TRAUMI PELVI-PERINEALI
2.1-Incidenza e Distribuzione
I traumi ano rettali gravi, la cui intensità è tale da coinvolgere e compromettere la
funzione sfinteriale, si determinano con un incidenza stimabile attorno al 20% del totale.
Sfortunatamente è difficile determinare con esattezza l’incidenza delle lesioni che si
verificano in ambito civile poiché la letteratura è povera di studi prospettici o di rapporti
retrospettivi composti da coorti di pazienti con lesioni dell’ano-retto intervenute in un
background diverso da quello bellico; di fatto la maggior parte delle grandi casistiche
derivano dall’esperienza dei militari durante i conflitti16. Nella realtà odierna le lesioni
ano rettali sono gravate da una rilevante morbilità e non trascurabile mortalità; per
quest’ultima in particolare, l’ambiente considerato, civile o bellico, costituisce una
variabile fondamentale: dati recenti riportano una mortalità compresa tra il 3 e il 17%
riferita ai traumatismi rettali intervenuti in ambito bellico ed un tasso di mortalità molto
inferiore (0-10%) relativo all’ambito urbano17 (Tab. 1).
Ambiente a parte, i fattori da considerare per stabilire la prognosi del paziente e avere
indicazioni sulle possibili conseguenze patologiche determinate dal trauma, risultano
molteplici: si distinguono fattori locali e fattori generali. Tra i fattori generali acquista
importanza considerevole il coinvolgimento traumatico di altri apparati (cardio-
respiratorio, neurologico, locomotore), la presenza di malattie concomitanti e l’età del
(sede e dimensione), il coinvolgimento di altri organi pelvici, il grado di
contaminazione, l’intervallo di tempo intercorso tra l’agente lesivo e il trattamento
chirurgico, l’agente causale e la dinamica dell’incidente18.
Tab. 1 – Epidemiologia dei traumi anorettali
Autore, anno
Centro casi Retto Col Ambiente Distribuzione % Mortalità complessiva Kovacic D., 1994 Osijek, Croazia 77 13 64 Bellico 69% 13% 22% Schegge Schiacciamento Steinman E., 1990 San Paolo Brasile 72 7 aa 3 2 intrap. 40 extrap. Urbano 62,5% 19,4% 13,8% 4,1% 9,7% Arma da fuoco Corpi estranei Tr. Chiusi F. da coltello Levy RD, 1995 Witwatersrand R Sud Africa 26 26 extrap.
Urbano Arma da fuoco 100% n.p.
Thomas DD, 1990 Detroit 52 8aa 52 Urbano 77% 17% 4% Pallettoni Proiettile Violenza sessuale 3% Coltello Steining JP, 1996 Savannah 22 10aa 22 Urbano Ferite penetranti a bassa velocità 0% Franko ER, 1993 New York >20 0 Urbano T. Penetranti Lesioni associate Genitourinarie 8% n.p. Cavina E, 1998 Pisa 30 13aa 30 Urbano Schiacciamento pelvico Impalamento Abuso sessuale Avulsione e scoppio Proiettile Iatrogene 13% 10% 3% 4% 13% 57% 0
2.2-Eziologia: Traumi Penetranti e Traumi Chiusi
I traumatismi pelvi perineali riconoscono meccanismi eziologici diversi che cambiano
non solo in relazione all’ambiente considerato, ma anche in rapporto alla fascia di età.
Una prima dicotomia, essenziale per la trattazione, è tra lesioni di tipo chiuso e lesioni
penetranti; da una revisione della letteratura, relativa a casistiche civili americane, risulta
che essi sono provocati nella maggior parte dei casi (89%), da ferite di tipo penetrante44,
mentre soltanto in percentuale minore (11%), si determinano a seguito di traumi chiusi.
Nella realtà epidemiologica europea, tuttavia, prevalgono le lesioni di tipo chiuso e
raramente tali lesioni esitano in una perdita completa della funzione sfinteriale.
Relativamente alle ferite penetranti, i corrispondenti agenti lesivi possono avere una via
di penetrazione che può essere transaddominale, transanale o transperineale19-20 (Fig. 6).
Fig. 6 –– Traumi penetranti Transanali Pelvi-perineali (extraperitoneali) Trapassanti addomino-pelvici
Le armi da fuoco cagionano la percentuale maggiore (80%) delle ferite penetranti: in
relazione al tipo di arma e alla traiettoria delle pallottole, si può verificare una
transezione del retto che può essere operata dallo stesso proiettile, da schegge metalliche
o da frammenti ossei21 (Fig.7).
Quando il proiettile penetra attraverso il corpo causa distruzione tissutale e perforazione,
potendo anche trasferire all’interno dei tessuti materiali diversi: parti di vestiti, terriccio,
polvere e frammenti ossei, sovente aggravano la situazione clinica e rappresentano
potenziali sorgenti di infezione.
