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AMPLIAMENTO INSEDIAMENTO ITALPIZZA S.P.A.

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Academic year: 2022

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AMPLIAMENTO

INSEDIAMENTO ITALPIZZA S.P.A.

SAN DONNINO, MODENA

INTEGRAZIONE PRESTAZIONI SPECIALISTICHE PROGETTAZIONE GENERALE E

ARCHITETTONICA Ing. Francesca Piacentini DIREZIONE ARTISTICA Arch. Claudio Bernardi

PROGETTAZIONE DELLE STRUTTURE E DELLE OPERE INFRASTRUTTURALI Ing. LUCA PIACENTINI

PROGETTAZIONE DEGLI IMPIANTI Ing. Giovanni Benedetti

IDROLOGIA E IDRAULICA Ing. Adelio Pagotto URBANISTICA Ing. Francesco Bursi GEOLOGIA E IDROGEOLOGIA Dott. Geol. Valeriano Franchi FLORA E FAUNA

Dott. Agr. Paolo Vincenzo Filetto ACUSTICA

Dott. Carlo Odorici PROGETTAZIONE

SMALTIMENTO ACQUE DI PIATTAFORMA RELAZIONE SPECIALISTICA

OPERE STRADALI

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INDICE

1 INQUADRAMENTO GENERALE ... 4

1.1 Premessa ... 4

1.2 Riferimenti normativi ... 5

2 DATI IDROLOGICI ... 9

3 SISTEMA DI DRENAGGIO DI PROGETTO ... 11

3.1 Comparto Italpizza ... 12

3.2 Parcheggio pubblico PP e viabilità esterna ... 13

4 PROGETTAZIONE DELLA RETE DI DRENAGGIO ... 14

4.1 Calcolo delle portate di origine meteorica ... 14

4.1.1 Tempo di corrivazione ... 14

4.1.2 Coefficiente di deflusso ... 15

4.1.3 Calcolo della portata di progetto ... 15

4.2 Dimensionamento e verifica della rete di drenaggio ... 16

4.2.1 Condotte e canalette ... 16

4.2.2 Caditoie stradali ... 17

5 LAMINAZIONE DELLE PORTATE ... 19

5.1 Calcolo dei volumi di invaso ... 19

5.1.1 Vasche di laminazione del comparto Italpizza... 19

5.1.2 Vasca di laminazione parcheggio P765 via Vignolese ... 22

5.1.3 Invaso Laminazione parcheggio PP e viabilità esterna ... 23

6 IMPIANTI DI SOLLEVAMENTO ... 25

6.1 Criteri generali di dimensionamento ... 25

6.2 Elettropompe ... 26

7 IMPIANTO DI TRATTAMENTO ... 28

(4)

10SCARICO NEL TORRENTE TIEPIDO ... 34

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1 INQUADRAMENTO GENERALE

1.1 Premessa

La relazione descrive gli interventi finalizzati allo smaltimento delle acque meteoriche di piattaformadell’area oggetto di intervento.

In generale il progetto prevede la realizzazione di un nuovo polo logistico di Italpizza S.p.a.

in immediata contiguità con lo stabilimento esistente di San Donnino, frazione di Modena.

Con la realizzazione del nuovo polo logistico risulta oggetto di intervento anche la viabilità locale attraverso la modifica plano-altimetrica di via San Lorenzo e la realizzazione della rotatoria per risolvere l’intersezione tra via San Lorenzo e via Gherbella. È inoltre prevista la realizzazione di due parcheggi: il primo PPpubblicorealizzato in un’areadi cessione al comune di Modena adiacente alla nuova rotatoria; il secondo P765, privato, di proprietà di Italpizza, in adiacenza a via Vignolese, a nord dello stabilimento esistente.

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Lo smaltimento delle acque meteoriche della piattaforma, illustrato negli elaborati TPZAPSTD07a e TPZAPSTD07b, prevede la realizzazione di tre reti di drenaggio tra loro separate:

• Rete di smaltimento delle acque meteoriche del lotto del nuovo stabilimento di Italpizza;

• Rete di smaltimento delle acque meteoriche provenienti dal parcheggio pubblico PP, dalla rotatoria di progetto e da via San Lorenzo;

• Rete di smaltimento delle acque meteoriche del parcheggio di Italpizza adiacente al vecchio stabilimento.

La prima rete di drenaggio trasporterà i deflussi, opportunamente laminati, fino al torrente Tiepido; le altre due, invece, convoglieranno l’acqua verso il canale Diamante utilizzando, rispettivamente, un fosso e una rete di smaltimento delle acque meteoriche, entrambi preesistenti.

Nell’ambito del presente progetto si darà inoltre particolare importanza alla necessità di controllare le portate in arrivo al ricettore.

È ormai noto come la progressiva impermeabilizzazione del territorio, a seguito della realizzazione di nuovi insediamenti, sia tra le principali cause di modifica nel bilancio idrologico e di insufficienza dei ricettori, siano essi corpi idrici naturali che fognature esistenti.

Risulta perciò necessaria la realizzazione di interventiche permettano di garantire l’invarianza idraulica del sistema rispetto alla condizione ante operam e ridurre le portate in arrivo al ricettore entro valori compatibili con la loro capacità idraulica. Ogni rete di drenaggio sarà pertanto caratterizzata dalla presenza di un invaso per lalaminazione delle portate prima che queste raggiungano il recapito finale. Sono state inoltre adottate delle pavimentazioni drenanti per le aree di proprietà di Italpizza destinate a parcheggio.

1.2 Riferimenti normativi

Vengono ora sintetizzati alcuni dei principali riferimenti normativi e gli strumenti di pianificazione e di tutela presenti sul territorioal fine di fornire un quadro esaustivo della normativa vigente nel campo idrologico-idraulico e ambientale.

• L. 183/89 “Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo”

Scopo della legge è la difesa del suolo, il risanamento delle acque, la fruizione e la gestione del patrimonio idrico per gli usi di razionale sviluppo economico e sociale, la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi. Vengono individuate le attività di pianificazione, di programmazione e di attuazione; vengono istituiti il Comitato Nazionale per la difesa del suolo e dell’Autorità di Bacino. Vengono individuati i bacini

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idrografici di rilievo nazionale, interregionale e regionale e date le prime indicazioni per la redazione dei Piani di Bacino.

• L. 36/94 (Legge Galli)“Disposizioni in materia di risorse idriche”

• DPCM 4/3/96 “Disposizioni in materia di risorse idriche” (direttive di attuazione della Legge Galli).

• DPR 14/4/94

Atto di indirizzo e coordinamento in ordine alle procedure ed ai criteri per la delimitazione dei bacini idrografici di rilievo nazionale ed interregionale di cui alla legge 18 maggio 1989, N. 183.

