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(1)

Sistema di gestione per la qualità certificato da DNV UNI EN ISO 9001:2008

CERT-12313-2003-AQ-MIL-SINCERT

Sistema di gestione ambientale certificato da DNV UNI EN ISO 14001:2004

CERT-98617-2011-AE-ITA-ACCREDIA

Progettazione ed erogazione di servizi di ricerca, analisi, pianificazione e consulenza nel campo dell’ambiente e del territorio

AZIENDA AGRICOLA MAGGIOLO

ALLEVAMENTO DI POLLI DA CARNE NEL COMUNE DI

CASTELFRANCO VENETO (TV)

Studio di impatto ambientale

Sintesi non tecnica

Settembre 2015

(2)

PAGINA 2 / 27 Settembre 2015

Società proponente

Az. Agricola Maggiolo

Via Bella Venezia 147, Castelfranco

Società responsabile dello Studio di Impatto Ambientale

AMBIENTE ITALIA S.R.L.

Via Carlo Poerio 39 - 20129 Milano tel +39.02.27744.1 / fax +39.02.27744.222 www.ambienteitalia.it

Posta elettronica certificata:

ambienteitaliasrl@pec.ambienteitalia.it

Il gruppo di lavoro, che ha eseguito le analisi e contribuito alla stesura dello Studio di impatto ambientale, è così composto:

Approvazione degli elaborati Dott. Mario Zambrini

Responsabile di progetto Eng. Teresa Freixo Santos

Aspetti progettuali Dott. ssa Anna Geotti

Eng. Teresa Freixo Santos Aspetti programmatici

Analisi Ambientali Stima degli impatti

Dott. Armando Buffoni Eng. Teresa Freixo Santos Arch. Mario Miglio

Dott. ssa Valentina Toninelli Dott. Mario Zambrini Elaborazioni cartografiche e simulazioni fotografiche Dott.ssa Valentina Toninelli

La

valutazione previsionale dell'impatto acustico, inclusa la campagna di monitoraggio acustico, è

stata eseguita dal Dott. Mario Zambrini e dall’Eng. Teresa Freixo Santos, tecnici competenti nel

campo dell’acustica ambientale ai sensi dell’articolo 2, commi 6 e 7 della legge n. 447/95, riconosciuti,

rispettivamente, con Decreto Giunta Regionale Lombardia n. 10602 del 23 Giugno 2004 e n. 12714

del 3 Dicembre 2010.

(3)

Studio di Impatto Ambientale – Sintesi non tecnica

COD: 15V055 PAGINA 3 / 27

INDICE

1 PREMESSA 4

1.1 Introduzione 4

1.2 Contenuti e scopo di uno Studio di Impatto Ambientale 4

1.3 Elaborati presentati 4

2 IL PROGETTO 5

2.1 Azienda Agricola 5

2.1.1 Caratteristiche dei capannoni di allevamento 6

2.1.2 Silos per lo stoccaggio di mangime 8

2.2 Descrizione delle fasi di allevamento nella situazione attuale e nello scenario

di progetto 9

2.2.1 Conformità dell’allevamento ai requisiti di biosicurezza aviaria 10

2.2.2 Attività di allevamento nella situazione attuale 11 2.2.3 Attività di allevamento nello scenario di progetto 11 2.2.4 Gestione del materiale palabile esistente e previsto dal Progetto di

ampliamento del numero di capi 12

2.3 Consumi di risorse e caratteristiche delle emissioni in ambiente esterno 13

2.3.1 Materi e prime 13

2.3.2 Consumi energetici 13

2.3.3 Ciclo idrico 14

2.3.4 Scarichi idrici 14

2.3.5 Spoglie animali 15

2.3.6 Produzione di rifiuti solidi 15

2.3.7 Emissioni in atmosfera 15

2.4 Decommissioning 15

2.5 Distanze minime secondo la DGR 856/2012 15

3 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO 16

4 QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE E STIMA DEGLI IMPATTI 19

5 ALLEGATO FOTOGRAFICO 25

(4)

PAGINA 4 / 27 Settembre 2015

1 PREMESSA

1.1 Introduzione

Il presente documento sintetizza, in linguaggio non tecnico, i contenuti dello Studio di Impatto Ambientale (SIA) relativo all’ampliamento dell’attività di allevamento di polli a terra dagli attuali 39.500 capi per ciclo ai futuri 110.000 capi per ciclo, ampliamento realizzabile sfruttando la potenzialità massima delle strutture già attualmente esistenti, senza necessità di realizzare alcun nuovo fabbricato.

L’allevamento, di prorpietà dell’Azienda Agricola Maggiolo, è localizzato in Via Bella Venezia 147, Castelfranco Veneto, in Provincia di Treviso.

1.2 Contenuti e scopo di uno Studio di Impatto Ambientale

Lo Studio di Impatto Ambientale (SIA) è un documento tecnico che deve descrivere “cosa succede” in un determinato luogo interessato da un intervento (impianto industriale, infrastruttura, ecc.), di trasformazione del territorio e/o di utilizzo di risorse ambientali, che può determinare impatti e modifiche della qualità o quantità di una o più componenti ambientali. A titolo di esempio, sono impatti ambientali l’inquinamento delle acque o dell’aria, il consumo di suolo od acque, il rumore, l’alterazione del paesaggio. Lo SIA deve fornire le informazioni utili per comprendere le caratteristiche del progetto, lo stato dell’ambiente (con particolare attenzione alle componenti più “sensibili”), le relazioni con la programmazione settoriale e la pianificazione territoriale, i rapporti con vincoli ambientali, gli effetti prevedibili sulle componenti ambientali e la salute ed ancora le misure adottate per evitare o mitigare gli impatti. Lo SIA motiva la proposta e la scelta di ubicare l’opera in una determinata località, ed illustra la coerenza dell’intervento con gli obiettivi e le strategie definiti a livello locale, regionale e nazionale.

I cittadini e tutti i soggetti interessati hanno diritto a prendere visione del progetto e del relativo SIA e presentare all’autorità competente per la Valutazione di Impatto Ambientale, osservazioni e segnalazioni riguardanti il progetto e l’eventuale impatto, prima che la citata autorità decida in merito alla compatibilità ambientale dell’intervento in progetto. La sintesi non tecnica (il presente documento) dello SIA è un elaborato redatto al fine di restituire le principali informazioni relative al progetto ed all’analisi ambientale, facilitando l’eventuale presentazione di osservazioni da parte di qualsiasi soggetto interessato.

1.3 Elaborati presentati

Lo Studio di impatto ambientale, seguendo le indicazioni della normativa nazionale e regionale, è strutturato secondo le seguenti principali sezioni:

A. Quadro di riferimento programmatico

Descrive sinteticamente gli elementi conoscitivi ed analitici utili ad inquadrare dell’intervento nel contesto della pianificazione territoriale riferita alla regione, alla provincia ed al comune interessato dall’allevamento, nonché nel quadro definito dalle norme settoriali vigenti e in itinere. In particolare, verranno:

 analizzati e sintetizzati gli elementi di pianificazione e programmazione territoriale e di settore, vigenti e previsti, con i quali l’opera proposta interagisce;

 verificate ed illustrate le interazioni dell’opera con gli atti di pianificazione e la compatibilità con le relative prescrizioni.

(5)

Studio di Impatto Ambientale – Sintesi non tecnica

COD: 15V055 PAGINA 5 / 27

B. Quadro di riferimento progettuale

Descrive sinteticamente, riprendendo quanto sviluppato nel Progetto dell’intervento, tutte le opere e le attività previste in fase di cantiere ed in fase di piano funzionamento, con particolare riferimento alle componenti ed alle azioni progettuali significative in ordine ai potenziali impatti sull’ambiente ed alla loro mitigazione. Illustra i criteri alla base della scelta localizzativa e tecnologica.

C. Quadro di riferimento ambientale e stima degli impatti

L’inquadramento territoriale ed ambientale dell’impianto persegue l’obiettivo di illustrare le conoscenze disponibili circa le caratteristiche dell’area coinvolta dal medesimo intervento, funzionalmente alla definizione di eventuali ambiti di particolare criticità ovvero di aree sensibili e/o vulnerabili.

