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Contributo alla conoscenza della biodiversità varietale di Prunus persica (L.) Batsch. subsp. persica, nell'Alta Valle del Platani (Sicilia centro-occidentale)

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Quad. Bot. Amb. Appl., 16 (2005): 249-256.

Contributo alla conoscenza della biodiversità varietale di Prunus persica (L.) Batsch. subsp. persica, nell'Alta Valle del Platani (Sicilia centro-occidentale)

PASQUALE MARINO

&

ROSARIO SCH!CCHI

Dipartimento di Scienze Botaniche del! 'Università degli Studi di Palermo, via Archirafi 28 - 90123 Palermo

ABSTRACT. - Contribution to the knowledge of Prunus persica subsp. persica varietal biodiversity in the Platani High Valley (CW Sicily). - The authors analyze the peach cultivar plants around the Platani river. The research points out four new important native cultivar ofthe Cammarata territory, Prunus persico subsp. persico 'Rahgatedda'; Prunus persico subsp.

persico 'Chiara'; Prunus persico subsp. persico 'Lillo' ; Prunus persico subsp. persico 'Saporita'. This contribution is an attempt to preserve the native peach germplasm from the risk of genetic erosion.

Key words: biodiversity, peach, Platani High Yalley, Sicily.

PREMESSA

L'Alta Val le del Platani , che comprende la porzione set- tentrionale dell 'omonimo fiume (Fig. I), ricade nei territo- ri di Cammarata, San Giovanni Gemini e Castronovo di Sicilia (Sicilia centro-occidentale). La co ltura del pesco, in questi ambienti, costituisce una delle realtà produttive più espressive nel panorama frutticolo sici liano.

ell'ambito delle ricerche effettuate nel territorio dei Monti Sicani sud-orientali (MARI o & al. , 2005) è stata messa in evidenza l'estensione dei pescheti specializzati ricadenti nei territori di Cammarata e San Giovanni Gemini, impiantati sin dagli anni '40, che ammontano a circa I 00 ettari. Verso nord, lungo la fiumara di Castronovo di Sicilia, i pescheti si estendono per altri 85 ettari.

L 'analisi descrittiva e quantitativa dei pescheti esistenti

Fig. I - Localizzazione dell'area.

nell 'area , ha permesso di individuare ed anal izzare questa coltu ra sotto il profilo varietale. A tal fine, nell 'arco dell 'ul- timo quinquennio, sono state condotte delle osservazioni in alcuni pescheti che hanno portato alla luce quattro interes- santi cultivar native del!' Alta Valle del Platani, ed in parti- colare, de l territorio di Cammarata.

OBIETTIVI DELLA RICERCA

L'obiettivo, del presente contributo, è quello di caratte- rizzare quattro interessanti cultivar di pesco, autoctone nel- l'area in esame, meritevoli di essere definite poiché ritrag- gono in buona sostanza la risposta degli adattamenti gene- tici varietali alle condizioni ambientali dell'area. Secondo un'ottica biodinamica, che prevede l'adozione di varietà locali a maggiore equilibrio con l'ambiente circostante, questo contributo è reso con l'intento di custodire il germo- plasma delle cv. autoctone a rischio di erosione genetica.

INQUADRAMENTO SISTEMAT I CO

li pesco, Prunus persico (L.) Batsch ., è un taxon origi-

nario dell'estremo oriente, coltivato in Cina già 4.000 anni

fa

(PIGNATTI, 1982). La diffusione della specie, iniziata pre-

sumibilmente proprio dalla Cina, è proseguita nel tempo

attraverso gli itinerari commerciali della seta fino a rag-

giungere la Persia, da cui il nome persico. Dai testi classi-

ci si evince anche che questo taxon era noto in Grecia fin

dal IV secolo a.C. E' supponibile, pertanto, che furono pro-

prio le popolazioni Ioniche e Doriche, presenti in Sicilia a

partire dall 'Vlll secolo a.C., a diffonderlo in coltura nei ter-

ritori siciliani, prima della dominazione romana (Il secolo

a.C).

(2)

Fig. 2 - L'Alta Valle del Platani agli inizi del 1800. L'area in esame si trova a destra della 'E

'; la 'a' sta per 'alberi'.

Oggi il pesco è diffuso in tutti i paesi a clima mediterra- neo, ovviamente in Europa, Asia, Sud Africa, in America e Australia. li pesco è attualmente presente tra i 30° e 45° di latitudine, sia nell'emisfero boreale che in quello australe.

Alle latitudini maggiori, le temperature invernali ed i ritorni di freddo primaverili sono fattori limitanti alla sua diffusio- ne.

