.^» -A ^-
\
C >^
AZIOTSLE CIRO ACCADEMICA
Da
rapprefentarfi periiGiorno
NatalizioDEL SERENISSIMO SIGNOR
PRINCIPE DI MODENA
NEL DUCALE TEATRO GRANDE
Compoftay
recitata y ededicata
Air Altezza Sereniffima
DI RINALDO L
DUCA
diModena, Reggio,
Mirandola, &c.DA' SIGNORI CONVITTORI
DEL COLLEGIO DE* NOBILI.
IN MODENA, MDCCXXVII.
Per Antonio Capponi Stampator Vefcovale.
Qon
Licenza de'Supmcri
.
ARGOMENTO
D Aftiage ultimo Re
de*Medi
per un certo (uo fogno
fudato a credere da
fuoiIndovini, che
dall'unica
fua figliaMan-
dane nafcerebbe un
figlio , da_.cui gli
farebbe
tolto ilRegno
.Punto
egliperciò
dalla gelofia diregnare diede per marito
al!a_jfiglia
un Perfiano
di baffiNatali per nome Cambi-
fé
aftinché
ilfuturo Nipote non potefse
ritrardal
Padre
fpiriti alteri : enon contento poi
di ciò,appe;
na nato
ilBambino
, Ioconfegnò ad Arpago fuo confidente con ordine di ammazzarlo. Arpa- go diibirando, che un giorno Mandane
fivendicaf-
fé
contro
di lui , laiciò ilFanciuUetto
nellemani
d*un Pallore, perché
loabbandonafse
fra le felve alfuo dettino. La Moglie del Pallore
inteneritada
* i
fuoifuol vagiti chiefe al
Marito
dipoter
allevarlo Inve- ce
dalproprio
fi^v^lioCrefciuto
ilReal Fanciullo
colnome
diCiro, ed avendo
inun Giuoco
, in cuifacea da Re,
battutiafpramente alcuni
Tuoicompa-
gni,
fucondotto
aliaprelenza
d'Aftiage
, ilquale
dalle ardite rifporte, e dalle fattezze del
Fanciullo comprefe edere
ilfuo Nipote, ma parendogli, che
coliaver
fattoda Re
traPaftori
fi foflegià
confumato
ilprefagio
delfogno
, Ci .contentò
d'allontanarlo da
fé , emandarlo
in Perfia ; epunì poi
ladifubbidienza d'Arpago con
uccidergli il fi-glio , e darglielo In cibo.
DilTimulò Arpago
ilfuo dolore per
alpettare iltempo del vendicarfì
:e
quando feppe, che Ciro
riufcivavalorofojgli
fcoprì lacrudeltà
d'Afliage
, e loperfuafe
amuovergli guerra
.Ciro
lamolle con molte
fchieredifidiPer-
liani :ed Altiage per opporfi
a fuoidiede
ilgene-
rale
comando dell'armi ad Arpago
.Quefli
,venu-
togli il
colpo
dellavendetta, palsò con tutto
l'Efer- cito alcam,po
diCiro
.Aiiiage
raccolfeda
tutta laMedia
altreTruppe:
fivenne
abattaglia,
e la vit*toria fu
prima de Medi,
poi de' Perfiani.Aftiage
fu tatto
prigione: e Ciro
trattò allorapiù da Nipo-
tej
che da
vincitore.Ghtflmo
nellibro i.PER-
PERSONAGGI*
ASTIAGE Re de'Madl Sig.M^nrb^feG^aa Otta-
vio Bujfalint di
Città
di Cajieììo'Vrincipe
di Lettere.CIRO (no Nipote
Sig.Co:
Gio:Francesco Vigo dar'
%ere Padovano Accademico
di Lettere,ORANO Generale
d'Adiage Sig. Co:
'^^anucctoFarne
jedal
To-^'^oPiacentino.
OR ONTE Principe
de'Cadufì Sig. Co: Giuseppe Capitani
Mi/iinefe.FILIDASPE Principe
degli AfTirj Sig.Co.'Camil-
lo
Poggi da Carpi Accadeinico
diLettere
.
ADR US IO Principe
de'Paflagonj Sig. Marchese Francesco Carpani Miianefe
.ALIARTE Principe de Lidi Sig.Co:'^inahh de Cu/nani Padovano.
ARIOBARZANEGeneraledegrircaniJig.Mjr.
cheje
Gra<^io
Botti ISL.Genovese
.ARIBEO primo Miniiho
d'Afliage Sig. Marche-
se Gio:
Giorgio Serpanti Milanese.
ARPAGO Generale
de'Medi Ribelli
diAftiage
Sig. Angelo Maria Labia K. Veneziano.
ME-
MEGABISE Generale do
PerfianiSig. G'wfeppe Malfanti
ISL.Genovese
.SIBARE Confidente
diCiro
Sìg.Marchefe
Frati'cejco
Saverio Baldini Vìacentino Accademico
diLettere
.
TISAFERNE Capitano
diCiro J/V Co:G/*W^.
fno
Ancini "Reggiano Accademico
àiLettere.
La Scena è nelle vicinanze
d'Ecbatana Capitale della Media
.
PRO-
PROTESTA
DEGLI AUTORI.
LE parole Fato, Deftino, Dei
,e fimili fono le fo-
lite efpreffioni di chi fcrive da
Poeta
,ma crede da Cattolico.