Individua e caratterizza i potenziali impatti derivanti dalla realizzazione dell’allevamento, stima le potenziali modifiche indotte sull’ambiente (situazione attuale), individua e descrive le misure da adottare per minimizzare, mitigare o compensare gli impatti del progetto. Inoltre individua, le misure previste per il monitoraggio in fase di esercizio.

Piano di Monitoraggio Allegato cartografico Sintesi non tecnica

2 IL PROGETTO

2.1 Azienda Agricola

L’Azienda Agricola Maggiolo è localizzata in Via Bella Venezia 147, Comune di Castelfranco, Provincia di Treviso. Nell’azienda agricola si svolge l’attività di allevamento di polli a terra potendo quindi i capi muoversi liberamente all’interno del capannone.

L’azienda è attualmente costituita dai seguenti fabbricati

1

:

N. 1 fabbricato ad uso civile (abitazione);

N. 5 capannoni adibiti all’allevamento dei polli;

N. 1 fabbricato adibito a magazzino;

N. 1 tettoia coperta adibita a magazzino.

L’area sulla quale insiste l’azienda occupa una superficie di circa 25.000 m

2

di cui: circa 6.200 m

2

coperti; 3.900 m

2

scoperti pavimentati e i rimanenti scoperti non pavimentati.

Fabbricati – Capannoni di allevamento

Capannone Larghezza, m Lunghezza, m Superficie Utile di allevamento, m2

Superficie dell’anticamera, m2

Superficie totale, m2

Capannone 1 9 102 918 13,5 932

Capannone 2 9 121 1.089 22,5 1.112

Capannone 3 9 128 1.152 18 1.170

Capannone 4 9 128 1.152 18 1.170

Capannone 5 10 117 1.170 30 1.200

Totale 5.481 102 5.583

1 Si rimanda alla Tavola “Inquadramento territoriale – foto aerea” inserita nell’Allegato Cartografico.

(6)

PAGINA 6 / 27 Settembre 2015

2.1.1 Caratteristiche dei capannoni di allevamento

L’allevamento è costituito da 5 capannoni per l’allevamento, ciascun capannone è dotato di:

Isolamento della copertura che permette di ottimizzare i consumi di energia termica ed elettrica.

Anticamera, in cui sono presenti gli impianti e i quadri di controllo;

Sistema di alimentazione automatica, costituito da mangiatoie con piatto circolare;

Sistema di abbeveraggio automatico di tipo a gocce (nipples);

Sistema di raffrescamento con pannelli cooling in fibra dotata di canali attraverso cui scorre l’acqua, l’aria passa attraverso e si raffredda consumando in evaporazione una parte dell’acqua in circolo, la parte restante viene raccolta in cisterne interrate e riutilizzata;

Sistema di ventilazione mediante l’azionamento di ventilatori assiali a parete, collocati sul lato ovest di ciascun capannone.

Azienda agricola Maggiolo – Capannoni di allevamento – Documentazione fotografica

Sistema di raffrescamento laterale (pannelli cooling)

(7)

Studio di Impatto Ambientale – Sintesi non tecnica

COD: 15V055 PAGINA 7 / 27

Interno di un capannone

Sistema di ventilazione e ventole di areazione

Lo spazio utile calpestabile di allevamento (escludendo la superficie di anticamera) risulta pari a 5.499 m

2

. Per la lettiera viene utilizzato truciolo collocato su tutta la superficie utile di allevamento.

Caratteristiche strutturali capannoni

Capannone

Superficie Utile di allevamento,

m2

Superficie dell’anticamer

a, m2

Superficie

totale, m2 Materiale costruttivo Isolamento coperture

1 918 13,5 932 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro

da 4 cm ( 8 cm)

2 1.089 22,5 1.112 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro

(8)

PAGINA 8 / 27 Settembre 2015 Capannone

Superficie Utile di allevamento,

m2

Superficie dell’anticamer

a, m2

Superficie

totale, m2 Materiale costruttivo Isolamento coperture

da 4 cm ( 8 cm)

3 1.152 18 1.170 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro

da 4 cm ( 8 cm)

4 1.152 18 1.170 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro

da 4 cm ( 8 cm)

5 1.170 30 1.200 Struttura metallica e telo PVC doppio pannella lana di vetro

da 4 cm ( 8 cm)

Totale 5.481 102 5.583

Caratteristiche strutturali capannoni (continuazione)

Capannone Mangiatoie, n. Abbeveratoi, n. n° neon Finestrature, m2

pannelli raffrescanti, m2

sistema baumec

1 200 1.500 10 160 50 X

2 240 1.700 12 110 60 X

3 254 1.750 12 110 60 X

4 254 1.750 14 204 - X

5 304 1.710 12 200 - X

2.1.2 Silos per lo stoccaggio di mangime

Sul lato est della proprietà sono collocati 8 silos per lo stoccaggio del mangime, ciascuno con capacità variabile tra 7 e 13 t, per una capacità di stoccaggio complessiva di 85 t.

Capacità di stoccaggio di mangime

Capannone silos silos silos silos silos Capacità (t) 1

9 14 23

2

3 7 13 20

4 7 13 20

5 7 15 22

Capacità

totale 85

(9)

Studio di Impatto Ambientale – Sintesi non tecnica

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2.2 Descrizione delle fasi di allevamento nella situazione attuale e nello scenario di progetto

Al fine di un inquadramento dettagliato del processo produttivo attuale e in caso di ampliamento del numero di polli allevati, si riporta di seguito una descrizione per fasi.

Accasamento: i pulcini arrivano, su mezzi adeguati al trasporto, in contenitori che vengono svuotati direttamente all’interno di ciascun capannone. L’incubatoio da cui provengono i pulcini di norma è ubicato nel Comune di San Pietro in Gù a circa 25 km circa di distanza dall’azienda agricola Maggiolo. Dopo avere sistemato gli animali, le casse sono accatastate sul mezzo e spedite all’incubatoio senza che vengano lavate.

Allevamento: Le tipologie di capi richiesti dal soccidante dipendono dal mercato e dalla stagione; a conclusione di un ciclo, il soccidante pianifica l’accasamento successivo nel rispetto dei vincoli di densità imposti dalla normativa vigente. La maggior parte dei cicli sarà di tipo misto.

Caricamento: a fine ciclo, i polli vengono caricati su apposite gabbie previamente pulite e disinfettate e quindi trasportati da trasportatori autorizzati fino al macello senza che venga effettuata alcuna sosta in altri allevamenti.

Svuotamento dei capannoni e preparazione per un nuovo ciclo: pulizia e disinfezione dell’ambiente e di tutte le attrezzature presenti all’interno del ricovero, compresi i silos, i sistemi di distribuzione del mangime e dell’acqua e ventilatori, nonché la cella frigorifera.

Gestione della pollina e della lettiera: consegna della pollina e lettiera ad una ditta specializzata.

Vuoto sanitario: durante questo periodo, l’allevamento rimane completamente libero di capi di allevamento. Durante questo periodo l’azienda effettua le attività di manutenzione che consistono nella verifica della funzionalità: dei dispositivi per distribuzione di acqua e cibo e della centralina di controllo delle condizioni interna dei capannoni, punti di illuminazione. L’esecuzione delle manutenzioni viene fatta nel rispetto dei tempi del vuoto sanitario.

Pulizia e disinfezione dei capannoni

Pulizia Disinfezione

Luogo di applicazione

Pavimenti e attrezzature Pavimenti e pareti

Agente di lavaggio Acqua a pressione, non viene fatto lavaggio, ma solo bagnatura

Acqua con disinfettante

Mezzo utilizzato Pala meccanica con raschiatore e spazzatura manuale

Idropulitrice o atomizzatore per applicazione della soluzione disinfettante sulle superfici Descrizione modalità Viene effettuata la pulizia delle superfici interne e

delle apparecchiature, in modo che i residui si depositino sul pavimento, poi con scope a mano viene effettuato la pulizia a fondo

Terminata la pulizia si spruzza la soluzione sulle pareti e sui pavimenti fino a completa bagnatura, lasciando che il disinfettante espleti la sua azione

I trattamenti di derattizzazione vengono svolti mensilmente dal gestore con prodotto MOURIN; il gestore effettua ad ogni trattamento il relativo registro.