Per quanto concerne l'inquadramento sistematico del pesco si è fatto riferimento a SrTTE & al. (2004), per le cate- gorie superiori al genere, mentre per i taxa infraspecifici è stato seguito il Catalogo Etnobotanico di RIVERA NUNEZ &

al. ( 1997), relativo alle varietà tradizionali dei fruttiferi della Cuenca del Rio Segura (Spagna). Nell'ambito del genere Prunus L. i suddetti autori, distinguono le seguenti sotto- specie:

Prunus persica (L.) Batsch. subsp. persica

Frutti molto carnosi, globosi, tomentosi, con un marcato solco longitudinale dalla base all'apice e nocciolo ovale saldamente aderente alla polpa;

Prunus persica subsp. domestica (Risso) Rivera, Ob6n, Rfos, Selma, Méndez, Verde & Cano

Frutti molto carnosi, globosi, tomentosi

, con un marcato

solco longitudinale dalla base all'apice e nocciolo ovale distaccato o poco aderente alla polpa;

Prunus persica subsp. nucipersica (L.) Rivera, Ob6n, Rfos, Selma, Méndez, Verde & Cano

Frutti molto carnosi, globosi, glabri, con un marcato solco longitudinale dalla base all'apice e nocciolo ovale, aderente alla polpa;

Prunus persica subsp. platycarpa (Decaisne) Rivera, Ob6n, Rfos, Selma, Méndez, Verde & Cano

Frutti piccoli

, a

polpa succosa, schiacciati, con nocciolo appiattito che, per la rugosità, ricorda quello della subsp.

persica.

Prunus persica subsp. davidiana (Carr.) Rivera, Ob6n, Rfos, Selma, Méndez, Verde & Cano

Frutti piccoli

,

a polpa succosa, ovoidali, con nocciolo ovoidale che, per la rugosità, ricorda quello della subsp.

persica.

250

PROF ILO STORICO SULLE COLTIVAZIONI DEL PESCO

NELL'AREA CONSIDERATA

L'interesse per il pesco in Sicilia non è recente. Si pre-

sume,

infatti

, che fosse già coltivato fin dai

primi del

'300

quando si faceva riferimento esplicito a pesche e albicocche in contratti di forniture di fruttiferi vari (CARUSO & SOTTILE, 1999).

L'attenzione posta dall'uomo alla mutabilità dei caratteri morfo-genetici del pesco, per far fronte alla sempre più forte e variabile richiesta da parte dei consumatori, ha consentito la diffusione di quelle cv. in grado di assicurare i migliori risultati economici e produttivi. Già agli inizi dell

'800,

la porzione del territorio in prossimità del Platani (CARUSO &

OBI LI,

200 I), era abbastanza ricca di colture arboree a carattere familiare

(Fig.

2). Si suppone, quindi, che grazie all'appetibilità delle drupe ed alla peculiare vocazione di questi ambienti, la coltura del pesco fosse già praticata durante le dominazioni arabe e normanne.

Risulta, dunque, che l'area ricadente nelle contrade Passo Barbiere, Pantano, Isola dei Manni e Sciso, sia stata con- traddistinta negli ultimi secoli da coltivazioni arboree miste a carattere domestico che, negli ultimi decenni, sono state convertite in impianti arborei specializzati. Questa confer- ma è avvalorata dalla testimonianza di Giuseppe Marino

(Foto

I) e dal padre Pasquale, quali primi peschicoltori del- l'area in esame. Essi nel 1952 impiantarono il primo pesche- to specializzato a vaso californiano, con il supporto del Dott. Rosario Pino, già Ispettore Provinciale all'Agricoltura, utilizzando cv. native, prelevate dai vecchi giardini esistenti all'epoca. In quegli anni erano piuttosto diffuse decine di cv. tra le quali si ricordano quelle con polpa aderente al nocciolo come

'Carini', 'Turka Rossa', 'Turka

Bianca', 'Pizzutella', 'Bellarosa', 'Gialla',

'Morettina' -

con buona probabilità si tratta di una cv. affine a

'Prodigiosa Morettini'

(MORETTINI, 1970) - e diverse forme selvatiche a polpa gialla e bianca dette volgarmente

'

Bianca', 'Gialla', 'Spaccarella' (con drupe non aderenti al nocciolo), in relazione al colore delle drupe o alla consi- stenza, e/o

'

Purmintia', 'Luglina

', 'Agustina', 'Settembrina'

e 'Tardia', in relazione al periodo di maturazione. Negli anni successivi furono introdotte dall'estero alcune cv. brevetta- te, come

'

Cardinal',

'Dixired',

'Dixigem',

'Readhaven'

e 'Springtime'. Sempre grazie all'opera del Dott. R. Pino

Tab. I - Inquadramento

sistematico di Prunus persica.

Classe ... Rosopsida Sottoclasse . . . . .. Rosidae

Superordine ... Rosanae Ordine .. Rosa/es

Famiglia ... Rosaceae Juss.

