STRUTTURA PROPONENTE
ASSESSORATO PROPONENTE
DI CONCERTO
Direzione: AGENZIA REGIONALE DI PROTEZIONE CIVILE
Area:
Prot. n. ___________________ del ___________________
OGGETTO: Schema di deliberazione concernente:
(COLOMBI ANTONIO) (COLOMBI ANTONIO) (C. TULUMELLO)
___________________________ ___________________________ ___________________________ ___________________________ ___________________________
L' ESTENSORE IL RESP. PROCEDIMENTO IL DIRIGENTE RESPONSABILE IL DIRETTORE REGIONALE
PRESIDENZA DELLA GIUNTA REGIONALE
(Zingaretti Nicola) ___________________________
IL PRESIDENTE
___________________________ ___________________________ ___________________________ ___________________________
IL DIRETTORE
ALL'ESAME PREVENTIVO COMM.NE CONS.RE X
COMMISSIONE CONSILIARE: VISTO PER COPERTURA FINANZIARIA:
Data dell' esame:
con osservazioni senza osservazioni
SEGRETERIA DELLA GIUNTA Data di ricezione: 06/10/2021 prot. 669 ISTRUTTORIA:
____________________________________ ____________________________________
IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO IL DIRIGENTE COMPETENTE
(LUIGI FERDINANDO NAZZARO)
____________________________________ ____________________________________
IL SEGRETARIO DELLA GIUNTA IL PRESIDENTE
Approvazione del Piano Regionale di Soccorso per il Rischio Sismico della Regione Lazio ai sensi della Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 gennaio 2014.
(MARCO MARAFINI) ___________________________
IL DIRETTORE DELLA DIREZIONE REGIONALE BILANCIO, GOVERNO SOCIETARIO, DEMANIO E PATRIMONIO
Pagina 1 / 1 Richiesta di pubblicazione sul BUR: SI
Richiesta di pubblicazione sul BUR: SI Richiesta di pubblicazione sul BUR: SI
OGGETTO: Approvazione del Piano Regionale di Soccorso per il Rischio Sismico della Regione Lazio ai sensi della Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 gennaio 2014.
LA GIUNTA REGIONALE SU PROPOSTA del Presidente della Regione Lazio
VISTO lo Statuto della Regione Lazio;
VISTA la Legge Regionale del 18 febbraio 2002, n. 6 inerente la disciplina del sistema organizzativo della Giunta e del Consiglio della Regione Lazio, nonché disposizioni riguardanti la dirigenza e il personale regionale;
VISTO il Regolamento di organizzazione degli uffici e dei servizi della Giunta Regionale del 6 settembre 2002, n. 1 e succ. mm.ii.;
VISTO il Regolamento Regionale del 22 marzo 2018, n. 13 recante la “Modifica al Regolamento regionale 6 settembre 2002, n.1 (Regolamento di organizzazione degli uffici e dei servizi della giunta regionale) e successive modificazioni”;
VISTO il Decreto Legislativo del 31 marzo 1998, n. 112 concernente il “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni e agli Enti locali in attuazione della Legge 15 marzo 1997 n. 59”, e s.m.i.;
VISTA la DGR Lazio n. 387 del 22 maggio 2009 recante “Nuova classificazione sismica del territorio della Regione Lazio in applicazione dell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3519 del 28 aprile 2006 e della DGR Lazio n. 766/03”;
VISTA la DGR Lazio n. 835 del 3 novembre 2009 recante “Modifiche alla DGR Lazio n. 387 del 22 maggio 2009”;
VISTA la Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 gennaio 2014 recante “Indicazioni per la redazione del Piano Nazionale di Soccorso per il Rischio Sismico e per i relativi Piani Regionali”;
VISTA la Legge Regionale del 26 febbraio 2014, n. 2 recante “Sistema integrato regionale di protezione civile. Istituzione dell’Agenzia Regionale di Protezione Civile”;
VISTA la DGR Lazio del 17 giugno 2014, n. 363 recante “Linee Guida per la pianificazione comunale o intercomunale di emergenza di protezione civile”
pubblicata sul BUR Lazio del 1 luglio 2014;
VISTA la DGR Lazio del 4 novembre 2014, n. 743 con la quale viene approvato il Regolamento di organizzazione e la declaratoria dei compiti delle strutture dell'Agenzia regionale per la protezione civile;
VISTE le Indicazioni operative emanate dal Capo Dipartimento della Protezione Civile in data 22 aprile 2015 e inerenti “La determinazione dei criteri generali dei Centri Operativi di Coordinamento e delle Aree di Emergenza”;
VISTA la DGR Lazio del 4 agosto 2015, n. 415 recante “Aggiornamento delle Linee Guida per la pianificazione Comunale o Intercomunale di emergenza di protezione civile. Modifica alla D.G.R. Lazio n. 363/2014";
VISTA la DGR Lazio del 4 agosto 2015, n. 416 recante “L.R.26 febbraio 2014 n.2 Sistema integrato regionale di protezione civile. Piano Regionale delle Aree di emergenza strategiche per la Regione Lazio";
VISTO il REGOLAMENTO REGIONALE del 8 aprile 2016, n. 9 concernente
“Modifiche al Regolamento regionale 10 novembre 2014, n. 25 Regolamento di organizzazione dell’Agenzia Regionale di Protezione Civile”;
VISTO il REGOLAMENTO REGIONALE del 13 luglio 2016, n. 12 concernente
“Regolamento regionale della Commissione regionale per la previsione e la prevenzione dei rischi”;
VISTA la DGR Lazio del 7 novembre 2016, n. 661 con la quale viene conferita la funzione di Direttore dell’Agenzia Regionale di Protezione Civile al Dott. Carmelo Tulumello;
VISTA la DGR Lazio del 9 gennaio 2017, n. 1 recante “L.R. 26 febbraio 2014 n. 2 Sistema integrato regionale di protezione civile. Nuovi Centri Operativi Intercomunali in materia di Protezione Civile. Modifica della Delibera Giunta Regionale n. 569 del 20 febbraio 2000”;
VISTA la Deliberazione del Consiglio Regionale del 13 settembre 2017, n. 3 recante
“Approvazione di indirizzi e criteri per la costituzione della Consulta regionale delle organizzazioni di volontariato di protezione civile” e relativo allegato “A” che costituisce parte integrante di detta deliberazione, con al quale si è data esecuzione all’articolo 11, comma 3, della l.r. 2/2014”;
VISTO il Decreto Legislativo del 2 gennaio 2018, n. 1 recante “Codice della protezione civile”;
PRESO ATTO della Determinazione Regionale n. G08276 del 28 giugno 2018 recante
“Definizione dei Moduli Funzionali della Colonna Mobile Regionale di Protezione Civile”;
VISTA la DGR Lazio n. 571 del 2 agosto 2019 recante “Modifica deliberazione di Giunta regionale 22 maggio 2009, n. 387 "Nuova classificazione sismica del territorio della Regione Lazio in applicazione dell'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3519 del 28 aprile 2006 e della DGR Lazio n. 766/03" per variazione della delimitazione territoriale dei Municipi di Roma Capitale”;
VISTO il Regolamento Regionale del 14 ottobre 2019, n. 18 recante “Requisiti per l’iscrizione e modalità di gestione dell’Elenco territoriale delle organizzazioni di volontariato di protezione civile della Regione Lazio. Abrogazione del regolamento
regionale 21 aprile 2017, n. 12 (Disposizioni relative alla gestione dell’Elenco territoriale delle organizzazioni di volontariato di protezione civile della Regione Lazio)”;
VISTA la DGR Lazio del 14 gennaio 2020, n. 2 recante “Approvazione dei requisiti per l'iscrizione nelle sezioni specialistiche dell'elenco territoriale delle Organizzazioni di Volontariato di Protezione Civile della Regione Lazio, nonché degli specifici”;
VISTA la Legge Regionale 7 agosto 2020, n. 8 recante “Modifiche alla legge regionale 26 febbraio 2014 n. 2 – Sistema integrato regionale di protezione civile. Istituzione dell’Agenzia Regionale di protezione civile e successive modifiche”;
PRESO ATTO della Determinazione Regionale n. G10311 del 9 settembre 2020 recante
“L.R. 26 febbraio 2014, n. 2, "Sistema integrato regionale di protezione civile.
