• Non ci sono risultati.

(1)1 INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO 2017 DISTRETTO DELLA CORTE D’APPELLO DI NAPOLI Intervento del rappresentante del Consiglio Superiore della Magistratura Cons

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "(1)1 INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO 2017 DISTRETTO DELLA CORTE D’APPELLO DI NAPOLI Intervento del rappresentante del Consiglio Superiore della Magistratura Cons"

Copied!
11
0
0

Testo completo

(1)

1 INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO 2017

DISTRETTO DELLA CORTE D’APPELLO DI NAPOLI

Intervento del rappresentante del Consiglio Superiore della Magistratura

Cons. Antonello ARDITURO ---

Rivolgo a Lei, Signor Presidente, al Signor Procuratore Generale, al rappresentante del Ministro della Giustizia, alle Autorità, ai Colleghi magistrati, ai Signori Avvocati e a tutti i presenti, il saluto cordiale del Consiglio Superiore della Magistratura che oggi ho l’onore di rappresentare.

Indirizzo un sentito e deferente ringraziamento al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per la sua costante opera di attenta e sapiente guida del Consiglio Superiore della Magistratura.

Lo faccio non senza una sincera emozione ricordando che proprio in questa sede, esattamente venti anni fa, prestavo il giuramento di fedeltà alla Costituzione al momento del mio ingresso in magistratura, e in queste aule percorrevo i primi passi di giovanissimo magistrato in tirocinio nel settore civile.

Un pensiero deve essere rivolto, commosso, alla famiglia e all’intera comunità napoletana per la recente scomparsa di un simbolo insostituibile della cultura, dell’impegno civile e del tratto rivoluzionario tipico della tradizione di questa città, qual è stato l’avv. Gerardo Marotta, cui tutti dobbiamo il sacrificio per la costruzione e la difesa di quella formidabile istituzione culturale che è l’Istituto Italiano Studi Filosofici. Un luogo, quello, cui mi lega il ricordo di uno straordinario momento di aggregazione e di elaborazione, di ormai molti anni fa, insieme ad amici, molto dei quali presenti oggi e alcuni dei quali ritrovo fra le autorità e i rappresentanti della

(2)

2

magistratura, con il pensiero rivolto alla nostra carissima e indimenticabile Daniela Tognon.

---

Ho ascoltato con interesse la relazione del Presidente della Corte, dalla quale, accanto ad una lucida analisi generale, emerge nitidamente il quadro dello stato della giustizia nel distretto, dei problemi e delle questioni che ancora attendono soluzione, così come dei risultati e dei traguardi che sono stati raggiunti.

Gli scenari internazionali e quelli europei ci consegnano un mondo caratterizzato dall’avanzare delle paure e dell’angoscia, per l’aumentare e l’intensificarsi di devastanti atti di terrorismo che coinvolgono in Europa i luoghi della cultura, dello svago e del tempo libero, per l’inarrestabile flusso di migranti - costretti a scappare da zone infestate dalla guerra, dalla fame e dalla povertà - e per l’immane tragedia dei viaggi spesso senza speranza di sopravvivenza, per la grave situazione economica che mette in crisi le certezze di milioni di persone e l’assetto dell’intero sistema sociale e di relazioni che ha caratterizzato gli ultimi decenni.

Sono tempi, questi, in cui irrazionalmente si alzano muri, si abbattono ponti, si chiudono porte.

L’Italia è pienamente al centro di questa crisi, che mette in discussione i diritti civili delle persone, impoverisce classi sociali finora al riparo dalle necessità di sopravvivenza, induce a comportamenti improntati alla salvaguardia delle residue posizioni, anche minimali, di privilegio, ed all’abbandono - a volte conclamato, a volte incosciente - dei sentimenti e dei doveri di solidarietà che tutti, a partire da quanti ricoprono compiti di responsabilità e di gestione nelle istituzioni pubbliche, dovrebbero avere come stella polare, nel rispetto del fondamentale principio dell’art.

2 della Costituzione.