Sottofamiglia .. Prunoideae Focke Genere . . .. Prunus L.

Specie ... Prunus persico (L.) Batsch.

Subspecie .. - persico

- domestica (Risso) Rivera, Obòn, Rios, Selma, Méndez, Verde & Cano - nucipersica (L.) Rivera, Obòn, Rios,

Selma, Méndez, Verde & Cano - platyca1pa (Decaisne) Rivera, Obòn, Rios,

Selma, Méndez, Verde & Cano - davidiana (Carr.) Rivera, Obòn, Rios,

Selma, Méndez, Verde & Cano

(3)

Foto I - Una foto degli anni '50 ritrae G. Marino a fianco ad un vivaio di pesco selvatico.

I

noccioli, utilizzati per la propagazione, venivano raccolti da fenotipi locali.

furono introdotte da Tripoli alcune cv. afferenti a Prunus persico subsp. platycarpa, con drupe platicarpe a polpa bianca chiamate localmente 'A Pumadoru' o 'Tabacchiera'.

Quest'ultima cv., di cui sono noti ancora alcuni esemplari, è contraddistinta da drupe con evidenti costolature molto simili alle bacche del pomodoro costo luto. Delle altre cv.

introdotte da Tripoli non se ne trova più traccia.

Attorno agli anni '60, altri agricoltori della zona, visti i risultati ottenuti dai primi pescheti , convertirono i loro giar- dini familiari bonificando anche i terreni in prossimità del corso del Fiume Platani. Fino agli anni '80, per ragioni di mercato, erano molto diffuse le cv. a polpa gialla a matura- zione medio tardiva, anche se non erano del tutto scompar- se quelle a polpa bianca, molto apprezzate in ambito fami- liare e spesso conservate in giardini privati non specializza- ti.

Verso la fine degli anni '80, con l' ingresso nei mercati iciliani delle cv. provenienti dall ' interland di Bivona, furo- no convertiti tutti i pescheti della zona in esame, per con- correre al successo ottenuto dalle cv. a polpa bianca sui mer- cati regionali. E' proprio in queg li anni che fu iniziata una ricerca in ambito locale, da parte di alcuni agricoltori, al fine di individuare fenotipi a maturazione tardiva, che potessero consentire l'entrata nel mercato regionale successivamente alle produzioni provenienti dall 'area di Bivona. Questa elezione, basata su tecniche tradizionali, quali l'osserva- zione diretta dei fenotipi, la riproduzione ed il monitoraggio delle produzione nell 'arco di quasi un ventennio, ha per- messo di qualificare alcune cv. a polpa bianca in grado di far fronte alla dura concorrenza della pesca 'Bivona'.

EVOLUZI O E DELLE TEC ICHE COLTURALI E STATO DELLE CO OSCE ZE VARIETALI DEL PESCO ELL' ALTA VALLE DEL PLATANI

La peschicoltura del!' Alta Valle del Platani, nell 'arco di un cinquantennio, ha subito notevoli mutamenti sia di ordi- ne colturale che agronomico. Fino agli anni '80 i pescheti della zona in esame venivano innestati sul franco, specie in quei terreni con elevato contenuto in scheletro. Nei substra- ti a matrice argillosa veniva utilizzato come portainnesto Prunus spinosa L., in quanto molto più resistente ai proble-

mi di asfissia radicale, a cui era particolarmente soggetto il pesco selvatico. Utilizzando come portainnesti piante da seme, gli impianti riuscivano ad assicurare un turno produt- tivo alquanto lungo. I vecchi pescheti estirpati alla fine degli anni '80 erano, per buona parte, relitti di quelli impiantati negli anni '50. Successivamente, con lo sviluppo di ibridi quali il GF 677 e l' MrS 2/5, furono abbandonati i portain- nesti tradizionali.

Negli ultimi dieci anni, sono state, inoltre, completamen- te riviste le tecniche di potatura, i se ti di impianto e le forme di allevamento, grazie anche ai contributi apportati dall' Istituto di Frutticoltura di Roma, per opera di Renato Pavia, e della SOAT 68 del!' Assessorato Agricoltura e Foreste. Qoesti contributi hanno permesso di rimpiazzare le forme di allevamento tradizionali , con sistemi più moderni quali il vaso veronese ed il vaso fusettato. I canoni della potatura tradizionale del pesco sono stati così sostituiti da tecniche che tengono sempre più conto dell 'ecofisiologia delle piante coltivate, in funzione della cv. e del relativo temperamento. L'aggiornamento delle conoscenze su basi fisiologiche e fenologiche del ciclo produttivo e l'adozione di forme di allevamento innovative (BELLI

1 &

al. 2005), hanno inoltre contribuito positivamente allo sviluppo della filiera peschicola.

