Regione Veneto
Azienda Unità Locale Socio-Sanitaria
n. 14 di Chioggia
ATTO AZIENDALE DI
ORGANIZZAZIONE E
FUNZIONAMENTO
2
INDICE
INDICE 2
TITOLO I - ELEMENTI IDENTIFICATIVI E CARATTERIZZANTI DELL’AZIENDA.5
GENERALITA’. 5
Art. 1 – Denominazione e sede legale. 5
Art. 2 – Logo. 5
Art. 3 – Patrimonio. 5
Art. 4 – Missione, valori e visione. 6 Art. 5 – Filosofia dell’assistenza. 6
Art. 6 – Principi di assistenza. 6
Art. 7 – Politica aziendale sulla sicurezza. 6
Art. 8 – Obiettivi dell’Azienda. 7
PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI. 8
Art. 9 – Principi generali. Rinvio alle disposizioni di legge. 8
TITOLO II - ORGANI AZIENDALI. 8
Art. 10 – Organi. 8
Art. 11 – Direttore Generale. 8
Art. 12 – Poteri organizzatori del Direttore Generale – deleghe. 10
Art. 13 – Collegio sindacale. 11
TITOLO III - COMPONENTI LA DIREZIONE GENERALE ED ORGANISMI
COLLEGIALI. 11
Art. 14 – Direzione Aziendale. 11
Art. 15 – Il Direttore Sanitario. 11
Art. 16 - Il Direttore Amministrativo. 13 Art. 17 - Il Direttore dei Servizi Sociali e della Funzione Territoriale 14 Art. 18 - Altre funzioni dei Direttori Sanitario, Amministrativo e dei Servizi Sociali e della Funzione Territoriale. 15
Art. 19 – Il Collegio di Direzione. 15
Art. 20 - Il Consiglio dei Sanitari. 16
TITOLO IV - ORGANIZZAZIONE DELL’AZIENDA. 17
DISPOSIZIONI GENERALI. 17
Art. 21 – Principi di organizzazione. 17
Art. 22 – Assetto organizzativo. 18
Art. 23 – Macro strutture aziendali. 18
Art. 24 – Dipartimenti. 18
Art. 25 - Caratteristiche dei dipartimenti. 19 Art. 26 - Dipartimenti Strutturali. 19
Art. 27 – Dipartimenti Funzionali. 19
Art. 28 – Strutture. 20
Art. 29 – Strutture Complesse. 20
Art. 30 – Strutture Semplici. 20
Art. 31 – Limiti ex art. 53 D.Lgs. 165/2001. 21
MODELLO ORGANIZZATIVO MACROSTRUTTURE 21
A) DISTRETTO SOCIO SANITARIO 21
Art. 32 – Definizione ed Organizzazione. 21
Art. 33 – Funzioni distrettuali. 22
Art. 34 – Il Distretto come sistema integrato. 23 Art. 35 - Obiettivi generali del Distretto socio – sanitario. 28 Art. 36 – Struttura organizzativa. 28
Art. 37 – Direzione del Distretto. 29
Art. 38 - Ufficio di coordinamento delle attività distrettuali. 31 Art. 39 - Unità Operativa Complessa Cure Primarie e Unità Operative Semplici Cure Palliative e Attività
3
Art.40 - Unità Operativa Semplice Infanzia Adolescenza Famiglia. 35 Art.41 - Unità Operativa Semplice Disabilità. 37 Art.42 - Dipartimento per le Dipendenze e UOC Ser.D. 38 Art. 43 – Il Dipartimento di Salute Mentale 38
B) DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE. 39
Art. 44 – Dipartimento di Prevenzione 39 Art. 45 – Il Direttore di Dipartimento 42 Art. 46 – I Servizi costitutivi il Dipartimento di Prevenzione 43 Art. 47 – Il Comitato di Dipartimento 44 Art. 48 – La rete dei Dipartimento di Prevenzione 44 Art. 49 – I Rapporti tra il Dipartimento di prevenzione ed il Distretto 45
C) OSPEDALE. 45
Art. 50- Definizione generale 45
Art. 51 - Mission ed obiettivi 46
Art. 52 - Organizzazione ospedaliera. 46 Art. 53 - Attività dipartimentali integrate 47 Art. 54 – Direttore della funzione ospedaliera 48
STRUTTURE AZIENDALI IN LINE 48
Art.55 – Servizi amministrativi, tecnici e professionali. 48 Art. 56 – Dipartimento per i Servizi Tecnico Amministrativi – Direttore di Dipartimento e competenze delle Unità
Operative 49
STRUTTURE DI STAFF 58
Art. 57– Strutture in staff alla Direzione Aziendale. 58 Art. 58 – UOS Controllo di gestione. 59 Art. 59- Ufficio per la Funzione di Controllo Interno 60 Art. 60– Ufficio di Segreteria della Direzione. 61 Art. 61 – Ufficio Comunicazione, Relazioni con il Pubblico e Formazione 61 Art. 62 - Coordinatore dei processi di prenotazione delle prestazioni ambulatoriali. 62 Art. 63 – UOC Servizio Professioni Sanitarie Aziendale. 63 Art. 64 – Servizio di Medicina Preventiva e Servizio di prevenzione e protezione. 64 Art. 65 – Centrale Operativa Territoriale 65
Art. 66 – Ufficio di Piano 66
DIREZIONE DELLE STRUTTURE ORGANIZZATIVE. TIPOLOGIE DI INCARICHI. 67
Art. 67- Generalità. 67
Art. 68 – Incarichi di struttura complessa. 67 Art. 69 – Incarichi di direzione di struttura semplice. 67
Art. 70 – Incarichi “professional”. 67
Art. 71 – Incarichi “professional” base. 68
Art. 72 – Retribuzione di posizione 68
RISORSE UMANE. 68
Art. 73 – Gestione del personale. 68
Art. 74 – Formazione del personale. 68
Art. 75 - Rapporti con le organizzazioni sindacali. 69
PROGRAMMAZIONE 69
STRUMENTI DELLA PROGRAMMAZIONE. 69
Art. 76– Generalità. 69
Art. 77 – Integrazione socio-sanitaria. 70
Art.78 – Bilancio. 70
Art. 79 - Gestione per budget. 70
CONTROLLO DI GESTIONE. 72
Art. 80 – Controllo di gestione. 72
ACQUISIZIONE DI BENI E SERVIZI. 72
Art. 81 - Attività contrattuale. 72
Art. 82– Acquisti sotto-soglia. Acquisti in economia. 72
4
VALUTAZIONE E CONTROLLI INTERNI. 73
PRINCIPI GENERALI. 73
Art 84– Principi generali. 73
Art. 85- Governo Liste di Attesa 74
ORGANISMI DI VERIFICA E DI CONTROLLO. 75
Art.86 - Generalità. 75
Art.87– Organismo Indipendente di Valutazione. 75
Art. 88- Collegi Tecnici. 76
Art.89 – Servizio Ispettivo aziendale. 77 Art.90 – Ufficio Competente per i Procedimenti Disciplinari 77 Art.91 – Valutazione della Direzione Aziendale 77
DISPOSIZIONI VARIE. 77
NORME FINALI. 77
Art. 92- Rinvio 77
ALLEGATO 1 – SCHEMA ORGANIZZATIVO AZIENDALE. 79 ALLEGATO 2 – STRUTTURE AFFERENTI LA DIREZIONE AZIENDALE. 82 ALLEGATO 3 – SERVIZI AMMINISTRATIVI, TECNICI E PROFESSIONALI. 83 ALLEGATO 4 – CRONOPROGRAMMA DELLE SOPPRESSIONI DELLE STRUTTURE COMPLESSE E
5
TITOLO I - ELEMENTI IDENTIFICATIVI E
CARATTERIZZANTI DELL’AZIENDA.
GENERALITA’.
art. 1– Denominazione e sede legale.
L’Azienda ULSS 14 - Chioggia ha sede legale in Chioggia, Strada Madonna Marina n. 500, partita IVA n. 2702798310278, telefono 041/5534725, telefax 041/5534726. Indirizzo di posta elettronica certificata: [email protected].
L’Azienda è stata costituita con LR n. 22 del 05.12.2008. I comuni costituenti l’ambito territoriale dell’Azienda sono Chioggia, Cavarzere e Cona.
Ai sensi dell’art. 3, c. 1 bis, D.Lgs. 502/1992 l’Azienda ULSS 14 - Chioggia ha personalità giuridica pubblica ed autonomia patrimoniale ed imprenditoriale.