Istituzione dell'Agenzia regionale di protezione civile". Consulta Regionale delle Organizzazioni di Volontariato di Protezione Civile. Nomina del Comitato Tecnico Consultivo ai sensi dell'articolo 2, comma 1, lettera c) della legge regionale 7 agosto 2020, n. 8”;
VISTA la DGR Lazio del 15 dicembre 2020, n. 994 recante “Approvazione del Programma Regionale Triennale (2021-2023) di previsione e prevenzione in materia di protezione civile ai sensi dell’art. 13 della L.R. 7 agosto 2020, n. 8.”;
PRESO ATTO della nota del Dipartimento di Protezione Civile prot. EME/0036806 del 24 agosto 2021;
VISTI
VISTO il D.lgs. 23 giugno 2011, n.118 recante “Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della Legge 5.5.2009, n. 42” e successive modifiche;
VISTA la Legge Regionale 12 agosto 2020, n.11 recante “Legge di contabilità regionale”;
VISTO il Regolamento Regionale 9 novembre 2017, n.26, recante
“Regolamento regionale di contabilità” che, ai sensi dell’articolo 56, comma 2, della l.r. n. 11/2020 e fino alla data di entrata in vigore del regolamento di contabilità di cui all’articolo 55 della citata l.r. n. 11/2020, continua ad applicarsi per quanto compatibile con le disposizioni di cui alla medesima l.r. n. 11/2020;
VISTA la legge regionale 30 dicembre 2020, n.25, concernente “Legge di stabilità regionale 2021”;
VISTA la legge regionale 30 dicembre 2020, n. 26, concernente “Bilancio di previsione finanziario della Regione Lazio 2021-2023”;
VISTA la deliberazione della Giunta regionale 30 dicembre 2020, n.1060, concernente “Bilancio di previsione finanziario della Regione Lazio 2021-2023.
Approvazione del "Documento tecnico di accompagnamento", ripartito in titoli,
tipologie e categorie per le entrate ed in missioni, programmi, titoli e macroaggregati per le spese”;
VISTA la deliberazione della Giunta regionale 30 dicembre 2020, n.1061, concernente “Bilancio di previsione finanziario della Regione Lazio 2021-2023.
Approvazione del "Bilancio finanziario gestionale", ripartito in capitoli di entrata e di spesa ed assegnazione delle risorse finanziarie ai dirigenti titolari dei centri di responsabilità amministrativa” come modificata dalle deliberazioni della Giunta Regionale n.247 del 11 maggio 2021 e n.431 del 6 luglio 2021;
VISTA la deliberazione della Giunta regionale 26 gennaio 2021, n.20, recante
“Disposizioni e indirizzi per la gestione del bilancio regionale 2021-2023 e approvazione del bilancio reticolare, ai sensi degli articoli 30, 31 e 32, della legge regionale 12 agosto 2020, n.11”;
VISTA la nota del Direttore Generale prot. n.278021 del 30 marzo 2021, con la quale sono fornite le ulteriori modalità operative per la gestione del bilancio regionale 2021-2023;
CONSIDERATO che fra i compiti istituzionali dell’Agenzia Regionale di Protezione Civile vi sono gli atti di recepimento di Direttive, Indirizzi o Norme prodotte dal Dipartimento Nazionale di Protezione Civile presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri su materie inerenti il sistema emergenziale di Protezione Civile;
RILEVATO che la Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 gennaio 2014 indica che ciascuna Regione e Provincia Autonoma deve predisporre il Piano Regionale di Soccorso per il Rischio Sismico con l’obiettivo di far parte del Programma Nazionale di Soccorso per il Rischio Sismico;
CONSIDERATO che l’Agenzia di Protezione Civile della Regione Lazio e il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile hanno definito l’Intesa per l’Allegato 2 della Direttiva PCM del 14 gennaio 2014 con nota n. 477227 del 28 maggio 2021;
CONSIDERATO che l’Agenzia di Protezione Civile della Regione Lazio ha predisposto il suddetto Piano Regionale e con successiva nota del DPC del 24 agosto 2021 venivano fatte considerazioni recepite nel Piano qui allegato;
RITENUTO di approvare il “Piano Regionale di Soccorso per il Rischio Sismico della Regione Lazio ai sensi della Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 gennaio 2014”, di cui agli Allegati A e B che sono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione;
RITENUTO, altresì, che l’approvazione del “Piano Regionale di Soccorso per il Rischio Sismico della Regione Lazio ai sensi della Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 gennaio 2014”, ha carattere puramente ricognitorio e che, l’adozione di eventuali misure inserite nel Piano, necessita della preliminare verifica della disponibilità dello specifico capitolo di spesa e che, pertanto, non costituisce autorizzazione ai relativi impegni;
ACQUISITO il parere della Commissione Consiliare competente nella seduta del
…/…/2021;
DELIBERA
per i motivi di cui in preambolo che qui si intendono integralmente riportati e trascritti:
1. di approvare il “Piano Regionale di Soccorso per il Rischio Sismico della Regione Lazio ai sensi della Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 gennaio 2014”, di cui agli Allegati A e B al presente provvedimento che ne costituiscono parte integrante e sostanziale;
Il presente provvedimento sarà pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio e sul sito www.regione.lazio.it
REGIONE LAZIO
AGENZIA REGIONALE DI PROTEZIONE CIVILE
PIANO REGIONALE DI SOCCORSO PER IL RISCHIO SISMICO
PROGRAMMA NAZIONALE DI SOCCORSO PER IL RISCHIO SISMICO
Allegato 2 della Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 gennaio 2014 Eventi sismici emergenziali di cui all’art. 7, comma 1, lettere b) e c) del Decreto Legislativo
n. 1 del 2 gennaio 2018.