• DPR 18/7/95

Approvazione dell’atto di indirizzo e coordinamento concernente i criteri per la redazione dei Piani di Bacino.

• L. 267/98 (Legge Sarno) “Conversione in legge del DL 180/98 recante misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella Regione Campania”.

La legge impone alle Autorità di Bacino nazionali e interregionali la redazione dei Piani Stralcio per la tutela dal rischio idrogeologico e le misure di prevenzione per le aree a rischio.

• L. 365/00 (Legge Soverato)

“Conversione in legge del DL 279/00 recante interventi urgenti per le aree a rischio idrogeologico molto elevato ed in materia di protezione civile, nonché a favore delle zone della Regione Calabria danneggiate dalle calamità di settembre e ottobre 2000” La legge individua gli interventi per le aree a rischio idrogeologico e in materia di protezione civile; individua la procedura per l’adozione dei progetti di Piano Stralcio;

prevede un’attività straordinaria di polizia idraulica e di controllo sul territorio.

• Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152

Tale decreto ha riorganizzato le Autorità di bacino introducendo i distretti idrografici.

Disciplina, in attuazione della legge 15 dicembre 2004, n. 308, la difesa del suolo e la

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le forme di controllo degli scarichi di acque meteoriche di dilavamento provenienti da reti fognarie separate;

i casi in cui può essere richiesto che le immissioni delle acque meteoriche di dilavamento, effettuate tramite altre condotte separate, siano sottoposte a particolari prescrizioni, ivi compresa l'eventuale autorizzazione;

Le acque meteoriche non disciplinate ai sensi del comma 1 non sono soggette a vincoli o prescrizioni derivanti dalla parte terza del presente decreto.

Le regioni disciplinano altresì i casi in cui può essere richiesto che le acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne siano convogliate e opportunamente trattate in impianti di depurazione per particolari condizioni nelle quali, in relazione alle attività svolte, vi sia il rischio di dilavamento da superfici impermeabili scoperte di sostanze pericolose o di sostanze che creano pregiudizio per il raggiungimento degli obiettivi di qualità dei corpi idrici.

È comunque vietato lo scarico o l'immissione diretta di acque meteoriche nelle acque sotterranee.”

• D. Lgs. 16 gennaio 2008, n. 4

"Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.

152, recante norme in materia ambientale"

• P.S.A.I.Piano stralcio per l’assetto idrogeologico Autorità di bacino del fiume Reno

• Regolamento Regionale 24 marzo 2006, n. 4, Regione Lombardia

“Disciplina dello smaltimento delle acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne, in attuazione dell’articolo 52, comma 1, lettera a) della legge regionale 12 dicembre 2003, n. 26”

• UNI EN 858-1:2005

“Impianti di separazione per liquidi leggeri (per esempio benzina e petrolio) - Parte 1:

Principi di progettazione, prestazione e prove sul prodotto, marcatura e controllo qualità”

• UNI EN 858-2:2004

“Impianti di separazione per liquidi leggeri (ad esempio benzina e petrolio) - Scelta delle dimensioni nominali, installazione, esercizio e manutenzione”

• Regolamento Urbanistico Edilizio del Comune di Modena

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Oltre alle normative precedenti, per la progettazione del sistema di drenaggio si è fatto riferimento alle linee guida e alle specifiche tecniche in materia di fognature fornite dal gruppo Hera.

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2 DATI IDROLOGICI

Le condizioni più critiche, che il sistema idraulico oggetto di studio deve essere in grado di affrontare, sono relative a:

massima portata che la rete di drenaggio deve essere in grado di smaltire;

massimo volume che i dispositivi di accumulo e laminazione devono essere in grado di immagazzinare.

Tali condizioni critiche si verificano rispettivamente quando:

la durata dell’evento meteorico è dell’ordine dei minuti (pari al tempo di corrivazione del sottosistema idraulico in esame);

la durata dell’evento meteorico è dell’ordine delle ore.

La previsione quantitativa delle piogge nell’area di interesse è stata realizzata attraverso la determinazione della curva di possibilità pluviometrica individuante la relazione che intercorre tra il tempo di pioggia (t) e l’altezza d’acqua piovuta (h), secondo la seguente formulazione:

h = a ∙ t n

I parametri “a” ed “n” definiscono le caratteristiche statistiche degli eventi di pioggia più estremi e sono dipendenti dal tempo di ritorno specificato.

Tali parametri sono stati presi dal RUE di Modena e dalle linee guida di progettazione fornite da Hera.

Nella Tabella 2.1sono riportati i valori di a e n in funzione del tempo di ritorno e della durata dell’evento presenti nelle due fonti citate.

LINEE GUIDA HERA

Tempo di Ritorno d<1h d>1h

a1 [mm/h] n1 a2 [mm/h] n2

20 anni 45.5 0.34 42.5 0.235

50 anni 53.5 0.339 49.8 0.245

RUE MODENA

Tempo di Ritorno d<1h d>1h

a1 [mm/h] n1 a2 [mm/h] n2

20 anni 44.7 0.3193 44.7 0.2664

50 anni 52.1 0.3118 52.1 0.2643

Tabella 2.1Parametri della curva di possibilità climatica adottati nel territorio di Modena

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Come mostrato nei grafici riportati in Figura 2.1 ed in Figura 2.2, i parametri forniti dal RUE di Modena risultano essere più gravosi rispetto quelli forniti da Hera per cui in fase di dimensionamento e verifica degli elementi idraulici si è scelto di far riferimento ai primi.

Figura 2.1 Confronto curve di possibilità pluviometrica (RUE e Hera) - TR 20 anni

Figura 2.2 Confronto curve di possibilità pluviometrica (RUE e Hera) - TR 20 anni

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3 SISTEMA DI DRENAGGIO DI PROGETTO

Il sistema di drenaggio deve consentire la raccolta delle acque meteoriche cadute sulla superficie stradale ed il trasferimento dei deflussi fino ai recapiti.

In particolare, sono previste tre reti di smaltimento delle acque meteoriche tra loro separate:

• la prima che drena le acque meteoriche del lotto del nuovo stabilimento di Italpizza per convogliarle verso il torrente Tiepido rispettando il principio di invarianza idraulica e quindi una portata di 10 l/s*ha;

• la seconda,che raccoglie le portate provenienti dal parcheggio pubblico PP, dalla rotatoria di progetto e da via San Lorenzo, e che trasporta le acque fino a un fosso preesistente che parte da via Gherbella e arriva fino al Canale Diamante ipotizzando una portata massima di 5 l/s;

• La terza rete di drenaggio, infine, convoglia le portate meteoriche del parcheggio di Italpizza adiacente al vecchio stabilimento verso la linea di scarico esistente per poi riversarle anch’essa nel Canale Diamante (portata massima 3 l/s).

