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COMUNE DI POLICORO - c_g786 - 0032452 - Uscita - 28/10/2020 - 10:38

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1.PREMESSA 2

2. FINALITÀ E STRATEGIE DEL PROGETTO 3

3. DESCRIZIONE DEL CONTESTO AMBIENTALE E PAESAGGISTICO DELL’AREA

D’INTERVENTO 5

3.1 Inquadramento storico 5

3.2 Stato attuale_ caratteri tipomorfologici e distributivi 7 3.3 Stato attuale _ caratteristiche paesaggistiche ed ambientali dell’area 9

3.3.1 Caratteristiche generali della costa jonica

3.3.1.1 Sottoinsiemi di paesaggio 9

3.3.1.2 Morfologia 9

3.3.1.3 Geologia 10

3.3.1.4 Idrogeologia 10

3.3.1.5 Clima 10

3.3.1.6 Vegetazione 11

3.3.1.7 Fauna 145

3.3.2 Caratteristiche dell'area oggetto dell'intervento 16

4. RAPPRESENTAZIONE FOTOGRAFICA DELLO STATO ATTUALE 167

5. DESCRIZIONE DELLA PROPOSTA PROGETTUALE 199

5.1 La piazza 199

5.2 L’edificio 222

6. INDICAZIONI E ANALISI DEI LIVELLI DI TUTELA 25

6.1 Disciplina urbanistica generale e di dettaglio 254

6.1.1 Programma Reti Natura2000 254

6.1.2 Il Piano Regionale delle Coste 254

6.1.3 Piano di Bacino – Stralcio Assetto Idrogeologico (PAI) 265 6.1.4 Piano Territoriale Paesistico del Metapontino (PTPM) 265 6.1.5 Piano Particolareggiato Esecutivo – Ambito Policoro Errore. Il segnalibro non è definito.5

6.1.6 Regolamento Urbanistico (RU) 266

6.2 Quadro vincolistico sovraordinato vigente sull’area 31 7. VALUTAZIONE DI COMPATIBILITÀ AMBIENTALE E PAESAGGISTICA 332

7.1 Ambiente idrico 332

7.2 Suolo e sottosuolo 332

7.3 Flora e fauna 343

7.4 Paesaggio 343

7.5 Assetto del territorio urbano 354

7.6 Rumore 354

7.7 Illuminazione 365

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8. CONSIDERAZIONI FINALI 36

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3 1.PREMESSA

«"Paesaggio" designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni.»

Traduzione tratta dalla ‘Convenzione Europea del Paesaggio’ ( Consiglio d'Europa il 19 luglio 2000, ufficialmente sottoscritto nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze il 20 ottobre 2000).

Questa relazione paesaggistica con indicazioni di fattibilità ambientale, riguarda il progetto definitivoper i lavori di completamento del Lungomare di Policoro – Piazza Centrale, a Policoro (MT).

L'intervento in questione è da realizzarsi nella zona lido del Comune di Policoro. L’area di sedime

dell’intervento è di proprietà demaniale ed è contraddistinta al N.C.E.U. del Comune di Policoro al Foglio 12, interessando varie particelle a cui si rimanda all’allegato planimetrico di cui all’immagine[1].

Sulla base di quanto indicato nella normativa vigente, la presente relazione è articolata come di seguito riportato:

- Descrizione delle finalità e strategie di progetto;

- Caratterizzazione dello stato attuale delle componenti ambientali di seguito indicate in corrispondenza dell’area di studio: ambiente idrico; suolo e sottosuolo; flora e fauna; rumore;

- Descrizione della proposta progettuale;

- Verifica di compatibilità dell’intervento rispetto alle indicazioni del sistema vincolistico e degli strumenti territoriali e urbanistici vigenti;

Presupposti tecnico amministrativi_ La presente relazione paesaggistica viene redatta ai sensi dell’art. 146 del D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, del d.lgs. 24 marzo 2006, n. 156, dal d.lgs. 24 marzo 2006, n. 157, dal d.

lgs. 26 marzo 2008, n. 62, e dal d.lgs. 26 marzo 2008, n. 63.

Tipologia dell'intervento_Completamento del Lungomare esistente, raccordo in coerenza e continuità con l’andamento planimetrico delle passeggiate pedonali, sito in Policoro (MT).

Carattere dell'intervento_ Permanente.

Destinazione d'uso_ Piazza, spazio pubblico a completamento del lungomare esistente, con la conseguente delocalizzazione delle attività commerciali per migliorare la “vocazione turistico – ricettiva” della costa.

Ubicazione_ Policoro (MT), Piazza Poleion.

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4 2. FINALITÀ E STRATEGIE DEL PROGETTO

Il progetto si colloca in un’area del territorio del Comune di Policoro, a ridosso della costa ionica, denominata Lido Policoro. L’assetto dell’area è attualmente caratterizzato dalla presenza di manufatti variamente e disordinatamente disposti in area demaniale, stabilimenti balneari, ristoranti, edifici residenziali, aree per parcheggi, sorti negli anni in modo disordinato e precario, alcuni dei quali ultimamente già abbandonati, oltre ad aree dedicate alla viabilità automobilistica (rotatorie, corsie carrabili), aree a parcheggio.

In aderenza all’area di progetto si trova quella che è la passeggiata rialzata del lungomare: una sorta di duna artificiale, variamente articolata, che funge da collegamento tra le aree interne e l’arenile e le spiagge.

Allo stato attuale risultano completi e funzionanti i due bracci laterali che convergono verso un’area centrale che dovrà ospitare la grande terrazza sul mare, ovvero la piazza dell’incontro e delle manifestazioni.

Il progetto finanziato con fondi PO FESR Basilicata 2014-2020 prevede la demolizione di detti manufatti e il rimodellamento dello spazio, attuale punto di arrivo al mare.

Le attuali attività potranno delocalizzarsi nelle aree appositamente destinate dal progetto generale di sistemazione dell’area.

Il progetto si compone di due parti: una piazza, area di raccordo tra i rami della passeggiata lungomare esistente, modellata in continuità e coerenza con l’andamento planimetrico dei due bracci realizzati e ospiterà il grande orologio solare, antico simbolo di civiltà e di richiamo scientifico, e una parte edificata di completamento.

Lungo i lati interni della piazza sono posizionatiperciò due edifici disposti in linea su due livelli per ospitare esercizi commerciali, ristoranti e servizi al turismo.

Questi due edifici e i due stabilimenti previsti in testata contornano la piazza, contenendo lo spazio che risulta aperto soltanto verso l’arenile e il mare.

Il presente progetto prevede soltanto la realizzazione di uno dei due edifici rinviando ad altro finanziamento la realizzazione del secondo.

Inoltre va precisato che l’edificio sarà completato in tutto l’involucro esterno e lasciato rustico all’interno per consentire che l’assegnatario possa completarlo a suo piacimento.

Le finalità che perseguono le scelte architettoniche, funzionali e distributive del progetto, sono riconducibili a due macro azioni:

- Completamento della passeggiata lungomare esistente tramite la realizzazione della nuova Piazza;

- Realizzazione di un edificio commerciale per la delocalizzazione/collocazione di attività economico/commerciali.

A queste azioni si collegano criteri e strategie più specifiche:

- Riordino funzionale dell’area e del suo intorno;

- Completamento e riqualificazione dell’intero lungomare;

- Valorizzazione delle attività commerciali;

- Finanziamenti già assegnati;

- Introduzione dell’elemento della meridiana solare, opera d’arte site specific a forte valenza caratterizzante.

Con riferimento agli aspetti paesaggistici e ambientali, il progetto adotta criteridi:

- dialogo con il sito d’intervento, con le sue potenzialità e risorse;

- valorizzazione delle prestazioni ecologiche e ambientali esistenti, grazie a quelle di nuova introduzione;

- inserimento nel contesto paesaggistico di riferimento, urbano e naturalistico.

Il tratto di territorio oggetto del presente studio di perfattibilità ambientale è compreso nell’ambito più vasto del litorale costiero ionico lucano.

Le scelte progettuali che riguardano i materiali, gli impianti, le tecniche costruttive e la manutenzione dell’intervento sono rivolte alla riduzione del consumo idrico, delle energie non rinnovabili e delle emissioni

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5 di sostanze inquinanti e dell’inquinamento luminoso. L’obiettivo è ridurre l’impatto ambientale e

promuovere la sostenibilità, già dai primi interventi sul sito, promuovendo la riduzione delle emissioni inquinanti associate ai trasporti, l’utilizzo di materiale locale naturale e possibilmente riciclabile, riducendo la produzione di rifiuti in fase di costruzione. Particolare attenzione è data all’analisi dei consumi energetici, ai materiali utilizzati, ai problemi acustici, alla gestione e smaltimento delle acque (meteoriche e non).