^i^^^è^^
AZIONE (l)
P R I M A^
A^ìaget Arìbeo i Orano^ Filidafpe^ Ceronte, Ariobar^ane f Adrufiot Aliarte
,
s
Alpage.
^^
I , fono Aftiage ancor:né pTchè
l'empio
Arpago
traditor lemal
fidateMie
Schiere a lui,di CiroaggiunfealCampo
,
Molto fcemò
delmio
poter :ben
centoPendon da un cenno mio
Falangi, e tutteChieggono
il fier conflitto,onde
ilnemico Sangue
verfar permio
foftegno . Io fpcroIn
quefto dì farmemorando
atroceDi
Ciro orrido fcempio. AlfineArpago Tutta
laMedia
in fuo favornon
trafie:Anzi
feco ei recò fol la più vileParte del
Regno mio;
che vile al certo Egli è quel fangue, cheabbandona
i giudi Dritti del fuo Sovrano, e le fuperbeVoglie
fomenta d'un Rubello.
Fìlidafpe
.
E
reoTutto
il tuocampo
, è ver ;ma
pur alfine Egli ubbidì al fuoDuce. Aipago
è folo Il vile ,Arpago
il traditore. £iquando
Scelto per te del militare impiego
Al
prinìo onor, a fola tua difefaTrattar dovea fedele il
brando,
il volfe Solor empio
in tuodanno.
Apage. Ah
ch'iodovea
Pur
richiaraarmi, o Filidafpe, inmente
A Che
Che
del tenero fuo figlio verfai11 fangue» e a lui pofcia ne porfi in cibo
Le
ancor tremantimembra:
ebenché
in voltaNulla
fuo corgiammai
fcopriffe, ond' ioRitiarne il
mal
talento;almen non
eraSano
configlio l'appoggiarmie
fòrzeD'un Uomo
ofieio al braccio, e lufingarnnlMai non
dovea, ch'ei foffe ilfemimenta Per
depor di vendetta.'AfìoharT^anc
.
Io per
me
credo ^Che
poca parte abbia nel fuo delittoDel
figlio la vendetta, e che fé opratoCiò non
averti ancor,non men
traditaT'avrebbe Arpago. DalPaver bambino Contro
i divieti tuoi , contro la fedeCh'ei
ti giuròquando
l'ultrice fpada Sol fidarti in fuaman,
Ciro ferbato;Ben
potevi, o Signor iitrar, che a coreMolto
gli fcfTe la fua vita.E
s'egliIn
si tenera etànon
volló in pettoCacciargli il
brando
, avrebbe poi gravateLe
adultemembra
di fervil catena, Allor,che
ricco guiderdon poteaPer
l'opra fua fperar?Al Regno,
alRegno
Egli ferbarJo volle.
^^P'iage. Ariobarzane
,
Troppo
gìurto ragioni.-^tiheo.
Allorché
ilGelo.
Ti
fé Signor fbtto ilmentito
afpettoDi
vii Partor delineate al vivoScorger di
Ciro
lefembianze
in fèno,Uopo
era di tuaman
fpignergli il ferro^
E
quel fanguenon
ben vitale ancoraTutto
verfare : onon
dovevialmeno
;^Perdonami
Signore> in fanciuUefcaCo-
(HI)
Cotanto
età| ch'or noi faprefti al certoPiù
ravvifar , cacciarlo efule in PerfiaLungi
da te.Ben
era a porfi inmente Ch*
egli al volger degli anni in fua balla,
Il regio Serto
un
giorno avria tentatoSenza
timor tratti dal crin ; che avuoto Del
Cielnon vanno unqua
i prefagi.
Ajììage.
Aggiungi
Che
il Cielmen
die troppo, o Aribeo, fedeleAvvifo
allor, eh'ei tra i Paftor voleaRegio
foglio innalzar :ma
dell'etade Giovanile il credei trafporto,ed
eraSaggio
d'alma
orgogliofa: ed orm^accorgo Che mal
dagli anni fimifura
l'opra.Ma
il craditornon
fia più baldo a lungo Pel pocomio
curar: fapròcon
quefto Ferro, per che più lento , ancor più graveDare
il gaftigo.Oggi
fé il voftro, o Prenci Braccio oprerà giunto colmio, cadranno
Tutti iNemici
al fuolo eftinti , e Ciro Tardi vedràdove
lo traffe il folleDifio di porfi in
Trono
. Il granmomento
Della Battaglia è già vicino.
O mova
Il noftro , o il Per(o
Campo, ambi
farannoA
fronte,edEcbatana
il fiero, acutoVedrà
dalle fue torri afprocimento
.
Prenci , cialcun di voi regga fue fchiere,
Ma
qualmai
fia di tutte il Duce.'Artìbeo. Il
Duce
Non ha
luogo, v'comanda un Rè
guerriero.Ajiiage.No;
non
vo'che fi creda in tanti fuoi Valorofi Guerrier,eh' Aftiage forfèTema
far altriArpaghi
.A me
t'appreflaO
fidoOrano
, e permia man
riceviPremio dovuto
al tuo valore. In queftoA
^Ooor
(IV)
Onor
,che in te locarm'aggrada
,ammira Del
tuoSovran
lamente
, eferma
in petto,Ch'opra non v'ha
fenzamercede. Or vanne Del mio Camjx)
alcomando.
