volume 19, numero 2, 2004
Microbiologia Medica 186
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SENSIBILITA’ AGLI ANTIBIOTICI DEI BATTERI PIÙ FREQUENTEMENTE ISOLATI NELLA REALTA’ CREMONESE NEL QUINQUENNIO 1999 - 2003
Ferrari L.
Laboratorio di Microbiologia
Azienda Istituti Ospitalieri di Cremona
Il continuo e spesso inadeguato uso di antibiotici impiegati nella terapia delle infezioni, ha determinato una continua riduzione della sensibilità dei batteri nei confronti dei che-mioterapici.
Tale comportamento si manifesta sia in ambiente intra-, che extra-ospedaliero, determinando la necessità di utilizzare molecole sempre più “raffinate” e “costose”.
Nel nostro studio è stata valutata la dinamica dei profili di sensibilità dei batteri, G+ e G-, più frequentemente isolati nel nostro territorio, nel quinquennio 1999-2003.
Materiali e Metodi
Trattandosi di un’indagine retrospettiva, i dati sono stati estratti dai database dei sistemi analitici operanti nel nostro laboratorio: Sceptor B.D. (impiegato in routine fino al dicembre 2001) e Phoenix B.D ( dal gennaio 2002 in poi), valutando l’attività di Amoxicillina/Clavulanato, Amikacina, Cefotaxime, Ceftazidime, Imipenem, Ciprofloxacina, Cootrimoxazolo Vs. E.coli, K.pneumoniae, E.cloacae, S.marcescens, Ps.aeruginosa oltre che Oxacillina, Vancomicina Vs S.aureus, S.epidermidis ed E.faecalis. La ricerca ha interessato i ceppi batterici isolati dai pazienti degenti nel nostro ospedale (65% circa) e ceppi isolati da pazienti esterni (35% circa), afferenti ai nostri ambulatori, per un volume di 10.000 - 12.000 ceppi/anno, dal gennaio 1999 al dicembre 2003
Risultati
L’analisi dei dati ottenuti evidenzia una modesta riduzione delle sensibilità degli isolati agli antibiotici, che si attesta, nell’ultimo triennio, su valori abbastanza costanti, concordi con i dati riportati in letteratura. Da segnalare una progressi-va diminuzione della meticillino resistenza per St.aureus, in ambito ospedaliero, spiegata dall’azione di controllo e di intervento di un’attiva Commissione Infezioni Ospedaliere . Per quanto riguarda i ceppi batterici extra-ospedalieri, è pre-sente, rispetto al campione precedente, una maggiore attività di numerose delle molecole considerate, solo per alcune di queste (Fluorochinoloni), si assiste ad una riduzione della loro attività Vs alcune specie batteriche, probabilmente per il largo impiego di tali molecole nella terapia empirica, ambu-latoriale, delle infezioni genito-urinarie.
Conclusioni
L’evidente pressione selettiva indotta dall’impiego massivo di antibiotici sta evidenziando nel nostro territorio, fino a qualche anno fa, miracolosamente indenne, nuovi ed insidio-si fenomeni di reinsidio-sistenza costantemente in aumento, quali l’insorgenza di ESBL in numerosi G- e la comparsa, sempre più frequente, di VRE, Pneumococchi Penicillino-Resistenti e Stafilococchi coagulasi-negativi Meticillino-Resistenti.
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CLONALITÀ DI STAFILOCOCCHI OXACILLINO RESISTENTI ISOLATI DAL NASO DI PAZIENTI E PERSONALE IN 4 RIANIMAZIONI ROMANE (SEERBIO)
Fontana C.1a, Favaro M.1a, Carletti M.2a, Carducci G.2a, Salzano M.2b, Iodice F.2b, Silvestri A.4a, Iandimarino F.4b, Gallo M.T.3a, Pelagalli L.3b, Natoli S.1b,Testore G.P.1c
1a Università “Tor Vergata”: 1a Dip. Medicina Sper. e Sc. Bioch., 1b Terapia Intensiva, 1c M.Infettive
2 OPBG-IRCCS: a Microbiologia, b Terapia Intensiva 3IRCCS-IFO: a Microbiologia, b Terapia Intensiva 4G.B.Grassi: a Microbiologia, b Terapia Intensiva Introduzione e Scopo del lavoro:
Le infezioni ospedaliere (IO) coinvolgono il 5-10% dei pazienti ospedalizzati con enormi costi umani e finanziari. La prevenzione delle IO è un obbiettivo primario dei Piani Sanitari Nazionali sin dal 1998. Gli stafilococchi aurei e non aurei sono i più frequenti agenti delle IO, in particolare nelle terapie intensive (TI) in cui l’oxacillino-resistenza (Sta-Oxa-Res) raggiunge il 70% degli isolati. I portatori nasali di sta-filococchi oxa-resistenti hanno un rischio di sviluppare un’infezione nel corso del ricovero aumentato da 2 a 10 volte. Scopo del nostro lavoro è stato quello di valutare la prevalenza di Sta-Oxa-Res in quattro unità di TI partecipan-ti al gruppo di lavoro sulle Eziologie E sulle Resistenze Batteriche nelle Infezioni Ospedaliere (SEERBIO).
