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Academic year: 2022

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In copertina: immagine tratta dal film All that Glitters (Tomas Kudrna) Progetto grafico Effigie Srl

Proiezioni

Tutte le proiezioni sono a ingresso libero fino a esaurimento posti

Spazio Oberdan

Viale Vittorio Veneto 2, 20121 Milano Tel.: 02.77.40.63.16

www.cinetecamilano.it

Inail – Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro

Direzione regionale Lombardia Aniello Spina

Direttore Regionale

Corso di Porta Nuova 19, 20121 Milano e-mail: lombardia@inail.it

siti.inail.it/lombardia

tel. 02.6258.6607-6341-6636

Fondazione Cineteca Italiana Cristina Comencini, Presidente Matteo Pavesi, Direttore

Enrico Nosei, Direttore programmazione

Luisa Comencini, Segretario generale – Relazioni esterne Silvia Pareti, Progetti speciali

Silvia Boz, Ufficio stampa

Viale Fulvio Testi 121, Milano

Tel. 02.87.24.21.14

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Spread, rating, bolla finanziaria, default: tutti termini entrati da poco nel lessico comune ma già in grado non solo di disegnare un orizzonte finanziario ed economico incerto e oscuro ai più, ma anche di ripercuotersi sulla vita quotidiana di tutti coloro che operano nel mondo del lavoro. Incertezza, ansia, precarietà portano infatti storicamente a un aumento dei rischi per la sicurezza di chi lavora. Il mercato tradizionale del lavoro sta attraversando un momento difficile e di trasformazione in cui le logiche finanziarie sembrano avere la meglio, polverizzando l’idea di lavoro, seppur precario, che fino a poco tempo fa era consolidata. Riconoscere le linee di evoluzione del cambiamento in atto, dando delle risposte chiare a una crisi di sistema, non è facile.

Proprio per questo la sesta edizione di Sguardi al lavoro, l’iniziativa di INAIL Lombardia in collaborazione con Fondazione Cineteca Italiana nell’ambito della “Settimana europea per la salute e sicurezza sul lavoro”, propone uno spazio di riflessione e di approfondimento, per tentare di offrire una chiave di lettura a una realtà tanto complessa.

Il cinema, come abbiamo verificato negli anni passati, è un eccellente termometro del reale. Ci restituisce puntualmente, di giorno in giorno, gli umori, i dubbi, i cambiamenti del mondo del lavoro e con esso l’idea stessa di sicurezza. Tutelare la qualità del lavoro, difendere il diritto a un lavoro a misura d’uomo è un dovere fondamentale anche e soprattutto quando, come oggi, l’idea stessa di futuro – e il lavoro nell’accezione più alta si combina all’idea di tempo che deve venire – è messa sotto scacco dalla quotidianità. La stessa difesa di alcuni principi fondamentali, come appunto la sicurezza sul lavoro, diventa allora un tema ancor più radicale e importante. Ben vengano dunque film documentari come Il sangue verde o il recentissimo Pugni chiusi di Fiorella Infascelli, ospite della rassegna, che racconta la storia

dell'occupazione dell'Asinara da parte degli operai della Vinyls. Premiato come migliore documentario italiano all’ultima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, il lavoro della Infascelli è un modo concreto per riprendere contatto con il reale. Non sotto un segno diverso è Rosso Malpelo di Pasquale Scimeca, che prendendo spunto dal racconto di Giovanni Verga tratta un tema di scottante attualità, così come per altri versi La classe operaia va in Paradiso, il capolavoro di Elio Petri in edizione restaurata, che ci rammenta come esista ancora oggi un’economia che passa attraverso la fatica fisica.

Vogliamo riportare con questi lavori e gli interventi dal vivo in sala l’attenzione sulla concretezza del reale, sulle “fatiche” quotidiane che non si “bruciano in borsa” in poche ore, ma che appartengono alla vita di tutti i giorni. La rassegna si inaugura il 26 ottobre, in prima serata, con Inside Job, premio Oscar 2011 come miglior documentario, che rivela chi ci ha rubato il futuro; sabato 29 ottobre, giornata di chiusura della manifestazione, è invece dedicato all’uomo che il futuro lo ha anticipato: Adriano Olivetti. In anteprima a Milano per Sguardi al lavoro il film documentario di Michele Fasano In me non c’è che futuro racconta come in Italia c’è stato un momento, a metà degli anni ’60 del ‘900, in cui l’Olivetti ebbe l’occasione di guidare la rivoluzione informatica mondiale, dieci anni prima dei ragazzi della Silicon Valley:

Steve Jobs e Bill Gates. La spinta all’innovazione, presente anche nell’Italia di oggi, rappresenta un viatico importante per guardare, già da domani, al lavoro con maggiore ottimismo e sicurezza.