Per la salvaguardia della sicurezza biologica, il sito di allevamento è completamente recintato con rete

metallica altra 2,5 m sul lato est e parzialmente sul lato nord e con muro alto 2,5 m in calcestruzzo sui

(10)

PAGINA 10 / 27 Settembre 2015

lati sud, ovest e parzialmente sul lato nord. Lungo tutto il lato anteriore dei capannoni (lato est) e tutto lungo il lato posteriore degli stessi (lato ovest) è stato realizzato un pazziale in cemento armato lavabile e facilmente disinfettabile, di dimensioni adeguate al passaggio dei mezzi per il trasporto e scarico del mangime direttamente sui silos collocati tutti sul lato frontale e per il carico, a fine ciclo, della pollina (lettiera mista pollina) da effettuare sul lato posteriore. L’allevamento dispone di due aree di stoccaggio chiuse: una per il truciolo utilizzato come lettiera e per i mezzi meccanici e una, separata e adeguatamente segnalata, per il deposito dei rifiuti prodotti.

I mezzi che accedono all’area, qualora ritenuto opportuno, vengono irrorati con disinfettante sui pneumatici utilizzando soluzioni di Eviron D che viene nebulizzata sulle ruote con pompa a spalla.

2.2.1 Conformità dell’allevamento ai requisiti di biosicurezza aviaria

La tabella che segue riporta il riscontro sulla conformità dell’allevamento ai requisiti di biosicurezza aviaria.

Requisiti strutturali degli allevamenti avicoli Situazione allevamento 1) I locali di allevamento (capannoni) debbono avere:

 pavimento in cemento o in materiale lavabile per facilitare le operazioni di pulizia e disinfezione;

applicato

 pareti e soffitti pulibili; applicato

 attrezzature facilmente pulibili e disinfettabili; applicato

 presenza di sistemi che impediscono l’accesso di volatili; applicato

 chiusure adeguate. applicato

2) Tutti gli allevamenti debbono inoltre essere dotati di:

 barriere all’ingresso idonee ad evitare l’ingresso non controllato di automezzi (cancelli o sbarre mobili);

applicato

 piazzole di carico e scarico dei materiali d’uso e degli animali con dimensioni minime pari all’apertura del capannone;

applicato - le aree intorno ai capannoni sono pavimentate

 una superficie larga un metro lungo tutta la lunghezza esterna del capannone che dovrà essere mantenuta pulita;

applicato

 aree di stoccaggio dei materiali d’uso (lettiere vergini, mezzi meccanici etc.) protette;

applicato

 una zona filtro dotata di spogliatoio, lavandini e detergenti all’entrata di ogni azienda vietata agli estranei. Deve essere prevista anche una dotazione di indumenti adeguati;

applicato

 uno spazio per il deposito temporaneo dei rifiuti. applicato - presente area dedicata Gestione degli allevamenti avicoli

 Le attrezzature di allevamento, se utilizzate da più aziende, devono essere sottoposte ad accurato lavaggio e disinfezione ad ogni ingresso ed uscita;

non applicabile - solo una azienda

 nelle zone attigue ai capannoni non ci deve essere alcun materiale; applicato

 negli allevamenti di svezzamento ogni ambiente di allevamento deve essere non applicabile - i capi

(11)

Studio di Impatto Ambientale – Sintesi non tecnica

COD: 15V055 PAGINA 11 / 27

Requisiti strutturali degli allevamenti avicoli Situazione allevamento delimitato da pareti e dotato di proprio accesso indipendente, anche nel caso

confini su uno o più lati con altre unità produttive;

arrivano in allevamento già svezzati

 per lo stoccaggio degli animali morti devono essere installate idonee celle di congelazione collocate all’esterno del perimetro dell’area di allevamento, assicurando che il trasporto sia effettuato da Ditte regolarmente autorizzate.

 Le celle possono essere collocate anche all'interno, a condizione che l'operazione di carico degli animali morti avvenga all'esterno

Applicato - presente cella frigorifera da 20 m3

2.2.2 Attività di allevamento nella situazione attuale

Attualmente l’azienda opera fino ad una capacità massima pari a 39.500 capi di peso variabile tra 1,8 e 3,6 kg/capo. Indicativamente il pollo leggero (da 1,6/1,8 kg circa) ha bisogno di circa 34/37 giorni di crescita, il pollo da 2,5/2,7 kg ha bisogno di circa a 45/47 giorni ed il pollo pesante (da 3,5/3,7 kg) ha bisogno di circa 55/60 giorni.

Un tipico ciclo misto ha una durata di circa 60 giorni complessivi con due momenti di sfoltimento:

dopo circa 34/37 giorni, quando i capi raggiungono un peso medio di 1,8 kg;

dopo 45/47 giorni, quando i capi rimanenti raggiungono un peso di 2,7 kg circa.

I rimanenti capi verranno quindi caricati verso il macello al raggiungimento di circa 3,6 kg, cioè dopo 60 giorni circa.

Tra due cicli di allevamento, viene garantito il periodo di vuoto sanitario previsto dalle normative vigenti per un periodo di 21 giorni.

L’azienda realizza quindi un totale massimo di 5 cicli ogni anno (di cui l’ultimo ricade parzialmente nell’anno successivo).

Prima dell’inizio del vuoto sanitario viene asportata la lettiera, segue la pulizia e disinfezione dell’ambiente e di tutte le attrezzature presenti all’interno del ricovero, compresi i sistemi di distribuzione del mangime e dell’acqua. Questa pratica è prevista dal piano di profilassi sanitaria per evitare propagazione di agenti patogeni sul ciclo successivo.

Il ciclo produttivo consiste quindi nell’allevamento di polli da carne in 5 capannoni per una superficie utile di allevamento complessiva di 5.499 m

2

. L’azienda lavora in soccida con il gruppo Veronesi pertanto riceve dal soccidante pulcini, mangime, farmaci e disinfettanti e consegna i capi a fine ciclo.

L’impostazione tiene chiaramente conto di quanto richiesto dal Decreto legislativo 27 settembre 2010, n. 181 e quindi dal Decreto 4 febbraio 2013, relativamente alla densità massima da non superare pari a 33 kg/m

2

.

2.2.3 Attività di allevamento nello scenario di progetto

Considerata la superficie utile di allevamento disponibile, l’Azienda Agricola Maggiolo intende ampliare la propria capacità di allevamento di polli da carne fino ad una massimo pari a 110.000 capi per ciclo.

Si tratta quindi esclusivamente di un ampliamento del numero di capi allevato senza alcun ampliamento

delle strutture o costruzione di nuove.

(12)

PAGINA 12 / 27 Settembre 2015

L’azienda intende quindi operare fino ad una consistenza massima di allevamento pari a 110.000 capi di peso variabile tra 1,8 e 3,6 kg/capo, ricorrendo allo stesso schema di allevamento già in pratica attualmente. Quindi realizzando cicli di allevamento di tipo misto di durata complessiva pari a circa 60 giorni complessivi con due momenti di sfoltimento:

dopo circa 34/37 giorni, quando i capi raggiungono un peso medio di 1,8 kg;

dopo 45/47 giorni, quando i capi rimanenti raggiungono un peso di 2,7 kg circa.

I rimanenti capi verranno quindi caricati verso il macello al raggiungimento di circa 3,6 kg dopo 60 giorni circa.