Si tratta di un contesto che, evidentemente, non può non chiamare in causa la giustizia - come aspirazione all’eguaglianza, al benessere collettivo, alla tutela dei diritti – e richiedere un rinnovato impegno di elaborazione, di analisi e di organizzazione alle istituzioni giudiziarie - ai magistrati ed agli avvocati - quali

(3)

3

protagonisti di quel quotidiano e, per certi versi, eroico sforzo di ricondurre alle leggi ed al patto di convivenza consacrato nella Costituzione - secondo un rituale prestabilito - le tragedie, le miserie, gli eventi, i lutti, le difficoltà, il coraggio, le mancanze di donne e di uomini, di poveri e di ricchi, di fortunati e di sfortunati.

Ed è proprio in questo contesto che la Repubblica Italiana continua ad avere bisogno, anzi ad avere sempre più bisogno - accanto ad una avvocatura consapevole del fondamentale ruolo che la Costituzione le assegna - di una magistratura libera, autonoma, indipendente, capace attraverso un’alta professionalità ed un fortissimo senso deontologico, di fornire risposte di giustizia alla richiesta di tutela di diritti antichi e moderni, ed all’esigenza di fornire certezze in special modo agli ultimi ed ai penultimi, alle minoranze ed ai diversi, ai deboli ed ai fuggitivi.

E’ questo, Signor Presidente della Corte, il ruolo, la funzione e l’impegno costante del Consiglio Superiore della Magistratura: mettere al riparo l’autonomia e l’indipendenza della magistratura e operare per il mantenimento di giudici e pubblici ministeri altamente professionali e rispettosi, sotto il profilo deontologico, dell’altissimo compito cui sono chiamati. Nuove esigenze sociali, nuovi diritti, nuovi pericoli per la collettività, richiedono capacità di autoformazione, approfondimento, specializzazione che il Consiglio Superiore si fa carico di promuovere, sollecitare, e pretendere, anche attraverso un rinnovato spirito di collaborazione con la Scuola Superiore della Magistratura, con particolare attenzione ai magistrati in tirocinio, cui devono essere innanzitutto forniti gli strumenti per comprendere la natura del ruolo e della funzione che essi saranno chiamati a svolgere.

A più di due anni dall’inizio della consiliatura, un primo bilancio consente di riconoscere nitidamente la vocazione del Consiglio Superiore a non limitarsi a svolgere il compito di custode e amministratore dello status ordinamentale dei magistrati, ma di farsi invece protagonista di un costante dialogo con le altre figure istituzionali per contribuire a formare le linee guida sui grandi temi della giustizia e dell’organizzazione del sistema giudiziario, in una prospettiva che mira a creare le

(4)

4

condizioni per consentire alla giurisdizione di realizzare in concreto i principi di uguaglianza e di giustizia sociale affermati dalla nostra Costituzione.

In questo senso voglio ricordare i pareri espressi sui lavori delle commissioni ministeriali per la riforma del Csm e per la riforma dell’ordinamento giudiziario; i rapporti di carattere internazionale volti a promuovere - tanto negli organismi internazionali quanto attraversi accordi bilaterali specie con Paesi dei diversi continenti - la cultura giuridica e l’assetto costituzionale di rigorosa separazione dei poteri del nostro Paese; i contributi forniti ai progetti di riforma della magistratura onoraria, del processo penale, della giurisdizione nella materia della protezione internazionale, e le critiche, ragionate e convinte, e che è bene qui ribadire, alla riforma della giustizia minorile che rischia, con l’abolizione di procure e tribunali per i minorenni, di mandare in archivio un patrimonio di specializzazione che rappresenta una avanguardia della cultura giuridica del nostro Paese.

Più recenti i rilievi mossi al decreto legge n.168 del 31 agosto 2016 che, accanto ad importanti misure in materia di contenzioso presso la Suprema Corte di Cassazione, ha previsto senza alcuna norma transitoria la riduzione del periodo di legittimazione per il trasferimento dei magistrati, particolarmente odioso per i magistrati in prima assegnazione, e l’ennesima proroga selettiva dell’età pensionabile, con l’inaccettabile differenziazione fra alcuni magistrati e la generalità degli stessi; interventi operati con lo strumento della decretazione d’urgenza, del tutto inadeguato a riformare istituti di ordinamento giudiziario ed attinenti allo status dei magistrati.