Particolare attenzione è rivolta all’impiantistica in generale.

1. Foglio 12, N.C.E.U. del Comune di Policoro.

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6 3. DESCRIZIONE DEL CONTESTO AMBIENTALE E PAESAGGISTICO DELL’AREA D’INTERVENTO 3.1 Inquadramento storico

Policoro (dal greco antico Polychoron), nella piana di Metaponto, è uno dei più giovani comuni della Basilicata. Sorto sulle vestigia di Herakleia, colonia della Magna Grecia, ha ottenuto l’autonomia soltanto nel 1959 con Decreto del Presidente della Repubblica n. 124 del 26 febbraio 1959, distaccandosi da Montalbano Ionico, da cui dipendeva come frazione. La sua superficie territoriale di circa 6.800 eEari, interamente pianeggiante, è cosFtuita nella sua quasi totalità dal feudo del barone Berlingieri espropriato dall’Ente Riforma Fondiaria, i cui effetti negli anni ‘60 furono senza dubbio sconvolgenti. Policoro è il primo comune d’Italia sorto in una zona di riforma agraria.

Grazie alla popolazione proveniente dall'entroterra lucano stabilitasi nella pianura bonificata del comune, vi è stato un notevole incremento demografico, che ha portato Policoro ad essere il quinto centro della regione per numero di abitanti, oltre che uno dei più importanti a livello economico.

La programmazione comunale, attraverso gli strumenti urbanistici (PRG del 1964 – Lacava/Mecca-, e suevarianti generali del 1977 – Carbonara – e del 1999 -Restucci-, e l’ultimo Regolamento Urbanistico del 2017 – Rota-), ha assecondato lo sviluppo delle risorse territoriali, per una crescita ordinata della ciEà, che ha salvaguardato le preesistenze archeologiche dell’antica Herakleia (Parco Archeologico), e nello stesso tempo ha tutelato la fitta maglia dell’insediamento rurale sparso che di estende sulle terrazze marine dell’entroterra.

La vicinanza della città alla costa (circa 4 km.), ha favorito dagli anni ‘ 70, la nascita di un quartiere marino (il Lido), sulla base di un Piano Particolareggiato redatto dal prof. Alberto Lacava, che dislocava le strutture turistiche alle spalle della duna e relativa pineta retrodunale, salvaguardando così il contesto naturalistico- ambientale.

Il lungomare di Policoro, realizzato negli anni '90, manca a tutt'oggi della sua parte centrale, non realizzata per mancanza di fondi. La suddetta infrastruttura fu realizzata per mezzo del progetto di “riqualificazione e recupero ambientale del litorale Sinni-Agri” e finanziato con i Fondi della Legge 64/86- 3° annualità. La prima proposta di tale intervento fu sviluppata dall'Ing. Sallustio e dall'Arch.Caporaso, ai tempi della definizione dei PIM, come intervento di rilocalizzazione degli stabilimenti balneari e contestuale realizzazione di una strada panoramica.

Poiché tale programma non venne finanziato, si ripropose il progetto (approvato con delibera di GM n. 987 del 31 agosto 1988) con i fondi della Cassa del Mezzogiorno. Su tale progeEo, convenzionato con l'Agenzia, il Comune provvide ad indire un appalto concorso (legge 584/77 ex art.24 leEera B) che fu vinto da un consorzio di imprese con il progeEo di cui si è deEo (Acito-Rota).

DeEo progeEo si sovrappone alle previsioni del Piano Regolatore Generale, rese aEuaFve dal Piano ParFcolareggiato dei Lidi. A sua volta, tale Piano è stato modificato dalla Variante generale delle Zone Turistiche (redatta dall'Arch. Mastroberti), resa a sua volta in gran parte inefficace dalle previsioni del Piano Paesistico del Metapontino, in attesa della redazione del Piano Particolareggiato d'ambito denominato

"Policoro".

In definitiva, la suddetta opera definisce il primo pacchetto di opere infrastrutturali in grado di dare razionalità e qualificazione all’offerta turistica - balneare del litorale della CiEà.

L’opera tutt’una, definisce il “modello attuativo” della politica di valorizzazione ed incentivazione turistica posta in essere negli ultimi anni (P.T.P.C. del Metapontino, Progetto Jonio-Europa, Piano di Sviluppo, ecc.).

In sintesi, detto “modello attuativo” si discosta dagli altri di tipo lineare “classico”, per essere basato su di una serie di insediamenti ed infrastrutture turistiche poste perpendicolarmente alla linea di costa

intervallate da aree a forte tutela naturalistica (riserve di natura); insediamenti dalle tipologie articolate con forti connotazioni per il turismo alternativo (campeggistico, escursionistico ed agrituristico). Nel caso di Policoro risulta evidente perché il territorio costiero, di recentissima ed ordinata formazione, dista dal centro urbano pochi Km e comporta particolari implicazioni, quali, una sostanziale integrazione tra le strutture turistiche e strutture urbane ed altrettanto integrazione di quest’ultima con la risorsa naturalistica.

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7 (fonte: Comune di Policoro)

2.Cartografia storica con parte della costa ionica del 1823

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8 3.2 Stato attuale_ caratteri tipomorfologici e distributivi

L'area d’intervento è di circa 8500 mq ed è ubicata nella zona lido del Comune di Policoro, ben collegata con il Centro ciEadino e con le principali strade di accesso alla ciEà.

Il lido di Policoro, di recentissima formazione, è situato a distanza di pochi km della zona costiera dal centro urbano e risulta perciò evidente la necessita di integrazione tra le strutture turistiche, l’insediamento urbano, la viabilità e la risorsa naturalistica.

Percorrendo la costa verso sud si trova la Riserva Integrale di Bosco Pantano, che rientra nell’Elenco ufficiale delle aree protette EUAP0547 – Riserva naturale orientata di Bosco Pantano di Policoro.

È altresì classificata dalla RETENATURA2000 come Zona di Protezione Speciale ZPS IT9220055 – Bosco Pantano di Policoro e Costa Ionica Foce Sinni, ma non è interessata né contermini all’intervento.

L’intervento si colloca per parte nella perimetrazione del sito RETENATURA2000 della Zona Speciale di Conservazione IT9220080 – Costa Ionica-Foce Agri, che si estende verso nord rispetto alla zona urbanizzata del lido.

L’area costiera è configurata come un vero e proprio “polo urbano marino” per la CiEà di Policoro, basato sull’infrastrutturazione del litorale. Data l’ampiezza del litorale compreso nel territorio comunale (Sinni – Agri) e le sue diversificatecaratteristiche morfologico-naturalistiche, il cosiddetto “polo” si struttura in 3 nuclei distinti:

- nucleo Sinni.adiacente al bosco planiziale del Pantano Sottano (riserva naturale integrale) del quale si pone la struttura del “centro - visita” che si configura mediante la ripetizione di un capanno modulare in legno con le destinazioni di “incontri ed esposizioni”, “bar”, “cucina” e “servizi igienici”; il tuEo quale museo naturalisFco e centro di documentazione. In adiacenza, la struEura del centro ippico ove è prevista la

“selleria”, il “fienile”, le “stalle” e una pista per il galoppatoio ed il maneggio; punto base di partenza per escursioni a cavallo.

- nucleo Lido,l’arco litoraneo centrale, vero e proprio sbocco a mare dalla CiEà e delle sue principali strutture turistiche; dimensionato ed attrezzato per accogliere i principali flussi di utenza balneare

“classica” e per funzionare nello intero arco dell’anno quale piazza sul mare della CiEà di Policoro;

- nucleo Agri.possibile sede di una darsena portuale (vedi piano d’ambito foce agri) attrezzato in questa fase con un parcheggio terminal, un faro e box in legno per servizi; utile per l’insediamento di un centro velico e scuola del mare.

Detti nuclei sono collegati e raggiungibili tramite piste ciclabili e sentieri tagliafuoco.

Allo stato attuale, risultano completi e funzionanti i due bracci laterali che convergono verso l’area centrale del nucleo Lido, sede dell’intervento.(fonte: Comune di Policoro)

Attualmente, l’area centrale del “nucleo Lido”, risulta caratterizzata dalla presenza diPiazza Poleion, una rotatoria con spartitraffico centrale ad aiuola per il raccordo del traffico locale, su cui converge Via del Lido, strada a una corsia per senso di marcia, che distribuisce verso areesull’arenile a margine della spiaggia, adibite a parcheggi.