L’Azienda disciplina la propria organizzazione ed il proprio funzionamento con il presente atto aziendale, adottato dal Direttore Generale ai sensi dell’art. 3, c. 1 bis, del D.Lgs. 502/1992 e nel rispetto delle disposizioni delle linee guida regionali per la predisposizione dell’atto aziendale ex DGR n.975 del 18 Giugno 2013.
art. 2– Logo.
Il logo dell’Azienda ULSS 14 - Chioggia è quello di seguito rappresentato:
e rappresenta il leone rampante simbolo della Città di Chioggia, che denomina l’ULSS, su una bandiera azzurra riferibile al mare come elemento tipico della realtà clodiense. La bandiera, infine, ha tre risvolti blu, rappresentanti i tre comuni che costituiscono la circoscrizione territoriale dell’Azienda stessa.
art. 3– Patrimonio.
Il patrimonio dell’Azienda ULSS 14 è costituito da tutti i beni immobili e mobili ad essa appartenenti come risultante dallo stato patrimoniale allegato al Bilancio di esercizio.
6
seguito di atti di liberalità.
L’Azienda ha la disponibilità del patrimonio secondo il regime della proprietà privata, ferme restando le disposizioni di cui all'articolo 830, secondo comma, del codice civile. Gli atti di trasferimento a terzi di diritti reali su immobili sono assoggettati a preventiva autorizzazione della regione. I beni mobili e immobili che l’Azienda utilizza per il perseguimento dei propri fini istituzionali costituiscono patrimonio indisponibile, soggetti alla disciplina dell'articolo 828, secondo comma, del codice civile.
art. 4– Missione, valori e visione.
L’Azienda ULSS n. 14, quale ente strumentale della Regione Veneto, ha il compito di realizzare le finalità del Servizio Socio-Sanitario Regionale impiegando nel processo di assistenza le risorse ad essa assegnate in modo efficiente.
I valori che ispirano l’azione dell’Azienda e dei suoi dirigenti sono il rispetto della dignità e libertà della persona umana, la tutela della salute quale bene collettivo ed individuale e l’equità di accesso dei cittadini ai servizi socio-sanitari, secondo i canoni di appropriatezza e l’etica professionale. La visione dell’Azienda consiste nell’essere e voler essere parte di un sistema diffusamente orientato al miglioramento continuo della qualità dell’assistenza per soddisfare bisogni sempre più complessi dei cittadini, avvalendosi dell’evoluzione delle tecniche e delle conoscenze.
art. 5– Filosofia dell’assistenza.
È compito dell’Azienda perseguire elevati livelli di qualità assistenziale soddisfacendo i reali bisogni della comunità e dei singoli e creando un ambiente che favorisca l’espressione del potenziale professionale ed umano degli operatori.
art. 6– Principi di assistenza.
L’assistenza è la competenza fondamentale dell’Azienda; essa deve essere prestata con continuità e con criteri di integrazione organizzativa e multidisciplinare.
La centralità della persona e l’umanizzazione dell’assistenza sono principi imprescindibili: l’attenzione ai diritti del cittadino comprende la valutazione di tutti i bisogni fisici, psicologici, intellettuali e spirituali. La pratica professionale e clinica deve essere guidata dalle più aggiornate tecniche e procedure per le quali si disponga di provata evidenza per assicurare gli standard più elevati e secondo criteri di appropriatezza.
La formazione continua del personale è strumento di miglioramento dell’assistenza e deve essere finalizzata all’accrescimento del capitale umano dell’Azienda ed all’incremento/aggiornamento delle conoscenze e competenze.
7
La tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori è un obbligo per il datore di lavoro e costituisce altresì un’opportunità per un incremento della qualità del servizio che possa portare un migliore risultato gestionale.
In questo quadro l’Azienda, avendo ben presente che il pericolo è una condizione caratteristica di un ambiente o di un processo di lavoro, mentre il rischio deriva dall’esposizione al pericolo del lavoratore nell’esecuzione dei suoi compiti, si pone come obiettivi:
- la limitazione dei pericoli mediante l’introduzione di tecnologie innovative e più sicure e l’adozione delle misure tecniche di manutenzione;
- l’introduzione e la gestione di modifiche nell’organizzazione della produzione e del lavoro;
- l’introduzione di misure di protezione collettiva e individuale, di informazione e di formazione;
- la pianificazione degli interventi necessari al miglioramento delle strutture, degli impianti, delle attrezzature e degli arredi.
Per ottenere questi risultati l’Azienda dota di attrezzature adeguate le proprie strutture attraverso:
- la rilevazione sistematica dello stato delle strutture, degli impianti, delle attrezzature e degli apparati, oltre che dell’organizzazione dei compiti dei lavoratori;
- il coinvolgimento attivo degli operatori;
- il controllo della situazione locale al fine di produrre indicazioni direttamente eseguibili;
- la definizione di un Piano annuale per la Sicurezza;
- la definizione delle responsabilità di ciascun lavoratore dell’Azienda in corrispondenza alle specifiche responsabilità e competenze.
L’Azienda ritiene che il modello adatto a realizzare ed a controllare la realizzazione delle azioni elencate sia costituito da un sistema organizzativo aziendale in grado di fornire indicazioni procedurali per la realizzazione delle azioni tendenti a sviluppare la prevenzione e la protezione ai fini della sicurezza e della salute dei lavoratori. Tale sistema fa riferimento alle “Linee guida UNI-INAIL per un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro (SGSL) del 28 settembre 2001”, come riportato nell’art. 30 del D.Lgs. 81/2008, ed al “Modello regionale di Sistema di Gestione della Sicurezza – SGS”, approvato per le strutture sanitarie con la DGR 1463/2009, alla cui realizzazione l’Azienda ULSS n. 14 di Chioggia ha aderito.
A tal fine l'Azienda adotta il Documento di Valutazione dei Rischi e identifica i dirigenti ed i preposti incaricati di applicare le procedure e le verifiche relative . Il DVR viene periodicamente aggiornato e l'identificazione di dirigenti e preposti segue l'evoluzione organizzativa aziendale. Tutto il personale è periodicamente coinvolto in percorsi formativi specifici.
8
Gli obiettivi dell’Azienda, intesi quali risultati concreti che essa deve raggiungere per realizzare la propria missione in un dato arco temporale, sono quelli definiti dalla programmazione socio-sanitaria regionale, quelli assegnati al Direttore Generale all’atto del conferimento dell’incarico, nonché dalla pianificazione dell’Azienda stessa.
Tali obiettivi devono essere raggiunti esercitando pienamente l’autonomia imprenditoriale di cui l’atto aziendale è strumento.
PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI.
art. 9– Principi generali. Rinvio alle disposizioni di legge.
L’Azienda riconosce la centralità del cittadino, quale titolare del diritto alla tutela della salute, nella definizione delle prestazioni sanitarie e nella fruizione dei servizi stessi. A tal fine assicura la partecipazione dell’utente, singolo o tramite le associazioni di volontariato e di tutela dei diritti, alle fasi di programmazione delle attività, valutazione della qualità dei servizi, tutela dei diritti degli utenti, nel rispetto del D. Lgs. 502/1992 e successive modifiche.
L’Azienda in quest’ottica garantisce il costante impiego dei principali strumenti organizzativi normativamente previsti in materia di partecipazione: la Carta dei Servizi e l’URP. In particolare:
- la Carta dei Servizi è l’espressione formale del patto sulla qualità dei servizi offerti e sul loro costante miglioramento, stipulato tra l’Azienda e i cittadini;
- l’URP, l’Ufficio Relazioni con il Pubblico, verifica la percezione della qualità delle prestazioni erogate individuando idonei e adeguati strumenti per l’ascolto dell’utenza e la comunicazione con i cittadini e le associazioni di volontariato e di tutela dei diritti.
TITOLO II -
ORGANI AZIENDALI.
art. 10– Organi.
Sono organi dell’Azienda ULSS 14 il Direttore Generale ed il Collegio Sindacale.
art. 11– Direttore Generale
Il Direttore Generale è il legale rappresentante dell’Azienda ed assicura il perseguimento della
mission avvalendosi delle attività degli organismi e delle strutture organizzative.
Garantisce il governo dell’Azienda coadiuvato dal Direttore Amministrativo, dal Direttore Sanitario e dal Direttore dei Servizi Sociali e della Funzione Territoriale.
