazione e all’attuazione del federalismo fiscale. All’interno della nuova governance, lo Stato tornerà a definire i principi fondamentali per il coordinamento della finanza pubblica mentre gli Enti territoriali beneficeranno di maggiore autonomia finanziaria, nel rispetto della neutralità dei propri bilanci e dei principi contabili comuni.

L’aggiornamento del Patto considera, inoltre, le città metropolitane istituite a seguito del riordino del sistema delle province e della revisione della disciplina in materia di unioni e fusioni di comuni.

La Legge di Stabilità 201513, nel confermare sostanzialmente la previgente impostazione del PSI per gli Enti locali (province, comuni e città metropolitane con popolazione superiore a 1.000 abitanti), prevede una significativa riduzione del contributo richiesto ai predetti enti di circa 2,9 miliardi mediante la riduzione dei parametri alla base della determinazione del saldo finanziario obiettivo. L’alleggerimento dei vincoli per il comparto degli Enti locali è in parte controbilanciato dalla rilevanza, ai fini della determinazione del saldo obiettivo, degli accantonamenti di spesa al Fondo crediti di dubbia esigibilità, a tutela del rischio di mancate riscossioni dei crediti e dalla riduzione della dotazione del fondo di solidarietà comunale, che richiederà il contenimento della spesa comunale. Tale previsione introduce nuovi elementi di premialità nelle regole del Patto, in quanto determina una virtuosa redistribuzione della manovra a favore degli enti con maggiore capacità di riscossione.

L’alleggerimento del Patto ha, inoltre, comportato una revisione del meccanismo di controllo della crescita nominale del debito pubblico per gli Enti locali introdotto nel 2011. A decorrere dal 2012, gli Enti locali possono assumere nuovi mutui e accedere ad altre forme di finanziamento reperibili sul mercato solo se l’importo annuale dei correlati interessi, sommati agli oneri già in essere, non supera l’8 per cento per gli anni 2012-2014 e il 10 per cento a decorrere dall’anno 2015 del totale relativo ai primi tre titoli delle entrate del rendiconto del penultimo anno precedente quello in cui viene

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L’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione e la conseguente Legge 243/2012 derivanti dalla sottoscrizione in sede europea del c.d. “fiscal compact” ha portato a ripensare alla tipologia di contributo che gli enti locali avrebbero dovuto apportare al risanamento e al contenimento della spesa pubblica. Sebbene l’orizzonte temporale del pareggio di bilancio nazionale sia slittato al 2018, il prossimo anno si profila come un momento di transizione verso quelli che saranno i nuovi equilibri da rispettare.

La Legge di Stabilità 2016 supera il Patto di Stabilità Interno, sostituendolo, a partire dall’esercizio 2016, con un saldo non negativo tra entrate e spese finali basato sulla competenza (al netto delle voci inerenti l’accensione o il rimborso di prestiti) senza considerare la cassa e le partite correnti. Gli enti sottoposti a tale regola saranno quelli individuati nella Legge 243/2012: Regioni, Comuni, Province, Città metropolitane, Regioni e Province autonome.

Resteranno fermi, invece, gli adempimenti degli enti locali al monitoraggio e alla certificazione del Patto di Stabilità Interno 2015. La somma dei primi cinque titoli delle entrate rappresenterà il totale delle entrate finali, mentre la somma dei primi tre titoli delle spese rappresenterà il totale delle spese finali. Ad essi dovrà aggiungersi, in entrata e in uscita il fondo pluriennale vincolato, costituito da risorse già accertate destinate al finanziamento di obbligazioni passive dell’ente già impegnate, ma esigibili in esercizi successivi a quello in cui è accertata l’entrata.

Trattasi di un saldo finanziario tra fondi nato con la nuova contabilità armonizzata che garantisce la copertura di spese imputate agli esercizi successivi a quello in corso che nasce dall’esigenza di applicare il principio della competenza finanziaria della nuova contabilità e rendere evidente la distanza temporale intercorrente tra l’acquisizione dei finanziamenti e il loro effettivo impiego. Il fondo riguarda prevalentemente le spese in conto capitale ma può essere destinato a garantire la copertura di spese correnti, ad esempio per quelle impegnate a fronte di entrate derivanti da trasferimenti correnti vincolati, esigibili in esercizi precedenti a quelli in cui è esigibile la corrispondente spesa. Limitatamente all’anno 2016, quindi, si prevede che nelle entrate e nelle spese finali in termini di competenza sarà considerato il fondo pluriennale vincolato di entrata e di spesa al netto della quota rinveniente dal ricorso all’indebitamento.