Le soluzioni utilizzate per lo smaltimento delle acque meteoriche dipendono dalle diverse situazioni ed esigenze che si incontrano nello studio della rete drenante e devono soddisfare due requisiti fondamentali:

Garantire, ai fini della sicurezza degli utenti ed in caso di forti precipitazioni, un immediato smaltimento delle acque meteoriche

Convogliare le acque di piattaforma ai punti di recapito senza causare problemi di insufficienza in quest’ultimo.

L’incremento delle aree impermeabilizzate comporta, infatti, un aggravio delle portate di piena in arrivo ai ricettori. Per garantire l’invarianza idraulica del sistema rispetto alla condizione ante operam, un importante componente del sistema di drenaggio è rappresentato dagli invasi di laminazione, che consentono un rilascio controllato delle portate ai ricettori.È inoltre prevista, sempre per il medesimo scopo, l’adozione di pavimentazioni drenanti per le aree destinate a parcheggio di proprietà di Italpizza.

Nei paragrafi seguenti vengono descritti più dettagliatamente i sistemi di drenaggio delle diverse aree oggetto di intervento (rappresentati nell’elaborato TPZAPSTD07

“Smaltimento delle acque meteoriche di piattaforma. Planimetria e dettagli”).

In generale, gli elementi utilizzati per il sistema di drenaggio, suddivisi in base alla loro funzione, sono i seguenti:

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Funzione Tipologia TR progetto Raccolta

caditoie

canalette grigliate continue canalette lineari a fessura

20 anni

Convogliamento Collettori 20 anni

Laminazione

Sovradimensionamento Diametri

Vasche in cls

50 anni

Tabella 3.1 Elementi sistemi di drenaggio e tempi di ritorno di progetto

3.1 Comparto Italpizza

All’interno del lotto ospitante il nuovo stabilimento di Italpizza, il sistema di drenaggio prevede la realizzazione di più reti tra loro separate. Una per lo smaltimento delle acque meteoriche del parcheggio, e due per il drenaggio delle acque della viabilità interna.

In generale, lo smaltimento delle acque di origine meteorica prevede la loro captazione mediante caditoie grigliate e il loro successivo allontanamento attraverso collettori in PVC.

A Sud dello stabilimento, in prossimità della zona di carico e scarico merci che risulta ribassata rispetto alla viabilità interna, le piogge vengono raccolte mediante una canaletta a fessura e una canaletta grigliata per poi essere convogliate nella rete di progetto mediante sollevamento. La vasca dell’impianto di sollevamento (VL2TPZ) sarà dimensionata in modo da garantire una laminazione della portata in ingresso per non appesantire ulteriormente la rete di progetto.

Le reti di collettori vanno a recapitare all’interno di una vasca di laminazione (VL1TPZ), per poi essere convogliate verso il recapito finale (S4), costituito dal torrente Tiepido. Tale invaso di laminazione risulta necessario, prima dello scarico finale, al fine di non appesantire il ricettore con la nuova portata in ingresso, maggiore rispetto alla condizione originale a causa dall’aumento di superficie pavimentata.

Prima della laminazione, l’acqua di piattaforma proveniente dalla zona di carico dei mezzi pesanti sarà sottoposta a trattamento; è ragionevole pensare che l’accumulo di inquinanti in tempo secco e il loro lavaggio operato dalla pioggia possa costituire un potenziale danno per il ricettore che può vedere arrivare tramite i collettori un carico inquinante non

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All’interno dell’area di progetto, inoltre, viene ripristinato il fosso a piede scarpata di via San Lorenzo, che ora riceverà solo l’acqua di scarpata, ed il suo collegamento con il fosso di guardia di via Gherbella.

L’intervento prevede anche la realizzazione di un parcheggio privato di competenza di Italpizza in adiacenza a via Vignolese, vicino allo stabilimento esistente.

In questo caso è prevista la raccolta delle acque avviene attraverso caditoie grigliate e il successivo allontanamento mediante collettori in PVC.

Il recapito finale (S2) è rappresentato dalla rete fognaria esistente, che sversa successivamente all’interno del Canale Diamante.

Per non appesantire tale rete, è prevista l’adozione di una vasca di laminazione interrata in calcestruzzo (VLPP),il cui svuotamento è regolato mediante impianto di pompaggio.

3.2 Parcheggio pubblico PP e viabilità esterna

Perquanto riguarda parcheggio pubblico PP e la restante viabilità esterna, la captazione dei deflussi avviene mediante caditoie grigliate; la rete di collettori, ad eccezione di via San Lorenzo, è costituita da tubi in c.a. DN800 e DN1000. Tali tubi, sovradimensionati rispetto a quelli necessari per il drenaggio delle acque, consentiranno, assieme ai relativi pozzetti, di immagazzinare il volume necessario alla laminazione prima dello scarico dei deflussi nel recapito finale (S3).

Per il drenaggio dei deflussi di piattaforma di Via San Lorenzo sono previsti dei collettori in PVC che recapitano le acque fino alla rete di tubazioni in c.a. che ne consente, come spiegato, la laminazione.

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4 PROGETTAZIONE DELLA RETE DI DRENAGGIO

Per quanto riguarda il corretto dimensionamento delle opere per la raccolta e lo smaltimento delle acque meteoriche, viene individuato il migliore assetto da assegnare al sistema rispetto ai recapiti finali tendo conto:

della sollecitazione meteorica di progetto

dei vincoli dettati dalle normative vigenti

dei vincoli dettati dalle prescrizioni degli Enti Competenti

delle opere esistenti per lo smaltimento delle acque meteoriche

della situazione morfologica dell’area

4.1 Calcolo delle portate di origine meteorica

La stima del valore della portata di progetto che sollecita, per assegnato tempo di ritorno, il sistema scolante e di conseguenza, il sistema di laminazione, viene effettuata mediante l'applicazione del metodo cinematico.

Il metodo cinematico o della corrivazione è basato sulle seguenti ipotesi:

gocce d’acqua cadute contemporaneamente in punti diversi del bacino impiegano tempi diversi per giungere alla sezione di chiusura;

il contributo di ogni singolo punto alla formazione della portata di bacino sia proporzionale all’intensità di pioggia in quel punto;

il tempo impiegato dalle gocce per raggiungere la sezione di chiusura sia caratteristico di ciascun punto ed invariante nel tempo.

4.1.1 Tempo di corrivazione

Il tempo di corrivazione caratteristico del bacino è il tempo necessario perché la goccia caduta nel punto idraulicamente più lontano raggiunga la sezione di chiusura.

