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(1)INTRODUZIONE Le micosi umane ed animali sono considerate infezioni emergenti

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INTRODUZIONE

Le micosi umane ed animali sono considerate infezioni emergenti. Tra queste le micosi profonde/sistemiche sono caratterizzate da elevata mortalità, mentre le micosi superficiali possono avere importanti implicazioni nell’igiene pubblica e nel benessere animale.

L’uso spesso indiscriminato di antimicotici ha determinato l’emergenza di ceppi farmaco resistenti.

Gli animali possono svolgere il ruolo di serbatoi di tali miceti, pertanto appare utile l’acquisizione di informazioni sulla sensibilità di isolati fungini animali ed ambientali a diversi principi terapeutici.

In questi ultimi anni si è assistito ad una crescita di interesse verso i rimedi terapeutici non convenzionali in campo della medicina umana e veterinaria.

Gli antimicotici naturali hanno destato molto interesse in virtù delle loro proprietà, specialmente se messi a confronto con i prodotti di sintesi che in molti casi mostrano problemi di tollerabilità e tossicità e non per ultimo, un sempre maggior numero di casi di resistenza.

I funghi o miceti sono organismi eucarioti appartenenti al superegno Eukaryota e al regno Fungi, filogeneticamente più vicino al regno Animalia che al regno Plantae.

Sono specie per lo più saprofite che vivono nell'ambiente e fanno parte della fisiologia dell'organismo, ma in talune situazioni, quando proliferano in maniera abnorme o in caso di pazienti critici, diventano patogeni per gli animali e l’uomo, causando infezioni o malattie. I miceti patogeni sono per lo più distribuiti in tre Phyla: Zygomycota, Ascomycota e Basidiomycota (Andreoni et al., 2003).

Le infezioni causate da funghi prendono il nome generico di micosi; nella letteratura sono circa trecento le specie fungine conosciute come potenziali agenti eziologici di malattia per l’uomo: si possono avere quindi micosi superficiali che interessano soprattutto la cute e gli annessi cutanei; e micosi profonde a carattere sistemico.

Le specie in causa sono numerose, tra queste quelle che negli ultimi anni hanno destato maggior interesse sia in medicina veterinaria sia in medicina umana sono le dermatopatie causate da dermatofiti (in particolare dall'agente zoonotico Microsporum canis) e da Malassezia spp.; mentre tra le micosi sistemiche, specialmente in medicina umana in pazienti immunocompromessi le micosi causate da lieviti di varie specie e da aspergilli.

Le dermatopatie in medicina veterinaria rappresentano una manifestazione di comune riscontro nella pratica clinica, sia come segno secondario di malattie sistemiche, sia come processo patologico primario: le principali causate da agenti fungini sono le dermatofitosi e le dermatiti/otiti da Malassezia.

Le dermatofitosi o tigne sono micosi particolarmente frequenti ed essendo zoonosi, rivestono una notevole importanza anche per la salute pubblica umana. Talvolta non è sufficiente trattare l’animale per ottenere la guarigione clinica e una sterilizzazione completa; infatti i soggetti, sia sintomatici che non, eliminano artrospore (forme di resistenza ambientale del fungo) nell’ambiente

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che possono sopravvivere in determinate condizioni di temperatura e umidità per molti mesi o anni (Sparkes et al., 1994) rappresentando così il fomite di reinfezione per l’animale e fonte di contagio per l’uomo o altri animali. La decontaminazione ambientale quindi diventa un punto cardine del trattamento di questa patologia, anche se non sempre risulta facile.

Le dermatiti/otiti da Malassezia sono di comune riscontro nella pratica clinica, la loro insorgenza è multifattoriale e il loro trattamento, nonostante la presenza di linee guida (Olivry et al., 2010) rappresenta una sfida per il veterinario poiché la quasi totalità dei casi presenta una o più recidive durante l'arco della vita dell'animale.

Tra i microrganismi ritenuti responsabili di zoonosi i lieviti risultano avere un crescente impatto sulla salute umana. Sebbene ancora poco studiate, molte specie considerate finora non patogene sono attualmente considerate patogeni emergenti. Buona parte della letteratura scientifica a riguardo utilizza come target la popolazione umana immunocompromessa o con immunocompetenza non efficiente, quali neonati, anziani, pazienti trapiantati, pazienti in chemioterapia, soggetti infetti da HIV. Data la crescente prevalenza e l'elevato tasso di mortalità associata a infezioni da lieviti nei pazienti critici, è essenziale determinare l'approccio di gestione più efficace della terapia antifungina, in funzione dello sviluppo di una sempre maggiore resistenza di tali patogeni nei confronti dei principali farmaci antimicotici, nonché valutare il ruolo di carriage dei pets visto il maggior contatto che negli ultimi anni si è instaurato tra animali domestici e uomo.

Tra le micosi sistemiche causate da funghi le aspergillosi sono quelle di più comune riscontro in pazienti neutropenici. Recentemente in Europa e nord Italia sono state segnalate numerose resistenze agli azoli, farmaci di prima scelta nel trattamento di tali infezioni, da parte degli aspergilli: l'acquisizione di tali resistenza sembra imputabile ai trattamenti anticrittogamici effettuati sulle coltivazioni, nell'ambiente esterno, visto che gli aspergilli sono funghi ambientali e che l'aspergillosi è comunque una patologia di non frequente riscontro nella popolazione, tale da giustificare un'acquisizione della resistenza in seguito a terapia.

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