Inoltre l’area risulta occupata da altri manufatti di variamente permanenti come stabilimenti balneari, ristoranti, edifici residenziali disposti disordinatamente ed in maniera precaria.

Il confine dell’area verso l’entroterra è definito dalla presenza del bosco litoraneo, realizzato a partire dagli anni trenta del novecento, e verso nord dal sistema duna-arenile.

Entrambi hanno subito modificazioni di una certa entità soprattutto per effetto delle opere infrastrutturali collegate alla realizzazione della passeggiata lungomare. Quest’ultima, realizzata negli anni novanta del

‘900 su una pista esistente, si configura come duna artificiale, rialzata rispetto all’arenile.

Tutto il sistema della viabilità interna e dei parcheggi del fronte mare, parallelo alla linea di costa, si

sviluppa in adiacenza alle aree boschive, il più delle volte seguendo percorsi tagliafuoco esistenti o tracciati di canali della bonifica.

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9 Il lungomare si compone di un percorso pedonale principale, che si dilata in uno spiazzo a losanga centrale e due testate composte da percorsi e grandi vasche con vegetazione, sedute e piccole aree attrezzate con fontanelle e servizi igienici. È collegata sia alla spiaggia che alla pineta tramite rampettegradonate, a intervalli regolari, e da una serie di vasche o aiuole di bordo con e punteggiatura di alberi.

Le parte terminali della passeggiata rialzata vedono la presenza di palme in filare.

Il lungomare è realizzato con pavimentazione in pietra a campi alternati: di pietra di Gorgoglione a spacco e ricorsi in pietra di trani per il percorso, pietra di trani a correre nelle testate e nella losanga centrale, che ospita anche un decoro a forma di rosa dei venti.

L’area di progetto è collocata al centro, trai due bracci (rialzati) del lungomare esistente.

3.Ortofotocarta con ubicazione d’intervento.

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10 3.3 Stato attuale _ caratteristiche paesaggistiche ed ambientalidell’area

3.3.1 -

Caratteristiche generali della costa jonica

Dal punto di vista territoriale l’area rientra nel sistema di inquadramento paesaggistico in accordo con la normativa regionale “Tutela, governo ed uso del territorio” (L.R. 11/8//99, n°23) e con il relativo

regolamento di attuazione (D.G.R. 24/3/03) all’interno dell’Unità morfologica e Paesaggistico/Ambientale della Pianura Costiera, che comprende i seguenti sottoinsiemi di Paesaggio: litorale, foci fluviali, ambienti umidi, pineta costiera.

3.3.1 -Sottoinsiemi di paesaggio

_La costa. Si presenta bassa e sabbiosa con sistemi di dune recenti (Olocene) occupate da vegetazione psammofila caratteristica che svolgono un importante ruolo nella stabilizzazione delle dune mobili e contrastano i fenomeni erosivi costieri.

_Le foci fluviali. A causa della diminuita portata delle sospensioni detritiche in carico, le foci fluviali della costa jonica si presentano vulnerabili alla forza del moto ondoso e alle mareggiate invernali che

impediscono il deflusso e causano inondazioni dei terreni limitrofi all’alveo. L’evidente dinamismo morfologico e l’accelerazione del fenomeno erosivo impongono grande prudenza nella progettazione di infrastrutture di rilevante impatto ambientale.

_Ambienti umidi. Gli ambienti umidi costieri evidenziano le strette connessioni ecologiche tra le foci fluviali, le acque di falda ed il mare. Prima della Bonifica Agraria i terreni costieri della Basilicata jonica erano caratterizzati da vaste estensioni di terreni acquitrinosi retrodunali con affioramenti perenni e stagionali di acque dolci e salmastre. Questi sono habitat minacciati dallo sviluppo degli insediamenti turistici e dalla messa in coltura dei terreni prosciugati.

Insieme alle zone umide delle foci dei fiumi Basento, Cavone ed Agri e al Bosco Pantano di Policoro presso la foce del Sinni, il Lago Salinella forma il corridoio di continuità ambientale delle zone umide più esteso delle coste meridionali.

_La pineta costiera. La fascia dei terreni retrodunali è occupata da rimboschimenti e conifere risalenti al periodo della bonifica del Metapontino. È un tipico esempio di (direttiva CEE 92/43) “dune costiere

colonizzate da pini mediterranei o termo-atlantici corrispondenti a stadi di sostituzione naturali o di origine antropica all’interno del climax zonale della foresta o macchia- foresta a sclerofille sempreverdi”. I primi impianti di rimboschimento furono effettuati nel 1934 tra le foci del Bradano e del Basento nella Riserva Naturale di Metaponto gestita dal 1964 dall’azienda di Stato per le Foreste Demaniali. L’opera di

rimboschimento è stata completata tra gli anni ’50 e ’60 sui terreni della Bonifica Agraria allo scopo di proteggere i retrostanti terreni coltivati dalla salsedine e dai venti marini.

3.3.1.2 - Morfologia

Il sito è collocato sulla costa ionica lucana, nella piana metapontina. Secondo una suddivisione schematica in unità morfologiche omogenee, il segmento di litorale si caratterizza per la presenza di due

morfotipiprincipali: quello settentrionale, formato da spiagge basse e sabbiose con lenti ciottolose e dagli apparati di foce dei fiumi Agri, Cavone, Basento e Bradano; e quello meridionale, con un orientamento NE- SO (tra Nova Siri e l’idrovora di Policoro), che si estende per circa 18 km ed è caratterizzato da coste basse e ciottoloso-sabbiose connesse agli apporti solidi del Fiume Sinni.

Nel tratto di costa più meridionale sono evidenti due ampie falciature che si uniscono alla foce del Sinni e che rappresentano il protendimento più marcato di tutto il litorale alto ionico.

La costa ionica lucana è caratterizzata da un'ampia pianura costiera e da una fascia litoranea a morfologia pianeggiante, con quote comprese tra 0 e 25 metri s.l.m.

La linea di costa è costituita da una spiaggia formata da sabbie bianche, prevalentemente rettilinea, diretta da SSW a NNE, con dolci prominenze solo in corrispondenza dei delta fluviali, ampia da pochi metri a qualche centinaio. Proseguendo dalla costa verso l'interno, è presente una catena regolare di cordoni dunari, con altezze fino a 13 metri. In una morfologia ondulata si alternano sabbie nelle porzioni più rilevate, a depositi più fini (sabbie fini, limi, argille), di deposizione fluviale.

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11 Proseguendo ancora verso l'interno, è presente un'ampia pianura, di origine prevalentemente alluvionale, che si raccorda con le piane fluviali recenti dei principali corsi d'acqua. La larghezza massima della pianura costiera è di oltre 3 km, quella minima di 600-700 metri. La sua superficie si abbassa leggermente da S-SW a N-NE, passando dai 13-25 metri s.l.m. nei dintorni di Nova Siri, ai 3-4 metri s.l.m. nei pressi di Metaponto.

Morfologicamente il tratto interessato si presenta completamente pianeggiante, con elevazioni che di solito non superano i 2-3 m. Al margine NE dell’area d’intervento si rileva la presenza di una duna artificiale, rialzata rispetto all’arenile.

3.3.1.3 - Geologia

La costa ionica è caratterizzata da coste basse con spiagge prevalentemente sabbiose, a tratti ciottolose. Gli elementi costituenti sono forniti dallo smantellamento erosivo dei terreni della Catena sud-appenninica e della Fossa bradanica.

Queste coste basse sono alimentate, infatti, dai sedimenti apportati dai fiumi e trasferiti versoN-E dalla deriva litoranea su fondali a bassa pendenza (mediamente 0,8% tra la battigia ed i -5m). Su questo litorale, infatti, sfociano i cinque maggiori fiumi del litorale alto ionico: il Bradano, ilBasento, il Cavone, l'Agri e il Sinni, che con i loro apporti solidi hanno formato la Piana diMetaponto (un'area di circa 800km²). I bacini di questi corsi d'acqua principali sono impostati sulle unità Pleistoceniche di Avanfossa (fiume Bradano) e, in parte, sulle coltri alloctone mioceniche dell’estremità orientale dell’Appennino meridionale (fiume Basento) (Belfiore, 1984;Cocco et al., 1986).

I substrati prevalenti sono rappresentati da depositi eolici dell’Olocene e del Pleistocene inferiore e da sedimenti attuali fluviolacustri e spiagge di formazione recente.