A distanza di pochi anni i risultati ottenuti sono stati note- voli, con riflessi di natura qualitativa e quantitativa sulle produzioni. L'adozione di tecniche agronomiche, che tengo- no sempre più conto della BPA (buona pratica agricola), ha permesso, inoltre, di ridurre l'impatto dei fitofarmaci nel- l'ambiente circostante.

Sulla base degli studi condotti da CARUSO

&

SOTTILE ( 1999), le cv. della zona in esame erano ' Kamarat', 'Settembrina di Bivona ' e la 'Gemini'. Secondo GUAITOLI

&

al. (200 I), le varietà coltivate fino al 2001 erano ' Bambino', ' Russotto', 'Agostina o Agostinara', 'Settembrina Bianca', 'Settembrina', 'Turca ', 'Tardiva di Bivona ', 'Bianca di Cairone', 'Giordano', ' Tardiva di Leonforte' e 'Strisciata'.

Mentre per la 'Settembrina di Bivona' e le altre cv. riporta- te da GUAITOLI

&

al. (2001) non ci sono stati mutamenti di rilievo in ordine allo status di conservazione varietale, per quanto attiene invece alle cv. ' Kamarat' e ' Gemini' si è assi- stito ad un repentino abbandono in quanto non più competi- tive sui mercati regionali. Queste cv., ormai ridotte a pochi esemplari e non più utilizzate su scala aziendale per fini pro- duttivi , richiedono un 'accurata salvaguardia in quanto a rischio di erosione genetica.

LINEAM ENTI FISIOGRAFICI, BI OCLIMATI CI E GEO PEDOLOGI CI L'area di studio è localizzata nel territorio di Cammarata (Agrigento). Dal punto di vista orografico lAlta Valle del Platani è caratterizzata da paesaggi di pianura alluvionale. Il clima dell 'area è caratterizzato da una precipitazione media annua di 770 mm, mentre la temperatura media annua è di l 5,5°C. Questa porzione di fondovalle viene interessata da inver ioni termiche che si manifestano frequentemente nel periodo invernale-primaverile e durante la stagione estiva, determinando, nel primo caso, gelate con minime assolute comprese tra -4°C e -6°C. Dal punto vista bioclimatico (RIVAS-MARTINEZ, 2004), il termotipo è termomediterraneo superiore, con ombrotipo subumido (MARI o

&

al., 2005).

Sotto l'aspetto geologico (GIAMBRO E, 2001 ), il termine

251

(4)

Tab. 2 - Tipi di suolo presenti nell'area di studio.

Lotto USDA (1998) WRB (1998)

"Rahgatedcta· Xerotluvent vertici, termici, misti. Calcaric Fluvisols con fini, con inc/11sio11i di: inc/11sio11i di Sodi- Xerotluvent tipici. termici. misti. Calcaric Fluvisol fini

·Chiara· Xerofluvent tipici, termici, misti. Sodi-Calcaric Fluvisol francco fini

'Lillo' Xcrotluvent tipici. termici. misti, Sodi-Calcaric Fluvisol franco lini

·saporita· Haploxerept calcici. termici. Sodi-Fluvic Cambisol misti, fini con inclusio11i di: (Calcaric) Haploxerept tluventici termici.

misti. fini

stratigrafico presente all'interno del bacino ideologico del Fiume Platani è rappresentato dai sedimenti alluvionali costituiti da limi argilloso-sabbiosi, sabbie e ghiaie. I depo- siti alluvionali del Fiume Platani sono in genere caratteriz- zati da variazioni di spessore che può oscillare fra un mini- mo di 7 m ad un massimo di 15 m. Granulometricamente questi sedimenti si presentano come limi argillosi, più fre- quenti in superficie, cui seguono spesso livelli di ghiaie che possono alternarsi a livelli argillo-limosi. Il substrato dei suddetti depositi è quasi sempre costituito da formazioni argillose mioceniche che determinano la struttura degli acquiferi e la conseguente presenza di falda di subalveo.

Secondo quanto riportato da F1 EROTT1 & al. ( 1998) e sulla base degli studi specifici condotti da GUAITOLI & al. (2001 ), nell'area in esame sono presenti i suoli riportati in Tab. 2, relativamente ai lotti di terreno, interessati dalle cv. oggetto di studio.

METODOLOG IA

La descrizione delle nuove cultivar di pesco, native nell'Alta Valle del Platani, è stata effettuata sulla base di

o •

'Chiara'

** <O>+

'l.illo'

'Saporita'

Fig. 3 - Lotti di provenienza e di arrivo, delle cv. 'Rahgatedda', 'Chiara', 'Lillo' e 'Saporita ', lungo la fiumara del Platani.