Il tuo valore PunifcaArpago
, e la tua fé gli accrefcaDel
fuo fallo il roflbr.
Orano. Io piego ,
o
SireAl
tuo volerumile
ilmio
: d'un
foloCenno
tuomi
fo legge. Il fangue odile Fiamia
cura il verfar, tuo folo il vanto.Quella man
cui ti piacque il militare Fidarcomando,
oggi da teprendendo Forza,
e vigor, trarratti avvinti in lacciAl
regal foglio innante i traditori.
O morrò
gloriofo, o la vittoriaPer
opramia
teco farà.'Amharz.
Ben
liceA
te fperarla oggi Signor, fé a tantoNobile
ardir l'opra rifponda. I mici Feroci, e a tefempre
fedeli IrcaniSon
dellapugna
ardenti.
Ftlìdafpe. Io con gli Affirj
Il
primo andrò
contro de'Perfi.Orante,
Ah
quelloA me
dìafi piacere, e a miei Cadusj Saiquanto Oronte
fìanemico
a i Perfi.AdrufìQ.
Non men
di te loronemico
è Adrufio,E
i PaflagonJ mieinon minor
feteHan
di quel fàngue.Aitarle
.
Anche
Aliarte ilprimo Co*
Lidj fuoi portar vorria la ftrageNel Campo
oftil.Aùheo
. Signor chieggondue Duci Di
Ciro favellarti.
Apage.
lo qui gli attendo»Ptenù
(V)
Prenzi,
che
faràmai
?Ciro.
Di
Ciro innome
Teco
Signore a trattar pace iovengo
.
Col
trarfiArpago
al noftroCampo,
additaChe
la caufa di Ciro è la più giufla,
E
fa ch'or /ìa più forte ancor;ma
Ciro Più fuperbonon
fa.Ben
chiede i giudi Dritti del fangue fuo,ma
quel de'fuoi Spargernon brama
; anzi obbliarpromette
Le
andate cofe, e ritornar fue fchierein
Perfia, e in lunga pace unir di quefto,E
di quelRegno
l'ampieGenti;
foloChe
A(tiage il chiamiapertamente
il vero Succeflbr del fuoTrono.
^fiiage
.
Afliage in
Trono
Orfiede folo, e fiederà :
non
pocaAl mio
fdegno fei forza,onde
cotanto L'ardito labbro s'inno!trafTe, ed ioTale
foftriffi favellar.Ravvifo
Ne'
detti tuoi 1' atrocealma
fuperbaDi
Ciro. Il fol timor della vittoria Fa,ch'ei cerchi la pace, enon
già quelloMentito amor,
ch'eivanamente
affettaDi non
verfar fangue de'fuoi :ma
paceCosì
non
chiedeun
reo.Quando
s'udioIl Prence patteggiar co'fuoi Vafsalli,
Co' Rubelli al fuo
Trono
? Egli a miei piediVenir
dovea feco traendoArpago
A
pregar di perdono, enon
le leggiFarmi
di pace offrir:ma
quefto braccio Nellemie
forze iìa, che il tragga,e ilmerto Ei non
avrà d'efserfi offèrto ilprimo
' Alle catenemie.
Ciro. Faci!
non
fiaPoire Ciro in catene
.
(
Vi
)Tìfaferne. II tuo rifiuto
Quand^ei
pace tidona
, in fol tuodanno Può
ridondar: penfa Signor, che tardaNon
ten prenda vaghezza. II fangue fparfoDe
tuoi Vaffalli, e le fiorite, e colteDi Media ampie Campagne,'
arfe, e diftruttePer
colpa tua da ferri noftri, e onufte Solo d' offa infepolte , e tefchi infrantiE
le in pria popolofe, alte, fuperbeCittadi al pian diftefe, in
van
dagli occhiTi {premeranno
il pianto allora . Accetta Accetta, or cheopportuna
a te. Signore, L'offre Ciro, la pace; egli è in iftatoDi
più chemai
farfitemer.
Jpage. A
CiroPerò
Meffaggi ionon mandai
per fece Trattar leggi di pace. Einon
faquanta,
E
qual laMedia
fia: girateVoi
11 guardo: quei, che qui vedete; o Duci,
O
Prenci, fono amici miei : di loroOgnun qua
trarte inmio
foccorfo il fioreDe'
fuoi Guerrieri.Ho meco
Ircani, e Lidj,
Cadusj, e Paflagonj, e le agguerrite
Alle Battaglie Affirie Squadre. Il
Campo Un
folmio cenno
afpetta; e udite, o prodi Valorofi Guerrier d'Aftiage , uditeO
Meffaggi di Ciro, in queflo giornoQual nuovo
dipugnar
ordin fermai.
Il
Campo
induo
vo', che fi parta•Orano L'un moverà
contro i nemici; e l'altro.Me Duce
, i fuggitivi alla BattagliaRcfpingerà;
così fia ch'abbia ilprimo
Mio Campo
a fronte Ciro, Afliage a tergo:Onde
di vita ogni fuafpeme
è pofì-aMelia fola vittoria. Il
mio
difegnoNoto
. . e
VII
)Noto
fate amie
Schiere , oDuci
.
Ciro.
E
notoNoi
pure a Ciro Iofarem
.
Ajììage.