Materiali e metodi:
Tamponi nasali sono stati prelevati da pazienti e personale due volte a distanza di 30 gg.Tutti gli Sta-Oxa-Res dopo opportuno screening su terreni selettivi (CNA, Bio Merieux e Oxacillin Screen Agar, BD)sono stati sottoposti a conferma della Meticillino-Resistenza secondo quanto previsto dall’N.C.C.L.S. E’ stata valutata la correlazione genetica tra gli isolati mediante l’utilizzo della f-AFLP e successiva ela-borazione di matrici di similarità degli indici dei Dice, non-ché elaborazione grafica in dendrogrammi mediante UPGMA.
Risultati e conclusioni:
Il 17% degli stafilococchi è risultato portatore del gene mecA (83% isolato da personale della TI e 17% da pazienti). La f-AFLP ha evidenziato correlazione e/o clonalità genetica nel 60% degli isolati tra personale e pazienti, ciò a conferma del-l’ipotesi di un trasferimento di germi dal personale sanitario verso il paziente e viceversa.
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UTILIZZO DELLA FLUORESCENT-AMPLIFIED FRAGMENT LENGHT POLYMORPHISM (F-AFLP) NELL’ACCERTAMENTO DELLE INFEZIONI NOSOCOMIALI
Fontana C.1,2, Favaro M.1, Pistoia E.S.1, Minelli S.2,Altieri A.2,
Favalli C.1,2.
1Dipart. Medicina Sper e Sc. Bioch - Università Tor Vergata - Via
Montepellier 1 00133 Roma
2Policlinico Tor Vergata - V.le Oxford 81- oo133 Roma.
Il controllo delle infezioni nosocomiali rappresenta una pro-blematica di estrema attualità e particolarmente sentita nelle grandi aziende ospedaliere che hanno compreso come
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tuazione di procedure atte alla prevenzione ed al controllo delle infezioni rappresenti un traguardo da raggiungere. Ciò sia per il miglioramento del menagement del paziente (un decorso ospedaliero senza infezioni migliora la percezione della qualità del servizio offerto al paziente) sia nell’ottica di un contenimento dei costi di una azienda , si stima che un’in-fezione che intercorre durante una degenza ospedaliera inci-de per un costo variabile compreso fra i 5000-30.000 euro. Nella gran parte dei casi le aziende si sono datate di avanza-ti sistemi hardware e software per il controllo delle infezioni ospedaliere, ma ciò che risulta di vitale importanza ai fini del contenimento dell’infezione, affinchè questa non si trasformi in una epidemia nosocomiale, è di poter disporre di avanzati sistemi di studio della correlazione genetica degli isolati oggetto dell’infezione.
La letteratura ne fornisce diversi esempi come PFGE, la ribo-tipizzazione, MLE ecc, ma non tutti sono di facile applicabi-lità e di facile interpretazione. Soprattutto, allo stato attuale non tutte le procedure si sono dimostrate applicabili indiffe-rentemente all’intero universo dei microrganismi che posso-no essere causa d’infezione.
Scopo del nostro lavoro è stato quello di valutare la possibi-le appliacazione di una metodica relativamente giovane come la f-AFLP nell’accertamento genetico delle infezioni nosocomiali.
La metodica si è dimostrata estremamente versatile ed appli-cabile sia ai Gram-positivi che ai Gram-negativi con piccole modifiche procedurali. E’ di facile interpretazione anche se abbisogna allo stato attuale di una maggiore sviluppo di sof-taware che aiutino nella rapida elaborazione grafica dei risul-tati ottenuti. Consente grazie al notevole supporto tecnologi-co di cui è fornita di fornire risultati in un tempo massimo di 24 ore. Quest’ultimo aspetto rappresenta uno dei maggiori vantaggi applicativi se si tiene conto di come il tempo giochi un ruolo fondamentale nel contenimento delle infezioni.
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TIPIZZAZIONE MOLECOLARE DI CEPPI DI SALMONELLA,YERSINIA E CAMPYLOBACTER
Franzin L., Cabodi D., Bonfrate N.
Ospedale Amedeo di Savoia - Torino
Obiettivo. La genotipizzazione dei ceppi batterici è utile
negli studi epidemiologici. Scopo del lavoro è la tipizzazio-ne molecolare di ceppi di Salmotipizzazio-nella, Yersinia e
Campylobacter isolati da pazienti HIV+.
