Fondata a Pola il 29.07.1945 – Organo dell’Associazione «Libero Comune di Pola in Esilio» – Redazione: Via Malaspina 1, 34147 Trieste– Direttore responsabile: Paolo Radivo – Telefono e fax 040.830294 – Sito web: www.arenadipola.it – Quote associative annuali per l’Italia e l’Europa: 30, per le Americhe 60, per l’Australia 66, da versare o sul conto corrente postale n. 38407722 intestato a L’Arena di Pola, Via Malaspina 1, 34147 Trieste, o tramite bonifico bancario intestato a Libero Comune di Pola in Esilio, Via Malaspina 1, 34147 Trieste, codice IBAN dell’UniCredit Agenzia
Padova Duomo: IT 83 G 02008 12103 0000 10056 393, BIC: UNCRITM1921 – Le copie non recapitate vanno restituite al CPO di Trieste per la restituzione al mittente previo pagamento resi L’ARENA DI POLA – Registrata presso il Tribunale di Trieste n. 1.061 del 21.12.2002 Anno LXX 3.368 – Mensile n. 4 del 17 APRILE 2014
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con il contributo del Governo italiano ai sensi della Legge 72/2001 e successive proroghe
Tutti a Pola!
Tutti a Pola!
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LETTERA APERTA AI NOSTRI CONNAZIONALI DI POLA
Ritornare a Pola: come e perché LETTERA APERTA AI NOSTRI CONNAZIONALI DI POLA
Ritornare a Pola: come e perché
58° Raduno
degli Esuli da Pola:
Pola, 15-18 maggio
Il 58° Raduno nazionale degli Esuli da Pola avrà luogo da giovedì 15 a domenica 18 maggio 2014 a Pola con base all’Hotel Brioni di Verudella. Questo il programma semi-definitivo con gli ultimi ritocchi.
Giovedì 15 maggio
Ore 17.00: arrivo dei partecipanti e loro accoglienza;
consegna del pacchetto di “Benvenuto” con le istruzioni e la documentazione per lo svolgimento del Raduno.
Ore 19.30: dopo l’arrivo e la sistemazione, nella sala a vetri a lato dell’ingresso, apertura ufficiale del Raduno con l’intervento del Sindaco, un brindisi e do ciacole.
Ore 20.00: cena in albergo; a seguire tempo libero.
Ore 21.30: riunione della Giunta comunale.
Venerdì 16 maggio
Ore 08.00: dopo la colazione partenza in pullman.
Ore 09.00: partenza del battello da Fasana per Brioni Maggiore.
Ore 09.00-13.00: visita guidata a Brioni Maggiore.
Ore 13-00-14.30: pranzo sull’isola all’Hotel Neptun.
Ore 16.00: partenza del battello per Fasana con suc- cessivo rientro in albergo.
Ore 19.00-20.30: cena in hotel.
Ore 21.00: trasferimento alla Comunità degli Italiani di Pola per la proiezione del filmato Istria addio ed un intrat- tenimento musicale.
Sabato 17 maggio
Ore 09.00: dopo la colazione, in sala convegni dell’al- bergo, presentazione degli studi del dott. William Klinger e del dott. Gaetano Dato sulla strage di Vergarolla, dei tre volumi de “L’Arena di Pola” 1945-47 e degli atti del con- vegno sul prof. Mario Mirabella Roberti.
Ore 13.00-15.00: pausa pranzo.
Ore 14.30: in sala convegni dell’albergo, riunione del Consiglio e della Giunta comunale.
Ore 15.30: in sala convegni dell’albergo, Assemblea Generale dei Soci ed elezione di un Revisore dei Conti Supplente.
Ore 19.00-20.30: cena in hotel.
Ore 21.00: in sala convegni, assegnazione delle targhe di benemerenza “Istria Terra Amata” a Jan Bernas e, se potrà raggiungerci, a Simone Cristicchi, coautori dello spettacolo teatrale e del libro Magazzino 18.
Domenica 18 maggio Ore 08.00: partenza in pullman dall’albergo.
Ore 09.00: S. Messa in duomo; a seguire omaggio al cippo in onore delle Vittime della strage di Vergarolla.
Ore 11.00-12.30: in un campetto a 5 di Verudella, parti- ta di calcetto tra le rappresentanze della Comunità degli Italiani di Pola e del Libero Comune di Pola in Esilio, con premiazione finale.
Ore 13.00: trasferimento al Ristorante Bi-Village di Fa- sana per il pranzo, al termine del quale ci esibiremo in musiche e cantade e faremo la nostra foto di gruppo.
Ore 17.00: a questo punto la parte ufficiale del Raduno Nazionale degli Esuli da Pola si conclude, ma non tutti i Radunisti ripartono per le loro abitazioni. Quindi per colo- ro che si trattengono sino al giorno successivo:
Ore 19.00-20.30: cena in albergo.
Ore 21.00: serata libera.
Ore 23.30: rientro in albergo.
Per quanti non potessero raggiungere la città con mez- zi propri il Libero Comune di Pola in Esilio metterà a di- sposizione un pullman, che partirà da Padova giovedì 15 e ripartirà da Pola alle ore 07.00 di lunedì 19 maggio.
Per il soggiorno tutto compreso (pernotti, pasti, trasferi- menti in loco e gita) di coloro che si avvarranno di mezzi propri ripartendo nel pomeriggio di domenica 18 maggio i prezzi sono: camera singola € 240,00; camera doppia € 390,00; camera tripla € 530,00.
Questi invece i prezzi per il soggiorno tutto compreso di coloro che ripartiranno con il pullman la mattina di lunedì 19 maggio: camera singola € 340,00; camera doppia € 560,00; camera tripla € 765,00.
Potete comunicare la vostra adesione a Graziella e Salvatore Palermo scrivendo a [email protected] op- pure telefonando ai numeri 0383 572231 o 327 3295736.
La prenotazione andrà confermata con il versamento della quota di € 100 a persona o sul conto corrente posta- le n. 38407722 intestato a «L’Arena di Pola, Via Malaspi- na 1, 34147 Trieste», o tramite bonifico bancario intesta- to a «Libero Comune di Pola in Esilio, Via Malaspina 1, 34147 Trieste». In quest’ultimo caso occorre scrivere il codice IBAN dell’UniCredit Agenzia Padova Duomo: IT 83 G 02008 12103 0000 10056 393. Il codice BIC per chi abita fuori dall’Italia è UNCRITM1921. Sulla causale si specifichi: «Raduno Pola 2014». Ricordiamo a tutti di portare con sé la carta d’identità valida per l’estero!
“L’Arena di Pola” 1945-47:
Il Libero Comune di Pola in Esilio sta inviando gratis a biblioteche, archivi e associazioni consorelle i 3 volumoni contenenti tutti i numeri de “L’Arena di Pola” dal 1945 al
’47, che ha realizzato a proprie spese (salvo un finanzia- mento pubblico per la copertura della riproduzione foto- grafica). L’opera ci è stata richiesta anche da soci e priva- ti cittadini. Preghiamo gli interessati di contattarci via mail ([email protected]) o via telefono (040 830294).
Chi vorrà farsi spedire i volumi a domicilio dovrà versare
€ 80 (spese postali e di imballaggio incluse) o sul conto corrente postale n. 38407722 intestato a «L’Arena di Po- la, Via Malaspina 1, 34147 Trieste» o tramite bonifico bancario intestato a «Libero Comune di Pola in Esilio, Via Malaspina 1, 34147 Trieste». In quest’ultimo caso dovrà scrivere – in banca o tramite il sito internet della stessa – il codice IBAN dell’UniCredit Agenzia Padova Duomo: IT 83 G 02008 12103 0000 10056 393. Chi invece verrà a prelevare i volumi nella nostra sede di via Malaspina 1 a Trieste pagherà solo € 60 (anche in contanti direttamente al nostro Segretario).
Il nostro 58° Raduno è ormai alle porte, ad un anno dal pre- cedente e, per me, ad un anno dal momento in cui mi è stato affidato l’incarico, gravoso, ma prestigioso e gradito, di rap- presentare i polesani, sparsi in Italia e nel mondo.
Voglio esprimere, prima di tutto, la mia soddisfazione per le lusinghiere affermazioni, al concorso letterario intitolato alla memoria del generale Lo-
ris Tanzella, dei nostri concittadini e perciò mi complimento in particola- re con il “vecchio leone”
Lino Vivoda, vincitore nel- la sezione Testimonianze con la sua autobiografia In Istria, prima dell’esodo, ed anche con Paolo Radi- vo e Roberto Stanich, senza dimenticare Rug- gero Botterini, Mario Grassi, Tullio Binaghi e Silvia Lutterodt Sizzi.
Voglio ringraziare tutti i componenti del Consiglio per il lavoro che hanno svolto durante questo pri- mo anno, ormai quasi completato, del mio man- dato. Senza il loro aiuto,
non mi sarebbe stato possibile sopravvivere alla mole di in- combenze che gravano, anche pesantemente, su tutti noi.