Ha il compito di combinare i fattori produttivi in vista del perseguimento degli obiettivi socio-sanitari, di salute e di funzionamento dei servizi posti annualmente dalla Regione in condizioni di massima efficienza ed efficacia.
9
aziendali a cui è demandata la funzione di produzione che dovrà essere esercitata nel rispetto dei principi di imparzialità e trasparenza nonché dei criteri di efficacia, di efficienza ed economicità della gestione.
Rientrano nella categoria degli atti espressione della funzione di governo aziendale tutti gli atti che disposizioni normative demandano espressamente al Direttore Generale nonché tutti quelli aventi carattere di programmazione, organizzazione generale e controllo strategico. Tali atti quando devono avere evidenza pubblica, sono adottati nella forma della deliberazione (proposta per la sua adozione dai dirigenti di Unità Operativa complessa, secondo le rispettive attribuzioni di competenza per materia) negli altri casi la forma è libera e viene scelta in coerenza con lo scopo che l’atto deve raggiungere (ordini, direttive, raccomandazioni ecc.)
Spettano in particolare al Direttore Generale:
1. tutte le funzioni di gestione complessiva e la rappresentanza dell’Azienda in particolare:
- la nomina, sospensione o decadenza del Direttore Amministrativo, Direttore Sanitario e Direttore dei Servizi Sociali e della Funzione Territoriale;
- la nomina del Collegio Sindacale, del Consiglio dei Sanitari e del Collegio di Direzione;
- la nomina del Collegio Tecnico e del Organismo Indipendente di Valutazione;
- la nomina dei referenti di area specifica;
- affidamento e revoca della direzione delle strutture, del Distretto, del Dipartimento di Prevenzione e dell’Ospedale;
- la nomina e la revoca dei dirigenti di struttura complessa e di struttura semplice, il conferimento degli incarichi di natura professionale, di consulenza, studio, ricerca, di funzioni ispettive di verifica e di controllo, incarichi di coordinamento nonché il conferimento degli incarichi ex artt.15 septies e 15 octies, comma 1 e 2 del D.Lgs. 502/1992 e s.m.i.;
- la valutazione di tutti i rischi e l’elaborazione del conseguente documento e la designazione del responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (art.17 del D.Lgs. 81/2008).
2. le attività di Pianificazione Strategica e Programmazione da attuare, nel quadro della programmazione sanitaria e socio sanitaria nazionale, regionale e locale, attraverso:
- la definizione degli obiettivi e dei programmi dell’Azienda, con contestuale indicazione delle relative priorità ed individuazione delle risorse necessarie al loro conseguimento, anche sulla base delle proposte formulate dal Direttore Sanitario, dal Direttore Amministrativo e dal Direttore dei Servizi Sociali e della Funzione Territoriale;
10
disponibili rispetto alle finalità dell’Azienda, in collaborazione con i livelli tecnico professionali previsti, valorizzandone gli apporti propositivi e consultivi;
- l’adozione dei provvedimenti attuativi di disposizioni normative o di direttive regionali;
- la verifica di rispondenza dei risultati di gestione alle direttive generali impartite, con il supporto degli organismi di controllo a ciò espressamente preordinati e con particolare riferimento agli aspetti afferenti alla programmazione di governo;
3. l’adozione degli atti di “alta amministrazione”, vale a dire:
- l’atto aziendale;
- gli atti soggetti all’approvazione della Giunta Regionale, secondo quanto previsto dalla normativa e dalle direttive regionali vigenti in materia, in particolare: l’adozione dei piani, programmi e progetti collegati all’attuazione del Piano Socio Sanitario Regionale, del Piano attuativo locale (all’interno del quale è recepito il Piano di zona ai sensi del comma 4, art. 3 L.R. 56/1994), dei Programmi delle attività territoriali (art. 3 quater, comma 3, D.Lgs. 502/1992 e s.m.i.), del Bilancio pluriennale di previsione, del Bilancio economico preventivo (comprensivo del documento di budget generale), del Bilancio di esercizio, la determinazione quali-quantitativa complessiva del personale;
4. la promozione dei valori aziendali a garanzia dell’impegno dell’Azienda a perseguire le condizioni per il miglioramento continuo del servizio offerto attraverso:
- la promozione dell’immagine e dell’identità dell’Azienda quale portatrice di valori a forte valenza etica e di interesse generale;
- lo sviluppo dell’integrazione organizzativa tra le strutture interne;
- la promozione della cultura della qualità, dell’autovalutazione delle attività, attraverso piani/programmi definiti e coordinati centralmente.
art. 12– Poteri organizzatori del Direttore Generale – deleghe.
Al Direttore Generale competono l’adozione dei provvedimenti interni per l’organizzazione, la gestione e il funzionamento dell’Azienda, ed in particolare la delega di competenze ai dirigenti per l’assunzione di provvedimenti.
11
responsabilità personale e diretta di tutti gli atti che impegnano l’amministrazione verso l’esterno. Tali deleghe rafforzano il sistema di responsabilità propria dei dirigenti previste espressamente dal D.Lgs. 165/2001 e dal D.Lgs. 502/1992 e successive disposizioni normative e contrattuali in materia.
art. 13– Collegio Sindacale.
Il Collegio Sindacale, nominato dal Direttore Generale, svolge tutte le funzioni previste dall’art. 3
ter del D.Lgs. 502/1992 nonché dagli artt. 40 e ss. della LR 55/1994. In particolare, verifica
l’attività dell’Azienda sotto il profilo della gestione economica, finanziaria e patrimoniale, vigila sull’osservanza della legge, accerta la regolare tenuta della contabilità e la conformità del bilancio alle risultanze dei libri e delle scritture contabili ed effettua periodicamente verifiche di cassa. Valuta l’adeguatezza della struttura organizzativa dell’Azienda per gli aspetti del sistema di controllo interno e del sistema amministrativo-contabile.
Il Collegio Sindacale (ai sensi dell’art. 2, D.Lgs. 286/1999) è l’organo preposto al controllo interno di regolarità amministrativa e contabile ossia alla verifica della legittimità, regolarità e correttezza dell’azione amministrativa.
Le verifiche in argomento devono rispettare, in quanto applicabili alla pubblica amministrazione, i principi generali della revisione aziendale asseverati dagli ordini e collegi professionali operanti nel settore.
Il Collegio Sindacale può altresì formulare osservazioni e proposte al direttore generale affinché adotti tutti provvedimenti necessari a correggere gli andamenti negativi e a prevenire ulteriori squilibri ed esprime i pareri di competenza richiesti dal direttore generale.
TITOLO III -
COMPONENTI LA DIREZIONE GENERALE ED
ORGANISMI COLLEGIALI.
art. 14– Direzione Aziendale.
Il Direttore Generale, avvalendosi dei direttori d’area (Direttore Sanitario, Direttore Amministrativo e Direttore dei Servizi Sociali e della Funzione Territoriale), compone la Direzione Aziendale.
Art. 15 - Il Direttore Sanitario
12
attribuite e concorre con la formulazione di proposte e pareri, alla formazione delle decisioni della Direzione Generale.
Il Direttore Sanitario rappresenta il collegamento tra il livello strategico ed il sistema operativo aziendale, collegando la Direzione Aziendale con le linee produttive promuovendo l'integrazione tra le strutture operative aziendali finalizzata a garantire la promozione della salute, la risposta organizzata ai bisogni di salute della popolazione di riferimento, la continuità assistenziale tra ospedale e territorio. Quest’ultima funzione è sviluppata in raccordo con il Direttore dei Servizi Sociali e della Funzione Territoriale. Il Direttore Sanitario da un lato concorre al governo aziendale, partecipando al processo di pianificazione strategica e di pianificazione dell’Azienda; dall’altro assume il coordinamento del processo produttivo aziendale.
In quanto responsabile del Governo Clinico, inteso nelle fondamentali dimensioni della qualità professionale, percepita, efficienza e risk management, promuove e coordina le azioni finalizzate al miglioramento dell’efficienza, dell’efficacia e dell’appropriatezza delle prestazioni sanitarie. L’attività di risk management e le attività riferibili alla qualità e all’accreditamento sono funzioni che la direzione sanitaria coordina mediante specifici comitati: il Gruppo di coordinamento aziendale per la qualità e l’accreditamento istituzionale e il Comitato esecutivo per la sicurezza del paziente.
