TERRENO AGRARIO
Il terreno agrario deriva dal suolo naturale per intervento dell’uomo dove la vegetazione naturale è stata sostituita dalle coltivazioni
dell’uomo.
I principali interventi dell’uomo hanno riguardato la stratigrafia del suolo modificata attraverso strumenti di lavoro rimescolatori e
rovesciatori
Da questa attività ne è derivato un nuovo profilo costituito da:
Strato attivo: è quello interessato dalle lavorazioni e dalle pratiche agronomiche, in questo è più intensa l’attività radicale e microbiologica. Il suo spessore varia dai 30 agli 80
centimetri.
Strato inerte: con ridotta attività biologica, il suo spessore dipende dalla profondità di
lavorazione e dallo sviluppo degli apparati radicali. È importante per la dinamica dell’acqua, percolazione, ristagno, approvvigionamento. Il suo spessore, molto variabile, può essere di pochi centimetri fino ai 90 – 100
Substrato pedogenetico e roccia madre come nel profilo naturale.
PROPRIETA’ FISICHE
Comprendono un insieme di aspetti fisici molto importanti in quanto possono condizionare la capacità produttiva e di orientare la tecnica colturale.
Si suddividono in:
Statiche praticamente immodificabili senza interventi straordinari
Dinamiche influenzate dalle normali pratiche agronomiche
statiche
dinamiche
Tessitura Giacitura Esposizione
Struttura
Porosità
Coesione
Plasticità
Il suolo è lo strato più superficiale della crosta terrestre
E’ un sistema complesso, eterogeneo di tre fasi: solida, liquida e gassosa.
E’ un compartimento di un ecosistema più generale, è un sistema aperto con un continuo scambio energetico interno ed esterno
E’ una interfaccia molto delicata dell’ecosfera, difficile e costosa da rinnovare
E’ un importante filtro biologico
E’ un insieme di sostanze organiche e minerali ( 50% del volume)
Viene suddiviso in:
E’ la parte esplorata dalle radici e nella quale operano i microrganismi
Definizione e caratteristiche del suolo
Strato attivo (eluviale) 30-40 cm Strato inerte (illuviale)
Sottosuolo
Sistema eterogeneo complesso costituito da tre fasi (polifasico)
Solida Liquida Gassosa
Componente organica non vivente
5%
Componente inorganica
45%
Particelle
(Si, Ca, Al, Mg, K, Fe)
Scheletro - non disgregato - 2mm Terra fine
Sabbia Limo Argilla
• Tessitura o composizione granulometrica
• Struttura Granulare Poliedrica Prismatica Lamellare Terreni privi di struttura: mancanza di cementanti
eccesso di cementazione
Fasi del suolo
Proprietà fisiche dei suoli
Granulometria particelle grossolane = sabbia grossa 0,2 mm sabbia fine 0,2 mm 0,02 mm particelle fini = limo 0,02 mm 0,002 mm particelle finissime = argilla 0,002 mm
Porosità volume dei pori compreso tra 40 e 60%
Permeabilità volume d’acqua defluito da un volume noto di suolo nell’unità di tempo. Dipende da:
Umidità quantità di acqua che viene trattenuta (con diverse modalità)
Aerazione % d’aria che varia in funzione della tessitura e dell’umidità.
Tessitura percentuale delle diverse frazioni granulometriche
Struttura come sono legate tra loro le particelle e come sono disposti i pori
Calore specifico e conducibilità termica
Sabbia
argilloso
argilloso limoso franco-
argilloso franco
franco- limoso -argilloso
sabbioso
franco-limoso franco-sabbioso
franco-sabbioso- argilloso
argilloso sabbioso
limoso
100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0
10 20
30 40
50 60
70 80
90 100 90
80 70 60 50 40 30 20 10 0
0 100
Triangolo delle tessiture
La percentuale delle diverse frazioni granulometriche determina diversi tipi di terreno:
Franco: questo termine
indica una tessitura in cui non c’è prevalenza di alcuna classe granulometrica sulle altre.