(tratto da: PIANO DI GESTIONE Siti Rete Natura 2000 ARCO IONICO LUCANO IT9220080 “Costa Ionica Foce Agri”

IT9220085 “Costa Ionica Foce Basento” IT9220090 “Costa Ionica Foce Bradano” IT9220095 “Costa Ionica Foce Cavone”

N. Allegato B Nome Allegato Studio propedeutico alla estensione a mare dei Siti della Costa Ionica)

I suoli della piana costiera retrostante i cordoni dunali litoranei attuali e recenti, nella quale prevalgono i sedimenti alluvionali a tessitura fine (argille e limi, subordinatamente sabbie), sono suoli poco

omoderatamente evoluti, con caratteristiche vertiche pronunciate, cioè con tendenza alla fessurazione nei periodi secchi e al rigonfiamento nei periodi umidi; molti di essi sono caratterizzati anche da processi di marcata gleizzazioneper la presenza della falda entro il suolo.

3.3.1.4 - Idrogeologia

L’area della pianura litoranea, preceduta da quella che viene definita fascia collinare ionica, rappresenta il risultato di alluvioni depositate dai cinque fiumi - il Bràdano, il Basento, il Cavone, l’Agri e il Sinni - che attraversano l’intera pianura in senso perpendicolare rispetto alla linea di costa prima di sfociare nello Ionio, apportandovi continuamente sabbie e argille provenienti dalla montagna appenninica o dalle zone collinari.

«Risalendo dal mare la fascia costiera, vi si nota una successione morfologica caratteristica: una bassa spiaggia di sabbia fine, una fascia di dune larghe fino a 2 Km, una lieve depressione seguita dal lento elevarsi del piano fino al piede delle colline e, infine, una bassa zona pedecollinare. La cimosa piana

litoranea vera e propria, formata dall’accumulo delle alluvioni e delle dune, ha una lunghezza di circa 35 Km nel tratto spettante alla nostra regione, cioè dalla stazione di Nova Siri a sud del Bràdano, ed una larghezza variante tra 2 e 4 chilometri» (Ranieri, 1972-B, pp. 66-67).

3.3.1.5 - Clima

Come per l'intera costa ionica, il sito è caratterizzato da clima meso-mediterraneo secco, con temperature medie annue intorno ai 16-18 °C e precipitazioni medieannue sui 500 mm con distribuzione tipicamente autunnale e invernale. I valori massimi mensili si raggiungono tra novembre e dicembre (80mm). Le mensili più basse sono a luglio e agosto (14 mm).

La temperatura media annua è di circa 17 °C, le medie mensili più elevate sono nei mesi di luglioe agosto, e si aggirano intorno ai 26 °C, le più basse a gennaio (8,1 °C).

I dati termo-pluviometrici, interpretati secondo il diagramma di Bagnouls e Gaussen, evidenziano che il periodo di deficit idrico va da maggio a settembre.

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12 3.3.1.6 - Vegetazione

La costa ionica della regione Basilicata mostra, in termini vegetazionali, un elevato grado di biodiversità, essendo presenti, nell’area in esame, habitat acquatici, igrofili, di prateria, fino a quelli di tipo forestale di maggiore complessità ecologica.

Gli Habitat di interesse comunitario dell’arco ionico della Regione Basilicata (Dir. 43/92/CE) che si riscontrano a ridosso dell’area d’intervento sono:

a. b. c. d. e.

a. 2260 Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-Lavanduletalia(Pistacia lentiscus, Thymelea irsuta, Phillyrea latifolia)

b. 2110 Dune embrionali mobili(Medicago marina, Eryngium maritimum, Echinophora spinosa, Calystegia soldanella)

c. 2120 Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria(Ammophila arenaria ssp. australis, Matthiola sinuata, Echinophora spinosa, Eryngium maritimum, Medicago marina, Pancratium maritimum)

d. 2230 Dune con prati dei Malcolmietalia (Pseudorlaya pumila, Silene colorata, Malcomia littorea) 1210 Vegetazione annua delle linee di deposito marine (Cakile maritima, Salsola kali, S. soda, Matthiola sinuata, Agropyron junceum, Sporobolus arenarius, Medicago marina, Otanthus maritimus, Eryngium maritimum)

e. 2270* Dune con foreste di Pinus pinea e/o Pinus pinaster (Pinus pinea, P. pinaster, P.

halepensis, Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa, J. phoenicea ssp. turbinata, Asparagus acutifolius, Pistacia lentiscus, Phillyrea angustifolia, Arbutus unedo, Rhamnus alaternus, Daphne gnidium, Osyris alba, Rubia peregrina, Smilax aspera, Clematis flammula, C. cirrhosa, Gennaria diphylla, Dianthus morisianus, Quercus calliprinos, Calicotome villosa)

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13 4.Schema degli habitat presenti nell’area del SIC IT9220080

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14 La vegetazione potenziale dell'area è rappresentata dalla serie psammofila e aloigrofila tipica dei litorali sabbiosi. Sul lato continentale della duna si sviluppa sulle sabbie stabili e compatte delle cosiddette dune grigie il Crucianelletum maritimae, associazione di transito tra le psammofite vere e proprie e la macchia a struttura arbustiva; si presenta come una cenosi estremamente frammentata, vulnerabile (in seguito alla destrutturazione della duna bianca) e molto pregiata, in quanto caratterizzata da entitàfitogeograficamente rilevanti come Pancratium maritimum o Ephedra distachya.

Gli habitat “Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria (dune bianche)” cod.

2120 e “Dune fisse del litorale (Crucianellion maritimae) cod. 2210, anche a causa del disturbo antropico, tendono a mescolarsi e presentarsi in un mosaico in cui i diversi elementi vegetazionali caratteristici si sovrappongono. Inoltre è da segnalare in generale nel crucianelleto e nell’ammofileto la presenza di Carpobrotus edulis, pianta rampicante originaria del sud Africa, utilizzata in operazioni di

“consolidamento” dei sistemi dunali e retrodunali, estremamente aggressiva a tal punto da svilupparsi sulle altre piante uccidendole; qui inoltre è presente anche l’Agave americana, pianta ornamentale di origine centro-americana che costituisce un problema non indifferente data l’alta capacità di riproduzione.

Di elevato valore biogeografico e naturalistico, e particolarmente esteso e ben rappresentato è il complesso di fitocenosi alofile: salicornieti perenni e annuali, giuncheti, boscaglie a Tamarix e canneti, che si

diversificano in base al gradiente salino ed alla durata dei periodi di sommersione. Soprattutto in destra dell’Agri si ritrovano le aree fangose ricoperte periodicamente dall’acqua salmastra e colonizzate da popolamenti pionieri di specie annuali succulente (Salicornia sp. pl., Suaeda maritima, Spergularia marina ecc.) e le aree argillose, che si disseccano in determinati periodi dell’anno,

occupateabbondantemente dai bassi popolamenti a salicornie perenni (Sarcocorniaperennis, Salicornia fruticosa,

Arthrocnemum glaucum) nei quali è facile trovare esemplari di Limonium serotinum, Puccinellia sp., Inula crithmoides, Aster tripolium, ecc. Sui suoli umidi, limoso-argillosi, occasionalmente inondati si rinvengono alte erbe giunchiformi (Juncus acutus, J. maritimus, J. subulatus e Bolboschoenus maritimus) che si dispongono a mosaico all’interno delle pozze di acqua salmastra. Nel Sic dell’Agri le praterie salate presentano un elevato grado di copertura e sono riferibili alla classe Juncetea maritimi.

La vegetazione potenziale dell'area è rappresentata, oltre che dalla serie psammofila e aloigrofila dei litorali sabbiosi, anche dalla vegetazione di cinta e boscaglie ripariali del tratto terminale dei corsi

d'acquamediterranei.

Sui sistemi dunali fossili, nelle zone più arretrate rispetto alla linea di costa, al limite dei rimboschimenti, è ancora frammentariamente osservabile una tipica vegetazione di macchia mediterranea a prevalenza di ginepri che è stata quasi completamente distrutta dall’impianto della pineta costiera; qui d’importanza fondamentale è l’associazione Pistacio-Juniperetum macrocarpae che ha come specie caratteristiche il lentisco (Pistacia lentiscus), il ginepro (Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpae), la fillirea (Phillyrea latifolia), il ramno (Rhamnus alaternus), Thymelea hirsuta, ecc. e costituisce il primo stadio forestale nelle aree sabbiose. È una formazione che si insedia nel fronte duna, esposta ai forti venti trasportatori di sabbie e aerosol, contribuendo al consolidamento della duna, accrescendone dimensioni, altezza e quindi la stabilità. La macchia a ginepro è presente anche laddove c’è stato un livellamento e/o uno sbancamento delle dune con mezzi meccanici effettuato per aprire strade, parcheggi o passaggi al mare, o, laddove, nella zona di pertinenza di questa formazione sono stati effettuati estesi rimboschimenti.