Il Direttore Sanitario presidia l’area dell’assistenza nel rispetto delle autonomie professionali ed organizzative. E' garante della qualità e dell’efficienza tecnico operativa della produzione di prestazioni e di servizi, promuovendo l’individuazione e l’attuazione di percorsi clinico assistenziali, che, nel quadro delle compatibilità economiche, siano ritenuti i più efficaci ed efficienti. Fornisce informazioni e realizza le attività necessarie per il controllo di gestione dell’azienda ed il controllo di qualità dei servizi e delle prestazioni erogate.
Presiede il Consiglio dei Sanitari, i Collegi Tecnici per la selezione dei candidati per l’accesso ai posti di direttore di unità operativa, nonché per la verifica, al termine dell’incarico, dei risultati conseguiti dagli stessi. E' membro del comitato etico. Inoltre partecipa ad altre commissioni o le presiede, ove previsto da normative vigenti.
Il Direttore Sanitario presiede il “Tavolo di Monitoraggio Aziendale” che ha il compito di valutare il rispetto dei tempi di attesa regionali, dell’appropriatezza prescrittiva e dei percorsi clinico assistenziali adottati dall’azienda, proponendo le sanzioni regolamentate in caso di mancata adesione ai percorsi assistenziali approvati o di ripetute prescrizioni errate o inappropriate.
13
marzo 2012) .
Collabora all'adozione del piano aziendale della formazione quale strumento essenziale per l'aggiornamento e lo sviluppo delle professionalità sanitarie.
art. 16 - Il Direttore Amministrativo.
Il Direttore Amministrativo coadiuva il Direttore Generale nell’esercizio delle sue funzioni e partecipa unitamente ad esso alla direzione dell’Azienda; assume diretta responsabilità delle funzioni ad esso attribuite e fornisce pareri obbligatori sugli atti relativi alle materie di competenza.
Il Direttore Amministrativo in particolare:
a) partecipa al processo di pianificazione strategica e alla programmazione aziendale, formulando proposte e pareri per la definizione degli obiettivi generali di medio periodo e annuali ed in generale per la formazione delle decisioni della Direzione Generale;
b) verifica costantemente l’adeguatezza dell’organizzazione dei servizi professionali, tecnici ed amministrativi, in rapporto al corretto svolgersi dei procedimenti in termini di efficacia ed efficienza dell’azione amministrativa, proponendo gli eventuali interventi necessari;
c) procede, in quanto componente della Direzione Generale, alla negoziazione di budget con i Responsabili delle Strutture Aziendali e con il Direttore del Dipartimento per i Servizi Tecnico Amministrativi, provvedendo al periodico monitoraggio e all’eventuale revisione dei budget di struttura e del budget generale;
d) coadiuva il Direttore Generale nella gestione dell’Azienda, avvalendosi dei dirigenti dell’area professionale, tecnica ed amministrativa, nel rispetto delle competenze loro attribuite dalla legge o delegate, per assicurare la coerenza delle azioni rispetto ai programmi da realizzare;
e) esercita, nei confronti dei dirigenti dell’area professionale, tecnica ed amministrativa, la funzione di impartire direttive sugli atti di loro competenza e di vigilanza e controllo, ivi compresa la proposta al Direttore Generale di revoca degli atti amministrativi ritenuti illegittimi o inopportuni;
14
g) effettua, per quanto di competenza, il costante monitoraggio del conseguimento degli obiettivi assegnati al Direttore Generale ai sensi e per gli effetti dell’art. 3 bis, comma 5, del D. Lgs. n. 502/92.
art. 17 - Il Direttore dei Servizi Sociali e della Funzione Territoriale
Il Direttore dei Servizi Sociali e della Funzione Territoriale coadiuva il Direttore Generale nella gestione dell’Azienda, fornendogli pareri obbligatori sugli atti relativi alle materie di competenza; svolge attività di direzione e coordinamento nei confronti dei responsabili delle strutture aziendali, con riferimento agli aspetti organizzativi dei servizi sociali e socio-sanitari e dei programmi di intervento di area specifica a tutela della salute avvalendosi dei referenti di cui all’art. 17 della L.R. n. 56/1994. Fornisce le informazioni e realizza le attività necessarie per il controllo di gestione dell’azienda ed il controllo di qualità dei servizi e delle prestazioni.
Il Direttore dei Servizi Sociali e della Funzione Territoriale, in particolare, coadiuva il Direttore Generale:
- nella direzione e coordinamento delle attività sociosanitarie relative alle aree materno -infantile, anziani, handicap, salute mentale, dipendenze, immigrazione, marginalità sociale;
- nella realizzazione, in accordo con i Comuni, di un sistema integrato di programmazione ed erogazione di servizi sociali e ad alta integrazione socio - sanitaria.
Il Direttore dei Servizi Sociali e della Funzione Territoriale è inoltre l’unico responsabile dell’intera funzione territoriale e in coordinamento con il Direttore Sanitario:
- garantisce il coordinamento delle attività del Distretto Socio-Sanitario;
- formula la programmazione strategica della rete dei servizi socio-sanitari;
- mantiene i rapporti istituzionali con le Amministrazioni locali attinenti alle linee strategiche ed alla programmazione socio-sanitaria aziendale.
Fanno parte dello staff del Direttore dei Servizi Sociali e della Funzione Territoriale:
o la Centrale Operativa Territoriale;
o l’Ufficio di Piano.
Art. 18 - Altre funzioni dei Direttori Sanitario, Amministrativo e dei Servizi Sociali e della Funzione Territoriale.
15
Funzione Territoriale esercitano altresì:
a) le competenze ad essi delegate dal Direttore Generale in via ordinaria;
b) le competenze ad essi delegate dal Direttore Generale in caso di sua assenza o impedimento, per il periodo di assenza o impedimento;
c) le competenze ad essi specificamente assegnate dalla normativa;
d) propongono al Direttore Generale l’affidamento degli incarichi dei responsabili delle strutture e dei centri di responsabilità e assicurano che la loro attività si svolga nella logica del raggiungimento del risultato complessivo dell’Azienda entro i limiti e nel rispetto del budget assegnato; esplicano inoltre la funzione di collegamento fra i dirigenti responsabili di struttura e il Direttore Generale;
e) forniscono al Direttore Generale i report necessari ed utili a prefigurare misure correttive delle deviazioni rispetto agli obiettivi prefissati;
I Direttori d’area nell’espletamento dell’attività di cui al precedente punto e), possono richiedere ai responsabili di servizio qualsiasi dato, notizia o documentazione ritenuta utile o necessaria. Essi possono esercitare il potere sostitutivo:
- in caso di inerzia o ritardo del dirigente;
- qualora possa ravvisarsi grave inosservanza delle direttive generali o pregiudizio dell’Azienda, previa fissazione di un termine per provvedere al dirigente inadempiente.
Art. 19 – Il Collegio di Direzione.
Il Collegio di Direzione supporta il Direttore Generale con proposte per il governo delle attività cliniche, per la programmazione e la valutazione delle attività tecnico-sanitarie e delle attività ad alta integrazione sanitaria, per l’elaborazione dei piani di attività aziendali, per l’organizzazione e lo sviluppo dei servizi.
Tale attività di proposta costituisce un importante strumento di analisi, confronto e coordinamento tra Direzione Aziendale e professionisti nel processo di elaborazione delle linee di sviluppo dell’Azienda.
Il Collegio di Direzione concorre altresì alla formulazione dei programmi di formazione verificandone la congruenza con gli obiettivi aziendali e alla valutazione dei risultati conseguiti rispetto agli obiettivi clinici.
Il Collegio di Direzione è composto dai seguenti soggetti:
16 - Direttore Sanitario;
- Direttore Amministrativo;
- Direttore dei Servizi Sociali e della Funzione Territoriale;
- Direttore di Distretto;
- Direttore della funzione ospedaliera;
- Direttori dei Dipartimenti Ospedalieri;
- Direttore di Dipartimento Amministrativo;
- Direttore UOC del Servizio Professioni Sanitarie Aziendali;
- Direttore del Dipartimento di Prevenzione;
- Direttore UOC Farmacia;
- Direttore del Dipartimento di Salute Mentale;
- Direttore del Dipartimento delle Dipendenze;
- Direttore del Dipartimento Funzionale di Riabilitazione Ospedale-Territorio;
E’ altresì invitato a partecipare un rappresentante dei medici convenzionati con il S.S.N., membro dell’ufficio di coordinamento della attività distrettuali (UCAD), indicato congiuntamente dai componenti della parte medica convenzionati per la Medicina Generale, la Pediatria di Libera Scelta e la Specialistica Ambulatoriale Interna, dei Comitati aziendali e zonali previsti dai rispettivi AA.CC.NN.