No
; CiroDa
voi pria noi faprà, che prigioniero.L' arrellarvi in
mie
forze, al voftro ardito Parlar fia giuda pena, e fìa ficuraProva,
ch'io Ciro nulla curo, etemo
Ciro
Ah
Signor chemai
tenti ìAjìiiige.
Opra
per cuiChiaro
moftrar, qual deefi alWence
innante Sciogliere il labbro in favellar.Ciro.
Rammenta
.
Delle
Genti
i diritti.Ajliage
.
E(Tì
non hanno
Forza in prò de'Rubelli. Invendicato PafTa in ufo il delitto, e a voinon
dafll Ilnome
di Mefsaggi,onde
ficuriOgni
colpa tentar.
Ciro.
E non
paventiFiamma
deldel
de' noftri torti ultrice.Che
ti punifca ?Apiage.
Non
punifce il CieloChi
punifce i misfatti . Aveflì io pria Così punito l'empio Ciro, ed oraVolgerian più benigno il
guardo
iNumi
Sovra il
mio
foglio, ed io tranquillo, e lieto In dolce pace regnerei.Ma
quelloCh'io
per tanti anni, a finnon
traffi,un
foloDì
fia, che il tragga.Ah non mandiam
piùa
lungeUna
giuda vendetta.Orano,
almio Guardo
paflìn le fchiere, e in militariProve
moltrin lor braccio: indi lapugna
Torto le attende.
E
voi quimeco
afsifi parte OranoMirate, o
Prenci, dimie
Genti il forterviii)
Agguerrito valor.
Di Oro
iDuci Vo'
Spettatori auch'effi alla grand' opra.'Sifanno m'ilitanEferci^ dall'EjercitQ dt Afi'tage >dop9
d^
quali coiì Egli parla .Apage. O
qualealmo
contento il corm'innonda
Prodi Guerrieri al rimirar qual (leteAgili, e pronti alle gravofe, e lunghe Militari fatiche.
Ah
fé vedrovvi.Igneo dal volto sfavillando ardore.
Tal
pur rotare i bellicofi ferriContro
Toltenemica
or or ;non
fiaChi
rechi in Perfia il lagrimofo avvifo Della vittoriamia. Più non
sì tardi.Andiamo
o Prenzi.A
queftiDuci
intorno Veglino ognor Cuflodi; in queftoCampo
Ciro fia tofto prigioniero ancora. ( parte.
Ciro.
Eh!
chepur
troppo già prigione è Ciro.in difpartf.
Tifaferne.
Ah
foverchio, Signor, fu l'alto ardire,Che
in cor tinacque
di venir tu ftefsoD'
Aftiage alcampo,
e che altromai da
luiAfpettar fi potea, fuor che le giufte
Più
facre leggi ei violafTe }Ah
Ciro Forfi t'ha ravvifato ilRe.
Ciro.
Non
puoteCiò
farfì: iomen
partii fanciul diCorte;Né mi
vide ei piùmai;
s'egli fcopertoM'avefTe,
in vita ornon
farei, che in coreFortemente
gli fiede al crin l'incertaAncor
fermar regal corona . Io pollo Innon
cale i perigli, e la fatale.Ch'or mi
fovrafta alta rovina, in quefloCampo
portarmi
volli,onde
l'eftremo Sforzo tentar, per cui fìorifse in tuttoQu^ft'ampio Regno
l'alma pace; e il fangueNon
Non
fi verfafsede
i VafTalli miei.Tìfaferne.
Degno
di tuagrand'alma,
e de! natio,Che
in fen ti bolle generofo ardoreFu
il tuo penfier:ma non
vorrei, che il fanguePer non
verfar de tuoi , verfafsi il tuo.
Ciro .
Ciò non temo
:mi duol,che me
lontano Aftiage orvada ad
aflalirmie
fchiere.Ah
giuftiNumi,
e chemi
vai Iavermi Malgrado l'Avo mio,
ferbato in vita;Se al maggior
uopo
or ritraete il voftro Poflente braccio ?ah
fé pietofa ufciaA
divorarmiamica
belva, allora,Che
pargoletto in fra le fafcie avvolto,Me
fervilman
pafto alle fiere efpofeIn
Bofco,ermo,
e felvaggio ; ornon
vedreiAlmeno
ir baldanzofo a far dimie Squadre
fcempio crudele ilRè-
Tìfaferne
.
Deh
Ciro Rivolgi inmente
altri prefagi: il tuoCampo non
è sì di guerriere , e fortiGenti
fproviflo,onde
moftrar la fronte Coraggiofonon
pcfla allenemiche
Mal
regolate fchiere; e forfè ancora •Far
lor volger le fp3l!e. Io fo, qualmanchi
Poderofo foftsgno al
Campo
noltroOr
che n'è lungi il braccio tuo;ma
il CieloFia, che per te
combatta.
Ciro.
