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IV

Introduzione

Il servizio pubblico radiotelevisivo, occorre preliminarmente ricordare, trova fondamento costituzionale nei principi della libertà di parola e nel diritto di informare e di essere informati previsti all’art 21 della Costituzione. Sua funzione specifica, volta a soddisfare il citato diritto all’informazione e i connessi valori costituzionali, è prima fra tutti il pluralismo e diffondere la cultura per concorrere allo sviluppo sociale e culturale del paese.

Il servizio pubblico radiotelevisivo è affidato per concessione, da sempre, a una società pubblica ed è svolto in conformità a un contratto nazionale di servizio stipulato con il Ministero delle comunicazioni e di contratti di servizio regionali e, per le province autonome di Trento e di Bolzano, provinciali, con i quali sono individuati i diritti e gli obblighi della società concessionaria, la RAI.

Quest’ultima, fino alla metà degli anni ’70, ha operato in

regime di monopolio assoluto e ha subito l’invadente presenza dei

partiti che l’hanno portata a essere un feudo dell’esecutivo di volta

in volta succedutosi.

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V

A seguito delle sentenze della Corte Costituzionale si è sancita la fine del monopolio e l’apertura del settore radiotelevisivo alle tv private. L’obiettivo originario era quello di favorire il pluralismo d’informazione ma in realtà si è assistito allo sviluppo di una sola grande tv privata, Mediaset.

La RAI e il servizio radiotelevisivo italiano sono stati negli anni oggetto di numerose riforme volte ad accompagnarli nell’evoluzione della società e del processo tecnologico: l’ultima in ordine di tempo è quella del 2015.

La tesi, al primo capitolo, descrive l’evoluzione storica dell’azienda pubblica dalla nascita fino agli anni recenti passando dalle pronunce costituzionali degli anni ’70. Si evidenzierà la notevole influenza dei partiti e la difficoltà per l’azienda di esercitare correttamente la sua funzione di servizio pubblico.

Nel secondo capitolo invece, ci si soffermerà sui vari tentativi

di riforma del servizio radiotelevisivo italiano concentrandosi

particolarmente sulla sua funzione di servizio pubblico e sulle leggi

che hanno sancito la fine del monopolio e l’affermazione del

sistema duopolista.

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VI

Il terzo capitolo tratterà la disciplina del finanziamento del servizio pubblico radiotelevisivo, il canone di abbonamento. Si analizzerà il comportamento della Corte Costituzionale che dapprima l’ha qualificato come tassa e in secondo tempo come imposta.

Il quarto e ultimo capitolo, infine, analizzerà la recente riforma

del 2015 sulla RAI descrivendone gli obiettivi prefissati e le

necessità dell’intervento normativo alla luce del quadro

costituzionale e comunitario. Si elencheranno anche le principali

novità introdotte in tema di governance e amministrazione.

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