ALLEGATO A
L’allegato si compone di n. 213 (duecentotredici) pagine + Tabelle Allegato B Il Piano è stato revisionato in data 30 agosto 2021
Fotografia di copertina: Campo esercitativo RELEASE 2016 a Frosinone A. Colombi©2016
INDICE
PREMESSA ...6
1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE E AMMINISTRATIVO ...7
1.1 INQUADRAMENTO OROGRAFICO, IDROGRAFICO E METEO-CLIMATICO ... 7
1.2 INQUADRAMENTO AMMINISTRATIVO ... 8
1.3 INQUADRAMENTO ECONOMICO-PRODUTTIVO ... 10
1.4 PATRIMONIO CULTURALE E AMBIENTALE... 12
2 PERICOLOSITÀ E VULNERABILITÀ DI STRUTTURE E INFRASTRUTTURE DEL TERRITORIO ... 14
2.1 PERICOLOSITÀ SISMICA ... 15
a) Analisi della Pericolosità ... 16
b) Microzonazione Sismica (MS) ... 20
c) Condizione Limite dell’emergenza (CLE) ... 22
2.2 VULNERABILITÀ ED ESPOSIZIONE ... 24
b) Patrimonio edilizio ed edifici strategici ai fini di Protezione Civile... 28
2.3 RISCHI ED EFFETTI INDOTTI... 31
a) Frane sismo indotte e liquefazione ... 32
c) Sinkhole ... 38
d) Faglie attive e capaci ... 39
e) Tsunami... 40
f) Seiche ... 43
g) Dighe ... 43
h) Industrie a rischio di incidente rilevante ... 47
i) Siti nucleari dismessi ... 49
3 ELEMENTI CONOSCITIVI DI INFRASTRUTTURE E RETI ... 51
3.1 INFRASTRUTTURE DI ACCESSIBILITÀ E RETI ... 51
a) Accessibilità stradale ... 51
b) Accessibilità ferroviaria ... 64
c) Accessibilità aerea ... 67
d) Accessibilità marittima ... 84
3.2 RETI DI TELECOMUNICAZIONI ... 88
a) Reti di telefonia mobile e fissa ... 93
3.3 INFRASTRUTTURE, RETI DI SERVIZI ESSENZIALI E MODALITÀ DI INTERVENTO
IN EMERGENZA ... 95
a) Reti di trasporto e distribuzione gas ... 96
a) Trasmissione, produzione e distribuzione di energia elettrica ... 98
b) Infrastrutture idriche e servizio idrico ... 103
c) Deposito e stoccaggio di carburanti ... 106
d) Servizi Postali ... 106
e) Servizi bancari ... 107
f) Servizi informatici ... 108
4 SISTEMA REGIONALE DI PROTEZIONE CIVILE ... 109
4.1 SISTEMA REGIONALE DI PROTEZIONE CIVILE ... 109
a) Pianificazione di emergenza dei livelli territoriali ... 113
b) Modello di intervento regionale ... 116
4.2 RISORSE LOGISTICHE E INDIVIDUAZIONE DEI CENTRI POLIFUNZIONALI DI PROSSIMITÁ ... 121
a) Istituzione dei CPP ... 122
b) Ubicazione e tipologie specifiche dei CPP ... 122
i. Il CPP di Tarquinia ... 123
ii. Il CPP di Capena ... 124
iii. Il CPP di Rieti ... 126
iv. Il CPP di Frosinone ... 128
v. Il CPP di Latina ... 129
c) Funzioni dei CPP... 130
d) Gestione tecnico-operativa dei CPP ... 131
e) Attrezzature minime presenti nei CPP ... 131
f) Altri Poli Logistici: CAPI ... 132
4.3 ORGANIZZAZIONE DEL VOLONTARIATO ... 133
a) Le Organizzazioni di Volontariato di Protezione Civile della Regione Lazio ... 133
b) Coordinamenti Territoriali ... 137
c) Tende e Tensostrutture ... 139
d) Strutture Logistiche ... 139
4.4 INDIVIDUAZIONE AREE DI AMMASSAMENTO DEI SOCCORRITORI E DELLE RISORSE ... 140
a) Aree di ammassamento soccorritori ... 140
4.5 INDIVIDUAZIONE DEI CENTRI DI COORDINAMENTO ... 141
a) Sala Operativa Regionale - SOR ... 141
b) Numero Unico per l’Emergenza NUE 112 ... 147
c) Centri per il Coordinamento Nazionale – DI.COMA.C ... 148
d) Centri per il Coordinamenti Soccorsi - CCS ... 154
e) Centri Operativi Misti - COM ... 156
f) Centri Operativi Intercomunali - COI ... 167
e) Centri Operativi Comunali - COC ... 167
4.6 MODELLO OPERATIVO SOCCORSO SANITARIO ... 168
a) Descrizione del Servizio Sanitario Regionale ... 170
b) Sistemi di telecomunicazione a supporto dei servizi di emergenza sanitaria 178 c) Piani di emergenza ospedaliera ... 180
4.7 STRUTTURE OPERATIVE TERRITORIALI ... 180
a) Vigili del Fuoco ... 181
b) Forze Armate ... 182
c) Arma dei Carabinieri ... 187
d) Polizia di Stato ... 188
e) Guardia di Finanza ... 191
f) Polizia Penitenziaria ... 193
g) Croce Rossa Italiana ... 193
h) Ordine dei Geologi del Lazio ... 198
i) Enel SpA ... 199
j) INGV ... 199
k) Save the Children Onlus ... 199
l) Università ... 199
m) Fondazione CIMA ... 200
n) Coldiretti Lazio ... 200
o) Action Aid Onlus ... 200
p) Banco Alimentare ... 200
q) Istituto Jemolo ... 201
5 LO SVILUPPO FUTURO DELLE STRUTTURE OPERATIVE NEL TRIENNIO 2021-2023 202 5.1 L’Unità di Crisi Regionale per l’Emergenza di Protezione Civile - UCREM ... 203
5.2 Il Centro Funzionale Multirischio ... 204
5.3 I Centri di Coordinamento d’Ambito - CCA... 205
6 SISTEMA INFORMATIVO TERRITORIALE A SUPPORTO DELLE DECISIONI ... 206
7 NORMATIVA REGIONALE ... 208
PREMESSA
Con la Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 gennaio 20141 sono state emanate le Indicazioni per la redazione del Programma Nazionale di Soccorso per il Rischio Sismico (di seguito Programma Nazionale) e per i relativi Piani Regionali.
La Direttiva segue l’intento di attuare il coordinamento unitario per l’intervento del Sistema integrato nazionale di Protezione civile, ai sensi dell’art. 7 del Decreto Legislativo n. 1 del 2 gennaio 20182 (di seguito Codice).
Alla Regione Lazio (di seguito Regione) spetta il compito di predisporre l’Allegato 2 alla succitata Direttiva, che a seguito dell’Intesa con il Dipartimento di Protezione Civile (di seguito DPC) è parte del Programma Nazionale, e predisporre ed emanare il proprio Piano Regionale di Soccorso per il Rischio Sismico (di seguito Piano Regionale).
Il Piano Regionale indica il modello organizzativo di risposta del Sistema Integrato Regionale (di seguito Sistema Integrato) per il soccorso a un evento sismico e associa le diverse componenti partecipanti a suddetto Sistema Integrato (Amministrazioni, Sanità, Volontariato, Strutture territoriali) nell’azione unitaria, sinergica e coesa al fine di gestire la fase di emergenza e post-emergenza.
Il Piano Regionale, già in realizzazione e quasi completato alla data dell’agosto 2016, fu sospeso nella sua redazione per la complessa e complicata situazione emergenziale determinata dalla sequenza sismica del terremoto del Centro Italia, e viene presentato adesso con le modificazioni di carattere normativo, tecnico e operativo avvenute nel Paese e nella Regione in questi ultimi quattro anni.
Il Piano Regionale è composto da due Allegati: l’Allegato A, in cui è sviluppato il Piano, e dall’Allegato B in cui sono presenti le Tabelle richieste dal DPC ai sensi dell’Allegato 2 alla Direttiva del 2014.
L’Allegato A ricalcando quanto indicato nella Direttiva si compone di tre parti e sette Capitoli principali: la prima parte tratta gli elementi conoscitivi del territorio regionale e le criticità presenti nelle infrastrutture e strutture presenti nella regione, la seconda parte riguarda il modello del Sistema Integrato e infine la terza parte espone la normativa regionale nei settori di Protezione Civile e Rischio Sismico.