Eh
Tifaferne.Ciò, che
rUom brama, agevolmente
crede.Io no, che
non
Infìngo i miei defiriCon
sì belle fperanze.Han
braccio,han
core I miei Guerrieri, e fé. . . .ma
qual diTrombe
Strepitofo
rimbombo
all'armi
invita? fenfefonar Ciro quella è la pugna: e tunon
vaikTromèe
Delle tue Schiere a fronte ?ah
forte avverfa !B Or
(X)
Or
che potrei fortepugnando,
almio
Campo
donar certo trionfo, e vinto Cacciar dal SoglioAftiage; inneghittofbOzio
forz'è, ch'io m'avvilifca, e il ferroNon
tratti io folquando
inmio pò
fia,eh'altriTingan
diLngue
il Suol ?L'cpra
ficompia:
E mi
tolgano ancor la vita iNumi,
Cui mi
fé;baro per maggiormio
fcorno.Termina
quefta primaAzione
il prefente Balio , in cui viene rapprefentato loStratagema
praticato da Ciro per in- corraggire i Perfiani a prender l'armi ,&
ad erporlidopo
tante fofterte moleftie alle fatiche dellaGuerra; Imperocché
avendolida prima
condotti a tagliareuna
gran Selva , che_»dall'una parte, e l'altra circondava la pubblica Strada,
che
dalla Perfia diftendeafi fino fu la
Media;
e dopoi nel giorno feguence avendoli folennemente banchettatiaddimandò
loror fé più volentieri fi farebbero appigliati alla continua fatica del giorno antecedente,ovvero
divertiti coli' allegria , e fol-lazzo del fecondo; perlocchè eflendo flato fcelto il fecondo partito, Ciro prefe da ciò
motivo
di animarli aportar l'armi contro d'AlHage
per ifcuotere il giogo deiMedi
> percui fino a quel giorno loro era (latod'uopo
condurreuna
ftentatiffi-ma
vita: attentato, che felicemente riefcendo li aflìcurava per l'inuanzid'un
vivere tutto contento, e ripieno di non_»penfata felicità-
A
dar vivezzanon
pertanto a quella penfie- ro veggonfi daprima
introdotti collaDanza
otto Perfonaggi Perfiani, che armati di Scure fi portano a tagliare alcunial- beri:d'mdi
viene a fcopnrfi nel fondo della Scenauna Ca- mera
di VerzLira , dentro della quale s' alzaun ben
d'fpt)rto apparecchio di frutta , e fiori coli' affiftenza di otto Padorelle, che nel terminarfi della feconda parte del Ballo s'ai'vanzano pafTo pàfiò con piccoleCaneflrine di quelleFrut- ta alla
mano
nelmezzo
dellaScena
a prefèntarne gli ottoac-cennati Perfiani•
Ibi convocato pepalo , jubet amnesprafiò cumfecurìhus effe^i3 Sìlvam vìa
pycvmdatam
exc'tdere.Quod
cttm ftrenuè fecijfent^ eoj-dem
pcjierà diead
partttas epuiai invttat ;dewde
cum alaerìoresipfo
rxi)
ipf» coHWvh faSlos videtet, rogat,fi condicio pyopoft.ttui', utriusvi' ta fortem Itgaut^ ht/ierxi iabgris a» prafcMitum
epHUrum
; pr<efen- tÌHmy ut acelamavere omites: ait^heiiernofimiUm laboriomnsm
vi-tam a^nroty ([Moad Medis pa^eant : [efectttos , hodientis epulit.
t^t'S omnibus; Medis bellum inferi. Juji. Hjfl. L'tb. i.
Jamq;
v'trfaSìns, Gsrfisai
defe^ioner» a Mcdiorunt imperi»foltdtat'ts, Harpagi coufiUo,
&
ops Alìyagen» regno exKtt .Herodotus (il;, i. ^u' Cyropadtam^ [crìpfìt
.
Fine
dellaPrima Azione
,compofla dal
SIg.Marchefe Gianottavlo Buffalini da Città
diCaftello Principe
dell'Accademia
di
Lettere
.
B
2CAN-
(XII)
CANTATA PRIMAx
c
Pale
Dea
de'Bofchi.
Adde
alfine a terra il fofco Iltemuto
orridoBofco
Da
leNinfe,
e da i Paftor.E' recifa la gran Selva,
E fuggendo
ogni riaBelva Porta
altrove il ino furor.Cadde &c.
Ninfe,
e Paflori in voltoVi leggo lo ftupor:
benché
nelmio Or
li legga il piacer, Pale fon io.De'
Pallori, e de' BofchiBenché
laDiva
io fìa,godo
che quefla Giaccia recifa al fuol tetra Forefla.Son mio
fole- foggiorno» e miei diletti I pice oli Bofchetti,V'
iuggon lieticon
le limpideonde Tra
Terbofe lor fpondeGarruli Ruiceiletti,
Ed ove
;<Ii'ombre amene
Sul fiorito terreno
V' non
p;rccta co'fuoi raggi il Sole Po/TanNinfe,
e PaftoriIntrecciar fiori» e poi
formar
carole.Fu?go
gli orridiBofchi
jove han
fol nido Atroci moftri, e fiere.Su
> fucon danze
> e fuonl eccheggi il lidoOr
che l'annofa Selva al fuol cadeo-Diam
lodi a Ciro: la grand' opra ei feo.Egli da
me
nudritoFu
in folitario orror;ma non men degno
Egli è di fcettro,e regno;
E
ben torto faprà per l'ampia terraCol
fuo braccio recare e lìrage, e guerra» '^
(XIII)
Era
già Ino dilettoIn
riva aun
RufcellettoII dolce canto udir
X)eirUIIgnuolo.
Dell
armi
nel furoreOr
piace a quel gran coreDe
leTrombe
fentir Il tragor fole.