Al fine di incentivare la manutenzione e il rinnovo degli immobili adibiti a scuola, per l’anno 2016 sarà prevista l’esclusione dal saldo non negativo suddetto delle spese sostenute dagli enti locali per interventi di edilizia scolastica effettuati a valere sull’avanzo di amministrazione e su risorse rivenienti dal ricorso al debito. L’esclusione opererà nel limite massimo di 500 milioni di euro.

Gli spazi finanziari saranno attribuiti privilegiando gli interventi di edilizia scolastica per gli interventi avviati a seguito del D.L. 66/2014;

successivamente quelli operate su risorse acquisite mediante la contrazione di mutuo e, infine, quelle sostenute con risorse proprie.

Nel caso in cui la richiesta complessiva risulterà superiore agli spazi finanziari disponibili, gli stessi saranno attribuiti in misura

proporzionale alle singole richieste come già avvenuto per gli spazi di Patto concessi con il D.L. 78/2015. Quanto appena detto dipenderà, però, dal riconoscimento in sede europea all’Italia dei margini di flessibilità correlati all’emergenza immigrazione: un esito negativo vedrebbe la revoca dell’esclusione delle spese in esame sostenute dagli enti locali per interventi di edilizia scolastica.

Tra i vari provvedimenti dell’articolo 35, vi è anche quello della futura introduzione di misure di flessibilità alla regola del pareggio di bilancio in ambito regionale (c.d. patto di solidarietà fra enti territoriali). Si tratta di una flessibilità che consentirà alle regioni

di poter autorizzare gli enti locali del proprio territorio a peggiorare il nuovo saldo di competenza al fine di permettere un aumento degli impegni di

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Nel caso in cui l’abitazione sia locata ad un inquilino che ne fa abitazione principale, il proprietario verserà la TASI (se prevista per gli immobili diversi da abitazione principale) nella percentuale prevista dal regolamento comunale.

Immobili merce

Per i fabbricati costruiti e destinati dall’impresa costruttrice alla vendita, fintanto che permarrà tale destinazione e non siano in ogni caso locati, l’aliquota TASI sarà ridotta all’ 1 per mille qualora sia istituita la TASI sugli altri immobili. I comuni potranno modificare la suddetta aliquota, in aumento, sino al 2,5 per mille o, in diminuzione, fino all’azzeramento.

Blocco aliquote e maggiorazione dello 0,8 per mille

Sarà sancito il blocco a eventuali aumenti di aliquota TASI per l’anno 2016 rispetto a quelle deliberate fino al 31 luglio 2015. Il blocco degli aumenti di aliquota Su TASI, IMU e addizionale comunale non si applicherà alla TARI, al settore sanitario, nonché alle manovre fiscali incrementative volte ad accedere alle anticipazioni di liquidità concesse con il D.L. 35/2013.

Per l’anno 2016, limitatamente agli immobili non esenti TASI, i comuni potranno mantenere la maggiorazione sull’aliquota di cui al comma 677 dell’art. 1 della Legge n. 147/2013, a condizione che la delibera contenente tale maggiorazione sia stata approvata entro il 30 settembre 2015. Permarrà il limite massimo di aliquota dato dalla somma delle aliquote TASI e IMU dell’11,4 per mille.

Compensazione mancato gettito

L’ammanco di gettito che si verificherà a seguito delle suddette esenzioni sarà rimborsato in termini di gettito effettivo IMU e TASI derivante dagli immobili adibiti ad abitazione principale e dai terreni agricoli relativo all’anno 2015.

Regime per gli “Imbullonati”

A far data dal 1° gennaio 2016 nella stima della rendita catastale degli immobili a destinazione speciale e particolare delle categorie catastali D ed E non dovranno rientrare macchinari, congegni, attrezzature ed altri impianti funzionali allo specifico processo produttivo (ivi compresi i c.d. “imbullonati”). L’ammanco di gettito 2016 derivante da tale disposizioni per i comuni sarà compensato con un contributo di 155 milioni da ripartirsi secondo decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, di concerto con il Ministero dell’Interno e sentita la Conferenza Stato-Città e Autonomie Locali da emanare entro il 31 ottobre 2016. Quanto detto varrà anche per l’anno 2017.