Di particolare significato, nell’ambito della collaborazione con gli altri soggetti istituzionali del settore, il protocollo stipulato dal Consiglio Superiore con il Consiglio Nazionale Forense, che ha trovato la sua prima forma di rilevante attuazione nella circolare approvata pochi giorni orsono, che ha previsto un articolato spazio di partecipazione per gli avvocati nel procedimento di formazione delle tabelle degli uffici giudicanti.

(5)

5

Infine, la collaborazione costante con il Ministero della Giustizia in sede di comitato paritetico per le questioni attinenti all’organizzazione, che ha avuto nello scorso mese di dicembre una significativa conferma della correttezza ed efficacia del metodo utilizzato, con l’ approvazione della revisione delle piante organiche degli uffici di primo o grado.

L’organizzazione giudiziaria rappresenta il campo ove è possibile ottimizzare le risorse - allo stato ancora insufficienti - da fornire ai dirigenti ed agli operatori per far fronte a questa nuova e immane richiesta di giustizia, attraverso la concreta attuazione del principio di leale collaborazione con il Ministero della Giustizia, cui sono demandati gli oneri di assicurare le risorse ed i servizi agli uffici giudiziari. In quest’ambito, per un verso va riconosciuta una positiva inversione di tendenza con il recente bando per l’assunzione, dopo più di venti anni, di 800 cancellieri, che andranno ad aggiungersi alle risorse recuperate, non senza problemi e contraddizioni, attraverso la mobilità; e un deciso miglioramento della strategia e delle risorse impiegate nel settore dell’informatizzazione; e per altro va ribadita la necessità di ulteriori interventi con nuovi investimenti; maggiori assunzioni di personale amministrativo anche nei ruoli tecnici; il completamento della riforma della magistratura onoraria; l’attuazione effettiva dell’ufficio per il processo, che non può essere ridotta esclusivamente all’utilizzazione, seppur preziosa dei tirocinanti;

l’assunzione tempestiva di nuovi magistrati attraverso l’aumento del numero e della frequenza dei concorsi di accesso.

Gli uffici giudiziari sono impegnati costantemente ad affinare gli strumenti organizzativi, a reperire risorse anche esterne alla giurisdizione, a dare adempimento ai nuovi e spesso poco esigibili oneri derivanti dalla nuova normativa in materia di manutenzione degli uffici giudiziari. Uno sforzo che il Consiglio ha accompagnato attraverso il lavoro costante, attento e strategico, della settima commissione, che si è fatta carico di fornire puntuali indicazioni in materia di priorità nell’esercizio dell’azione penale, di smaltimento dell’arretrato civile, di sostegno all’informatizzazione e di buone prassi di organizzazione, con la pubblicazione del

(6)

6

primo manuale ricognitivo approvato con delibera plenaria del 7 luglio 2016.

Organizzazione, programmazione, gestione partecipata degli uffici, promozione di buone prassi, innovazione, sono patrimonio ormai radicato e diffuso sull’intero territorio nazionale. Un processo che riceverà ulteriore impulso grazie al recente imponente rinnovamento della dirigenza, che si è caratterizzato sia per un consistente abbassamento dell’età media, che per un significativo incremento delle nomine di donne ai vertici degli uffici, anche di secondo grado e di legittimità.

Una particolare e rafforzata attenzione è stata dedicata all’organizzazione degli uffici requirenti, con la risoluzione in materia di uffici distrettuali antiterrorismo e coordinamento della Procura nazionale, e con le delibere su limiti e potenzialità del potere di vigilanza ex art. 6 dei Procuratori Generali, conferimento e revoca delle assegnazioni, apposizione di visti sulle attività dei pubblici ministeri. Con la risoluzione del 29 luglio 2016, il Consiglio ha poi operato una ragionata ricognizione dei provvedimenti organizzativi in materia di intercettazioni, segnalando le migliori soluzioni che siano in grado di assicurare, già a legislazione vigente, il giusto contemperamento fra i valori costituzionali dell’obbligatorietà dell’esercizio dell’azione penale, la riservatezza delle persone, il diritto di difesa ed il diritto di cronaca. Si tratta di soluzioni che hanno suscitato l’interesse del legislatore, da lungo tempo impegnato in un dibattito sugli ambiti possibili di una riforma, che non dovrà in alcun modo limitare o incidere restrittivamente sull’utilizzazione dello strumento investigativo. Maggiore attenzione, più risorse e urgenti correttivi normativi richiede invece l’adeguamento dei sistemi di sicurezza informatica, utilizzati anche per le intercettazioni, unitamente ad una seria riflessione sulla ormai indifferibile opportunità di passare a sistemi proprietari pubblici, la cui mancanza o inadeguatezza sembrano mettere a serio rischio quei principi costituzionali che si vorrebbero salvaguardare con una proposta di riforma asfitticamente orientata alla sola modifica delle norme del codice di procedura penale.