1 Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 gennaio 2014 - Programma nazionale di soccorso per il rischio sismico
2 Decreto Legislativo n. 1 del 2 gennaio 2018 – Codice della protezione Civile
Per l’indicazione delle tabelle è stato utilizzato il sistema delle lettere per le tabelle inserite nel testo (Allegato A) e il sistema numerico per quelle inserite nell’Allegato B.
Il Piano Regionale recepisce diverse parti sviluppate nel Piano Regionale Triennale di Protezione Civile della Regione Lazio approvato con la DGR Lazio n. 994 del 15 dicembre 20203, ai sensi della Legge Regionale del 7 agosto 2020, n. 84 che ha modificato la Legge Regionale del 26 febbraio 2014, n. 25.
1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE E AMMINISTRATIVO
In questo Capitolo saranno descritti gli aspetti di inquadramento generale del territorio regionale laziale evidenziando gli elementi caratterizzanti secondo uno schema geografico, amministrativo, economico-produttivo, per concludere con gli elementi caratterizzanti il patrimonio storico-culturale.
1.1 INQUADRAMENTO OROGRAFICO, IDROGRAFICO E METEO-CLIMATICO
Il territorio regionale è suddiviso in una serie di ambienti morfo-climatici, che vanno dall'Appennino Centrale, all'anti Appennino tirrenico, fino ad arrivare alla fascia pianeggiante costiera. Pur essendo una regione prettamente tirrenica, i suoi confini orientali, distano meno di 50 km dalla costa adriatica.
L’assetto morfologico risulta fortemente condizionato dalla natura geologica del sottosuolo e infatti, procedendo da NW verso SE fino alla destra idrografica del Tevere, sono presenti tre distinti gruppi collinari-montuosi di origine vulcanica: i monti Vulsini, Cimini e Sabatini, i cui crateri principali sono occupati, rispettivamente dai laghi di Bolsena, Vico e Bracciano. Questi rilievi degradano dolcemente a NE verso la valle del Tevere e a SW fino verso una fascia costiera pianeggiante, più o meno ampia, denominata Maremma Laziale, interrotta all'altezza di Civitavecchia dai monti della Tolfa, massiccio in prevalenza calcareo-argilloso.
Alla Maremma Laziale, verso SE, segue la Campagna Romana, vasta zona debolmente ondulata o pianeggiante attraversata dal corso del Tevere. Essa è limitata a SE e a E dall’apparato vulcanico dei Colli Albani e dai monti Prenestini, cui succedono, sempre verso SE, i rilievi calcarei dei monti Simbruini, Ernici, della Meta e le Mainarde, che fanno parte dell'Appennino Abruzzese, e i rilievi, sempre calcarei dei monti Lepini, Ausoni e
3 DGR Lazio n. 994 del 15 dicembre 2020 – Approvazione del Programma Regionale Triennale (2021-2023) di previsione e prevenzione in materia di protezione civile ai sensi dell’art. 13 della L.R. 7 agosto 2020, n.8.
4 Legge Regionale dell’8 agosto 2020, n. 8 – Modifiche alla legge Regionale 26 febbraio 2014, n. 2 (Sistema integrato regionale di protezione civile. Istituzione dell’Agenzia Regionale di protezione civile) e successive modifiche.
5 Legge Regionale del 26 febbraio 2014, n. 2 – Sistema integrato regionale di protezione civile. Istituzione dell’Agenzia Regionale di protezione civile.
Aurunci, separati dall'Appennino vero e proprio dall'ampia vallata parallela al sistema appenninico percorsa dai fiumi Sacco (Ciociaria) e Liri.
Ai piedi di quest'ultimo allineamento montuoso si stende lungo la costa una fascia di pianure direttamente collegata alla Campagna Romana: l'Agro Pontino, un tempo paludoso e ora bonificato, la piana di Fondi e la pianura costiera tra Gaeta e il basso corso del fiume Garigliano. Se si risale la valle del Tevere dalla Campagna Romana, si passa nella regione di colline arenacee e marnose della Sabina. Tra i monti Sabini e i Reatini si apre l'ampio bacino intramontano della piana di Rieti, alla quale seguono verso l'interno le altre conche di Leonessa e di Amatrice e verso SE l'aperta valle del fiume Salto (Cicolano).
Le coste sono in prevalenza basse e pianeggianti, presentando lunghe falcature tese tra alcuni promontori costituiti da rilievi isolati un tempo insulari (monte Circeo) o dall'estremità di dorsali montuose o dal delta stesso del Tevere. Al Lazio appartiene l'arcipelago delle Ponziane (o Pontine); le isole principali sono Ponza (35 km dal promontorio del Circeo), Palmarola e la più lontana Ventotene.
Dal punto di vista idrografico il corso d’acqua più importante è rappresentato dal Fiume Tevere, che scorre dapprima verso SE, entro una valle parallela al sistema appenninico, per poi piegare a SW attraverso la Campagna Romana. Al Tevere tributano vari corsi d'acqua, tra i quali il Paglia, il Velino (con i suoi affluenti Salto e Turano) e l'Aniene.
Un andamento simile a quello del Tevere presentano anche il Sacco e il Liri, il cui corso si sviluppa entro solchi vallivi alternativamente longitudinali e trasversali. Altri fiumi minori infine, quali il Fiora, il Marta e l'Arrone, scendono direttamente a mare con un corso relativamente breve. Tutti i corsi d’acqua della regione tributano interamente al mar Tirreno, se si eccettua la conca di Amatrice, attraversata dal fiume Tronto che scende al mare Adriatico. Tra i bacini lacustri, oltre quelli già segnalati in precedenza, vi sono quelli artificiali del Salto, del Turano e di Scandarello, nel territorio reatino, quelli naturali di Albano e di Nemi, che occupano le caldere formatesi in due apparati vulcanici spenti nei Colli Albani e altri minori, come il Lago di Canterno, situato nella conca di Fiuggi, e il lago di Posta Fibreno.
Nel complesso la Regione Lazio ha una superficie di circa 17.232km2 con un territorio che per il 54% della superficie totale è collinare, per il 26% è costituito da zone montuose e per il restante 20% da pianure. La lunghezza delle coste laziali è di circa 361km.
1.2 INQUADRAMENTO AMMINISTRATIVO
La Regione comprende 4 provincie (Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo) e l’area vasta della Città Metropolitana di Roma (ex provincia di Roma). La popolazione residente nella Regione al 31 dicembre 2019 (fonte ISTAT) è pari a 5.878.632, ripartita come nella seguente Tabella A. La densità media regionale della popolazione residente è di 341 residenti per Km2. Roma è il capoluogo di regione e risulta essere il Comune più popoloso
d’Italia e insieme agli altri 120 della ex Provincia di Roma costituisce l’area vasta della Città Metropolitana di Roma Capitale.
PROVINCIA
SUPERFICE PROVINCIA
IN KM2
COMUNI POPOLAZIONE MASCHILE
POPOLAZIONE FEMMINILE
POPOLAZIONE TOTALE
DENSITÀ AB./ KM2
%. POP.
RESIDENTE
Frosinone 3.247 91 240.507 248.576 489.083 151 8.3
Latina 2.256 33 284.290 290.964 575.254 255 9.7
Rieti 2.750 73 77.544 80.509 155.053 57 2.7
Roma 5.363 121 2.079.678 2.262.534 4.342.212 810 73.7
Viterbo 3.615 60 152.397 164.633 317.030 88 5.5
TOTALE
LAZIO 17.232 378 2.827.542 3.051.540 5.878.632 341 100.0%
Tabella A: Ripartizione della superficie e degli abitanti del territorio della Regione Lazio (dati ISTAT 2019).