L’anno è passato veloce, scandito da eventi quasi tutti po- sitivi. Tra questi l’attività intensa, frenetica, di molti di noi, in coincidenza con il 10 febbraio, il Giorno del Ricordo: ancora Lino Vivoda, che ha percorso tutta l’Italia, portando dapper- tutto la sua testimonianza ineguagliabile; Andrea Manco, che è riuscito a fare partecipe delle nostre istanze una città “diffi- cile” come La Spezia; Silvio Mazzaroli che, ultimato con suc- cesso il filmato Istria, addio con cui è stato completato il pro- getto La Cisterna, ne diffonde la conoscenza e l’utilizzazione partecipando a proiezioni e presentazioni. La validità del la- voro è stata confermata al Seminario Nazionale di Brindisi, dove è stato proiettato, accolto con caloroso favore dagli in- segnanti partecipanti al Seminario, molti dei quali hanno chiesto di poterlo avere per utilizzarlo a loro volta.
L’altro evento che ha caratterizzato questi mesi è stato il successo che ha contrassegnato le rappresentazione dello spettacolo Magazzino 18 di Simone Cristicchi e Jan Bernas.
Ho assistito alla sua rappresentazione a Pola. le polemiche, poi in buona parte rientrate, sugli episodi di intolleranza nei confronti di Simone Cristicchi non inficiano la grandissima importanza della sua iniziativa, che ha dato voce al nostro mondo più di qualsiasi altra, in questo momento. Dimostrere- mo la nostra gratitudine all’autore e probabilmente anche a Cristicchi, che saranno nostri ospiti a Pola.
L’organizzazione del raduno è a buon punto, anche se non ancora ultimata, ma credo di poter dire, anche contraddicen- do l’opinione di qualcuno, che sarà un raduno significativo, denso di eventi e di prospettive.
I contatti, non sempre facili, per la sua definizione hanno permesso di raggiungere obiettivi importanti. La professores- sa Ondina Krnjak, del Museo Archeologico di Pola, che ho incontrato con Argeo Benco, ha confermato il completamento della redazione degli Atti del Convegno di studio sul prof. Ma- rio Mirabella Roberti, a cui abbiamo contribuito fornendo il materiale fotografico che le mancava, cosicché si è resa pos- sibile la presentazione di questo lavoro nel corso del raduno.
La prof. Krnjak ci ha inoltre confortato, dandoci notizie ras- sicuranti sulla conclusione dell’iter burocratico per la posa di
una targa in ricordo del prof. Mirabella Roberti, da collocare sullo zoccolo del Tempio di Augusto. La pratica si era arenata per lungo tempo, a causa dell’ostilità di qualche alto, molto alto, funzionario, segnatamente della precedente Direttrice, figlia dell’ex Sovrintendente Vesna Jurkić Girardi.
Nonostante qualche incomprensione iniziale con il Presi- dente della Comunità de- gli Italiani, Fabrizio Radin, abbiamo fatto ogni sforzo per superarla, cosicché, in occasione del 18 agosto, abbiamo gettato in mare, di fronte alla spiaggia su cui si è consumata la stra- ge di Vergarolla, due coro- ne, una del Libero Comu- ne di Pola in Esilio ed una della Comunità degli Italia- ni, scambiandole, per sua iniziativa, fra noi due: mi è sembrato un gesto disten- sivo, apprezzabile. Perciò credo che valga la pena di continuare ad agire affin- ché la nostra presenza nella nostra città sia sem- pre più intensa, abbia sempre più visibilità e sia accettata dalle istituzioni locali.
E’ innegabile che l’attuale situazione non è affatto soddi- sfacente. Non si può essere soddisfatti solo perché ci riunia- mo a Pola, veniamo accolti dalla Comunità degli Italiani, ma- nifestiamo pubblicamente i nostri sentimenti. Non si può es- sere soddisfatti se siamo ignorati, anzi, peggio, respinti da chi rappresenta la città di Pola.
Ho scritto perciò al Sindaco di Pola, Boris Miletić, chieden- do di incontrarlo. L’ho fatto in forma ufficiale, senza ricorrere ad intermediazioni, né opportune né efficaci, né moralmente accettabili. L’ho fatto senza nascondere la mia qualifica di Sindaco del Libero Comune di Pola in Esilio. Ho respinto le contestazioni che se pure in forma indiretta vengono rivolte al rappresentante degli esuli, smentendo ogni ipotesi di revan- scismo, riconoscendo al Sindaco di Pola la pienezza dei suoi compiti di rappresentanza, di guida, di governo della città, ma rivendicando al contempo il diritto e l’orgoglio di rappresenta- re la “communitas” dei polesani che hanno lasciato la città.
Ricordandogli infine l’amore che tutti noi nutriamo per Pola, che si manifesta negli atti concreti di aiuto allo sviluppo cultu- rale e civile della città e nella nostra assidua presenza in un luogo dove ci sentiamo, a buon diritto, a casa e dove molti di noi torneranno, speriamo, questo sì, tra molti anni, all’ombra dei pini di Monte Ghiro.
Questa iniziativa ha avuto un seguito, insperato ancorché auspicato, anche se non ancora definitivo.
Il giorno 8 aprile, invitato dal Vice Console onorario d’Italia a Pola, Tiziano Sošić, ho presenziato alla cerimonia della consegna delle lettere patenti per la sua promozione a Con- sole onorario. Tra le autorità presenti vi era il Sindaco di Pola, Boris Miletić. Gli sono stato presentato ed ho colto l’occasio- ne per ricordargli la lettera che gli avevo scritto ed il desiderio di un incontro chiarificatore. La sua reazione, se pur priva di entusiasmo, non è stata di diniego e il breve colloquio si è concluso con una seconda stretta di mano che lascia aperto un spiraglio alla speranza.
Tra le autorità che ho invitato a presenziare ai lavori con- gressuali previsti nell’ambito del nostro raduno c’è anche il Sindaco di Pola. La sua risposta, se arriverà, sarà il segnale che il nostro impegno riscuote un apprezzamento non solo da parte degli italiani di Pola ma anche della città, nella figura del suo primo cittadino. Noi, per quanto stiamo facendo per Pola, lo meritiamo e crediamo tuttavia che, quando anche non ci venisse riconosciuto, possiamo ugualmente esserne soddisfatti ed orgogliosi.
Auguro Buona Pasqua a tutti!
Tullio Canevari Sindaco del Libero Comune di Pola in Esilio
Abbonamenti 2014
Al numero di dicembre avevamo allegato il bollettino di conto corrente postale per abbonarsi a “L’Arena di Pola”
nel 2014. La quote sono sempre le stesse: per l’Italia e l’Europa € 30, per le Americhe € 60, per l’Australia € 66.
Chi non avesse ancora provveduto e preferisse il bonifico potrà effettuarlo in banca o tramite internet intestandolo a
«Libero Comune di Pola in Esilio, via Malaspina 1, 34147 Trieste» e digitando il codice IBAN dell’UniCredit Agenzia Padova Duomo: IT 83 G 02008 12103 0000 10056 393.
Se invece abita fuori dall’Italia ma sempre in area euro- pea dovrà scrivere il codice BIC: UNCRITM1921.
La causale è: «Abbonamento a “L’Arena di Pola”».
L’Hotel Brioni di Pola, ba- se del prossimo Raduno.
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noTIZIE BREVI
L’AREnA DI PoLA n. 4 del 17 APRILE 2014UPT: Fabrizio Somma presidente
I soci dell’Università Popolare di Trieste (UPT) hanno vota- to il 18, 19 e 20 febbraio per il rinnovo dei 4 componenti elet- tivi del Consiglio di amministrazione dell’ente morale. Gli altri 9 sono: due delegati del Ministero degli Esteri, Diana De Pe- tris De Rosa per la Provincia di Trieste, Denis zigante per il Comune di Trieste, Renzo Codarin per FederEsuli, Elvio Guagnini per l’Università di Trieste, Massimo Parovel per il Conservatorio “Giuseppe Tartini” e Luisella Tenente per l’Uffi- cio Scolastico Regionale. Si sono confrontate due liste: quel- la di Silvio Delbello (presidente uscente), Aldo Flego, Fiorella Fontanot e Ferdinando Parlato, vicina all’Unione degli Istria- ni, e quella di Manuele Braico, Renzo Grigolon, Massimiliano Rovati e Micaela Silva Drioli, vicina a FederEsuli. Si poteva- no esprimere senza vincoli fino a 4 preferenze. La seconda lista ha conquistato tutti e 4 i seggi disponibili. Manuele Brai- co è stato eletto con 111 voti, Massimiliano Rovati con 100, Micaela Silva con 97 e Renzo Grigolon con 93. La prima lista ha presentato invano un ricorso. Il 13 marzo il Consiglio di amministrazione ha eletto nuovo presidente Fabrizio Som- ma, per lunghi anni dipendente dell’UPT e dal giugno 2013 vicepresidente nominato dalla Regione Autonoma Friuli Ve- nezia Giulia. Nel nuovo Consiglio direttivo sono entrati Fabri- zio Somma di diritto, il rappresentante della Farnesina Fran- cesco Saverio De Luigi, Luisella Tenente per l’USR e Manue- le Braico e Massimiliano Rovati in rappresentanza dei soci.