L'assetto attuale della vegetazione è il risultato di massicci interventi di bonifica e impianti forestali

artificiali finalizzati a proteggere le aree agricole interne, per cui si ha un complesso mosaico di vegetazione a diversi livelli di naturalità e maturità che si alternano ad impianti artificiali, zone agricole e aree edificate.

La pineta costiera risulta fortemente compromessa da una serie di cause sia naturali che antropiche che agiscono aggressivamente sulla stessa. In essa sono presenti il pino domestico (Pinus pinea), il pino d'Aleppo (Pinus halepensis), il pino marittimo (Pinus pinaster) la cui presenza sporadica è dovuta alla concorrenza esercitata dai primi due. Molto diffusa, in tutto il sito e ai margini della pineta è l’Acacia saligna, pianta alloctona tollerante ai disturbi, impiantata in passato, e presente su vaste aree con esemplari contorti e cespugliosi che potrebbero diventare estremamente invasivi a discapito delle specie vegetative ad essi adiacenti.

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15 Per quanto riguarda la flora nel sito non sono da segnalare specie d’interesse comunitario, ciò non deve però far pensare ad una scarsa rilevanza floristica dell’area. Infatti gli habitat psammofili e alo-igrofili ospitano una florula ricca di elementi rari e di interesse conservazionistico. Tra le specie di

interesseconservazionistico merita di essere menzionata Ephedra distachya L., frequente, ma in modo discontinuo, lungo il litorale jonico. In seguito alle pesanti modificazioni dell’habitat la specie è

presumibilmente scomparsa da molte aree ed è in continua regressione.

Anche Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa (Sm.)Bell, tipico elemento delle dune consolidate, è presente con una ricca popolazione, che caratterizza la macchia psammofila retrodunale soprattutto a sud della foce. Pancratium maritimum, dalle abbondanti fioriture tardo-estive, è una specie rara divenuta tale a causa della continua rarefazione del suo habitat minacciato dalla frequentazione antropica incontrollata e dall’erosione del litorale, ed inserita a livello nazionale nel Libro rosso delle specie vegetali ed a livello locale nella Lista rossa regionale come specie a protezione assoluta (Art. 2 DPGR 55/2005).

(fonte: retenatura2000)

È da segnalare la presenza del Cakiletum, ormai raro in tutta Italia a causa del turismo balneare, Elymetum farcti, associazione tipica delle dune ambrionali, Ammophiletum, associazione delle dune stabilizzate e infine la macchia. A Policoro sopravvive inoltre uno dei migliori esempi dell’Italia meridionale di Frassineto costiero (Carici remotae- Fraxinetum oxycarpae).

Tutta la fascia costiera (D’Antonio, 1988) è stata caratterizzata da interventi di rimboschimento che consistevano, prevalentemente, in opere di fissazione delle sabbie dunali ed in rimboschimenti delle zone subito retrostanti. Lo scopo principale dei rimboschimenti era ottenere una estesa ed efficiente fascia frangivento a difesa delle colture agrarie dell’entroterra.

La specie forestale più rappresentata è il Pino d’Aleppo, ma risultano significative anche le presenze di Acacia saligna, Eucalipto, Pino domestico (Pinus pinea) e Tamerici (Tamarix sp. pl.). Più sporadiche il Cipresso comune (Cupressus sempervirens), il Pino marittimo (Pinus pianster), il Pino delle Canarie (Pinus canariensis), la Casuarina, e altre.

(Tratto da: Sistemi ambientali e Rete Natura 2000 della Regione Basilicata: Vol.I - Coste e rilievi costieri tirrenici.

Dipartimento Ambiente e Territorio, Infrastrutture Opere Pubbliche e Trasporti. A cura di Valeria Giacanelli, Riccardo Guarino, Patrizia Menegoni, Sandro Pignatti, Maggio 2015

)

3.3.1.7 - Fauna

L’area è senza dubbio un sito di importanza nazionale per lo svernamento del Piviere dorato (Pluvialis apricaria) e luogo di sosta di specie poco diffuse sul territorio nazionale come il Marangone minore

(Phalacrocorax pygmaus) e il Gabbiano roseo (Larus genei) e il Gabbiano corallino (Larus melanocephalus).

L’abbondanza di ambienti umidi retrodunali favorisce la nidificazione del Corriere piccolo (Charadrius dubius) e soprattutto del Fratino (Charadrius alexandrinus), in quanto meno esposti alla pressione turistica e alle maree.

La stabilità di ambienti umidi, anche salmastri, consente la nidificazione di alcune specie molto rare e localizzate nel territorio regionale come il Cavaliere d’Italia (Himantopus himatopus). Particolare rilevanza, inoltre, assume la nidificazione di alcune coppie di Fraticello (Sterna albifrons), specie localizzata e rara in Italia meridionale, con soli 4 siti noti per la Puglia occupati in maniera irregolare (Brichetti & Fracasso, 2006). Infine, è stata verificata la presenza della Lontra (Lutra lutra), le cui tracce sono state rinvenute in vari luoghi all’interno del settore indagato, sia in prossimità della foce che nei pressi degli stagni

retrodunali.

In base ai dati fin ora raccolti si evince come l’area abbia uno straordinario valore, ospitando una ricchissima avifauna, presente con popolazioni anche cospicue.

Si segnala inoltre la presenza sul territorio del SIC IT9220080 Costa Ionica-Foce Agri, di specie potenzialmente presenti durante le migrazioni ma ecologicamente non legate all’area di studio. Ad esempio è il caso del Falco cuculo Falco vespertinus e della Ghiandaia marina Coracias garrulus; il primo nidificante localizzato in Italia, con poche coppie nella pianura Padano-Veneta (Brichetti & Fracasso, 2003), la seconda legata invece agli ambienti steppici (cfr. Cramp & Perrins, 1994; Brichetti & Fracasso, 2007).

Tra le specie che frequentano l’area di mare antistante il SIC, la cui però riproduzione nel SIC non è stata confermata troviamo la Tartaruga caretta Caretta caretta.

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16 (fonte: retenatura2000)

(18)

17 3.3.2 – Caratteristiche dell’area oggetto dell’intervento

L’area oggetto d’intervento occupa un fronte di circa ml.200 della linea di costa, comprendente l’arenile e la duna collocata in asse al Viale del Lido.

Fronte delimitato a NE e SW dai bracci (incompleti) del lungomare esistente.

L’area è pressochè totalmente antropizzata, occupata sia da fabbricati, che da viabilità di servizio bitumata;

residui di aree scoperte sono abitualmente e precariamente utilizzate per parcheggi.

E’ praticamente assente qualsiasi tipo di vegetazione: risulta così del tutto scompaginata l’originaria

morfologia paesaggistica e composizione vegetazionale della fascia costiera, così come descritta ai paragrafi precedenti.

L’area presenta pertanto allo stato attuale un aspetto paesaggistico disordinato e precario: i fabbricati, in muratura, occupano appunto disordinatamente il fronte oggetto d’intervento e, nel caso dell’arenile, uno stabilimento balneare ne occlude completamente la visibilità dal Viale del Lido,.

E’ evidente la necessità di procedere ad una “ricomposizione” paesaggistica del contesto, avendo come linea-guida il raccordo dei due bracci della duna artificiale (lungomare esistente), con il terminale del Viale Lido, da segnare sia sotto il profilo volumetrico (con le due quinte costruite di delimitazione dello spazio- piazza), che con rinverdimenti ed alberature, che ripristinino la continuità vegetazionale del contesto costiero, con un “tocco” evocativo degli antichi “lagheroni” dato dalla lente d’acqua centrale segnata dallo

“gnomone” dell’orologio solare.

4. RAPPRESENTAZIONE FOTOGRAFICA DELLO STATO ATTUALE

5.Immagine satellitare –Map data ©2020 Google

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18 6.Strada di collegamento con i parcheggi retrostanti

7.Area compresa tra il lungomare rialzato e i parcheggi retrostanti

8.Area compresa tra l’arenile e la rotatoria

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19 9.Sistema dei parcheggi nell’area retrostante al lungomare

10.Punto terminale della passeggiata lungomare rialzata – area di confine del perimetro d’intervento

(21)

20 5. DESCRIZIONE DELLA PROPOSTA PROGETTUALE

5.1 La piazza

La piazza centrale presenta una perimetrazione asimmetrica, a losanga, ed è il punto di raccordo tra i bracci della passeggiata lungomare esistente, collocati a quota +1,20 m rispetto alla quota stradale. La

conformazione spaziale divide l’invaso in due zone: quella bassa, la vera e propria piazza lapidea, le superfici di bordo per il collegamento altimetrico con la quota della passeggiata e gli approdi in quota, complanari con la passeggiata lungomare.