Possono, inoltre, essere invitati a partecipare, in relazione alla specificità degli argomenti trattati, altri professionisti dell’Azienda.
Il Collegio si riunisce su convocazione del Direttore Generale.
Art. 20 - Il Consiglio dei Sanitari.
Ai sensi dell’art. 3, c. 12, D.Lgs. 502/1992 e dell’art.18 LR 56/1994, il Consiglio dei Sanitari è organismo di rappresentanza elettiva dell’Azienda. Fanno parte del consiglio medici in maggioranza ed altri operatori sanitari laureati - con presenza maggioritaria della componente ospedaliera medica se nell'unità sanitaria locale è presente un presidio ospedaliero - nonché una rappresentanza del personale infermieristico e del personale tecnico sanitario. Nella componente medica è assicurata la presenza del medico veterinario. È presieduto dal Direttore Sanitario.
17
dei sanitari si esprime altresì sulle attività di assistenza sanitaria. Ai sensi del combinato disposto dell’art. 3, c. 12, D.Lgs. 502/1992 e dell’art.18 LR 56/1994, tale parere è da intendersi favorevole ove non formulato entro il termine di venti giorni.
TITOLO IV -
ORGANIZZAZIONE DELL’AZIENDA.
DISPOSIZIONI GENERALI.
Art.21 –Principi di organizzazione
L’organizzazione dell’Azienda ULSS 14 nel rispetto dei vincoli imposti dalle disposizioni normative ed amministrative della Regione Veneto, si fonda sui seguenti principi:
- strumentalità, in quanto l’organizzazione rappresenta un mezzo per il conseguimento dei fini istituzionali e per la valorizzazione del personale. A tale scopo, le articolazioni aziendali, che aggregano risorse umane, economiche e tecnologiche, devono essere funzionali all’efficacia, efficienza ed economicità delle azioni poste in essere dall’Azienda. Conseguentemente viene posta attenzione alla realtà in cui si deve operare, ai bisogni da soddisfare, al personale esistente e alle doti e capacità che lo stesso dimostra, in modo da consentirne l’arricchimento professionale.
- flessibilità, quale conseguenza del principio di strumentalità, che implica la capacità dell’organizzazione di adattarsi al mutamento delle situazioni interne ed esterne.
- accorpamento di funzioni omogenee, per consentire l'unitarietà dell'azione secondo il principio dell'individuazione in capo ad ogni Unità Organizzativa del responsabile del procedimento (dall'istruttoria all'adozione o alla proposta di adozione del provvedimento finale) ed evitare frammentazione dell'attività, duplicazione o ridondanza di azioni o insufficiente coerenza dei comportamenti. L’unitarietà dell’azione, necessaria per valorizzare l’aspetto della specializzazione, non significa divisione netta ed invalicabile di compiti e funzioni, e dunque non deve costituire ostacolo allo stabilirsi di relazioni di collaborazione efficaci tra le diverse strutture.
18
- chiarezza, per facilitare la conoscenza degli ambiti di azione dei vari responsabili ed operatori, evitando equivoci nella definizione dei ruoli e favorendo il dialogo fra le strutture aziendali.
- condivisione della conoscenza, attraverso la precisa definizione dei contenuti e delle fasi dei diversi processi e flussi di lavoro, e la pubblicazione, con mezzi opportuni, della relativa documentazione.
Art. 22 – Assetto organizzativo.
L’assetto organizzativo dell’Azienda ULSS 14 si compone di strutture cui competono responsabilità di gestione di risorse umane, economiche e tecnologiche.
Il quadro organizzativo generale prevede l’esistenza di tre macrostrutture tecnico-funzionali individuate all’art. 23.
Tali macrostrutture sono articolate al loro interno in altre strutture (dipartimenti; unità operative complesse; unità operative semplici articolazione interna di struttura complessa; unità operative semplici a valenza dipartimentale) e da altre strutture organizzative che non trovano collocazione all’interno delle macrostrutture indicate che vengono così individuate:
- Dipartimento di Salute Mentale, afferente la Direzione dei Servizi Sociali e della Funzione Territoriale;
- Servizi professionali, tecnici e amministrativi;
- Servizi di staff della Direzione.
Negli allegati 1, 2 e 3 al presente atto è descritta l’intera struttura aziendale.
Art. 23 – Macro strutture aziendali.
Le (macro)strutture tecnico-funzionali complesse dell’Azienda sono le seguenti:
- il Distretto Socio-Sanitario;
- il Dipartimento di Prevenzione;
- l’Ospedale.
Esse concorrono alla gestione dell’Azienda e sono dotate di autonomia gestionale e soggette a rendicontazione analitica.
Art. 24 - Dipartimenti.
19
Il Dipartimento, quale articolazione organizzativa dell’Azienda, ha il compito specifico di svolgere attività complesse in maniera coordinata ed al fine di razionalizzare, in termini di efficienza, efficacia ed economicità, i rapporti tra strutture.
Art. 25 – Caratteristiche dei dipartimenti
Il Dipartimento si configura come l’aggregazione di più strutture complesse e semplici che, pur mantenendo la loro autonomia, indipendenza e responsabilità, attraverso l’integrazione funzionale e organizzativa delle risorse complessivamente assegnate, sono orientate a perseguire obiettivi comuni assegnati dalla Direzione Generale.
L’organizzazione e il funzionamento dei dipartimenti trova disciplina nel relativo regolamento aziendale, che ne individua espressamente la composizione, gli organismi e le modalità gestionali. Ciascun direttore di dipartimento provvederà ad adottare un regolamento sull’organizzazione del proprio dipartimento, fermo restando i principi quadro previsti nel regolamento aziendale di cui al comma precedente.
Art. 26 - Dipartimenti Strutturali.
Sono costituiti dall’aggregazione di non meno di tre e non più di cinque unità operative complesse, sotto il profilo dell’attività o delle risorse umane e tecnologiche impiegate, al fine di assicurarne la gestione unitaria e favorire, attraverso l’integrazione delle competenze presenti, la ricerca di efficacia e di efficienza in un ottica di ottimizzazione nell’utilizzo delle risorse complessivamente assegnate.
Fa eccezione il Dipartimento di Salute Mentale, comunque istituito obbligatoriamente ai sensi della DGR n.975 del 18.06.2013, che è costituito da una sola unità operativa complessa ed una unità operativa semplice.
Il Direttore del Dipartimento, scelto tra i direttori delle UOC del dipartimento stesso, ha un incarico di due anni, sottoposto a verifica rinnovabile.
Art 27 – Dipartimenti Funzionali.
I Dipartimenti funzionali in ambito sanitario hanno come principale obiettivo quello di migliorare la pratica clinico assistenziale, la presa in carico del paziente e l’integrazione multiprofessionale e multidisciplinare
20
ottimizzare il rapporto fra l’azienda ULSS 14 e l’azienda ULSS 12 attraverso la conferma del Dipartimento funzionale interaziendale di area chirurgica.
Art. 28 – Strutture.
Per “strutture” si intendono le articolazioni interne dell’Azienda nell’ambito delle quali sono aggregate competenze professionali e risorse (umane, tecnologiche, strumentali) espressamente finalizzate all’assolvimento di specifiche e definite funzioni, di amministrazione, di programmazione o di produzione di prestazioni o servizi sanitari e socio-sanitari, la cui complessità organizzativa (numerosità e variabilità delle risorse professionali, dimensione e sofisticazione del sistema tecnico, costi di produzione) o la cui valenza strategica (interfaccia con istituzioni o organismi esterni all’Azienda, volume delle risorse da allocare, livello di interazione che caratterizza gli interventi) rendono opportuna l’individuazione di una posizione con responsabilità organizzativa e di gestione delle risorse umane tecniche e finanziarie assegnate. Le strutture organizzative si distinguono in strutture complesse e strutture semplici, articolazione interna di strutture complesse e strutture semplici a valenza dipartimentale.
Art. 29 – Strutture Complesse.
Sono “complesse” quelle strutture che esercitano funzioni di amministrazione per settori di attività o assicurano funzioni di produzione di prestazioni o servizi, individuati dalla programmazione regionale e/o dall’Azienda, riconducibili a discipline riconosciute a livello normativo e che mobilitano un volume di risorse o un valore complessivo della produzione quantitativamente o qualitativamente significativo. L’azienda ULSS 14 nell’individuazione, mantenimento o soppressione di strutture complesse dà applicazione, con il presente atto, a quanto previsto nella DGR 975 del 28.6.2013. Il numero delle strutture complesse indicato dalle citate disposizioni regionali costituisce pertanto vincolo non superabile.
La disattivazione delle strutture complesse non previste nella programmazione regionale viene effettuata avendo riferimento alla data di scadenza dei relativi incarichi purchè entro la data del 31 dicembre 2015 e secondo il crono programma allegato 4 del presente Atto aziendale.
Per quanto riguarda la riorganizzazione dell’Area ospedaliera si rinvia all’approvazione delle nuove schede di dotazione ospedaliera da parte della Regione Veneto, confermando sino a quel momento lo schema organizzativo vigente.
21
Sono “semplici” le strutture consistenti in articolazioni interne all’Azienda riconducibili ad una linea di produzione chiaramente individuata, nell’ambito di quella assicurata dalla struttura organizzativa o complessa di riferimento.
Nell’ambito della configurazione organizzativa aziendale possono essere individuate strutture semplici sia interne ad una struttura complessa, che a valenza dipartimentale.
Le strutture semplici valenza dipartimentale hanno responsabilità di budget e di personale; le strutture semplici possono avere responsabilità di budget e di personale sulla base di specifici provvedimenti aziendali.
Fatta eccezione per le strutture semplici a valenza dipartimentale ed aziendale che saranno individuate dagli atti di programmazione regionale, l’individuazione di nuove strutture semplici è condizionata, previa analisi organizzativa, allo standard fissato con DGR n. 975 del 18.6.2013, all’effettiva rispondenza a criteri di migliore flessibilità organizzativa, di sviluppo di nuove tecniche e metodologie di intervento o di contributo significativo alla qualificazione del servizio ed alla ottimizzazione delle risorse, di positivo supporto alle strategie di continuità dell’assistenza (in area sanitaria) e di semplificazione e razionalizzazione delle procedure (in area amministrativa).
L’eventuale disattivazione di strutture semplici viene effettuata avendo riferimento alla data di scadenza dei relativi incarichi purchè entro la data del 31 dicembre 2015.
Art. 31 – Limiti ex art. 53 D.Lgs. 165/2001.
Ai sensi dell’art. 53, c. 1 bis, D.Lgs. 165/2001, non possono essere conferiti incarichi di direzione di strutture deputate alla gestione del personale a soggetti che rivestano o abbiano rivestito negli ultimi due anni cariche in partiti politici o in organizzazioni sindacali o che abbiano avuto negli ultimi due anni rapporti continuativi di collaborazione o di consulenza con le predette organizzazioni
Negli allegati 1, 2 e 3 al presente atto sono specificate le strutture per le quali vigono le limitazioni previste al comma precedente.
MODELLO ORGANIZZATIVO MACROSTRUTTURE
A) DISTRETTO SOCIO SANITARIO22
Il Distretto socio-sanitario è l’articolazione dell’Azienda finalizzata a realizzare l’integrazione tra i diversi servizi sanitari, socio-sanitari e socio-assistenziali, in modo da assicurare una risposta coordinata e continua ai bisogni socio-sanitari della popolazione.
L’integrazione va riferita sia agli ambiti istituzionali (es. Comuni), che agli ambiti professionali (es. team multi professionali) che tra le dimensioni sociale e sanitario, con particolare riferimento alle aree ad elevata integrazione quali: anziani, disabili, salute mentale, dipendenze, materno-infantile.
Le attività e i servizi territoriali dell’Azienda ULSS 14 di Chioggia sono organizzati in un unico distretto socio-sanitario, comprensivo di tutti i comuni che compongono la circoscrizione dell’ULSS 14 ai sensi della L.R. 22/2008.
Il Distretto socio-sanitario è una struttura organizzativa complessa dell’Azienda, assimilata nel caso specifico dell’ULSS 14 di Chioggia ad un dipartimento, in applicazione delle indicazioni contenute nella DGRV n. 3242 del 30.11.2001.
Il Distretto socio-sanitario è centro di riferimento dei cittadini e polo unificante dei servizi sanitari, socio-sanitari e sociali a livello territoriale e sede di gestione e coordinamento operativo e organizzativo dei servizi territoriali.
L’assetto strutturale del Distretto socio-sanitario, in linea con le disposizioni regionali è orientato ad un modello organizzativo basato prevalentemente su obiettivi di salute afferenti alle diverse aree integrato con le nuove indicazioni che mettono al centro la medicina convenzionata (Medicina generale e Pediatria di libera scelta).
Art. 33 – Funzioni distrettuali.
Il Distretto assicura i servizi di assistenza primaria, nonché il coordinamento delle proprie attività con quelle dei dipartimenti e dei servizi aziendali, inclusi il presidio ospedaliero, inserendole organicamente nel programma delle attività territoriali.
Afferiscono al livello distrettuale le seguenti attività:
- l’assistenza medica primaria, ivi compresa la continuità assistenziale, attraverso il necessario coordinamento e l’approccio multidisciplinare, in ambulatorio e a domicilio, tra MMG, PLS, servizi di guardia medica notturna e festiva e i presidi specialistici ambulatoriali;
- l’assistenza infermieristica, domiciliare e ambulatoriale;
23
- l’assistenza domiciliare e l’assistenza domiciliare integrata;
- le cure palliative;
- l’assistenza consultoriale per la promozione e la tutela della salute dell’infanzia, dell’adolescenza e della famiglia, compresi la mediazione, l’affido e l’adozione
- l’assistenza neuropsichiatrica e psicologica infantile ed adolescenziale;
- l’assistenza scolastica e l’inserimento lavorativo per le persone disabili, con dipendenza patologica e con sofferenza mentale;
- l’assistenza residenziale e semiresidenziale nelle aree della disabilità, delle dipendenze, della salute mentale e dell’età evolutiva;
- l’assistenza residenziale, semiresidenziale ed intermedia per adulti-anziani non autosufficienti;
- l’assistenza farmaceutica territoriale;
- l’assistenza specialistica territoriale;
- la riabilitazione territoriale;
- l’assistenza protesica;
- azioni di supporto nell’ambito della prevenzione delle malattie e della promozione della salute;
- prestazioni amministrative collegate alla persona (anagrafe sanitaria, esenzione tickets, scelta revoca del MMG e del PLS, pagamento prestazioni, ecc.).
Art. 34 - Il Distretto come sistema integrato
Il Distretto deve essere in grado di realizzare l’integrazione ai seguenti livelli:
- socio-sanitario;
- con il Dipartimento di Prevenzione;
- con l’Ospedale;
- con le risorse della Comunità.
L’integrazione socio-sanitaria rappresenta la strategia fondante del modello veneto quale
approccio che interpreta in modo completo l’obiettivo di tutelare la salute ed il benessere al di là di logiche settoriali ed autoreferenziali.
Aspetti imprescindibili per la realizzazione dell’integrazione socio-sanitaria dovranno essere: - l’adozione di un approccio per percorsi assistenziali integrati, a partire dalla progettazione-
24
degli esiti in termini di risultati conseguiti;
- la partecipazione della persona attraverso la personalizzazione degli interventi, valorizzando la relazione interpersonale anche in termini di qualità del tempo dedicato, la facilitazione all’accesso, il coinvolgimento del paziente nei percorsi assistenziali;
- la multi professionalità quale cardine per formulare una azione integrata e continuativa; - la valorizzazione della rete, non soltanto istituzionale ma anche informale, costruendo
sinergie tra le varie risorse.
L’integrazione socio-sanitaria trova realizzazione nella UVMD, dove è possibile valutare in modo unitario ed uniforme i bisogni sanitari, socio-sanitari e socio-assistenziali che hanno portato alla formulazione di una domanda.
L’integrazione con il Dipartimento di Prevenzione, mediante un approccio trasversale che
consenta di armonizzare le iniziative in una logica di rete e favorire la sinergia intersettoriale tra tutti i professionisti coinvolti, è strategica per perseguire i seguenti obiettivi:
- prevenire le malattie suscettibili di vaccinazione individuando strategie per mantenere o migliorare le coperture vaccinali raggiunte, attraverso un coinvolgimento attivo dei medici/pediatri di famiglia anche nell’azione di sensibilizzazione ed informazione della popolazione;
- ridurre la mortalità per tumore attraverso l’incremento della partecipazione e dell’accesso ai programmi di screening di massa per una diagnosi precoce delle malattie oncologiche da parte della popolazione generale e dei sottogruppi specifici;
- promuovere la prevenzione primaria e l’adozione di stili di vita sani per prevenire le patologie cronico-degenerative e le loro complicanze, individuando degli obiettivi da realizzare in integrazione con le strutture distrettuali;
- ridurre l’incidenza e la mortalità per malattie ischemiche del cuore e cerebrovascolari attraverso il coinvolgimento del medico di famiglia nella valutazione del rischio individuale e l’individuazione di percorsi personalizzati per la modifica di stili di vita non corretti.
L’integrazione con l’Ospedale è necessaria per la realizzazione della continuità dell’assistenza
attraverso alcune strategie imprescindibili:
25
- l’implementazione della Centrale Operativa Territoriale;
- la realizzazione di un sistema informativo integrato, a supporto dell’integrazione professionale, evitando la frammentazione degli interventi e garantendo la continuità informativa del processo assistenziale.
Per dare formalizzazione al ruolo dell’integrazione con l’Ospedale viene istituito il
Coordinamento per la pianificazione e l’organizzazione della continuità Ospedale-Territorio finalizzato alla condivisione dei percorsi assistenziali, alla loro corretta applicazione
ed alla responsabilizzazione sulla valutazione degli esiti. Sono membri del Coordinamento:
- il Direttore Sanitario
- il Direttore dei Servizi Sociali e della Funzione Territoriale
- il Direttore della funzione ospedaliera
- il Direttore del Distretto
- il Responsabili delle UU.OO. distrettuali
- il Direttore della UOC Farmacia
- il Responsabile della Centrale Operativa Territoriale
- un medico di Medicina Generale ed un Pediatra di Libera Scelta nominati dai rispettivi Comitati Aziendali.
L’integrazione con le risorse della Comunità è realizzabile attraverso la stipula di un ideale Patto con la Comunità Locale finalizzato a responsabilizzare tutti i soggetti alla garanzia dei
Livelli Essenziali di Assistenza(LEA) con le seguenti azioni:
- coinvolgimento dei pazienti e delle famiglie dando valore all’esperienza dell’assistenza ricevuta (tempo dedicato, valutazione partecipata dei bisogni e della qualità dell’assistenza, diffusione delle Carte dei Servizi in cui siano esplicitati gli standard di qualità), promuovendo la capacità di migliorare la propria salute potenziando le azioni di educazione all’autocura e il sostegno ai gruppi di auto aiuto, sviluppando approcci di condivisione alle decisioni sui trattamenti;
26
- coinvolgimento delle Associazioni di volontariato e le altre organizzazioni da parte dell’Ufficio di Piano che dovrà porsi quale punto di riferimento per il volontariato con lo scopo di: favorire la reciproca conoscenza, sostenere percorsi formativi integrati, diffondere le buone pratiche e le opportunità socio-educative, implementare l’audit civico finalizzato al miglioramento dell’assistenza.
Art.35 - Obiettivi generali del Distretto socio-sanitario
Nell’ottica del miglioramento della qualità, e quindi dell’appropriatezza, le caratteristiche a cui deve tendere il SSSR sono:
- la centralità del paziente; - la sicurezza;
- l’efficacia; - la tempestività; - l’efficienza; - l’equità.
L’implementazione effettiva di queste dimensioni richiede l’adozione di un approccio di sistema attraverso uno sviluppo complessivo che coinvolga i pazienti, i professionisti, l’organizzazione e tutta la rete degli attori locali, ivi compreso il volontariato.
A tal fine al Distretto socio-sanitario, quale centro di riferimento per l’accesso a tutti i servizi dell’Azienda ULSS e sede di gestione e coordinamento della filiera dell’assistenza territoriale, è richiesto il perseguimento dei seguenti obiettivi generali:
- analizzare e misurare i bisogni, stratificando la popolazione assistita sulla base delle criticità effettive (case-mix), decodificando i bisogni e trasformandoli in domande, definendone livelli di complessità assistenziale e modelli organizzativi più efficaci/efficienti, nonché identificando i luoghi di cura più appropriati;
- consolidare l’integrazione socio-sanitaria a garanzia della tutela della salute e del benessere della persona nella sua globalità, assicurando una presa in carico organizzata e coordinata;
- garantire l’assistenza h24, 7gg/7, prevedendo uno specifico modello di integrazione operativa tra l componenti della Medicina Convenzionata ed i servizi distrettuali, ivi compreso un modello di assistenza domiciliare h24;
27
perseguendo criteri di qualità relativi a: globalità, accessibilità e continuità, equità ed attenzione alla persona, sostenibilità economica;
- definire ed implementare i percorsi assistenziali per le principali patologie croniche e per l’assistenza alla persone fragili, affrontando la comorbosità in maniera integrata non solo a livello distrettuale ma anche con il livello ospedaliero e prevedendo un sistema di misurazione degli esiti;
- attivare un’offerta adeguata di strutture di ricovero intermedie in grado di accogliere i pazienti per i quali non sia prefigurabile un percorso di assistenza domiciliare o risulti improprio il ricorso all’ospedalizzazione o all’istituzionalizzazione, offrendo una risposta polifunzionale a carattere temporaneo di stabilizzazione, riabilitazione estensiva, palliazione;
- attivare idonei strumenti organizzativo-gestionali per garantire le transizioni del paziente da un luogo di cura ad un altro o da un livello assistenziale ad un altro, per rassicurare la presa in carico dei pazienti complessi nell’arco delle 24h, per provvedere al monitoraggio in tempo reale dei percorsi assistenziali e connettere i professionisti;
- sviluppare l’integrazione funzionale e gestionale delle strutture residenziali e semiresidenziali con i servizi distrettuali, estendendo l’attività sanitaria specialistica a supporto del Medico Convenzionato, rimodulando le unità di offerta per adeguarle alle esigenze assistenziali, sviluppando l’integrazione informativa attraverso l’implementazione di cartelle integrate con l’Azienda ULSS;
- consolidare il rapporto con i Comuni, non soltanto relativamente alle funzioni socio-sanitarie, ma anche per lo sviluppo dell’assistenza territoriale e la partecipazione al benessere della comunità;
- utilizzare il budget come strumento gestionale sistematico, negoziando gli obiettivi e le risorse disponibili su più livelli di responsabilità, finalizzandoli al miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia del Sistema.
Per poter assolvere compiutamente a questi obiettivi il Distretto socio-sanitario deve potenziare adeguatamente la competenza sul governo clinico, inteso come lo sviluppo e l’applicazione dei percorsi assistenziali per patologie a più elevata prevalenza, secondo i principi della clinical governance, le cui componenti sono:
28
- le linee guida cliniche e i percorsi assistenziali;
- la collaborazione multidisciplinare e multi professionale; - la medicina e il nursing basati sull’evidenza;
- la gestione del rischio clinico; - gli esiti e la loro misurazione;
- l’audit clinico, ivi compresi gli aspetti organizzativi ed assistenziali; - la ricerca e lo sviluppo;
- la formazione continua; - la valutazione del personale.
La realizzazione delle attività del governo clinico presuppone un approccio di Sistema e, dunque, un contesto ben organizzato che si declina:
- nello sviluppo dei servizi distrettuali, implementando connessioni funzionali con le altre macro-strutture aziendali (Ospedale e Dipartimento di Prevenzione), nonché con le strutture del privato accreditato e con la rete degli attori locali;
- nella responsabilità di mettere a disposizione tutte le risorse affinchè il medico/pediatra di famiglia possa esercitare il proprio ruolo di referente principale per l’assistito, garantendo un risposta appropriata;
- nella responsabilità di organizzare e presidiare il coinvolgimento funzionale di tutte le componenti della Medicina Convenzionata nel percorso assistenziale e di coordinare i servizi e i professionisti afferenti agli altri ambiti, al fine di garantire una presa in carico coordinata e continuativa;
- nella capacità di favorire, conformemente alla programmazione aziendale, il coinvolgimento responsabile delle Amministrazioni locali nello sviluppo dell’assistenza territoriale, valorizzando le risorse della Comunità locale.
Art.36 - Struttura organizzativa.
Il Distretto socio-sanitario dell’Azienda ULSS 14 è unico, con 2 sedi operative: a) Chioggia-Sottomarina, via Amerigo Vespucci;
b) Cavarzere, via Nazario Sauro, presso la Cittadella Socio-Sanitaria.
Le funzioni distrettuali vengono esercitate mediante le seguenti Unità Operative di Distretto: - UOC Cure Primarie
29
- UOS Attività Specialistiche
- UOS Infanzia Adolescenza Famiglia, con annesso Servizio per l’Età Evolutiva - UOS Disabilità
- UOC SERD
Al Distretto sono attribuite adeguate risorse definite in rapporto agli obiettivi di salute della popolazione.
Sono funzionalmente collegati al Distretto: a. il Dipartimento di Salute Mentale; b. il Dipartimento per le Dipendenze; c. l’UOC Farmacia
d. l’ UOC Servizio Professioni Sanitarie Aziendali.
Costituiscono elementi chiave per garantire la presa in carico coordinata e continuativa: - L’impostazione del lavoro in team multi professionali;
- Il riconoscimento della UVMD quale luogo unitario di valutazione dei bisogni della persona nei casi più complessi per i quali è necessaria una valutazione multidimensionale ed una presa in carico multi professionale;
- La definizione di un Progetto Assistenziale Individualizzato, nel quale vengono definiti gli interventi assistenziali, le risorse attivabili, individuando le responsabilità dei soggetti e delle strutture coinvolte e vengono individuati obiettivi e indicatori per la misurazione del loro raggiungimento.
Art. 37 - Direzione del Distretto.
La direzione del Distretto è affidata ad un dirigente, nominato dal Direttore Generale con provvedimento motivato e munito dei pareri del Direttore Sanitario, del Direttore dei Servizi Sociali e della Funzione Territoriale e del Direttore Amministrativo conformemente alle indicazioni regionali ed in particolare a quelle di cui alla DGRV 3242 del 30.11.2001.
Il Direttore del Distretto garantisce la funzione direzionale di tutte le attività del Distretto mediante i Responsabili delle UU.OO., verso i quali ricopre il ruolo di direttore di dipartimento. Al Direttore di Distretto competono le funzioni di:
- conseguimento degli obiettivi di risultato, di attività e di risorse concordati ed assegnati al Distretto in sede di contrattazione di budget con la Direzione Generale;
30
Distretto;
- coordinamento delle necessarie collaborazioni ed organizzazione delle risorse affinché il medico/pediatra di famiglia svolga il proprio ruolo di referente unico per l’assistito;
- utilizzo dello strumento del budget per definire gli obiettivi e monitorare i relativi indicatori di risultato attribuiti alle UU.OO. distrettuali e alle Medicine di Gruppo Integrate, organizzando, coerentemente con la programmazione strategica, i servizi e le risorse, nonché monitorandone l’implementazione.
Al Direttore del Distretto è direttamente attribuito il personale infermieristico necessario allo svolgimento delle attività professionali in ambito ambulatoriale e domiciliare, distribuito sulle 2 sedi distrettuali, ognuna delle quali coordinata da un Coordinatore Infermieristico, nonché il personale amministrativo necessario alle erogazione delle prestazioni amministrative.
Al Direttore del Distretto fa altresì capo il Servizio Integrazione Lavorativa (SIL) che è disciplinato in coerenza alle “Linee guida per il funzionamento del Servizio Integrazione Lavorativa delle A. ULSS del Veneto. Integrazione e modifiche alla DGR 3350 del 7.12.2001 e alla DGR 3787 del 20.12.2002”, approvate con DGRV n. 1138 del 06.05.2008. L’operatività del SIL si esplica attraverso:
- la conoscenza e la valutazione delle potenzialità e dei bisogni individuali delle persone e delle aziende;
- la programmazione e la gestione di percorsi individualizzati d’integrazione lavorativa per un positivo incontro tra domanda ed offerta di lavoro;
- il monitoraggio delle esperienze;
- la promozione di collaborazioni fra soggetti istituzionali del mondo imprenditoriale, del sistema della formazione professionale e della cooperazione sociale, del volontariato che opera specificatamente nel settore e delle associazioni dei disabili e dei familiari.
Il SIL agisce in stretto collegamento con le altre unità operative, i dipartimenti e i medici di medicina generale e le altre agenzie del territorio che si occupano a vario titolo di integrazione lavorativa. In particolare, esso agisce in stretto collegamento e in accordo con gli altri servizi socio - sanitari dell’Azienda (Dipartimento di Salute Mentale, Dipartimento per le Dipendenze, UOS Infanzia Adolescenza Famiglia, UOS Disabilità).
31
coincide con la Conferenza dei Sindaci. Esso:
- esprime il proprio parere sulla proposta di programma delle attività territoriali; - concorre alla verifica dei risultati di salute definiti dal medesimo programma.
La funzione direzionale del Direttore di Distretto implica in particolare le seguenti attività:
- supporto alla Direzione generale nei rapporti con i Sindaci dei Comuni afferenti al Distretto e proposta alla Direzione medesima del Programma delle Attività Territoriali, previo parere del Comitato dei Sindaci di Distretto;
- nomina dell’Ufficio di coordinamento delle attività distrettuali di cui all’ art. 38;
- decisioni in merito all’impiego del personale sentiti anche i responsabili delle UU.OO. di riferimento;
- gestione, entro il budget prefissato, degli istituti economici contrattuali quali il lavoro straordinario e lo stipendio di risultato;
- individuazione e proposta alla Direzione Generale degli incarichi dirigenziali;
- attivazione di rapporti esterni con persone ed enti afferenti al territorio di competenza ed assunzione di decisioni che impegnano l’Azienda verso l’esterno nei limiti di legge
Nelle attività di livello gestionale ed operativo il Direttore di Distretto assolve a compiti di direzione, di coordinamento delle attività di natura trasversale, di verifica dei risultati e ciò per assicurare l’unitarietà e la globalità degli interventi e il razionale utilizzo delle risorse assegnate, mentre la responsabilità tecnico-funzionale rimane in capo ai dirigenti responsabili delle strutture afferenti al Distretto.
Le attività amministrative di competenza del Direttore del Distretto vengono assicurate con il supporto del personale amministrativo assegnato alla Direzione dei Servizi Sociali e della Funzione Territoriale e delle Unità Operative del Dipartimento Servizi Tecnico Amministrativi di cui al successivo articolo 56, in ragione delle materie da trattare.
Il Direttore di Distretto propone al Direttore Generale, che lo nomina, il proprio sostituto per il caso di sua assenza o impedimento, scelto tra i dirigenti di una delle strutture complesse costituenti articolazioni interne del Distretto.
Art. 38 - Ufficio di coordinamento delle attività distrettuali.
32
professionali afferenti al Distretto, di cui membri di diritto sono un Medico di Medicina Generale, un Pediatra di Libera Scelta ed uno specialista ambulatoriale interno convenzionato operante nel distretto.
Esso è in staff al Direttore di Distretto, con funzioni consultive e propositive, comprese le interrelazioni funzionali tecnico operative, in tema di:
- distribuzione delle risorse umane fra le diverse articolazioni organizzative distrettuali coerente ai fabbisogni e compatibile con la dotazione organica complessiva del distretto;
- istituti economici contrattuali quali il lavoro straordinario, il salario accessorio legato al risultato, la pronta disponibilità;
- rapporti interprofessionali, comprese le modalità di integrazione/interrelazione di MMG, PLS, medici di continuità assistenziale e specialisti ambulatoriali convenzionati con gli operatori assegnati al distretto, al fine di garantire uniformità di comportamento operativo nelle attività ed interventi delle diverse articolazioni organizzative;
- bisogni e percorsi formativi delle diverse professionalità su tematiche di carattere generale (es. miglioramento continuo della qualità, sistema informativo, management, ecc.);
- definizione del Programma delle Attività Territoriali;
- promozione di strategie operative condivise fra i fattori produttivi territoriali, finalizzata a soddisfare il reale bisogno di salute, con l’individuazione delle modalità di raccordo fra la rete produttiva territoriale, i servizi socio assistenziali, i MMG e i PLS, nonché di procedure e di modalità condivise di offerta dei servizi;
- qualsiasi altra materia che il Direttore di Distretto ritenga opportuno sottoporre all’ufficio di coordinamento.
L’Ufficio di coordinamento si riunisce trimestralmente sia per esplicare le funzioni suindicate, che per coadiuvare il Direttore di Distretto nella verifica della rispondenza tra attività e costi previsti nel budget e quelli effettivi e per proporre interventi in caso di scostamenti significativi. Alle riunioni partecipa anche il Responsabile del UOS Controllo di Gestione. Con il provvedimento di cui all’art.36, il Direttore del Distretto individua un dipendente a lui assegnato e lo nomina segretario dell’Ufficio di coordinamento.