Per le reti urbane il tempo di corrivazione tc è dato dalla somma di due termini:

𝑡𝑐 = 𝑡𝑎+ 𝑡𝑟

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tr rappresenta il tempo di rete ed è quello impiegato dalla particella per raggiungere, dal punto in ingresso alla rete, la sezione di chiusura ed è stimabile con la seguente relazione:

𝑡𝑟 = ∑ 𝐿𝑖

𝑣𝑟𝑖 𝑖

dove Li(m) è la lunghezza dell’i-esima tubazione della rete di drenaggio a monte della sezione in esame e vri (m/s) è la velocità di moto uniforme della corrente transitante nella i-esima tubazione.

Per i tratti di tubazione successivi al primo si utilizza come tempo di accesso ta il tempo di corrivazione più elevato dei tratti afferenti a monte, nel caso in cui sia effettivamente più elevato del tempo di accesso calcolato per il tratto di tubazione in esame.

4.1.2 Coefficiente di deflusso

La determinazione della pioggia netta avviene per depurazione della frazione lorda caduta sul terreno considerando che una parte di questa si perde per effetto di infiltrazione e detenzione superficiale.

In Tabella 4.1 sono rappresentati i coefficienti di deflusso indicati nelle linee guida fornite da Hera in funzione del tempo di ritorno.

Tempo di Ritorno Superfici Impermeabili

ϕ IMP Superfici Permeabili ϕ PERM

20 anni 0.90 0.20

50 anni 0.90 0.25

Tabella 4.1 Coefficienti di deflusso

Le aree semipermeabili, quali i parcheggi drenanti saranno computate per metà come permeabili e metà come impermeabili.

Detto ϕ il coefficiente di deflusso relativo alla superficie i-esima Si, il valore medio del coefficiente relativo ad aree caratterizzate da differenti valori di ϕ si ottiene con una media ponderata:

𝜑 =∑ 𝜑𝑖𝑆𝑖

𝑆𝑖

4.1.3 Calcolo della portata di progetto

Con il metodo cinematico la portata per la quale dovrà essere progettato il sistema di drenaggio è pari alla portata massima di colmo prodotta da un’intensità di pioggia i in un bacino di superficie S e vale:

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𝑄 = 𝜑𝑆𝑖 = 𝜑𝑆𝑎𝑡𝑐𝑛−1

dove:

φ: coefficiente di deflusso del bacino;

S (m2): superficie del bacino;

tc (ore): tempo di corrivazione;

𝑖 = 𝑎𝑡𝑐𝑛−1 (mm/h): intensità di pioggia per assegnato tempo di ritorno.

4.2 Dimensionamento e verifica della rete di drenaggio

4.2.1 Condotte e canalette

La verifica delle sezioni idrauliche viene effettuata ipotizzando che ciascun tratto di ramo sia percorso tutto dalla stessa portata e in condizioni di moto uniforme, utilizzando nella determinazione della portata la formula di Gauckler-Strickler:

𝑄 = 𝑘𝑠𝐴𝑅23𝑖𝑙12 dove:

Q (m3/s): portata di moto uniforme;

A (m2): area bagnata;

ks (m1/3/s): coefficiente di scabrezza di Gauckler-Strickler;

R (m): raggio idraulico;

il (m/m): pendenza longitudinale.

Per i collettori, fissati un coefficiente di scabrezza ks ed una pendenza longitudinale il, si è in grado di determinare, mediante la relazione precedente, la combinazione di diametro e grado di riempimento che danno luogo ad una portata Q pari a quella massima di progetto, calcolata con il metodo cinematico.

I collettori utilizzati sono in PVC classe SN8. Si riportano di seguito i diametri interni ed esterni delle tubazioni in oggetto ed il coefficiente di scabrezza utilizzato. In tabella sottostante vengono riportati i coefficienti di scabrezza utilizzati.

Tubi PVC - classe SN8 Ks = 80 [m1/3/s]

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Nella determinazione del diametro ottimale, si è verificato la velocità fosse compresa tra 0.5 e 2 m/s che il riempimento della condotta fosse inferiore all’80% ed in particolare minore del 70% per le aree di cessione secondo quanto previsto dalle linee guida di Hera.

In generale La rete di smaltimento delle acque meteoriche di piattaforma è costituita da collettori in PVC di diametro che varia da 250mm a 630mm con pendenze da 0.2% a 0.5%

fino ad un massimo del 5% su Via San Lorenzo.

I valori di portata e area drenata per diametro e pendenza del collettore sono riportati nella seguente tabella. I collettori in progetto risultano verificati.

Tabella 4.3 Tabulati di portata e area drenata per diametro e pendenza collettori

Per quanto riguarda le canalette, fissato un coefficiente di scabrezza ksed una pendenza longitudinale il, e note le caratteristiche geometriche della sezione, si è in grado di stimare, mediante la relazione precedente, la portata Q pari a quella massima di progetto calcolata con il metodo cinematico, definendo quindi il tirante nella sezione idraulica di verifica.

4.2.2 Caditoie stradali

La raccolta delle acque meteoriche è effettuata con griglie asolate rialzabili in ghisa sferoidale, classe C250, secondo la Norma EN 124 e telaio di dimensioni interne 400 x

DN Di nt [mm] tc (min) p [%] Q [l/s] v [m/s] S [mq] Q [l/s] v [m/s] S [mq]

250 235.4 6 0.5 36.5 1.0 681 31.2 1.0 582

250 235.4 6 2 73.0 2.0 1362 62.5 1.9 1167

250 235.4 6 4 103.1 2.8 1924 88.4 2.7 1649

250 235.4 6 5 115.7 3.1 2160 98.9 3.0 1846

315 296.6 6 0.2 42.7 0.7 797 36.6 0.7 683

315 296.6 6 0.3 52.3 0.9 976 44.8 0.9 834

315 296.6 6 0.5 67.6 1.1 1262 58.1 1.1 1083

400 376.6 6 0.2 80.8 0.8 1507 63.4 0.8 1295

400 376.6 6 0.3 99.0 1.0 1847 84.9 1.0 1583

400 376.6 6 0.5 127.8 1.3 2386 110.1 1.3 2056

500 470.8 6 0.2 146.3 1.0 2731 125.9 1.0 2350

500 470.8 6 0.3 179.3 1.2 3347 154.1 1.2 2875

500 470.8 6 0.5 231.6 1.5 4324 199.0 1.5 3715

600 593.2 6 0.2 270.8 1.1 5056 233.7 1.1 4362

600 593.2 6 0.3 331.9 1.4 6195 286.0 1.4 5337

600 593.2 6 0.5 428.7 1.8 8002 365.5 1.8 6826

Riempimento 70%

Riempimento 80%

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dell’acqua raccolta dalla caditoia nella dorsale portante verrà realizzata con fognoli che si innesteranno direttamente ai pozzetti.