Aniello Spina, Direttore Regionale INAIL Lombardia Matteo Pavesi, Direttore Fondazione Cineteca Italiana

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I film in rassegna Spazio Oberdan - Milano

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Mercoledì 26 ottobre h 17

LA FABBRICA DI CIOCCOLATO

R. e sc.: Paolo Ceretto. Int.: Gianluca Fresu, Emme Maria Domenica, Luciana Cignarale, Graziella Macchia. Italia, 2010, col., 9’.

Possono le innovazioni sociali apportate dalle norme sulla sicurezza convivere con un’azienda dalla tradizione artiginale centenaria?

Peyrano, azienda simbolo dell’eccellenza della tradizione culinaria, cerca la strada per riuscire a stare al passo coi tempi, pur non perdendo la propria identità.

LEZIONI DI CIOCCOLATO

R.: Claudio Cupellini. Sc.: Fabio Bonifacci. Int.: Luca Argentero, Violante Placido, Neri Marcorè, Hassani Shapi. Italia, 2007, col., 107’.

Mattia, geometra in carriera, si trova nei guai: Kamal, un operaio egiziano che lavora in nero in uno dei cantieri gestiti da lui, si è infortunato a causa delle blande condizioni di sicurezza, e per questo Mattia rischia una denuncia penale. In cambio del silenzio, Kamal propone al geometra di prendere il suo posto al corso di pasticceria che sta frequentando per aprire in futuro un'attività in proprio. Per riuscire a ottenere la somma in palio alla fine del corso, Mattia è così costretto a camuffarsi da immigrato e a elaborare la ricetta per un nuovo cioccolatino...

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Mercoledì 26 ottobre h 19

PUGNI CHIUSI

R.: Fiorella Infascelli. Sc.: Fabio Bonifacci. Fot.: Francesco Di Giacomo. Produz.: Angelo Barbagallo per Bibi film in collaborazione con Regione Autonoma della Sardegna. Italia, 2011, col., 60’.

Febbraio 2009. Un gruppo di operai della Vinyls in cassa integrazione occupa il carcere dell'Asinara. Chiede la riapertura degli impianti e di continuare a lavorare. Sembra una battaglia disperata, una protesta estrema, ma poco alla volta, il mondo si accorge di quegli uomini sperduti su un'isola deserta, prigionieri in un carcere abbandonato. L’articolo di un giornale, un servizio televisivo, il loro blog che cresce. E poi Facebook, interviste, collegamenti, trasmissioni sempre più importanti. Una battaglia sindacale tradizionale diventa visibile grazie a strumenti di lotta non tradizionali. Ma cosa succede davvero su quell’isola? Passa un anno, gli impianti rimangono fermi e sembra che non sia cambiato nulla. In realtà tutto è cambiato.

Soprattutto sono cambiati loro: quegli uomini non sono più solo operai che rivogliono il loro lavoro. Hanno vissuto insieme, hanno sofferto, hanno sperato. La loro lotta è diventata una grande avventura umana. Li ha cambiati, arricchiti, stancati. Intorno a loro il paesaggio intenso dell’isola, i bianchi accecanti della calce del carcere, i bui improvvisi delle notti invernali, le stagioni che scorrono.

Gli affetti, le emozioni, le speranze. “Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso”, se lo sono ripetuti ogni giorno.

Il film ha vinto il premio come miglior documentario nella sezione

“Controcampo italiano” alla 68. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (2011).

La regista Fiorella Infascelli sarà presente in sala per un incontro con il pubblico.

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Mercoledì 26 ottobre h 21

VERTIGINE

(Storie e testimonianze di incidenti sul lavoro)

Letture sceniche dal vivo di Nicoletta Maragno tratte da Andrea Bajani, Erri De Luca, Pietro Donato.