Era &C'
Del
Si^. Gìamhatìfìa Or/ucci Patrìzio Lucchefe,AZIQU^
rxiv>
AZIONE
SECONDA.
^Jìlaget AriheOifegu'tto di Capitani^ e Soldati.
s
Apage. ^^
Eguanfi i fuggitivi, e chi refi (leIn fu 'I
campo
fi fveni.Ai
fine,o Amico,
Eccoci vincitori: il
primo lampo Mal
foftenendo degli acciari nodri Pria che rotto, ilnemico
in fuga è volto,E
cede lacampagna
, ed oggi i Perfi,
Alme vendute
,ben
provaroncome
Pefin rotati in
man
de* noftri i brandi.
Chi mai
detto l'avria fidoAribeo
?Ma
quinon han
finei miei fdegni; io giuroDiman
fu 1' alba trucidati, cfanguiPer
le lor (lefle fpade a lor dimano
In pugnando
rapite, i Prig'onicriCadran
fu 'Icampo:
i"* fpero ancor diCiroAver
la tefta, e inmio
poter l'indegnoArpago
ancor; perchè al fèllonnon
diede Altromai
figlio ilCiel? al Figlio ilPadre Dare
in cibo or vorrei, fé in cibo io diediGià
alPadre
il Figlio, e pur che vendicati , Vedcflìm* oggianche
fuggire il Sole.Arìheo.
Oh'
fiano lodi a te, che tutto reggi,
E
che pugnarti oggi per l'armi
noftre !E
tu Signor, lafcia, che io tocchi, e baciQuefta
ornai facra, invitta, augufiamano
PrefTo a dar leggi a Perfìa , a
V
Afia , alMondo
:Ben
(XV)
Ben
puoi fperar la tua vittoria interaOggi
t' arride ilGel.
Sopraviene Filic/afpe con Sibarì fintofi Ciro.
Fiìtdafpe
.
Sire a tuoi piedi Vinto per la
mia
fpada eccoti Ciro.Aftiage.
O
grandi Iddj ! Ciro? tu Ciro,indegno?
Onde
a te noto o Filidafpe.Filiaafpe. In
vano
Gran
valor (ì nafccnde : ivano in fugaLe
genti Perfemal
verfando 1'Alme Dal
tergo per le ignobili ferite,E
queftì fol ( diafi licenza al vero: )A un campo
tutto vincitor fea fronte.In quefto
mentre
eglime
fcorge, e in altaVoce mi
sfida, io la disfida accetto:Prendiam nuove
afte, ei fallo feudo , ed ioLa mia
glirompo
alla vifiera: in fellaStiam
quanti (iamo: inun
baleno in ariaEcco
lucere i ferri;un
gran fèndente Gli calo al petto, egli v' accorre, e '1 feudo Forte v'cppon, ma
invan , che il ferro ftrifciaDel
corridor fu '1 collo, e quegli a terraCol
fuo Signor ne cade : egli fi sbriga Inun momento
delle ftafì'e, e in piediGià mi
minaccia: io ancor agii diun
faltoEccomi
in terra : alloranon
ritrarreDair orma
il pie,non
cedere,ma
feudoOpporre
a feudo , e ferro a ferro; acerba Cidiam
battaglia: intanto ecco d'un
colpo Agli occhi io lo minaccio, egli v' accorre Col brando,edio
di punta lievementeIl ferro fottraendo al fiancoil colgo:
Spicciane il fangue : ei freme, eglis' adira
,
Gitta lo feudo , ed a
due man
fi forteMi
percuote ful'Elmo,
che jCpnandoQuello
rxvi;
Quello sfavilla, e
me mezzo
ftordito Lafcia del forte colpo, e la fua fpadaRotta
vola per l'aria ; allora iofermo
In alto il ferro: e cedi al finuom
forte,A
Filidafpe, io grido: egli al dettinoNon
a te cedo, alteromi
rifponde :Quindi
fuggire pò. che a brìglia fcioltaFu
Vitto ilcampo
tutto, e udito allora Sonar per tutto: Prigioniero è Ciro.
Apage
. Ciro se'tu?
china quel ciglio, e parla.Sìbari.
Ch'
io chini il ciglio?non
fé contra almio
Petto venitt^er mille lance, e ftretteLe
braccia aveffi fra catene, il ciglioVorrei piegar; io Ciro fon, fon Ciro
Mirami
in faccia: ancorché cinto intornoDa
quefti ceppi, e da tuoi torvi AftatiSon
Ciro ancor da far tremarti in trono.(Fingafi Ciro per
non
perderCiroj a parte.A^)age.
E
poiché Ciro fei, morrai: credeviLungamente
fuggir i fdegni nottri?Va,
orchiama Arpago;
il rioFellon v'accorra,E
te Sottragga alla tuamorte
acerba.Te
piùnon manderò
nel folto bofco,
Ne
fiderò piùad
altraman
quel colpo,Onde
tu al fùol cada fuenato: io ftelloIo con quetti occhi miei
vò
rimirarti Traffitto, efangue : e forfè io ttetto ancoraFarò
il gran colpo; e faprò farlo io folo.Sìbari.
E
credi tume
con cotettamorte Di
fgomentar? aveflì iolamia
fpada,Dammela
tùvedrai, quale ne fappiaUfo
far Ciro, e vendicar suLui
La
colpa del dettino,AP'tage.