FONDO DI SOLIDARIETà COMUNALE

La dotazione annuale del Fondo di solidarietà comunale, che, ad oggi è quantificata in 6.547,1 milioni per gli anni 2015 e successivi, verrà incrementata

(16)

comunale di 1.949,1 milioni annui a decorrere dal 2016. La definizione del Fondo di Solidarietà Comunale vedrà aumentare il peso del criterio basato sui costi e fabbisogni standard rispetto a quello del gettito standard: l’incidenza passerà al 30% nel 2016, al 40% nel 2017 e al 55% nel 2018.

CONTRIBUTI

Verranno stanziati per i comuni 390 milioni per il 2016 in conseguenza alle norme di fiscalità immobiliare relativi ai limiti massimi posti alle aliquote di imposta. Il riparto avverrà secondo le modalità del contributo di 530 milioni del DL 78/2015. Le risorse statali a copertura deriveranno dai residui passivi derivanti dalle risorse per le anticipazioni di cassa del DL 35/2013.

Le politiche regionali 2.

Il DPFR Regionale 2014-2015 identifica le macro aree di intervento, gli indirizzi programmatici e gli obiettivi strategici di lungo periodo all’interno dei quali dovrebbe definirsi la politica regionale del 2015 e costituire vincolo esterno alla programmazione dell’ente locale per il medesimo periodo. Tra le varie aree di intervento verranno richiamate in quanto possono costituire un riferimento nella programmazione del comune di Castel Madama.

Nell’ambito della macro aree d’intervento “una regione moderna che aiuta lo sviluppo”, finalizzata all’efficientamento amministrativo della regione, prevede tra le linee di indirizzo programmatiche il trasferimento alle autonomie territoriali degli strumenti gestionali mantenendo le funzioni di regolazione e controllo. Tale diversa distribuzione delle funzioni, se replicata per il 2016, può comportare un aggravio di competenze gestionali per gli enti locali. Per quanto riguarda le macro aree a carattere operativo, pur nella ristrettezza delle risorse disponibili a livello nazionale e regionale, anche sulla spinta dei processi di spendingreview e di recupero del percorso di finanziamento sulla base dei fabbisogni e costi standard, si nota come gli investimenti regionali dovrebbero avviarsi ad una ripresa soprattutto nell’ambito della new economy ed ecologia rurale. Inoltre, appaiono rilevanti le tendenze finalizzate a garantire più partecipazione, ridurre i costi della politica, garantire il sostegno al reddito ed alla famiglia. Per quanto concerne invece il diritto allo studio, il suo sostengono sembra più indirizzato verso il diritto allo studio universitario. In tali ambiti sembrano rilevanti le seguenti linee d’intervento programmatiche: linea prog. 2.3 favorire la transizione alla green economy; linea prog. 2.5 rilanciare l’edilizia con una strategia sostenibile; linea prog. 2.8 commercio, artigianato e qualità urbana; linea prog. 5.2 valorizzare l’identità ecologica del Lazio; linea prog. 5.3 blue economy e montagna; linea prog. 7.1 Più trasparenza, più partecipazione meno costi della politica; linea prog. 7.4 approntare adeguati strumenti di sostegno al reddito.

(17)

2.1 CARATTERISTICHE DELLA POPOLAZIONE, DEL TERRITORIO E DELLA STRUTTURA ORGANIZZATIVA DELL’ENTE

2.1.1 POPOLAZIONE

Popolazione legale all'ultimo censimento 6.415

Popolazione residente a fine 2014 (art.156 D.Lvo 267/2000)

n. 7.542

di cui: maschi n. 3.747

femmine n. 3.795

nuclei familiari n. 3.081

comunità/convivenze n. 1

Popolazione al 1 gennaio 2014 n. 7.536

Nati nell'anno n. 77

Deceduti nell'anno n. 69

saldo naturale n. 8

Immigrati nell'anno n. 173

Emigrati nell'anno n. 175

saldo migratorio n. -2

Popolazione al 31-12-2014 n. 7.542

di cui

In età prescolare (0/6 anni) n. 510

In età scuola dell'obbligo (7/14 anni) n. 544

In forza lavoro 1. occupazione (15/29 anni) n. 1.198

In età adulta (30/65 anni) n. 4.212

In età senile (oltre 65 anni) n. 1.078

(18)