Croazia: le scuole italiane reclamano diritti
L’Unione Italiana e i presidi delle Scuole elementari e me- die superiori italiane hanno chiesto al Ministero della Scien- za, dell’Istruzione e dello Sport della Repubblica di Croazia il rispetto dei diritti acquisiti, tutelati dall’articolo 2 del Trattato italo-croato sui diritti delle minoranze, sottoscritto il 5 novem- bre 1996, e sanciti da precedenti accordi internazionali e dall’ordinamento giuridico dello Stato predecessore. E’ stata contestata la bozza di decreto sugli elementi e i criteri per la scelta dei candidati alle iscrizioni alle Scuole medie superiori per l’anno scolastico 2014/2015, che persiste nel negare il diritto alla valutazione dell’italiano. Quanto alla bozza di rego- lamento sui compiti di lavoro settimanali dei docenti e dei collaboratori professionali nelle Scuola elementari, l’UI ha chiesto il riconoscimento dell’onere derivante dall’obbligato- rietà delle pratiche bilingui sia nelle evidenze scolastiche sia nei rapporti con terzi, mentre ciascuna scuola è intervenuta con osservazioni riguardanti gli articoli che introducono modi- fiche sfavorevoli. Circa la proposta di regolamento sui compi- ti di lavoro del segretario e del personale ATA nelle Scuole elementari, l’UI ha chiesto che l’articolo 2 non si applichi agli istituti con l’insegnamento nella lingua e nella scrittura delle minoranze nazionali, poiché l’onere di lavoro del segretario in tali casi risulta maggiorato a causa dell’obbligatorietà delle pratiche amministrative scolastiche bilingui.
CI di Visinada: seconda fase dei lavori
Mercoledì 12 marzo ha preso avvio la seconda fase della ristrutturazione della nuova sede della Comunità degli Italiani di Visinada (Istria croata interna). Hanno firmato il contratto il presidente della Giunta esecutiva dell’Unione Italiana Mauri- zio Tremul, la presidente della CI Neda Šainčić Pilato, il diret- tore della ditta appaltatrice “Vladimir Gortan” di Pisino Milan Damjanić e il rappresentante della direzione dei lavori, l’“Učka konzalting”. Il costo lordo preventivato dell’opera am- monta a 374.612,44 euro: 293.397,37 euro per la ristruttura- zione dei circa 400 metri quadri, 8.378,68 euro per la direzio- ne dei lavori, mentre la ditta “Ikos Calcagnini” di Isola (Slove- nia) fornirà arredi e attrezzature per un totale di 72.836,39 euro. I lavori dovrebbero concludersi in 139 giorni. Saranno recuperati i piani superiori dell’edificio e nel sottotetto sarà ri- cavata una sala polivalente con 170 posti a sedere.
Seminario per docenti istro-fiumani
26 docenti delle Scuole elementari e medie superiori italia- ne dell’Istria e di Fiume hanno partecipato a un seminario di scienze motorie svoltosi dal 13 al 15 marzo rispettivamente a Trieste, Gemona (UD) e Pieris (GO) su iniziativa del Settore Sportivo dell’Unione Italiana in collaborazione con il CONI del Friuli Venezia Giulia e con l’Università Popolare di Trie- ste, grazie ai finanziamenti dello Stato Italiano per i connazio- nali di Croazia e Slovenia. Nell’ultima giornata, presso il Pa- lazzetto comunale di Pieris, il responsabile del Settore sporti- vo dell’UI Daniele Suman ha incontrato il presidente regiona- le del CONI Giorgio Brandolin, che si è detto disponibilissimo a intraprendere nuove collaborazioni sportive con l’UI.
ottimi i rapporti Istria-Italia
Giovedì 20 marzo il console generale d’Italia a Fiume Re- nato Cianfarani ha avuto un cordiale incontro a Pola nella sede della Regione Istriana con il presidente Valter Flego, con la vicepresidente italiana Giuseppina Rajko e con l’as- sessore alla Cooperazione internazionale Oriano Otočan.
Nella successiva conferenza stampa il diplomatico ha defi- nito buoni, continuativi e regolari i rapporti tra Consolato e Regione ed eccezionali quelli economici, culturali e commer- ciali tra Istria e Italia. Sarà sua cura motivare gli imprenditori italiani a investire in Istria specie nell’agriturismo, nella sanità e nella cultura. L’Istria – ha detto – è all’avanguardia in Croa- zia per la multiculturalità, la multietnicità e il suo «eccellente»
Statuto regionale, che «sancisce il bilinguismo e garantisce i diritti fondamentali a tutte le minoranze».
Flego ha giudicato la collaborazione con l’Italia ottima e Cianfarani un «grande amico dell’Istria» che ne ha agevolato i contatti con diversi partner dello Stivale. Ben 88 dei 320 pro- getti europei finora realizzati dalla Regione Istriana hanno coinvolto Regioni italiane: 19 il Veneto, 12 l’Emilia Romagna e 9 il Friuli Venezia Giulia. Seguono Toscana, Liguria, Puglia ed Emilia-Romagna. Flego ha auspicato maggiori investi- menti italiani e lodato la Comunità nazionale italiana in quan- to parte del quotidiano che arricchisce l’Istria.
L’assessore Otočan ha fatto presente che la Regione Ve- neto ha finanziato in Istria dal 1994 al 2011 tramite la Legge Beggiato 101 progetti per 2.499.793 euro, nel 2012 altri 18 per 248.500 euro, nel 2013 10 per 252.000 euro e nel 2014 5 per 119.000 euro. Tramite la Legge nazionale 84/2001 la Re- pubblica Italiana ha sostenuto 7 progetti per 8.367.114 euro.
A Bruxelles Istria e Friuli-Venezia Giulia dispongono di un uf- ficio comune. L’Istria fa inoltre parte insieme a varie Regioni italiane dell’Euroregione Adriatico Ionica.
LCPE: riuniti Consiglio e Giunta
La quarta seduta del Consiglio comunale e la quinta della Giunta del Libero Comune di Pola in Esilio per il 2013-2017 si sono tenute contestualmente sabato 22 marzo a Milano.
Il presidente del Collegio dei revisori dei conti Gianfranco Serravallo ha rilevato sia il calo di introiti nel 2013 rispetto al 2012, per l’ormai cronico ritardo nell’erogazione dei finanzia- menti pubblici, sia la diminuzione delle spese. La situazione patrimoniale e il conto economico risultano solidi. L’esorta- zione è a cercare nuovi fondi dai privati e ad essere più cauti negli investimenti. Il Consiglio ha approvato all’unanimità il bilancio consuntivo 2013 e il bilancio preventivo 2014.
Il sindaco Canevari ha relazionato sul lavoro finora svolto e sulla situazione attuale. Consiglio e Giunta hanno approvato la sua richiesta di incontro al Sindaco di Pola Boris Miletić.
Il Consiglio ha ratificato l’avvenuto rientro in FederEsuli e approvato la decisione di costituire con tutti i sodalizi della diaspora consenzienti la Fondazione degli Italiani di Istria, Fiume e Dalmazia, volta a programmare e garantire material- mente l’attuazione delle loro iniziative culturali, finora sogget- te all’alea dei rifinanziamenti triennali. Tale Fondazione si manterrebbe con gli interessi maturati investendo opportuna- mente il capitale iniziale fornito dal Governo.
L’assessore Benco ha relazionato sui 4 progetti 2011 pre- sentati ai sensi della legge 72/2001, per i quali si è ricevuto solo un acconto, mentre quello per i 6 progetti 2012 lo si at- tende ancora. In via orientativa si sono individuati i seguenti progetti 2013: 1) redazione, stampa e distribuzione de “L’Are- na di Pola”; 2) Raduno; 3) creazione e mantenimento di un sito dove rendere consultabili gli articoli de “L’Arena di Pola”
dal 1948 al 2000; 4) completamento della ricerca archivistica e tavola rotonda sulla strage di Vergarolla; 5) sponsorizzazio- ne dello spettacolo Magazzino 18 al Teatro Popolare Istriano di Pola (nel caso fosse indisponibile l’Arena) e alla Spezia; 6) ristampa della riedizione in tre volumi, che il Comitato provin- ciale ANVGD di Gorizia pubblicò fra il 1989 e il 1991, degli
“Atti e memorie del C.L.N. di Pola” editi da “L’Arena di Pola”
fra il 1959 e il 1962; 7) sponsorizzazione di Viaggi del Ricor- do per scolaresche; 8) presentazione del libro di Romano e Francesco Sauro Nazario Sauro. Storia di un marinaio.