Per quanto riguarda la captazione delle acque meteoriche, nel progetto in esame si è fatto in modo che ogni caditoia drenasse una superficie non superiore a 200 m2 ed inferiore a 150 m2 per quanto riguarda l’area di cessione secondo quanto indicato nelle linee guida di Hera.

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5 LAMINAZIONE DELLE PORTATE

Al fine di non appesantire i ricettori con una portata maggiore derivante dall’aumento di superficie pavimentata, occorre prevedere accorgimenti specifici in modo da garantire l’invarianza idraulica del sistema.

5.1 Calcolo dei volumi di invaso

Il calcolo del volume da destinare alla laminazione viene eseguito facendo ricorso al metodo definito “delle sole piogge” che risulta essere più cautelativo rispetto altri metodi.Tale volume è calcolato differenza tra il volume che affluisce all’invaso ed il volume uscente:

𝑊 = 𝑊𝑒− 𝑊𝑢

definiti come:

𝑊𝑒 = 𝜑 ∙ 𝐴 ∙ 𝑎 ∙ 𝑡𝑝𝑛 𝑊𝑢 = 𝑄𝑢∙ 𝑡𝑝

Il volume massimo si ottiene per la precipitazione di durata tv che risulta essere critica per l’invaso.

Ponendo quindi:

𝑑𝑊 𝑑𝑡 = 0 si ottiene 𝑡𝑣 = ( 𝑄𝑢

𝜑 ∙ 𝐴 ∙ 𝑎 ∙ 𝑛)

1 𝑛−1

che sostituito nel calcolo del volume fornisce il volume massimo di invaso per il quale esso deve essere progettato.

Il calcolo del volume da destinare alla laminazione è stato eseguito per un tempo di ritorno pari a 50 anni e imponendo una portata uscente costante pari a 10 l/s ha, come indicato nel RUE di Modena.

5.1.1 Vasche di laminazione del comparto Italpizza

Per quanto riguarda il comparto Italpizza, la laminazione delle portate drenate dalla piattaforma stradale e dalle coperture dello stabilimento avviene mediante la realizzazione di una vasca di laminazione (VL1 ).

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Complessivamente, la superficie impermeabile drenata risulta essere pari a circa 27140 m2dei quali 24851 m2 sono impermeabili e i restanti permeabili. Utilizzando un coefficiente udometrico di 10 l/(s∙ha), il volume complessivo da invasare per garantire l’invarianza idraulica pari a circa 1341 m3 per un tempo critico di circa 4,93h.

L’invaso per la laminazione è costituito da una vascadi lunghezza pari a 60m e larghezza pari a 6m, altezza utile 4.00 m per un volume di invaso complessivo di 1440 m3. Per tale vasca è stato stimato un tempo di svuotamento di circa 14 ore ipotizzando la vasca piena e la portata in uscita costante e pari a 27.14 l/s.

In Tabella 5.1 è riportato il tabulato di calcolo del volume della vasca.

VOLUME VL1TPZ

Area totale Atot 27140 mq

Coeff. di deflusso medio ϕmedio 0.85 - Parametri curva LSPP a 52.100 mm/hn

n 0.264 -

Coefficiente udometrico qlim 10.00 l/(s ha)

Portata uscente Qu 27.14 l/s

Tempo di piogga θp 4.93 h

Portata entrante Qe 102.69 l/s

Volume da invasare Vi 1340 mc

Definizione geometria vasca

Larghezza Largh. 6.00 m

Lunghezza Lungh. 60.00 m

Altezza tirante h 4.00 m

Volume invasato Vi 1440 mc

Tabella 5.1Tabulato di calcolo relativo alla vasca di laminazione VL1TPZ del comparto Italpizza

(22)

l’acqua verso un fosso preesistente e in un’area allagabile (vedere dettagli Tav.

TPZAPSTD07).

Per quanto riguarda invece lo stabilimento di progetto, l’area di carico e scarico merci si trova ad una quota più bassa rispetto alla rete principale e quindi necessita di un sistema di sollevamento per poter essere convogliata nel collettore stradale. Si è deciso pertanto di laminare le acque provenienti da tale area assieme a quelle della parte sud di via San Lorenzo in modo da versare una portata minore nella rete di collettori di progetto. La laminazione viene realizzata mediante una vasca in calcestruzzo interrata (VL2TPZ).

La superficie impermeabile drenata, costituita dal piazzale di carico e scarico merci e dalla porzione di piattaforma stradale di via San Lorenzo a sud del tunnel di collegamento, è di circa 1204 m2 e il volume complessivo da invasare risulta essere pari a circa 65 m3 per un tempo critico di 5,37 h.

Si sceglie quindi di adottare una vasca di dimensioni 7x3,8 m e altezza utile pari a 2,50 m, garantendo in questo modo un volume invasato di 67 m3.

Lo svuotamento della vasca avviene mediante sistema di pompaggio.

In Tabella 5.2 è riportato il tabulato di calcolo del volume del fosso di laminazione.

VOLUME VL2TPZ

Area totale Atot 1204 mq

Coeff. di deflusso medio ϕmedio 0.90 - Parametri curva LSPP a 52.100 mm/hn

n 0.264 -

Coefficiente udometrico qlim 10.00 l/(s ha)

Portata uscente Qu 1.20 l/s

Tempo di piogga θp 5.37 h

Portata entrante Qe 4.56 l/s

Volume da invasare Vi 65 mc

Definizione geometria vasca

Larghezza Largh. 7.00 m

Lunghezza Lungh. 3.80 m

Altezza tirante h 2.50 m

Volume invasato Vi 67 mc

Tabella 5.2Tabulato di calcolo relativo alla vasca di laminazione VL2TPZ del comparto Italpizza

(23)

5.1.2 Vasca di laminazione parcheggio P765 via Vignolese

Per la laminazione delle portate drenate dal parcheggio adiacente a via Vignolese di competenza di Italpizza si sceglie di adottare una vasca interrata in calcestruzzo.

La superficie impermeabile drenata è di circa 3802 m2, 3182m2 sono impermeabili e i restanti permeabili.Imponendo una portata in uscita pari a 3 l/(s∙ha), il volume complessivo da invasare risulta essere pari a circa 188 m3 per un tempo critico di 6.25h.

Si sceglie quindi di adottare una vasca di dimensioni 5,00x14,00 m e altezza utile pari a 2,70 m, garantendo in questo modo un volume invasato di 189 m3.

Si riportanoin Tabella 5.3 i tabulati di calcolo per la determinazione del volume della vasca.

Anche per tale vasca è stato calcolato il tempo complessivo di svuotamento, pari a circa 15 ore.

Lo svuotamento avviene mediante impianto di sollevamento che attraverso tubi in pressione trasporta le acque fino alla rete fognaria esistente che le invia al Canale Diamante.