Il Consiglio è altresì impegnato a portare a compimento, in questo terzo anno, l’elaborazione di una circolare generale sull’organizzazione degli uffici requirenti,

(7)

7

volta a raccogliere in modo sistematico ed organico, la complessa e puntuale produzione consiliare seguita alla riforma del 2006, con la previsione di un articolato idoneo a fornire indicazioni unitarie, sul procedimento e la struttura dei progetti organizzativi, sul ruolo dei procuratori aggiunti, sul rapporto fra procuratore e sostituti. E’ un obiettivo da non mancare per garantire i giusti spazi di autonomia e di partecipazione all’interno degli uffici requirenti, necessari per la formazione di una diffusa cultura delle investigazioni, del giusto processo e della obbligatorietà dell’azione penale, finalizzati alla effettività della garanzia del principio di eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, rifuggendo dal miopie tentativo, culturale prima ancora che normativo, di affidare al principio di gerarchia il perseguimento di questi fondamentali valori.

Questioni che, in diversa ottica, saranno affrontate anche dalla sesta commissione referente a cui sono state ripristinate le competenze della vecchia commissione antimafia, attualizzate con l’aggiunta dei settori del contrasto alla corruzione ed al terrorismo, attraverso un lavoro che consentirà al Consiglio di farsi collettore delle esigenze degli uffici, di proporre e diffondere le migliori soluzioni organizzative, di interloquire con le altre autorità nazionali e sovranazionali, e di formulare proposte di modifica normativa in questi settori cruciali per la vita del Paese, come dimostrano i recenti documenti internazionali che segnalano la persistenza del grave ritardo con cui sono approntati strumenti efficaci per combattere il cancro della corruzione.

Numerose sono del resto le emergenze cui fare fronte.

La giustizia civile e del lavoro, la cui prontezza nella risposta incide sulla drammatica situazione di lavoratori, imprenditori, creditori e piccoli proprietari e ne influenza in periodo di crisi la dignità del vivere personale e dei propri familiari. La giustizia della famiglia, chiamata a confrontarsi con il riconoscimento di nuovi diritti e la risoluzione in via giurisprudenziale di casi concreti, anche in materia di

(8)

8

genitorialità, che sfuggono alla chiara disciplina della legge o sono con colpevole ritardo lasciati privi di previsione espressa. La giustizia penale, che ai gravi fenomeni criminali cui si è fatto cenno, aggiunge la necessità di far fronte a delitti che non accennano a diminuire nella loro entità, seppur periodicamente dimenticati nel dibattito pubblico. Mi riferisco per esempio alla piaga, mai sopita, degli infortuni sul lavoro; all’impressionante aumento dei delitti violenti che hanno come vittima le donne; ed all’emergenza ambientale che proprio in queste terre ha fatto registrare nel 2016 un inquietante silenzio, dopo le grida di allarme a volte addirittura eccessive degli anni precedenti; - quasi che le ecomafie, gli interramenti abusivi e pericolosi, la terra dei fuochi, siano ricordi del passato, dissolti, come d’incanto, per l’azione riformatrice del legislatore o per l’inizio a singhiozzo di timide azioni di bonifica. E’

bene invece che dal Salone dei Busti venga forte una richiesta di attenzione, di seria e costante analisi delle situazioni, di impegno e di investimenti. E che la recente azione riformatrice, accompagnata da condivisibili apprezzamenti al momento dell’entrata in vigore, sia sottoposta ad un’urgente e puntuale verifica sulla effettiva capacità dei nuovi reati ambientali a costituire strumento adeguato per il contrasto a questi gravi fenomeni, ancora troppo spesso considerati, a livello di fattispecie, come contravvenzioni sottoposte alla tagliola della prescrizione.