Alla Regione Friuli Venezia Giulia verrà chiesto come pro- getto 2014 il cofinanziamento della realizzazione e posa del- le targhe in materiale plastico al posto di quelle rubate nel Famedio italiano del Cimitero di Marina a Pola.
Il Consiglio ha accettato le dimissioni di Romana Sansa da Consigliere. Le subentra Marco Fornasir.
Si è deciso a maggioranza che a consiglieri, assessori e membri di Segreteria verranno rimborsate le spese di viaggio e alloggio (se necessarie ed entro un tetto ragionevole) per la partecipazione alle sedute di Consiglio e Giunta, eccetto quelle convocate in concomitanza con i Raduni e previa esi- bizione dei giustificativi. Gli interessati potranno però rinun- ciarvi. I revisori dei conti saranno spesati per i loro incontri periodici di Collegio, con il sindaco e con l’amministrazione.
Società di Studi Fiumani a rischio
Si è svolta sabato 22 marzo nella propria sede romana l’Assemblea della Società di Studi Fiumani - Archivio Museo Storico di Fiume, che ha riconfermato le cariche sociali: pre- sidente Amleto Ballarini, vice presidente Giovanni Stelli, se- gretario generale Marino Micich, consiglieri Danilo L. Massa- grande, Abdon Pamich, Franco Laicini, Roberto Serdoz, Massimo Gustincich, Emiliano Loria e Augusto Sinagra, pre- sidente del Collegio dei sindaci Gianclaudio de Angelini, pre- sidente del Collegio dei probiviri Fulvio Rocco, presidente onorario Claudio Magris. Sono stati nominati soci onorari il cantautore, scrittore e attore romano Simone Cristicchi, il musicista fiumano esule Francesco Squarcia e il funzionario pubblico in pensione Carlo Ermini, presenti all’incontro.
Per il 90° anniversario dell’annessione di Fiume al Regno d’Italia (1924-2014) verrà stampato il volume dei verbali del Consiglio Nazionale Italiano di Fiume e del suo Direttivo (1918-1920), custoditi in unica copia all’Archivio Museo di Fiume, curati da Danilo L. Massagrande e pubblicati grazie al contributo del Governo italiano. Si è anche denunciato il gra- ve taglio dei fondi previsti dalla legge sul Giorno del Ricordo per la Società di Studi Fiumani - Archivio Museo storico di Fiume, che pone in seria discussione il buon proseguimento delle attività nel futuro. Purtroppo gli emendamenti proposti dal sen. Aldo Di Biagio e dall’on. Fabio Rampelli non sono ancora stati approvati. La Società conta 365 soci paganti e 750 abbonati alla rivista di studi adriatici “Fiume”.
Inaugurato un asilo italiano a Babici
Venerdì 4 aprile è stata festosamente inaugurata a Babici (Istria croata nord-occidentale) la sezione “Do re mi” della Scuola materna italiana “Girotondo” di Umago. Dopo il classi- co taglio del nastro e la benedizione, sono intervenuti Rober- ta Lakošeljac, direttrice della Scuola, Roberta Grassi Bartolić, presidente della Comunità degli Italiani di San Lorenzo - Ba- bici, Vili Bassanese, sindaco di Umago, Fabrizio Somma, presidente dell’Università Popolare di Trieste, Furio Radin, presidente dell’Unione Italiana e parlamentare, Maurizio Tre- mul, presidente della Giunta esecutiva dell’UI, e Renato Cianfarani, console generale d’Italia a Fiume. Il gruppo “Bo- boli” degli alunni della “Girotondo” ha eseguito canzoni e fila- strocche sia in italiano sia in istro-veneto e un balletto. Infine il gruppo canoro “Cantadori” e le “Giovani speranze” della CI di San Lorenzo - Babici hanno proposto altri brani.
La sezione di Babici ospita al momento 14 bambini del gruppo nido, dal primo al secondo anno di età, due educatrici e un’inserviente, ma è previsto un futuro gruppo asilo con al- tre due educatrici. L’edificio comprende una cucina, due stanze soggiorno comunicanti, un guardaroba, bagni separa- ti per bambini e adulti, nonché spazi esterni con un piccolo giardino. L’opera è stata finanziata dal Ministero degli Esteri nell’ambito della collaborazione UPT-UI. Dei 263.980 euro lordi complessivi, 203.205,43 sono andati ai lavori edili con- dotti dalla ditta GIP srl di Caroiba, 54.298,26 ad arredi e at- trezzature forniti dalla ditta Prometal srl di zagabria, e 6.476,31 alla direzione lavori di cui si è fatta carico la Istra
Inžinjering srl di Parenzo. La Città di Umago sosterrà le spe- se per la gestione, la manutenzione e il personale. Questa inaugurazione, attesa da vent’anni, corona il faticoso percor- so di risalita degli italiani dell’Umaghese iniziato nel 1965, quando le autorità jugoslave permisero l’apertura della Scuo- la “Girotondo”, che allora aveva una sola sezione con 4 alun- ni e una maestra, mentre oggi conta 7 sezioni con 220 bam- bini, 29 dipendenti, 4 gruppi nido e 8 di asilo tra Umago, Mo- ella, Punta, Comunella, Bassania-Salvore, Petrovia e Babici.
Istituito il Consolato onorario a Pola
Martedì 8 aprile, alla Comunità degli Italiani di Pola, il con- sole generale d’Italia a Fiume Renato Cianfarani ha conse- gnato all’avv. Tiziano Sošić, connazionale rovignese residen- te a Pola, le lettere patenti del Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano e dell’exequatur del Presidente della Repubblica di Croazia Ivo Josipović con cui si conclude l’iter di elevazione del Vice Consolato Onorario a Consolato Onorario d’Italia a Pola, competente per l’Istria meridionale.
Cianfarani ha spiegato di aver proposto all’Ambasciata d’Italia a zagabria la promozione di Sošić «in segno di rico- noscimento e gratitudine per la sua opera indefessa», oltre che per la stima sia personale sia professionale di cui gode.
Il neo-console onorario, per 10 anni vice console onorario e prima per altri 3 corrispondente consolare, ha definito que- sta promozione «un’altra testimonianza dell’amicizia dell’Ita- lia nei confronti della Croazia, dell’Istria e di Pola». In pratica significherà maggiori competenze in materia di anagrafe, cit- tadinanza e rilascio di passaporti e di documenti di identità.
«Un tempo – ha detto il presidente dell’UI e deputato Furio Radin – era impensabile vedere un console onorario a Pola anche soltanto di passaggio. Oggi l’abbiamo qui residente ed è per noi una grandissima soddisfazione».
Il sindaco di Pola Boris Miletić ha giudicato la promozione come un giusto riconoscimento per il lavoro di Sošić e come un contributo per rafforzare i rapporti di amicizia italo-croati.
Alla cerimonia hanno assistito numerose autorità, tra cui una delegazione del Libero Comune di Pola in Esilio compo- sta dal sindaco Tullio Canevari e dall’assessore Argeo Ben- co. L’elevazione dell’Ufficio consolare polese è in controten- denza rispetto alla chiusura del Consolato di Spalato.
nasce a Roma la “Casa del Ricordo”
Il 10 aprile è stata firmata la convenzione con la quale Ro- ma Capitale - Dipartimento della Cultura concede la “Casa del Ricordo” al Comitato provinciale dell’ANVGD e alla So- cietà di Studi Fiumani - Archivio Museo Storico di Fiume. La struttura, situata nella centralissima Via di San Teodoro, ospi- terà per tre anni (rinnovabili per altri tre) il materiale fotografi- co, bibliografico e filmografico dei due sodalizi dell’Esodo.
Inoltre promuoverà e organizzerà mostre, convegni, studi, viaggi nei luoghi della memoria, manifestazioni celebrative sia nel territorio di Roma Capitale, sia nelle località giuliane, dalmate ed istriane in occasione del Giorno del Ricordo. Il Dipartimento Cultura manterrà il coordinamento organizzati- vo e gestionale delle iniziative attraverso un Comitato di pro- grammazione e gestione delle attività culturali.
Le finalità istituzionali della “Casa del Ricordo” sono: rac- contare l’Esodo e quindi l’arrivo degli esuli e delle loro fami- glie nelle città italiane, con particolare riferimento a Roma;
promuoverne la conoscenza, soprattutto presso le nuove ge- nerazioni; agevolare la consultazione pubblica del patrimonio disponibile, anche attraverso l’unificazione telematica degli archivi presenti nella Casa e di quelli posti in sedi collegate;
proporsi come nodo di rete per istituzioni nazionali analoghe.