VOLUME VLP

Area totale Atot 3802 mq

Coeff. di deflusso medio ϕmedio 0.79 - Parametri curva LSPP a 52.100 mm/hn

n 0.264 -

Coefficiente udometrico qlim 10.00 l/(s ha)

Portata uscente Qu 3.00 l/s

Tempo di piogga θp 6.25 h

Portata entrante Qe 11.35 l/s

Volume da invasare Vi 188 mc

Definizione geometria vasca

Larghezza Largh. 5.00 m

Lunghezza Lungh. 14.00 m

(24)

5.1.3 Invaso Laminazione parcheggio PP e viabilità esterna

Come già detto, si prevede la laminazione dei deflussi provenienti dal parcheggio PP e dalla viabilità esterna adiacente mediante sovradimensionamento dei collettori.

Questa soluzione consiste nel realizzare condotte di diametro maggiore rispetto a quello necessario per smaltire la portata di progetto, contando di realizzare l’invaso necessario direttamente nella rete.

In questo caso la superficie totale risulta essere pari a 6700 mq di cui 1400 permeabili ed i restanti impermeabili.

Come già detto, il recapito sarà un fosso che scorre perpendicolare a via Gherbella e che sfocia direttamente nel canale Diamante. Il dimensionamento del volume da invasare, il cui metodo di calcolo è lo stesso utilizzato per le vasche di laminazione, è stato calcolato ipotizzando una portata in uscita pari a 5 l/s, mentre il volume da immagazzinare per la laminazione risulta essere pari a 320 mc.

L’invaso sarà costituito da collettori in cls e dai rispettivi pozzetti, in particolare:

• tubazioni in cls DN800 → L = 463.40 m

• pozzetti 120x120cm → n. 37

• tubazioni in cls DN100 → L = 80.40 m

• pozzetti 140x140cm → n. 4

Tale sistema di collettori e pozzetti consente l’invaso di 350 mq circa di acqua considerando un tirante di circa 800mm per le condotte con diametro 1000mm e di 68mm per le condotte di diametro 800, ossia con un riempimento delle tubazioni pari all’80%.

Lo svuotamento dell’invaso avviene a gravità verso un posso preesistente collegato direttamente con il Canale Diamante mediante un pozzetto che contiene una strozzatura che permette di far defluire in una condotta in cls di diametro 600 mmuna portata pari a 5 l/s in corrispondenza del massimo invaso.

La strozzatura è caratterizzata da un setto in calcestruzzo con una apertura di dimensioni 4x10 cm, dimensionato utilizzando la formula

Q = μ S √2 𝑔 ℎ,

(25)

Vedere Tav. TPZAPSTD07b per i particolari.

Di seguito la tabella riassuntiva contenente i diametri utilizzati per la laminazione e per lo smaltimento nel fosso sopra citato.

VOLUME DI LAMINAZIONE VLPP

Area totale Atot 6700 mq

Coeff. di deflusso medio ϕmedio 1 -

Parametri curva LSPP a 52 mm/hn

n 0 -

Coefficiente udometrico qlim 10 l/(s ha)

Portata uscente Qu 0 l/s

Tempo di piogga θp 5.00 h

Portata entrante Qe 18.9 l/s

Volume da invasare Vi 320 mc

Volume invasato collettori DN800

Lunghezza totale collettori L 463.40 m Dimensione pozzetto (axb) a = b 120.00 m

Numero pozzetti n 37 m

Volume invasato V 233.78 mc

Volume invasato collettori DN1000

Lunghezza totale collettori L 80.40 m Dimensione pozzetto (axb) a = b 140.00 m

Numero pozzetti n 4 m

Volume invasato V 120.81 mc

(26)

6 IMPIANTI DI SOLLEVAMENTO

6.1 Criteri generali di dimensionamento

Le vasche di laminazione a servizio delle due aree di cessione prevedono uno svuotamento a portata regolata mediante impianto di sollevamento.

Una volta definita la portata da sollevare, per il dimensionamento delle pompe occorre conoscere la prevalenza da superare.

È noto che la prevalenza ΔH è definita dalla somma di due termini:

ΔH = ΔHgeo + ΔHf dove:

ΔHgeoè il dislivello compreso tra la quota minima cui si trova l’acqua da sollevare (la quota cui si trova il girante della pompa) e la quota massima che deve raggiungere l’acqua.

ΔHf: sono le perdite di carico, divise in perdite di carico continue e localizzate.

Il dislivello geodetico è dato dalla geometria del problema. Le perdite di carico si possono invece calcolare con le seguenti relazioni.

Per le perdite di carico continue si può usare una delle numerose formule presenti in letteratura, ad esempio la formula di Colebrook:

∆𝐻𝑓𝐶 = 𝐽 ∙ 𝐿 = (𝛽𝐶∙ 𝑄2∙ 𝐷−5) ∙ 𝐿 dove:

L: lunghezza totale della tubazione;

βC: valore della scabrezza della tubazione secondo Colebrook (da opportune tabelle);

Q: portata sollevata dalla pompa;

D: diametro della tubazione.

Le perdite localizzate si possono invece esprimere con la seguente relazione:

∆𝐻𝑓𝐿 = 𝐾 ∙𝑣2 2𝑔 dove:

K: Coefficiente numerico di perdita di carico

v: velocità nella condotta.

In Tabella 6.1sono riportati i coefficienti numerici per le perdite di carico concentrate maggiormente utilizzati.

(27)

Perdite di carico localizzate Installazione Coefficiente K

Gomito a 90° 0.75

Giunto a T 2.00

Valvola a saracinesca 0.25 Valvola di controllo 0.30

Tabella 6.1 Coefficienti numerici per le perdite di carico concentrate

6.2 Elettropompe

Vengono di seguito descritte e verificate le pompe per lo svuotamento delle vasche che saranno inserite in appositi vani delle vasche stesse.

Impianto di progetto per la vasca di laminazione del parcheggio P765 di Italpizza

È previsto un sistema di sollevamento composto da2 pompe, di cui una in servizio e una di riserva; le pompe devono avere una portata nominale pari alla portata totale da sollevare.

Q tot = 3,80 l/s

Le caratteristiche del sistema di pompaggio sono quindi le seguenti:

n. 2 pompe sommergibili (1+1 di riserva) da 30l/s ciascuna, con prevalenza massima 2.99 m e con potenza di almeno:

𝑃 =9,81 ∙ 3 ∙ 10−3∙ 2,99

0,75 = 0,118 𝑘𝑊

Impianto di progetto per la vasca di laminazione VL1TPZ del comparto Italpizza

È previsto un sistema di sollevamento composto da 2 pompe, di cui una in servizio e una di riserva; le pompe hanno una portata nominale pari almeno alla portata totale da sollevare.