Fig. 7 - Trauma penetrante: ferita d’arma da fuoco (fucile a pallini) U UnniittààOOppeerraattiivvaaddii C ChhiirruurrggiiaaGGeenneerraalleeeedd''UUrrggeennzzaa ( (DDiirr..::PPrrooff..MMAASSSSIIMMOOSSEECCCCIIAA))
Accanto alle lesioni ano-rettali d’arma da fuoco, già definite come tra le più frequenti
cause di traumatismi penetranti, oggi sono in aumento i traumi dell’ano risultato di
violenza sessuale, soprattutto in rapporto alla dilagante criminalità non disgiunta dal
crescente e “disinvolto” uso di armi proprie e improprie18; i soggetti di sesso femminile
e, per fasce di età, i soggetti giovani e quelli in età pediatrica, risultano i più esposti.
I bambini inoltre sono esposti maggiormente a traumi da impalamento46: si verificano in
seguito alla caduta accidentale, “a cavalcioni” su oggetti contundenti (straddle trauma).
Altri meccanismi lesivi che possono provocare traumatismi rettali sono rappresentati da
procedure ostetriche-ginecologiche e urologiche, ferite d’arma bianca e da punta , il
riassunto delle principali cause di ferite penetranti è riassunto nella Tabella 219-20.
Tab. 2– Classificazione eziologica dei traumi penetranti del retto
Meccanismo Agente lesivo Via di penetrazione
prevalente
Ferita da arma da fuoco
Proiettile ad alta energia cinetica (>1200 m./sec.) Proiettile a bassa energia cinetica (400-500 m./sec.) Pallettoni (fucile a pompa, a canne mozze ecc.) Arma individuale (pistola)
Schegge (bomba, shrapnel)
Addominale Extraperitoneale
Ferita da arma bianca/ punta
Coltello, baionetta Impalamento
Extraperitoneale Transanale Ferita da punta Impalamento (palizzata, steccato, sedia, scala) Transanale Lesione iatrogena
Endoscopio
Cannula per clisma (evacuativo o diagnostico) Termometro
Procedure urologhe, ginecologhe, ortopediche
Transanale
Pratiche sessuali
Rapporto anale
Violenza sessuale (bottiglie, stimolatori mecc. corpi estranei ecc)
Autoerotismo(lesioni digitali, manuali, corpi estranei ecc.) Transanale Onda d’urto Esplosione Aria/acqua compressa Perineale Transanale
Rimanendo nel contesto dei traumi penetranti per via transanale, un accenno meritano le
lesioni del retto di natura iatrogena; conseguenti ad atti diagnostici (clisma opaco, esami
endoscopici) o terapeutici (clismi evacuativi), sono evenienze gravi, ma rare, essendo in
letteratura riportati per lo più casi sporadici.
L’incidenza stimata22 di perforazioni dovute a clisma rettale, ad esempio, è compresa tra
lo 0.02% e lo 0.04%, approssimativamente simile all’incidenza di lesioni conseguenti a
rettoscopia; esse sono favorite in molti casi da difetti o debolezza della parete: l’età
avanzata, la presenza di neoplasia, aree ischemiche e terapia steroidea possono essere
considerati fattori di rischio.
Nei traumi chiusi intervengono tipicamente lesioni da schiacciamento che si
determinano quando una forza compressiva è applicata all’addome o al basso ventre:
caratteristica pressoché costante dell’agente lesivo è la sua larga superficie e quindi la
sua scarsa capacità penetrante, unita ad una certa forza d’urto.
Tale binomio18 -larga superficie e significativa forza “viva”- spiega la possibilità di
lesioni a carico degli organi cavi intrapelvici senza la concomitante discontinuità a tutto
spessore della parete addominale.
Tipici della infortunistica stradale, i traumi chiusi che comportano compromissione
rettale, si determinano attraverso meccanismi quali il crushing pelvico, in senso antero-
posteriore (investimento, arrotamento, ribaltamento, Fig. 8) o infero-superiore (caduta
Fig. 8 - Trauma chiuso: avulsione/extrarotazione
Una peculiare tipologia di trauma stradale si concretizza nel cosiddetto stretching
pelvico (Fig. 9), osservabile soprattutto negli incidenti motoveicolari, quando il
passeggero (in genere) viene ad essere proiettato frontalmente verso un ostacolo fisso.
Ne risulta un’apertura “a pagina di libro” (open book type)23 del cingolo pelvico, che
caratteristicamente, implica forte e improvvisa distensione delle strutture muscolari,
vascolari, canalicolari e nervose; il disassamento verticale e trasversale del bacino
costituisce, sotto il profilo scheletrico, un fenomeno comunemente associato che
contribuisce a mantenere in atto eventuali emorragie, incrementando così il danno
Fig. 9 –Trauma chiuso: stretching pelvico
Una delle caratteristiche comuni a questo tipo di traumi chiusi è quella di comportare
conseguenze molto più gravi sullo stato emodinamico49 e sul coinvolgimento di strutture
vascolari, nervose ed urinarie della pelvi45, rispetto alla maggior parte dei traumi
penetranti che si osservano nella nostra area geografica.