Nella Regione soltanto 11 Comuni superano la popolazione di 50.000 abitanti e 77 Comuni superano la popolazione di 10.000 abitanti. Nel territorio della Città Metropolitana di Roma Capitale i Comuni con popolazione maggiore di 10.000 abitanti sono 44, mentre nella provincia di Frosinone 12, in quella di Latina 14, in quella di Viterbo 5 e in quella di Rieti soltanto 2.
La distribuzione della popolazione non è omogenea ed è concentrata prevalentemente nelle aree di pianura costiera. Da Nord a Sud i Comuni di Tarquinia, Civitavecchia, Fiumicino, Roma (Municipio X) Pomezia, Ardea, Anzio, Nettuno, Aprilia, Latina, Sabaudia e Terracina rappresentano un continuo susseguirsi di abitazioni e attività produttive relative al primo e al secondo settore. Nella parte interna collinare del territorio regionale si sviluppano, lungo l’asse Nord/Sud, definito dal sistema autostradale e dal parallelo sistema ferroviario ordinario e ad Alta Velocità, una serie di cittadine che godono di queste specifiche potenzialità intermodali per la mobilità pendolare verso la Capitale. In questo sistema si riscontrano le cittadine di Orte, Civita Castellana, Fiano Romano, Tivoli, Velletri, Valmontone, Colleferro, Frosinone e Cassino solo per citare i più importanti.
Il Comune di Roma Capitale rappresenta il fulcro della Regione e ospita in termine di occupati principalmente le attività del settore terziario.
Le aree interne preappenniniche e appenniniche, per la loro conformazione orografica, non hanno permesso lo sviluppo di grandi poli urbanizzati; anzi nel corso degli anni hanno visto un graduale spopolamento. In queste aree sono presenti i Comuni con la popolazione minore.
Circa il 73% della popolazione è concentrata nei poli urbani della Città Metropolitana di Roma Capitale. La seconda provincia più popolosa è quella di Latina in cui risiedono circa il 10% della popolazione, seguono Frosinone con circa il 9% della popolazione regionale, Viterbo con il 5.5% e Rieti con circa il 3% (Tab. 1). Durante il periodo estivo la popolazione
delle città si riversa nelle limitrofe zone di villeggiatura modificando sostanzialmente l’assetto residenziale.
Il Lazio quindi si caratterizza per la presenza di due modelli insediativi principali: il primo caratterizzato da elevata urbanizzazione sulla fascia costiera e nell’area collinare, il secondo caratterizzato da una urbanizzazione diffusa nelle aree collinari e montane interne. Questi due modelli, per opposte motivazioni, presentano difficoltà nell’organizzazione del sistema dei servizi alla popolazione e nel sistema dei trasporti sia per la scarsa mobilità nei grandi centri urbani sia per l’accessibilità ai piccoli comuni montani raggiungibili da sistemi viari secondari.
1.3 INQUADRAMENTO ECONOMICO-PRODUTTIVO
Lo sviluppo economico produttivo della Regione, come si evince nelle Tabelle B e C, ha risentito inevitabilmente della presenza della città di Roma. Le principali attività produttive si sviluppano nell’area della Città Metropolitana di Roma Capitale, lungo la costa e lungo l’asse autostradale che attraversa la Regione. Per inquadrare meglio le attività economiche, si è scelto di indagare sul numero degli occupati e sul numero di edifici presenti nel Lazio, parametri importanti per il rischio sismico.
Sezioni di attività economica
Province
agricoltura, silvicoltura e pesca
totale industria
commercio, alberghi e ristoranti
trasporto, magazzinaggio, servizi di informazione e comunicazione
attività di terziario
altre attività
Totale
Frosinone 4.595 52.076 32.587 12.477 17.784 52.082 171.601
Latina 17.406 45.577 40.118 13.524 22.666 59.454 198.745
Rieti 2.774 12.581 10.836 4.319 6.648 21.775 58.933
Roma 29.833 226.741 288.366 184.229 279.805 619.314 1.628.288
Viterbo 9.755 23.989 24.440 7.662 12.794 40.751 119.391
TOTALE LAZIO 64.364 360.964 396.348 222.211 339.697 793.376 2.176.960 Tabella B: numero degli occupati divisi per le macro attività produttive - dati ISTAT
Province
Numero di edifici per tipo d'uso utilizzati Residenziale Produttivo Commercio Direzionale
terziario
Turistico
ricettivo Servizi Altro tipo di utilizzo
Non
definite Tutti gli usi
Frosinone 146.410 2.295 3.055 560 317 1.718 9.932 14.668 178.955
Latina 121.026 2.984 2.824 384 498 1.442 8.193 6.585 143.936
Rieti 65.057 855 827 179 244 900 3.547 5.530 77.139
Roma 393.664 7.196 11.098 3.061 1.818 7.007 27.930 12.297 464.071
Viterbo 75.053 944 1.175 235 344 736 3.296 3.217 85.000
TOTALE LAZIO 801.210 14.274 18.979 4.419 3.221 11.803 52.898 42.297 949.101 Tabella C: numero degli edifici presenti divisi per ambito amministrativo e per tipo di utilizzo dati ISTAT
Malgrado il progressivo esodo dalle campagne il settore primario svolge ancora un ruolo importante nell’economia laziale, sia in termini di PIL sia in termini di occupazione
con circa 64.000 occupati. Sono infatti sviluppate lungo le coste le colture orticole e floricole ad alto reddito. Nelle zone collinari e montane interne sono presenti coltivazioni arboree come la vite, l’olivo e il nocciolo, continua la pratica dell’allevamento ovino e caprino e le attività legate al settore forestale.
L’attività agricola per la sua tipicità risulta frazionata in una miriade di strutture produttive e abitative. Le strutture produttive sono diffuse sul territorio e si dividono in strutture per l’allevamento e strutture per lo stoccaggio e la trasformazione delle derrate alimentari.
É importante rimarcare che spesso queste strutture non si trovano in condizione idonee alla resistenza a un evento sismico in quanto costruite in epoche passate con materiali e tecniche non conformi alle attuali disposizioni.
L’attività industriale svolta in oltre 14.000 strutture operative e con 360.000 occupati è cresciuta nella seconda metà del secolo scorso per le politiche di sviluppo delle aree poco sviluppate, ha visto sorgere delle aree industriali nelle zone di Frosinone, Anagni, Latina, Aprilia, Pomezia, Colleferro, Civita Castellana e Rieti. Le attività principali riguardano la produzione farmaceutica, chimica, aereospaziale, metalmeccanica.
Le strutture produttive sono costituite da capannoni industriali localizzati in aree collegate con le principali arterie stradali e ferroviarie, che dal punto di vista strutturale- sismico possono risentire dell’entrata in vigore della normativa sismica in epoche posteriori.
Inoltre con la progressiva deindustrializzazione molti di questi capannoni sono stati abbandonati costituendo un pericolo essi stessi in caso di evento sismico. Un censimento di tali strutture permetterebbe il recupero o la messa in sicurezza ed eviterebbe problematiche di gestione dei crolli in caso di evento sismico.
Particolarmente sviluppata è l’attività legata al settore edile legate sia alle nuove costruzioni sia per il restauro dell’imponente patrimonio immobiliare presente nella regione che assommano a quasi 950.000 edifici. Inoltre è sviluppata anche la produzione energetica, visto l’utilizzo da parte della popolazione e delle attività produttive.
In particolare l’area di Civitavecchia vede la presenza di 2 centrali termoelettriche (Torrevaldalica Nord e Torrevaldalica Sud), mentre altre centrali si trovano a Montalto di Castro, Aprilia, e Piedimonte San Germano.