(28)

Impianto di progetto per la vasca di laminazione VL2TPZ del comparto Italpizza

È previsto un sistema di sollevamento composto da 2 pompe, di cui una in servizio e una di riserva; le pompe hanno una portata nominale pari almeno alla portata totale da sollevare.

Q tot = 1,04 l/s

Le caratteristiche del sistema di pompaggio sono quindi le seguenti:

n. 2 pompe sommergibili (1+1 di riserva) da 2 l/s ciascuna, con prevalenza massima 2,82 m e con potenza di almeno:

𝑃 =9,81 ∙ 2 ∙ 10−3∙ 4.43

0,75 = 0,07 𝑘𝑊

(29)

7 IMPIANTO DI TRATTAMENTO

Le acque meteoriche raccolte sulla piattaforma stradale dell’area destinata al carico e scarico del nuovo stabilimento verranno convogliate in una rete contenente in serie una vasca per il trattamento delle acque di prima pioggia (VPPTPZ) ed una vasca di laminazione (VL2TPZ) per il cui dimensionamento si rimanda al capitolo sulla laminazione delle portate.

Un pozzetto scolmatore consente, una volta riempita la vasca di prima pioggia e quindi separata la componente meteorica più inquinata, di convogliare la parte rimanente direttamente verso la vasca di laminazione.

7.1 Principio di funzionamento e dimensionamento della vasca di prima pioggia

La vasca di prima pioggia ha il compito di trattenere quella parte del volume dell’evento meteorico che contiene la parte più consistente del carico inquinante.

In Emilia-Romagna la D.G.R. n.286/05 definisce acqua di prima pioggia i primi 2,5 – 5 mm di acqua meteorica di dilavamento uniformemente distribuita su tutta la superficie scolante (il parametro più elevato per superfici contribuenti comprese in aree a destinazione produttiva/commerciale). La D.G.R. 1860/06 rappresenta le Linee Guida per dimensionare e gestire tali manufatti.

Si è scelto di dimensionare tale vasca considerando a favore di sicurezza i primi 5 mm dell’evento meteorico. A tale altezza corrisponde ad un volume di invaso pari a 50 mc/ha.

Dato che, complessivamente, l’area afferente all’impianto risulta essere pari a circa 1150 m2, il volume della vasca di prima pioggia dovrà essere complessivamente 5,75 mc. Si scegliere di assegnare a tale manufatto un’altezza pari a 1.5 m e una superficie in pianta di 4 mq, per un volume totale di 6 mc.

In tabella sotto è riportato quanto appena detto.

(30)

DIMENSIONAMENTO VASCA PRIMA PIOGGIA Area impermeabile (mq) Aimp 1150,00 mq Area impermeabile (mq) Aimp 0,12 mq Volume di pioggia VPP 50 mc/ha Volume di pioggia VPP 5,75 mc

Altezza vasca hpp 1,500 m

Superficie spp 4 mq

Lato lpp 2 m

Una volta che tale quantitativo di acqua è stato catturato e trattato, mediante un sistema in pressione separato da quello della vasca di laminazione (VL2TPZ), essa sarà ricondotta in un secondo momento alla rete di smaltimento delle acque meteoriche che convoglia le acque verso il torrente Tiepido.

7.2 Requisiti tecnici

Gli impianti di separazione per liquidi leggeri e i rispettivi componenti devono essere conformi ai requisiti relativi al materiale specificato.

Gli impianti di separazione possono essere realizzati con:

calcestruzzo non armato, fibrocemento, calcestruzzo armato;

materiali metallici: ghisa, acciaio inossidabile, acciaio;

materie plastiche: materie plastiche rinforzate con fibre di vetro, polietilene.

Calcestruzzo

Il calcestruzzo deve soddisfare la classe di resistenza alla compressione minima C 35/45 in conformità al punto 4.3.1 della EN 206-1:2001.

Materiali di tenuta

Per gli impianti di separazione devono essere utilizzati esclusivamente elastomeri (gomma) omateriali di tenuta elastici permanenti. Non devono essere utilizzati malta di cemento e cementisigillanti o composti simili.

Le guarnizioni di gomma devono soddisfare i requisiti della EN 681-1, tipo WC, e la loro durezza peri giunti non deve essere minore di 40 IRHD, conformemente alla ISO 48.

Le guarnizioni di elastomeri continuamente a contatto con acque reflue e/o liquidi leggeri devonosoddisfare i requisiti della EN 682, Tipo GB.

Classi di separatori

(31)

Esistono due classi di separatori, definita sulla base del contenuto massimo ammissibile di olioresiduo. Questo parametro viene garantito in funzione della tecnica di separazione che può essere:

Classe I: contenuto massimo ammissibile = 5,0 mg/l (Separatori coalescenti);

Classe II: contenuto massimo ammissibile = 100 mg/l (Separatori a gravità).

Negli impianti in progetto saranno utilizzati separatori di CLASSE I.

Dimensioni nominali (NS)

Le dimensioni nominali preferenziali per impianti di separazione per liquidi leggeri sono:1, 5, 3, 6, 10, 15, 20, 30, 40, 50, 65, 80, 100, 125, 150, 200, 300, 400 e 500, dove il numero indica la portataespressa in l/s.

(32)

8 TRATTAMENTO DELLE ACQUE REFLUE MEDIANTE IL DIMENSIONAMENTO DI UNA FOSSA IMHOFF

Viene previsto il dimensionamento di una fossa Imhoff per l’allontanamento di acque reflue, dotati di un comparto per la sedimentazione e la digestione dei fanghi. Dopo il deposito nella fossa, l’allontanamento avverrà tramite una rete in pressione che allontana le acque verso un pozzetto esistente e poi ad una rete di scarico anch’essa già presente.

L’allontanamento da pozzetto esistente alla rete di scarico avverrà tramite pompaggio senza incrementarne la portata attuale rispettando il limite massimo in fognatura di 4 l/sec.

Il dimensionamento avverrà considerando il numero di abitanti previsto all’interno dei locali (336 ab) e considerando un abitante equivalente ogni tre abitanti, come riportato nelle

“Linee guida Arpae per il trattamento delle acque reflue domestiche” (2002). In tale documento è riportato anche che le fosse Imhoff devono avere una capacità minima di 250 litri per abitante equivalente, così ripartite:

• comparto di sedimentazione capacità di 50 litri per a.e.

• comparto di digestione capacità di 200 litri per a.e.

Si sceglie quindi una vasca Imhoff che abbia una capacità di 250 litri per abitante equivalente, ossia 28000 litri.

Per quanto riguarda Il polo direzionale Il Moro, esso possiede già una fossa Imhoff la quale sarà mantenuta; si prevede però che le acque reflue in uscita da essa avranno lo stesso recapito del polo logistico.