argilloso limoso
sabbioso
e diverse loro combinazioni
Campionamento del suolo
Sul suolo si possono effettuare numerose analisi chimico-fisiche e biologiche In base alla finalità, le analisi del suolo vengono raggruppate in:
1. Analisi di caratterizzazione 2. Analisi di controllo
3. Analisi di diagnostica comparativa
Al fine di ottenere un campione omogeneo e rappresentativo è necessario:
2. Individuare la zona di campionamento
3. Definire il numero e la ripartizione dei campioni (sub-campioni) 4. Stabilire la profondità e le modalità di esecuzione del prelievo 5. Formare il campione globale (campione mediato) da sottoporre
ad analisi
1. Definire l’epoca del campionamento
Attrezzatura per il prelievo dei campioni
Lo strumento più idoneo utilizzato per il prelievo del terreno è la trivella a sonda o carotatrice
Inoltre sono necessari:
Secchi per riporvi i campioni
Sacchetti di nylon
Etichette
Telo di plastica
2. Individuazione della zona di campionamento
La scelta della zona da campionare è finalizzata al tipo di analisi
Analisi di caratterizzazione la zona da campionare deve avere caratteristiche il più possibile omogenee nell’aspetto fisico,
rispetto alle fertilizzazioni e alla copertura vegetale spontanea o coltivata
Analisi di controllo le zone da campionare devono aver subito delle perturbazioni o alterazioni
Legenda:
1) Zona di campionamento 2) Area da non campionare 3) Bordi
4) Aree da non campionare 5) Unità di campionamento 6) Campione elementare
1. Epoca del campionamento
varia in funzione delle finalità delle analisi.Es. Per valutare la fertilità del suolo ai fini della concimazione, è preferibile
prelevare i campioni almeno 4 mesi dopo l’ultimo apporto di concimi o ammendanti oppure nel periodo successivo la raccolta del prodotto
3. Numero e ripartizione dei campioni elementari o sub-campioni
Il numero dei campioni deve essere tale da poter effettuare un’analisi statistica in grado di fornire informazioni sull’accuratezza dei dati ottenuti nelle analisi
Esistono diverse modalità di campionamento:
Campionamento sistematico
Campionamento non sistematico a X o a W
Campionamento irregolare o random
Campionamento sistematico
La zona da campionare viene suddivisa idealmente in unità di campionamento secondo unreticolo di maglie di
dimensione opportuna in relazione alla superficie da campionare. Il prelievo deve essere evitato lungo i bordi della zona di campionamento e nelle zone che presentano
anomalie
A) Suddivisione della zona da campionare B) Reticolo di dimensioni opportune
C) Unità di campionamento
D) Prelevamento casuale del campione
Legenda
3) Bordi
4) Aree da non campionare 5) Unità di campionamento 6) Campione elementare
Legenda 3) Bordi
4) Aree da non campionare 6) Campione elementare
Campionamento non sistematico a X o a W
I prelievi dei campioni elementari si effettuano lungo un percorso tracciato sulla superficie da investigare, ponendo delle immaginarie lettere X o WI risultati ottenuti da questo tipo di
campionamento sono meno dettagliati in quanto la superficie del campionamento è meno estesa
Campionamento irregolare o random
I prelievi si effettuano in aree scelte secondo numeri ricavati dalla tabella dei numeri casuali, riportata nei manuali di statistica.
I numeri devono corrispondere a precise sezioni numerate della zona da campionare suddivisa in unità di campionamento
4. Profondità e modalità di esecuzione del prelievo
La profondità del prelievo dipende dalle caratteristiche del terreno
Nei terreni arativi è preferibile effettuare il prelievo alla massima profondità di lavorazione del suolo
Nei terreni a prato o a pascolo il prelievo deve essere effettuato alla profondità interessata dalla maggior parte delle radici5. Formazione del campione globale (campione mediato) da sottoporre ad analisi
Per analisi di caratterizzazione, i campioni prelevati devono essere miscelati in modo da rendere il terreno omogeneo
Per analisi di controllo, i campioni prelevati devono essere mantenuti e analizzati separatamente
Il campione mediato finale viene posto in sacchetti di nylon, chiusi ed etichettati. Nell’etichetta devono essere riportate tutte le informazioni riguardanti il campione: la data del prelievo, la profondità, i riferimenti geografici della zona campionata, etc…..Analisi qualitative di un campione di suolo
1. Esame granulometrico
2. Valutazione della permeabilità 3. Acidità del suolo
4. Determinazione del calcare
5. Determinazione della fertilità del terreno:
presenza dei microelementi azoto, fosforo e potassio (N, P, K)