Tasso di natalità ultimo quinquennio: Anno Tasso

2010 70,00 %

2011 70,00 %

2012 70,00 %

2013 70,00 %

2014 70,00 %

Tasso di mortalità ultimo quinquennio: Anno Tasso

2010 65,00 %

2011 65,00 %

2012 65,00 %

2013 65,00 %

2014 65,00 %

Popolazione massima insediabile come strumento urbanistico vigente

Abitanti n. 10.000 entro il 31-12-2020

Livello di istruzione della popolazione residente

Laurea 11,00 %

Diploma 50,00 %

Lic. Media 20,00 %

Lic. Elementare 15,00 %

Alfabeti 2,00 %

Analfabeti 2,00 %

(19)

2.1.2 – CONDIZIONE SOCIO-ECONOMICA DELLE FAMIGLIE

Nel Comune di Castel Madama sono presenti circa 680 nuclei in condizione di grave disagio socio-economico individuati e seguiti dal servizio sociale comunale, su una popolazione di circa 7000 abitanti.

Numerose famiglie o persone sole , si rivolgono sempre più spesso al servizio per esprimere difficoltà legate alla soddisfazione di bisogni primari , a cui è difficile dare una risposta in termini di risorse.

Il problema coinvolge in particolare quei nuclei che si trovano in condizioni di disagio derivante da: disoccupazione, lavoro precario, separazione, invalidità.

La crisi economica , visibile anche nel Comune di Castel Madama, ha colpito soprattutto le fasce cosiddette deboli della popolazione che sempre più spesso hanno difficoltà a reperire un lavoro con un reddito garantito adeguato .

Il Comune con propri fondi di bilancio , da anni, cerca di intervenire a sostegno dell’emergenza occupazionale, ma non è sufficiente. A tale riguardo citiamo il dato 2008 delle richieste di sostegno economico per minori e di emergenze e per il pagamento del canone di locazione , in tutto circa 200 domande, con una spesa superiore ai € 100.000,00.

Il Comune cerca di realizzare interventi volti a facilitare l’accesso all’occupazione da parte di soggetti svantaggiati attraverso l’istituzione di fondi finalizzati a contributi occupazionali Possono accedere al servizio tutti i cittadini residenti ed i cittadini non residenti ma ritenuti meritevoli di attenzioni dal Servizio Sociale comunale.

(20)

2.1.3 – ECONOMIA INSEDIATA

Nell'attuale sezione vengono illustarte l'andamento delle partite IVA, il settore di attività, il volume di affari e la base imponibile oltre all'analisi dei contribuenti Irpef per fasce di reddito. L'analisi delle partite Iva consente di avere una generale andmaneto dell'economia territoriale e dell atipologia di attività. Mentre si hanno disponibili i dati delle aperture anno di riferiemtno 2014, i dati economici afferiscono al triennio 2011-2013 e sono dedotti dalle dichiarazioni fiscali ai fini IVA. Onde fornire un termine di raffronto sono presentate le tavole delle variazioni percentuali che evidenziano l'andamento, per settore di attività, del numero di attività, del loro volume di affari e

l'andamento del valore aggiunto fiscale, come indice di performance della sezione della filiera produttiva in cui operano.

Comune: CASTEL MADAMA

(RM)

Soggetti-Osservatorio delle partite IVA annuali (Aperture)

Natura giuridica Aperture anno 2014

numero titolari variazione annua

Ditte individuali 63 65,79%

Società di persone 2 -60,00%

Società di capitali 8 100,00%

Non residenti 0 0,00%

Altre forme giuridiche 0 -100,00%

TOTALE 73 52,08%

Dati aggiornati a febbraio 2015

Natura giuridica Aperture anno 2013

numero titolari variazione annua

Ditte individuali 38 -28,30%

(21)

numero titolari variazione annua

Ditte individuali 48 17,07%

Società di persone 4 33,33%

Società di capitali 8 60,00%

Non residenti 0 0,00%

Altre forme giuridiche 1 100,00%

TOTALE 61 24,49%

Dati aggiornati a gennaio 2013

Divisione di attività Aperture anno

2014

numero titolari variazione annua 01 - Coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali,

caccia e servizi connessi

11 266,67%

43 - Lavori di costruzione specializzati 8 60,00%

45 - Commercio all'ingrosso e al dettaglio e riparazione di autoveicoli e motocicli

