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Anche i punteggi ottenuti alla YMRS differivano significativamente (p=0.001)

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Academic year: 2021

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RIASSUNTO

Nonostante l’abbondante ricerca, la diagnosi e la classificazione dei disturbi psicotici è esclusivamente basata su segni e sintomi o sulla descrizione del comportamento riportata dai pazienti stessi o valutata dagli operatori.

Attualmente le conoscenze scientifiche non consentono ancora di migliorare la classificazione diagnostica stratificando i pazienti in gruppi più omogenei sulla base dei meccanismi neurobiologici che sottendono le entità cliniche.

Il crescente interesse nella ricerca di biomarcatori proteici deriva dalla possibilità, con le attuali tecnologie, di studiare migliaia di proteine in un solo esperimento.

Scopo dello studio oggetto di questa tesi è l'individuazione di biomarcatori proteici nei linfociti di pazienti con disturbi psicotici in fase acuta confrontati con pazienti psichiatrici con disturbi d'ansia o depressivi senza anamnesi di episodi psicotici.

Metodo: i due gruppi (psicosi in fase acuta e controlli psichiatrici non psicotici), sono stati valutati attraverso strumenti clinici (SCID-I, PANSS, YMRS, HAM-A, HAM-D, SCI-MOOD e SCI-PSY) e mediante un prelievo di 30 ml di sangue periferico. Dal sangue sono stati separati i linfociti e da questi sono stati preparati gli estratti proteici da sottoporre ad elettroforesi bidimensionale (2-DE). I pattern proteici ottenuti sono stati messi a

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confronto utilizzando il software Progenesis Same Spot ed è stata effettuata l’analisi statistica univariata (Anova) e multivariata (PCA).

Risultati: i due gruppi hanno dimostato differenze statisticamente significative nel punteggio totale alla PANSS (p<0.001), nel punteggio paziale della PANSS per sintomi positivi (p<0.001); per sintomi negativi (p=0,05), e per la psicopatologia generale (p=0.002) confermando i criteri di inclusione e appartenenza ai gruppi. Anche i punteggi ottenuti alla YMRS differivano significativamente (p=0.001). Mentre i due gruppi non differiscono in modo statisticamente significativo per quanto riguarda i punteggi ottenuti alla HAM-A e alla HAM-D.

L'elettroforesi bidimensionale ha messo in evidenza differenze significative nel profilo proteico linfocitario fra i due gruppi, in particolare per gli spots 1083, 1088 e 815. Dall’analisi multivariata si osserva una buona separazione tra le due classi analizzate, con un valore di t1 per la prima componente del 54%. Una separazione all’interno della classe è evidenziata dal valore della seconda componente t2=19.7% che sottolinea una leggera divergenza tra i pool della stessa classe. Questo fenomeno è visibile sia nel gruppo con psicosi acuta che all’interno del gruppo di controlli psichiatrici.

Conclusioni: i risultati dell'elettroforesi bidimensionale evidenziano l'esistenza di differenze significative del proteoma linfocitario dei pazienti con psicosi acute rispetto ai controlli psichiatrici. Si tratta di uno studio

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esplorativo preliminare effettuato su un campione esiguo di pazienti e per questo motivo al momento non è possibile formulare delle ipotesi circa il significato di queste differenze. Inoltre i controlli psichiatrici, in questa fase del reclutamento non sono demograficamente e clinicamente accoppiati ai pazienti in fase acuta. Questi dati suggeriscono la necessità di analizzare singolarmente ogni soggetto e di estendere il campione.

Tutti gli spot differenzialmente espressi verranno infine opportunamente trattati tramite spettrometria di massa per l’identificazione delle proteine che permetterà la formulazione di ipotesi circa l'origine e i meccanismi biologici alla base delle differenze tra classi.

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