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volume 19, numero 2, 2004

Microbiologia Medica 185

P043

SORVEGLIANZA ATTIVA DI LABORATORIO E DI REPARTO PER IL CONTROLLO CLINICO DELLE INFEZIONI IN CHIRURGIA

Facchini M., Colombo R., Maierna G.*,Arosio A., D’Accico M., Scarazatti E.

U.O. di Microbiologia, *Medicina Interna - Chemioterapia A.O. Istituti Clinici di Perfezionamento - Milano

In molte realtà ospedaliere, come dimostra il rapporto ISTI-SAN ¼ dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), prevale trop-po spesso la sorveglianza basata sui protocolli di igiene ospe-daliera o sulla attività del laboratorio di microbiologia. Non si è ancora sufficientemente diffusa la sorveglianza attiva di laboratorio associata a quella attiva di reparto (es. chirurgia) per ricercare l’epidemiologia batterica e l’antibiotico resi-stenza in funzione della profilassi e della terapia empirica da adottare.

I dati rilevati dall’ISS nel 2000 in Lombardia indicano: pre-senza di protocolli d’igiene ospedaliera: 100%; vaccinazione HBV degli operatori sanitari: 72.3%; presenza di protocolli di qualità per il controllo delle infezioni della ferita chirurgi-ca: 33.3%; politica degli antibiotici: 23.3%; ricerca dell’anti-biotico resistenza: 6%.

Dall’anno 2001 nella nostra A.O, è in atto una collaborazio-ne operativa tra microbiologo, farmacologo- infettivologo e chirurghi che ha permesso di organizzare in alcune chirurgie (ortopedia, vascolare) una sorveglianza attiva di reparto associata a quella di laboratorio per la ricerca dell’epidemio-logia batterica locale e dell’ antibiotico resistenza, con lo scopo di arrivare ad un uso appropriato degli antibiotici in profilassi e terapia. Nei reparti di chirurgia si è adottato il protocollo per la gestione clinica della ferita chirurgica, che prevede tra l’altro l’invio più frequente al laboratorio dei campioni batteriologici dopo una adeguata raccolta e conser-vazione. Semestralmente si è proceduto ad analizzare i dati epidemiologici e le resistenze locali per valutare la profilas-si antibiotica in uso e per adottare gli eventuali provvedi-menti di aggiornamento.

Staphylococcus aureus (S.a.) è risultato il patogeno

preva-lente in chirurgia ortopedica (ChO) e vascolare (ChV). Nel 2001 l’antibiotico profilassi in ChO protesica era costituita dall’uso dei glicopeptidi mentre in ChV protesica le cefalo-sporine di III generazione avevano sostituito le aminopeni-cilline betalattamasi protette.

L’analisi epidemiologica ha evidenziato un’equivalenza di infezioni da S.a. in ChO nel 2003 (22.3%) e nel 2002 (21.9%), mentre in ChV si è riscontrato un lieve aumento nel 2003 (27.9%) rispetto al 2002 (23.3%). La sua meticillino resistenza, in funzione anche della profilassi in uso, è risul-tata abbastanza alta in ChO nel 2001 (30%) e più contenuta nel 2003 (23%) mentre viceversa in ChV è ulteriormente aumentata dal 2001 (47%) al 2003 (58%).

La sorveglianza attiva di laboratorio e reparto tramite lo stu-dio dell’epidemiologia e delle resistenze ha permesso di for-nire ai chirurghi una valutazione farmacologica-infettivolo-gica aggiornata con le indicazioni per la profilassi antibioti-ca più idonea. Alla fine del 2003 si è consigliato in ChO protesica di mantenere la profilassi con i glicopeptidi, men-tre in ChV si è posta l’indicazione a sostituire le cefalospori-ne di III con i glicopeptidi in mono-somministraziocefalospori-ne peri-operatoria, causa il riscontro di un’alta incidenza di stafilo-cocchi meticillino resistenti.

Conclusioni. L’esperienza in corso conferma l’utilità della

sorveglianza attiva di laboratorio e reparto tramite verifica

dell’epidemiologia e delle resistenze nei singoli reparti. Fornisce inoltre dati utili per orientare i chirurghi ad usare in modo appropriato gli antibiotici in profilassi utilizzando anche i glicopeptidi ma solo quando necessario.

P044

VALUTAZIONE DELLE

ANTIBIOTICO-RESISTENZE IN CEPPI DI

STREPTOCOCCUS PYOGENES ISOLATI

NELLA ZONA DI PESCARA.

Fazii P.1, Calella G.2, Cosentino L.1, Pelatti A.1, Stella M.1,

Crescenzi C.1, Pistola F.1, Russi C.1, Gattone M.C.1,

Morano C.1, Riario Sforza G.1.

1Laboratorio di Analisi Chimico-cliniche e Microbiologia,

P.O.“Spirito Santo”, Via Fonte Romana 8, 65124 - Pescara,

2CIO - AUSL di Pescara, Via R. Paolini 1, 65124 - Pescara.

Introduzione

Streptococcus pyogenes (Sp) è un agente patogeno

frequen-temente coinvolto nelle infezioni delle vie aeree superiori. E’ infatti causa di faringotonsilliti, soprattutto in età pediatrica, di infezioni cutanee, di scarlattina e di patologie sistemiche come la febbre reumatica. Tuttavia la sorveglianza epide-miologica, ha individuato fin dal 1994 un incremento di ceppi batterici farmaco-resistenti, soprattutto per la classe dei macrolidi. La prima rilevazione della resistenza ai farmaci antibiotici di Sp è stata condotta dal nostro gruppo di studio nel 1998: è stato quindi deciso di procedere, negli anni suc-cessivi, al monitoraggio delle resistenze effettuando rileva-zioni nel 2000 e nel 2003.

Materiali e metodi

Sono stati analizzati presso il Laboratorio di Microbiologia del P.O. “Spirito Santo” di Pescara, campioni biologici pro-venienti da pazienti ambulatoriali e dai degenti. I tamponi faringei sono stati seminati su Columbia-Agar e incubati

overnight a 37° C in aerobiosi. Per l’identificazione sono

state utilizzate le colonie che presentavano beta emolisi e sensibilità alla bacitracina. L’antibiogramma è stato effettua-to con la meeffettua-todica Kirby-Bauer secondo le indicazioni NCCLS.

Risultati e conclusioni

La prima rilevazione del 1998 aveva evidenziato, su 112 ceppi di Sp, la totale sensibilità nei confronti dei beta latta-mici, il 53% di ceppi resistenti all’eritromicina e l’8% resi-stente alla clindamicina. La rilevazione effettuata nell’anno 2000 ha documentato, su 204 ceppi di Sp, la completa sen-sibilità ai beta lattamici, il 50% di resistenza all’eritromicina e l’8% di resistenza alla clindamicina. L’ultima rilevazione, eseguita nel periodo febbraio 2003-gennaio 2004, su 184 ceppi di Sp ha documentato l’assenza di resistenze ai beta lattamici, il 45% di resistenza ai macrolidi ed il 3% alla clin-damicina. I dati osservati, pur registrando una lieve diminu-zione della resistenza ai macrolidi, si discostano da quelli registrati dal Progetto GISPNEUMO, che ha evidenziato a livello nazionale una minore resistenza di Sp ai macrolidi con struttura a 14 e 15 atomi di carbonio. Si sottolinea inol-tre l’importanza del monitoraggio farmaco-epidemiologico nei confronti di Sp, al fine di poter fornire indicazioni per la scelta di una corretta terapia nei confronti delle infezioni sostenute da questo batterio.

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