La piazza lapidea, in pietra vulcanica, collega l’arenile e la spiaggia con le aree della viabilità retrostanti, che arrivano dal centro urbano di Policoro. La strada di accesso alla piazza subirà, a partire dall’incrocio che smista verso i parcheggi laterali, un leggero cambio di livelletta, innalzandosi lievemente fino a raggiungere la quota della piazza, per rendere immediatamente visibile il mare a chi arriva dalla città.

La piazza lapidea diventa, per via delle sue ampie dimensioni, il luogo dove svolgere e convogliare le diverse funzioni della vita urbana: dagli eventi alle manifestazioni temporanee, al luogo di ritrovo della vita costiera quotidiana.

In posizione baricentrica lungo questa direttrice, si trova un grande orologio solare che,oltre ad essere il landmark della piazza, è anche una fontana, una lente d’acqua, concava, di non più di 15 cm di profondità, che trasforma la meridiana in un elemento mutevole, attrattivo e di gioco. Lo “gnomone”, ovvero l’asta che indica l’ora con la sua ombra, ha un’altezza di circa 8 mt e rappresenta un punto di riferimento importante sia da terra che da mare: è un’opera artistica che misura il tempo locale, il “tempo vero”, mediante

l’osservazione dell’ombra solare proiettata sulle linee orarie agli equinozi e ai solstizi.

Il disegno delle linee solari, l’inclinazione dello gnomone e altri aspetti scientifici saranno attentamente studiati e valutati da esperti gnomonisti al momento dell’attuazione, per garantire il buon funzionamento di questo affascinante strumento.

La connessione con il sistema esistente del percorso del lungomare è risolta tramite un grande piano inclinato che raccorda e unisce le due quote, proseguendo, anche se variata, la passeggiata. Il collegamento tra l’area retrostante e il lungomare è risolto con una grande scalinata con rampa in pietra calcarea di Soleto, che approda sull’area di buffer che collega i due sistemi e il nuovo edificio, in pietra calcarea di Trani.

Le aree di collegamento terrazzate, rivestite in pietra calcarea di Soleto, prevedono l’alternanza tra percorsi di attraversamento più rapidi, come le scale, e più lenti, come le rampe, per garantire diverse modalità di fruizione, adatte a esigenze differenti.

La conformazione geometrica delle aree laterali di raccordo tra i due livelli, rende questo spazio una grande area di seduta in cui i salti di quota tra i vari gradoni sono studiati in modo tale da poter essere usati come una cavea che guarda il centro della piazza. Alle aree in quota in pietra, si alternano aree in prato, entrambe collocate sotto una folta ma trasparente vegetazione arborea, che rende queste zone utilizzabili anche come punti di sosta, di gioco e per funzioni più minute.

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21 11.Planivolumetria di progetto

Vegetazione arborea

I terrazzamenti di raccordo tra la piazza e la duna artificiale esistente ospitano una trentina di individui arborei, posizionati sia sulle aree arbustive che su quelle prative. Queste ultime, grazie all’ombreggiamento e alla presenza del prato stabile, diventano delle vere e proprie aree di sosta che possono essere utilizzate anche per lo svolgimento di altre funzioni: da quella ludico-ricreativa a quella sportiva e per la socialità.

La vegetazione arborea è quella dei sistemi di evoluzione delle dune con vegetazione sclerofila, la cui tendenza è verso le conformazioni di foresta delle aree costiere. La scelta delle essenze, in accordo con la vegetazione esistente e con le successioni arbustive, ha riguardato due principali famiglie: i Quercus sppl, per le sue caratteristiche dimensionali, per la forma della chioma globosa e sempreverde, cromaticamente uniforme, senza fioriture; e il Cercis sppl, di dimensioni più contenute, a forma globosa ma caducifoglie, con infiorescenze violaceo purpuree durante la stagione tardo-primaverile. Gli alberi introdotti dal progetto hanno un portamento che predilige l'impalcato alto della chioma, in modo da permettere il più possibile di ottenere la massima visibilità della superficie della piazza, per ragioni di sicurezza, di fruizione, oltre che di piacevolezza dell’area. La percezione, per via dell’alternanza di specie caducifoglie e specie sempreverdi garantisce condizioni di ombra diversificata a seconda delle stagioni, più assolato in inverno, più

ombreggiato durante i mesi estivi. l dominio percettivo varia anche dal punto di vista cromatico, sia

stagionalmente per via della fenologia variegata, che del diverso grado di opacità e trasparenza delle foglie.

Arbusti

Le superfici di raccordo tra il piano della piazza e il piano della passeggiata lungomare esistente, sono in alcuni punti ricoperte di vegetazione arbustiva. Le essenze scelte sono prevalentemente quelle della macchia mediterranea locale, tipica delle condizioni di duna con vegetazione di sclerofille dei Cisto- Lavanduletalia, presente nelle aree limitrofe e che costituisce il primo stadio forestale nelle aree costiere.

Le essenze vegetali sono in accordo con le essenze arboree, a ricostruire la successione evolutiva della

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22 macchia mediterranea costiera. Le specie sono a prevalenza di Pistacia lentiscus, con individui di

Rosmarinus prostratus e Cistus, disposte con impianto regolare, in numero di 1/mq.

La macchia è concentrata in alcune aree dei terrazzamenti di raccordo, che per questo risultano

difficilmente accessibili: questo è motivato da ragioni funzionali e legate alla vegetazione stessa. In primo luogo, la scelta di non rendere attraversabili alcune aree deriva dalla gerarchizzazione delle superfici laterali della piazza: aree completamente attraversabili e quindi percorsi principali di attraversamento, aree di sosta ed aree, quelle arbustive appunto, di difficile attraversamento. In secondo luogo, l’inserimento di vegetazione arbustiva caratteristica del luogo che tuttavia è presente in quantità esigue, per via della natura antropizzata dell’area, è un modo per aumentare la presenza di specie differenti, e quindi provocare un generale miglioramento della biodiversità.

Prati

Le superfici prative delle terrazze di raccordo sono caratterizzate dalla necessità di avere intensità d’uso elevata e differenziata, come si conviene ad uno spazio pubblico urbano, e allo stesso tempo bassissimo grado di gestione e manutenzione. È un prato di tipo rustico e tendenzialmente non irriguo, con esigenze di somministrazioni irrigue estremamente ridotte. Per offrire maggiori possibilità di sviluppo al prato, si propone un inerbimento a prevalenza di Lippia Nodiflora (o Phyla Nodiflora), una tappezzante perenne, spontanea nelle zone con clima Mediterraneo. La Lippia ha un bassissimo bisogno di manutenzone ed irrigazione, si sviluppa creando un soffice e fitto manto erboso spesso e resistente al calpestio intenso.

Presenta un’ottima tolleranza rispetto ai livelli di PH e salinità dei terreni. Dalla tarda primavera all’estate inoltrata produce infiorescenze bianco-rosa, pur avendo altissima resistenza alla siccità.

Arredi

Gli arredi previsti dal progetto sono realizzati all'interno di filiere produttive certificate che utilizzano esclusivamente energia pulita ottenuta da fonti rinnovabili, per soddisfare le esigenze dei CAM (Criteri Ambientali Minimi) previsti dal GPP (Green Public Procurement), lo strumento di politica ambientale previsto per tutte le pubbliche amministrazioni.

Irrigazione

La scelta della vegetazione arborea, arbustiva e delle aree a prato è stata effettuata anchesulla necessità di scegliere specie a bassissima manutenzione e a ridotto fabbisogno idrico. Il sistema d’irrigazione perciò è caratterizzato da un impianto prevalentemente di attecchimento, e per l’irrigazione di soccorso in caso di grandi periodi di siccità, a prolungamento di quello già presente sull’area. Allo stato attuale la rete di irrigazione per è costituita da tubi in polietilene di diversi diametri in funzione della diramazione, collegati a partire da quella esistente, sempre con tubazione in polietilene e di diametri adeguati ai rami ed alle aree da servire.

Illuminazione

L’area d’intervento presenta diverse esigenze di illuminazione in base alla differente zona, alla funzione che svolge e al grado di visibilità. Può essere suddivisa in quattro parti: l’area della piazza, caratterizzata da un sistema di illuminazione puntiforme che garantisca un elevato grado di visibilità e d’illuminazione; le aree di bordo con la vegetazione, nelle quali si predilige grado di visibilità medio alto, che comunque non

contempli zone d’ombra, garantendo buona visibilità generale e che interagisca con la vegetazione arborea e arbustiva, sia per caratteristiche dimensionali, che per l’interferenza con le chiome; le aree di risalita, lente e veloci, caratterizzate da illuminazione di supporto di sicurezza; la meridiana solare che presenta un’illuminazione specifica e più architettonica dell’oggetto e della fontana/specchio d’acqua.

