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U Rallentare la progressione dellafibrosi polmonare idiopatica

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30 n M.D. Medicinae Doctor - Anno XXIII numero 5 - giugno-luglio 2016

A ggiornAmenti

U

na buona notizia per i pa- zienti affetti da fibrosi pol- monare idiopatica (FPI):

nintedanib (un inibitore di tirosin chinasi a piccola molecola che ha dimostrato di rallentare la progres- sione di malattia) ha ottenuto la rimborsabilità anche in Italia.

La FPI è definita come una forma specifica di polmonite interstiziale fibrosante ad eziologia sconosciu- ta, con andamento cronico e pro- gressivo, tanto che a tre anni di osservazione il tasso di sopravvi- venza è del 50%. “Questa grave patologia è caratterizzata da flogo- si e formazione di tessuto cicatri- ziale fibrotico, che diventa ineffica- cie per gli scambi gassosi. Dal punto di vista clinico comporta difficoltà respiratoria in primis sot- to sforzo e in seguito anche a ripo- so - spiega a M.D. Alberto Pesci, Direttore Clinica di Pneumologia, Università degli Studi di Milano- Bicocca, ASST di Monza e Brianza.

Colpisce prevalentemente sogget- ti adulti con età >50 anni (età me- dia 65 anni), si stima che nel no- stro Paese ne siano affette circa 15.000 persone, con un’incidenza di circa 4.500 nuovi casi/anno. Si manifesta con sintomi aspecifici, quali tosse secca e dispnea da

sforzo e ad oggi si conoscono alcu- ni fattori di rischio, tra cui fumo e reflusso gastroesofageo. Essendo considerata una malattia rara sono pochi i centri dedicati alla FPI e il ritardo medio dal primo sintomo alla diagnosi è di circa 3 anni, anni persi per impostare eventuali trat- tamenti. La diagnosi è fondamen- talmente fondata sulla HRCT, che permette di vedere delle immagini precise riconducibili alla patologia e solo in pochi casi sono necessa- rie le biopsie polmonari”.

¼

¼ Arsenale terapeutico

Con la disponibilità di nintedanib l’arsenale terapeutico a disposizio- ne dei clinici si è così arricchito, perché il nuovo farmaco si affianca a pirfenidone, una piccola molecola che inibisce la sintesi di TGF-beta e TNF-alfa, disponibile da tre anni.

Nintedanib che ha come bersaglio tre recettori dei fattori di crescita che hanno dimostrato di essere potenzialmente coinvolti nella pa- togenesi della malattia. Si ritiene che nintedanib, bloccando queste vie di passaggio dei segnali coin- volte nei processi fibrotici, rallenti il declino della funzionalità polmo- nare del 50% e la progressione

della malattia. Ma non solo, negli studi nintedanib appare in grado di ridurre del 47% il rischio di esacer- bazioni acute (fasi accelerate) della malattia, eventi clinici di tale gravi- tà da essere spesso fatali.

Una peculiarità di nintedanib è quel- la di poter trattare pazienti con ma- lattia ancora in una fase precoce dove, probabilmente, intervenendo in modo tempestivo, si può ottene- re un miglioramento della prognosi.

AIFA ha riconosciuto la possibilità di utilizzarlo anche nei pazienti gravi permettendo di reclutare un’altra porzione di persone, che altrimenti non potrebbe essere trattata ade- guatamente.

“In questo momento abbiamo dunque a disposizione due farmaci efficaci nel trattamento della ma- lattia, con meccanismi diversi e quindi con potenzialità di associa- zione – conclude Pesci. Sono in- fatti in corso studi volti a valutare se l’associazione dei due farmaci possa migliorare la prognosi di malattia”.

Rallentare la progressione della fibrosi polmonare idiopatica

n P

neumologia

w

Attraverso il

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presenteQR-Code è possibile ascoltare con tablet/smartphone l’intervista a

Alberto Pesci

• J Pharmacol Exp Ther 2014; 349:209-20.

• Drugs 2015; 75: 1131-40.

• Raghu G, Kreuter M, Abs ATS.

San Francisco 13-18/5 2016.

Bibliografia Bibliografia

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