252

quanto previsto dall'Jnternationa/ Code of Nomenclature for Cultivated P/ants (BRICKELL & al., 2004) e dall' lnt ernational Code of Botanica/ Nomenclature (GREUTER & al., 2000). Per la loro caratterizzazione so no stati messi sotto osservazione quattro lotti di pescheto, pres- so le Aziende Marino e Giordano, nelle località Passo Barbiere e Sciso del territorio di Cammarata. Le osservazio- ni condotte dal 2000 al 2005, supportate da informazioni circa la provenienza, hanno permesso di ricostruire l'esatta origine delle cv. e di definire le caratteristiche agronomiche, tecnologico-organolettiche e morfologiche.

Per la caratterizzazione delle drupe sono state tenute in considerazione le produzioni degli anni 2001, 2002, 2003, 2004, 2005. Relativamente alla dimensione e al peso dei frutti, sono state eseguite le misurazioni in funzione della ripartizione delle classi di diametro , a mezzo di calibratrice, e confrontando anche il dato medio di 30 drupe per cv. su campioni rappresentativi.

In Fig. 3, vengono riportati i lotti di provenienza delle cv.

in esame, facendo riferimento alla carta elaborata da MARI o & al. (2005). I dati pomologici sono stati ottenuti sulla base delle osservazioni e misurazioni condotte sulle produzioni aziendali. La descrizione morfologica delle cv.

viene riportata nelle Tabelle 3-4-5-6, seguendo la scheda pomologica descrittiva elaborata dall 'ARSIA - Toscana e parzialmente modificata.

Prunus persica subsp. persica ' Rahgatedda'

La cv. ' Rahgatedda ' (Foto 2) è stata ottenuta per innesto dei tessuti che hanno avuto origine nel 1985, da una chime- ra in una pianta a maturazione precoce. Successivamente ad un periodo di osservazione di cinque anni, che ha fornito immediatamente buoni esiti, nel 1990 la cv. è stata innesta- ta su 55 ibridi di GF677. Commercialmente è stata diffusa a partire dal 1993.

Zona tipica di produzione e luogo di conservazione Regione Sicilia - Ca mmarata (AG) - Azienda agricola Marino, Contrada Passo Barbiere.

Caratteristiche agronomiche

Le piante hanno vigoria elevata. La produttività è media e costante nel tempo; lo "scatolato" è assente. 1 frutti sono

Foto 2 - Drupe di

Prunus persica

subsp.

persica

'Rahgatedda' in

fase di maturazione.

(5)

Tab. 3 - Scheda pomologica descrittiva della cv. 'Rahgatedda '.

Nomecult1\ar Fta p1an1c (anni) N--01ante md1v1duate Portainnesto Grupoo oomolog1co Sistema da allevamenro T100 albero Portamento

Fiore/Tipo Fioritura Glandole foghan Cascola ore-raccolta Produmvna Eooca raccolta N raccolte

Classe diametro medio (su I O q) Peso medio fruii! (su I O Q) Fonna dci fnnll (long.) forma d<1 frulll (lrasv.) Snnm~tna fm111 Scatolato Colore ep1dcnmde Sooraccolorc eo1dennide Tomentos1rn Cavna ocduncolare Profumo Color< oolpa Consistenz.1 p0lpa Tessnura oolpa Sap0re DOloa Adere111.a ooloa al nocciolo Resistenza alle man11JOlazwn1 G1udiz10 oualna11vo generale Ossc:naJ.Jon1 s11I giudizio qual1tat1vo

G1ud11'10 agronom1co complessivo

Suscett1b1l11a all~ malattie!

Fnt1la fiontura Alleeazione Cascola post-alle2ag1one D1mens1one foglia Corodotto dian1e1nco) Mamme fo)!lmr~

Produzione media (~!(/albero) Peso medio d1 30 noccioli(•) Callo al nocciolo Fonna nocciolo I ventrale) Forma nocciolo (frontale) Spaccatura buccia Profond1ta linea d1 sutura Sens1b1l11a a battenos1 Sens1b1hta a momlia Sensibilità a bolla Scnsibilita ad afidi

Rah~at<dda 13 55 G~ 677 Pesche bianche Vaso cahfonuano Standard AssurMcnle Elevala Rosaceo 20-30 marzo Remfon111 Elevata I decade d1 luglio

65-70mm 130 g Oblata Rotonda S11nmctnca Assente Biancastro Dal bianco al rosso mtcnso Scarsa

Marcata e larga Buono Bianco Media Ftne Buono Aderente Media Buono

I frum sono d1 pezzatura media_ molto umfonm. d1 aspetto assai attraente. con polpa aromatica La resistenza alle maniPolaz1om e a1 trasPom e media Le p1an1e sono mollo '1gorose. res1ste1111 alle basse 1empera1urè invernali e pnmavenli Predilige terreni fe111h cd 1mgu1 Necessita d1 un buon diradamento dei fruiti

Non presenta pa111colan suscettibilita alle onnc1pah mala1t1e dcl pesco Elevata

Elevata Scarsa 65-75 Clll"

Crenato 70 7,5 Assente Oblunoa Elhtt1ca Assente Scarsa Scarsa Media Media Scarsa Scarsa

di pezzatura media, di ottimo a petto, di buon apore e con- sistenza. La resistenza alle manipolazioni ed ai trasporti è media. Predilige terreni fertili, irrigui anche con buon teno- re di argilla. La maturazione è precoce. li fabbisogno in freddo è medio; resiste alle minime termiche invernali e pri- maverili.