La Casa garantirà almeno 18 ore di apertura settimanale. Gli archivi e la biblioteca dovranno essere consultabili dal pubbli- co almeno tre giorni alla settimana attraverso la presenza di proprio personale. La chiusura estiva avverrà in agosto.
Marino al Quartiere Giuliano-Dalmata
Sabato 12 aprile il sindaco di Roma Ignazio Marino ha visi- tato il Quartiere Giuliano-Dalmata insieme all’assessore ca- pitolino alla Scuola Alessandra Cattoi e al presidente del IX Municipio Andrea Santoro. Il percorso ha toccato l’ex Casa della Bambina Giuliano-Dalmata, il bar “zara”, la sede dell’Associazione Sportiva Giuliana, le ex officine operaie e artigiane del Villaggio Giuliano, il monumento all’Esodo (ope- ra del polese Amedeo Colella), la Lupa romana (fino al 1947 collocata davanti all’Arena di Pola), la chiesa con la cripta dei santi patroni delle località istro-quarnerino-dalmate, la sede della Società di Studi Fiumani - Archivio Museo Storico di Fiume e la sede dell’Associazione socio-culturale “Gentes”.
Al termine si è svolto nel teatro “San Marco” un incontro con gli abitanti del quartiere moderato da Maria Ballarin, espo- nente dell’ANVGD romana. Sono intervenuti il parroco, il presidente del Comitato provinciale dell’ANVGD Donatella Schürzel, il presidente della Società di Studi Fiumani - Archi- vio Museo Storico di Fiume Amleto Ballarini, il presidente del IX Municipio Andrea Santoro e il sindaco Marino. «E’ stato – ha dichiarato quest’ultimo a “Il Tempo” – un percorso vera- mente emozionante, un viaggio nella storia e nella memoria del nostro Paese. Ogni angolo, ogni edificio, ogni strada di questo quartiere, unico nella città di Roma, ci racconta dolori e speranze, tragedie e ricordi. Ogni angolo di questa piccola Venezia Giulia rende visibili le tracce delle sofferenze che i molti giuliani e dalmati hanno vissuto con le Foibe prima e con l’Esodo dopo». La visita è stata organizzata del Munici- pio di Roma IX con il Comitato provinciale ANVGD e la Socie- tà di Studi Fiumani - Museo Archivio Storico di Fiume.
Fotografo cerca esuli
Francesco Dal Sacco, un fotografo professionista di Trevi- so, da qualche anno sta portando avanti con l’aiuto della Le- ga Nazionale un progetto per immortalare in un libro e in una mostra fotografica gli esuli nei luoghi della loro giovinezza e con gli oggetti dei loro ricordi. Ad ogni immagine corrisponde- rà una testimonianza. Mancano però alcune foto: 1) un esule con le masserizie recuperate dal Magazzino 18 di Trieste; 2) qualcuno che abbia abitato a Cuberton e sia disposto a farsi ritrarre in paese; 3) un Polesano che sarà presente al Radu- no di maggio e che possieda delle foto che lo ritraggono a Pola da bambino. Gli interessati, meglio se residenti in zona Nord-Est, possono contattare la nostra redazione.
L’AREnA DI PoLA n. 4 del 17 APRILE 2014
PRoPRIETA’ SoTTRATTE DA TITo 3
La Cassazione boccia il ricorso di alcuni esuli
Il 25 marzo la Corte di Cassazione a Sezioni Unite, confermando le sentenze del Tribunale e della Corte d’Appello di Trieste, ha respinto il ricorso contro la Presi- denza del Consiglio e il Ministero dell’Economia presen- tato da alcuni esuli e loro eredi i quali definivano tardivi e irrisori gli acconti loro finora corrisposti. Il precedente ri- chiamato a sostegno dell’istanza era la sentenza Bronio- ski, con cui nel 2004 la Corte Europea dei Diritti dell’Uo- mo giudicò incongrui gli indennizzi versati dalla Polonia ai propri cittadini esuli dai territori ceduti all’URSS. La Cassazione riconosce un «diritto soggettivo della parte nei confronti della pubblica amministrazione». Questo però «non limita le scelte del legislatore nel determinare la misura dell’indennizzo», il quale è «ispirato a criteri di solidarietà della comunità nazionale» e non ad «un obbli- go di natura risarcitoria per un fatto illecito, non imputabi- le allo Stato italiano». «La privazione dei beni dei cittadini italiani – continua la sentenza – si è verificata ad opera di uno Stato straniero, al quale il territorio su cui essi si tro- vavano è stato ceduto dall’Italia, soccombente nel conflit- to bellico»: ergo, quest’ultima non deve più nulla agli espropriati. Inoltre il caso in discussione è diverso da quello su cui si è espressa la Corte Europea e che si ri- chiama un accordo tra due Stati vincitori della guerra sul- la loro nuova frontiera comune, «con l’assunzione, da parte dello Stato polacco, di una specifica obbligazione di risarcimento nei confronti dei propri cittadini».
I soccombenti però non si danno per vinti e annunciano ricorso alla Corte di Strasburgo. Il loro legale Gian Paolo Sardos Albertini contesta alla Cassazione di non aver fatto valere i principi della Convenzione europea dei diritti dell’uomo circa la natura equa e ragionevole degli inden- nizzi. Ribadisce inoltre l’assoluta analogia degli obblighi della Polonia e dell’Italia verso i propri cittadini espropria- ti rispettivamente dall’URSS e dalla Jugoslavia, che ot- tenne la proprietà dei beni degli esuli dall’Italia come ri- sarcimento di guerra in violazione del Trattato di pace.
Finalmente si torna a parlare di beni degli esuli. Il merito va all’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, il cui Comitato provinciale di Gorizia ha promosso una tavola ro- tonda svoltasi venerdì 21 marzo nel capoluogo isontino pres- so la sala “Carlo X” del Grand Hotel Entourage di Piazza S.
Antonio. Oltre al folto pubblico, molti hanno seguito gli inter- venti in diretta streaming sul sito www.direttatv.net o succes- sivamente su youtube anche tramite il sito www.anvgd.it. In questo numero pubblichiamo il resoconto della prima metà dell’incontro, riservando la seconda a “L’Arena” di maggio.
Introducendo i lavori, il vicepresidente nazionale dell’AN- VGD Rodolfo ziberna ha definito la questione molto incerta, rammentando che l’Italia pagò gran parte dei debiti di guerra alla Jugoslavia vendendole i beni immobili degli esuli istria- no-fiumano-dalmati e che le speranze di restituzione suscita- te alle fine degli anni ’90 dalla Suprema corte croata e nel di- cembre scorso dai presidenti dei Parlamento austriaco e croato sono rimaste tali, così come le tante promesse fatte dai Governi italiani sugli indennizzi definitivi. Nel sito www.
anvgd.it si potranno trovare e scaricare liberamente i testi scritti delle relazioni del convegno (compresa quella dell’avv.
Gian Paolo Sardos Albertini, assente per ragioni di lavoro) e tanti documenti utili in materia.
Ha moderato i lavori il docente dell’Università di Trieste e avvocato Davide Rossi, membro del comitato scientifico del- la Fondazione Magna Carta e del direttivo di Coordinamento Adriatico. La tavola rotonda – ha detto – è un punto di arrivo ma soprattutto un punto di partenza. Se da una parte infatti sono stati invitati relatori occupatisi negli ultimi 15-20 anni di tali tematiche, dall’altra si è voluto fornire tramite il portale web un punto di riferimento logistico su questi temi accessibi- le non solo ai cittadini italiani residenti a ridosso del confine orientale, ma anche a tutti gli altri interessati. Dopo un breve quadro storico dell’area alto-adriatica, Rossi ha ricordato co- me le discussioni sui beni degli esuli iniziate negli anni ’90 abbiano finora condotto a ben pochi risultati.
Tutelare i diritti di tutti gli esuli europei
Ulrike Haider Quercia, docente universitaria e capolista al- le elezioni europee dell’Unione per il Futuro dell’Austria, ha affermato che l’Unione Europea deve garantire i diritti di tutti gli esuli europei, compresi i giuliano-dalmati. Il tema degli esodi non va consegnato alla storia ma va considerato come attuale. Occorre fargli assumere dignità universale perché si è ripetuto troppe volte e in troppo luoghi. Gli esuli europei hanno il diritto di tornare a vivere nel proprio territorio di inse- diamento mantenendo la propria nazionalità e i propri beni posseduti prima del secondo conflitto mondiale. I diritti delle minoranze riguardano anche esuli e rifugiati. L’Europa è un’incompiuta e deve riprendere in mano il progetto unitario dei padri fondatori e i loro ideali traditi. Dall’incontro fra i pre- sidenti dei Parlamenti austriaco e croato non è ancora scatu- rita alcuna trattativa sui beni “abbandonati” austriaci, tema da affrontare in un’ottica europea e su cui sarebbe utile tenere un convegno a Bruxelles.
ll Trattato di pace garantiva i beni
Il prof. Rossi ha fatto presente che l’Allegato XIV del Tratta- to di pace del 1947 riconosceva ai cittadini italiani optanti il diritto soggettivo perfetto sui beni situati nei territori ceduti.
