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ARPKD: una malattia clinicamente eterogenea che richiede un approccio terapeutico multidisciplinare

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Academic year: 2021

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Petrucci E. Medico e Bambino Pagine Elettroniche 2018; 21(5) https://www.medicoebambino.com/?id=PSR1805_50.html

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MeB – Pagine Elettroniche

Volume XXI

Maggio 2018

numero 5

I POSTER DEGLI SPECIALIZZANDI

ARPKD: UNA MALATTIA CLINICAMENTE ETEROGENEA

CHE RICHIEDE UN APPROCCIO TERAPEUTICO MULTIDISCIPLINARE

Elisa Petrucci

Nefrologia Pediatrica, Ospedale Infantile “Regina Margherita”, Torino Indirizzo per corrispondenza: elipetru@libero.it

Neonato nato a 32 settimane di gravidanza da gravidan-za gemellare (sorella in buona salute). Peso alla nascita 1590 g. Ecografie prenatali nella norma. Dalla nascita ri-scontro ecografico di reni ingranditi (circa 6 cm) con ipe-recogenicità midollare e aspetto microcistico corticale suggestivo di ARPKD (Autosomal Recessive Polycystic

Kidney Disease). Genetica in corso. Sviluppo precoce di

ipertensione arteriosa in terapia poli-farmacologica dai tre mesi di vita. Alla colangio-RM dilatazione delle vie bilia-ri intraepatiche, suggestiva di malattia di Caroli.

A sette mesi di vita episodio di scompenso cardiaco acuto in quadro di cardiopatia ipocinetica secondaria a ipertensione arteriosa, con progressivo peggioramento della funzionalità renale (attuale creatinina 0,8 mg/dl; eGFR 30 ml/min/1,73m2). Negli ultimi mesi rapido au-mento delle dimensioni renali (all’ultima ecografia dia-metri renali longitudinali di circa 10 cm) con modesta li-mitazione dell’escursione diaframmatica e difficoltà re-spiratoria. Peso attuale: 5220 g.

La ARPKD comprende un gruppo di malattie congenite fibrocistiche epato-renali dovute a mutazioni del gene PKHD1 (cromosoma 6p12) codificante la fibrocistina, coinvolta nella duplicazione del centrosoma e nella for-

mazione del fuso mitotico nelle ciglia e nei corpi basali. La maggior parte dei pazienti presenta nefromegalia con reni iperecogeni già dal periodo neonatale e sviluppa ipertensione arteriosa. La nefrectomia viene presa in con-siderazione nei pazienti in cui la nefromegalia ostacola l’escursione diaframmatica, anche se il rischio intraopera-torio legato all’instabilità emodinamica e il possibile peg-gioramento funzionale renale ne rendono dibattuta l’esecuzione. In più del 50% dei pazienti si assiste a pro-gressione verso l’insufficienza renale terminale (ESRD), che spesso necessita di trapianto renale entro la prima de-cade di vita. È frequente un quadro di fibrosi epatica alla nascita e, nel 50% dei pazienti, coinvolgimento epatico con notevole variabilità clinica al momento della diagno-si. I pazienti con ESRD e severa ipertensione portale pos-sono beneficiare del trapianto combinato rene-fegato, in cui si osserva minor tasso di rigetto e miglioramento della funzione renale a lungo termine rispetto al solo trapianto renale. Il basso peso e l’instabilità cardiaca possono però rendere difficilmente candidabile il soggetto.

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