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23 L’impianto è costituito da pali di altezza pari a 3,50 fuori terra in acciaio variamente dipinti ed organi illuminanti di varia forma e dimensione.

Il progetto per la piazza centrale modifica il modello degli organi illuminanti, perché quelli esistenti non rispettano le norme sull’inquinamento luminoso e perché i pali, ancorché verniciati, sono comunque soggetti all’attacco della salsedine.

Pertanto per esigenze illuminotecniche e di resistenza alla salsedine, nonché per esigenze architettoniche, si è optato per utilizzare pali in lega di alluminio con organi illuminanti sempre in lega di alluminio a doppio braccio.

I plinti avranno dimensione di cm 80x80x110.

La rete elettrica partirà dal quadro di zona più vicino e si svilupperà lungo le fasce verdi con cavidotti del tipo flessibile corrugato del diametro di 80 mm e cavi del tipo FG70R di sezione adeguata protetti da proprio interruttore magnetotermico differenziale.

Le diramazioni avverranno con giunto in resina (muffole).

I pozzetti di diramazione avranno dimensioni interne di cm 40x40 con chiusino in ghisa.

L’impianto di terra sarà costituito da corda rame nuda e dispersori in acciaio in pozzetti di dimensioni interne 40x40 con chiusino in ghisa.

5.2 L’edificio

Sui due lati della grande losanga che rappresenta la piazza centrale del lungomare, due edifici commerciali ospiteranno gli esercizi già presenti in zona e che dovranno per necessità essere demoliti.

Il presente progetto prevede soltanto la realizzazione di uno dei due edifici rinviando ad altro finanziamento la realizzazione del secondo.

Dal punto di vista paesaggistico, l’edificio costituisce il completamento dello sky-line del lungomare originario, come progettato e realizzato (in parte, appunto) oltre due decenni addietro.

Gli edifici sulla piazza centrale del lungomare, sono stati pensati sin dall’origine come componenti, quinte di definizione del “nodo urbano” costituito appunto dalla piazza: nodo collocato all’intersezione tra la lunga ed articolata duna attrezzata del lungomare, ed il Viale del Lido, arteria principale di collegamento con il centro urbano di Policoro.

Edifici collocati sui lati interni della “losanga”, figura geometrica progettualmente e paesaggisticamente ricorrente nella definizione dei nodi di dilatazione funzionale nel lungo percorso costiero della duna attrezzata. Nel caso della piazza centrale, con la loro collocazione planimetrica, i due edifici contribuiscono ad enfatizzare la lunga visione prospettica del mare, per chi proviene appunto da Policoro, dal Viale Lido.

Edifici volutamente allungati nella dimensione longitudinale (100 ml.), e di profondità contenuta (10 ml.), dai prospetti segnati da una profonda linea d’ombra, che ne alleggerisce l’impatto sull’orizzontalità della piazza. Edifici alleggeriti in copertura da una sistemazione, anch’essa ombrosa, a tolda di nave attrezzata.

Edifici frantumati nella loro larghezza da profondi ed ampi tagli (n. 4 x 6,00 ml/cad.), che lasciano intravedere il paesaggio retrostante: la pineta dal lungomare e dall’arenile; il mare ed il cielo dalla viabilità posteriore.

L’edificio si estende per una lunghezza di circa 100 mt e contiene 12 unità minime commerciali (di circa 60 mq ognuna) con accesso diretto dal lungomare (quota 0.00 mt) oltre a 12 locali sempre di 60 mq ognuno con accesso dalla quota dei parcheggi, a valle (quota -2,50 mt). L’edificio presenta così un unico livello percepibile dal lungomare (arenile), e due livelli dal fronte posteriore (parcheggi).

Ogni locale avrà la possibilità di raggiungere con scala interna il terrazzo dove è previsto un piccolo locale di circa 24 mq al servizio dell’ampia terrazza panoramica posta alla quota 3,80 mt.

Tutti e tre i livelli sono comunicanti tra loro e complessivamente totalizzano circa 140 mq di superficie utile.

Nell’assegnazione ai futuri esercenti questi locali potranno essere raddoppiati o triplicati a seconda le esigenze.

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24 Il presente progetto prevede un’ipotesi di sistemazione interna per cellula singola, doppia, tripla e quadrupla, in modo da stabilire le invarianti che consentono di definire i prospetti, che non potranno essere modificati.

Gli esercizi, potranno essere ristoranti, caffetterie e simili, esercizi che solitamente espandono la loro attività negli spazi esterni limitrofi o sulle terrazze.

Per questo motivo i locali sono dotati di ampie verande e terrazzi che saranno ombreggiati da pergole fisse già predisposte e che definiscono l’architettura esterna.

Quest’ultima è semplice, sobria, intonacata bianca: un’architettura balneare fatta di pochi elementi facilmente manutenibili e resistenti al clima marino.

La struttura sarà in cemento armato con solai in latero-cemento e con sbalzi fino a 3 mt sui due lati lunghi.

Le fondazioni saranno costituite da pianta armata poggiante sul substrato sabbioso.

Le pergole previste in terrazza saranno realizzate con tubi cavi di alluminio preverniciato e tenuti da tiranti collegati ai pilastrini in acciaio zincato posti a distanza di 6 mt.

Le murature saranno realizzate con mattoni forati termoisolanti di cm 20 + 10 e all’esterno intonacate e pittate bianche.

Le terrazze saranno realizzate con pacchetto termoisolante e materiali bio compatibili.

Gli infissi saranno in alluminio a taglio termico e vetri a bassa emissività.

I controsoffitti delle terrazze saranno realizzati in compensato marino e avranno gli organi illuminanti incassati.

Tutto l’esterno sarà completamente rifinito in ogni dettaglio.

Le sistemazioni esterne intorno all’edificio saranno realizzate a monte con lastre di pietra di Trani, mentre a valle saranno rifinite con pavimenti a getto di cls e resine.

La composizione architettonica generale, con il suo andamento orizzontale sviluppato prevalentemente in lunghezza, dell’altezza contenuta (3,80 ml. sul fronte mare), e segnato longitudinalmente da una profonda terrazza, rinvia all’idea di una nave ormeggiata, della quale la terrazza superiore è la tolda, attrezzata con pergole, pennoni, vele (tende) e sartiame.

L’andamento orizzontale è accentuato dalla profonda linea d’ombra che segna il prospetto dell’edifico dal lato del lungomare; ombra provocata dall’accentuato sbalzo, sul piano della facciata, della terrazza/tolda superiore.

Analogo effetto si crea anche sul prospetto posteriore (lato parcheggi).

12.Prospetti di progetto. Quota lungomare (in alto), quota parcheggi (in basso)

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25 13. Sezioni dell'edificio sul tratto di piazza realizzata

14.Planimetria dell'intervento attuale (quota lungomare)

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26 6. INDICAZIONI E ANALISI DEI LIVELLI DI TUTELA

6.1 Disciplina urbanistica generale e di dettaglio 6.1.1 - Programma Reti Natura2000

L’area di progetto è compresa nel territorio della Area Territoriale Omogenea dell’Arco Ionico Lucano ATO8, individuato dal programma “Rete Natura 2000 Basilicata” e regolata dal Piano di Gestione, approvato conD.G.R. 18 luglio 2012n. 951 “Misure di tutela e conservazione per i siti Natura 2000 della Basilicata”, basato suD.G.R. 1925 del 31/12/2007 “Programma Reti Natura”, in coerenza e in applicazione della Direttiva 92/43/CEE, del D.P.R. 357/97, del D.P.R. 120/03, del D.M. M.A.T.T.M. del 03/09/2002 e del D.M.

M.A.T.T.M. del 17/10/07.

L’area del litorale jonico interessata dal Piano si estende per circa 45 km nella parte occidentale del Golfo di Taranto ed è caratterizzata da una larga pianura costiera, la Piana di Metaponto, collocata sulle aree di delta e depositi alluvionali dei maggiori corsi d’acqua della Basilicata con foce nel Mar Jonio (Bradano, Basento, Cavone, Agri e Sinni).