1 0,00%

46 - Commercio all'ingrosso (escluso quello di autoveicoli e di motocicli)

9 28,57%

47 - Commercio al dettaglio (escluso quello di autoveicoli e di motocicli)

12 71,43%

56 - Attività dei servizi di ristorazione 9 200,00%

66 - Attività ausiliarie dei servizi finanziari e delle attività assicurative

2 0,00%

68 - Attività immobiliari 2 100,00%

70 - Attività di direzione aziendale e di consulenza gestionale

3 100,00%

71 - Attività degli studi di architettura e d'ingegneria-collaudi ed analisi tecniche

1 100,00%

74 - Altre attività professionali, scientifiche e tecniche 2 100,00%

79 - Attività dei servizi delle agenzie di viaggio, dei tour operator e servizi di prenotazione e at

1 100,00%

81 - Attività di servizi per edifici e paesaggio 1 0,00%

(22)

96 - Altre attività di servizi per la persona 1 0,00%

TOTALE 73 52,08%

Divisione di attività Aperture anno

2013

numero titolari variazione annua 01 - Coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali,

caccia e servizi connessi

3 -66,67%

38 - Attività di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti-recupero dei materiali

1 100,00%

41 - Costruzione di edifici 1 100,00%

43 - Lavori di costruzione specializzati 6 -33,33%

45 - Commercio all'ingrosso e al dettaglio e riparazione di autoveicoli e motocicli

1 100,00%

46 - Commercio all'ingrosso (escluso quello di autoveicoli e di motocicli)

7 133,33%

47 - Commercio al dettaglio (escluso quello di autoveicoli e di motocicli)

5 -28,57%

52 - Magazzinaggio e attività di supporto ai trasporti 1 100,00%

56 - Attività dei servizi di ristorazione 3 -50,00%

59 - Attività di produzione cinematografica, di video e di programmi televisivi, di registrazioni mu

1 100,00%

62 - Produzione di software, consulenza informatica e attività connesse

1 100,00%

66 - Attività ausiliarie dei servizi finanziari e delle attività assicurative

2 100,00%

74 - Altre attività professionali, scientifiche e tecniche 1 -66,67%

81 - Attività di servizi per edifici e paesaggio 1 0,00%

82 - Attività di supporto per le funzioni d'ufficio e altri servizi di supporto alle imprese

3 200,00%

86 - Assistenza sanitaria 8 -20,00%

88 - Assistenza sociale non residenziale 1 100,00%

93 - Attività sportive, di intrattenimento e di divertimento 1 -75,00%

96 - Altre attività di servizi per la persona 1 -66,67%

TOTALE 48 -27,27%

(23)

27 - Fabbricazione di apparecchiature elettriche ed apparecchiature per uso domestico non elettriche

1 100,00%

33 - Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature

2 100,00%

43 - Lavori di costruzione specializzati 8 166,67%

46 - Commercio all'ingrosso (escluso quello di autoveicoli e di motocicli)

4 0,00%

47 - Commercio al dettaglio (escluso quello di autoveicoli e di motocicli)

8 33,33%

56 - Attività dei servizi di ristorazione 6 100,00%

63 - Attività dei servizi d'informazione e altri servizi informatici

1 100,00%

68 - Attività immobiliari 1 100,00%

69 - Attività legali e contabilità 2 100,00%

74 - Altre attività professionali, scientifiche e tecniche 3 -25,00%

81 - Attività di servizi per edifici e paesaggio 1 -50,00%

86 - Assistenza sanitaria 10 66,67%

90 - Attività creative, artistiche e di intrattenimento 1 100,00%

93 - Attività sportive, di intrattenimento e di divertimento 4 300,00%

96 - Altre attività di servizi per la persona 2 0,00%

TOTALE 61 24,49%

Sezione di attività anno imposta 2013 Numer o contrib

uenti IVA

Volume d'affari Valore aggiunto fiscale

Base imponibile

Frequ enza

Ammontare Media Frequ enza

Ammonta re

Media Fre que nza

Ammonta re

Media

Agricoltura, silvicoltura e pesca 24 22 512.403 23.291,05 22 30.806 1.400,27 22 42.744 1.942,91

