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Communiqué de presse Pressemitteilung

Comunicato Stampa

CH-2010 Neuchâtel Espace de l’Europe 10

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Revenus et qualité de vie de la population Einkommen und Lebensqualität der Bevölkerung Redddito e qualità di vita della popolazione

Neuchâtel, 4 novembre 2002 N. 0352-0211-70

Dati sociali – Svizzera

Sono le famiglie monoparentali le più lontane dall’ideale di prosperità e benessere

Il nuovo rapporto dell’Ufficio federale di statistica (UST) su “Prosperità e benessere ” paragona le condizioni di vita delle persone che vivono in economie domestiche con un reddito basso, medio ed elevato. Nonostante la generale prosperità, in Svizzera vi è un profondo divario tra gruppi della popolazione privilegiati e meno privilegiati. A stare peggio sono le famiglie monoparentali, gli

stranieri, le famiglie con molti figli nonché gli impiegati nei settori della vendita e dei servizi: rispetto alla popolazione complessiva, sono svantaggiati su vari fronti.

L’ultimo decennio è stato contraddistinto da un crescente divario tra vincitori e vinti sul fronte della

prosperità economica. Secondo le ultime indagini, in Svizzera fino al 10% della popolazione vive al di sotto della soglia della povertà. A ciò si aggiungono molte altre persone che vivono in condizioni finanziariamente precarie, appena al di sopra del minimo esistenziale. Nel rapporto dell’UST appena pubblicato su “Prosperità e benessere . Standard di vita e disparità sociali in Svizzera” si cerca non tanto di determinare l’attuale quota di povertà, ma si rivolge piuttosto l’attenzione alle condizioni di vita e ai problemi della fascia di

popolazione con un reddito basso. I dati provengono dall’indagine sul reddito e sul consumo, nell’ambito della quale nel 1998 è stata realizzata un’intervista supplementare sulle condizioni di vita.

Tenore di vita differente

Un reddito basso è non di rado associato a difficoltà di pagamento e spesso costringe a rinunciare al tenore di vita normale generale. Nel 1998, l’11% delle persone con un reddito basso, ad esempio, ha rinunciato ad un trattamento dentistico per motivi finanziari. In media, le economie domestiche con un reddito basso

spendono la metà di quelle benestanti per il consumo di beni e servizi. Solo i costi degli alimentari e dell’abitazione (senza l’arredamento) rappresentano la metà del totale delle loro spese di consumo. Le economie domestiche benestanti, invece, spendono in media solo il 9,3% per gli alimentari e il 26% per l’abitazione. È quindi maggiore la quota restante per il soddisfacimento di altri bisogni. Le economie domestiche benestanti, ad esempio, spendono il 12% del loro bilancio, comunque superiore, per vitto e alloggio fuori casa, mentre nelle economie domestiche con un reddito basso le suddette spese rappresentano solo l’8% del bilancio. Le economie domestiche con un reddito basso hanno abitazioni più piccole, il 13% di esse vive addirittura in abitazioni con meno di un locale per persona (economie domestiche benestanti:

0,7%). Per quasi tutti, tuttavia, la dotazione dell’abitazione copre almeno i bisogni di base.

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Ne risente non solo il tenore di vita

Generalmente, coloro che percepiscono un reddito basso si sentono un po’ meno sani dei benestanti. Se al reddito si aggiungono altri fattori sfavorevoli, la quota di persone meno sane raggiunge dimensioni in parte preoccupanti. È noto che non di rado i bassi redditi vanno di pari passo con l’assenza di contatti o addirittura l’isolamento sociale. I benestanti che escono e incontrano amici e conoscenti sono infatti più del doppio.

Emergono nette differenze anche nell’ambito della partecipazione politica: il 36% dei benestanti è molto interessato agli eventi politici, mentre tra le persone con un reddito basso questa quota è solo del 20% circa.