Tra due cicli di allevamento, verrà allo stesso modo garantito il periodo di vuoto sanitario previsto dalle normative vigenti per un periodo di 21 giorni. L’azienda realizzerà un totale massimo di 5 cicli ogni anno (di cui l’ultimo potrà ricadere parzialmente nell’anno successivo). Prima dell’inizio del vuoto sanitario verrà sempre asportata la lettiera, seguendo la fase di pulizia e disinfezione dell’ambiente e di tutte le attrezzature presenti all’interno del ricovero, compresi i sistemi di distribuzione del mangime e dell’acqua.

2.2.4 Gestione del materiale palabile esistente e previsto dal Progetto di ampliamento del numero di capi

Nell’azienda agricola Maggiolo non è presente alcuna concimaia, in quanto tutta la pollina (il misto di deiezioni del pollame, piume, mangimi e lettiere di truciolo) è consegnata, alla fine di ogni ciclo, alla fungaia Agrifung. Nello scenario di progetto, la pollina verrà consegnata alla stessa ditta. Il materiale è ritirato come sottoprodotto di origine animale.

La pollina originata nell’azienda agricola Maggiolo è da considerarsi un sottoprodotto di origine animale che viene e verrà consegnata a terzi per un successivo processo di produzione o di utilizzazione, non rientrando per tanto nell’ambito dell’applicazione delle Norme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati di cui al D.Lgs 152/2006 smi.

L’azienda agricola Maggiolo non effettua e non effettuerà nello scenario di progetto lo spandimento della pollina.

Produzione di pollina nella situazione attuale e nello scenario futuro in caso di ampliamento Situazione

attuale

Scenario di progetto

Consistenza massima dell’allevamento n. di capi 39.500 110.000

Consistenza media dell'allevamento

(calcolato come da indicazioni di cui all’Allegato A alla DGR 2217 del 8/8/2008)

Considerando un:

 tasso di mortalità fisiologica pari al 5%;

ciclo di durata pari a 60 giorni;

periodo di vuoto sanitario pari a 21 giorni;

 4,6 cicli all’anno nella situazione attuale e 4,4 cicli all’anno nello scenario di progetto.

n. di capi 23.787 63.138

Consistenza media dell'allevamento t in peso vivo

Produzione di pollina per capo (DGR 2217 del 8/8/2008 – allegato A - tabella 1, polli da carne a terra con uso lettiera (p.v. medio 1 kg)

m3/capo/anno 0,0095 0,0095

(13)

Studio di Impatto Ambientale – Sintesi non tecnica

COD: 15V055 PAGINA 13 / 27

Situazione attuale

Scenario di progetto Produzione di pollina per capo (DGR 2217 del 8/8/2008 – allegato A -

tabella 1, polli da carne a terra con uso lettiera (p.v. medio 1 kg) t/capo/anno 0,0062 0,0062 Produzione pollina (volume) m3 / anno 226 600

Produzione pollina (peso) t/anno 147 391

2.3 Consumi di risorse e caratteristiche delle emissioni in ambiente esterno

2.3.1 Materi e prime

Le materie prime in ingresso nell’allevamento sono:

mangimi;

truciolo per lettiera;

altri prodotti (ad esempio, insetticide e prodotti per la derattizzazione);

prodotti per pulizia e disinfezione degli ambienti di stabulazione.

I mangimi sono tenuti in deposito nei silos dislocati in prossimità dei singoli capannoni ed hanno una capacità complessiva attuale pari a 85 t sia nello scenario attuale che in nello scenario di progetto in caso di ampliamento. Il mangime viene fornito direttamente dal soccidante. Nelle diverse fasi del ciclo dell’allevamento vengono fornite da parte del soccidante quattro tipologie di mangimi in grado di garantire una crescita equilibrata dei capi, e da ottimizzare l’assorbimento dei nutrienti, limitando così l’escrezione di azoto e fosforo: il mangime è generalmente fornito in 4 fasi al fine di fornire ai capi il nutrimento di cui hanno effettivamente bisogno nello specifico periodo della crescita.

I trattamenti di derattizzazione vengono effettuati in proprio utilizzando NOTRAC Block (bromadiolone e denatorion principio attivo), essendo tenuta la registrazione degli interventi di derattizzazione, con piantina di distribuzione. Nello scenario di progetto, l’azienda agricola continuerà a effettuare i trattamenti in proprio.

Una volta svuotato il capannone dai capi, si provvede alla raccolta della lettiera, alla pulizia e alla preparazione per il nuovo ciclo. La pulizia si effettua in due fasi:

mediante stazzamento a secco accurato di pavimenti, pareti e attrezzature raccolta della pollina residua che vien unita a quella già accumulata in attesa di essere ritirata da parte della ditta incaricata. Segue bagnatura delle pareti con idropulitrice, che non genera reflui in quanto ha la sola funzione di preparare le superfici per la fase successiva

con idropulitrice o atomizzatore si applica a tutte le superfici la soluzione disinfettante al 1%

circa di eviron D ( per ciclo se ne consumano circa 20 l per preparare 2 m

3

di soluzione per ogni ciclo). Non si generano effluenti, la soluzione è lasciata sulle superfici al fine di lasciare che il disinfettante espleti al sua funzione.

2.3.2 Consumi energetici

L’azienda agricola Maggiolo ha un proprio impianto fotovoltaico con potenza di pico pari a 56 kW.

L’energia elettrica prodotta è utilizzata per:

(14)

PAGINA 14 / 27 Settembre 2015

 illuminazione dell’area di stabulazione e dei locali;

riscaldamento con lampade che fungono da “Madre Artificiale”;

distribuzione del mangime e dell’acqua;

sistema di ventilazione;

illuminazione interna dei capannoni di allevamento;

cella frigorifica per capi deceduti.

È previsto un consumo medio annuale di circa 30.000 l di GPL che dipende fortemente dalle caratteristiche climatiche della stagione. Il GPL è depositato in due serbatoi interrati da 3.000 e 5.000 l.

2.3.3 Ciclo idrico

L’azienda consuma acqua di acquedotto per:

Abbeveraggio capi;

Lavaggio e disinfezione;

Servizi igienici.

Nella configurazione dell’allevamento attuale, il consumo idrico si attesta su circa 2.900 m

3

/anno di cui circa 2.600 m

3

/anno per abbeveraggio (per un consumo medio pari a circa 14,4 l/capo durante il ciclo di allevamento), 300 m

3

/anno per il sistema di raffrescamento e circa 10 m

3

/anno per la pulizia.

Considerando l’incremento del numero di capi, si prevede un incremento dagli attuali consumi annuali a circa 7.280 m

3

.

Consumi idrici per abbeveraggio

Consumo medio per capi (ciclo misto),

l/capo

consistenza massima (n. capi)

Numero di cicli

all’anno Consumo di acqua annuale (m3/anno)

Situazione attuale 14,4 39.500 4,6 2.617

Scenario di progetto 14,4 110.000 4,4 6.970

Consumi idrici totali

Situazione attuale Scenario di progetto

Consumi idrici per abbeveraggio m3 /anno 2.617 6.970

Consumi per raffrescamento (1) m3 /anno 300 300

Consumi Idrici per pulizia (2) m3 /anno 10 10

Consumi idrici totali m3 /anno 2.927 7.280

(1) Il consumo per raffrescamento è alle condizioni meteoclimatiche ovvero al coincidere un ciclo di allevamento con il picco estivo. Il dato indicato è quindi un dato medio puramente indicativo.

(2) Dato massimo.

2.3.4 Scarichi idrici

I polli bevono direttamente beccando i nipples senza che avvenga spreco e dispersione d'acqua

nell'ambiente. Il raffrescamento è garantito dal sistema di pannelli cooling con riutilizzo dell’acqua non

evaporata evitando sprechi e in parte con il sistema baumac. L’abbeveraggio ed il sistema di

raffrescamento non generano quindi scarichi idrici. Il sistema di pulizia non produce scarichi idrici: infatti

dopo aver effettuato una estesa pulizia a secco, le superfici interne ai capannoni sono bagnate con

soluzione di disinfettante con pompa a pressione, senza creare ruscellamenti.

