CAPITOLO 4
ANALISI MICROSCOPICA DELLE LAVE
3.1. Analisi tessiturale delle lave
L’analisi petrografica dei prodotti dell’eruzione dic’02-lug’03 è stata eseguita su 51 sezioni sottili, ricavate da 27 campioni raccolti durante l’intero evento effusivo e 4 sezioni ricavate da campioni di scorie emesse durante la normale attività stromboliana precedente l’eruzione effusiva.
Le lave, emesse durante l’eruzione 2002/03, sono rocce altamente porfiriche a tessitura vitrofirica, iatale.
Sono caratterizzate da una paragenesi costante rappresentata da plagioclasio, olivina e pirosseno (Fig.4.1). I fenocristalli dei minerali fondamentali sono spesso presenti come aggregati glomerofirici e aggregati a mineralogia simile, ma che rappresentano probabilmente un prodotto di cumulo cogenetico.
Fig.3.3: Contenuto in cristalli nelle lave espresso in vol%.
Il diagramma di Fig.4.3 mostra il contenuto in cristalli, per ogni fase minerale, di ciascun campione e evidenzia la predominanza del plagioclasio sulle due fasi femiche. La porfiricità delle lave varia da 36 vol.% a 46 vol.%. Tali valori sono stati ottenuti dall’analisi di immagine necessaria per l’analisi di Crystal Size Distribution (vedi Cap.5). In realtà questo valore risulta inferiore a quelli riscontrati nei prodotti ricchi in cristalli emessi dallo Stromboli, in cui la porfiricità è circa 50 vol.%. Probabilmente questa differenza è imputabile al fatto che durante l’analisi di immagine viene persa la microvescicolazione e non vengono presi in considerazione nel calcolo i microfenocristalli <0.1mm.
0 5 10 15 20 25 30 35 D ec /2 5 Ja n/ 12 Ja n/ 30 Fe b/ 17 M ar /7 M ar /2 5 A pr /1 3 M ay /1 M ay /1 9 Ju n/ 6 Ju n/ 24 Ju l/1 2 Ju l/3 1
pl
cpx
ol
La pasta di fondo è generalmente da ipocristallina a criptocristallina, a parte i campioni raffreddati in acqua in cui si riescono ad ottenere parti esterne con pasta di fondo vetrosa. In essa, sono presenti due popolazioni di cristalli: microliti e microfenocristalli. I microliti, anedrali, hanno dimensioni minori di 20µ e sono
costituiti quasi esclusivamente da plagioclasio, raramente da olivina, riconoscibili solo grazie ai colori di polarizzazione. I microfenocristalli, euedrali, sono costituiti, anch’essi, prevalentemente da plagioclasio, olivina, raramente pirosseno.
Plagioclasio
Il plagioclasio è la fase mineralogica più abbondante. I fenocristalli mostrano una variazione dimensionale continua da 100µm a 2mm, si presentano con abito
euedrale tabulare, presentano geminazioni Albite e Albite-Karlsbad, e sono caratterizzati da un’alternanza di bande concentriche con o senza inclusioni vetrose (Fig.4.5).
Fig.3.5: Immagini al microscopio ottico. È visibile la zonatura dei cristalli di plagioclasio: le bande concentriche più scure sono quelle caratterizzatate dalla presenza di abbondanti inclusioni di vetro.
Gli strati privi di inclusioni vetrose mostrano una microzonatura a variazione composizionale limitata (Fig.4.6e). Le zone con abbondanti inclusioni micrometriche di vetro esibiscono una tessitura da setaccio a scheletrica (Fig.4.6a-d). Gli strati con questa tessitura crescono su superfici di dissoluzione che tagliano le zonature oscillatorie a piccola scala delle zone prive di inclusioni. A contatto con le superfici di dissoluzione sono comunemente presenti larghe
nucleo dei cristalli, che presenta in questo caso bordi arrotondati. La frequenza e l’ampiezza della zonatura sono molto variabili in ogni cristallo; sono state contate al massimo 5 bande con tessitura a setaccio a in un singolo cristallo. Questo tipo di tessitura è tipica del plagioclasio delle lave e delle scorie di Stromboli, come è evidenziato in lavori precedenti [Landi et al.,2004].