16/09/2017 Corriere del Veneto pagina 7
Riparto sanità, meno soldi a Venezia, Belluno e Rovigo
E in più Padova, Treviso e Verona. Boron: «Ritocco sulle specificità»VENEZIA Meno soldi per le Asl Serenissima, Dolomiti e Polesana, salgono invece i fondi in dotazione per Marca Trevigiana, Asl Scaligera e Veneto Orientale. A sei mesi dall' avvio della discussione sul riparto degli 8 miliardi e 700 milioni di euro per la sanità veneta, ieri sono arrivate le cifre. In tardo pomeriggio, quando la commissione regionale era ormai stata chiusa con l' intesa tra il presidente Fabrizio Boron (lista Zaia), le forze di maggioranza e di opposizione di rinviare l' esame a quando sarebbero finalmente state disponibili le cifre e la documentazione chieste a marzo. «Si tratta di 8,7 miliardi secretati dalla giunta», aveva tuonato dal Pd Claudio Sinigaglia. E Boron, che pure aveva difeso il ritardo nel riparto ricordando che lo Stato non ha ancora definito la somma da assegnare al Veneto, ha sollecitato gli uffici a fornire il materiale e svelare l' arcano. Ecco quindi le cifre per le nove Asl comparata a quelle che lo scorso anno erano stata assegnate alle corrispondenti unità sanitarie poi accorpate: la parte del leone la fa l' azienda Euganea con 1 miliardi 468 milioni (1,455 miliardi nel 2016) seguita dalla Scaligera con 1 miliardo 447 milioni (1.423 miliardi) e dall' azienda della Marca, cui sono stati assegnati 1 miliardo e 392 milioni (1,381 miliardi). Venezia, Mirano e Chioggia perdono una trentina di milioni e passano da 1,082 a 1,052 miliardi; Feltre e Belluno una ventina (da 385 a 364 milioni), Adria e Rovigo 32 milioni (406, erano 438 l' anno scorso).
Stabile l' Asl Pedemontana con 573 milioni, un milione in più alla Berica (788), può contare invece su 12 milioni di budget aggiuntivi quella del Veneto Orientale (passa da 331 a 343). Al totale di 7,833 miliardi vanno aggiunti i 700 milioni per Azienda Zero e qualcosa per le aziende ospedaliere di Padova, Verona e per l' Iov. La comparazione rispetto al 2016 è solo indicativa perché, ricorda Boron, «È impossibile paragonare il riparto fatto lo scorso anno su 21 aziende con quello odierno articolato su nove perché bisogna tener conto delle economie e del fatto che, a regime, sarà Azienda Zero a svolgere le funzioni di ufficio tecnico, ufficio legale e ufficio del personale per tutte». Inoltre si tratta di un riparto al momento solo tecnico, basato sulla legge nazionale del 2011 sui costi standard in base alla quota della popolazione alla complessità dei servizi. In commissione la prossima settimana si inizierà a discutere del riparto in termini politici. «Bisognerà regolare la specificità dei territori di Belluno, Venezia e Rovigo e ragionare su come riconoscere le specialità», specifica il presidente della commissione. L' opposizione sta già mettendo in relazione la quota assegnata per ciascun Asl e la residenza dei componenti della giunta Zaia. Il riparto post- riforma che arriva in corner nell' ultimo trimestre del 2017 servirà da base per quello del 2018.
MONICA ZICCHIERO
16/09/2017 La Nuova di Venezia e Mestre pagina 23
Cgil porta l' Usl in tribunale «L' accordo è illegittimo»
Il sindacato contesta l' intesa siglata nei giorni scorsi con l' Azienda zero regionale Busato: «Lavoratori penalizzati, impugneremo davanti al giudice del lavoro»
«Impugneremo davanti al giudice del lavoro l' accordo tra Azienda zero e Usl 3 per tutelare i lavoratori della sanità veneziana. Un accordo che riteniamo illegittimo e che per questo non abbiamo sottoscritto». Così Marco Busato, segretario Cgil sanità, prende le distanze dalla firma siglata il 13 settembre scorso dalle altre organizzazioni sindacali e da singoli componenti delle Rsu. «Con l' accordo firmato pochi giorni fa», aggiunge Busato, «l' Azienda zero ha fatto cassa con i soldi dei lavoratori della Usl 3.