Ma nel maggio 1949 un accordo italo-jugoslavo prese atto delle misure di nazionalizzazione ed espropriazione di tali beni, trasformati in proprietà collettiva. Una commissione mi- sta italo-jugoslava ebbe il compito in base all’art. 4 di elenca- re una lista di beni indennizzabili, fissare le categorie per la classificazione di questi e la determinazione dei principi valu- tativi, nonché stabilire per ciascuna categoria il rapporto tra il valore originario e le variazioni intervenute nel tempo. Nel di- cembre 1950 un secondo accordo bilaterale reso esecutivo con legge 10 marzo 1955, n° 192 introdusse il principio se- condo cui lo Stato italiano poteva detrarre il valore dei beni dalle indennità di guerra destinate alla Jugoslavia, in violazio- ne al trattato del 1947. Seguirono il Trattato di Osimo del 1975 e l’Accordo di Roma del 1983.
Quando la Jugoslavia si sgretolò, gli internazionalisti si confrontarono sui principi pacta sunt servanda e rebus sic stantibus, che furono alla base rispettivamente della Com- missione Leanza, presieduta dall’allora responsabile giuridi- co della Farnesina prof. Umberto Leanza, e della Commis- sione Maresca, presieduta dal prof. Maurizio Maresca ed espressa dalle realtà locali triestine e del Friuli Venezia Giu- lia. Dai due principi derivavano conseguenze giuridiche di- verse circa l’applicabilità dei trattati agli Stati successori della Jugoslavia. Una commissione mista italo-croata, cui parteci- pò per FederEsuli l’elaboratore del documento finale della Commissione Leanza prof. Giuseppe de Vergottini, avrebbe dovuto stendere una bozza di nuovo trattato che superasse i problemi legati alla denazionalizzazione croata e slovena.
Nella giurisprudenza europea si cercò invano un’ancora di salvataggio per risolvere tale questione tuttora aperta.
Un grosso pasticcio giuridico
Il coordinatore scientifico della tavola rotonda Giuseppe de Vergottini, professore emerito di diritto costituzionale, presi- dente onorario dell’Associazione di Diritto Costituzionale, di- rettore della rivista scientifica della Fondazione Magna Carta
“Percorsi istituzionali” e presidente di Coordinamento Adriati- co, è partito dal Trattato di pace, che assicurava sulla carta le proprietà private italiane nella piena disponibilità dei proprie- tari. Ma la situazione era già scappata di mano poiché fin dal settembre 1943 alcune confische avevano colpito soprattutto i soggetti considerati ostili al regime jugoslavo. Il Trattato del 10 febbraio 1947 era dunque il punto di arrivo di una situazio- ne che aveva compromesso il diritto di proprietà dei beni pri- vati italiani. Successivamente l’Italia pensò di sgravarsi di una parte dei debiti di guerra verso le potenze vincitrici, tra cui la Jugoslavia, facendo una sorta di pacchetto delle pro- prietà private italiane. L’impostazione dunque cambiò non solo per il malanimo jugoslavo, ma anche per un malinteso senso pratico italiano. Ne derivò un grosso pasticcio giuridi- co: grazie ai trattati bilaterali italo-jugoslavi attuativi del Trat- tato di pace, i beni confiscati ad personam o espropriati per legge furono acquisiti alla proprietà sociale jugoslava.
Dopo aver definito «quasi catastrofica» la vicenda degli in- dennizzi, trascinatasi per decenni e non ancora conclusa, il prof. de Vergottini ha ricordato come con la dissoluzione del- la Jugoslavia si riattivò il dibattito per il recupero delle pro- prietà. Il punto era se Slovenia e Croazia avrebbero ereditato
dalla Jugoslavia i trattati attuativi di quello del 1947. Alcuni asserivano che era mutato radicalmente il panorama interna- zionale, che nelle due nuove Repubbliche non c’era più la proprietà sociale e che riprendeva vigore il principio della proprietà privata; ragion per cui, in base al rebus sic stanti- bus, non avevano più valore i trattati sottoscritti in una situa- zione completamente diversa. Bisognava dunque azzerare e ridiscutere tutto da zero. Un secondo orientamento sostene- va invece la continuità dei trattati fra Jugoslavia e Stati suc- cessori. In questa situazione confusa il Governo e il Parla- mento italiano non espressero una posizione chiara e netta e di fatto accettarono il subentro di Croazia e Slovenia pren- dendo per vincolanti i trattati preesistenti.
La Commissione Leanza cercò di vedere se vi erano spazi per riaprire le trattative con Slovenia e Croazia sulle proprietà passate in mano pubblica. Individuò varie situazioni che non rientravano nei trattati bilaterali italo-jugoslavi, i quali aveva- no regolato solo i beni degli optanti ma non quelli sottoposti a provvedimenti espropriativi individuali o generalizzati fra il settembre 1943 e il febbraio 1947 o quelli dei soggetti che dopo il 1947 abbandonarono il territorio senza optare. Oltre a questi due vi sono ancora altri casi, ma di tipo più “avvocate- sco”. Nel complesso è molto consistente il numero dei beni non contemplati dai trattati per i quali sarebbe rimasto integro il diritto di proprietà. In base agli esiti della Commissione Le- anza, il Governo italiano disse, sia pure con scarsa convin- zione, che occorreva rimettere in moto la trattativa. La Slove- nia non manifestò interesse, mentre la Croazia inizialmente sì. Una commissione bilaterale italo-croata si riunì tre volte.
Alla delegazione croata fu consegnato un memorandum ita- liano che, seguendo in modo molto sommario e impreciso i presupposti della Commissione Leanza, cercava di riaprire il negoziato. Non si contestava il principio dei trattati vincolanti, ma si diceva che esistevano spazi consistenti scoperti dai trattati. Questo memorandum non ottenne mai una risposta scritta. Tutto morì lì perché il Governo italiano non insistette.
In Croazia e Slovenia le leggi di denazionalizzazione privi- legiarono sloveni e croati, essendo applicabili solo agli ex cit- tadini jugoslavi o a quanti avevano un aggancio di tipo nazio- nale. Ora che Slovenia e Croazia sono entrate prima nel Consiglio d’Europa, legandosi alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, e poi anche nell’Unione Europea, siamo in un unico bacino di regole giuridiche, fra cui il diritto di proprie- tà, la tutela delle minoranze e la non discriminazione su base etnica. Occorre verificare se è possibile rendere attivi questi principi sospesi a mezz’aria o se dobbiamo arrenderci per- ché una cosa è la teoria e un’altra la pratica.
Il regalo di Fassino alla Slovenia
L’avv. Paolo Sardos Albertini, presidente della Lega Nazio- nale e presidente onorario del CDM di Trieste, cominciò a
occuparsi dei beni nel 1991, quando presiedeva FederEsuli.
Il 15 gennaio 1992 il ministro degli Esteri Gianni De Michelis lo convocò informandolo che il riconoscimento di Slovenia e Croazia era subordinato a due condizioni: la firma di un me- morandum trilaterale sulle rispettive minoranze e l’impegno ad avviare negoziati sui beni, il che significava che la questio- ne non era chiusa. La Croazia firmò il memorandum. La Slo- venia si impegnò a rispettarlo come se lo avesse firmato. Ma il Governo italiano cadde, alla Farnesina arrivò prima Gio- vanni Goria, poi Emilio Colombo, e il 1° luglio 1992 la Slove- nia mandò una nota manifestando la volontà di subentrare in un centinaio di trattati italo-jugoslavi, tra cui quello di Osimo.
La nota fu pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale - Parte terza (quella dei comunicati) l’8 settembre ’92. In calce era scritto che il Ministero degli Esteri aveva preso atto con soddisfazio- ne del subentro. Firmato: il sottosegretario Valdo Spini. Le associazioni degli esuli mobilitarono l’opinione pubblica con- tro “Osimo bis”. Nel novembre ’92 Colombo, intervenendo alla Camera, disse imbarazzato che quella nota non signifi- cava nulla e che si sarebbero aperti immediatamente i nego- ziati sui beni. Ma cadde di nuovo il Governo e non si fece al- cun passo. Nell’ottobre 1994 il sottosegretario agli Esteri del Governo Berlusconi Livio Caputo firmò ad Aquileia con il mi- nistro sloveno Lojze Peterle un accordo sulla restituzione di un certo numero di beni. Non erano molti, ma almeno si affer- mava il principio della rinegoziazione. Peterle fu però scon- fessato dal Parlamento sloveno e così tutto andò a monte.
