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Academic year: 2022

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TERRENO AGRARIO

Il terreno agrario deriva dal suolo naturale per intervento dell’uomo dove la vegetazione naturale è stata sostituita dalle coltivazioni

dell’uomo.

I principali interventi dell’uomo hanno riguardato la stratigrafia del suolo modificata attraverso strumenti di lavoro rimescolatori e

rovesciatori

(2)

Da questa attività ne è derivato un nuovo profilo costituito da:

Strato attivo: è quello interessato dalle lavorazioni e dalle pratiche agronomiche, in questo è più intensa l’attività radicale e microbiologica. Il suo spessore varia dai 30 agli 80

centimetri.

Strato inerte: con ridotta attività biologica, il suo spessore dipende dalla profondità di

lavorazione e dallo sviluppo degli apparati radicali. È importante per la dinamica dell’acqua, percolazione, ristagno, approvvigionamento. Il suo spessore, molto variabile, può essere di pochi centimetri fino ai 90 – 100

Substrato pedogenetico e roccia madre come nel profilo naturale.

(3)

PROPRIETA’ FISICHE

Comprendono un insieme di aspetti fisici molto importanti in quanto possono condizionare la capacità produttiva e di orientare la tecnica colturale.

Si suddividono in:

Statiche praticamente immodificabili senza interventi straordinari

Dinamiche influenzate dalle normali pratiche agronomiche

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statiche

dinamiche

Tessitura Giacitura Esposizione

Struttura

Porosità

Coesione

Plasticità

(5)

Il suolo è lo strato più superficiale della crosta terrestre

E’ un sistema complesso, eterogeneo di tre fasi: solida, liquida e gassosa.

 E’ un compartimento di un ecosistema più generale, è un sistema aperto con un continuo scambio energetico interno ed esterno

 E’ una interfaccia molto delicata dell’ecosfera, difficile e costosa da rinnovare

 E’ un importante filtro biologico

E’ un insieme di sostanze organiche e minerali ( 50% del volume)

 Viene suddiviso in:

 E’ la parte esplorata dalle radici e nella quale operano i microrganismi

Definizione e caratteristiche del suolo

Strato attivo (eluviale) 30-40 cm Strato inerte (illuviale)

Sottosuolo

(6)

Sistema eterogeneo complesso costituito da tre fasi (polifasico)

Solida Liquida Gassosa

Componente organica non vivente

5%

Componente inorganica

45%

Particelle

(Si, Ca, Al, Mg, K, Fe)

Scheletro - non disgregato -  2mm Terra fine

Sabbia Limo Argilla

• Tessitura o composizione granulometrica

• Struttura Granulare Poliedrica Prismatica Lamellare Terreni privi di struttura: mancanza di cementanti

eccesso di cementazione

Fasi del suolo

(7)

Proprietà fisiche dei suoli

Granulometria particelle grossolane = sabbia grossa   0,2 mm sabbia fine 0,2 mm  0,02 mm particelle fini = limo 0,02 mm   0,002 mm particelle finissime = argilla   0,002 mm

Porosità volume dei pori compreso tra 40 e 60%

Permeabilità volume d’acqua defluito da un volume noto di suolo nell’unità di tempo. Dipende da:

Umidità quantità di acqua che viene trattenuta (con diverse modalità)

Aerazione % d’aria che varia in funzione della tessitura e dell’umidità.

Tessitura percentuale delle diverse frazioni granulometriche

Struttura come sono legate tra loro le particelle e come sono disposti i pori

Calore specifico e conducibilità termica

(8)

Sabbia

argilloso

argilloso limoso franco-

argilloso franco

franco- limoso -argilloso

sabbioso

franco-limoso franco-sabbioso

franco-sabbioso- argilloso

argilloso sabbioso

limoso

100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0

10 20

30 40

50 60

70 80

90 100 90

80 70 60 50 40 30 20 10 0

0 100

Triangolo delle tessiture

La percentuale delle diverse frazioni granulometriche determina diversi tipi di terreno:

Franco: questo termine

indica una tessitura in cui non c’è prevalenza di alcuna classe granulometrica sulle altre.

argilloso

limoso

 sabbioso

e diverse loro combinazioni

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Campionamento del suolo

Sul suolo si possono effettuare numerose analisi chimico-fisiche e biologiche In base alla finalità, le analisi del suolo vengono raggruppate in:

1. Analisi di caratterizzazione 2. Analisi di controllo

3. Analisi di diagnostica comparativa

Al fine di ottenere un campione omogeneo e rappresentativo è necessario:

2. Individuare la zona di campionamento

3. Definire il numero e la ripartizione dei campioni (sub-campioni) 4. Stabilire la profondità e le modalità di esecuzione del prelievo 5. Formare il campione globale (campione mediato) da sottoporre

ad analisi

1. Definire l’epoca del campionamento

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Attrezzatura per il prelievo dei campioni

Lo strumento più idoneo utilizzato per il prelievo del terreno è la trivella a sonda o carotatrice

Inoltre sono necessari:

 Secchi per riporvi i campioni

 Sacchetti di nylon

 Etichette

 Telo di plastica

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2. Individuazione della zona di campionamento

La scelta della zona da campionare è finalizzata al tipo di analisi

 Analisi di caratterizzazione la zona da campionare deve avere caratteristiche il più possibile omogenee nell’aspetto fisico,

rispetto alle fertilizzazioni e alla copertura vegetale spontanea o coltivata

 Analisi di controllo le zone da campionare devono aver subito delle perturbazioni o alterazioni

Legenda:

1) Zona di campionamento 2) Area da non campionare 3) Bordi

4) Aree da non campionare 5) Unità di campionamento 6) Campione elementare

1. Epoca del campionamento

varia in funzione delle finalità delle analisi.

Es. Per valutare la fertilità del suolo ai fini della concimazione, è preferibile

prelevare i campioni almeno 4 mesi dopo l’ultimo apporto di concimi o ammendanti oppure nel periodo successivo la raccolta del prodotto

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3. Numero e ripartizione dei campioni elementari o sub-campioni

Il numero dei campioni deve essere tale da poter effettuare un’analisi statistica in grado di fornire informazioni sull’accuratezza dei dati ottenuti nelle analisi

Esistono diverse modalità di campionamento:

 Campionamento sistematico

 Campionamento non sistematico a X o a W

 Campionamento irregolare o random

 Campionamento sistematico

La zona da campionare viene suddivisa idealmente in unità di campionamento secondo un

reticolo di maglie di

dimensione opportuna in relazione alla superficie da campionare. Il prelievo deve essere evitato lungo i bordi della zona di campionamento e nelle zone che presentano

anomalie

A) Suddivisione della zona da campionare B) Reticolo di dimensioni opportune

C) Unità di campionamento

D) Prelevamento casuale del campione

Legenda

3) Bordi

4) Aree da non campionare 5) Unità di campionamento 6) Campione elementare

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Legenda 3) Bordi

4) Aree da non campionare 6) Campione elementare

Campionamento non sistematico a X o a W

I prelievi dei campioni elementari si effettuano lungo un percorso tracciato sulla superficie da investigare, ponendo delle immaginarie lettere X o W

I risultati ottenuti da questo tipo di

campionamento sono meno dettagliati in quanto la superficie del campionamento è meno estesa

 Campionamento irregolare o random

I prelievi si effettuano in aree scelte secondo numeri ricavati dalla tabella dei numeri casuali, riportata nei manuali di statistica.

I numeri devono corrispondere a precise sezioni numerate della zona da campionare suddivisa in unità di campionamento

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4. Profondità e modalità di esecuzione del prelievo

La profondità del prelievo dipende dalle caratteristiche del terreno

Nei terreni arativi è preferibile effettuare il prelievo alla massima profondità di lavorazione del suolo

Nei terreni a prato o a pascolo il prelievo deve essere effettuato alla profondità interessata dalla maggior parte delle radici

5. Formazione del campione globale (campione mediato) da sottoporre ad analisi

Per analisi di caratterizzazione, i campioni prelevati devono essere miscelati in modo da rendere il terreno omogeneo

Per analisi di controllo, i campioni prelevati devono essere mantenuti e analizzati separatamente

Il campione mediato finale viene posto in sacchetti di nylon, chiusi ed etichettati. Nell’etichetta devono essere riportate tutte le informazioni riguardanti il campione: la data del prelievo, la profondità, i riferimenti geografici della zona campionata, etc…..

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Analisi qualitative di un campione di suolo

1. Esame granulometrico

2. Valutazione della permeabilità 3. Acidità del suolo

4. Determinazione del calcare

5. Determinazione della fertilità del terreno:

presenza dei microelementi azoto, fosforo e potassio (N, P, K)

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