Ciò dipende dalla compromissione contemporanea di più organi e, pertanto, dalla
difficoltà oggettiva nel procedere rapidamente ad un efficace damage control. In tali
circostanze il danno sfinteriale rettale passa in secondo ordine di priorità e dovrà essere
affrontato solo dopo aver risolto i problemi precedenti con un approccio
multidisciplinare che coinvolge più chirurghi specialisti1.
Dal quadro appena tracciato si deduce come la mortalità complessiva per trauma chiuso
ano- rettale sia molto elevata (50%), specialmente se confrontata con la mortalità
esteso schiacciamento del cingolo pelvico e del sacro, risultano particolarmente
imponenti. I vasi più facilmente interessati sono quelli iliaci, sia arteriosi che venosi; il
controllo della situazione clinica, in questi casi, può diventare estremamente complesso,
con la possibilità di dover ricorrere ad un packing pelvico e ad una laparostomia indicata
per prevenire e/o controllare l’instaurarsi della triade killer di coagulopatia, acidosi,
ipotermia. Una violenta forza esplosiva può produrre l’avulsione parziale o completa del
retto dalle sue connessioni: in letteratura sono riportati rari casi di “bursting type injury”
del perineo con retrazione verso l’alto della regione ano rettale e isolamento dell’ano
dalla cute perianale. Sir Charles Gordon-Watson24 suggeriva, riguardo il meccanismo
lesivo che si verifica, che questa lesione interviene come risultato dell’ effetto
disgregante del trauma e della perdita del tessuto connettivo in un momento in cui la
muscolatura della pelvi e gli sfinteri sono strettamente contratti, come “l’esplosione di
una borsa di carta” (Fig. 10).
Fig. 10 - Avulsione e retrazione del canale anale dalla cute del perineo e dal tessuto circostante (da Dig Surg 2000)
2.3 Lesioni associate
Le ferite penetranti comportano frequentemente lesioni associate a carico di altri organi
e apparati: maggiormente interessati sono l’ampolla rettale, il colon, i vasi pelvici, gli
organi dell’apparato genito-urinario (con predominanza di lesioni della vescica e
dell’uretra10, Fig. 11) e le strutture nervose pelviche. I traumi ad elevata energia cinetica,
provocano, nella maggior parte dei casi, lesioni associate gravissime: proprio per
l’interessamento multi-organo, talora insorge il pericolo di misconoscere una eventuale
lesione rettale che, se non trattata tempestivamente può, successivamente compromettere
il quadro clinico del paziente.
Fig. 11 -Lesioni associate
•
Urinarie (fistole uretrali)•
Genitali (vagina, prostata, etc..)•
Muscolo- scheletriche•
Coliche•
Vascolari (femorali, ipogastrici)2.4 Possibili complicanze
A prescindere dal meccanismo di lesione, il chirurgo deve spesso affrontare complicanze
settiche: perforazioni del retto al di sopra della riflessione peritoneale ad esempio, sono
gravate dalla possibilità di contaminazione e perciò di peritonite; le perforazioni retro-
peritoneali implicano la diffusione di aria o dell’infezione nello spazio presacrale e
quindi nello spazio retro-peritoneale. L’enfisema può estendersi verso l’alto fino al
mediastino e in basso a livello dello scroto e delle cosce e, se si associano ferite delle
ossa iliache e del sacro ne può derivare un osteomielite25.
Tra la riflessione del peritoneo e il piano del muscolo elevatore dell’ano è situata la
porzione del retto sottoperitoneale: a questo livello frequente complicanza è la comparsa
di un ascesso ischio rettale o pelvi rettale; anche stenosi e fistolizzazioni si determinano
relativamente di frequente (Fig. 12).
Quando un traumatismo è intervenuto superficialmente a livello perineale, nonostante il
fatto che i muscoli dello sfintere anale siano alloggiati in una rete di tessuto connettivale
circondato da tessuto adiposo piuttosto robusto, si può produrre una lesione sfinteriale29:
è esperienza comune osservare lesioni dell’apparato sfinteriale, tipicamente a tutto
spessore, ma focali, che esitano in vari gradi di incontinenza fecale.
Lesioni traumatiche estreme o “devastating injuries” intervenute a livello ano-perineale,
di fatto comportano sempre compromissione dei muscoli sfinteri; oltre a questo, nella
maggior parte dei soggetti, si osservano sequele funzionali per lesioni
muscolo-scheletriche, disturbi della minzione per compromissione degli organi dell’apparato
urinario, lesioni vascolari e lesioni neurologiche: turbe della sensibilità tattile e
Fig. 12 – Riassunto delle principali complicanze dei traumi perineali (Foto:sepsi perineale in paziente con trauma
perineale non trattato)