...Una guerra che non esiste ma che fa sempre più vittime…

Nicoletta Maragno. Diplomata alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano (1990). Lavora al fian- co di Giorgio Strehler per più di un decennio come attrice e pren- de parte a molte produzioni di altre compagnie teatrali a fianco di registi e attori come: Maurizio Scaparro,Giorgio Albertazzi. Egi- sto Marcucci, Valeria Moriconi, Carlo Giuffrè, Pino Micol, Rober- to Citran e altri. Ha lavorato nel cinema in Giorni e Nuvole, Agata e la tempesta e Le acrobate di S. Soldini, La giusta distanza di C. Mazzacurati e altri. Da tre anni partecipa alle produzioni

teatrali di Teatri S.p.a. e Teatro Stabile del Veneto . È stata tra le fondatrici della Compagnia Gruppodacapo.

È autrice di numerosi lavori di drammaturgia. Partecipa da cinque anni al Festival della letteratura di Mantova con Antonia Arslan (scrittrice, autrice de La Masseria delle Allodole) con un progetto sulla letteratura femminile dei primi del novecento.

Ha iniziato a collaborare con l’Università di Padova e con il Comitato Pari Opportunità del Comune di Padova attraverso lavori e recital teatrali su temi di interesse sociale legati alle politiche di genere e alle pari opportunità, compresi i progetti che hanno poi dato vita a uno spettacolo sulla maternità dal titolo M’ama? e ad un lavoro sulla violenza contro le donne dal titolo Malamorenò, attualmente in circuito.

Il lavoro di Nicoletta attraverso il teatro su tali temi di interesse sociale è stato onorato nel marzo 2011 da un prestigioso ricono- scimento da parte del Comune di Padova, attraverso la consegna ufficiale dei sigilli della Città, consegnati da Alessandro Gassman.

A seguire, proiezioni

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TREVIRGOLAOTTANTASETTE

R.: Valerio Mastandrea. Sc.: V. Mastandrea, Daniele Vicari. Int.: Elio Germano, Jasmine Trinca, Marco Giallini. Italia, 2005, col., 13’.

Basta un attimo di distrazione a cambiare il corso degli eventi.

Andrea vede uno dei tubi, non fissato bene durante il montaggio, staccarsi dall'impalcatura e cadergli addosso. Lo osserva esterrefatto mentre intorno a lui tutto subisce un repentino mutamento.

INSIDE JOB

R. e sc.: Charles Ferguson. Fot.: Kalyanee Mam, Svetlana Cvetko.

Mus.: Alex Heffes. Usa, 2010, col., 108’.

Documentario sulla bolla finanziaria scoppiata nel 2008 e ancora tragicamente attiva. Attraverso ricerche e interviste ai principali membri della finanza, politici e giornalisti viene analizzato il gotha finanziario degli Stati Uniti: Lehman, Goldman Sachs, Bush, i lobbisti.

Vengono inoltre svelati i rapporti che hanno corrotto i politici, le regole e il mondo accademico. L'inchiesta, condotta negli Stati Uniti e in Islanda, Inghilterra, Francia, Singapore e Cina, espone la scioccante verità che si cela dietro la crisi economica del 2008, che ha portato milioni di persone a perdere le proprie case e il lavoro.

“È stato come per le volpi avere l’accesso all’interno del pollaio”,

dice uno degli intervistati descrivendo l’operato degli executives delle società finanziarie dopo la deregulation iniziata da Reagan.

È un resoconto, spietato, di quanta avidità e mancanza di scrupoli ci siano dietro la crisi finanziaria che ha provocato, a partire dal 2008, la perdita di milioni di posti di lavoro.

Una ricostruzione, sconcertan- te, dei rapporti tra strutture fi- nanziarie e membri dell’ese- cutivo, delle dannose conse- guenze dei conflitti di interesse nei rapporti tra mercato e go- verno. Uno dei maggiori suc- cessi dell’anno nel campo del cinema della realtà.

Il film ha vinto il premio Oscar 2011 come miglior documenta- rio.

P r i m a d e l l a p r o i e z i o n e , intervento di Aniello Spina, Direttore Regionale Inail Lombardia.

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Giovedì 27 ottobre h 17

IL SANGUE VERDE

R. e produz.: Andrea Segre. Fot.: Luca Bigazzi, Federico Angelucci, Matteo Calore. Musica.: Piccola Bottega Baltazar. Mont.: Sara Zavarise. Italia, 2010, col., 57’.

