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Il vero laico informazioneL’altrainformazioneL’altra

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Academic year: 2022

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Il termine macellum sta a significare “mercato chiuso cinto dentro un muro” con uno spazio esterno dove si aprivano le numerose tabernae in cui si potevano degustare sofisticati menù molto apprezzati dai Romani.

In pratica il Mattatoio era il centro della vita politica, civile ed economica della città, al punto che Nerone coniò delle monete a scopo divulgativo con l’effige del Macellum Magnum.

Il primo ordinamento giuridico italiano a citare macelli pubblici e privati è il Regolamento speciale sulla vigilanza igienica degli alimenti del 3 agosto 1890, successivamente il Regio Decreto del 3 febbraio 1902 vincola ogni Comune con una popolazione superiore a 6.000 abitanti alla presenza di un macello pubblico.

Nel 1928 il Regolamento 3.298 conferisce al Veterinario ispettore grande potere e importanza, richiedendogli anche un atteggiamento di recupero delle carni: la bassa macelleria, che, in tempi di fame, costituiva un valido compromesso per fornire anche alle classi sociali meno abbienti la possibilità della disponibilità di una fonte proteica a basso prezzo.

La macellazione clandestina è sempre stata punita con gravi sanzioni ammini- strative e penali.

Il nuovo approccio europeo sulla sicurezza alimentare fissa paradigmi che con- centrano l’attenzione su differenti concetti come la rintracciabilità, la maggior responsabilizzazione degli OSA, l’attenzione sugli allevamenti, supportando il tutto con l’analisi del rischio.

Cambia la mentalità anche per il rispetto del benessere animale. Oltre alla sussi- stenza dell’obbligo di stordimento degli animali preventivo a ogni altra succes- siva operazione, vengono definiti nel dettaglio gli indicatori di valutazione del- l’efficienza dello stordimento, i parametri per le differenti modalità di macella- zione (corrente, tensione, sequenza, durata esposizione al gas, proiettile captivo) e certificata l’idoneità allo stordimento e dissanguamento degli animali per gli operatori.

Tutto in nome di una cresciuta sensibilità e rispetto nei confronti degli animali.

Però ci sono anche le deroghe allo stordimento per la sperimentazione scientifi- ca, l’attività venatoria, la macellazione rituale.

Ora, se da una parte è facilmente intuibile l’esclusione delle prime due pratiche (il cacciatore prende la mira e spara e nella sperimentazione animale nemmeno si può parlare di macellazione) rimane difficoltoso conciliare il concetto di benessere animale con la macellazione rituale.

Così le opinioni si dividono fra antropocentristi aristotelici, integralisti e agno- stici ruffiani.

Alcuni Paesi come Svezia, Olanda e Svizzera ricusano tale pratica, altri ne dis- cutono perplessi.

In Europa i Mattatoi che autorizzano la macellazione rituale sono circa 200, di cui un centinaio in Italia.

Forse la macellazione non autorizzata al di fuori del Mattatoio in aperta campa- gna rappresenta l’algoritmo per la soluzione dello scomodo problema in cui, attraverso un numero infinito di operazioni che annullano le altre preesistenti e già sancite come l’identificazione e la registrazione degli animali, la movimen- tazione controllata, la vigilanza igienico sanitaria delle carni e le leggi fiscali, si arriva al risultato atteso.

Forse se l’occhio non vede il cuore non duole.

Ma il fatto è che in questa lunga e infinita diatriba il soggetto al centro di impe- tuose discussioni sulle rivendicazioni cultural-religiose, scevro di atteggiamenti politically correct è l’animale che, ironia della sorte, è l’unico vero laico.

Il vero laico

Pensieri critici di

Caterina Pennesi

informazione L’altra informazione L’altra

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