Al momento è in fase di dismissione la centrale nucleare in località Borgo Sabotino (Lt) e una al confine con la Regione Campania sul fiume Garigliano.
Il comparto che occupa il maggior numero dei dipendenti è quello dei Servizi, inteso come lo svolgimento delle attività legate al turismo, alle attività amministrative, bancarie, assicurative ecc. Queste attività sono sia afferenti all’attività pubblica che a quella privata.
L’attività legata al turismo (Tabella D) è concentrata soprattutto nella zona di Roma che rappresenta un fulcro anche per la visita da parte del turista di tutte quelle zone meno conosciute ma comunque di un elevato valore ambientale e storico.
Il settore del commercio, che occupa circa 19.000 edifici, è particolarmente sviluppato negli ultimi decenni il commercio si è concentrato in grandi centri commerciali costruiti in aree periurbane e collegate ai principali assi viari ed autostradali.
Provincia Numero di strutture
Numero di posti
letto Arrivi annuali
Frosinone 317 3.798 1.085.187
Latina 498 30.505 2.708.799
Rieti 244 2.984 141.772
Roma 1.818 87.082 25.752.160
Viterbo 344 21.719 993.061
TOTALE LAZIO 3.221 146.088 30.680.979
Tabella D: Ripartizione del numero delle strutture ricettive, dei posti letto e degli arrivi annuali per provincia.
1.4 PATRIMONIO CULTURALE E AMBIENTALE
Tutta la Regione e in particolare Roma custodiscono un patrimonio storico e artistico unico e tale ricchezza attira milioni di turisti da ogni parte del mondo. Quindi oltre la normale popolazione residente sono da considerare le presenze dovute al turismo che incidono molto soprattutto in alcuni momenti dell’anno.
Il patrimonio culturale della Regione è frutto di uno stratificarsi di popoli che hanno lasciato le loro tracce dalla preistoria ad oggi. Nel Lazio sono particolarmente evidenti insediamenti protostorici, etruschi, romani medioevali moderni e contemporanei e si può affermare che siano presenti reperti storico culturale di ogni epoca.
Roma sicuramente concentra molto del patrimonio storico artistico e culturale del Lazio e d’Italia. Molti sono le località oltre la Capitale che sono considerate degli importanti centri culturali.
A Nord nel Viterbese possiamo trovare insediamenti etruschi e medievali. La città capoluogo è essa stessa un esempio di architettura medievale ancora bel custodita.
Particolare riferimento si intende dare alla Civita di Bagnoregio, località storica artistica sita su un residuo di area collinare. In caso di sisma, vista la fragilità del territorio calanchivo, potrebbe causare il distacco di frane con il conseguente cedimento delle strutture del centro abitato.
Stesso dicasi per la provincia di Rieti che trovandosi sulle principali direttrici che da nord arrivano a Roma ha visto il fiorire di borghi ancora ben conservati e abitati.
A Sud la provincia di Frosinone ha visto lo sviluppo dei centri urbani medievali al controllo delle direttrici viarie che da Roma portavano verso il sud Italia e sulle rotte del medio oriente. Particolare invece è la provincia di Latina che è caratterizzata dalla presenza di cittadine nate dopo la bonifica dell’Agro Pontino nella prima metà dello scorso secolo.
Essendo Roma un importante centro politico, culturale e spirituale ha visto il fiorire nel proprio intorno di una serie di abbazie, castelli, palazzi, ville e borghi di rara bellezza e che
sarebbe impossibile citare in maniera esaustiva in tale documento. Tali strutture sono in parte gestite da amministrazioni pubbliche ed in parte ancora in godimento di privati. Per quanto inerente il rischio sismico si nota che molte strutture anche se hanno superato eventi sismici rilevanti hanno bisogno di continui monitoraggi e verifiche.
Oltre al patrimonio culturale storico edificato nel Lazio sono presenti numerosi esempi di patrimonio culturale rappresentato da tutte quelle opere d’arte che sono presenti nei numerosi musei, biblioteche, gallerie storico artistiche e che sono presenti nell’intero territorio regionale. Queste opere in caso di evento sismico devono essere preservate e messe in sicurezza da organizzazioni volontarie e no che abbiano delle particolari conoscenze tecniche in modo da preservarle quanto possibile.
I beni riconosciuti Patrimonio UNESCO nel Lazio sono complessivamente sei 1. Villa Adriana
2. Villa d'Este a Tivoli
3. la Necropoli etrusca di Cerveteri 4. la Necropoli etrusca di Tarquinia 5. il Centro Storico di Roma
6. la Macchina di S. Rosa a Viterbo, dal 2013 come patrimonio immateriale dell'umanità.
All’interno delle fasce appenninica e preappennica, dove è più probabile un evento sismico, sono presenti una serie di Abbazie, Monasteri, Santuari e Conventi che rappresentano importanti centri storico culturali. Nel Reatino è presente l’Abbazia di Farfa e il borgo circostante, nella provincia di Frosinone l’Abbazia di Montecassino e le Abbazie di Fossanova e Valvisciolo a Latina.
Il sistema dei Monasteri nel Lazio presenta delle strutture molto importanti e comprende tra gli altri il Monastero di Santa Scolastica e di San Benedetto a Subiaco (RM) e il Monastero di San Magno a Fondi (LT).
Per quanto inerente i santuari, il Lazio vede presenti molte strutture, che rappresentano una grande ricchezza architettonica ed artistica di grande pregio. Il Santuario del Bambin Gesù a Gallinaro (FR), della Madonna del Ruscello Vallerano (VT), della Mentorella Guadagnolo (RM), della Madonna del Soccorso Cori (LT), Santuario della Santissima Trinità Vallepietra (RM), i santuari della Valle Santa nella provincia di Rieti, sono solo alcuni esempi che meritano attenzione per la loro localizzazione in aree a rischio sismico.
Per quanto inerente l’aspetto ambientale nel seguente paragrafo sono presenti numerosi parchi nazionali regionali provinciali e comunali, riserve naturali protette presenti nella nostra Regione.
Le aree protette nel Lazio sono 74, di cui 3 Parchi Nazionali, 4 Riserve Naturali Statali, 2 Aree Naturali Marine Protette, 16 Parchi Naturali Regionali, 29 Riserve Naturali Regionali e 22 Monumenti Naturali.
Tali porzioni di territorio Regionale quindi vengono preservate da un utilizzo edificatorio, nell’ottica di mantenere per quanto possibile, l’aspetto paesistico inalterato e ove possibile il recupero delle condizioni primarie. La superficie che occupano è pari a 224.734Ha pari a circa il 13% della superficie regionale. I parchi le riserve rappresentano, per la loro specificità e particolarità in termini di patrimonio naturale, quanto di più importante ha la Regione. Alcuni di questi parchi sono situati all’interno del territorio comunale di Roma e rappresentano dei corridoi naturali per il passaggio degli animali selvatici.
Importante anche il collegamento che questi parchi hanno con i parchi comunali costituiti principalmente da ville storiche, appartenute alle grandi famiglie nobiliari.
All’interno di queste aree verdi aperte per lo più al pubblico sono presenti sia beni storici di primaria importanza che alberature monumentali le quali potrebbero in caso di evento sismico schiantare al suolo.
Nei parchi e nelle riserve sono spesso presenti edifici che hanno problemi statici in quanto per la difficoltà di ottenere permessi e autorizzazioni, e per gli alti costi di mantenimento vengono di fatto abbandonati.