Voci, volti e storie dei protagonisti delle manifestazioni che, nel Gennaio 2010, hanno portato agli onori della cronaca Rosarno, un piccolo paese della Calabria, a causa delle condizioni di degrado e ingiustizia in cui versano le esistenze di migliaia di braccianti africani. L’Italia si è accorta di loro, ne ha preso paura, ha reagito con violenza, Rosarno è stata “sgomberata” e il problema “risolto”.

«Non volevo raccontare la superficie, sia pur importante, del fenomemo lacerante e drammatico dello sfruttamento di lavoratori immigrati e del razzismo che lo accompagna, ma entrare nella profondità umana di chi vive e pensa questa situazione.»

(Andrea Segre)

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Giovedì 27 ottobre h 19

ALL THAT GLITTERS

R.: Tomas Kudrna. Sc.: T. Kudrna, Joe Bini. Repubblica Ceca/Russia, 2010, col., 90’, v.o. sott. it.

Il film narra la storia di un operaio di una miniera per l'estrazione dell'oro di proprietà di una multinazionale in una regione inospitale del Kirghizistan.

All'inizio l'intenzione dell'autore era di raccontare una tipica storia di sfruttamento da parte dell'Occidente di un povero paese post- sovietico, ma in realtà emerge un quadro di complesse relazioni di interdipendenza in cui la miniera è l'unico raggio di speranza per la popolazione locale. La storia sottolinea quanto siano importanti le rigorose condizioni di sicurezza quando si maneggiano sostanze chimiche pericolose per estrarre l'oro dalla roccia ad alta quota, sullo sfondo di un disastro ambientale vecchio di un decennio, le cui ripercussioni sono ancora sentite.

Premio “Luoghi di lavoro sani e sicuri” al 52. Festival del Cinema Documentario e di Animazione di Lipsia (2010).

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Giovedì 27 ottobre h 21

SEM TERRA

R.: Pasquale Scimeca, Roberto Torelli. Fot.: P. Scimeca, R. Torelli, Nicola Ferrari, Marco Miccadei, Francesco Calli. Mus.: Chico Buarque. Italia, 2002, col., 28’.

Il film nasce per caso in occasione di un viaggio di Scimeca con altri cineasti a Porto Alegre per filmare il Secondo Forum Mondiale contro la globalizzazione. Qualche giorno prima, il regista inizia a riprendere, lungo le strade della città, i resti di un mondo contadino ormai scomparso.

ROSSO MALPELO

R.: Pasquale Scimeca. Sc.: P. Scimeca, Nennella Buonaiuto, dalla novella di Giovanni Verga. Int.: Antonio Ciurca, Omar Noto, Marcello Mazzarella, Vincenzo Albanese. Italia, 2007, col., 90’.

Rosso Malpelo è uno dei tanti bambini che lavora in miniera.

Povero e malvisto per il colore rosso di faccia e capelli, alla morte del padre viene abbandonato anche da madre e sorelle. Rimasto solo al mondo, Rosso Malpelo stringe amicizia con Ranocchio, un suo compagno di lavoro. Purtroppo, anche Ranocchio lo abbandona a causa di una grave malattia e così Rosso Malpelo, convinto che ormai non ci sia più nessuno a cui importi qualcosa di lui, accetta

di andare a lavorare nella galleria più pericolosa della miniera.

Il regista Pasquale Scimeca sarà presente in sala per un incontro con il pubblico.

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Venerdì 28 ottobre h 17

SENZA ARTE NÉ PARTE

R.: Giovanni Albanese. Sc.: Fabio Bonifacci, G. Albanese. Int.:

Giuseppe Battiston, Donatella Finocchiaro, Vincenzo Salemme, Ernesto Mahieux, Ninni Bruschetta. Italia, 2010, col., 90’.

Enzo, Carmine e Bandula sono operai del salentino Premiato Pastificio Tammaro. Quando il proprietario della fabbrica decide di chiudere il vecchio stabilimento per riaprirne uno nuovo, tutto meccanizzato, il gruppo di lavoratori si ritrova disoccupato e costretto a trovare un modo per sbarcare il lunario. Poi, a Enzo e Carmine viene offerto un lavoro temporaneo, in nero, come custodi del magazzino che ospita una collezione di opere d'arte contemporanea.