Di seguito l’inquadramento planimetrico del sistema di allontanamento di acque reflue domestiche.

(33)

Figura 8.1. Inquadramento planimetrico del sistema di smaltimento di acque reflue domestiche

(34)

9 VASCA DI RIUTIZZO DELLE ACQUE METEORICHE

Si prevede la realizzazione di una vasca (VR1tpz) per il riutilizzo delle acque meteoriche provenienti dai pluviali.

Tale acqua verrà immagazzinata all’interno di una vasca e riutilizzata sia per l’irrigazione sia per i servizi igienici. Mediante un pozzetto scolmatore, qualora la vasca raggiungesse il livello di massima, esso convoglierà la portata in eccesso alle condotte che portano le acque provenienti dal dilavamento superficiale alla vasca di laminazione VL1 TPZ.

Per quanto riguarda il dimensionamento dell’area destinata a scopi irrigui, considerando una porzione di verde complessivo pari a 1000 m2 e considerando un consumo annuale di 300 litri per metro quadro, il fabbisogno mensile sarà pari a 25 mq al mese. A partire da tale dato, ipotizzando di avere almeno due eventi piovosi al mese che portino al completo riempimento della vasca, si sceglie di destinare 13 mq di area complessivi per l’irrigazione.

Per quanto riguarda invece i servizi igienici si ipotizza un consumo giornaliero di 30 litri per abitante. Considerando che l’afflusso medio all’interno dei locali è stimato pari a 110 abitanti, si sceglie di destinare ai servizi igienici una porzione di area pari a 50 mq.

Le dimensioni complessive della vasca sono quindi pari a 5*10*1.5, per un totale di 75 metri cubi.

Si precisa che, data la presenza di aree contenenti impianti con oli ed altri liquidi, le acque destinate alla vasca VR1tpz di riutilizzo saranno solo quelle provenienti dalle coperture di aree non contaminabili; per le altre, invece, è prevista una rete separata che si ricongiunge a quella principale destinata alla vasca di laminazione VL1TPZ; mediante quindi l’accumulo provvisorio in tale vasca e successivo allontanamento saranno gestiti eventuali sversamenti dalle aree possibilmente inquinanti.

(35)

10 SCARICO NEL TORRENTE TIEPIDO

Per quanto riguarda lo scarico nel torrente Tiepido, esso convoglierà come già detto una portata massima di 10 l/s*ha, rispettando quindi il principio di invarianza idraulica.

In questo paragrafo viene descritto in maniera più accurata lo scarico, con particolare riferimento ai manufatti idraulici che lo compongono e ad eventuali effetti di rigurgito che potrebbero avvenire nel caso di innalzamento del livello del suddetto torrente.

Il sistema di pompaggio descritto nei paragrafi precedenti consente di convogliare l’acqua meteorica di piattaforma del nuovo polo logistico.

Tale acqua viene laminata mediante una vasca di laminazione posta ad una quota di fondo di 41.26 m s.l.m. ed allontanata tramite le suddette pompe posizionate a fondo vasca. L’ acqua viene scaricata in un collettore di diametro nominale DN315 posto ad una quota di fondo di circa 45.30 m s.l.m. di lunghezza circa 300 m che consente lo scarico nel torrente Tiepido, posto ad una quota di fondo tubo della sezione di scarico pari a 45.00 m s.l.m., rispettando i livelli di riempimento massimi consentiti.

Al fine di ovviare ad eventuali effetti di rigurgito dovuti ad un possibile innalzamento dei livelli del torrente Tiepido oltre la quota dello scarico, è stata predisposta una valvola di sicurezza di tipo clapet lungo il percorso per interrompere temporaneamente lo scarico; in tale situazione l’acqua proveniente dal nuovo polo logistico viene deviata da un pozzetto scolmatore posto ad una distanza di circa 70 m dallo stabilimento verso un fosso e un’area depressa adiacente al percorso.

Per la stima dei livelli di piena del Torrente Tiepido e’ di seguito riportata una mappatura delle fasce fluviali PAI con evidenziata l’area di nostro interesse e la corrispondente sezione di riferimento e, subito dopo, una tabella con i massimi livelli idrometrici relativi alla piena Tr20 e Tr200 pubblicati da AIPO in sede di PGRA per tale sezione fluviale.

(36)

Figura 10.1 Mappatura delle sezioni PAI 2016

Figura 10.3 Livelli di portata Tr20 e Tr200 per Sezioni PAI

(37)

Come si può vedere dalle tabelle riportate, per quanto riguarda la sezione 013, immediatamente a monte del nostro punto di scarico, la quota idrica per un tempo di ritorno pari a 20 si assesta su 44.93 m s.l.m., inferiore alla quota di fondo tubo pari a 45.00 m. s.l.m., come riportato di sopra.

Solamente per un tempo di ritorno pari a 200, invece, il livello idrico nella sezione si assesta su 45.54 m. s.l.m., superando di circa 20 cm la quota superiore della condotta di scarico.

Si ipotizza che in condizioni di tempo di ritorno pari a 200 la permanenza dei livelli idrici sopra la quota di scorrimento all’interno della condotta sia pari a 5 ore.

In tale situazione, si prevede la chiusura della valvola clapet per 5 ore e la deviazione dell’acqua verso il fosso e l’area depressa esistente da parte del pozzetto scolmatore.

Dal momento in cui la valvola clapet si chiude, il livello dell’acqua nella condotta DN315 raggiunge la quota della soglia del pozzetto scolmatore pari a 45.40 m. s.l.m. e provoca un allagamento progressivo del fosso esistente e successivamente dell’area depressa adiacente.

La portata dell’acqua proveniente dalla vasca di laminazione che in questa configurazione viene fatta convogliare nelle aree sopra descritte è pari a 27,14 l/s, in accordo con la portata in uscita dalla vasca di laminazione mediante il sistema di pompaggio.

Ipotizzando che la quota di pelo libero dell’acqua del torrente Tiepido rimanga più alta della quota di scarico del collettore DN315 in progetto per una durata di 5 h il volume di acqua da invasare è pari a circa 488 m3.

Si riporta di seguito uno scenario di allagamento con un tirante medio di 10 cm.

(38)

Figura 10.3 Area soggetta ad allagamento per un tempo di 5 ore

Per quanto riguarda la viabilità su via Gherbella ed il relativo fosso, si sottolinea come siano protetti da un’arginatura a quota tale per cui non risulta soggetta ad eventuali allagamenti.

Di seguito un particolare con le quote dell’arginatura e del rilevato stradale.

(39)

Figura 10.4 Particolare allagamento con evidenziate le quote del rilevato stradale e della scarpata di protezione

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