Prunus persica subsp. persica ' Chiara'

La cv. 'Chiara' (Foto 3) è stata ottenuta per innesto da un fenotipo locale a polpa bianca originato da eme, che ha dato vita ad alcune drupe già nel 1992. Dopo un breve periodo di attenta considerazione, che ha evidenziato gli ottimi risultati, nel 1995 la cv. è tata innestata su 700 por- tainnesti di GF677. Commercialmente è stata diffusa nel 1999. La maturazione è tardiva.

Tab. 4 - cheda pomologica descrittiva della cv. 'Chiara'.

Nome cuh1\ar Eta oiante (anml N" piante 111d1v1duate Ponamnesto Gruooo oomoloo1co Sistema d1 allevamento Tipo albero Ponamcnto

Fiorefl 100 Fioritura Glandole fo11.han Cascola ore-raccolta Produtt1v11a Eooca raccolta N°raccolte Classe diametro medio Peso medio frutti ('u I 182 q) Fonna dei frutti long) Fonna dei frntu (11115\' ) S11nmctna fnut1 Scatolato Colore eo1dcn111de Sooraccolore eoidennide Tomentosità Cavità ocduncolarc Profumo Colore ooloa Consistenza ooloa Tessitura polpa Saoore ooloa Aderenza ooloa al nocciolo Rcsis1ent.a alle manioolazioni Giudizio auahtatlvo cenerale Osscrvanoni sul g1ud1Z10 qualitati'o

G1ud1zio agronomico complessivo

Suscemb1hta alle mala111e l:.nt11a fiontura Allcganone Cascola oost-alleca~1onc D1111ens1one foglia (prodotto diametrico) Mar~me fo~liare

Prod1wone media (kj!/albero) Peso medio d1 30 nocc1oh (~) Callo al nocciolo fonna nocciolo (ventrale) Fonna nocciolo (frontale) Soaccatura buccia Profondità linea di sutura Scns1b1lita a batteriosi Sensibilita a oidio Sens1b1htà a moniha Sens1b1lita a bolla Sens1b1l11a ad afidi

Cluara

700 GF677 Pesche bianche Vaso veronese Standard Assurn.cnte Elevata Rosaceo 20-30 marzo Renifonni Scarsa Elevata I decade di ottobre 80-90 mm Oblata Rotonda Snnmctnca Assente Biancastro Da rosato a rosso mtl!nso Scarsa

Marcata e lar11.a Buono Bianco Elevata Fme Ottimo Aderente Elevata 13uono

I frutti sono d1 pezzatura grossa. molto unifonm, d1 aspetto assai attraente, con polpa aromatica. La resistenza alle man1oola1Jon1 e ai trasooi11 e elevata Le piante sono mollo vigorose, resistenti alle basse temperature mvernali e primaverili. La maturazione t tardiva.

Pred1ltgc tcrrcrn fertili cd irrigui.

NecessHa d1 un moderato diradamento dei fr11111

Non preSènta pamcolan suscett1b1hta alle onnc1oah malattie del oesco I:: levata

Elevata Scarsa

< 65 cm1 Crenato 50 8,5 Assente Oblun~a Elhtt1ca Assente Scarsa Scarsa Media Media Scarsa Scarsa

Foto 3 - In primo piano drupa di

Prunus persico

subsp.

persico

'Chiara'.

253

(6)

Zona tipica di produzione e luogo di conserva::ione Regione Sicilia - Cammarata (AG) - Azienda agricola Marino, Contrada Passo Barbiere.

Caratteristiche agronomiche

Le piante hanno di vigoria elevata. La produttività è ele- vata e costante nel tempo; lo "scatolato" è assente.

1

frutti sono di pezzatura grossa, di ottimo aspetto, sapore e consi- stenza. La resistenza alle manipolazioni ed ai trasporti è otti- ma. Predilige terreni fertili , irrigui anche con tenore mode- rato di argilla. 11 fabbisogno in freddo è medio; molto resi-

tente alle minime termiche invernali e primaverili.