Dopo l'iniziale rifiuto per un mondo a loro sconosciuto, Enzo e i suoi amici, spinti dalla disperazione e dalla voglia di riscatto, decidono di provare a rifare alcune delle opere d'arte…

«Una vera e propria commedia all'italiana in cui, all'insegna di imprese truffaldine, si fanno evolvere situazioni fra l'umorismo e l'ironia, attraversate da personaggi dagli aspetti qua e là caricaturali ma non certo privi di una simpatica e sincera umanità anche quando certi vezzi danno loro curiosi cipigli e certi passaggi psicologici li forniscono di fisionomie ora ammiccanti ora fra il balordo e l'ingenuo.» Gian Luigi Rondi, Il Tempo.

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Venerdì 28 ottobre h 19

IL RESPONSABILE

DELLE RISORSE UMANE

R.: Eran Riklis. Sc.: Noah Stollman. Int.: Mark Ivanir, Guri Alfi, Noah Silver, Rozina Cambos. Israele/Germania/Francia/Romania, 2010, col., 103’.

Quando una dipendente straniera di un panificio di Gerusalemme resta uccisa in un attentato, il responsabile delle risorse umane viene mandato al funerale in rappresentanza della ditta per rispondere alle accuse di indifferenza e disumanità. L'uomo, già attanagliato da una profonda crisi esistenziale a causa delle proprie vicende familiari, sarà costretto a intraprendere un improbabile viaggio che lo porterà fino al villaggio della donna e a capo di un convoglio funebre formato dal figlio ribelle della defunta, un giornalista insopportabile, una stramba console, un autista veterano e una bara.

«Viaggio on the road di un folle gruppo dove son fusi dramma e commedia. Il regista Riklis rinuncia a una soluzione tenendo caldi i valori di responsabilità e perdono, mescolando Simon Koniaski a Ogni cosa è illuminata per chiarire l'assurda burocrazia etica del titolo, invitando a fare i rabdomanti di se stessi.»

Maurizio Porro, Corriere della Sera

Il film ha vinto il “Prix du public Ubs” al 63. Festival del Film di Locarno (2010).

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Venerdì 28 ottobre h 21

NESSUNO MI PUÒ GIUDICARE

R. e sc.: Massimiliano Bruno. Int.: Paola Cortellesi, Raoul Bova, Rocco Papaleo, Anna Foglietta, Giovanni Bruno. Italia, 2010, col., 95’.

Alice ha 35 anni, un marito imprenditore nel ramo dei sanitari e un figlio, Filippo, di 9 anni. Donna superficiale, antipatica e classista, vive in una bella villetta di Roma nord che gestisce con tre domestici extra-comunitari. La sua è un'esistenza dorata, senza alcun problema. Tutto ciò fino alla morte di suo marito. Alice, infatti, eredita un grosso debito da saldare e rimane sul lastrico. Sarà quindi costretta ad abbandonare la sua casa e i suoi agi per trasferirsi in periferia, ma soprattutto dovrà trovare un modo per guadagnare nel più breve tempo possibile il denaro necessario a garantire a se stessa e a Filippo un tenore di vita adeguato al precedente. E come riuscire a fare tanti soldi in poco tempo?

Secondo lei basta esercitare il mestiere più antico del mondo! Con l'aiuto di Eva, una escort professionista, Alice verrà introdotta in un giro di politici, imprenditori, artisti e personaggi sportivi e, dopo un disastroso debutto, si butterà a capofitto nella sua missione.

Nel frattempo, la donna entrerà anche in contatto con una serie di nuove persone che cambieranno per sempre la sua visione del mondo: Giulio, gestore di un Internet Point, uomo di sani principi

che odia le bugie e l'ipocrisia, con cui inizierà una relazione d'amore minata dal segreto della sua “professione”; Lionello, il portiere del palazzo, razzista, qualunquista e politicamente scorretto in tutto ciò che dice, ma in fondo con un cuore d'oro; Enzo e Tiziana, quarantenni sposati e senza figli convinti che il buon vicinato sia una ragione di vita; Aziz, il cameriere pakistano dal cuore grande che la aiuterà nel vero momento del bisogno; Biagio, commesso dell'Internet Point che soffre per amore della sua fidanzata Sofia che l'ha tradito con un giocatore di rugby.

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Sabato 29 ottobre h 15

MAMMUTH

R. e sc.: Benoit Delépine, Gustave Kervern. Int.: Gérard Depardieu, Yolande Moreau, Isabelle Adjani, Benoît Poelvoorde. Francia.

2010, col., 89’.