Il ministro degli Esteri del Governo Dini Susanna Agnelli, inizialmente molto scettica e distaccata, poi cambiò atteggia- mento. FederEsuli diceva: Slovenia e Croazia sono suben- trate alla Jugoslavia, dicono di non essere più comuniste e hanno varato leggi sulla denazionalizzazione che prevedono o la restituzione del bene o, se impossibile, un bene alternati- vo o, se impossibile anche questo, un indennizzo con titoli di Stato. Ma una clausola stabiliva che tali leggi non si applica- vano ai cittadini stranieri. Vi era dunque un’inconcepibile di- scriminazione sulla base della cittadinanza, che FederEsuli chiedeva venisse tolta come condizione per l’ingresso della Slovenia nell’Unione Europea. Su questo la Agnelli seguì gli esuli e ottenne che fosse l’Europa stessa a mettere come condizione il compromesso Solana, il quale regolamentava la riapertura del mercato immobiliare per gli stranieri previa soluzione dei problemi bilaterali italo-sloveni.
Nel maggio 1996, quando il primo Governo Prodi non ave- va ancora avuto il voto di fiducia di entrambe le Camere, il nuovo sottosegretario Piero Fassino si precipitò a Lubiana a dire che l’Italia non aveva niente da pretendere e che la Slo- venia poteva entrare gratis nell’UE. A Trieste in un’assem- blea dell’ANVGD mostrò a un folto pubblico un compromes- so secondo cui gli esuli avrebbero potuto riacquistare ciò che era stato loro rubato e liquidò le obiezioni di Sardos Albertini.
Fu così persa una grossa occasione, perché la Slovenia era disponibile a negoziare. La spiegazione di quella clamorosa svolta giunse nel 2003, quando nella sua autobiografia Per passione Fassino raccontò che il presidente americano Clin- ton aveva telefonato a Prodi per chiedergli di risolvere imme- diatamente la questione con sloveni e croati.
La Croazia ha sempre giocato di rimessa rispetto alla Slo- venia poiché era questa che doveva entrare per prima in Eu- ropa. Nel 2003 Sardos fu invitato a zagabria dall’allora capo dell’HDz Ivo Sanader prima delle elezioni politiche. Nell’in- contro ragionarono su una prospettiva del tipo: lasciamo sta- re le analisi e le controversie sui trattati; ci sono tanti beni in Croazia di proprietà pubblica non utilizzati; ragioniamo su questi. Lo Stato croato, cui non interessano, li restituisce e il cittadino italiano già proprietario di una catapecchia che si vede restituita si darà da fare per rimetterla a posto. Tale ope- razione, se integrata da interventi dello Stato italiano di credi- to agevolato, sarebbe stata per la Croazia a costo zero e le avrebbe garantito sicuri vantaggi economici oltre che politici, mentre per l’Italia avrebbe significato venire incontro a una richiesta di giustizia dei suoi cittadini. Dunque stava in piedi.
Come sempre, gli accordi migliori sono quelli che convengo- no a entrambe le parti. Dopo le elezioni croate, vinte da Sa- nader, Sardos inviò un promemoria all’allora sottosegretario Roberto Antonione invitandolo a muovere i funzionari della Farnesina per verificare se quella strada era praticabile. Ma non ebbe risposta. Successivamente fu ricevuto a Roma dal vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Gianfran- co Fini, che dimostrò interesse per l’ipotesi ma, dopo aver ri- cevuto tre telefonate, sembrò distrarsi. Sta di fatto che non ne venne fuori nulla. Dunque i governanti italiani hanno finora dimostrato qualche singolo sprazzo di interesse immerso in un mare di disattenzione, perché non si ricordano degli esuli, che tanto non contano, e perché si tratta di cose vecchie.
La Commissione Maresca, voluta dal presidente della Pro- vincia di Trieste Renzo Codarin, si mosse sul principio rebus sic stantibus considerando il diverso status dei beni immobili in un regime comunista e in uno liberale. Perciò fermarsi ai trattati senza valutare quanto è successo dopo era miope e antigiuridico. Inoltre l’aver pubblicato la nota slovena sulla
“Gazzetta Ufficiale” - Parte terza senza un voto parlamentare non bastava a riconoscere il subentro ad un accordo non ter- ritoriale come quello di Roma. Se manca la volontà politica, non esiste motivo giuridico che tenga.
Il prof. Umberto Leanza convocò le associazioni degli esuli per invitarle a ricorrere in sede europea. La risposta di Sar- dos Albertini fu che sarebbe servita una sentenza definitiva croata o slovena, ma che lui non se la sentiva di suggerire agli esuli espropriati la strada dei ricorsi. Secondo Leanza, però, la violazione contenuta nelle leggi di denazionalizzazio- ne era talmente macroscopica che avrebbe potuto essere sufficiente presentare un ricorso in sede europea. Lo si fece, ma venne respinto.
Sardos ha affermato di credere che, di fronte a problemi di tale entità, o si trova una soluzione politica o altrimenti è diffi- cile. Occorre la volontà degli Stati e la convinzione che sia conveniente per loro trovare un accordo. All’epoca dell’incon- tro con Sanader, che disse di non avere la fobia dell’irredenti- smo italiano, i presupposti c’erano e ci possono essere a maggior ragione oggi che si è decantata quella resistenza psicologica croata, ma ancor più slovena, per cui restituire i beni agli esuli italiani era un tabù. In compenso ci vorrebbe un grandissimo atto di ottimismo per pensare che oggi da parte italiana ci possa essere più attenzione. (1 - continua)
“Beni”: se ne torna a parlare
Rodolfo Ziberna, Vipsania Andreicich, Davide Rossi, Giuseppe de Vergottini, Anita Prelec, Paolo Sardos Al- bertini e Davide Lo Presti al convegno di Gorizia.
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L’AREnA DI PoLA n. 4 del 17 APRILE 2014Comacchio: inaugurato Largo Martiri
delle Foibe
Sabato 8 febbraio l’amministrazione comunale di Co- macchio (FE) ha ufficialmente intitolato un Largo ai Marti- ri delle Foibe. Oltre al cartello toponomastico, nella rota- toria centrale è stata inaugurata su un grande masso una targa recante la dignitosa scritta: «In memoria degli Istriani, Fiumani e Dalmati trucidati nelle foibe e di quanti furono costretti ad abbandonare la loro terra per rimane- re liberi e Italiani». Sopra la dicitura compaiono i loghi del Comune di Comacchio, dell’Associazione Nazionale Ve- nezia Giulia e Dalmazia e dell’Associazione Nazionale Bersaglieri, Sezione “N. Cavalieri” di Comacchio. Alla ce- rimonia hanno partecipato tra gli altri il giovane sindaco Marco Fabbri (Movimento 5 Stelle), il presidente del Co- mitato provinciale
di Ferrara dell’AN- VGD Flavio Rabar e il presidente del- la locale Sezione dell’Associazione Nazionale Bersa- glieri Piero Gelli.
A seguire, nello storico Palazzo Bellini si è tenuto un incontro con i giovani. Dopo i sa- luti di Piero Gelli, Marco Fabbri e Flavio Rabar, la prof. Anna Quarzi ha parlato delle vi- cende del confine orientale italiano.
Quindi alcuni stu- denti dell’Istituto Comprensivo del- la vicina Porto Ga- ribaldi, ben prepa- rati dai loro inse- gnanti, hanno pro- posto letture, canti e balli, concluden- do con due brani cari agli esuli: Ma- gazzino 18 di Si- mone Cristicchi e Va, Pensiero.
Grazie alla sensibilità della nuova amministrazione co- munale, per il secondo anno di fila a Comacchio si cele- bra il 10 Febbraio ricordando nel modo dovuto le soffe- renze degli italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia.
10 FEBBRAIO 10 FEBBRAIO
Pietro Grasso: «Una memoria da coltivare tutto l’anno»
L’ANVGD di Padova presenta tre volumi
Nell’ambito delle iniziative per il Giorno del Ricordo, il Comitato provinciale ANVGD di Padova, presieduto da Italia Giacca, ha presentato giovedì 20 marzo nella sala
“Livio Paladin” di Palazzo Maroni il volume Non parto, non resto, scritto da Gianna Mazzieri Sanković, capo del Dipartimento di Italianistica dell’Università di Fiume, e da Corinna Gerbaz Giuliano, docente presso lo stesso Di- partimento e direttrice del trimestrale fiumano di cultura
“La battana”. Il testo, edito nel 2013 dalla Deputazione di Storia Patria per la Venezia Giulia, mette a confronto l’opera letteraria di due fiumani: l’esule Marisa Madieri e il rimasto Osvaldo Ramous. Insieme ai relatori erano pre- senti anche le autrici. Contestualmente sono stati pre- sentati al pubblico i tre volumi contenenti le riproduzioni fotostatiche di tutti i numeri de “L’Arena di Pola” del perio- do 1945-47 editi dal Libero Comune di Pola in Esilio.