Metodi. Sono stati esaminati 68 soggetti HIV+ (35 AIDS;
media CD4: 197 cellule x 106/L, range: 3-755) con sintoma-tologia gastroenterica. Sono stati isolati: Salmonella nel 7,3% dei pazienti, Yersinia nel 10,3% e Campylobacter nel 7,3%. I ceppi sono stati tipizzati con RAPD-PCR; l’amplifi-cato è stato sottoposto ad elettroforesi su gel d’agarosio al 2% e su gel di poliacrilamide. Sono stati studiati 10 ceppi
Salmonella, 13 Yersinia (8 Y. enterocolitica 1A, 1 Y. inter-media e 4 Y. frederiksenii) e 19 Campylobacter (C. jejuni
subsp jejuni biotipo I e II di Lior, C. lari e C. spp). La ricer-ca dei plasmidi è stata eseguita con metodo Portnoy e con metodo Birboim e Doly.
Risultati. Gli isolati di Salmonella mostravano profili
elet-troforetici identici in due soggetti. I ceppi presentavano almeno un plasmide di ~100 MDal; in un paziente è stata anche osservata la presenza di ceppi con plasmidi di 70 e 1,5 MDal e in un altro di 1,2 MDal. I profili RAPD-PCR di
Yersinia appartenenti allo stesso paziente sono risultati
iden-tici, tranne per Y. enterocolitica 1A con plasmidi di 3,9 MDal
e di 2, 9, 51, 70 MDal. I tracciati elettroforetici RAPD-PCR di Y. frederiksenii sono risultati simili. I ceppi di
Campylobacter hanno presentato profili identici nello stesso
paziente e diversi rispetto a quelli degli altri. C. lari presen-tava plasmide di ~20 MDal. I ceppi C. jejuni, isolati da 3 campioni successivi di un paziente sono risultati identici.
Conclusione. La tipizzazione dei ceppi con i metodi
mole-colari ha permesso di evidenziare un comune profilo elettro-foretico per isolati diversi, consentendo di ottenere utili informazioni sulla circolazione e sulla modalità di diffusione degli stipiti studiati.
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PSEUDOMONAS AERUGINOSA: PREVALENZA
1999-2003 NELLE TERAPIE INTENSIVE DI QUATTRO OSPEDALI ROMANI (SEERBIO)
1Gallo M.T.2Carletti M.,3Fontana C.,4Meledandri M., 5Testore G.P.
1I.F.O. San Gallicano IRCCS 2OBPG-IRCCS Lab. Analisi Palidoro 3Uni. Tor Vergata-Microbiologia 4ACO S.F.Neri UOC Microbiologia
Introduzione e scopo del lavoro:
Pseudomonas aeruginosa è responsabile di numerose
infe-zioni principalmente in pazienti immunocompromessi. Questo patogeno è naturalmente resistente a molti antibiotici ed ha una grande capacità di acquisire nuovi meccanismi di resistenza. Per questo motivo è richiesta una analisi continua della sensibilità agli antibiotici. Scopo del lavoro è stato quello di valutare la sensibilità di antimicrobici su ceppi di
Pseudomonas aeruginosa isolati da campioni clinici
prove-nienti dalle Terapie Intensive di quattro ospedali romani nel periodo 1999-2003.
Materiali e metodi:
Le identificazioni e gli antibiogrammi sono stati eseguiti medianti sistemi automatici (Vitek, Bio-Merieux e Phoenix, BD) e riuniti in un unico database.Tutti i campioni sono stati saggiati con varie classi di antibiotici: chinoloni, aminogli-cosidi, carbapenemi, penicilline e cefalosporine per un totale di 12 antibiotici.
Risultati:
Lo Pseudomonas ha mostrato una elevata resistenza nei confronti del Ceftriaxone (95,26%), dell’Imipenem (49,19 %) e del Meropenem (41%); una attività sovrapponibile tra Levofloxacina (42%)e Ciprofloxacina (40%).L’antibiotico con la piu’ alta attività in vitro rilevata nell’anno 2003 è la piperacillina (73%).
Conclusioni Sembra probabile che la maggior parte di
que-sta multiresistenza rifletta l’accumulo di mutazioni multiple, anche se questo deve essere confermato da studi di genetica molecolare.
La selezione di mutanti resistenti è associata alla terapia antibiotica utilizzata per lo Pseudomonas , al dosaggio ed al sito di infezione. E’ quindi importante valutare la sensibilità del microrganismo isolato per ridurre l’uso inappropriato di antibiotici.
BIBLIOGRAFIA
1. Cobo Martinez F., Bermudez Ruiz P., Manchado Manas P.: Situaciòn actual de la resistencia de Pseudomonas aeruginosa a los antimicrobianos. Rev.Esp. Quimoterap, Dic.2003; vol.16 (n.4):450-452