I parchi soprattutto nelle aree urbane e periurbane, situati anche nei piccoli centri abitati rappresentano aree libere e sicure da poter utilizzare in caso di emergenza sismica per la gestione della prima emergenza.
Nel territorio laziale sono presenti circa 10 aree in cui sono presenti solfatare e molte di esse comprese in aree protette come la solfatara di Tor Caldara, sita nell’omonima Riserva Naturale particolare perché sita sul mare di Anzio, la solfatara di Pomezia sita nella riserva Naturale di Decima Malafede, la solfatara di Monterano sita nell’omonima Riserva Naturale Regionale e quella di Manziana nel monumento Naturale incluso nel Parco Naturale Regionale di Bracciano Martignano.
A livello ambientale è da segnalare per le intrinseche peculiarità, l’arcipelago Pontino costituito dalle isole di Ponza, Ventotene, Santo Stefano, Palmarola, Zanone e Gavi.
2 PERICOLOSITÀ E VULNERABILITÀ DI STRUTTURE E INFRASTRUTTURE DEL TERRITORIO
In questo capitolo verrà trattata la gestione del Rischio Sismico in generale, e anche in fase emergenziale in conseguenza di un evento sismico.
Nella prima parte sarà illustrato l’aspetto dell’analisi della pericolosità sismica comprendente le nuove azioni di prevenzione sviluppatesi a livello nazionale e regionale in materia di Microzonazione Sismica (di seguito MS) e Condizione Limite dell’Emergenza (di seguito CLE). Nella seconda parte del Capitolo verranno descritte le attività di
prevenzione messe in atto per la conoscenza della vulnerabilità delle strutture strategiche e rilevanti ai fini di Protezione Civile e delle infrastrutture.
Tutti i dati di seguito indicati sono a disposizione degli stakeholder (Amministrazioni Provinciali, Regionali, Prefettura, Strutture Operative ed Enti) ed end-user (Amministrazioni Comunali e cittadinanza) sul sito della Regione Lazio e sull’OpenData regionale (https://dati.lazio.it/) e vengono aggiornati costantemente nel caso di modifiche o integrazioni.
La Regione ha provveduto a informare attraverso Convegni o Seminari o semplici incontri a livello comunale in merito alla Pericolosità e Rischio Sismico presenti nel territorio, soprattutto nelle Scuole di ogni ordine e grado, anche attraverso il coinvolgimento dell’INGV con il quale ha un Accordo Triennale specifico.
2.1 PERICOLOSITÀ SISMICA
L’OPCM n. 3274/20036 ha determinato un processo di sblocco della normativa e classificazione sismica in Italia che giaceva in stagnazione da troppi decenni. La mappa di pericolosità nazionale edita dall’INGV ed emanata attraverso la successiva OPCM n.
3519/20067 descrive la pericolosità, o meglio la probabilità di accadimento di un terremoto, attraverso il parametro dell'accelerazione massima attesa con una probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni su suolo rigido e pianeggiante (fig. 2a).
Dalla Mappa si evince come la pericolosità sismica nel territorio laziale decresce in fasce parallele alla linea di costa tirrenica passando dalla zona appenninica (alta pericolosità) alla zona costiera (bassa pericolosità), con una eccezione nella zona dei Colli Albani, sede storica di sciami sismici di natura vulcano-tettonica.
Questa Carta è la mappa di riferimento nazionale anche per le Regioni per poter riclassificare le proprie zonazioni sismiche ai sensi dell’art. 94 del Decreto Bassanini8.
6 OPCM n. 3274 del 20 marzo 2003 - Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica.
7 OPCM n. 3519 del 28 aprile 2006 - Criteri generali per l'individuazione delle zone sismiche e per la formazione e l'aggiornamento degli elenchi delle stesse zone.
8 Decreto Legislativo n. 112 del 31 marzo 1998 - Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59.
Fig. 2a: Carta della Pericolosità sismica Nazionale riguardante il territorio laziale (INGV, 2006)
a) Analisi della Pericolosità
La pericolosità sismica a scala regionale è rappresentata dalla “Carta della Pericolosità Sismica della Regione Lazio combinata con elementi geologici e geomorfologici” in scala 1:250.000, elaborata dalla Regione con la collaborazione dell’ENEA e dell’Università Sapienza di Roma nel 2012 sulla base dei dati INGV ed ENEA (fig. 2b).
Nella carta sono riportati, su base topografica, oltre alla delimitazione delle Zone Sismogenetiche interessanti il Lazio e i maggiori terremoti avvenuti nel Lazio, come da Catalogo CPT11-INGV, i valori di pericolosità sismica di ag (accelerazione di gravità orizzontale massima su suolo rigido con superficie topografica pianeggiante) puntuali per un tempo di ritorno di 475 anni come da griglia INGV, combinati con gli elementi di carattere geologico e morfologico che attraverso una elaborazione matematica consentono di calcolare una pericolosità legata a eventuali amplificazioni sismiche dovute alla presenza di elementi disturbatori rispetto alla situazione su suolo rigido e pianeggiante elaborata dall’INGV.
A margine della Carta sono presenti alcune mappe tematiche quali: la mappa delle Massime Intensità Macrosismiche osservate (di seguito IMAX) rivista da ENEA, la mappa di pericolosità sismica di base, la zonazione sismica e la mappa dei gruppi di Unità Sismiche Amministrative sismicamente omogenei. Dall’esame della Carta, che ricalca in modo generale, la Mappa di Pericolosità Nazionale, si notano delle situazioni di aumento della pericolosità sismica nelle conche e bacini intramontani e nelle zone alluvionali dei grandi corsi d’acqua regionali dovuti a fattori di amplificazione locale del moto sismico sia per natura stratigrafica e/o topografica. La Carta è stata editata in forma cartacea dalla Regione.
Fig. 2b: Carta della Pericolosità sismica della Regione Lazio (Regione Lazio 2012)
Il Lazio è caratterizzato da una sismicità crescente che si distribuisce lungo fasce (zone sismogenetiche) allungate preferenzialmente NW-SE, partendo dalla costa tirrenica fino alla catena montuosa appenninica. A bassa sismicità risultano essere la provincia di Latina e la zona costiera della provincia di Viterbo. Terremoti di media intensità, ma molto frequenti fino all’VIII MCS, avvengono nell’area degli apparati vulcanici dei Colli Albani e Monti Vulsini, e in alcune aree del Frusinate e del Reatino; terremoti molto forti fino al X- XI MCS, ma relativamente poco frequenti, avvengono nelle conche di origine tettonica di Rieti, Sora e Cassino e nell’area interna appenninica di Accumoli-Amatrice e nella Val di Comino Val Roveto.
Questo andamento a fasce della pericolosità sismica regionale trova riscontro nella distribuzione degli effetti sismici osservabili nei Comuni del Lazio, con massimi danneggiamenti nelle zone appenniniche del reatino e del frusinate e gradualmente minori spostandosi verso le aree costiere, evidenziata dalla Nuova Carta delle Intensità
Macrosismiche come rivista da ENEA per la Regione, con la distribuzione spaziale degli effetti della IMAX (fig. 2c).
Fig. 2c: Nuova Mappa delle Massime Intensità Macrosismiche (ENEA/Regione Lazio 2012)
Nel Lazio, la prima classificazione sismica avvenne a seguito del disastroso terremoto di Avezzano del gennaio del 1915 e riguardò circa un terzo dei Comuni; successivamente, nel 1927 e nel 1962, altri Comuni laziali furono classificati sismici a causa dei danni riportati dagli edifici per gli eventi sismici con epicentri, rispettivamente, ad Acquapendente e Antrodoco.