Ho ascoltato Signor Presidente, e non posso che condividere, il suo grido di dolore per l’incidenza della prescrizione sui processi celebrati nei Tribunali e soprattutto in Corte d’Appello. Ci aspettiamo, ormai da troppo tempo, un saggio intervento riformatore sul punto. Una norma, semplice e chiara, che disponga l’interruzione della prescrizione almeno dopo la sentenza di primo grado. Devo respingere, dal mio osservatorio privilegiato, il tentativo, semplicistico ed ingeneroso, che a cadenze periodiche da più parti affiora, di attribuire la lunghezza dei processi e la prescrizione alla negligenza ed alla scarsa laboriosità dei magistrati e degli operatori del settore. Devo con la stessa nettezza rimarcare, invece, la sensazione di forte frustrazione dei magistrati e del personale amministrativo, e degli stessi avvocati, per il lavoro e l’impegno di tutti i giorni che viene vanificato per effetto di

(9)

9

regole farraginose, formalismi, ostacoli, mancanza di risorse che, conducendo alla prescrizione, segnano la sonora sconfitta dello Stato e la irrimediabile perdita di credibilità della giustizia. Questo, ancora di più nel Distretto di Napoli, il cui livello di laboriosità e di abnegazione dei magistrati ha pochi eguali nel panorama nazionale.

---

Posso assicurare, Signor Presidente della Corte e Signor Procuratore Generale, la costante attenzione del Consiglio Superiore della Magistratura ai problemi ed alle criticità dell’esercizio della giurisdizione nel Distretto di Napoli.

Va a questo proposito positivamente segnalato lo sforzo organizzativo in atto per far fronte all’arretrato nell’esecuzione delle sentenze penali, accumulatesi negli anni presso la Corte d’Appello, anche grazie ai protocolli stipulati con alcuni tribunali e che è auspicabile siano estesi ad altri uffici. La serietà dell’azione di contrasto alle forme di criminalità non può essere messa in discussione da ritardi nell’esecuzione di sentenze che hanno faticosamente ricostruito fatti e sancito responsabilità. Allo stesso modo merita di essere incoraggiato l’impegno della Procura generale nell’ottica della promozione e diffusione delle migliori prassi organizzative e di investigazione, per un esercizio uniforme dell’azione penale sul territorio, fermi i limiti di un tale intervento più volte riaffermati dal Consiglio, nel segno di iniziative che devono caratterizzarsi per la forza dell’autorevolezza della fonte piuttosto che per quella della volontà di affermazione di uno sterile ed effimero principio di autorità.

---

Il Distretto, lo sappiamo, è caratterizzato dall’asfissiante presenza della criminalità organizzata. Una camorra che spara ed una camorra che fa affari, troppo spesso facendo affidamento su connivenza o complicità di imprenditori e politici, in una regione che non a caso continua ad avere l’emblematico record di scioglimento dei consigli comunali per infiltrazione mafiosa.

Le emergenze si susseguono e si alternano.

Avremmo parlato, solo fino a un paio di anni fa, della pervicace presenza criminale del clan dei casalesi e della sua capacità di infiltrazione nell’economia e

(10)

10

nelle istituzioni, e siamo oggi invece, fortemente ridimensionato quel pericolo per l’azione convinta e risoluta dello Stato, a dover fare i conti con le “stese”, le violente ed indiscriminate batterie di fuoco che imperversano per la città e che, per le modalità del fatto, possono essere considerate come veri e propri atti terroristici.

A Napoli, purtroppo, troppo spesso si muore ancora per caso.