(15)

Studio di Impatto Ambientale – Sintesi non tecnica

COD: 15V055 PAGINA 15 / 27

2.3.5 Spoglie animali

La mortalità per ciclo di allevamento si attesta sui valori intorno a 5%. L’Azienda Agricola dispone di una cella frigo, per la conservazione dei capi deceduti, di proprietà.

2.3.6 Produzione di rifiuti solidi

La produzione di rifiuti dell’Azienda Agricola è limitata in quanto le materie prime (tra cui il mangime) vengono trasportate mezzi che scaricano direttamente nei silos di stoccaggio.

I rifiuti prodotti sono per lo più rifiuti non pericolosi, di cui in particolare imballaggi in plastica (contenitori per detergenti e disinfettanti), in carta ed in vetro.

2.3.7 Emissioni in atmosfera

In allevamento sono presenti emissioni diffuse derivanti da metabolismo animale; tali emissioni sono tenute sotto controllo mediante adozione di un’adeguata ventilazione dei capannoni per ridurre il tenore di umidità della lettiera ribaltamento della stessa funzionale a limitare l’insorgere di fenomeni di fermentazione anaerobica.

Emissioni di ammoniaca e metano alla massima capacità dell’allevamento, sulla base dei coefficienti di emissione (riferimento BREF).

fase Fattore di

emissione unità misura fattore

Situazione attuale – emissioni totali

t/anno

Scenario di progetto – emissioni totali

t/anno

Stabulazione 0,11 kg NH3/posto/anno 4,3 12,1

Stabulazione 0,079 Kg CH4/posto/anno 3,1 8,7

2.4 Decommissioning

Per le strutture in cemento e/o laterizi si provvederà, in fase di dismissione dell’allevamento, al trasporto delle relative macerie presso un impianto di trattamento per la bonifica.

Per le attrezzature se riutilizzabili si provvederà alla revisione e riutilizzo presso altri impianti simili, mentre per le parti obsolete si provvederà al loro smaltimento tramite ditte autorizzate.

2.5 Distanze minime secondo la DGR 856/2012

Con la DGR n. 856 del 15 maggio 2012 la Giunta regionale ha aggiornato gli Atti di Indirizzo di cui alle deliberazioni n. 3178/2004 e n. 329/2010, per l'edificabilità nelle zone agricole.

Nella situazione attuale, così come nello scenario di progetto, l’allevamento si trova a più di 200 m

dall’allevamento più vicino. Nel raggio di 100 m dall’allevamento non sono presenti abitazioni civili a

meno dell’edificio abitativo del proprietario e gestore dell’allevamento e nel raggio di 200 m non rientra

il perimetro del centro abitato. Il limite di zona agricola risulta ad una distanza superiore a 200 m

rispetto sia relativamente al PRG del Comune di Castello di Godego che al PAT del Comune di

Castelfranco. Le strutture di allevamento (cinque capannoni) pressoché entro il limite di 20 m dal

confine della proprietà aziendale.

(16)

PAGINA 16 / 27 Settembre 2015

3 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO

Nella tabella successiva vengono indicati gli strumenti di pianificazione e programmazione a cui si è fatto riferimento all’interno dello SIA ed i riferimenti relativi all’area di indagine.

Pianificazione territoriale

L’allevamento avicolo esistente è ubicato all’interno della ZPS Prai di Castello di Godego e di un’Area nucleo, distinte nel PTR (adozione 2009) e relativa Variante (adozione 2014), nel PTCP (approvazione 2010), e nel PAT di Castelfranco Veneto (approvazione 2014) e di Castello di Godego (adozione 2015); per le ZPS e Aree nucleo si chiede di mantenere le componenti ecologiche e di biodiversità (siepi, filari, boschetti, scoli, ecc.) e di garantire-migliorare le prestazioni ecologiche funzionali, ammettendo ampliamenti dell’edilizia esistente per uso agricolo, se giudicata compatibile a seguito di procedura di Valutazione d’Incidenza. Ricordando che non si prevedono interventi edilizi o trasformazioni dello stato attuale, anche con riguardo alla componente vegetale, in adempimento a quanto stabilito dalla normativa, si redige il richiesto Studio di Incidenza. L’allevamento dei polli ricade in Area rurale (PTRC) ed in ambito distinto (dai PAT) come ATO Aa1 “Agricolo Periurbano nord-Prai di Godego”, ove sono indicativamente consentiti nuovi fabbricati agricoli produttivi inseriti armonicamente nel paesaggio e si prevede di mantenere le funzioni agricole produttive, conservando gli elementi caratterizzanti il territorio; in entrambi i casi, tenendo conto del necessario rispetto dei regolamenti d’igiene e sanità, non essendo previste nuove strutture, l’incremento in progetto si ritiene non in contrasto con la richiamata disciplina.

Nel territorio contermine all’allevamento sono distinti, quali categorie di Piano, i prati stabili ed i filari e siepi, da conservare nel loro assetto ed eventualmente da sottoporre a mitigazione o compensazione, e le fasce di servitù idraulica, da mantenere libere da edificato; l’incremento dei capi di polli allevati non determina ricadute sulla vegetazione e sulla fascia laterale ai fossi che fiancheggiano il lato ovest e sud del perimetro dell’Azienda. Anche per quanto riguarda la relazione con l’Area a pericolosità ridotta per allagamento, l’aumento dei polli in allevamento si ritiene che non incrementi le condizioni di rischio, stante il mantenimento dell’attuale funzionalità idraulica, dei volumi invasabili e della possibilità di attuare interventi di riduzione del rischio.

Piano di Classificazione Acustica Comunale

Castelfranco Veneto L’area oggetto di analisi si colloca all’interno della classe III – aree di tipo misto. “rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, con media densità di popolazione, con presenza di attività commerciali, uffici, con limitata presenza di attività artigianali e con assenza di attività industriali; aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici”.

Considerato l'uso ormai diffuso di macchine operatrici in agricoltura, la Regione Veneto detta i criteri secondo i quali sono ascrivibili alla classe III tutte le aree rurali, fatte salve quelle già inserite in classe I – Aree particolarmente protette. In particolare, appartengono alla classe III tutte quelle aree individuate dal P.R.G. come zone E e le relative sottozone E1, E2, ed E3 di cui alla L.R. 5 marzo 1985, n.24. Dovranno essere inserite in questa classe anche quelle aree urbane spesso localizzate intorno alle aree di “centro città", solitamente individuate dal P.R.G.

vigente come zone B o C di cui all'art. 2 del D.M. 1444/1968.

Riese Pio X L’area a sud ovest del comune, al confine con i comuni di Castelfranco Veneto e Castello di Godego, è in classe acustica II: “aree destinate a uso prevalentemente residenziale.” Per tali aree “Il DPCM 1.3.91 determina che siano inserite in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale, con bassa densità di popolazione, con limitata presenza di attività commerciali e assenza di attività industriali e artigianali. In linea di massima si tratta di quartieri residenziali in cui l’abitare è evidentemente la funzione prioritaria, e in cui mancano, o comunque non sono significative, le attività commerciali, che se presenti sono prevalentemente a servizio delle abitazioni, (negozi di generi alimentari, artigianato di servizio, ecc.). L’assenza di importanti assi di attraversamento e di strade principali di connessione urbana, l’assenza di attività industriali e dell’artigianato produttivo, assieme alla bassa densità di popolazione, consentono di individuare, indicativamente, tali aree solo in alcune zone C del PRG vigente. In particolare l’assenza di attività di artigianato produttivo diventa elemento di riconoscimento delle zone C da inserire in classe I.”

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Studio di Impatto Ambientale – Sintesi non tecnica

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Castello di Godego Individua la zona a nord est, al confine con il comune di Castelfranco Veneto, in classe III – aree di tipo misto. Come per il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Castelfranco Veneto sopra menzionato, per le aree che ricadono in questa classe, valgono le prescrizioni del DPCM 1.3.91.