Ora
con fieroParlar , invan fimuli tu fortezza
.
Olà
(XVII)
Ola vengano
torto i PerfiDuci
,"Vedan
efll qual ferba entro de' ceppi Il vinto Ciro intempeftivo orgoglio.a ì Duciy chefopraggiungono Venite o
Duci
, ecomprendete
ornai >Che
perme pugna
il Ciel: Ciro è inmia mano.
Ciro.
Oh' Dei
l'amico Sibari in catene? aparteaTtfafernc, Ajliage.Che?
voi sì forti impallidite ? io fonoAncora Re
diMedia,
oggianco
io poffoDi
Ciro, al pie farmi balzar la teda .Ciro.
E
di quale potere oggi ti vanti ? Farti cader di Ciro al pie la tefta ?Ciro non
è colui,che
Ciro penfi:Impallidirci ancor Aftiage, e
trema.
Tìfaferne.
E
certo tremeraiquando
tu ilveda
.
Sibari.
E
che I mieiDuci
ora negate aLui Ch'io non
fiaCiro?
Aftiage ame
Io credi.Ben
vegg' io nelmio nome
ilmio
periglio,Che
lo fcoprir qual fono è un* irritarti,A
far dime
più pronta afpra vendetta,Ma non
fiamai
, che per falvarmia
vita Ener'io vogliamenzogner
; lo fiaAltri per falvar
me;
virtute in altriE' la
menzogna,
inme
faria viltate.*Conofci al
mio
parlar, che Ciro io fono.jijliage.
E
ben: Ciro, onon
Ciro oggi tu dei Lafciar la vita : tu lamorte
mertiSe
Ciro fei, fé tu noi fei la merti,Che
di vantartinon
ti prefe orroreAl mio
cofpetto ilmio maggior nemico.
Ciro.
Fa
tu uccider cortui, dà le fuemembra
In preda a i Corvi, fa la polve al vento Sparger : che più? fa quel,che vuoi: tu Ciro
Non
vedraimorto
inLui
; col diLui
fangue ' Sfogherai l'ira tua,ma non
faraiw ».
Q La
rxviin
La
tua vendetta,un
giorno forfè ,un
giorno Io potrò moftrar Ciro agli occhi tuoi.
Apage Conofco
l'arti tue,ma
invan le tentiDall' odio
mio,
che et Ciro fiacomprendo.
rivoltoaSoldati
D' Elmi,
Bandiere , e delle vinte fpoglieUn
gran Trofeo s'alzi nelcampo
ai Sole, Io guiderò laVittima
all'Altare.Incanto tu,
chiunque
fia,che
ilNome
Porti , o vanti di Ciro, il core altero Alla
morte
prepara , o ti palefa:Un momento
co'tuoi folo ti lalcio.
O
fcoprirti, o morir; penfaci:Guardie
Che
fi offervinda
lungi.Si
frammette un
Ballopercuis'efpone Io Storico avvenì»nimento
diCrefoRe
della Lidia, il quale prefo vivo in bat- taglia dai Perlìani percomando
diCiro dovea
eflcre vivo ab- brucciato;ma
quefti intefo dall' infelicecondennato
, che ilmotivo
dellamaggiore,
e più viva fua doglianza in tale fran.gente altro
non
era, fénon
il faggio ricordo datoglida
iìo*Ione Ateniefe , Che verun mortale prima dellamortipotejjcgiam- mai dirfi bealo, liberollo
danna
tantapena
, edavendolo
perr
innanziinfommo
pregio carico di onoripoco men,che
rea-li, libero il
rimandò
nella Città diBarze
:benché
Giuftino rapprefenti que/lo fattocon
altri colori:accennando
efTert-»flato indotto Ciro a praticare
con
Crefoun
tanto gentile ,e magnanimo
trattamento per fine politico, enon
altramente.Pe
'1 genio della Perfia,che
nellaDanza
s introduce a libe- rar Crefo dair incendio,non
folo viene fimbolizzata l'indo- le gcnerofa di Ciro,quanto
il portento riferitoda Erodoto,
Valerio IVIaffimo, Solino&c- avvenuto
nella perfona delgio.vane
figlio di Crefo, il qualeveggendo
la coflanza di fuo Pa- dre in appettando a piefermo
il mortai colpo d'un
Soldato Perfiano, che ftava per ucciderlo;fclamò ad
alta voce ftut- tochè dall' infanziamutolo
) ucmo guarda di non uccidereCrrjo.=
Ciro.
(Xix;
Cira.
O Tempre
caroSibari
amico
, e qua! deftin crudeleT'
ha condotto fra ceppi , e perchèmai
Perderti vuoi col
nome mio
?Stharì. Piacciuto
Fofle a Colui ,
che
regna in Ciel ,che nuda
Ombra
t\xmi
vedeflì in queftocampo;
poiché con
qucfti occhi fuggir vid' io,Non avendo
teDuce,
i tuoi Soldati.
Ma
grazie pur fieno all' eternaCura
,
Che
a ciò qui n'ha
condotti,onde
fi falviLa Reale
tua tefta :almen
pcfs'ioPer
te Signor fagrificar miei giorni.Ciro mi
crede il tuo crudelTiranno, Poiché
già data la Battaglia, e i noftri Il noto afpetto tuo pitinon veggendo.