Nel Decreto del Ministero dell’Ambiente del 3 aprile 2000 vengono individuati e pubblicati i siti di Interesse ComunitarioSIC individuato come Zone di Protezione Speciale ZPS “IT9220080 - COSTA IONICA FOCE AGRI”. I fattori di rischio per la vegetazione presenti nell’Area Territoriale Omogenea, sono sia di origine naturale che di origine antropica, tra cui: erosione costiera e intrusione in falda di acqua di mare (in diversi casi l’affioramento delle radici di pino d’Aleppo testimonia condizioni di asfissia); estremi climatici,

rappresentati soprattutto da lunghi periodi di siccità̀ esFva; spianamento meccanico delle dune e movimenti terra per la costruzione di villaggi turistici e lidi; eccessiva pressione antropica durante la stagione estiva per la presenza di campeggi e per l’utilizzo improprio della pineta come zona di parcheggio e come area pic-nic, con conseguenze ecologiche negative, ad esempio elevato calpestio; elevato rischio d'incendi a causa della vulnerabilità̀ intrinseca dei popolamenF di conifere, e all'accumulo di necromassa, legato a mancanza di pratiche gestionali forestali;attacchi parassitari, in particolar modo da parte della processionaria del pino (Thaumatopea pytocampa), ma anche del blastofago o di rincoti eterotteri, che attaccano ciclicamente vari tratti della costa jonica; caccia e pascolo abusivo.

L’intera area è soEoposta alle norme contenute nel “Piano di Gestione” dei Siti Natura 2000 dell’arco Jonico lucano, approvato con D.G.R. n.904 del 07/07/2015.

6.1.2 - Il Piano Regionale delle Coste

Costituito ai sensi dell’art.89 Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n.112 e della Legge Regionale 13

novembre 2009, n.39, al fine di attuare i principi dello sviluppo sostenibile e della pianificazione integrata della zona costiera, individua e definisce gli obiettivi, le azioni e gli interventi di: a) contenimento dei processi erosivi e ripascimento degli arenili; b) rinaturalizzazione della fascia costiera, tutela e ricostruzione della duna litoranea; c) protezione delle coste e degli abitati costieri dalla invasione e dalla erosione delle acque marine; d) armonizzazione della fruizione pubblica del demanio marittimo con lo sviluppo turistico e ricreativo della zona costiera tenendo conto delle destinazioni d’uso previste negli strumenti di

pianificazione territoriale ed urbanistica; e) tutela, riqualificazione e valorizzazione ambientale dei tratti di costa emersa e sommersa.

Il Piano divide le unità fisiografiche tirrenica e jonica in 8 Macroaree, e l’area ricade nella Macroarea 6 del Paraggio ionico. Il piano (Art.3 Aree escluse) non trova applicazione (comma a) alle aree del demanio marittimo e zone del mare territoriale espressamente dichiarate di interesse nazionale in relazione agli interessi della sicurezza dello stato e alle esigenze della navigazione marittima, identificate dalla normativa vigente e dalle intese tra Stato-Regione.

Si definiscono 4 livelli di pericolosità o meglio di zone a diversa pericolosità di inondazione, le varie zone vengono dunque determinate incrociando rispettivamente i valori di vulnerabilità costiera (V), correlata alla pericolosità dell’evento con la vulnerabilità socio-economica (S), considerando l’impatto dell’evento sul tessuto sociale ed economico.

L’area di intervento ricade nella Macroarea 6 Profilo 11: ZPI 4, zone a moderata pericolosità di inondazione per le quali i danni sociali, economici ed al patrimonio ambientale sono irrilevanti (Classe di pericolosità all’inondazioneZPI4: 0 < 0,25; moderata pericolosità

).

(28)

27 6.1.3 –Piano Regionale di utilizzazione delle Aree Demaniali Marittime della Costa Tirrenica e Jonica

Per la Costa Jonica, il Piano riguarda la le aree demaniali dei circa 40 km della costa jonica lucana, tra i quali il tratto costituito dal Sito: “Costa Jonica – Foce Agri” IT 9220080.

Piano approvato con DGR/Basilicata n.334 del 14/02/2005.

Per quanto concerne l’area d’intervento del presente progetto, il Piano prende atto della realizzazione della duna attrezzata del lungomare di Policoro, ed assegna a detta area la destinazione per attrezzature

turistiche, senza alcuna particolare prescrizione.

6.1.4 - Piano di Bacino – Stralcio Assetto Idrogeologico (PAI)

Il Piano Stralcio per la Difesa dal Rischio Idrogeologico, denominato Piano Stralcio o Piano o PAI (Piano Assetto Idrogeologico), redatto ai sensi dell’art.65 del D.Lgs 152/2006 (il D.Lgs 152/2006 abroga e sostituisce il precedente riferimento di legge costituito dalla L.183/89 e s.m.i.).

Ha valore di Piano Territoriale di SeEore ed è lo strumento conosciFvo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni e le norme d’uso riguardanti la difesa dal rischio idraulico e idrogeologico del territorio compreso nell’Autorità di Bacino della Basilicata, di seguito

denominata Autorità di Bacino, AdB della Basilicata o AdB.

Il PAI è finalizzato al miglioramento delle condizioni di regime idraulico e della stabilità dei versanti, necessario a ridurre gli attuali livelli di pericolosità e a consentire uno sviluppo sostenibile del territorio nel rispetto degli assetti naturali, della loro tendenza evolutiva e delle potenzialità d’uso.

Dalla consultazione della cartografia ufficiale del PAI dal WebGis dell’Autorità di Bacino della Basilicata, possiamo osservare che le aree oggetto degli interventi sono esterne alle zone di pericolosità classificate dal PAI in quanto esterne alle perimetrazioni delle aree di influenza dei corsi fluviali del Sinni e dell’Agri.

6.1.5 - Piano Territoriale Paesistico del Metapontino (PTPM)

L’intero territorio comunale di Policoro è soEoposto a Vincolo Paesaggistico con D.M. 18/04/1985; ed èsoEoposto a Piano Territoriale Paesaggistico (PTP “Metapontino”), approvato con L.R.n.3/90, che ha articolato le modalità di esercizio del Vincolo stesso.

Tutti i Piani Urbanistici Esecutivi, e gli interventi edilizi ed infrastrutturali di trasformazione del territorio comunale, sono soggetti alle prescrizioni dettate da detto PTP; in particolare, per gli Ambiti Territoriali di Foce Agri, Policoro-Lido e Foce Sinni-Rotondella, il PTP prescrive la redazione di Piani Paesistici Esecutivi d’Ambito, le cui prescrizioni di dettaglio vanno rispettate nelle trasformazioni summenzionate.

Il P.T.P.M. individua l’Ambito denominato “Lido” con la lettera E – Ambito progettuale Policoro; Insieme n.7 – Policoro e Litorale Agri – Sinni; “rinvio al P.P.E. d’ambito con validità transitoria dei vigenti Piani Attuativi Comunali”, rappresentato su planimetria 1:25000.

Allo stato il Piano d’Ambito di Policoro, pur in fase di elaborazione, non è giunto ad alcun livello di approvazione.

6.1.6 - Regolamento Urbanistico (RU)

Il vigente R.U. di Policoro, approvato con Deliberazione di C.C. n. 10 del 21/04/2017, all’elaborato P1- Progetto, individua l’area oggetto del presente intervento come Zona Costiera S/2.

L’articolo 85 delle NTA la definisce “S/2: zona attrezzata del lido”, ricadente nell’Ambito Paesistico di Policoro, a cui rimanda la disciplina attuativa; nelle more dell’approvazione di detto PPE, nella zona, oltre agli interventi previsti dal “Programma di riqualificazione e Recupero Ambientale del Litorale Sinni/Agri – Duna Attrezzata – Viale Litorale“ (del quale il presente progetto costituisce l’ultimo segmento di

attuazione), èconsentita la realizzazione di stabilimenti balneari, l'apposizione di strutture di supporto alla balneazione edalle attività turistico-ricreative-balneari, aventi le caratteristiche di strutture temporanee ed amovibili a finestagione balneare; è consentita la pulizia della spiaggia con mezzi meccanici.

(29)

28 15.Planimetria IGM 1:100000 con indicazione SIC IT9220080 Costa Ionica Foce Sinni

(30)

29 16.Piano di Gestione delle Coste - Rappresentazione topo-batimetrica della Macroarea 6, emersa e sommersa.

17.Piano di Gestione delle Coste - Arco ionico – ZPI: classificazione delle zone di pericolosità̀ all’inondazione Tr=1; 10; 30; 500.

(31)

18.PAI Basilicata – Carta del rischio alluvioniioni

30

(32)

31 19.Piano Territoriale Paesistico del Metapontino– Stralcio

20.PPE Lido (bozza) – Carta delle forme proprietarie del suolo

21.PPE Lido (bozza) – Carta dei regimi normativi di progetto

(33)

32 22.Regolamento Urbanistico – Tavola P1 Progetto

23.Regolamento Urbanistico - Tavola G2 Carta di sintesi della pericolosità e criticità geologica-geomorfologica

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