Piano di Tutela delle Acque della Regione Veneto

L’azienda Agricola Maggiolo ricade nel Comune di Castelfranco Veneto, comune appartenente alla zona dell’alta pianura (Zona di ricarica degli acquiferi) ed alla zona del bacino scolante della laguna di Venezia. Il territorio in cui è localizzato l’allevamento è designata anche come area di tutela quantitativa degli acquiferi (Allegato E PTA). Si ricorda che, come evidenziato nel quadro di riferimento progettuale, la pollina viene integralmente consegnata a terzi, alla fungaia Agrifung.

Piano per l’Assetto Idrogeologico del Bacino scolante nella Laguna di Venezia

L’allevamento ricade all’interno di un’area definita come “Bacino scolante ad interventi a tipologia limitata” non interessa nessuna area a pericolosità idraulica, a scolo meccanico o che è stata oggetto di alluvioni nel 2007.

Piano di Risanamento della Qualità dell’Aria

Il Comune di Castelfranco Veneto ricade nella zona IT0513 “Pianura e Capoluogo Bassa Pianura”. Come indicato nell’Allegato A della DGR 2130/12, la definizione delle zone nell’area della pianura è stata effettuata considerando i seguenti parametri:

- Orografia: altitudine al di sotto dei 200 m slm;

- Condizioni meteo-climatiche: bassa ventosità con frequenti fenomeni di calme di vento;

- Urbanizzazione: diffusa con pochi centri urbani densamente popolati (già individuati come Agglomerati);

- Carico emissivo: la densità emissiva comunale (t/a km2), intesa come stima del PM10 primario e secondario rispetto alla superficie comunale (espressa in km2) è stata utilizzata quale parametro caratterizzante la zonizzazione. Nei comuni della Bassa Pianura la densità emissiva è superiore a 7 t/a km2.

Piano di Sviluppo Rurale

Il Comune di Castelfranco Veneto ricade in classe B2 “Aree rurali ad agricoltura intensiva -Urbanizzate”.

Aree di interesse naturalistico

Aree Protette L’area protetta più prossima all’allevamento è il Parco Naturale Regionale del Fiume Sile, posto ad una distanza di circa 8,2 km dall’Allevamento Maggiolo.

Rete Natura 2000 L’Azienda Agricola Maggiolo si trova all’interno della ZPS IT3240026 “Prai di Castelli di Godego”.

Important Bird Area (IBA) Nel Comune di Castelfranco Veneto non sono presenti zone designate quali IBA; la più vicina è l’IBA n. 059 “Medio corso del Fiume Brenta”, posta ad una distanza minima superiore a 13 km dall’Allevamento.

Aree Ramsar Nel Comune di Castelfranco Veneto non sono presenti zone Ramsar, così come non sono presenti zone umide in un raggio di 10 km dall’area di intervento.

Regime vincolistico

Vincolo sismico Il Comune di Castelfranco Veneto ricade, in accordo DGR n. 67/2003 successivamente confermata con DGR n. 71/2008, in zona sismica 3.

Vincolo idrogeologico Secondo la classificazione regionale riportata nella Tavola 1B del PTCP della Provincia di Treviso “Carta dei Vincoli e della pianificazione territoriale”, l’allevamento non interessa nessuna area sottoposta a vincolo idrogeologico.

Patrimonio culturale L’area dell’allevamento avicolo, per il quale si prevede il solo aumento del numero di polli, non interessa direttamente beni culturali architettonici, archeologici e/o paesaggistici sottoposti a vincolo ai sensi del D.lgs 42/2004. I beni monumentali architettonici tutelati più vicini sono: la Villa Dolfin - Gradenigo e la Cà Moro, in Comune di Castelfranco Veneto; la Chiesa di San Pietro, in Comune di Castello di Godego; la Villa Emiliani, la Villa

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PAGINA 18 / 27 Settembre 2015 Cecconi (detta Cà Miane), la Chiesa parrocchiale e la Casa canonica in frazione Vallà, in Comune di Riese Pio X. Tali beni si trovano a una distanza tra 1,3 e 2,3 km e pertanto si escludono effetti diretti sugli stessi e sulle aree circostanti. I beni archeologici tutelati corrispondono alla via romana Postumia, al sito di Le Motte e alla zona del centro storico di Castello di Godego; la distanza (da poco meno di 1 km a 3 km) e l’interposta presenza di zone edificate esclude ricadute su tale patrimonio. I beni paesaggistici tutelati con provvedimento sono la zona del centro abitato di Castelfranco Veneto e la zona circostante l’abitato di Castello di Godego, mentre tra quelli tutelati per legge il più vicino è la fascia contermine al Torrente Avenale, comunque distanziata di circa 150 metri dal perimetro dell’allevamento; non essendo previste trasformazioni dello stato dei luoghi, si escludono, per i citati beni, anche ricadute indirette, in particolare quelle correlate alla percezione.

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Studio di Impatto Ambientale – Sintesi non tecnica

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4 QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE E STIMA DEGLI IMPATTI

Nelle tabelle successive si riportano informazioni relative alle componenti ambientali sulle quali le opere in progetto possono avere ricadute più significative, fornendo anche indicazioni sui possibili accorgimenti da adottare per mitigare o compensare gli impatti stessi.

USI DEL SUOLO

Il territorio in cui si inserisce l’Allevamento Maggiolo è caratterizzato dalla netta predominanza di aree agricole. In particolare la coltura più diffusa è quella del mais, cui si accompagnano, in subordine, superfici a copertura erbacea, colture di soia, tabacco, colza, arboricoltura da legno ed alcune aree coltivate a vigneti. Le principali zone urbanizzate si trovano ad ovest (Castelli di Godego), a sud (Castelfranco veneto) e ad est (Riese Pio X) dell’allevamento. Lungo i numerosi canali che attraversano il territorio ed in corrispondenza dei confini poderali si trovano frequentemente formazioni di latifoglie arboree a siepe, oltre che, in particolare modo lungo il Torrente Muson dei Sassi, che scorre ad est dell’abitato di Castello di Godego, formazioni ripariali a salici (Salix sp.) e pioppi (Populus sp.).

All’interno della ZPS, all’interno della quale è localizzata l’Azienda Agricola, sono state identificate diverse aree a copertura erbacea con formazione tipica dell’habitat di interesse comunitario n. 6510 (Praterie magre da fieno a bassa altitudine). L’allevamento confina su tre lati (est, sud e, parzialmente, nord) con aree coltivate a mais, mentre sul lato ovest ed in parte dell’area a nord sono presenti superfici a copertura arbustiva ed erbacea (graminacee non soggette a rotazione), ma non identificabili con l’habitat 6510.

Il progetto prevede di aumentare il numero di capi allevati per ciclo, sfruttando la potenzialità massima delle strutture attualmente già esistenti ed operanti. Non è quindi prevista la realizzazione di nessuna altra struttura rispetto a quanto già esistente allo stato di fatto. Pertanto la realizzazione del progetto non porterà ad alcun impatto né modifica rispetto all’attuale uso del suolo.

FLORA E FAUNA

Il progetto prevede di aumentare il numero di capi allevati per ciclo, sfruttando la potenzialità massima delle strutture attualmente già esistenti ed operanti. Non è quindi prevista la realizzazione di nessuna altra struttura rispetto a quanto già esistente allo stato di fatto. Gli impatti derivanti dallo svolgimento delle attività di allevamento sono:

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PAGINA 20 / 27 Settembre 2015

 Immissione di inquinanti nell’aria;

 Inquinamento da rumore e disturbi sonori puntuali o irregolari

L’immissione di inquinanti nell’aria può avere ricadute dirette sulle componenti biotiche (sia floristiche che faunistiche), in quanto le sostanze gassose possono arrivare nella profondità degli apparati respiratorio e fotosintetico. Inoltre gli inquinanti possono ricadere al suolo tramite le precipitazioni, andando di conseguenza ad alterare sia la qualità delle acque (superficiali e sotterranee) sia la qualità dei terreni, generando quindi ricadute indirette su flora e fauna. L’impatto associato è temporaneo, in quanto limitato al periodo di esercizio dell’attività di allevamento, e reversibile: gli effetti cesseranno di verificarsi nel momento in cui verrà abbandonata l’attività zootecnica. L’emissione di composti odorigeni potrebbe portare le specie faunistiche ad abbandonare la frequentazione delle aree limitrofe all’allevamento. Anche in questo caso l’impatto associato è temporaneo, in quanto limitato all’esercizio dell’attività, e reversibile nel breve termine.

