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i quaderni dell arci sette

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Academic year: 2022

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sette

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sette

i quaderni dell’arci

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I n i zi a t i va r e a l i zza t a co n i l co n t r i b u t o d e l l ’ A sse sso r a t o a l l a C u l t u r a d e l l a P r o vi n ci a A u t o n o m a d i T r e n t o

Collana I Quaderni dell’Arci a cura di Paolo Dolzan, per Arci del Trentino

AMAZONES

A n t i ca P i e ve , G r i g n o ( T N ) - N o ve m b r e 2 0 1 5

Arci del Trentino V i a d e g l i O l m i , 2 4 - T r e n t o T e l . 0 4 6 1 . 2 3 1 3 0 0 w w w . a r ci d e l t r e n t i n o . i t

Selezione artistica G i o va n n a B o n e n t i Supervisione C l a u d i a C a t t a n i Allestimenti

P a o l o D o l za n , R i cca r d o R e st a FotoP r o p r i e t a d e l l e a u t r i ci

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L i t o d e l t a , S cu r e l l e , ( T N ) Collaborazioni

C o l l e t t i vo H a g a l / K u n st h a u s H e r r G e va t t e r , C o l l e t t i vo C o yo t e Ringraziamenti

A t t i l i o P e d e n zi n i , C l a u d i o B e l l i n

Volume pubblicato in occasione dell’esposizione “Amazones” presentata negli spazi dell’Antica Pieve, Grigno (TN) nel mese di Novembre dell’anno 2015.

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AMAZONES

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Le Amazzoni vivono in una terra completamente circondata da un fiume che non ha principio né fine, come un anello senza gemma. In questo fiume ci sono pesci dalle caratteristiche straordinarie: oltre a quelli che vengono pescati con estrema facilità per essere mangiati, ci sono pesci in tutto simili a destrieri che vengono cavalcati dalle Amazzoni; altri sono simili ad asini, altri simili a buoi che lavorano, arano e seminano;

altri sono come cani, velocissimi nella corsa e nella caccia.

I mariti della Amazzoni non vivono con loro, ma al di là del fiume, e non è loro in alcun modo consentito attraversarlo, pena la morte. Sono le donne a raggiungere i mariti saltuariamente, e risiedono presso di loro per quindici giorni.

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Quando nascono figli maschi, vengono nutriti dalle madri fino all’età di sette anni e poi rimandati dai padri; se nascono figlie femmine invece restano presso le Amazzoni.

Le Amazzoni sono abilissime nella guerra. Possiedono armi d’argento, come d’argen- to è ogni altro attrezzo da lavoro, dal momento che nella loro terra non vi è altro me- tallo. Possiedono anche cavalli di terra (non pesci) che cavalcano rapidissimamente.

Le Amazzoni corrono talmente veloce che sono in grado di scagliare una freccia e riprenderla prima che essa tocchi terra.

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L i sa S t e f a n i . “ F i g u r a f e m m i n i l e ” ( d e t t a g l i o ) , o l i o su t e l a , 2 0 1 5

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Questa mostra sul mito delle Amazzoni è, per la nostra Associazione, un modo per parlare del femminile e delle caratteristiche che leghiamo a questo concetto. Nel senso comune pensiamo arcaicamente al femminile in termini empatici e di accoglienza e, per convesso, rileghiamo nel ma- schile l’aggressività e la forza. Il fascino del mito delle Amazzoni deriva proprio dal capovolgimento di queste caratteristiche. Un mito dove le donne sono guerriere e per questo detentrici in primo luogo di una carica aggressiva e di coercizione fisica, che è la prima forma del potere politico. Non a caso per Max Weber lo Stato moderno nasce quando un’organizzazione di potere, che è struttu- ra di autorità, detiene “il monopolio legittimo dell’uso della forza” su un dato territorio.

Le Amazzoni ci aiutano dunque a ragione sulla relatività di questi concetti, che vanno presi come idealtipi. Parlare di questo antico mito imbarazza i conservatori che cercano nella tradizione gli appigli che relegano alla donna un ruolo di cura, che resta saldo e identico nelle ripercussioni pra- tiche sostituendo alla subalternità la complementarietà. Un bell’esempio di arte come strumento di pensiero e di progresso sociale che è il filo conduttore del nostro agire.

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Andrea La Malfa

Presidente ARCI del Trentino

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ARTE AL FEMMINILE

La mostra curata da Paolo Dolzan in una cornice d’eccezione come quella dell’Antica Pieve a Grigno, da sabato 21 novembre a giovedì 3 dicembre 2015 si intitola “Amazones”.

I più rilevanti libri di storia dell’arte occidentale danno notizia di un numero poco significativo di artiste donne, sebbene l’eccellenza e virtuosismo delle loro opere sia indiscutibile già a partire dal Rinascimento.

L’intento di questa esposizione è proprio quello di mettere a fuoco il ruolo della donna come artista calandolo nella società attuale che a differenza del passato vede la presenza femminile nell’arte divenuta ormai ben presente, infatti, l’attività e la sensibilità artistica femminile non sorprende più nessuno.

Dieci le artiste donne in mostra, giovani artiste uscite da poco dall’Accademia, sono loro le “amaz- zoni” che attraverso le loro opere trasmettono il loro carattere, il loro timbro, e mostrano quello che sono e di cui sono capaci attraverso una buona dimestichezza nella tecnica e qualità pittorica, nell’abilità dell’uso dei colori, nella composizione delle opere in cui traspare un’attenta sensibilità nella ricerca artistica.

Attraverso i lavori esposti alla Pieve che si articolano tra segno, materia, figura, colore, i colori sono accesi si passa dai rossi ai verdi, le tecniche usate sono diverse, olio su tela, tecnica mista su carta, litotransfert, disegni con puntasecca e acquaforte su carta, e ancora china su carta e acrilico su tela, le artiste sono state capaci di trasmetterci emozioni.

È una mostra prettamente pittorica, infatti è presente solo una scultura, una ceramica dipinta ad ingobbio.

Amazones quindi non è codificata nel senso stretto della etimologia, ci si potrebbe aspettare da questo titolo opere che hanno come oggetto il mito (seppur controverso) delle donne guerriere, come le antiche figure di donne che campeggiavano sui vasi a figure nere del VI secolo a.C., im- magini di donne armate, a cavallo, di donne combattenti.

Non ritroviamo dunque in questa rassegna la classica iconografia dei vasi attici, con l’amazzone armata di carrozza e lancia, disegnata nella movenza della corsa, nelle tipiche scene di amaz- zonomachia, scene di combattimento appunto, che scorgiamo ad esempio in uno dei frontoni del tempio di Asclepio ad Epicuro o nella metopa del lato occidentale della parte posteriore del Parte- none, ma nemmeno la ferocia della battaglia che ha ben poco di greco, ma rappresenta forse la più famosa raffigurazione di queste donne leggendarie che è il dipinto del 1615 circa di Rubens

“Battaglia delle Amazzoni”.

Tra le opere ospitate alla Pieve, quelle che forse più ci riportano all’ideologia tipica del tema amaz- zoni, possono essere individuate in “Tisifone”, “Aletto”, “Megera”, più per il titolo se vogliamo, che ci rimanda alla mitologia greca. Le Erinni erano furie, personificazioni femminili della vendetta.

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Claudia Cattani

(Segretaria Arci del Trentino – Gestione e Conservazione dei Beni Culturali)

O ancora nell’opera “Adeps imperat”, unica scultura, che raffigura una figura femminile con ma- schera e pinne seduta in cima ad una roccia blu circondata da pesci argentei; una sorta di totem, di oggetto di devozione che rinvia al mito delle donne guerriere, ovvero quelle donne che vivevano in una terra circondata da un fiume, un fiume dove si trovano pesci dalle caratteristiche straordinarie, pesci che venivano pescati con facilità per essere mangiati dalle amazzoni stesse.

Alla piccola statuetta di ceramica dipinta manca solo una lancia, anche se la piccola fessura nella mano destra può farci pensare ad una Amazzone che impugna un’arma.

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“Gli uomini hanno sempre oppresso le donne non con la loro forza ma con la loro debolezza: in particolare con la loro impotenza nell’affrontare la loro debolezza nelle contrattazioni pubbliche e il loro potere di scaricarla poi nel privato. L’individuo neutro non solo è maschile, ma nasconde anche una debolezza profonda ed endemica rispetto alle condizioni di vita materiali ed emotive;

condizioni che ci si aspetta vengano rese sostenibili da una massa di energie femminili enorme, tale da mantenere a galla gli uomini ed affondare nella miseria le donne. Il patriarcato è sempre servito per rispondere alla debolezza maschile garantendo arbitri privati in compensazione di debolezze pubbliche.”

( A n t o n e l l a P i cch i o , F a l se D i co t o m i e , i n “ I l p a e se d e l l e d o n n e ” , a . X , n . 2 9 - 3 0 , 2 6 g i u g n o 1 9 9 7 E a d e m , S o ci a l R e p r o d u ct i o n , C a m b r i d g e , C a m b r i d g e U n i ve r si t y P r e e , 1 9 9 1 )

AMAZONES

Q u e st o p r o g e t t o vo l u t o d a l l ’ a sso ci a zi o n e A r ci d e l T r e n t i n o , p a r t e n d o d a l t e m a d e l l e “ a m a zzo n i ” , intende mettere a fuoco il ruolo della donna nella società attuale, riflettendo sul passaggio del p o t e r e f e m m i n i l e a q u e l l o m a sch i l e , a n ch e a t t i n g e n d o a l l e f o n t i d e l m i t o , d e l l e t r a d i zi o n i p a ssa t e e d a a l cu n i sp u n t i st o r i ci ch e h a n n o c o n se n t i t o l ’ e m e r g e r e d i u n a p r e se n za f e m m i n i l e n e l l ’ a r t e e n e l l a cu l t u r a .

C o n o g n i p r o b a b i l i t à , l a p r i m a o r g a n i z za zi o n e so ci a l e n e l l a st o r i a d e l l ’ u m a n i t à , h a a vu t o l e su e o r i g i n i n e l m a t r i a r ca t o . T e st i m o n i a n z e a q u e st o p r o p o si t o , a n t i ch e d i o l t r e 1 5 . 0 0 0 a n n i , so n o l e n u m e r o se st a t u e t t e d e t t e “ V e n e r i p a l e o l i t i ch e ” ch e r i p r o d u co n o g l i a r ch e t i p i d e l l a f e r t i l i t à , n e l l ’ a c - centuazione del ventre materno, dei seni e dei fianchi, escludendo qualunque attributo maschile.

A n ch e s e q u e st a d i f f u sa p r e se n za d e l l a si m b o l o g i a f e m m i n i l e n o n d e t e r m i n a n e ce ssa r i a m e n t e i l r u o l o so ci a l e d i ce n t r a l i t à d e l l a d o n n a , r i sp e t t o a l l ’ u o m o , è i n e l u t t a b i l e ch e n e l l e p r i m i t i ve cu l t u r e f o sse a sse g n a t o u n g r a n d e va l o r e a l l a p r o cr e a zi o n e ( a n ch e i n se n so m a g i co e sp i r i t u a l i st a ) e ch e q u e st o va l o r e f o sse e scl u si vo d e l g e n e r e f e m m i n i l e . I l p r o f o n d o l e g a m e co n l a d i m e n si o n e sci a m a n i ca , co n u n a r e a l t à m a g i ca e so vr a se n si b i l e e l ’ o r g a n i zza zi o n e so ci a l e m u t u a t a d a q u e s t i e l e m e n t i , r e n d e q u i n d i cr e d i b i l e i l m a t r i a r ca t o co m e f o r za ce n t r a l e d a l q u a l e si a r t i co l e r a n n o , vi a vi a , a n ch e l e f u n zi o n i so ci a l i e su b o r d i n a t e d e l l ’ u o m o ( d i c a cci a , a l l e va m e n t o e d e l l e a l t r e f o r m e d i su ssi s t e n za ) . N e l l e so ci e t à p i ù a n t i ch e , a n ch e l a “ m a t r i l i n e a r i t à ” h a r i ve st i t o p e r m i l l e n n i u n f u n zi o n e d i n o t e vo l e i m p o r t a n za , p o i c h é l a l i n e a e r e d i t a r i a m a t e r n a , a l co n t r a r i o d i q u e l l a p a t e r n a , e scl u d e va o g n i d u b b i o su l l ’ o r i g i n e d e l l a p r o l e . E ’ r a g i o n e vo l e d u n q u e a b b i n a r e i l m a t r i a r ca t o co m e

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co m e i l p i ù l o g i co si st e m a d i g o ve r n o , ch e a sse g n a va i l p o t e r e p o l i t i co e d e co n o m i co n e l l e m a n i d e l l a m a d r e p i ù a n zi a n a e , p e r e st e n si o n e , a l l e a l t r e d o n n e d e l l a co m u n i t à .

A n ch e se co n l ’ a n d a r e d e i se co l i i l si st e m a m a t r i a r ca l e sa r à so p p i a n t a t o d a q u e l l o p a t r i a r ca l e , ch e ca n ce l l e r à i n t e r i ca p i t o l i d i q u e l l a cu l t u r a f e m m i n i l e , g e n e r a t i va , m a t e r n a , d e l l ’ o r i g i n e d e l l ’ u m a n i t à ; n e l l a st o r i a e n e l m i t o si so n o co n se r v a t e a l cu n e p r e zi o se t e st i m o n i a n ze . L a m i t o l o g i a g r e ca , p e r e se m p i o , a t t r a ve r so i l m i t o d e l l e “ a m a zzo n i ” ci f o r n i sce u n e m b l e m a t i co e se m p i o d i so ci e t à m a - t r i a r ca l e , a d d i r i t t u r a g u e r r i e r a , e ch e s e m b r a co n f e r m a r e u n r e a l e g o ve r n o d i d o n n e e si st i t o n e l l ’ a n - t i ca G r e ci a , n e l p e r i o d o p r e ce d e n t e a l l ’ i n va si o n e a ch e a ; co sì co m e p u r e i r i t i r e l i g i o si e l l e n i ci , ch e i n d i ca va n o l a t o t a l e i n d i p e n d e n za d e l l a d o n n a n e l d e ci d e r e d e l l a p r o p r i a p r o l e , se n za t e n e r e i n a l cu n co n t o d e l l a p a t e r n i t à . U n o st u d i o co m p a r a t o d e l l e va r i e r e l i g i o n i co n f e r m e r e b b e l a g r a n d e i m p o r t a n za d e l l a d o n n a n e l l e so ci e t à p i ù a n t i ch e , su f f r a g a t o d a n u m e r o se d i vi n i t à f e m m i n i l i ( I si d e , A st a r t e , C i b e l e , e t c. ) ch e n e l l a q u a si t o t a l i t à d e i ca si , e sp r i m o n o a n ch e i l p r o f o n d o l e g a m e co n l ’ e si s t e n za , si m b o l e g g i a n d o n e l l e l o r o se m b i a n ze d i d o n n a l a “ G r a n d e M a d r e ” e co n e ssa , a n ch e l a T e r r a .

«In quell’età, quando si ignorava la proprietà fecondativa dello sperma, c’era “ignoranza della paternità” e questo spiega l’allora matrilinearità (discendenza materna) a cui l’uomo poteva par- tecipare solo legandosi alla madre. Gli uomini si sentivano, così, esclusi dalla generazione della vita e dalla discendenza, il che creava in loro una “situazione esistenziale” insostenibile. È per inserirsi nel processo procreativo che inventarono, sul piano culturale e sociale, la figura paterna e il suo legame con il bambino. Originariamente, perciò, non è il figlio ad aver avuto bisogno di essere riconosciuto dal padre, ma è innanzitutto il padre che ha avuto fondamentalmente bisogno di questo riconoscimento e di dare il nome al figlio. L’uomo ha costruito il patriarcato per risolvere la sua “situazione esistenziale” nel processo procreativo, si è creato un ordine in cui si è dato una posizione di centralità e di dominio. Ha rovesciato la dipendenza naturale dalla madre nella di- pendenza sociale della donna da lui, quale padre, marito, fratello. All’origine della creazione della paternità vi è la cancellazione della relazione primaria madre-figlio e figlia, e quando gli uomini conobbero il loro apporto genetico alla procreazione, se ne servirono per rafforzare, ancora di più, un ordine che assicurava loro potere e controllo, nella famiglia e fuori, sulla maternità, svalorizzata nella sua capacità riproduttiva. Quando si riconoscerà che “la madre è più antica del padre”, come scriveva Bachofen, e che si è figlie e figli perché si ha una madre, la questione del cognome ai figli troverà il suo giusto ordine.»

( G i u d i t t a L o R u sso , “ U o m i n i e p a d r i . L ’ o scu r a q u e st i o n e m a sch i l e ” , E d . B o r l a , 1 9 9 5 )

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F o r se , p r o vo ca t o r i a m e n t e , l ’ i d e a d i u n a m o st r a d ’ a r t e e d i u n ca t a l o g o “ a l f e m m i n i l e ” g h e t t i zza d i p e r sé l a d o n n a e i l su o r u o l o a vu t o n e i se co l i , p o i ch é l ’ a r t e ch e è u n a p r a t i ca ch e i n ve st e l a sf e r a i n d i vi d u a l e , d e v’ e sse r e se n za p r e co n c e t t i e d e m o n i zza n t i e t i ch e t t e .

D o n n e d i t a l e n t o , u o m i n i d i t a l e n t o . D ’ a l t r o ca n t o si p a r l a m a i d i u n co l l e t t i vo d i u o m i n i , co m e a r t e m a sch i l e ? N o .

I l g e n d e r p a ssa i n se co n d o p i a n o . L ’ o r g a n o se ssu a l e h a n i e n t e a ch e f a r e co n i l t a l e n t o .

L ’ u so i m p r o p r i o d i e p i t e t i e r i co n o sci m e n t i a r t i st i ci i m p o ve r i sce i l m e ssa g g i o d e l t a l e n t o i n d i vi d u a l e . L ’ a r t e a m i o p a r e r e è i l n o n - g i u d i zi o .

I l p u g n o a l l o st o m a co sf e r r a t o a i b e n p e n sa n t i .

E ’ u n se g n o i n e l u t t a b i l e d i q u o t i d i a n i t à e sa sp e r a t a se n za p r e t e se i n t e l l e t t u a l i . E ’ p o t e n t e m e m o r i a n e l l e a n i m e d i i e r i , o g g i e d o m a n i .

I n q u e st i u l t i m i a n n i a ssi st i a m o a d u n a se m p r e p i ù m a r ca t a p r e se n za f e m m i n i l e n e i va r i ca m p i dell’esperienza artistica. Anche alla luce di recenti riletture storiche, emergono dal passato figure d i a u t r i ci ch e h a n n o l a sci a t o u n a f o r t e i m p r o n t a d e l l o r o p a ssa g g i o .

Nell’arte figurativa affiorano silenziose, ma significative presenze, a partire almeno dal XVI seco- lo: citiamo i casi di Marietta Robusti (1554-1590) - figlia del pittore veneziano Tintoretto e perciò so p r a n n o m i n a t a “ T i n t o r e t t a ” - e d i B a r b a r a L o n g h i ( 1 5 5 2 - 1 6 3 8 ) , a n ch ’ e ssa f o r m a t a si p r e sso l a b o t - t e g a d ’ a r t e d e l p a d r e e m i l i a n o L u ca L o n g h i . S e i n q u e st o ca so l e ca r r i e r e d e l l e d u e p i t t r i ci f u r o n o i n co r a g g i a t e d a l l a l u n g i m i r a n z a e d a l l ’ a sse n za d i p r e co n ce t t i se ssi st i d e i l o r o p a d r i , è a n ch e ve r o ch e l a l o r o o p e r a , p e r q u a n t o e cce l l e n t e , n o n f u t a l e d a co n se n t i r e a q u e st e p i t t r i ci d i r i sca t t a r si dall’ambiente delle rispettive botteghe paterne. Ciò non valse però per la loro collega Sofonisba A n g u i sso l a ( 1 5 3 2 - 1 6 2 5 ) , ch e d a l l ’ a m b i e n t e cu l t u r a l e cr e m o n e se se p p e vi a vi a a f f e r m a r e l a p r o p r i a i d e n t i t à a f f a cci a n d o si su l l a sce n a e u r o p e a ( M a d r i d ) e r i ce ve n d o i m p o r t a n t i co m m e sse d a F i l i p p o I I . I n o g n i ca so , a q u e st e p r i m e p r o t a g o n i st e va r i co n o sci u t o i l co r a g g i o d i a v e r ca l ca t o co n d e ci si o n e u n t e r r e n o o st i l e , ch e e r a q u e l l o d e g l i a m b i e n t i d i co r t e e d e l m e ce n a t i sm o , r e st i o a d a cce t t a r e l a presenza femminile al di fuori della cornice di un dipinto, confinata nell’icona del corpo e della sua se n su a l i t à , o p p u r e a l t r e t t a n t o st i g m a t i zza t a d a l l ’ i sp i r a zi o n e d i u n se n t i m e n t o sa cr o , d a l l o st e r e o - t i p o d e l l a d o n n a a n g e l i ca t a e d a l l a l u n g a p r o ce ssi o n e d i i m m a g i n i d i V e r g i n i , b e a t e e sa n t e ch e a f f o l l a va n o l e ch i e se d ’ E u r o p a .

Questo difficile rovesciamento delle parti che assegnò all’artista donna il ruolo di interprete anzi- ché di musa, restò anche per i secoli successivi, una meta difficile da raggiungere. Citiamo il caso d e l l a t o r m e n t a t a vi ce n d a d i C a m i l l e C l a u d e l ( 1 8 6 4 - 1 9 4 3 ) , a l l i e va , a m a n t e , m u sa e a ssi st e n t e d e l ce l e b r e scu l t o r e A u g u st e R o d i n , ch e p e r t u t t a l a vi t a a t t e se l a p r o p r i a l e g i t t i m a a f f e r m a zi o n e - -

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d ’ a r t i st a ve d e n d o f r u st r a t a l a p r o p r i a a sp i r a zi o n e .

I n d u b b i a m e n t e f u i l p e r i o d o d e l l e a va n g u a r d i e st o r i ch e d i i n i zi o ‘ 9 0 0 a r a p p r e se n t a r e i l p u n t o d i svo l t a n e l l a q u e st i o n e d e l l ’ a r t e a l f e m m i n i l e . L ’ i m p e g n o a r t i st i co e p o l i t i co d i N a t a l j a G o n t sch a r o w a ( 1 8 8 1 - 1 9 6 2 ) ch ’ e b b e u n r u o l o d i p r i m o p i a n o n e g l i a n n i d e l l a R i vo l u zi o n e d ’ O t t o b r e , i n R u ssi a , assieme alle colleghe Popova e Achmatova, e che si trovarono finalmente nella possibilità di in- st a u r a r e u n d i a l o g o “ a l l a p a r i ” , co n i co l l e g h i futuristi e suprematisti ( L a r i o n o w , T a t l i n , R o d ch e n ko , B u r l i u k, M a j a ko vski j , e t c) , r i u n i t i so t t o l a co m e t a d e l so ci a l i sm o .

Forse però è con la figura di Frida Kahlo (1907-1954) che nelle arti visive si cristallizza per immagi- n i l ’ u n i ve r so f e m m i n i l e i n t u t t a l a su a r i cch e zza e co m p l e ss i t à , a l d i l à d i c o n n o t a zi o n i i d e o l o g i ch e , p o l i t i ch e e d i f a ci l i cl i ch é . U n a r t e , q u e l l a d i F r i d a - m o d e r n a a m a zzo n e - ch e sca va n e l l a so l i t u d i n e e n e l l a so f f e r e n za , m a ch e so p r a t t u t t o e sa l t a l a t e n a ci a e l o sp i r i t o co m b a t t i vo d i q u e st a d o n n a , ca p a ce d i r i sp o n d e r e co l p o su co l p o a g l i a f f a n n i d e l l a vi t a e d i e so r ci zza r e i l d o l o r e n e l l ’ u n i ve r so d i i m m a g i n i a t a vi ch e e i n e d i t e a l l o st e sso t e m p o .

S e i ca si ci t a t i d i q u e st e a r t i st e so n o d i a i u t o p e r co m p r e n d e r e l a l u n g a st r a d a d e l l ’ e m a n ci p a zi o n e f e m m i n i l e i n t r a p r e sa n e l p a ssa t o , sa r à d i co n f o r t o co n st a t a r e ch e l ’ e l e n co d i “ a m a zzo n i ” ch e h a n n o co m b a t t u t o p e r l a d i f e sa e l ’ a f f e r m a zi o n e d e i l o r o d i r i t t i , n o n è co m p o st o d i u n n u m e r o e si g u o co m e si è soliti pensare. A questo titolo riporto un elenco delle più significative presenze storiche nel settore delle arti figurative che potranno costituire per il lettore un utile approfondimento:

M a r i e B a sh ki r t se f f ( 1 8 5 8 - 1 8 8 4 ) I sa b e l B i sh o p ( 1 9 0 2 - 1 9 8 8 ) R o sa B o n h e u r ( 1 8 2 2 - 1 8 9 9 ) L o u i se B o u r g e o i s ( 1 9 1 1 - 2 0 1 0 ) Ju l i a M a r g a r e t C a m e r o n ( 1 8 1 5 - 1 8 7 9 ) R o sa l b a C a r r i e r a ( 1 6 7 5 - 1 7 5 7 ) M a r y C a ssa t t ( 1 8 4 4 - 1 9 2 6 ) E l i za b e t h C a t l e t t ( 1 9 1 5 - 2 0 1 2 ) S o n i a D e l a u n a y ( 1 8 8 5 - 1 9 7 9 ) L a vi n i a F o n t a n a ( 1 5 5 2 - 1 6 1 4 ) A r t e m i si a G e n t i l e sch i ( 1 5 9 3 - 1 6 5 4 ) E va G o n za l è s ( 1 8 4 9 - 1 8 8 3 )

A d é l a i d e L a b i l l e - G u i a r d ( 1 7 4 9 - 1 8 0 3 ) Ju d i t h L e yst e r ( 1 6 0 9 - 1 6 6 0 )

E d m o n i a L e w i s ( 1 8 4 4 - 1 9 1 1 ) M a r i a S i b yl l a M e r i a n ( 1 6 4 7 - 1 7 1 7 )

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B e r t h e M o r i so t ( 1 8 4 1 - 1 8 9 5 ) A l i ce N e e l ( 1 9 0 0 - 1 9 8 4 )

A n g e l i ka K a u f f m a n n ( 1 7 4 1 - 1 8 0 7 ) K ä t h e K o l l w i t z ( 1 8 6 7 - 1 9 4 5 ) L e e K r a sn e r ( 1 9 0 8 - 1 9 8 4 ) G w e n Jo h n ( 1 8 7 6 - 1 9 3 9 ) G e o r g i a O ’ K e e f f e ( 1 8 8 7 - 1 9 8 6 ) M e r e t O p p e n h e i m ( 1 9 1 3 - 1 9 8 5 ) E m i l y M a r y O sb o r n ( 1 8 2 8 - 1 9 2 5 ) R o l i n d a S h a r p l e s ( 1 7 9 3 - 1 8 3 8 ) A m r i t a S h e r - G i l ( 1 9 1 3 - 1 9 4 1 ) E l i za b e t h S i d d a l ( 1 8 2 9 - 1 8 6 2 ) R e b e cca S o l o m o n ( 1 8 3 2 - 1 8 8 6 ) M a r i e S p a r t a l i S t i l l m a n ( 1 8 4 4 - 1 9 2 7 ) E l i za b e t h T h o m p so n ( 1 8 4 6 - 1 9 3 3 ) S u za n n e V a l a d o n ( 1 8 6 5 - 1 9 3 5 ) e l i sa b e t h V i g è e - L e b r u n ( 1 7 5 5 - 1 8 4 2 )

T u t t a vi a , so n o so p r a t t u t t o l a l e t t e r a t u r a e l a p o e si a , i ca m p i d e l l a sp e r i m e n t a zi o n e a r t i st i ca ch e sento più affini alla mia esperienza e all’interno dei quali trovo gli spunti per portare le mie rifles- si o n i p e r so n a l i o l t r e i m a r g i n i d e l l a r i ca p i t o l a zi o n e st o r i ca .

A q u e st o p r o p o si t o , n o n p o sso e si m e r m i d a l ci t a r e u n a g r a n d e a u t r i ce d e l se co l o sco r so , p o e t a d e l n o ve ce n t o r i co n o sci u t a p o st u m a - p r e m i o n o b e l a p a r t e , p o co i m p o r t a - S yl vi a P l a t h h a a vu t o un’influenza essenziale e fortemente necessaria nella scrittura poetica d’oltreoceano.

P e r so n a l m e n t e h a ca r a t t e r i zz a t o l a m i a co m p o si zi o n e p o e t i ca e i l m i o a m o r e vi sce r a l e p e r l a l e t - t e r a t u r a .

A quindici anni ho letto con avidità suo unico romanzo autobiografico, “La campana di vetro”.

I m p o ssi b i l e n o n r i m a n e r e f a g o ci t a t i d a l d e m o n e e m o zi o n a l e e d a l vi ssu t o m e r a m e n t e d i sso ci a t o . L ’ a m b i zi o n e a l l a p e r f e zi o n e e l a co r sa d i sp a r a t a a d e ssa d a u n a p a r t e , l a m e r a f r u st r a zi o n e ch e consegue questa necessaria e dolorosa ricerca dall’altra, che solo una scrittrice può capire e esorcizzare. Peccato che la Plath si sia fermata nel mezzo del suo rush finale. Accusata di troppo se l f - co n t r o l , i n ca p a ce d i u sci r e d a l l a l i n e a p e r f e t t a e m a i b a n a l e d e i su o i a u d a ci ve r si , l a P l a t h scrisse “Orlo”, e in quegli stessi giorni difficili, preparò meccanicamente e amorevolmente la cola- zione alle figlie, Frieda e Rebecca, una mattina presto del novembre 1962, sigillò e isolò le porte, a cce se i l g a s d e l f o r n o co m e m e t a f o r a d e l l a m o g l i e p e r f e t t a a l l ’ o m b r a d e l m a r i t o p o e t a T e d -

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Hughes, e inalò monossido di carbonio. Aveva 31 anni.

A n n e S e xt o n , m o d e l l a se n za t i t o l o d i st u d i o , a u t o d i d a t t a , d i ve n n e u n a p o e t a co n t e m p o r a n e a a l l a P l a t h ch e p u r e f r e q u e n t a va e co n t e st a va .

F r a l e d u e vi g e va u n a so r t a d i t a ci t o a n t a g o n i sm o .

S e xt o n scr i sse a cu t a m e n t e e i r o n i ca m e n t e p o e si e d i ssa cr a n t i a n t i - cl e r i ca l i . S cr i sse p o e si e d ’ a m o r e e p o e si e su l l a m o r t e .

M o r ì a n ch e l e i su i ci d a d o p o l a P l a t h .

C o m u n e d e st i n o p e r d u e p o e t i d e l n o v e ce n t o .

F a ci l e r i co n d u r l e a l l ’ a m o r e - o d i o t r a M a j a ko vski j e d E se n i n e a l l e vi ce n d e ch e l i a cco m u n a r o n o n e l l o r o i n e vi t a b i l e e p i l o g o .

Il filo conduttore che lega alla memoria odierna ed eterna la passione all’atto della scrittura, tramite e p o r t a vo ce d a l r e g n o d e i m o r t i a q u e l l o d e i vi ve n t i é l a p o ssi b i l i t à d i f a r r i vi ve r e l e p a r o l e n e l l a l e t t u r a e n e l l a su a co sci e n t e e co n sa p e vo l m e n t e ca t a r t i ca a f f e r m a zi o n e .

S a r a K a n e è st a t a u n a d r a m m a t u r g a co n t e st a t a n e l su o l a vo r o p e r ch é e sp l i ci t a m e n t e co n sa p e vo l e e v i si o n a r i a , u n t a l e n t o p r e co ce d e m o n i zza t o d a i m e d i a , a ccu sa t a d i a u t o r e f e r e n zi a l i t à n e l l a su a vi si o n e vi o l e n t e m e n t e r e a l e n e l l a r a p p r e se n t a zi o n e d e l l a vi o l e n za co n l e su e b e st i a l i e i n n u m e r e - vo l i f o r m e .

A u t r i ce d i ci n q u e p i é ce s t e a t r a l i , l a K a n e n o n m i r a va a l l o sca n d a l o ch e i b e n p e n sa n t i l e h a n n o a t t r i b u i t o g r a t u i t a m e n t e , b e n sì , a l l ’ e so r ci sm o d e i p r o p r i f a n t a sm i .

N e l 1 9 9 9 scr i ve l ’ u l t i m o t e st o , sp i e t a t a d e n u n ci a a l l ’ a b u s o p si ch i a t r i co e , p r o p r i o i n u n a cl i n i c a p si ch i a t r i ca , n e l l a b r e ve a sse n za d e l p e r so n a l e i n f e r m i e r i st i co , s’ i m p i cca co n i l a cci d e l l e sca r p e . I l t a l e n t o d i E m i l y D i cki n so n , m a g g i o r e e sp o n e n t e d e l l a p o e si a r o m a n t i ca m o n d i a l e , n o n l e f u co n - f e r i t o n e l su o co n t e st o st o r i co , n o n o st a n t e i t e n t a t i vi d i p u b b l i ca zi o n e i n t e st a t e d e l l ’ e p o ca . P e r p u r o ca so f u l a so r e l l a a t r o va r e i l p a t r i m o n i o a r t i st i co d e l l ’ a u t r i ce , r e cl u sa n e l l a p r o p r i a st a n za . S cr i sse ve r si su ve r si p e r p a ssi o n e . O l t r e t r e m i l a p o e si e , o g n u n a r a cch i u sa i n p i cco l i b o u q u e t d i p i zzo e n a st r i n i , n a sco st e e p r e zi o se , so f f o ca t e n e l l a t e n e b r a d e l l a st a n za d a l e t t o .

N e ssu n a p r e t e sa d i a p p a r i r e o e sse r e vi st a .

E m i l y D i cki n so n h a r e so p o ssi b i l e l ’ u n i ve r so i n p o ch e p a r o l e , h a si n t e t i zza t o i n ch i a ve p o e t i ca i suoi sentimenti congelati dalla solitudine, divenendo una figura ancestrale e ultraterrena.

Jana Cêrna, scrittrice misconosciuta, attivista, anti -filosofica, donna usa e getta, donna oggetto in u n a C e co sl o va cch i a d e g l i a n n i se ssa n t a , è f o r se l ’ a n t i t e si d e l l a D i cki n so n .

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L a su a n o n m e n o p o t e n t e scr i t t u r a è f o r t e m e n t e se ssu a l e e d e sp l i ci t a m e n t e e r o t i ca . N e l b r e ve volume pubblicato, un poemetto dedicato al padre che l’abusò da bambina, (inevitabile segno p e r m a n e n t e e vi si b i l e n e l l a su a scr i t t u r a ) , u n a l e t t e r a e r o t i ca m e n t e sp i n t a e p r i va d i a u t o ce n su r e all’amante-amato, e la contestazione della filosofia, non giovano ovviamente alla divulgazione d e l su o u n i co t e st o .

Anche la Cêrna combatte i suoi funesti spettri, l’aberrante figura paterna, l’uomo-carogna che in- co n t r a i n o g n i f u t u r o u o m o . N o n t e m e n d o i l g i u d i zi o , e r i sch i a n d o d i r i su l t a r e sco m o d a e b l a sf e m a , r i m a n e f e d e l e a l l a su a p r o sa l i b e r a e a u t e n t i ca .

L a l i st a n o n si e st i n g u e co sì f a ci l m e n t e , d i d o n n e a r t i st i ca m e n t e a t t i ve e vi ve n t i ce n e so n o , sa r e b - b e r i d u t t i vo o m e t t e r n e , n o m i c o m e A m e l i e N o t h o m b e A g o t a K r i st o f , scr i t t r i ci d a r i co r d a r e , l a p r i m a p e r l a p r o l i ssi t à e l a q u a l i t à d e l l e o p e r e , i n a t t i vo o g n i a n n o , l ’ a l t r a , p e r l ’ i n ci si vi t à e l a sp r e zza n t e a u t o i r o n i a , l a p a r o l a d u r a e ca p a r b i a , p e r si st e n t e n e l t e m p o .

E ’ q u e st o , a m i o a vvi so , i l p o t e r e a l o r o co n f e r i t o , t r a m a n d a r e i n e t e r n o , p e r ch i l e sa p r à ca p i r e e a p p r e zza r e , l ’ i n n a t a sp o n t a n e i t à e l a v o g l i a d i l a sci a r e u n se g n o , g u e r r i e r o o n o n .

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R o b e r t a G a l b a n i

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AMAZONES o p e r e

GIOVANNA BONENTI GIORGIA CEREDA LAURA COLETTO GAIA GIANARDI ANNA MARZUTTINI

FEDERICA MONTESANTO CAROLINA POZZI

LISA STEFANI

MADDALENA TESSER

FRANCESCA ZUCCA

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GIOVANNA BONENTI

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Giovanna Bonenti é nata a Tione di Trento nel 1992, ha conseguito il Diploma di primo livel- lo in pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Frequenta ora il Biennio presso l’atelier di Pittura di Carlo Di Raco. Vive e lavora a Venezia.

AMAZONES

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“ B o u q u e t ” , cm 1 1 0 x1 0 0 , o l i o su t e l a , 2 0 1 5

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Giorgia Cereda é nata a Bergamo nel 1992. Diplomata al Liceo Artistico “Medardo Rosso”

di Lecco nel 2011, frequenta attualmente il terzo anno di pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Nel 2015 partecipa al workshop “Gullivers - Geometrie del Potere” curato da Aleksander Valiscek, Nebojsa Despotovic, Carlo Di Raco e Miriam Pertegato, presso L’A plus A. tra il 2013 e il 2015 partecipa al workshop di pittura di Carlo Di Raco, presso Forte Marghera (VE).

Nel 2013 partecipa al workshop “Innesti / Dormiveglia” curato da Paolo Dolzan, presso l’A- telier Dolzan di Stenico (TN).

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GIORGIA CEREDA

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“ I n t e r n o ” , cm 1 1 0 x1 0 0 , o l i o su t e l a , 2 0 1 5

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( a seguire) “ S t u d i ” , cm 2 0 x1 5 ci r ca , t e cn i ca m i st a su ca r t a , 2 0 1 5

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Laura Coletto è nata a Motta di Livenza nel 1990, vive a Ponte di Piave. Dopo aver conse- guito la maturità classica, nel 2013 si è laureata in pittura presso l’Accademia di belle arti di Venezia, ottenendo il Diploma accademico di 1° livello in Pittura con il prof. Di Raco.

Attualmente iscritta al secondo anno di Laurea Magistrale in Storia delle arti e conserva- zione dei beni artistici con specializzazione in arte Contemporanea presso l’Università Ca’

Foscari, di Venezia.

Vive e lavora a Ponte di Piave.

Ha partecipato negli ultimi anni a diverse mostre collettive e workshop d’arte.

PREMIO NAZIONALE LETTERARIO D’ARTE, CULTURA, MUSICA E TEATRO MARIO DELL’ARCO- XVIII edizione 2014, 1° premio per la sezione Arti figurative ed immagine, Roma.

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LAURA COLETTO

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“ A d e p s i m p e r a t ” , cm 4 0 x3 0 x3 0 scu l t u r a / i n st a l l a zi o n e i n ce r a m i ca d i p i n t a a d i n g o b b i o , 2 0 1 5

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GAIA GIANARDI é nata a Isola della Scala nel 1983, laureata in Sociologia all’Università La Sapienza di Roma, consegue nel 2013 il diploma in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Successivamente si reca in Spagna, a Bilbao, per proseguire il corso di studi.

Attualmente, avendo conseguito il primo Master europeo in pittura presso la Facultad de Bellas Artes de Leioa, é iscritta alla Scuola di Dottorato presso la stessa facoltà.

Vive tra Bilbao e Milano dove espone in mostre personali e collettive.

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GAIA GIANARDI

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“ M e g e r a ” , cm 1 9 0 x1 3 0 , o l i o su t e l a , 2 0 1 5

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“ T i si f o n e ” , cm 1 9 0 x1 3 0 , o l i o su t e l a , 2 0 1 5

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“ A l e t t o ” , cm 1 9 0 x1 3 0 , o l i o su t e l a , 2 0 1 5

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Anna Marzuttini é nata nel 1990 a Gemona del Friuli, ha conseguito il diploma di primo li- vello in pittura presso l’Accademia di belle arti di Venezia ed è iscritta attualmente al primo anno di biennio del corso di pittura del professore Carlo di Raco.

Tra le ultime esposizioni si segnalano:

2012 Art Night Venice - Atelier F, A.B.A. Venezia

2013 Art Night Venice - Atelier F, “Il talento senza i maschi”, A.B.A. Venezia 2013 Workshop Innesti - DormiVeglia, Stenico (TN)

2015 Workshop ed esposizione finale al Capannone 35, Forte Marghera (VE)

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ANNA MARZUTTINI

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“ S . T . ” , cm 1 5 4 x2 0 5 , o l i o su t e l a , 2 0 1 5

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Federica Montesanto é nata nel 1985, compie studi artistici a Venezia dove si diploma in Pittura all’Accademia di Belle Arti.

Ha approfondito l’interesse per la Grafica d’Arte frequentando laboratori di incisione a Venezia e Urbino e sviluppato una ricerca artistica personale legata soprattutto al disegno e al suo linguaggio.

Frequenta da diversi anni il Lab43 - for print, laboratorio di stampa d’Arte e arti visive a Forte Marghera (Ve), di cui è attualmente membro attivo.

Vive e lavora a Venezia in ambito museale e didattico.

FEDERICA MONTESANTO

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“ T r e m a t e . . . t r e m a t e ” , cm 3 7 x5 0 , l i t o t r a n sf e r t , 2 0 1 5

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CAROLINA POZZI

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Carolina Pozzi, nasce a Seriate (BG), il 30.08.1994. Diplomata al Liceo Classico Alessandro Manzoni, studia Pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia con il Docente Carlo Di Raco.

2015Workshop. Laboratorio aperto di Pittura e Disegno, mostra collettiva, a cura di Carlo Di Raco, Miriam Pertegato, Martino Scavezzon, Capannone n.35, Forte Marghera, Venezia.

UTTER /. THE VIOLENT NECESSITY FOR THE EMBODIED PRESENCE OF HOPE, Perfor- mance in collaborazione con Jaša, Biennale, padiglione Slovenia.

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“ A r co b a l e n o a l l a g r i g l i a ” - “ B a ca r o zzi b l u ” , ca d a u n o cm 2 9 , 7 x2 1 , t e cn i ca m i st a su ca r t a , 2 0 1 5

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“ F i o r i d i p a l u d e ” - “ G r u vi e r a ” , ca d a u n o cm 2 9 , 7 x2 1 , t e cn i ca m i st a , 2 0 1 5

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“ R o sso ” - “ O l i o d i p a l m a ” , ca d a u n o cm 2 9 , 7 x2 1 , t e cn i ca m i st a , 2 0 1 5

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LISA STEFANI

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Lisa Stefani, nasce a Vicenza nel 1991. Diplomata al Liceo Artistico di Vicenza nel 2010. Ha conseguito il diploma di primo livello in pittura nel 2013 presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia.

Lavora tra Vicenza e Wolkisch (Germania).

Nel 2014 partecipa alla mostra collettiva di pittura “Premio Gambino”, Preganziol (TV) e alla mostra “Canis Latrans” curata dal Collettivo Coyote, presso i Magazzini del Sale d.o.c.k.s.

(VE). Nel 2015 partecipa alla Biennale di Incisione di Varna (Bulgaria).

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“ S . T . ” , cm 5 0 x7 0 , o l i o su ca r t a , 2 0 1 5

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“ F i g u r a f e m m i n i l e ” , cm 7 5 x6 0 , o l i o su t e l a , 2 0 1 5

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“ V a l e n t i n a ” , cm 2 0 x1 5 , p u n t a se cca e a cq u a f o r t e su ca r t a , 2 0 1 5

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MADDALENA TESSER

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Maddalena Tesser è nata a Vittorio Veneto (TV) nel 1992. Diplomata al Liceo Artistico Stata- le di Treviso, studia ora all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Diploma di Primo Livello in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo, con indirizzo Pittura.

2015 In parte riproducendo forme note, in parte creando mostri sconosciuti: Drawing as Performance, performance curata da Andrea Bruciati, Demanio Marittimo KM-278, Marzoc- ca di Senigallia (AN)

2014 98ma Collettiva Giovani Aristi, Fondazione Bevilacqua La Masa, galleria di Piazza San Marco, Venezia; Workshop. Laboratorio aperto di Pittura e Disegno, mostra collettiva, a cura di Carlo Di Raco, Miriam Pertegato, Martino Scavezzon, Capannone n.35, Forte Mar- ghera, Venezia

2013 Collezione Fondazione Malutta, Fondamenta delle Terese 9°, ex ospizio Santa Mar- ta, Venezia; Arte e Ambiente, workshop, a cura di Carlo Di Raco, in collaborazione con le Accademie d’ Italia, Capannone n.35, Forte Marghera, Venezia; Art Night, Il talento senza i maschi, mostra collettiva, a cura di Francesca Zucca, Carlo Di Raco

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“ S . T . ” ( e p a g i n e se g u e n t i ) , ch i n a su ca r t a , 2 0 1 5

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AMAZONES AMAZONES

FRANCESCA ZUCCA

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Francesca Zucca, nasce a Trieste nel 1982, ha conseguito nel 2014 la Laurea in Arti Vi- sive e Discipline per lo Spettacolo, sezione Pittura, presso l’atelier F del Prof. Carlo Di Raco all’Accademia di Belle Arti di Venezia; con il massimo dei voti ed una tesi intitola- ta: “Secondo natura”. Nel medesimo istituto aveva già conseguito, nel 2006, il diploma di laurea in Pittura, con un punteggio di 110 ed una tesi intitolata: “Elementare - Per trovare gli effetti più strani e le combinazioni più straordinarie, bisogna rivolgersi alla vita stessa, che è sempre più originale di qualsiasi volo di fantasia”.

Diplomata in Pittura e Decorazione pittorica all’Istituto d’Arte Nordio di Trieste, nel 2001; ha frequentato per due anni il Sesto Liceo Artistico di Roma.

Fa parte del COLLETTIVO NOMOI, che nasce nel 2011 con l’obiettivo di promuovere pittori, scultori, fotografi, musicisti e videomakers attraverso l’organizzazione di eventi e mostre d’arte.

Vive e lavora a Venezia.

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“ M i m e si f e l i n a ” , cm 5 0 x4 0 , t e cn i ca m i st a su t e l a , 2 0 1 5

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“ S . T . ” , cm 4 0 x4 0 , a cr i l i co su t e l a , 2 0 1 3

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“ P a t ch w o r k” , cm 5 0 x8 0 , t e cn i ca m i st a su t e l a , 2 0 1 1

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“ S t o f f a a p u n t i n i ” , cm 3 5 x1 8 , a cr i l i co su t e l a , 2 0 1 5

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Gaia Gianardi “Aletto” (rielaborazione di dettaglio), olio su tela, 2015

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S t a m p a t o n e l m e se d i N o ve m b r e 2 0 1 5 p r e sso L i t o d e l t a , S cu r e l l e , ( T N ) - w w w . l i t o d e l t a . co m - p e r A r ci d e l T r e n t i n o

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