Gli animi lor
mancando,
all'inimico Volfero il tergo, e i rapidi Corfieri,* Croejeus ab vigore Cyro damnatui incendioy
cum
Solon'ts ìden-t'idetn nome»appellaret^ fcifcitanti Cyro quid is tandem homi/iis ff- jet, Athenienfemfuìjfefap'entem refpondit, qui
fé olim admonuij'
jet: M(rtalem a»tc cbitum neminem dicibeatum oporterc : qn£ vix
quàm
ejfet vera nunc (edemum
tntelligere.Hoc
andito, Cyrusntn Jolum homìni peperai^ fed etiam in pretto deinceps habn'tt,
Dwnyf
Pe'avius ratio», temp. par. l. lib z. e. i!•Herod. Ifb. I.
Croefioefi vi:a,
&
patrimoniipartes^&
{Jrbs Barce coacejfafunt • in qyà etft non regiatn vitam, proximam tamen mojejiati re- gia degerct. H,ec clemcntla no» minns vigori ,
quàm
Vféìo utilis{Hit. Juji.lib I. Hlft.
Cìim Hnus e numeroPtrfarirm^ignar:-f viri in cajfemejus concita-
to ferretur impetu: veluT oblituf quid/ibi najcentifortuna denegaffet ne Crcefum regem ocaderet,proclamando, pene
jam
imprejjtmt ju- gulo mucronem revocavit -.ita q»tad
id tempus m»tui /ibi vixerat, /aiuti parentis voca'is faHus e/i.
Val Max.
lib. 5. f. 4. de pietate ia Parentes.SoììnHS. c.-j,
C
2 Vili(xx;
Vili
fpronando,
ivan fuggendo, In altaVoce
gridando: Prigioniero, èCiro;
Nel tempo
fteflbappunto,
che iomi
refiA
Filidafpe;onde
Signor per queftaTua mano
prego te , per quelle tue,
Ch'or
ti confente il Cielo alte fperanze,Or
ti nafcondi al tuonemico,
e lafcìa,Che
il tuo grannome
io porti infìn,che
fuoriDi
periglio io ti veggiaStharì.
Ah'
colmio nome
Tu
crudelmorte
avraiStharì.
con
la piùcruda
Orrida
morte ben
sìcompra
ancoraLa
gloria di portarloun
folmomento;
Tu
fcoprendo qual fei, perdi te ftefloE me non
falvi; il tuofcampo
fi cerchi;AUor
potranno i tuoi fperar VittoriaEd
io la libertàTìjaferne.
Con
queftoinganno
Almen
farai,che non
fi preflo amorte
Il
Re
lo tragga: pernon
effercertoEt
farà lentoStharì
.
Eccolo
^jìiage . Io torno a voi
Pien di furor Sihari
.
Torna:
fon Ciro ancora.
^fiiagie.
E
féCiro tu fei farai fvenato.Olà
Ciro. Signor, Ciro ci
non
è: Io giuro.Afiìage.
Abbian
fine le gare, ei talnon
iìa,Ite voi
dunque
alCampo
a trovar Ciro :La
libertà vi rendei ite adArpago
E
dite aLui, che inmio
poter l'afpettoPer far di
Lui
giuda crudel vendettaTìlaferne. Altiage : io certovo'morir
con
Ciro partono.(XXI)
A^ìage
. Nella tenda vicina a i cenni m:eiSi riferbi Coftui ; pria della vita
Trarrò ad altri di ieno il grande arcano.
Voi
qui intanto, o Guerrieri in militari Giochi 1' alta Vittoria féfteggiate.Si celebra una Giojìra di Picche , e Bandiere , a cui vengono frappojìialcuniGiuochiafolo dell'
Armi
jle^e, Forti, e fide dertre invitte in guerraCome non
fia, che la Vittoria fpieghitempre
per voi lemie
bandiere al vento ?Ariobarzane colferro nudo in pugno.
Signor tutto è perduto; in
un momento Ecco
i nemici armati a quefle tendeIl bravo
Oran,
che a te lanuova
inviaProcura
ancor di foftener lo sforzoMa
invan
s' adopra : tutto è fangue , emorte:
Volgon
le fpalle , ove voltar la faccia 1 tuoi Soldati, e delleTruppe
PerfeAlto
di tutti fovra il capo, CiroFulminando
col guardo, e piùcol brando,Su un Leardo Cavai
marcia alla tedaAjliage Snudando anch'eff'o ilferro , e gli altri Duci
.
Traditore ! voliam Tovra gl'indegni :
Su me
ruini tutto ilMondo
; Il CieloCadavi
ancor, in onta voftra , oNumi
Fra
le ruine avrò cor , chenon teme.
Finifce quefla feconda
Azione
col terio pr^fente Ba'Io;Reda
accennata in quefJaDanza primieramente
la mi-fera condiz
one
a cui fi riduffe la Lidia Provincia dell'Afiaminore
per eflerfi ribellala a Ciro;avegnachè
percomando
di Efio Ciro furono levati agli Abitanti di tutta la Provin-
cia
Armi
, e Cavalli, equalunque
altro militare attrezzo,ef.fendo condennati dopoi a dover' impiegare lo (ludio loro , e
le di loro fatiche in arti ridevoli, e poco civili • In fecondo luogo s'accenna il fogno riferito
da
Dionigi ? eda
Ciceronepel