La presenza di inquinamento da rumore è un fattore che può determinare effetti negativi indiretti alla sola componente faunistica terrestre che, a seguito del disturbo sonoro, potrebbe abbandonare la frequentazione delle aree limitrofe all’allevamento. Anche in questo caso l’impatto associato è temporaneo (limitato al periodo di funzionamento dei ventilatori ed all’utilizzo dei mezzi di trasporto per la gestione delle attività zootecniche) e reversibile nel breve termine.

Le analisi effettuate (valutazione previsionale di impatto acustico e delle emissioni in aria, cui si rimanda per ulteriori approfondimenti) tuttavia indicano che le variazioni tra lo scenario attuale e lo scenario di progetto non sono significative e si esauriscono entro poche centinaia di metri dall’Azienda agricola, pertanto, non significativa è anche l’incidenza di tali fattori sullo stato di conservazione delle componenti biotiche presenti sul territorio.

Pur non essendo previste modifiche progettuali tali da richiedere interventi di mitigazione, potrebbe essere comunque presa in considerazione l’opportunità di contribuire al raggiungimento degli obiettivi di conservazione previsti per la ZPS, mettendo a dimora specie arboree o arbustive, in forma di filare, lungo il perimetro dell’area dell’allevamento, sul lato ovest e, previe necessarie verifiche, sul lato sud. Per la realizzazione del filare dovranno essere utilizzate specie arboree e/o arbustive autoctone, alcune delle quali con frutti eduli, in modo da avere ricadute positive anche sulla componente faunistica. Le specie arboree che potranno essere utilizzate sono Carpino bianco (Carpinus betulus), Olmo campestre (Ulmus campestris), Acero campestre (Acer campestris), Ontano nero (Alnus glutinosa), Salice bianco (Salix alba);

mentre, tra le specie arbustive, potranno essere messe a dimora Nocciolo (Corylus avellana), Sambuco nero (Sambucus nigra), Sanguinella, (Cornus sanguinea), Frangola, (Rhamnus frangula), Pallon di maggio (Viburnum opulus), Spincervino (Rhamnus cathartica).

BENI CULTURALI, ARCHITETTONICI ED ARCHEOLOGICI

L’allevamento avicolo, per il quale non sono necessari interventi di nuova edificazione o ampliamento dei fabbricati esistenti, non riguarda direttamente beni architettonici o archeologici vincolati ed anche beni definiti d’interesse negli strumenti urbanistici e si trova ad una distanza tale da escludere ricadute indirette. Per quanto riguarda questi ultimi, i più vicini sono: in Comune di Castelfranco Veneto, la Fornace Baghin, ubicata sul confine con Riese Pio X (a 1 km), e un luogo di ritrovamenti di un insediamento romano, lungo la via Postumia (oltre i 2 km); in Comune di Castello di Godego, la Villa Moresco Serena, vicino alla SR45 (a 1,3 km), i Mulini e i luoghi di ritrovamento di insediamento e materiale romano, presso il T. Muson (a 1,6 km); in Comune di Riese Pio X, la casa Moretti Rossi, lungo la SP139 (a 1,5 km) e i ritrovamenti di insediamento romano in località Vallà Castelliero (a 1,5 km). In merito ai fabbricati segnalati per l’interesse testimoniale, i più vicini sono una casa ubicata nel gruppo degli edifici di via Bella Venezia (a 300 m) e la casa isolata ubicata presso il Fosso la Roi (a 200 m); in entrambi le situazioni, la presenza di vegetazione (fasce arboree o filari) esclude o riduce, in misura significativa, la vista delle strutture dell’allevamento.

PAESAGGIO

Gli elementi costitutivi e caratterizzanti il paesaggio, considerando sia quelli individuati in sede di ricognizione degli Ambiti di paesaggio, a scala regionale (PTRC), e d’identificazione delle Unità di paesaggio, a scala provinciale (PTCP) o comunale (PAT), sia quelli distinti analizzando l’area attorno all’allevamento, sono riconducibili ai seguenti: suolo pianeggiante e di origine alluvionale; fosso Avenaletto, facente parte della rete irrigua; vegetazione arborea lungo il fosso Avenaletto e filari lungo il margine dei campi o laterali alle strade poderali; appezzamenti a seminativo e prati (piccolo vigneto all’interno del perimetro della stessa azienda); tracce di persistenza della geometria dell’agro centuriato di origine romana. Il previsto aumento del numero di capi allevati non richiede nuove costruzioni o l’ampliamento dei fabbricati e delle strutture esistenti; si escludono, pertanto, ricadute sui citati elementi del paesaggio. Si evidenzia, inoltre, che l’area dell’allevamento, per collocazione e forma, bene si inserisce nelle geometrie riconducibili all’agro centuriato. Per quanto

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Studio di Impatto Ambientale – Sintesi non tecnica

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riguarda la vista degli esistenti manufatti, si annota che, grazie all’interposta presenza di vegetazione arborea e di fabbricati, solo in pochi casi sono pienamente visibili da edifici residenziali o tratti della viabilità principale, per altro non di specifico interesse; si considera, comunque, ancorché non richiesta, la possibilità di impiantare una siepe perimetrale con funzione di mascheramento visivo e di qualificazione paesaggistica, con ricadute positive anche per le funzioni ecosistemiche.

ACQUE

Il potenziale impatto sulle risorse idriche sotterranee è legato all’attività di spandimento della pollina ovvero da una non corretta distribuzione dello stesso sul terreno. Considerato che l’azienda agricola Maggiolo cede interamente la pollina (misto lettiera a terzi) come sottoprodotto da riutilizzare e non da spandere, questa voce di potenziale impatto viene meno sia con riferimento alla situazione attuale che allo scenario di progetto. L’azienda non contribuisce quindi all’inquinamento delle acque sotterranee per nitrati.

Il potenziale impatto sulle acque è legato anche al consumo della risorsa idrica. Complessivamente il consumo di acqua si attesta, considerando anche il consumo per la pulizia, in circa 2.927 m3 attualmente e circa 7.280 m3 in futuro che rappresentano rispettivamente il circa 0,1% ed circa 0,3% dei consumi totali del comune di Castelfranco Veneto. Si tenga in ogni caso conto che l’unica fonte di approvvigionamento dell’azienda agricola Maggiolo è legata al pozzo presente nella stessa azienda e che quindi i consumi dell’azienda non gravano in ogni caso sui prelievi di acqua potabile.

ARIA ED EMISSIONI ODORIGENE

Sono state analizzate le emissioni di alcuni inquinanti normati, gas ad effetto serra e composti odorigeni emessi dalle strutture produttive dell’Azienda Agricola Maggiolo. L’esame è stato condotto rispetto all’attuale livello di produzione dell’allevamento avicolo e considerando un’ipotesi di aumento dei capi accasati.

L’aumento dei capi allevati nel corso dei cicli di produzione annui determina un aumento del rilascio in atmosfera, da parte delle strutture dell’allevamento, proporzionale al numero di capi. L’Azienda si trova in una zona idonea all’allevamento per la relativamente scarsa densità abitativa e la presenza di una fascia di colture agricole che la separa dalle abitazioni più prossime.

Per verificare quale possano essere le concentrazioni di odorigeni PM10, H2S e NH3 nell’area circostante l’Azienda è stata condotta una indagine modellistica mediante il software Windimula. Questa ha evidenziato, presso le abiazioni e ricettori discreti posizionati a 500 m, valori molto contenuti di tutti i composti considerati.

La valutazione del potenziale disturbo legato a composti odorigeni è stata condotta secondo quanto previsto dalle Linee Guida in materia predisposte dalla Regione Lombardia. Le tre abitazioni poste ad alcune centinaia di metri dall’impianto zootecnico, non risultano interessati da disturbi olfattivi. Anche i valori di concentrazione attesi per NH3 e H2S, non si ritiene possano avere impatto olfattivo.