Abbiamo avuto conferma che il nuovo ente voluto dalla Regione si finanzierà con lo 0,96 per cento delle risorse dei fondi contrattuali dei dipendenti, pari a 410 mila euro.
Inoltre, nell' Azienda zero dovrebbero entrare in forza 29 lavoratori dell' Usl 3 che però, conti alla mano, costerebbero alla stessa Azienda la metà delle risorse trasferite (solo lo 0, 48 per cento)». Tuttavia Busato non contesta solo i contenuti dell' accordo, ma anche la conduzione dell' incontro che ha portato alla firma dell' intesa. «In faccia all' autonomia delle aziende sanitarie, la trattativa è stata condotta dai rappresentanti del direttore alla Sanità e al Sociale della Regione», rincara l' esponente della Cgil. «Quello che si è consumato nel corso dell' incontro non s' era mai visto prima. Adiremo le vie legali perché non vi è stato rispetto delle basilari normative contrattuali e della legge. Nello specifico, con il trasferimento delle somme destinate ai fondi contrattuali, circa 12 mila euro per ciascun dipendente virtualmente trasferito, l' Azienda zero fa cassa sottraendo ingiustificatamente, denari dalle tasche dei lavoratori veneziani, e mettendo a rischio gli accordi economici già firmati rispetto alla omogeneizzazione degli stipendi tra i lavoratori delle ex aziende 12, 13 e 14» . E ancora: «Questo percorso messo in piedi dalla Regione e dal direttore generale alla Sanità spazza via l' autonomia giuridica dell' Usl 3, ormai depotenziata di qualsiasi forma e misura di potere decisionale. Non possiamo lasciare passare il messaggio con cui si vuole vendere questo pessimo accordo come l' unico modo per evitare esuberi nella Usl 3 Serenissima. Ma come si fa a parlare di esuberi, se con il blocco delle assunzioni di questi anni mancano all' appello un centinaio di amministrativi rispetto alle previsioni della dotazione organica? ».Simone Bianchi
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SIMONE BIANCHI
16/09/2017 La Tribuna di Treviso pagina 28
Azienda Zero la Cgil accusa «Tagli all' Usl»
La Cgil di Treviso ha rinunciato a sottoscrivere l' accordo d' intesa che dà avvio alla creazione dell' Azienda zero (la "centrale" regionale di programmazione sociosanitaria) attingendo personale e fondi dell' Usl di Marca. Il piano prevede l' invio di una trentina di lavoratori dell' azienda sanitaria trevigiana all' Azienda zero, con relativo trasferimento del budget destinato al loro pagamento. Per la Cgil «si tratta di un accordo illegittimo, tanto che il provvedimento verrà impugnato davanti al giudice del lavoro». Una forte presa di posizione che ha visto la Cgil sfilarsi dalla trattativa a differenza delle altre organizzazioni sindacali e dei singoli componenti della Rsu. «Quello che si è consumato nel corso dell' incontro di lunedì non s' era mai visto prima», accusa Ivan Bernini (Fp Cgil), «l' Azienda zero ha fatto shopping all' Usl 2. Nello specifico circa 12 mila euro di salario accessorio per ciascun dipendente "virtualmente" trasferito, si sottraggono, senza giustificazione denari dalle tasche dei lavoratorii, fermo restando che il salario accessorio medio è di 2.500 euro». Il dg Benazzi: «Se vengono tolte 35 persone dal nostro organico i fondi a loro destinati vanno nel fondo dell' Azienda zero». (v.c.)