Prunus persica subsp. persica 'Lillo'

La cv. 'Li llo' (Foto 4) è stata ottenuta per innesto da una pianta madre originata da seme, che ha fruttificato per la prima volta nel 1985, nel lotto indicato in Fig. 3, apparte- nente a Don Lillo . li giardino di provenienza era costituito da circa 200 piante di pesco ed altrettante forme e varietà.

Nel 1987 è stata riprodotta in 4 esemplari da G. Marino ed è stata tenuta sotto osservazione fino al 1995. el 1996 è stata innestata su 200 piante di GF677. Commercialmente è stata diffusa nel 1999 . La maturazione è tardiva.

Zona tipica di produzione e luogo di conservazione Regione Sicilia - Cammarata (AG) - Azienda agricola Marino, Contrada Passo Barbiere.

Caratteristiche agronomiche

Le piante hanno vigoria media. La produttività è elevata e costante nel tempo; lo "scatolato" è assente.

1

frutti sono di pezzatura media, di bell 'aspetto, di ottimo sapore e con- sistenza. La resistenza alle manipolazioni ed ai trasporti è ottima. Predilige terreni fertili, irrigui anche con tenore ele- vato di argilla. li fabbisogno in freddo è elevato; molto resi- stente alle minime termiche invernali e primaverili.

Prunus persica subsp. persica 'Saporita'

La cv. 'Saporita' (Foto 5) è stata ottenuta per innesto da una pianta madre di circa 40 anni di età, nel lotto indicato in Fig. 3, appartenente a Vito Saporito. el 1993 è stata ripro- dotta da F. Giordano su 200 portainnesti di GF677.

Foto 4 -Drupa di Prunus persica subsp. persica 'Li Ilo' in fase di maturazione.

254

Tab. 5 - cheda pomologica descrittiva della cv. 'Lillo'.

Nome cult1var L11lo

Età p1an1e (anni)

Nv 01antc md1v1duate 200

Portamn~sto GF 677

Gruooo oomolo~ico Pesche bianche

Sistema d1 allevamento Vaso fusettaio

Tioo albero Semi-com palio

Portamento Assurgente

Vi1zoria Media

Fioreffioo Rosaceo

Fioritura 20-30 marzo

Glandole foglian Ren1fonn1

Cascola pre-raccoha Scarsa

Produ111v11a Elevata

Epoca raccolta Il decade d1 011obre

N° raccolte

Classe diametro medio (su 4 I .60 Q) 70-80 mm Peso medio frulli (su 4 I .60 a)

Fonna dci frnlll (long ) Oblala Forma dei frulli (trasv) Rotonda

S11nmctna frntti Simmctnca

Scatolato Assente

Colore ep1dem1ide Giallo-verdastro

Sooraccolore eoidennide Rosato

Tomentosita Scarsa

Cavità oeduncolare Marcala e stretta

Profumo Medio

Colore ooloa Bianco

Cons1s1enz.1 palpa Elevala

Tessuura ooloa Fine

Saoore palpa Ot111no

Adercnl3 ooloa al nocciolo Aderente Resistenza alle maaipalazioni Elevata G111d1no aual11a11vo ecncrale Buono

Osservazioni sul giudizio qualitativo I fruiti sono di pezzatura media. molto unifonni. di aspcllo allraente, con polpa aromatica La resistenza alle manioolazioni e ai trasooni è elevata Giudizio agronomico complessivo Le piante sono mediamente vigorose.

resistenti alle basse temperature mvemal1 e primaverili. I.a maturazione è tardiva.

Predilige Imeni fenili ed irrigui. Necessita di un moderato diradamento dei frulli

Suscettibilità alle mala111e Non presenta particolari suscellibilità alle pnnc1paJ1 mala111c del pesco

Enma fioritura Elevata

AllcgaL.Jone Elevata

Cascola oost-allcgagione Scarsa

Dimensione foglia (prodouo diametrico) < 65 cm'

Margine fogliare Crenato

Produzione media (kg/albero) 40 Peso medio di 30 noccioli (g) 7.7

Callo al nocciolo Assente

Forma nocciolo (ventrale) Oblunga Fonna nocciolo (frontale) Elliuica

Spaccatura buccia Assente

Profondila linea di sutura Scarsa

Sensibilità a ba1terios1 Scarsa

Sensibili la a 01d10 Media

Sensibili la a monilia Media

Sens1b1hta a bolla Scarsa

Sensibihta ad afidi Scarsa

(7)

Tab. 6 - Scheda pomologica descrittiva della cv. 'Saporita'.