Estrazione di minerali da cave e miniere 0 0 0 0,00 0 0 0,00 0 0 0,00

Attivita' manifatturiere 38 35 28.176.020 805.029,14 37 4.989.628 134.854,8

1

37 11.029.88 0

298.104,86

Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria 0 0 0 0,00 0 0 0,00 0 0 0,00

(24)

Attivita' dei servizi di alloggio e di ristorazione 27 27 1.747.008 64.704,00 27 330.884 12.254,96 27 411.160 15.228,15 Servizi di informazione e comunicazione 13 12 458.930 38.244,17 12 297.150 24.762,50 12 301.758 25.146,50

Attivita' finanziarie e assicurative 5 5 185.311 37.062,20 5 137.300 27.460,00 3 18.665 6.221,67

Attivita' immobiliari 11 9 921.303 102.367,00 10 780.334 78.033,40 9 670.561 74.506,78

Attivita' professionali, scientifiche e tecniche 62 57 2.063.416 36.200,28 58 1.426.989 24.603,26 57 1.595.809 27.996,65 Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle

imprese

11 11 4.328.678 393.516,18 11 2.850.588 259.144,3 6

11 2.752.606 250.236,91 Amministrazione pubblica e difesa; assicurazione

sociale obbligatoria

1 1 325.556 325.556,00 1 -64.414 -64.414,00 1 -64.514 -64.514,00

Istruzione 1 1 55.466 55.466,00 1 32.761 32.761,00 1 4.040 4.040,00

Sanita' e assistenza sociale 11 10 936.765 93.676,50 10 741.876 74.187,60 6 68.351 11.391,83

Attivita' artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento

8 7 457.809 65.401,29 8 183.810 22.976,25 8 173.744 21.718,00

Altre attivita' di servizi 22 19 648.547 34.134,05 19 302.615 15.927,11 19 224.176 11.798,74

Attivita' di famiglie e convivenze 0 0 0 0,00 0 0 0,00 0 0 0,00

Organizzazioni ed organismi extraterritoriali 0 0 0 0,00 0 0 0,00 0 0 0,00

Attivita' non classificabile 0 0 0 0,00 0 0 0,00 0 0 0,00

Totale 434 393 91.699.666 233.332,48 407 24.676.29

0

60.629,71 396 29.506.52 8

74.511,43

Sezione di attività anno imposta 2012 Numer o contrib

uenti IVA

Volume d'affari Valore aggiunto fiscale

Base imponibile

Frequ enza

Ammontare Media Frequ enza

Ammonta re

Media Fre que nza

Ammonta re

Media

Agricoltura, silvicoltura e pesca 25 24 529.975 22.082,29 24 178.263 7.427,63 24 195.027 8.126,13

Estrazione di minerali da cave e miniere 0 0 0 0,00 0 0 0,00 0 0 0,00

Attivita' manifatturiere 40 35 26.251.896 750.054,17 38 5.044.797 132.757,8

2

38 11.561.72 6

304.255,95 Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria

condizionata

0 0 0 0,00 0 0 0,00 0 0 0,00

Fornitura di acqua; reti fognarie, attivita' gestione rifiuti e risanamento

5 3 6.191.165 2.063.721,67 3 2.244.246 748.082,0 0

3 2.344.163 781.387,67

Costruzioni 65 58 9.806.502 169.077,62 62 2.313.511 37.314,69 63 2.277.136 36.145,02

(25)

Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese

12 12 3.878.740 323.228,33 12 2.297.978 191.498,1 7

12 2.360.871 196.739,25 Amministrazione pubblica e difesa; assicurazione

sociale obbligatoria

1 1 293.918 293.918,00 1 -399.486 -399.486,0

0

1 -265.607 -265.607,00

Istruzione 1 1 43.581 43.581,00 1 24.626 24.626,00 1 4.678 4.678,00

Sanita' e assistenza sociale 13 13 1.027.801 79.061,62 13 820.630 63.125,38 9 113.637 12.626,33

Attivita' artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento

8 5 109.505 21.901,00 6 59.560 9.926,67 6 70.079 11.679,83

Altre attivita' di servizi 24 22 679.458 30.884,45 22 352.653 16.029,68 21 323.446 15.402,19