E’ per questo, Signor Presidente della Corte, che vorrei concludere questo mio intervento da dove Lei aveva iniziato il suo; da Castel Capuano, storico palazzo per oltre cinque secoli sede di Tribunali e Corti di giustizia; non solo per unirmi all’auspicio che esso continui a vivere come luogo di legalità e di cultura, ma, soprattutto, perché oggi esso richiama tutti i presenti a guardare immediatamente fuori da questo Castello, a cogliere la sua posizione quasi di avamposto su Forcella, antichissimo e per tante opposte ragioni notissimo quartiere di Napoli; e da qui non possiamo, tutti, non preoccuparci dei nostri ragazzi, dei giovani, addirittura dei nostri bambini, lasciati troppo soli a resistere alle lusinghe ed alle tentazioni criminali.

Recenti indagini della Direzione Distrettuale Antimafia, ai cui colleghi ed al cui Procuratore Giovanni Colangelo, anche ricordando il vile progetto di attentato ai suoi danni, rivolgo il mio riconoscente saluto, hanno ricostruito l’attività stabile ed organizzata di vendita di stupefacenti attraverso ragazzini di poco più di dieci anni. In precedenza, come ormai noto all’opinione pubblica internazionale, era già venuta prepotentemente in rilievo la forza criminale di nuove formazioni che, approfittando del vuoto lasciato dagli arresti e dalle condanne, hanno occupato spazi sotto il comando di capi tanto violenti quanto giovanissimi, al punto da assumere la denominazione della “paranza dei bambini”.

Quando la situazione è questa, è chiaro a tutti che c’è bisogno di più giustizia, e per ottenerla, di più risorse, più impegno e maggiori capacità organizzative. Ma è altrettanto chiaro che essa, tale drammatica situazione, non si può risolvere solo con l’azione di magistrati e forze di polizia. C’è bisogno del sostegno di tutte le istituzioni, per assicurare cultura, istruzione (ancora troppo alta, come segnalato dal Procuratore per i minorenni, la percentuale di violazione dell’obbligo scolastico) e,

(11)

11

soprattutto, prospettive di sviluppo e di lavoro per i nostri giovani. Un’azione corale, di prevenzione e di repressione, che metta definitivamente da parte la frequente, ormai storica e troppo sterile tentazione all’individualismo, alla polemica ed alla contrapposizione.

Solo così, e chiudo, forse in un giorno non troppo lontano, la “paranza dei bambini” non sarà più il nome di un clan ma, magari, come è più giusto, solo il nome di una sfavillante giostra in un grande parco-giochi tornato ai lustri di un tempo, nella nostra meravigliosa città.

E’ con questo auspicio, Signor Presidente della Corte e Signor Procuratore Generale, magistrati e avvocati, che, a nome del Consiglio Superiore della Magistratura, auguro un buon anno giudiziario.

Grazie.

Riferimenti

Documenti correlati

Nell’anno che è alle nostre spalle, in attuazione della riforma, approvata tra la 14^ e la 15^ legislatura, intensa è stata l’attività delle commissioni consiliari e particolarmente

INCARICO CONFERITO: lezioni di Diritto processuale penale ed esercitazioni giudiziarie in Giurisdizione penale - luogo di svolgimento PADOVA 5.. IMPEGNO ORARIO RICHIESTO:

INCARICO CONFERITO: PROROGA quale Componente Gruppo di Lavoro incaricato di provvedere alla ricognizione, all'analisi ed all'approfondimento dei temi rilevanti al fine della

ENTE CONFERENTE: SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE PER LE PROFESSIONI LEGALI DELLA LUISS - LIBERA UNIVERSITA' INTERNAZIONALE DEGLI STUDI SOCIALI GUIDO CARLI - ROMA 4.. COMPENSO PREVISTO:

415 bis cpp e rilascio delle copie digitali Procura della Repubblica Fermo 2031 Organizzazione del processo penale Trasmissione delle notizie di reato Procura della Repubblica

INCARICO CONFERITO: due lezioni di 4 ore ciascuna di Procedura penale sul tema dei problemi attuali di diritto processuale penale dall'osservatorio della Corte di Cassazione - luogo

7, il convegno del 2 e 3 marzo con i procuratori Distrettuali e con gli attori istituzionali anche stranieri protagonisti del settore, il recente incontro di

Si tratta di investimenti che unitamente alla revisione ed al completamento della pianta organica di magistratura – ad oggi mancante di più di 1000 unità- , ed