Dopo il terremoto dell’Irpinia, con il DM. LL.PP. del 1983, parte della Regione fu riclassificata sismicamente e il 73% dei Comuni laziali venne inserito in Categoria Sismica 1 o 2, lasciando tuttavia come non classificati gran parte dei Comuni della provincia di Roma e tutti quelli della provincia di Viterbo.
La Regione, già nel 1999, attraverso la DGR Lazio n. 2649/999, ha esteso a tutti i Comuni laziali l’obbligo di studi geologici e geomorfologici di dettaglio in prospettiva sismica durante la predisposizione degli Strumenti Urbanistici, anche in considerazione dell’OPCM n. 2788/98 che individuava alcuni Comuni del Lazio, insieme ad altri in diverse Regioni, a elevato rischio sismico.
9 DGR Lazio n. 2649 del 20 settembre 1999 - Linee guida e documentazione per l’indagine geologica e vegetazionale.
Dopo l’OPCM n. 3274/2003, la Regione, sulla base di questa Ordinanza, ha provveduto a riclassificare sismicamente il proprio territorio con la DGR Lazio n. 766/03, poi successivamente modificata con la DGR Lazio n. 387/0910.
Nel 2019, con la DGR Lazio n. 571 del 2 agosto11, la Regione ha modificato la classificazione sismica a causa del cambiamento dei Municipi di Roma Capitale passati da 20 a 15, per cui al momento le UAS sono 397 a fronte dei 378 Comuni Laziali, in quanto la grande estensione del Comune di Roma ha fatto optare per una sottozonazione sismica per Municipi.
La nuova zonazione sismica del 2009 ha riconosciuto sismico il 100% del territorio regionale. Dalla Tabella E si evince la distribuzione delle UAS ripartite per province e per sottozone sismiche.
Tabella E: Suddivisione dei Comuni del Lazio per zona sismica per la DGR Lazio n. 387/09 e 571/19.
La nuova zonazione sismica della Regione è stata predisposta per gli sviluppi pianificatori degli studi di MS, e come è visibile nella fig. 2d sono state inserite delle Sottozone Sismiche ed eliminato la Zona Sismica 4.
10 DGR Lazio n. 387 del 22 maggio 2009 - Nuova classificazione sismica del territorio della Regione Lazio in applicazione dell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3519 del 28 aprile 2006 e della DGR Lazio 766/03.
11 DGR Lazio n. 571 del 2 agosto 2019 - Modifica deliberazione di Giunta regionale 22 maggio 2009, n. 387 "Nuova classificazione sismica del territorio della Regione Lazio in applicazione dell'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3519 del 28 aprile 2006 e della DGR Lazio n. 766/03" per variazione della delimitazione territoriale dei Municipi di Roma Capitale.
Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo Totale Lazio
ZONA SISMICA 1 29 0 13 0 0 42
SOTTOZONA 2A 12 0 8 0 0 20
SOTTOZONA 2B 49 3 54 102 40 248
SOTTOZONA 3A 2 19 0 20 15 56
SOTTOZONA 3B 0 11 0 13 7 31
UAS LAZIO 92 33 75 135 62 397
Fig. 2d: Nuova zonazione sismica della Regione Lazio ai sensi della DGR Lazio n. 387/09
b) Microzonazione Sismica (MS)
La Regione, fra il 2010 e il 2012, ha normato la materia di questo paragrafo con tre Delibere di Giunta12 13 14, con le quali ha recepito gli Indirizzi e Criteri nazionali di Microzonazione Sismica del 2008 (di seguito ICMS08)15, e ha emanato le proprie Linee Guida Regionali e gli Abachi Regionali per il Livello 2 di MS.
Con la DGR Lazio n. 545/10, la Regione, con propri fondi, ha finanziato gli studi di MS di Livello 1 per tutti i Comuni del Lazio e ha reso obbligatorio, a differenza di quanto indicato negli ICMS08 e di quanto richiesto dalle altre Regioni, lo studio di Livello 1 di MS su tutto il territorio Comunale proprio per la scelta strategica di dare alla MS una forte valenza in fase di pianificazione e di prevenzione.
12 DGR Lazio n. 545 del 26 novembre 2010 - Approvazione Linee Guida per l’utilizzo degli Indirizzi e Criteri generali per gli studi di Microzonazione Sismica nel territorio della Regione Lazio di cui alla D.G.R. 387/2009. Modifica della D.G.R.
2649/1999.
13 DGR Lazio n. 490 del 17 ottobre 2011 - Approvazione degli Abachi Regionali per gli studi di Livello 2 di Microzonazione Sismica ai sensi della DGR Lazio n. 545 del 26 novembre 2010 e procedure di applicazione nell’ambito del rilascio del parere ai sensi dell’art. 89 del DPR del 6 giugno 2001 n. 380. Modifica alla DGR Lazio n. 545/2010.
14 DGR Lazio n. 535 del 2 novembre 2012 - Modifiche alla DGR Lazio n. 545 del 26 novembre 2010 e della DGR Lazio n.
490 del 21 ottobre 2011.
15 Dipartimento Protezione Civile e Conferenza dei Presidenti delle Regioni del 18 novembre 2008 - Indirizzi e Criteri per la Microzonazione Sismica.
Con la DGR Lazio n. 155 del 7 aprile 202016 ha pubblicato i nuovi abachi da utilizzarsi per gli studi di Livello 2 di MS in sostituzione di quelli emanati con la DGR Lazio n. 490/11.
Fig. 2e: Situazione degli studi di Livello 1 di MS nella Regione Lazio ad aprile 2021.
Alla data di aprile 2020 la situazione del Livello 1 di MS17 (fig. 2e) appare ottimale, con circa il 90% del territorio regionale coperto fra studi già validati dalla Regione e/o dalla Commissione Nazionale di MS.
Il restante 10% dei Comuni non ha presentato lo studio di MS di primo livello oppure l’iter di approvazione dello studio risulta in corso. Da sottolineare la presenza di “Studi di MS di terzo livello” che riguardano alcuni Comuni della provincia reatina che, a valle del terremoto del Centro Italia del 2016, hanno beneficiato dei finanziamenti stanziati con Ordinanza n. 24 del 12 maggio 2017 del Commissario Straordinario del Governo per la ricostruzione del terremoto in Centro Italia.
Le Linee Guida Regionali legano strettamente la MS alla Pianificazione Urbanistica in quanto gli studi di MS sono parte integrante dei Pareri Regionali ai sensi dell’art. 89 del DPR n. 380/200118.
Proprio in riferimento a queste Ordinanze (OPCM n. 3907/2010, OPCM n. 4007/2012, OCDPC n. 52/2013 e OCDPC n. 171/2014, n.293/2015, 343-344/2016, 532/2018), la Regione ha beneficiato di ulteriori finanziamenti del DPC che si sono aggiunti a quanto già finanziato dalla Regione con la DGR Lazio n. 545/2010 (circa 3,4 Ml di Euro), permettendo
16 DGR Lazio n. 155 del 7 aprile 2020 - Revoca della deliberazione di Giunta regionale 21 ottobre 2011, n. 490 - Approvazione degli Abachi Regionali per gli studi di Livello 2 di Microzonazione Sismica e delle procedure di applicazione nell'ambito dell'espressione del parere ai sensi dell'art. 89 del DPR del 6 giugno 2001 n. 380.
17 Fonte “Area Difesa del Suolo della Direzione Regionale Risorse Idriche e Difesa del suolo della Regione Lazio”.
18 DPR n. 380 del 6 giugno 2001 -Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia