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L ARENA DI POLA Registrata presso il Tribunale di Trieste n del Anno LXIX Mensile n. 12 del 13 DICEMBRE 2013

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Sta per finire un altro anno. C’è stato, quest’anno, un pas- saggio di testimone, che mi riporta ai tempi felici dell’atletica, praticata in anni ormai lontani, e di tante gare a staffetta.

Il “cambio” era, allora, una fase delicata: ci voleva molto al- lenamento coordinazione, accordo

tra i componenti della squadra. Tal- volta il cambio non riusciva bene: o era troppo “contratto” perché chi portava in bastoncino era troppo veloce o chi lo riceveva era troppo lento; o era troppo “lungo” e si ri- schiava di uscire dalla zona di cam- bio, e infatti qualche volta si usciva e la squadra veniva squalificata.

Spero però che i miei ricordi non corrispondano alla vita del Libero Comune di Pola in Esilio. Il cambio c’è stato e mi sembra, se non ci sa- ranno “ricorsi”, riuscito.

Ora tocca a me correre. Per la verità un breve tratto di strada è già stato percorso. In questi sei mesi, dopo l’avvio e l’accelerazione inizia- le, abbiamo ricordato i nostri morti a Vergarolla. L’occasione triste ci ha riportato ai momenti più tragici della nostra vita ed è stata però anche

motivo di conforto per il futuro. Come già sapete, è avviato, in collaborazione reale con la Comunità degli Italiani di Pola, l’iter per completare il cippo posto a fianco del Duomo e ren- derlo significativo con nomi e parole che parlino anche agli

Fondata a Pola il 29.07.1945 – Organo dell’Associazione «Libero Comune di Pola in Esilio» – Redazione: Via Malaspina 1, 34147 Trieste– Direttore responsabile: Paolo Radivo – Telefono e fax 040.830294 – Sito web: www.arenadipola.it – Quote associative annuali per l’Italia e l’Europa: 30, per le Americhe 60, per l’Australia 66, da versare o sul conto corrente postale n. 38407722 intestato a L’Arena di Pola, Via Malaspina 1, 34147 Trieste, o tramite bonifico bancario intestato a Libero Comune di Pola in Esilio, Via Malaspina 1, 34147 Trieste, codice IBAN dell’UniCredit Agenzia

Padova Duomo: IT 83 G 02008 12103 0000 10056 393, BIC: UNCRITM1921 – Le copie non recapitate vanno restituite al CPO di Trieste per la restituzione al mittente previo pagamento resi L’ARENA DI POLA – Registrata presso il Tribunale di Trieste n. 1.061 del 21.12.2002 Anno LXIX 3.364 – Mensile n. 12 del 13 DICEMBRE 2013

TAXE PERÇUE TRIESTE TASSA RISCOSSA ITALy

POSTE ITALIANE SPA – SPEDIzIONE IN ABBONAMENTO POSTALE –

D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46), art. 1, comma 2, DCB TRIESTE

Iniziativa realizzata

con il contributo del Governo italiano ai sensi della Legge 296/2006

Auguri!

Auguri!

LETTERA APERTA AI NOSTRI CONNAZIONALI DI POLA

Ritornare a Pola: come e perché LETTERA APERTA AI NOSTRI CONNAZIONALI DI POLA

Ritornare a Pola: come e perché

Un sentito GRAZIE a quanti ci hanno aiutato ad arricchire di contenuti

la nostra “Arena”!

ASQUINI Piero, BALLARIN Antonio, BELLASPIGA Lu- cia, BELTRAMO Andrea, BENCO Argeo, BERNARDI Ul- derico, BERNI Ettore, BINAGHI Tullio, BONIFACIO Mari- no, BORSATTI Giovanni, BORSI Silvana, BOTTERINI Ruggero, BRONzIN Claudio, CACCIOLA Maria, CANE- VARI Tullio, CANTORI Meri, CARRA Bruno, CARRERA Riccardo, CATTUNAR Chiara, CELINA Suor Maria, CER- GNA Sandro, CESCHIA Luciano, CIGUI Rino, CIMMINO Regina, COCIANCICH Romeo, COLOMBO Danilo, CRAPANzANO Pino, CUCUzzA Jago, DAPAS Franca, de ANGELINI Gianclaudio, de BONA Michel, de CARLI SzABADOS Romana, DE CARO Uccio e Eva, DE LUCA Liana, DECLEVA Rudi, DEGHENGHI Claudio, DEGIO- VANNI Icilio, DELBELLO Alessandro, DENON POGGI Rachele, DORINI Furio, DURIN Giorgio, FACCI Luigi, FRAGIACOMO Mario, FRANCINI Marco, FRANzI VIR- DIS Silvia, GATTANNA Maria, GERMANI Livio, GIACICH Sergio, GIACOMELLI Edmondo, GIULIANI Christian, GIUSTI Flavia, GOITANI Giuliana, GRASSI Mario, GRE- GORIO Silvia, GRSKOVICH Alessandra, GRUBISSA An- gela e Augusto, GRUBISSA Mario, HAPACHER BARIS- SA Roberto, HELEN Rita, INCANI Antonio, INGARAO VENIER Stefano, KOVAčIć Vladimir, KRIVITz luciano, LANz Giuliana, LANzA Antonio, LORENzUTTI Mario, LUTTERODT SIzzI Silvia, MAGGI Paola, MANzIN Wal- ter, MARCHESAN STIATA Giovanni, MAROCCHI Gian- paolo, MARCOzzI KELLER Anna Maria, MARCOzzI Pio, MARES don Corinno, MASON zUCCONI Edda, MA- TULICH Walter, MICICH Marino, MILANO MIGLIORINI Rosanna, MILETA MATTIUz Olinto, MILIA Nerina, MON- TANI Carlo, NIDER Claudia, ODONI Sergio, OTELO, PALERMO Salvatore e Graziella, PALOMBINI Emilia, PESCATORI Patrizia, PICARONE Alessandro, PISCO- PO Valentina, PIUTTI Antonino, POLIERO Enrico, PO- RETTI Giorgio, RABAR Flavio, RADIN Furio, RADOSSI Giovanni, RADOSSI Raffaele, RAPELLI Giovanni, RI- SMONDO Franco, ROCCO Mariagrazia, ROUSSE Co- rinne, ROVER Elio, RUSI Luigi, SALOMONE TROLIS Milena, SANDRI UBIzzO Irma, SANSA Romana, SAR- DOz BARLESSI Ester, SCOGNAMIGLIO Paola, SIDARI Tito Lucio, SILLI CORMUN Caterina, SIMONOVICH Ma- rio, SOIATTI Otello, SPAGNOLLI Luigi, STAFANINI Ste- fano, STANICH Roberto, STELL Attilio Stefano, STELLI Giovanni, SUPERINA Giuliano, SVETTINI Tullio, TAR- TICCHIO Paolo, TARTICCHIO Piero, TESSAROLO Gior- gio, TOGNI Fernando, TOMMASI Antonio, TONELLO Annamaria, TOTH Lucio, TROMBA Francesco, VALENTA Luciano, VANNI Duccio, VATTA COLELLA Loredana, VECCHIONE Uccia, VENEzIANI Marcello, VETTORE Giulio, VIDOSSI Aligi, VILLIO Armida, VIOzzI Giordano, VIVODA Lino, zIBERNA Rodolfo, zOLIN Giulia.

Un grazie particolare a Silvio MAzzAROLI e ai nostri preziosi collaboratori: la MAILING LIST HISTRIA e, dall’estero, Claudio ANTONELLI dal Canada, Carlo RO- SENBERG dall’Australia e Livio DEVESCOVI dagli USA.

Il Direttore Paolo RADIVO e la Redazione

Buon 2014 a tutti e...

buon abbonamento!

Allegato a questo numero troverete il bollettino di conto corrente postale per abbonarvi a “L’Arena di Pola” nel 2014. La quote sono sempre le stesse: per l’Italia e l’Eu- ropa € 30, per le Americhe € 60, per l’Australia € 66. Chi preferisse il bonifico potrà effettuarlo in banca o tramite internet intestandolo a «Libero Comune di Pola in Esilio, via Malaspina 1, 34147 Trieste» e digitando il codice IBAN dell’UniCredit Agenzia Padova Duomo: IT 83 G 02008 12103 0000 10056 393. Se invece abita fuori dall’Italia ma sempre in area europea dovrà scrivere il codice BIC: UNCRITM1921. La causale da specificare è:

«Abbonamento a “L’Arena di Pola”», che durerà dal gen- naio al dicembre 2014. Solo grazie al vostro appoggio potremo proseguire offrendovi sempre il meglio.

Buon 2014 e... buon abbonamento a tutti!

Importanti traguardi raggiunti

Importanti traguardi raggiunti L’Ultima Mularia

si è ritrovata a Padenghe

Si è tenuto da venerdì 6 a domenica 8 dicembre presso il West Garda Hotel di Padenghe sul Garda (Brescia) il 26° Ritrovo annuale dell’Ultima Mularia de Pola. Malgra- do l’insolito periodo tardo-autunnale, si sono registrate più di 30 presenze fra muli polesani, loro familiari e amici.

La maggioranza è arrivata in albergo la mattina di ve- nerdì. Il primo appuntamento collettivo è stato alle 13 il pranzo a buffet. Da lì è iniziato un lungo pomeriggio di…

ciacole polesane in amicizia. Alle 20 la cena e poi ancora tante ciacole. L’organizzatore Roberto Giorgini ha letto e commentato alcune filastrocche in dialetto.

La mattina di sabato la mularia si è recata nel borgo di Lonato per visitare prima la splendida Casa-museo del senatore Ugo da Como, già sede del podestà veneziano (con oltre 50.000 volumi antichi e rari dal XII secolo, fra cui 411 incunaboli), poi la possente rocca visconteo-ve- neta (secolo XIV) e infine l’annesso Museo Civico Ornito- logico. Rientrati in albergo, è andata a pranzo. Successi- vamente si è trasferita nella saletta del piano terra, dove il sindaco dell’LCPE Tullio Canevari ha salutato i presenti ricordando la collaborazione con la Comunità degli Italia- ni di Pola, il tentativo di estenderla anche all’amministra- zione municipale, lo sforzo di coinvolgere i giovani e l’im- pegno per far entrare le nostre vicende nelle scuole, dando infine appuntamento al Raduno di maggio.

Roberto Giorgini, constatando che il nucleo originario dell’Ultima Mularia formato dalle classi 1928-1933 si è ormai ristretto, ha esortato il prossimo anno a portare an- che i propri figli per tramandare loro i sentimenti polesani.

E’ seguita la proiezione di un documentario dell’esule piranese Franco Viezzoli sull’antica Contea di Pisino, con foto moderne e d’epoca dei suoi principali centri.

In seguito padre Giuseppe Galeone, missionario della Consolata, ha celebrato una messa invitando a preparar- si al Natale mettendo Dio al centro della nostra vita, la- sciando alle spalle i conflitti con gli altri e facendo il bene.

Al termine Roberto Giorgini ha elencato tutti i coetanei

“andati avanti” rivolgendo loro un affettuoso pensiero.

La sera ci si è ritrovati nel salone per la cena di gala. Al termine si sono estratti a sorte i nomi dei maschi e delle femmine che hanno rispettivamente offerto o ricevuto una rosa rossa. Quindi, per il Festival della canzone ma- tusa, Nadia Della Bernardina, Claudia Donat, Tullio Ca- nevari, Roberto Giorgini, Argeo Benco, Furio Dorini e Fernando Togni hanno interpretato, da soli o in duetto, vecchie canzoni dialettali o italiane. Un coretto sponta- neo ha infine eseguito l’Inno all’Istria e il Va, pensiero.

La mattina di domenica si è tornati nella saletta del pia- no terra per seguire l’audiovisivo di Claudio Bronzin dedi- cato ai 25 anni dell’Ultima Mularia, cantare assieme il brano Cara Pola, con testo da lui adattato, e alcune foto vecchie e nuove di Pola. A mezzogiorno la prosciuttata finale ha fornito l’occasione per congedarsi in allegria.

ignari.

Un altro momento dell’umana pietà, il 4 novembre, ci ha portato nei due cimiteri cittadini, quello di Monte Ghiro e quel- lo della Marina. Entrambi sono stati motivo non solo di rifles- sione, ma anche di spinta ad iniziative dense di significato.

A Pola è stato presentato un lavoro notevole, frutto delle ri- cerche e dell’impegno di un giovane studioso, Raul Marsetič, che ha realizzato un volume di 950 pagine, che, oltre al- la storia documentatissima del cimitero, riporta le fotografie e le schede di tutte le tombe, la loro suddivisione in funzione del loro valore storico e del conseguente grado di protezione e di salvaguardia.

Al Cimitero della Marina, l’omaggio agli uomini che hanno dato la vita per un ideale è stato anche occasione perché il vice sindaco di Pola, Fabrizio Radin, ricordando l’atto vanda- lico e vile che ha danneggiato molte targhe, chiedesse al Console d’Italia a Fiume, Renato Cianfarani, l’aiuto concreto per un intervento integrale di restauro. A questa richiesta, per iniziativa di Silvio Mazzaroli, darà una risposta positiva anche il Libero Comune di Pola in Esilio, ponendo un’altra pietra alla costruzione della rinnovata collaborazione fra tutti i polesani, di qua e di là dell’Adriatico.

A Rovigno, il 25 novembre, Silvio Mazzaroli ha presentato il risultato di un lavoro ciclopico, voluto da lui e realizzato da Argeo Benco. I tre volumi in copia anastatica delle prime tre annate de “L’Arena di Pola” andranno a tutte le biblioteche, in tutte le associazioni, nelle ambasciate, nei ministeri ed anche nelle nostre case. E’ un lavoro prezioso, degno di tutto il no- stro plauso.

Questi mesi hanno visto anche esplodere il caso di Magaz- zino 18. L’entusiasmo di Simone Cristicchi e l’attenzione per il nostro mondo sono stati compensati dal successo del suo spettacolo, che ha superato le polemiche che lo hanno pre- ceduto e corre da una città all’altra, raccogliendo applausi e consensi e, forse, se riusciremo a coinvolgere l’ambasciatri- ce d’Italia a zagabria, Emanuela D’Alessandro (uso voluta- mente il femminile, in luogo dello stucchevole “ambasciatore”

perché l’ambasciatrice è giovane, è bella, è sensibile alla no- stra storia, è al nostro fianco nei momenti significativi), potre- mo rivivere questo ricordo dei giorni più tristi della nostra vita, a Pola, nella cornice sublime dell’Arena. E’, per ora, un so- gno, ma i sogni talvolta si avverano.

E, ancora, un altro progetto importante sta prendendo cor- po: La Cisterna di Bruno Carra, che ha già riscosso tanto successo nella forma di spettacolo teatrale, sta diventando un filmato; le riprese, a cui ha partecipato, nella veste finora inedita di attore, il poliedrico Silvio Mazzaroli, concluse in di- cembre, verranno fissate in un dvd, che sarà diffuso nel mo- do più ampio, soprattutto nelle scuole, con l’appoggio entu- siasta del Ministero e che dovrà essere accompagnato dal nostro costante controllo, affinché la trafila gerarchico-buro- cratica non si inceppi durante il percorso.

Io mi faccio vanto, senza alcun merito, del raggiungimento di questi traguardi, ma vi assicuro che non ne ho colpa: l’ulti- mo staffettista “taglia il filo di lana”, gli fanno le fotografie, an- che se gli altri hanno corso più di lui.

Ma un altro anno sta per cominciare. Progetti, anche ambi- ziosi, sono in cantiere; altri vedranno la luce con il rinnovarsi delle stagioni, in primavera.

Con l’augurio, per tutti noi, che questo Natale sia sereno e che il nuovo anno ci porti soprattutto gioie e soddisfazioni, io mi auguro di vedervi tutti (o almeno quasi tutti) a Pola, in maggio, perché in maggio l’Istria, da Salvore a Capo Pro- montore, è piena di ginestre e lì rivivremo, idealmente, i gior- ni della nostra giovinezza.

Tullio Canevari Sindaco del Libero Comune di Pola in Esilio

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DI QUA E DI L À DAI COnFInI

L’AREnA DI POLA n. 12 del 13 DICEMBRE 2013

Viaggio d’istruzione in Istria

Ha avuto luogo nella prima decade di novembre il viaggio d’istruzione in Istria per giovani organizzato da Carmen Pa- lazzolo Debianchi per conto dell’Associazione delle Comuni- tà Istriane di Trieste. Vi hanno preso parte 18 studenti univer- sitari triestini, perlopiù fra i 22 e i 23 anni, discendenti di esuli, nonché altri 5 ragazzi dal Friuli, 3 dal Veneto, 1 da Milano, 1 da Roma e 1 dalla Puglia (sia universitari che lavoratori), più 14 allievi dell’Istituto Nautico di Trieste insieme a due loro docenti. L’esperienza è stata molto intensa e formativa. Il pri- mo dei 5 giorni si è fatto tappa alle risorgive del Timavo, a Muggia, Capodistria e Pirano, il secondo a Rovigno, Pola e Albona, il terzo a Parenzo, Pinguente e Visinada, il quarto a Orsera, San Lorenzo del Pasenatico e Montona, infine il quinto a Grisignana, Cittanova e Buie. Ha accompagnato la comitiva la stessa Carmen Palazzolo Debianchi, direttrice del quindicinale associativo “La nuova Voce Giuliana”. Nei primi due giorni si è aggiunto anche il presidente del sodalizio Ma- nuele Braico. Hanno fatto da ciceroni rispettivamente Livio Dorigo, esule polese e presidente del Circolo “Istria”, lo stori- co Franco Colombo, lo storico Kristjan Knez, presidente della Società di Studi Storici e Geografici di Pirano e del Centro Italiano “Carlo Combi” di Capodistria, lo storico Gaetano Benčić, professore alla Scuola Media Superiore Italiana di Buie, lo storico Giovanni Radossi, direttore del Centro di Ri- cerche Storiche di Rovigno, il sindaco di Grisignana Claudio Stocovaz, nonché le professoresse connazionali istriane Vi- viana Juraj Sokolić e Rossana Matejčić. Dunque una profi- cua esperienza di collaborazione tra esuli, loro discendenti e rimasti alla riscoperta della comune terra d’origine. Ne sono sorte anche nuove amicizie. Al termine alcuni partecipanti hanno proposto di costituire un “Gruppo Giovani Istriani”.

Anche Albona diventerà bilingue?

Giovedì 7 novembre, durante la seduta del Consiglio muni- cipale di Albona, la consigliera connazionale Federika Mohorović (Dieta Democratica Istriana) ha lanciato un appel- lo per introdurre il bilinguismo su tutto il territorio cittadino.

«Come appartenente alla comunità nazionale italiana – ha dichiarato il sindaco Tulio Demetlika – ritengo che Albona debba diventare bilingue, come Umago, Rovigno, Pola, Valle e altre realtà istriane. In questo momento, gli organi della Co- munità degli Italiani dovrebbero vedere quali possibilità legali ci sono». Il sindaco ha aggiunto di avere già suggerito che il Consiglio municipale avanzi all’Assemblea regionale alcune modifiche allo Statuto della Regione Istriana in tal senso. Fu- rio Radin, presidente dell’Unione Italiana e deputato della minoranza al Sabor, ricorda che per introdurre il bilinguismo ad Albona, come richiesto dalla locale Comunità degli Italiani

“Giuseppina Martinuzzi”, basterebbe che il Consiglio munici- pale modificasse lo Statuto cittadino.

Cattaro: premiazioni del concorso MLH

Si è svolta mercoledì 13 novembre nella sala del municipio di Cattaro la sentita cerimonia di premiazione dei vincitori della sezione B dell’11° concorso letterario promosso dalla Mailing List Histria, riservata ai giovani allievi dei corsi di ita- liano della Dalmazia Veneta nell’attuale Montenegro. A offrire i premi è stata l’Associazione dei Dalmati Italiani nel Mondo - Libero Comune di zara in Esilio, presente con Elio Ricciardi.

Per la MLHistria c’erano Maria Rita Cosliani, segretaria del concorso, e Mirella Tribioli, componente della commissione giudicatrice e presentatrice della cerimonia; per la Comunità degli Italiani di Cattaro il presidente entrante Alessandro Dender e quello uscente Paolo Perugini; per il comitato catta- rino della Società “Dante Alighieri” la vicepresidente Martina Saulačić Lompar e il segretario Andro Nunzio Saulačić. Han- no partecipato all’incontro una cinquantina fra ragazzi e inse- gnanti, molti di più che negli anni passati.

L’AnPI chiede scusa agli esuli

A Padova i Comitati locali dell’Associazione Nazionale Par- tigiani d’Italia (ANPI) e l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD) hanno tenuto assieme il 29 no- vembre a palazzo Moroni un dibattito pubblico dall’eloquente titolo Ci chiamavano fascisti, ci chiamavano comunisti; siamo italiani e crediamo nella Costituzione. L’evento, impensabile fino a poco tempo fa, non solo è andato liscio, ma si è rivelato molto costruttivo e soddisfacente: un ulteriore passo avanti verso la piena pacificazione nazionale e il riconoscimento dei torti subiti dagli esuli istriano-fiumano-dalmati.

Maurizio Angelini, coordinatore regionale dell’ANPI per il Veneto, ha chiesto scusa per la pessima accoglienza riserva- ta loro dai comunisti in Italia, per il loro sostegno a Tito e per la falsa equazione esule=fascista. «Vi è stata per lunghissimi anni – ha ammesso onestamente – una forte simpatia per il movimento partigiano jugoslavo», che ha giustificato anche

«l’eliminazione violenta di alcune centinaia di persone in Istria, le cosiddette foibe istriane del settembre 1943; l’ucci- sione di parecchie migliaia di persone nella primavera del 1945, alcune giustiziate sommariamente e precipitate nelle foibe, soprattutto nel Carso triestino, altre – la maggioranza – morte di stenti e/o di morte violenta in alcuni campi di con- centramento jugoslavi soprattutto della Slovenia». E ancora:

«Abbiamo colpevolmente ignorato la natura autoritaria e illi- berale della società che si intendeva edificare; abbiamo col- pevolmente accettato l’equazione anticomunismo=fascismo e ascritto solo alla categoria della resa dei conti contro il fa- scismo ogni forma di violenza perpetrata contro chiunque si opponeva all’annessione di Trieste, di Fiume e dell’Istria alla Jugoslavia. Noi antifascisti di sinistra non abbiamo per anni riconosciuto che fra le motivazioni dell’esodo di massa delle popolazioni di lingua italiana nelle aree istriane e giuliane ci fosse anche il rifiuto fondato di un regime illiberale, autorita- rio, di controlli polizieschi sulle opinioni religiose e politiche spinti alle prevaricazioni e alle persecuzioni. Dobbiamo rico- noscere dignità politica all’esodo per quella componente di ricerca di libertà che in esso è stata indubbiamente presen- te». Quanto a sputi, insulti, minacce e cibo negato dai ferro- vieri della CGIL alla stazione di Bologna, Angelini ha dichiara- to: «questi ricordi a noi di sinistra fanno male: ma gli episodi ci sono stati e, per quello che ci compete, dobbiamo chiedere scusa per quella viltà e per quella volgarità».

La presidente dell’ANVGD provinciale Italia Giacca ha di- chiarato: «Ci guardavamo in cagnesco, poi abbiamo parlato

e adesso ci stringiamo la mano». Adriana Ivanov, del direttivo provinciale ANVGD, ha fatto presente che gli opposti nazio- nalismi furono aizzati già prima del fascismo, durante l’Impe- ro asburgico. Mario Grassi, vicepresidente provinciale dell’ANVGD, si è compiaciuto del fatto che finalmente si ri- cordino le foibe, ma ha lamentato che nessuno osi parlare di pulizia etnica. Sergio Basalisco, esule da Pola e socio ANPI, ha voluto citare anche le sofferenze patite da sloveni e croati durante il ventennio.

Il Consolato d’Italia a Spalato ha chiuso

Sabato 30 novembre ha cessato ufficialmente di esistere il Consolato d’Italia a Spalato. Alcuni giorni prima la reggente Rosaria Amato aveva ricevuto una rappresentanza della lo- cale Comunità degli Italiani in mesta visita di commiato. La nuova presidente Giovanna Asara Svalina e la nuova vice- presidente Antonella Tudor Tomaš hanno ringraziato il perso- nale del Consolato per gli sforzi profusi nell’interesse della Comunità Nazionale Italiana e per i quadri e mobili donati alla CI. La nuova Assemblea del sodalizio era stata eletta lunedì 11 novembre dopo che l’Assemblea aveva sfiduciato il presi- dente Damiano Cosimo D’Ambra.

Nell’ultima decade di novembre sulle facciate della Casa Madre degli Italiani Dalmati nel Mondo in via dei Giacinti 8 a Trieste erano stati esposti striscioni di protesta. Su iniziativa del presidente Renzo de’ Vidovich, una ventina di senatori avevano sottoscritto un ordine del giorno alla Legge di stabili- tà che impegnava il Governo a mantenere in funzione il Con- solato d’Italia a Spalato, «che svolge una insostituibile tutela degli italiani di tutta la Dalmazia, svolge un importante funzio- ne di salvaguardia e diffusione in loco della lingua e della cultura italiana e costituisce un elemento indispensabile per consentire agli operatori economici e finanziari italiani di con- solidare l’interscambio commerciale con la Repubblica di Croazia, di cui l’Italia è il primo partner». «Tenuto conto del modesto risparmio che si otterrebbe spostando al Consolato Generale d’Italia a Fiume le funzioni del Consolato di Spala- to», l’ordine del giorno invitava a recuperare la relativa spesa riducendo «i doppioni delle spese burocratiche» dell’Unione Italiana. Ma la fiducia chiesta dal Governo sulla Legge di sta- bilità ha fatto decadere anche questo ordine del giorno.

Gli uffici del Consolato spalatino sono rimasti aperti fino al 7 dicembre, ma già con il 2 dicembre tutte le sue competenze sono passate al Consolato Generale d’Italia a Fiume, che per venire incontro ai connazionali dalmati e agli italiani residenti o transitanti in Dalmazia potenzierà i mezzi elettronici.

Il presidente croato in visita a Roma

Il presidente croato Ivo Josipović ha compiuto la prima visi- ta di un capo di Stato di quel Paese in Italia. La mattina di martedì 3 dicembre, accolto con tutti gli onori al Quirinale, ha avuto un lungo colloquio con il suo omologo Giorgio Napolita- no, presenti i viceministri degli Esteri Marta Dassù e Hrvoje Marušić, il deputato italiano al Parlamento di zagabria e pre- sidente dell’Unione Italiana Furio Radin, e gli ambasciatori Emanuela e D’Alessandro Damir Grubiša.

«Dall’indipendenza della Croazia ad oggi – ha poi dichiara- to Napolitano ai giornalisti – molte cose sono cambiate. Molta strada è stata fatta innanzitutto dalla Croazia preparandosi all’ingresso nell’UE e molta strada hanno fatto i rapporti tra i due Paesi, in particolare attraverso uno sforzo congiunto e tenace per superare le ferite, le contrapposizioni e le eredità dolorose del passato per ritrovarci in un quadro di valori co- muni che sono i valori dell’Europa e del Mediterraneo». Il dialogo va proseguito assieme con il lavoro teso a «risolvere problemi tecnici non semplici, sbarazzandoci di ogni conten- zioso passato». Per superare la crisi economica Italia e Cro- azia, unite da «autentica amicizia», devono «sviluppare al massimo le relazioni commerciali, economiche, tecnologiche e culturali», nonché «operare insieme con comuni intenti an- che a livello di istituzioni europee». «Apprezziamo moltissi- mo – ha aggiunto Napolitano – come si esprimono in Croazia sia la politica sia l’azione concreta a sostegno della Comunità Nazionale Italiana. A ciò intende corrispondere la nostra poli- tica verso le minoranze croata e slovena».

Lieto della «cooperazione eccellente tra i due Governi in tutti i campi», Josipović ha auspicato l’incremento di quella culturale, «che anche in tempi di crisi ha la sua importanza nello sviluppo dei rapporti bilaterali». «L’Italia – ha detto – è uno dei più grandi investitori in Croazia, il nostro primo part- ner commerciale, ma anche noi vogliamo intensificare i nostri investimenti sul mercato italiano». Abbiamo «intenti comuni nei confronti delle istituzioni europee». Bisogna «lavorare sulla tolleranza, la comprensione dei popoli e i diritti umani e assumersi la responsabilità di fermare l’aumento degli estre- mismi affinché la crisi non renda disperata la gente».

L’ospite ha quindi fatto colazione col premier Enrico Letta discutendo di temi europei, Balcani occidentali e disoccupa- zione giovanile. «Entrambe le parti – ha affermato – concor- dano sulla necessità di rafforzare la posizione sia della Co- munità Nazionale Italiana in Croazia sia della Comunità Cro- ata in Italia». Letta, accogliendo l’invito rivoltogli da Radin, ha annunciato che farà visita agli italiani di Croazia nel 2014 du- rante il suo previsto viaggio a zagabria.

Josipović ha poi incontrato il sindaco di Roma Ignazio Mari- no. «È un onore – ha detto ai giornalisti – avere avuto la pos- sibilità di toccare questo tavolo che ha visto la firma della co- stituzione della Repubblica Romana nel 1848. L’amicizia tra i nostri due Paesi è di lunga data. Ogni volta che visito Roma sento addosso una parte di storia, che è anche un nostro pezzo di storia. Ma a Roma si percepisce anche il futuro».

La sera Napolitano e Josipović hanno cenato al Quirinale con le rispettive delegazioni. «La minoranza croata in Italia e quella italiana in Croazia – ha osservato Napolitano – rappre- sentano un inconfondibile valore aggiunto per lo sviluppo delle relazioni bilaterali tra i nostri due Paesi. La frattura crea- tasi all’indomani della Seconda Guerra Mondiale tra Esuli, Rimasti e cittadini croati è ormai rimarginata. In questo spirito rinascono iniziative come il nuovo asilo italiano di zara, gra- zie ad un sforzo comune delle autorità italiane e croate, delle Comunità italiane e delle Associazioni degli Esuli. Si tratta di un esempio lungimirante della collaborazione tra i nostri due Paesi, sempre memore delle lacerazioni del passato, ma profondamente rivolta al futuro delle nuove generazioni. Oggi possiamo rallegrarci del nuovo clima che le nostre giovani generazioni possono respirare in Adriatico grazie alla ritrova-

ta sintonia tra Croazia, Italia e Slovenia. L’indimenticabile Concerto dell’Amicizia del 13 luglio 2010 nella Piazza Unità d’Italia a Trieste (nel corso del quale il Maestro Riccardo Muti diresse un’orchestra di giovani musicisti croati, italiani e slo- veni) aprì una nuova stagione nei rapporti tra le nostre Nazio- ni. E ricordo egualmente con grande emozione il magnifico incontro e spettacolo del 3 settembre 2011 nell’Arena di Pola, che toccò i cuori di tutti coloro che sono legati a quelle terre».

«Guardiamo con estremo favore – ha aggiunto Napolitano – alle consultazioni trilaterali tra i primi ministri croato, italiano e sloveno e registro altresì con grande soddisfazione, già nei primi mesi di attività in seno alla UE, numerosi dossier su cui i nostri due Paesi si sono trovati d’accordo».

La mattina del 4 dicembre Josipović ha reso omaggio alla tomba del Milite Ignoto per poi incontrarsi con il presidente del Senato Pietro Grasso e tenere davanti alle Commissioni Esteri ed Europa di ambo le Camere un discorso sull’integra- zione comunitaria. Come esempio di superamento delle la- cerazioni del passato, normalizzazione e riconciliazione in chiave europea, ha citato gli sforzi compiuti in questi anni da Italia, Croazia e Slovenia secondo lo spirito di Trieste e Pola.

«Le ingiustizie – ha sostenuto – non si dimenticano, ma si può perdonare. La storia non è stata sempre semplice, ma i rapporti con l’Italia sono tra i migliori in tutta la regione perché i due popoli sono spiritualmente vicini». Quando il presiden- te, parlando delle 21 minoranze in Croazia fra cui quella ita- liana, ha citato Furio Radin, si è levato un applauso. «Le uscite nazionaliste che puntano a ridurre la portata dei diritti delle minoranze – ha concluso – non possono mettere a ri- schio i traguardi raggiunti».

Giovedì 5 dicembre Josipović, con i due ambasciatori e Radin, ha visitato la minoranza croata del Molise.

Docenti triestini all’Università di Pola

Docenti e ricercatori dell’Università di Trieste continueran- no, come già dal 2006, a svolgere attività scientifico-didattica presso i Dipartimenti per gli Studi in lingua italiana e di Scien- ze della formazione dell’Università Juraj Dobrila di Pola se- condo i programmi di studio approvati dal competente Mini- stero croato. Lo stabilisce un protocollo esecutivo di collabo- razione tra i due atenei sottoscritto nel rettorato dell’Universi- tà istriana lunedì 2 dicembre. Ad occuparsi dell’aspetto orga- nizzativo e finanziario della collaborazione saranno l’Unione Italiana e l’Università Popolare di Trieste, che per il 2013- 2014 hanno stanziato 90mila euro. Il nuovo rettore dell’Uni- versità di Pola Alfio Barbieri ha dichiarato che tale sinergia beneficerà tutti. Il prof. Fulvio Suran, del Dipartimento per gli Studi in lingua italiana, ha auspicato che la collaborazione si espanda ad altri settori, intensificando gli scambi tra studenti e docenti delle due città, e ha proposto la creazione a Pola di un centro per approfondire le scienze della formazione, sup- plendo così alla chiusura dell’analogo dipartimento a Trieste.

La prof.ssa Rita Scotti Jurić ha inoltre suggerito di attivare corsi inter-universitari come fra Trieste e Udine.

Autostrade slovene: «vignette» più care

Come sanare i debiti della società pubblica di gestione del- le autostrade slovene? Semplice: aumentando le «vignette», ossia i bollini prepagati che dal luglio 2008 tutti i veicoli fino a 3,5 tonnellate devono applicare al parabrezza per circolare liberamente su autostrade e strade a scorrimento veloce, compresa la Rabuiese-Capodistria. Nel 2014 le «vignette»

annuali per le automobili salgono da 95 a 110 euro (+15,78%), quelle annuali per i motoveicoli da 47,5 a 55 euro (ancora +15,78%), quelle semestrali da 25 a 30 (+20%). Anche furgo- ni, SUV e monovolume non superiori alle 3,5 tonnellate ma più alti di 130 centimetri a livello del cofano dovranno pagare la «vignetta»: quella annuale 220 euro, quella mensile 80, quella settimanale 40. Invece i bollini mensili per le automobi- li continueranno a costare 30 euro, quelle settimanali 15, mentre le vignette settimanali per i motocicli 7,5. I veicoli su- periori alle 3,5 tonnellate (camion, pullman, autoarticolati…) continueranno a doversi fermare ai caselli, ma la tariffa sarà commisurata al livello di inquinamento. In tal modo nel 2014 le entrate della DARS dovrebbero crescere dai 300 ai 360- 370 milioni: ossigeno per le casse vuote della società a par- tecipazione statale, che nei prossimi 5 anni dovrà onorare debiti per 1,6 miliardi e ora si trova a rischio privatizzazione.

Le «vignette» per il 2014, di colore viola, sono acquistabili in 700 punti vendita in Slovenia e in oltre 800 all’estero tra di- stributori di benzina, tabaccherie, edicole, bar e sedi di Auto- mobile Club. Quelle annuali saranno valide dal 1° dicembre 2013 al 31 gennaio 2015, mentre quelle annuali per il 2013 resteranno in vigore fino al 31 gennaio 2014. I controlli della solerte polizia stradale slovena sono frequenti soprattutto d’estate o in concomitanza con le festività. La multa per chi viene trovato privo dell’esosa vignetta è di 300 euro. Per rag- giungere da Trieste l’Istria croata senza pagare la vignetta, alcuni percorrono la mal segnalata vecchia statale Rabuiese- Capodistria, evitando di imboccare la breve superstrada.

Restituzione dei beni: Zagabria promette

Dopo un incontro con la sua omologa austriaco Barbara Prammer, il presidente del Parlamento croato Josip Leko ha detto ai giornalisti che, riguardo alle questioni ancora pen- denti fra i due Paesi, sono in fase di elaborazione le modifi- che alla legge sul risarcimento per i beni nazionalizzati o confiscati all’epoca del regime comunista jugoslavo in modo da estenderne i benefici anche agli stranieri nei casi non co- perti dai trattati internazionali. «Quando si tratta della restitu- zione dei beni, la cosa più importante – ha incalzato la Pram- mer – è che sia fatta giustizia e che si proceda in maniera le- ale e corretta», affinché nessuno venga discriminato. Il Sabor non ha ancora recepito la sentenza della Corte Suprema che, nell’agosto 2010, gli ha imposto di equiparare i cittadini stranieri a quelli croati nella legge che prevede per quanti fu- rono espropriati ai tempi della Jugoslavia tre possibilità alter- native di risarcimento: la restituzione del bene, la consegna di un bene equivalente sostitutivo o un indennizzo da corri- spondere anche attraverso titoli di Stato. Ciò in ottemperanza al principio europeo di non discriminazione. La Corte ha pre- cisato che tale diritto andrà riconosciuto unicamente nei casi non coperti da accordi internazionali, che per quanto riguar- da gli esuli istriano-fiumano-dalmati sono numerosi. Dalla legge resteranno invece esclusi i casi ricompresi nel Trattato di pace, nel Trattato di Osimo o nell’Accordo di Roma.

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L’AREnA DI POLA n. 13 del 12 DICEMBRE 2013

DI QUA E DI LÀ DAI COnFInI 3

Scuola e confine orientale:

confermato a Brindisi il Seminario nazionale

La riunione del tavolo di lavoro “Istria, Fiume e Dalma- zia”, tenutasi lunedì 25 novembre a Roma presso il MIUR, Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, con la presenza dei rappresentanti di tutte le organizzazioni del mondo dei profughi giuliano-dalmati, ha affrontato tutti i temi all’ordine del giorno, giungendo a conclusioni più che soddisfacenti.

I risultati del concorso del Touring Club per la scuole dimostrano il concreto interesse per l’iniziativa e la colla- borazione ormai stretta con la benemerita Associazione.

La premiazione degli studenti quest’anno a Trieste e il prossimo a Gorizia è significativa dell’importanza che viene data ad argomenti che ci coinvolgono.

Si è proposta di anticipare le manifestazioni in ricordo della prima guerra mondiale al 2014, benché l’Italia abbia preso parte al conflitto solo nel 1915, per contrastare eventuali iniziative contrarie, provenienti da oltre Isonzo, ricordando che le azioni contro l’Italia ebbero inizio con le deportazioni preventive effettuate dall’Austria, con la rac- colta di 50.000 istriani e dalmati nei campi di concentra- mento, senza dimenticare i volontari rifugiatisi in Italia per combattere contro l’Austria, ancor prima del conflitto.

Il concorso scolastico sul “Confine orientale”, che ha avuto una partecipazione superiore a quella dell’anno precedente, vedrà anche nel 2014 la premiazione al Qui- rinale. Il presidente onorario senatore Lucio Toth e il pre- sidente dell’ANVGD Antonio Ballarin sono attivamente coinvolti nell’organizzazione, che prevede la partecipa- zione di Uto Ughi, di famiglia istriana.

L’organizzazione del seminario nazionale per inse- gnanti, che si svolgerà a Brindisi dal 13 al 15 marzo 2014, è già quasi completamente definita. Sono previste relazioni di studiosi di altissimo livello. Mi fa piacere dare notizia che sono stato sollecitato a chiedere la partecipa- zione del giornalista Toni Capuozzo, sempre vicino ai no- stri problemi, per cui si è attivato Silvio Mazzaroli, e so- prattutto, poiché ci riguarda da vicino, quella del nostro consigliere Furio Dorini, nella sua veste di presidente dell’Associazione “Ièrimo del Filzi”, che raccoglie gli ex allievi del Convitto “Fabio Filzi” di Gorizia, in un abbraccio ideale con i “Muli del Tommaseo”, ex allievi del Convitto

“Niccolò Tommaseo” di Brindisi.

E infine abbiamo saputo, dalla testimonianza di Giu- seppe de Vergottini, che il canto nostalgico Tamo, daleko (lontano, laggiù) era cantato dai soldati serbi, accolti in Puglia, durante la 1° guerra mondiale.

Tullio Canevari

“L’Arena di Pola”: presentate a Rovigno le annate 1945-47

Edizione congiunta dei periodici

dei fiumani esuli e rimasti

E’ stata presentata il 21 novembre a Trieste nella sede della Lega Nazionale l’edizione congiunta bifronte de “La Voce di Fiume”, bimestrale del Libero Comune di Fiume in Esilio, e de “La Tore”, periodico della Comunità degli Italiani. Entrambe le testate raggiungono la diaspora fiu- mana nel mondo. L’innovativo numero speciale in forma- to A4 (la metà di quello de “L’Arena di Pola”) presenta 76 pagine tutte a colori: 44 de “La Tore” e 32 de “La Voce di Fiume”. E’ questo un modo per raccontare e celebrare assieme l’Incontro mondiale Sempre Fiumani svoltosi nella città quarnerina dal 14 al 16 giugno scorso. Ad illu- strarlo sotto varie angolature con articoli di varia lunghez- za e un gran numero di foto è in particolare il numero 24 de “La Tore”, mentre il numero di settembre-ottobre dell’organo degli esuli tratta anche numerosi altri temi di attualità, storia, cultura e memorialistica.

Parlando del lungimirante esperimento, la direttrice de

“La Tore” Rosi Gasparini ha affermato che questa edizio- ne congiunta esprime la comune volontà di esuli e rimasti di lasciare alle spalle i dissapori guardando avanti in dife- sa della cultura italiana nella città di San Vito. La direttrice de “La Voce di Fiume” Rosanna Turcinovich Giuricin ha citato alcuni importanti segnali di svolta, come la parteci- pazione del sindaco di Fiume all’Incontro mondiale e l’apertura di un museo su d’Annunzio a Ronchi dei Legio- nari per iniziativa dell’amministrazione comunale di cen- trosinistra. Hanno preso la parola anche il sindaco del Li- bero Comune di Fiume in Esilio Guido Brazzoduro, il presidente della Lega Nazionale Paolo Sardos Albertini e la presidente della sezione fiumana della stessa Elda Sorci. Agli interventi è seguita la proiezione di un breve video che immortala la sfilata per il Corso fiumano della fanfara dell’Associazione Nazionale Bersaglieri in Con- gedo di Trieste e della Banda civica di Tersatto il 14 giu- gno. E’ stata quindi trasmessa l’esecuzione di Immensa- mente, una canzone piena di intenso amore per la sua città compiuta dal musicista esule fiumano Francesco Squarcia al Festival delle melodie di Istria e Quarnero. Ai presenti è stata infine donata una copia del giornale.

58° Raduno

degli Esuli da Pola:

Pola, 15-18 maggio

Procedono i preparativi per il 58° Raduno nazionale degli Esuli da Pola, che si svolgerà da giovedì 15 a do- menica 18 maggio 2014 a Pola con base all’Hotel Brioni.

Il programma rimane quello preannunciato. Restano solo da definire alcuni dettagli, che vi comunicheremo.

Giovedì 15: arrivo dei partecipanti; serata collettiva.

Venerdì 16: visita all’isola di Brioni Maggiore (che ha già riscosso l’adesione entusiasta delle autorità locali) e pranzo; serata presso una Comunità degli Italiani dell’im- mediato entroterra.

Sabato 17: in mattinata a Pola presentazione dello stu- dio sulla strage di Vergarolla da noi commissionato ed auspicabilmente anche di altre opere consimili; al pome- riggio in albergo Assemblea annuale dei Soci; in serata una lietissima sorpresa.

Domenica 18: la mattina messa in duomo; a seguire visita a un forte asburgico e incontro sportivo.

Per quanti non potessero raggiungere la città con mez- zi propri il Libero Comune di Pola in Esilio metterà a di- sposizione un pullman, che partirà da Padova giovedì 15 e ripartirà da Pola la mattina di lunedì 19 maggio.

Per il soggiorno tutto compreso (pernotti, pasti, trasferi- menti in loco e gita) di coloro che si avvarranno di mezzi propri ripartendo nel pomeriggio di domenica 18 maggio i prezzi sono: camera singola € 240,00; camera doppia € 390,00; camera tripla € 530,00.

Questi invece i prezzi per il soggiorno tutto compreso di coloro che ripartiranno con il pullman la mattina di lunedì 19 maggio: camera singola € 340,00; camera doppia € 560,00; camera tripla € 765,00.

L’adesione di ognuno di Voi è importante. Vi esortiamo a comunicarla prima possibile a Graziella e Salvatore Palermo scrivendo all’indirizzo info@valbandon.net op- pure telefonando ai numeri 0383 572231 o 327 3295736.

La prenotazione va poi confermata con il versamento della quota di adesione pari ad € 100 a persona. Potete farlo o sul conto corrente postale n. 38407722 intestato a

«L’Arena di Pola, Via Malaspina 1, 34147 Trieste», o tra- mite bonifico bancario intestato a «Libero Comune di Po- la in Esilio, Via Malaspina 1, 34147 Trieste». In quest’ulti- mo caso occorre scrivere – direttamente in banca o tra- mite il sito internet della stessa – il codice IBAN dell’Uni- Credit Agenzia Padova Duomo: IT 83 G 02008 12103 0000 10056 393. Il codice BIC per chi abita fuori dall’Italia è invece: UNCRITM1921. La causale da specificare è:

«Raduno Pola 2014».

E’ possibile inoltre ordinare il dvd con le immagini del 57° Raduno (2013): un modo per rivivere quella bella esperienza e condividerla con familiari e amici. Lo ha re- alizzato il nostro valente fotografo Luca Tedeschi. Gli in- teressati potranno farselo recapitare per posta versando

€ 15,00 sul nostro conto corrente postale o tramite bonifi- co bancario specificando: «Dvd 57° Raduno».

L’Assessore del Libero Comune di Pola in Esilio Gen. Silvio Mazzaroli ha presentato in una conferenza stampa al Centro di Ricerche Storiche di Rovigno la mattina di lunedì 25 no- vembre l’ultima fatica editoriale del nostro sodalizio: i tre vo- lumoni contenenti la riproduzione anastatica dei 591 numeri de “L’Arena di Pola” del periodo compreso tra il 29 luglio 1945 e il 24 dicembre 1947, ossia a cavallo dell’esodo. Un materiale prezioso di difficilissima reperibilità in originale ora reso disponibile ad un vasto pubblico.

Ricevendo in dono i tre volumi, il Direttore del CRSR Gio- vanni Radossi li ha qualificati come documenti preziosi per la conoscenza della storia di Pola e degli italiani d’Istria nell’im- mediato dopoguerra. Inoltre ha lodato le iniziative compiute dall’LCPE in questi ultimi anni, affermando che hanno im- presso un’accelerazione al dialogo tra le parti separate dell’originaria comunità istriana.

Il Gen. Mazzaroli, già Direttore del nostro mensile dal gen- naio 2003 al giugno 2013, definendo «un privilegio e motivo di grande soddisfazione essere ospite del prestigioso Centro di Ricerche Storiche di Rovigno», ha rivolto al Prof. Radossi e a tutti i presenti il cordiale saluto del nostro attuale Presi- dente, Arch. Tullio Canevari, del suo predecessore nonché coordinatore dell’opera, Prof.

Argeo Benco e suo personale.

«L’opera – ha spiegato – si compone di tre ponderosi tomi.

L’impegnativa realizzazione ha comportato: nella prima fase, il reperimento di tutti i giornali editi nel periodo considerato presenti, all’avvio dell’opera- zione, solo in parte nella nostra Redazione; nella seconda fa- se, la riproduzione fotografica di ogni singola pagina poi riela- borata al computer al fine di ottenere immagini nitide, ripuli- te e facilmente riproducibili;

nella terza fase, la composizio-

ne delle stesse nei predetti tre volumi e la stampa presso la tipografia “Art Group” di Trieste».

«Il periodo compreso tra il 29 luglio 1945, nascita di “L’Are- na di Pola”, il 10 febbraio 1947, firma del Trattato di Pace, ed il successivo esodo – ha fatto presente Mazzaroli – è stato per Pola e per la sua popolazione, in particolare di lingua ita- liana, assai denso di avvenimenti che ne hanno segnata la storia. I suoi giorni sono stati scanditi: da aspettative e spe- ranze tradottesi perlopiù in amare delusioni; da momenti, tal- volta anche lieti, che hanno dato l’illusione di un ritorno alla

“vita normale”; dal duro confronto con una realtà che andava facendosi di giorno in giorno più drammatica, sino a culmina- re nella tragedia prima dell’eccidio di Vergarolla (18 agosto 1946), poi dell’esodo (gennaio-marzo 1947) ed infine del de- finitivo passaggio della nostra amata Città all’Amministrazio- ne jugoslava (15 settembre 1947); da accadimenti locali ed internazionali che, in maniera diretta od indiretta, hanno pe- santemente interferito con il vivere quotidiano, in particolare, degli allora circa 32.000 “polesani” (comprese alcune miglia- ia di connazionali giuntivi dalla allora zona B della Venezia Giulia) e, più in generale, con quello di centinaia di migliaia di giuliani, istriani, fiumani e dalmati destinati a pagare “sulla propria pelle” le pesanti conseguenze della sconfitta dell’Ita- lia. Di tutto questo, in una situazione di grandi tensioni politi- che, di limitate disponibilità finanziarie e di grosse difficoltà editoriali, “L’Arena di Pola”, con una cronaca attenta ed emo- tivamente vissuta da parte dei suoi Direttori, di tutti i suoi col- laboratori e lettori, è stata la testimone più immediata e diret- ta, elevandosi a “voce”, quando non anche a “disperato gri- do”, degli Italiani d’allora».

L’Assessore ha quindi illustrato genesi, storia e caratteristi- che del giornale, che uscì: a Pola dal 29 luglio 1945 al 14 maggio 1947 (quindi ad esodo già praticamente concluso), dal martedì alla domenica su 2 pagine; a Trieste (dopo un’in- terruzione di soli 9 giorni) dal 23 maggio al 31 luglio ’47 il lu- nedì, il mercoledì e il venerdì; a Gorizia (dopo una pausa di circa un mese) dall’11 settembre ’47 come settimanale su 4 pagine e il 24 dicembre ’47, in occasione del primo Natale in esilio, quale numero speciale su 8 pagine. Nato per volontà del Comitato Cittadino Polese in contrapposizione a “Il nostro giornale” (voce degli italiani di fede titoista aderenti all’Unione Antifascista Italo Slava - UAIS), riscosse sin dagli inizi un grande successo arrivando, specie nel 1946, ad una tiratura di 7.000 copie che raggiunse in pratica tutte le famiglie pole- sane di fede italiana. Si autodefinì fino al 9 febbraio ’47

«Quotidiano democratico d’informazioni», dal 12 febbraio ’47 al 31 luglio ’47 «Bollettino d’informazioni del CLN», dall’11 settembre al 24 dicembre ’47 «Settimanale del Movimento Istriano Revisionista - MIR».

Mazzaroli ha quindi esposto la linea seguita dal primo di- rettore, il socialista Guido Miglia (agosto 1945 - gennaio ’47) e dal secondo, il democristiano Corrado Belci. «Dal settem- bre ’47, con la nascita del MIR, “L’Arena di Pola” – ha rilevato Mazzaroli – si fece interprete di quelli che ne saranno i princi- pali indirizzi: “politico”, mirante appunto alla revisione dell’ini- quo Trattato di Pace, e “assistenziale”, volto all’inserimento degli esuli nel contesto post-bellico nazionale».

«La particolare valenza politica e, soprattutto, umana delle pagine che compongono la raccolta, conferendo a questa ri- stampa un elevato valore storico documentale, è – ha chiari- to il relatore – la ragione per cui il Libero Comune di Pola in Esilio si è a lungo dato da fare perché questo ingente patri- monio di notizie ed ancor più di “sentimenti” non andasse definitivamente perduto. La sua realizzazione è stata resa possibile grazie al lascito della maggior parte dei giornali dell’epoca da parte dell’esule da Pola Tullio Gabrielli, alla ca- parbia opera di ricerca delle copie mancanti da parte della nostra Redazione, di Argeo Benco, di Lino Vivoda e di Maria Rita Cosliani, rispettivamente Presidente e Consiglieri della nostra Associazione, alla cortese e pronta collaborazione della Direzione della Biblioteca Universitaria di Pola ed, in particolare, del sig. Bruno Dobrić, e della Biblioteca Statale Isontina di Gorizia, nonché alla collaborazione tecnica di scansione e pulizia degli originali da parte del giovane An- drea Battolla, nipote del presidente Benco».

«Con la stampa dei tre presenti volumi – ha aggiunto il Ge- nerale – si completa l’opera di recupero di tutti i numeri, dalla nascita ai giorni nostri, di “L’Arena di Pola”, che speriamo quanto prima di rendere fruibili da parte di chiunque sia inte- ressato a conoscere la nostra storia con la loro immissione

“in rete”. Il giornale, infatti, come ebbe a suo tempo a dire uno dei suoi primi direttori, Corrado Belci, rappresenta… “il libro sul quale forse un tempo chi si interesserà della storia della nostra Terra andrà a leggere dove è andata la no- stra gente, quale lingua spirituale parlava, quali ne siano state le ultime tracce” e – aggiungo io – quanto grande sia stato il suo amore per i luoghi d’origine e quali i buoni propositi e gli aneliti che hanno animato gli esuli ed i loro discendenti per preservare ciò che rimane dell’ITALIAnI- TÀ dell’ISTRIA».

«Ad iniziare dal primo numero del giornale, un qualsiasi lettore non prevenuto – ha affermato l’Assessore – vi troverà la più eloquente smentita dell’assioma “italiano = fascista”

ma anche, magari ponendo un briciolo di maggiore attenzio- ne, del suo opposto, ovvero, che “slavo = comunista” anche se, com’è giusto e scontato che sia, ogni sua pagina trasuda

“italianità” con una manifesta propensione, però, per una civi- le convivenza, ove possibile perché condivisa, con genti di etnia diversa. Sfortunatamente i fatti, più che le parole, ne san- cirono l’impossibilità. Uno sto- rico potrà attingervi una cater- va di notizie, opinioni e giudizi di “prima mano” su tutto quello che è stato il processo di pace, dalla conferenza di Potsdam, a quelle di Londra prima e di Pa- rigi poi; sui perlopiù abortiti tentativi di dialogo tra ex alleati ma anche tra italiani e jugosla- vi; sulle disattese aspettative delle genti locali, non solo di etnia italiana, per un plebiscito che portasse ad una equa definizione dei confini e su molte altre cose ancora. Il cosiddetto “uomo della strada” invece, specie se delle vicende che vi sono trattate è stato in qualche misura co-protagonista, potrà rivivere le emozioni che gli hanno squassato l’anima in occasione di particolari momenti quali, tanto per citarne qualcuno, la visita della Commissione Interalleata per la definizione di un possibile confine “etnico”, lo scoppio di Vallelunga prima e di Vergarolla poi, l’assassinio del Gen. de Winton ad opera di Maria Pasquinelli, le varie fa- si dell’esodo e del non sempre agevole approdo e reinseri- mento in Italia. Io, ad esempio, vi ho trovato traccia della scomparsa del fratello di mio padre, Ing. Onorato Mazzaroli, attirato con l’inganno ad un incontro a Peroi e fatto sparire, senza che se ne sapesse più nulla, perché propugnatore, unitamente ad altri intellettuali polesi, del Movimento Autono- mista Istriano».

Mazzaroli ha letto poi il brevissimo articolo dal titolo Le ele- zioni in Istria, del 28 novembre 1945, riguardante i rovignesi, ed ha concluso facendo ricorso ad una frase scritta nel 1946 dal direttore pro tempore Guido Miglia: «Spero che un gior- no la storia ricucia ciò che oggi gli uomini hanno strap- pato». «Allora – ha commentato – nulla più di un semplice auspicio, oggi una concreta possibilità».

Della conferenza stampa hanno dato notizia obiettivamen- te i quotidiani “La Voce del Popolo” e “Glas Istre”.

Gli interessati ai tre volumi possono scriverci all’indirizzo redazione.arena@yahoo.it o telefonare allo 040 830294 per informazioni.

Il Gen. Silvio Mazzaroli e il Prof. Giovanni Radossi il 25 novembre al Centro di Ricerche Storiche di Rovigno.

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 L’AREnA DI POLA n. 12 del 13 DICEMBRE 2013

ARCHEOLOGIA

ARCHEOLOGIA

Scoperti quattro accampamenti romani nell’Istria italiana

Restituzione in 3D del complesso di Loron. A. Scarpa su una foto aerea di R. Kosinožiċ.

Vergarolla: gare e luogo dello scoppio

La nave di Zambrattia è la più antica

dell’Adriatico

Nell’estate 2008 avvenne un importantissimo ritrova- mento archeologico a nord della baia di zambrattia, tra Umago e Salvore (attuale Istria croata). Le ispezioni su- bacquee riscontrarono alla profondità di -2,20 metri, sotto un sottile strato di sabbia, il relitto di un’imbarcazione li- gnea realizzata con l’antica tecnica della cucitura.

Dalle analisi di un campione di legno compiute con la tecnica AMS presso l’istituto Beta Analitic di Miami (USA) si è desunto che risalirebbe a un periodo compreso tra il 1120 e il 930 a.C.. Un’ulteriore analisi effettuata all’Istituto Ruđer Bošković di zagabria secondo il metodo del radio- carbonio 14 ha retrodatato la nave tra il 1264 e il 1056 a.C.. E’ la più antica mai trovata sui fondali dell’Adriatico nonché la più antica nave cucita del Mediterraneo. A co- struirla sarebbero stati i primissimi Istri, che colonizzaro- no la penisola omonima a partire dal XII secolo.

Inizialmente si è provveduto alla protezione fisica del relitto nel suo sito originario non lontano dalla riva. In ago- sto e all’inizio di settembre del 2013, grazie ai mezzi fi- nanziari del Museo Archeologico dell’Istria, del Ministero della Cultura croato e della Regione Istriana, il Museo Ar- cheologico dell’Istria ha effettuato una campagna di ricer- ca archeologica e documentazione dei resti della nave.

Ha condotto le ricerche Ida Koncani Uhač, assistita da Marko Uhač, dell’Ufficio polese di Conservazione dei beni culturali del Ministero della Cultura. Vi hanno partecipato anche Andrea Sardoz del Museo Archeologico dell’Istria, Davor Bulić dell’Università di Pola, lo studente di archeo- logia Petar Krnjus dell’Università di zara, nonché som- mozzatori professionisti di Pola, zambrattia e Salvore.

Grazie a un accordo di collaborazione scientifica tra il Museo Archeologico dell’Istria e il Centro Camille Jullian di Aix-en-Provence (Francia), alle ricerche hanno colla- borato gli archeologi di quest’ultimo Giulia Boetto, Vin- cent Dumas e Phillipe Groscaux. Fra gli stranieri ricordia- mo l’esperto di conservazione del legno bagnato Miran Erič, del Ministero della Cultura sloveno.

Davanti alla costa di zambattia, sotto un sottile strato di sabbia, si scoprì cinque anni fa l’esistenza dello scafo di una nave lunga 7 metri e larga 2 con un’intelaiatura di undici assi di legno (otto tavole più tre costole, perpendi- colari fra loro). Tali assi erano attaccati con la tecnica del- la cucitura ai bordi. La larghezza delle tavole va dai 17 ai 40 centimetri. Le cuciture erano eseguite con un filo attra- verso fessure che hanno lasciato evidenti tracce su una tavoletta. Si è inoltre desunta l’esistenza sia di altre tre costole del natante sia del bordo superiore dello scafo.

La tavoletta intermedia più larga si è conservata intatta e denota il notevole livello tecnico raggiunto dai costrutto- ri protostorici istriani. Fu realizzata nella sua parte finale incavando un unico pezzo di legno. Questo dettaglio è ti- pico delle imbarcazioni più antiche in assoluto, che veni- vano appunto ricavate da un tronco d’albero unico. Il successivo sviluppo andò verso l’allargamento e l’innal- zamento dei fianchi del primitivo natante aggiungendo una o più tavolette per ognuna delle due parti laterali e rinforzandole con costole trasversali. Tali imbarcazioni semplici sono durate nell’Adriatico settentrionale (Pirano, Arbe, Isola Lunga) fino all’inizio del XX secolo. La chiatta fu il diretto successore di questa originaria barchetta deri- vante da un solo tronco. La nave di zambrattia è tecnica- mente così evoluta da presentare le caratteristiche di quelle successive. La si può dunque inserire tra le princi- pali scoperte archeo-marine del Mediterraneo.

Questi dettagli costruttivi inducono a credere che possa essere il precursore delle barche cucite adriatiche. In tale gruppo rientrano anche le due navi romane scoperte re- centemente a Pola. E’ noto dai testi degli antichi scrittori che gli Istri costruivano imbarcazioni a fondo cucito con fili di lino e canapa. Il relitto di zambrattia è una dimostra- zione diretta dello sviluppo dell’ingegneria navale nell’Adriatico settentrionale in epoca protostorica. Per il futuro si prospetta la realizzazione di una replica anche a fini turistici e la ripresa in chiave moderna di questa tanto primordiale quanto geniale tipologia costruttiva.

Ricostruire la storia e le caratteristiche di una grande proprietà nell’Histria fecunda, appartenente a membri dell’aristocrazia ro- mana e ad imperatori: questo è l’obiettivo delle ricerche archeologiche, ormai quasi ventennali, che interessano il promontorio di Loron (Comune di Torre-Abrega) e che vedo- no impegnata un’équipe internazionale di studiosi, coordinata da Francis Tassaux, Co-

rinne Rousse, Vladimir Kovačić, Marie-Brigitte Carre e da Paola Maggi per l’analisi e lo studio dei reperti. Una proprietà terriera e marittima molto estesa, che comprendeva anche le vicine baie di Santa Marina a nord e di Cervera a sud.

Conosciamo la successione degli illustri proprietari di Lo- ron per un periodo di oltre 120 anni grazie ai nomi tramandati dai bolli impressi sulle anfore per olio di forma Dressel 6B ivi prodotte. La proprietà fu creata intorno al 10 d.C. da Sisenna Statilius Taurus, console nel 16 d.C. e figlio di Titus Statilius Taurus, amico di Augusto e terza personalità più importante dell’Impero; passò quindi nelle mani di vari eminenti perso- naggi tra cui Valeria Messalina, moglie del futuro imperatore Claudio, e Calvia Crispinilla, la famosa magistra libidinum Neronis («sovrintendente per i piaceri di Nerone»), che pos- sedeva anche la villa di Barcola sul litorale triestino; tra l’80 e il 90 d.C. divenne possedimento imperiale con Domiziano, seguito da Nerva, Traiano e Adriano. Dopo Adriano, impera- tore tra il 117 e il 138 d.C., la storia della proprietà “si perde”

poiché non è più documentata dai marchi sulle anfore; tutta- via, i dati archeologici indicano una continuità d’occupazione del sito per altri tre secoli, fino alla metà del V secolo d.C..

A Loron esisteva un vastissimo complesso artigianale, i cui resti imponenti sono stati messi in luce nel corso degli scavi svolti tra il 1994 e il 2011 nell’ambito di un programma di ri- cerca internazionale condotto congiuntamente dal Museo del Territorio Parentino, dall’Università di Bordeaux 3, dall’Uni- versità degli studi di Padova, dall’Università di Aix-Marsiglia e dall’École française de Rome.

Organizzato in due distinti moduli architettonici, il comples- so sorgeva lungo la riva del mare nella parte meridionale del promontorio occupando uno spazio di circa 10.000 metri quadri. Comprendeva un’officina per la fabbricazione di anfo- re e ceramica con le sue fornaci poste “in batteria”, grandi ambienti per l’essiccazione dei prodotti e un vasto cortile centrale con un bacino monumentale per la riserva d’acqua, alimentato da una piccola fontana.

L’impianto era destinato alla produzione in massiccia quantità di anfore (ne sono stati trovati nel sito migliaia di esemplari ed erano solo gli scarti!), ovvero di contenitori fun- zionali a contenere e trasportare i prodotti della proprietà:

soprattutto olio, oggetto di commercializzazione su vasta scala, nonché vino e probabilmente salse di pesce.

Nelle fornaci si realizzavano però anche molti altri tipi di manufatti: tegole e mattoni, lucerne, vasellame da mensa, dispensa e cucina, pesi da rete e da telaio… Almeno nelle prime fasi di attività una produzione consistente riguardò la terra sigillata: servizi da tavola in ceramica fine rivestita di vernice rossa. Vennero fabbricati piatti e coppe di varie forme che si distinguono per una particolare cura dei dettagli e per la ricerca di una gradevole estetica mediante l’uso ricorrente di motivi decorativi. Questa ceramica testimonia non solo la perizia dei vasai dell’officina, ma anche la loro volontà di imi- tare la raffinatezza del vasellame prodotto nell’Italia centrale che i ricchi proprietari di Loron erano abituati a vedere sulla tavola nelle loro residenze romane. La ceramica di Loron, che possiamo riconoscere grazie ai bolli impressi sul fondo coi nomi di Sisenna e di altri personaggi, doveva viaggiare, come merce di accompagno delle anfore e delle derrate che contenevano, verso i mercati esterni dell’alto Adriatico e di oltralpe: essa raggiunse sicuramente l’emporio del Magda- lensberg (in Carinzia) e le città di Emona (Lubiana), Aquileia, Tergeste e anche di Pola, dove

si registrano diversi rinvenimen- ti.Dal 2012, un nuovo progetto internazionale in partenariato con il Centre Jullian, l’Università di Aix-Marsiglia e l’École françai- se de Rome prosegue le ricer- che e lo studio di Loron su scala più ampia, nell’area occupata dall’intera proprietà. L’obiettivo è duplice: da un lato individuare gli spazi destinati ad uso residen- ziale, dove doveva sorgere la villa maritima, dall’altro delinea- re le trasformazioni del paesag- gio costiero. A questo scopo si svolgono anche scavi subac- quei, che hanno portato alla sco- perta di un grande vivarium per l’allevamento ittico facente capo ad un’altra villa nella baia di Bossolo (Busuje).

Le recenti indagini di scavo effettuate nell’estate 2013 da V.

Kovačić e da C. Rousse hanno riguardato una cisterna romana

posta a monte della baia di Santa Marina, che conserva an- cora i muri in elevato per una notevole altezza. Tali indagini hanno permesso di analizzare l’architettura originale di que- sta grande struttura idraulica, lunga 14 e larga 13 metri e do- tata di pareti particolarmente spesse formate da due muri paralleli e da un nucleo di malta idraulica. Lo scavo ha rag- giunto una profondità di 3 metri e ha messo in evidenza una piccola porzione del pavimento originario in mattonelle di cot- to poste a spina di pesce (opus spicatum), che si è rivelato in perfetto stato, così come l’antico rivestimento in malta idrauli- ca. L’obiettivo per il prosieguo delle ricerche nel 2014 è di ri- portare alla luce e di valorizzare completamente la cisterna, una delle strutture meglio conservate della proprietà senato- riale ed imperiale.

Ma non è stata l’unica scoperta di quest’anno: altri sondag- gi condotti nei pressi del complesso artigianale hanno portato alla luce una sepoltura medievale. Si tratta di una tomba iso- lata databile al XIII secolo che rappresenta una preziosa te- stimonianza di un epoca, quella medievale, finora non docu-

mentata a Loron e apre nuovi scenari sulla storia dell’area. La nuova scoperta rivela la continuità di occupazione del promontorio, certamente nel quadro di un commercio su scala ridotta – locale o regionale –, legata al- la prossimità del mare e forse anche alla possibilità di sfruttare le rovine dell’edificio romano come cava per recuperare materiale da costruzione.

Vladimir Kovačić, Paola Maggi, Corinne Rousse Dati sulla missione archeologica di Loron Programma condotto con il sostegno del Ministero della Cultura della Croazia, del Ministero degli Affari esteri france- se, dell’École française de Rome, del Centre C. Jullian - Uni- versità di Aix-Marsiglia, del Comune di Torre-Abrega e dell’Ente per il turismo di Torre-Abrega.

Direzione degli scavi: Vladimir Kovačić (Museo del Terri- torio Parentino)

Direzione scientifica: Corinne Rousse (Loron) e Marie- Brigitte (Bossolo): Università di Aix-Marsiglia, CNRS, Centre C. Jullian; École française de Rome.

Coordinamento degli studi sui materiali archeologici: Paola Maggi (Università di Trieste).

Altri partenariati: Francis Tassaux (Università di Bordeaux 3 - Ausonius).

Riemerge

l’Istria romana

2009: settore ovest con il grande bacino. Foto C. Rousse.

Vasellame in terra sigillata prodotto a Loron. Foto P.

Maggi.

Cisterna dettaglio. Foto C. Rousse.

La cisterna scavata nel 2013. Foto V. De Leonardis.

Anfora Dressel 6B con bollo di Sisenna. Foto Y.

Marion.

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