In Svizzera il grado di soddisfazione della propria vita è elevato

In tutti e tre i gruppi di reddito, una netta maggioranza delle persone è soddisfatta della propria vita. Vi è tuttavia un numero non trascurabile di persone parzialmente insoddisfatte, che appartengono soprattutto al gruppo con il reddito più basso. La loro insoddisfazione è visibile in particolare sotto il profilo finanziario.

Ma anche in relazione ad altri settori e alla vita in generale, le quote di insoddisfatti sono superiori tra coloro che percepiscono un reddito basso. I risultati dell’analisi evidenziano quindi l’importanza della situazione finanziaria per il grado di soddisfazione della popolazione e al contempo mostrano però anche che la soddisfazione si spiega solo in combinazione con altri fattori d’influenza.

Svantaggi cumulati

In alcuni gruppi della popolazione, singoli deficit si accumulano dando vita a problematiche complesse, che toccano più settori. Particolarmente colpite da questi svantaggi cumulati sono le famiglie monoparentali.

Sono infatti particolarmente sfavorite nella maggior parte dei settori della vita presi in considerazione sia obiettivamente, in relazione alle condizioni di vita esterne, sia soggettivamente (grado di soddisfazione). Non solo presentano deficit materiali, ma sono anche confrontate con un forte carico di lavoro e di conseguenza con una carenza di tempo libero. Tra i gruppi svantaggiati su più fronti figurano anche gli stranieri, le famiglie con molti figli, gli impiegati nei settori della vendita e dei servizi.

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3 Concetti e definizioni

Situazione reddituale

Si distinguono tre fasce di reddito: le persone con un reddito basso vivono in un’economia domestica con un reddito equivalente di meno del 70% della mediana, e cioè di meno di 2450 franchi al mese (nel 1998 la mediana era di 3500 franchi al mese: il 50% dei redditi equivalenti è inferiore a questo importo e il 50%

superiore). Fanno parte della fascia di reddito elevato le persone la cui economia domestica dispone di più del 150% del reddito equivalente mediano (>5250 franchi). Tutte le altre persone rientrano nel gruppo di reddito medio.

Le persone con un reddito basso rappresentano il 24% della popolazione residente in età di 15 anni e più, quelle benestanti il 18% e coloro che rientrano nel gruppo di reddito medio il 58%.

Gli individui sono suddivisi in gruppi di reddito secondo il reddito equivalente della loro economia domestica. Il reddito equivalente è calcolato in base al reddito disponibile dell’economia domestica (reddito totale dell’economia domestica meno le imposte, i contributi alle assicurazioni sociali, i premi delle casse malati per l’assicurazione di base e altre spese obbligatorie). Per tener conto delle differenze in relazione alla grandezza e alla composizione dell’economia domestica, il reddito dell’economia domestica è convertito in equivalente per un’economia domestica di un solo membro, e cioè è diviso per la sua “grandezza

d’equivalenza”. Questa è determinata ponderando i singoli membri dell’economia domestica con i seguenti fattori: 1,0 il primo adulto, 0,5 il secondo adulto e ogni altra persona di più di 14 anni, 0,3 ogni bambino al di sotto di 15 anni (conformemente alla nuova scala d’equivalenza dell’OCSE). La “grandezza d’equivalenza”

è data dalla somma di queste ponderazioni.

Deficit, svantaggi cumulati, gruppi problematici

Si parla di deficit facendo riferimento a un gruppo della popolazione quando la quota di persone con cattive condizioni di vita per l’indicatore considerato è nettamente più elevata rispetto alla media della popolazione (quota corrispondente nella popolazione complessiva). Si hanno svantaggi cumulati (detti anche

deprivazione) quando una persona presenta un deficit in almeno quattro dei dieci indicatori obiettivi o tre degli otto indicatori soggettivi. I gruppi con quote nettamente elevate di persone svantaggiate su più fronti sono definiti gruppi problematici.

Fonte dei dati

Il rapporto si basa su dati provenienti dall’indagine sul reddito e sul consumo del 1998. All’indagine hanno partecipato complessivamente 9295 economie domestiche private. Con un campione di 4369 persone è stata realizzata un’intervista supplementare di circa 20 minuti sulle condizioni di vita, che abbracciava vari temi.