Attivita' di famiglie e convivenze 0 0 0 0,00 0 0 0,00 0 0 0,00

Organizzazioni ed organismi extraterritoriali 0 0 0 0,00 0 0 0,00 0 0 0,00

Attivita' non classificabile 0 0 0 0,00 0 0 0,00 0 0 0,00

Totale 448 413 87.383.111 211.581,38 426 21.066.35

4

49.451,54 415 27.884.18 2

67.190,80

Sezione di attività anno imposta 2011 Numer o contrib

uenti IVA

Volume d'affari Valore aggiunto fiscale

Base imponibile

Frequ enza

Ammontare Media Frequ enza

Ammonta re

Media Fre que nza

Ammonta re

Media

Agricoltura, silvicoltura e pesca 27 23 466.503 20.282,74 24 96.594 4.024,75 23 97.652 4.245,74

Estrazione di minerali da cave e miniere 0 0 0 0,00 0 0 0,00 0 0 0,00

Attività manifatturiere 37 35 26.471.699 756.334,26 36 3.100.512 86.125,33 36 9.594.929 266.525,81

Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata

2 0 0 0,00 2 -2.260 -1.130,00 2 -2.260 -1.130,00

Fornitura di acqua; reti fognarie, attività gestione rifiuti e risanamento

5 3 4.769.901 1.589.967,00 3 293.651 97.883,67 3 523.104 174.368,00

Costruzioni 62 54 12.110.420 224.267,04 56 4.569.991 81.606,98 56 3.851.390 68.774,82

Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli

137 129 37.161.245 288.071,67 134 5.332.519 39.794,92 132 5.750.063 43.561,08

Trasporto e magazzinaggio 2 1 55.022 55.022,00 1 36.421 36.421,00 1 36.421 36.421,00

Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 25 23 2.041.176 88.746,78 24 588.874 24.536,42 24 660.956 27.539,83

Servizi di informazione e comunicazione 8 8 562.943 70.367,88 8 298.033 37.254,13 8 348.596 43.574,50

Attività finanziarie e assicurative 4 4 115.462 28.865,50 4 101.711 25.427,75 1 31.427 31.427,00

(26)

Sanità e assistenza sociale 11 10 1.131.919 113.191,90 10 937.445 93.744,50 7 109.249 15.607,00 Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e

divertimento

5 4 156.987 39.246,75 4 77.839 19.459,75 4 49.217 12.304,25

Altre attività di servizi 12 10 627.216 62.721,60 10 305.894 30.589,40 10 189.070 18.907,00

Attività di famiglie e convivenze 0 0 0 0,00 0 0 0,00 0 0 0,00

Organizzazioni ed organismi extraterritoriali 0 0 0 0,00 0 0 0,00 0 0 0,00

Attività non classificabile 0 0 0 0,00 0 0 0,00 0 0 0,00

Totale 403 364 92.967.083 255.404,07 378 19.540.62

0

51.694,76 368 25.100.29 0

68.207,31

variazioni percentuali

2012/2011 2012/2013

numero

volume di affari

base

imponibile numero volume di affari base imponibile

Agricoltura, silvicoltura e pesca -2 63.472 97.375 -1 -17.572 -152.283

Estrazione di minerali da cave e miniere 0 0 0 0 0 0

Attività manifatturiere 3 -219.803 1.966.797 -2 1.924.124 -531.846

Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria

condizionata -2 0 2.260 0 0 0

Fornitura di acqua; reti fognarie, attività gestione

rifiuti e risanamento 0 1.421.264 1.821.059 1 1.630.914 -552.609

Costruzioni 3 -2.303.918 -1.574.254 -5 2.360.790 1.879.578

Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di

autoveicoli e motocicli -1 -3.646.202 573.536 -7 -2.842.243 -102.786

Trasporto e magazzinaggio 1 25.102 10.780 2 140.159 61.266

Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 3 -251.288 -458.857 -1 -42.880 209.061

Servizi di informazione e comunicazione 2 -175.087 11.467 3 71.074 -58.305

Attività finanziarie e assicurative 2 116.544 17.415 -1 -46.695 -30.177

Attività immobiliari -1 -514.424 22.831 1 398.539 371.200

Attività professionali, scientifiche e tecniche 17 152.973 45.984 1 20.527 -22.052

Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto

alle imprese 3 -370.103 33.154 -1 449.938 391.735

Amministrazione pubblica e difesa; assicurazione

sociale obbligatoria 0 227.300 53.874 0 31.638 201.093

Istruzione 0 -10.444 845 0 11.885 -638

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