In conclusione, si può ritenere che la presenza dell’attività di produzione avicola condotta dall’Azienda Maggiolo non determini attualmente condizioni di disturbo olfattivo o apporti rilevanti di inquinati da modificare il quadro locale della qualità dell’aria. Con riferimento all’incremento di capi da accasare di cui è richiesta l’autorizzazione si ritiene che ciò, pur determinando un modesto incremento delle emissioni, non comporterà alterazioni della qualità dell’aria e l’emissione di odorigeni, pur occasionalmente percepita, non causerà disturbi di natura olfattivo presso le abitazioni più prossime.

Concentrazione di composti odorigeni (98°percentile) (in ouE/m3)

Scenario attuale Scenario di progetto

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PAGINA 22 / 27 Settembre 2015 Concentrazione media annua di NH3 (in µg/m3)

Scenario attuale

Scenario di progetto

Concentrazione media annua di PM10 (in µg/m3)

Scenario attuale Scenario di progetto

Concentrazione media annua di H2S (in µg/m3)

Scenario attuale Scenario di progetto

TRAFFICO INDOTTO DALL’ATTIVITA’ DI ALLEVAMENTO

Durante il periodo di carico (accasamento) dei capi, sono necessari, attualmente, 2 mezzi per ciclo quando nello scenario di progetto si prevedono circa 6 mezzi per ciclo.

Per il trasporto del mangime sono necessari, attualmente, circa 12 mezzi per ciclo (con autocisterne da 30 t) quando nello scenario di progetto si prevedono circa 30 mezzi per ciclo (sempre con autocisterne da 30 t).

Per il trasporto della pollina prodotta sono necessari, attualmente, circa 2 mezzi per ciclo (con mezzi da 30 t di cui il 70%

di portata utile) quando nello scenario di progetto si prevedono circa 5 mezzi per ciclo (sempre da 30 t).

Durante il periodo di scarico dei capi, sono necessari, attualmente, considerando un tipico ciclo misto (come indicato nel quadro di riferimento progettuale): 2 mezzi per il primo sfoltimento (polli da 1,8 kg); 2 mezzi per il secondo sfoltimento (polli da 2,7 kg) e quindi 6 mezzi per l’ultimo lo scarico dei polli da 3,6 kg. Nello scenario di progetto, considerando sempre lo stesso tipico ciclo misto, saranno necessari: 5 mezzi per il primo sfoltimento (polli da 1,8 kg); 4 mezzi per il secondo sfoltimento (polli da 2,7 kg) e quindi 16 mezzi per l’ultimo lo scarico dei polli da 3,6 kg.

(23)

Studio di Impatto Ambientale – Sintesi non tecnica

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Contemporaneamente è possibile che il trasporto di mangime possa coincidere con il periodo si carico dei capi, essendo quindi possibile che il traffico indotto dall’attività di allevamenti sia pari ad un massimo giornaliero (svolto nel solo periodo diurno) di 3 mezzi pesanti nella situazione attuale e 5 mezzi pesanti nello scenario di progetto.

RUMORE

L’analisi dei livelli ambientali nella situazione attuale e nello scenario di progetto è stata fatta a partire dai risultati delle seguenti simulazioni:

 Periodo diurno (assunto cautelativamente dalle 6.00 alle 19.00):

o Situazione attuale: funzionamento a pieno regime di tutti i ventilatori istallati nei 5 capannoni; traffico indotto massimo e pari a 1 mezzo all’ora in transito nella viabilità di accesso all’azienda agricola e nella viabilità principale per un numero di giorni totale pari a 3 giorni per ciclo produttivo (si stima che, per ciclo produttivo, ci sia movimento di mezzi pesanti per un totale pari a circa 12 giorni di cui 8 con un numero di mezzi totale al giorno inferiore a quello simulato).

o Scenario progetto: funzionamento a pieno regime di tutti i ventilatori istallati nei 5 capannoni; traffico indotto massimo pari a 1,7 mezzi all’ora in transito nella viabilità di accesso all’azienda agricola e nella viabilità principale per un giorno per ciclo produttivo (si stima che, per ciclo produttivo, ci sia movimento di mezzi pesanti per un totale pari a circa 31 giorni di cui 30 con un numero di mezzi totale al giorno inferiore a quello simulato).

 Periodo serale (dalle 19.00 alle 22.00) e notturno (dalle 22.00 alle 6.00)

o Situazione attuale e di progetto: funzionamento a pieno regime di tutti i ventilatori istallati nei 5 capannoni sia nella situazione attuale e nello scenario di progetto. Assenza di traffico indotto.

Sia la situazione attuale che lo scenario di progetto sono da considerarsi cautelative in quanto il traffico di mezzi pesanti è limitato a solo alcune giornate e per un numero di mezzi al giorno inferiore a quello simulato. Il regime di funzionamento dei ventilatori dipende delle condizioni meteo climatiche, non funzionando a pieno regime tutto l’anno e durante le 24 ore.

In assenza di traffico indotto, sia nella situazione attuale che in quella di progetto (durante i periodi diurno, serale e notturno), il massimo contributo dell’attività di allevamento si riscontra ovviamente in prossimità dei ventilatori dei capannoni (lato ovest). I livelli interni all’area d’allevamento variano tra 42,0 e 83,0 dB(A), riscontrandosi i valori più elevati entro 2 metri dai ventilatori dei capannoni (lato ovest).

Il contributo dell’attività di allevamento risulta variare, in assenza di traffico indotto, nella situazione attuale che in quella di progetto (durante i periodi diurno, serale e notturno), in corrispondenza dei singoli recettori (da 1 a 32), tra 24,0 e 46,5 dB(A). In corrispondenza dei recettori, stando ai risultati delle simulazioni, il limite di immissione diurno pari a 60 dB(A) e notturno (che associamo anche al periodo serale in attesa che venga definito a livello normativo un limite di immissione per il periodo serale) pari a 50 dB(A) per la classe III nella quale tutti i recettori sono inseriti, non risultano poter essere superati per ragioni imputabili alla presenza dell’allevamento. In corrispondenza delle due scuole (recettori s1 e s2) il contributo delle attività di allevamento è chiaramente molto inferiore al limite che il piano di classificazione acustica comunale ad esse ha associato (sempre classe III e non in classe acustica I), risultando inferiore a 20 dB(A).

Nel periodo diurno, nella situazione attuale, il massimo contributo dell’attività di allevamento, compreso il traffico indotto, si riscontra ancora in prossimità dei ventilatori dei capannoni (lato ovest). I livelli interni all’area d’allevamento variano tra 46,0 e 83,0 dB(A).

Il contributo dell’attività di allevamento risulta variare, nella situazione attuale diurna nelle giornate durante le quale per 6 ore transitano mezzi in arrivo e partenza dall’azienda agricola, in corrispondenza dei singoli recettori (da 1 a 24), tra 32,0 e 55,5 dB(A). In corrispondenza dei recettori, stando ai risultati delle simulazioni, il limite di immissione diurno pari a 60 dB(A) per la classe III nella quale tutti i recettori sono inseriti, non risulta poter essere superato per ragioni imputabili alla presenza dell’allevamento. In corrispondenza delle due scuole (recettori s1 e s2) il contributo delle attività di allevamento nelle giornate con traffico indotto, seppur più elevato al solo funzionamento del sistema di ventilazione, in quanto in mezzi dovrebbero transitare sull’asse viario che affianca entrambe le strutture scolastiche, risulta comunque inferiore al limite che il piano di classificazione acustica comunale ha associato ad entrambe (in classe III); il contributo risulta inferiore a 46 dB(A), valore questo in ogni caso compatibile con un eventuale aggiornamento della classificazione acustica per le due strutture, con un più idoneo collocamento di ambedue in classe I (con un limite di immissione diurno pari a 50 dB(A).

Nel periodo diurno, nello scenario di progetto, il massimo contributo dell’attività di allevamento, compreso il traffico

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