L’universo di base delle analisi riferite alle persone è la popolazione residente permanente in età di 15 anni e più (esclusi quindi i richiedenti l’asilo, gli stagionali e i frontalieri).

UFFICIO FEDERALE DI STATISTICA Servizio informazioni

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____________

Informazioni:

Caterina Modetta, UST, Sezione cultura, politica e condizioni di vita, tel. 032 713 64 30, [email protected]

Beat Schmid, UST, Sezione cultura, politica e condizioni di vita, tel. 032 713 62 95, [email protected] Ordinazioni: tel: 032 713 60 60, Fax: 032 713 60 61, E-Mail: [email protected]

Nuova pubblicazione:

UST, Wohlstand und Wohlbefinden, Lebensstandard und soziale Benachteiligung in der Schweiz, Neuchâtel 2002, n. di ordinazione: 525-0200, prezzo: Fr. 15.--

UST, Revenu et bien-être. Niveau de vie et désavantages sociaux en Suisse, Neuchâtel 2002; n. di ordinazione: 526- 0200; prezzo: Fr. 15.--.

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5 G1 Quota di persone insoddisfatte, per situazione di reddito nel 1998

0% 2% 4% 6% 8% 10% 12% 14% 16% 18% 20% 22% 24% 26% 28% 30% 32%

Esistenza in generale

Vita professionale

Vita familiare

Situazione finanziaria

Salute

Condizione abitativa

Tempo libero

Contatti sociali

Protezione contro la criminalità e la violenza fisica

4,3

10,0

5,6

18,0

8,4

6,4

15,0

8,0

14,0 1,7

7,2

4,2

6,1

6,0

5,6

14,0

5,7

12,0 3,5

10,0

5,0

16,0

8,0

5,6

14,0

7,5

18,0 8,1

12,0

8,0

30,0

11,0

8,9

18,0

11,0

18,0

Reddito basso Reddito medio Reddito elevato Popolazione totale

© Ufficio federale di statistica Esempio:

l'8,1% delle persone a basso reddito ha dichiarato di essere insoddisfatto della esistenza in generale. In altre parole, sulla scala da 0 (per nulla soddisfatti) a 10 (completamente soddisfatti), queste persone hanno indicato un valore compreso tra 0 e 5.

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0%

4%

8%

12%

16%

20%

Svantaggicumulatisoggettivi

0% 4% 8% 12% 16% 20%

Svantaggi cumulati obiettivi Popolazione totale

Senza form.

postobbl.

25 enni - 39 enni

Addetti vendita e servizi

Redditi bassi

Svizzera italiana Stranieri

Ausiliari Coppia con almeno 3 figli

Famiglie monoparentali

G2 Gruppi di popolazione toccati da svantaggi cumulati obiettivi o soggettivi nel 1998

© Ufficio federale di statistica

Il 16% della popolazione totale è toccato da svantaggi cumulati obiettivi, e l'11% da svantaggi cumulati soggettivi. Nel grafico l'asse orizzontale indica gli svantaggi cumulati obiettivi e l'asse verticale quelli soggettivi.

La popolazione totale costituisce il punto 0. I vari punti nel sistema di coordinate rappresentano il divario dei gruppi di popolazione esaminati rispetto alla popolazione totale.

Complessivamente vengono considerati 10 indicatori obiettivi relativi a settori quali lo standard di vita, il lavoro, la salute, il tempo libero, i contatti sociali e la partecipazione politica, l'abitazione nonché 8 indicatori soggettivi che riguardano lo standard di vita, il lavoro, la salute, il tempo libero, i contatti sociali, l'abitazione, l'economia domestica/famiglia e la sicurezza personale.

Esempio di indicatore obiettivo: esigua superficie abitativa per persona Esempio di indicatore soggettivo: condizione abitativa insoddisfacente

Riferimenti

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