Mammuth ha fatto per tutta la vita il macellaio e ora che ha raggiunto i sessant'anni aspetta con ansia la festa organizzata dai colleghi a sancire l'imminente pensionamento. Lavora da quando aveva 16 anni, non ha mai perso un impiego né preso periodi di malattia, eppure, ora che i funzionari del Fondo Pensionistico stanno facendo i conti, lo informano che, secondo i loro calcoli, mancano alcuni anni di contributi. Spinto da sua moglie, l'uomo monta in sella alla sua vecchia moto "Mammuth" e parte alla ricerca degli ex datori di lavoro per mettere insieme l'incartamento necessario ad andare finalmente in pensione con contributi più alti. Il viaggio diventa ben presto l'occasione per rivedere amici e colleghi del passato e scoprire, con sua grande meraviglia, di essere sempre stato considerato un idiota. È arrivato il momento per Mammuth di dare prova della propria autostima e di fare i conti con il passato e con quella donna, Yasmine, tanto amata e persa a causa di un incidente stradale. Non è solo però: al suo fianco c'è il nipote con la sua giovanissima ed eccentrica fidanzata, che gli faranno riscoprire il poeta che dormiva dentro di lui...

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Sabato 29 ottobre h 17

IN ME NON C’E’ CHE FUTURO RITRATTO DI ADRIANO OLIVETTI

Prima e seconda parte

R. e sc. e fot.: Michele Fasano. Prod.: Sattva Films con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte e della Regione Piemonte.

Italia. 2011, col., 72’ + 72’.

C’è stato un momento, a metà degli anni ’60 del XX secolo, in cui un’azienda italiana ebbe l’occasione di guidare la rivoluzione informatica mondiale. Una rivoluzione tecnologica che aveva le sue radici in una rivoluzione culturale e sociale, in un modello industriale pensato al di là di Socialismo e Capitalismo, che il suo promotore, Adriano Olivetti, aveva cominciato a sperimentare sin dagli anni ’30 a Ivrea, in provincia di Torino. La Olivetti arrivò a essere la più grande azienda italiana, con il maggior successo commerciale internazionale, capace di coprire un terzo del mercato mondiale del suo settore.

Una multinazionale atipica: con un forte radicamento territoriale, caratterizzata da politiche sociali avveniristiche, formazione permanente e attività culturali di respiro internazionale, che furono il segreto del suo successo commerciale e non la conseguenza filantropica o mecenatistica dei suoi profitti. Come nacque tale modello imprenditoriale? In che consisteva il suo stile gestionale, pensato all’insegna della socializzazione delle conoscenze e della

responsabilità sociale dell’impresa, che promuoveva un modello alternativo di società e che condusse alle soglie della più grande occasione industriale che l’Italia abbia mai avuto?

«Nella millenaria civiltà della terra, il contadino guardando le stelle, poteva vedere Iddio, perché la terra, l’aria, l’acqua esprimono in continuità uno slancio vitale… Per questo il mondo moderno, avendo rinchiuso l’uomo negli uffici, nelle fabbriche, vivendo nelle città fra l’asfalto delle strade e l’elevarsi delle gru e il rumore dei motori e il disordinato intrecciarsi dei veicoli, rassomiglia un poco a una vasta, dinamica, assordante, ostile prigione dalla quale bisognerà, presto o tardi, evadere.» Adriano Olivetti, Città dell’uomo.

Al termine della proiezione, incontro con Renato Rozzi (Psicologo del lavoro che ha lavorato alla Olivetti negli anni ’60 e ha collaborato per lungo tempo con Franco Basaglia) e con Alberto Saibene (editor per la casa editrice Ulrico Hoepli, studioso della storia della cultura italiana del XX secolo. Ha curato alcune sezioni della mostra Olivetti. Una bella società e una parte dell’omonimo catalogo (Allemandi). Nel corso del 2009 ha curato una ventina di interviste a collaboratori di Adriano Olivetti per conto della Regione Piemonte).

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Sabato 29 ottobre h 21

LA CLASSE OPERAIA VA IN PARADISO

R.: Elio Petri. Sc.: E. Petri, Ugo Pirro. Mus.: Ennio Morricone. Int.:

Gian Maria Volonté, Mariangela Melato, Mietta Albertini, Salvo Randone, Gino Pernice, Luigi Diberti. Italia, 1971, col., 125’.