Nome cultivar Età piante (anni) N' oiante individuate Portainnesto Gmooo oomologico Sistema di allevamento Tiooalbero Portamento V12oria F1oreffipo Fioritura Glandole fogliari Cascola ore-raccolta Produttività Eooca raccolta N' raccolte

Classe diametro medio (su 34,20 a) Peso medio fmui (su 34,20 Q) Fonna dei fmtti (long.) Forma dei fmtti (trasv.) S11nmetriafmtti Scatolato Colore epidennide Sopraccolore eoidennide Tomentosita Cavità peduncolare Profumo Colore ooloa Consistenza polpa Tessitura ooloa Sapore oolpa Aderenza ooloa al nocciolo Resistenza alle manipolazioni Giudizio aualitativo generale Osservazioni sul giudizio qualitativo

Giudizio agronomico complessivo

Suscettibilità alle malattie

Entuà fioritura Allegazione Cascola oost-allegagionc Dimensione foglia (prodotto diametrico) Margine fogliare

Produzione media (kllialbero) Peso medio di 30 noccioli (g) Callo al nocciolo Forma nocciolo (ventrale) Fonna nocciolo (frontale)

Profondita linea di sutura Sensibilità a baueriosi Sens1bilita a oidio Sensibilita a moniha Sensibilità a bolla Sensibilita ad afidi

Saoorita IO 200 GF677 Pesche bianche Vaso Semi-comoatto Assurgente Media Rosaceo 30 marzo -15 aorile Reniformi Scarsa Elevata lii decade di ottobre 70-80 mm 174 R Oblala Rotonda Simmetnca Assente Giallo-verdastro Le2gcrmente rosato Scarsa Marcata e stretta Medio Bianco Elevata Fine Ottimo Aderente Elevata Buono

I fnmi sono di pez1_atura media, molto unifonni. di aspetto attraen1e, con polpa aromauca La resistenza alle manipolazioni e 31 trasporti

e

elevata Le piante sono mediamente vigorose.

resistenti alle bas~ temperature invernali e primaverili La maturazione è tardiva Pred1hge terreni fertili ed 1rrigu1 Necessua di liii moderato diradamento dei frutti

Non presenta panicolari suscettibilita alle principali malattie del pesco Elevata

Elevata Scarsa

< 65 cm' Crenato 45 7.6 Assente Oblunga Ellittica Assente Scarsa Scarsa Media Media Scarsa Scarsa

Commercialmente è stata diffusa nel 1995. La maturazione è tardiva.

Zona tipica di produzione e luogo di conservazione Regione Sicilia - Cammarata (AG) - Azienda agricola Giordano, Contrada Sciso.

Caralleristiche agronomiche

Le piante hanno vigoria media. La produttività è elevata e costante nel tempo; lo "scatolato" è assente. I frutti sono di pezzatura media, di buon aspetto, di ottimo sapore e con- sistenza. La resistenza alle manipolazioni ed ai trasporti è ottima. Predilige terreni fertili, irrigui anche con tenore ele- vato di argilla. Il fabbisogno in freddo è elevato; molto resi- stente alle minime termiche invernali e primaverili.

CONSIDERAZIO I CO CLUSIVE

li presente contributo permette di acquisire nuovi dati su lla diversità varietale del pesco, in un 'area rappresentati- va della realtà frutticola siciliana.

Le nuove cv. di pesco non presentano particolari proble- mi alla coltivazione, denotando un buon adattamento alle condizioni pedo-climatiche dell 'area. Per quanto concerne le caratteristiche tecnologico-organolettiche il giudizio è ottimo per le cv. 'Chiara', 'Lillo ' e 'Saporita ', mentre per la cv. ' Rahgatedda' è lievemente inferiore ma viene compen- sato dalla precocità di matura zione che co nsente di ottenere buoni risultati commerciali.

La conservazione di questo prezioso germoplasma sarà attuata nelle Aziende che attualmente ospitano le colture, ma verrà messo a disposizione anche degli Enti che, mediante spec ifici progetti finalizzati , si occupano della tutela, della salvaguardia e della valorizzazione del patrimo- nio varietale del pesco.

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RINGRAZIAMENTI - Lavoro effettuato nell 'ambito del Progetto di ricerca " Individuazione e raccolta del germoplasma delle specie arboree da frutto di pre- valente interesse negli agroecosistemi tradizionali della Sicilia" promosso dall'Azienda Regionale Foreste Demaniali. Responsabile scientifico Prof.

Francesco M. Raimondo.

Si ringraziano i peschicoltori Giuseppe Marino, Nazareno Marino e Francesco Giordano per la valida collaborazione, durante l'intero periodo di osservazione.

RIASSUNTO - Gli autori analizzano le cultivar di pesco lungo il corso del Fiume Platani, con l'obiettivo di contribuire alla conoscenza ed alla salvaguardia della biodiversità varietale. La ricerca evidenzia quattro interessanti cultivar native del territorio di Cammarata: Prunus persico subsp. p ersico ' Rahgatedda'; Prunus persico subsp. p ersico 'Chiara'; Prunus persico subsp. persico 'Lillo';

Prunus persico subsp. persico 'Saporita'.

Riferimenti

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