Ludovico Massa, detto Lulù, operaio in una fabbrica metalmeccanica, è una sorta di campione del cottimo: nessuno dei compagni riesce a eguagliare il suo ritmo produttivo. Benvoluto dal padrone, non è troppo ben visto dai compagni di lavoro. D'altra parte, nemmeno Lulù è contento di se stesso: produce, consuma, ha la macchina, il televisore, la casa piena di oggetti inutili, ma si ammazza di fatica, tanto da non riuscire nemmeno più ad avere rapporti con la donna con cui vive. Tuttavia, malgrado le visite sconfortanti che fa a un ex compagno finito dalla fabbrica in manicomio, Lulù continua a tenere i suoi ritmi massacranti, finché un giorno ci rimette un dito. Comple- tamente cambiato, si schiera contro il meccanismo del cottimo, sostenendo - d'accordo con un gruppo di estremisti extraparlamentari e contrario ai sindacati - la necessità di uno sciopero a oltranza.

Scoppiano tafferugli con la polizia e Lulù viene licenziato in tronco.

Abbandonato dalla sua compagna, cui importava soltanto avere una pelliccia, e dagli stessi estremisti, che giudicano il suo come un caso personale e perciò estraneo alla lotta, Lulù, grazie all'intervento dei sindacati, viene riassunto. Ma ormai è anch'egli alle soglie della

pazzia, e ai compagni, impegnati come sempre in una frenetica lotta coi tempi di lavorazione, favoleggia di un muro da abbattere oltre il quale c'è il paradiso della classe operaia.

Copia restaurata da Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale e Museo Nazionale del Cinema di Torino.

Prima della proiezione, intervento di Claudio Zanin, Responsabile del processo Prevenzione Inail Lombardia.

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Calendario

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Giovedì 27 ottobre

h 17.00 Il sangue verde (A. Segre, 2010, 57’)

h 19.00 All that Glitters (T. Kudrna, 2010, 90’) v.o. sott. it.

h 21.00 Sem Terra (P. Scimeca, 2002, 28’) a seguire

Rosso Malpelo (P. Scimeca, 2009, 90’)

Il regista Pasquale Scimeca sarà presente in sala per un incontro con il pubblico

Venerdì 28 ottobre

h 17.00 Senza arte né parte (G. Albanese, 2010, 90’) h 19.00 Il responsabile delle risorse umane

(E. Riklis, 2010, 103’)

h 21.00 Nessuno mi può giudicare (M. Bruno, 2011, 95’)

Mercoledì 26 ottobre

h 17.00 La fabbrica di cioccolato (P. Ceretto, 2010, 9’) a seguire

Lezioni di cioccolato (C. Cupellini, 2007, 93’) h 19.00 Pugni chiusi (F. Infascelli, 2011, 60’)

La regista Fiorella Infascelli sarà presente in sala per un incontro con il pubblico

h 21.00 Vertigine (Storie e testimonianze di incidenti sul lavoro)

Letture sceniche dal vivo di Nicoletta Maragno tratte da Andrea Bajani, Erri De Luca, Pietro Donato.

A seguire, proiezioni

Trevirgolaottantasette (V. Mastandrea, 2005, 13’) Inside Job (Ch. Ferguson, 2010, 103’)

Interviene Aniello Spina, Direttore Regionale Inail Lombardia

Milano-Spazio Oberdan V.le Vittorio Veneto 2 - Programma 26-29 ottobre 2O11

Tutte le proiezioni sono a ingresso libero fino a esaurimento posti

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Calendario della settimana

Sabato 29 ottobre

h 15.00 Mammuth (B. Delépin, G. de Kervern, 2010, 90’) h 17.00 In me non c’è che futuro. Ritratto di Adriano Olivetti

– Prima parte (M. Fasano, 2011, 72’)

In me non c’è futuro. Ritratto di Adriano Olivetti – Seconda parte (M. Fasano, 2011, 72’)

Al termine della proiezione, incontro con Renato Rozzi (psicologo del lavoro) e con Alberto Saibene (editor per la casa editrice Ulrico Hoepli)

h 21.00 La classe operaia va in paradiso (E. Petri, 1971, 120’)

Copia restaurata da Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale e Museo Nazionale del Cinema di Torino

Prima della proiezione, intervento di Claudio Zanin, Responsabile del processo Prevenzione Inail Lombardia.

Milano-Spazio Oberdan

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