Giovedì 27 marzo, nella stessa sala, il Comitato provin- ciale ANVGD di Padova ha presentato il libro di Romano Sauro con Francesco Sauro Nazario Sauro. Storia di un marinaio (La Musa Talìa, 2013). Sono intervenuti anche gli autori.
Il 1° marzo la trasmissione di TV Koper-Capodistria Istria e dintorni ha mandato in onda un servizio sul busto a Giuseppe Tartini scoperto il 15 febbraio scorso a Pado- va presso la chiesa di Santa Caterina d’Alessandria ad opera del Comune e del Comitato provinciale ANVGD.
Il 21 e il 24 marzo Tele Veneto ha trasmesso a più ripre- se un’intervista a Italia Giacca e a Tullio Canevari, mem- bro del direttivo provinciale dell’ANVGD di Padova e sin- daco dell’LCPE, sulle tematiche delle Foibe, dell’Esodo e, più in generale, del confine orientale italiano.
A Gemonio una stele per i Martiri delle Foibe
e l’Esodo
Il 25 marzo 2014, presso l’ingresso principale del cimi- tero di Gemonio (VA), e stata inaugurata una stele «a perenne memoria dei Martiri delle Foibe, dei deportati e trucidati ad opera del regime jugoslavo di Tito a Gorizia, a Trieste, in Istria, a Fiume e in Dalmazia », nonché dei
«350.000 esuli istriani, fiumani e dalmati».
Caterina Sricchia, di famiglia esule da Pola, ha letto una descrizione della stele, nella toccante interpretazio- ne scritta dall’esule Piero Tarticchio. Lo scultore veneto, anonimo, ha rappresentato lo strazio delle Foibe con una roccia perforata e avvinghiata da una massa di fili di ferro contorti, di evidente e tragico significato. L’opera è stata benedetta dal parroco di Gemonio, don Silvio, alla pre- senza del Sindaco Fabio Felli, dell’Assessore Dario Frat- tini e del Segretario Nazionale del Movimento Istria, Fiu- me, Dalmazia, Romano Cramer, all’opera dei quali è do- vuta l’iniziativa; la stele è stata donata dal MNIFD stesso.
Il Segretario Nazionale MNIFD ha letto un comunicato del Presidente Maria Romana Sequenzia, in cui, fra l’al- tro, viene rinnovato l’appello al Presidente Giorgio Napo- litano affinché intervenga per revocare [benché post- mortem; n.d.r.] le massime onorificenze della Repubblica Italiana concesse nel 1969 al Maresciallo Tito ed ai suoi 40 gerarchi, anche se colpevoli delle ben note efferatez- ze verso il popolo giuliano-dalmata e del suo esodo in massa. Sono stati commemorati anche i militari immolati- si nella difesa delle terre della Patria dall’invasione slava, dal 1943 al 1945, dei quali purtroppo ancora oggi pochi si ricordano e pochi vogliono parlare. Erano presenti autori- tà civili e militari, rappresentanti d’Arma, numerosissimi studenti dell’istituto omnicomprensivo con i loro inse- gnanti, alcuni esuli e simpatizzanti e, invitati apposita- mente, rappresentanti delle associazioni consorelle AN- VGD (Comitato di Varese, con Honoré Pitamitz, esule da zara; Comitato di Milano con Silvana Borsi, esule da Car- nizza) e LCPE con T. L. Sidari, esule da Pola, presente
con il labaro. Dopo la cerimonia, nella sala dell’oratorio parrocchiale, si è avuta una breve conferenza con signifi- cative parole del Sindaco di Gemonio, del Segretario MNIFD e di Paolo Spadafora e la proiezione del cinegior- nale Pola addio. Nel finale, il Va, pensiero ha visto tutti gli esuli in piedi, fra la sorpresa degli altri presenti che igno- ravano il significato specifico di questo canto per il popolo della diaspora giuliano-dalmata.
Il 15 febbraio 2014 il MNIFD aveva partecipato con il proprio labaro e deponendo una corona d’alloro alla ceri- monia per il Giorno del Ricordo a Ceriano Laghetto (MB), durante la quale era stato intitolato il “Piazzale Martiri delle Foibe”; il Comune aveva invitato il MNIFD, che a sua volta aveva invitato i Liberi Comuni di Fiume e di Po- la in Esilio. Inoltre, lo stesso MNIFD aveva organizzato la presentazione del libro su Paride Mori, avvenuta il 1°
marzo 2014 alla Casa Militare Umberto I di Turate (CO).
Giovedì 20 marzo il Comando generale della Guardia di Finanza ha intitolato la caserma della Sezione aerea di Rimi- ni al maresciallo capo dell’arma Antonio Farinatti, cui il presi- dente della Repubblica Giorgio Napolitano ha
conferito la Medaglia d’Oro al Merito Civile.
Nell’occasione è stata scoperta una dignitosa la- pide alla memoria, presenti tra gli altri il coman- dante interregionale della Guardia di Finanza per l’Italia centro settentrionale gen. Michele Adi- nolfi e Stefania Farinatti, figlia del sottufficiale.
Nato nell’attuale comune di Fiscaglia (FE) il 7 febbraio 1905, Antonio Farinatti comandava la brigata litoranea di Parenzo delle Fiamme Gialle quando, dopo l’8 settembre 1943, insieme al co- mandante dei Carabinieri Torquato Petracchi (Medaglia d’Argento al Valor Militare) creò, d’in- tesa con il neo-costituito Comitato di salute pub- blica, un Comitato di sicurezza pubblica, che ri- costituì il presidio militare con i pochi finanzieri e carabinieri presenti recuperando le armi abban- donate e assicurando l’ordine pubblico. I due sottufficiali rimasero in servizio anche dopo l’arri- vo dei partigiani titoisti il 14 settembre e, median- do con loro, si prodigarono nel proteggere la po- polazione evitando il peggio. Farinatti fu arresta- to nella notte tra il 20 e il 21 settembre, fatto sali- re sulla “corriera della morte” e condotto nei sot- terranei del castello di Pisino, dove rifiutò ogni compromesso malgrado torture, minacce e umi- liazioni. Ai primi di ottobre fu trasferito, sempre di notte e a bordo della corriera con i finestrini oscurati, fino alla foiba di Vines, dove venne fatto
Caserma della Guardia di Finanza
intitolata all’infoibato Antonio Farinatti
precipitare con i polsi legati da fil di ferro insieme ad altre due persone. Il suo corpo fu recuperato assieme a quello di altri 83 infoibati dai Vigili del Fuoco di Pola.
Commemorata a Ghemme Licia Cossetto
Amicizia, affetto, ricordo delle sue battaglie sono stati gli elementi portanti della commemorazione di Licia Cos- setto Tarantola, mancata il 5 ottobre 2013, sorella di Nor- ma, Medaglia d’Oro al Valor Civile alla Memoria.
Il 22 marzo 2014 numerosi cittadini di Ghemme, uniti al loro Sindaco in una prestigiosa sala del Comune, e pa- renti ed amici giunti da Roma, Trieste, Milano, Verbania hanno portato testimonianza di come Licia abbia combat- tuto tutta la vita per far conoscere e riconoscere le crudel- tà e gli orrori patiti da Norma e dall’intera loro famiglia, emblemi di quanto patì e patisce il popolo giuliano-dal- mata. Ella rievocava l’accaduto, sempre senza odio, ma con grande determinazione per togliere ogni possibilità di errate interpretazioni, ottenendo persino di illuminare chi riteneva di avere una propria verità, appresa altrove. Na- sceva quindi un’amicizia profonda, basata sulla stima re- ciproca e sulla documentata conoscenza della realtà; e l’amicizia si trasformava in affetto quasi come da sorella a sorella, da madre a figlio; ciò avvenne non solo con gli esuli e con gli allievi di Licia, insegnante, ma anche con cittadini nativi di Ghemme, che mai avrebbero potuto im- maginare quale vittima ed insieme quale poderosa forza vivesse in mezzo a loro.
Con commozione hanno testimoniato tutto questo il Sindaco Alfredo Corazza ed alcuni cittadini; la cugina Er- minia Dionis Bernobi, che, quindicenne, da sola dovette
fuggire da Santa Domenica di Visinada a Trieste, dopo aver aggredito a parole uno degli aguzzini di Norma, che si vantava degli orrendi misfatti; i cugini Guglielmi e Mila- nesi, residenti a Ghemme, che hanno ricordato episodi di affetto famigliare; Rossana Mondoni, impareggiabile or- ganizzatrice della commemorazione ed autrice con Lu- ciano Garibaldi del più recente libro sulla sua cara amica:
Foibe: un conto aperto – L’ultima intervista a Licia Cos- setto (Solfanelli editore, 2014); lo scrittore e giornalista Luciano Garibaldi, che ha tratteggiato ai presenti la com- plessità del secondo dopoguerra ed il vergognoso silen- zio sulle foibe; l’on. Roberto Menia, presentatore della legge 92/2004 sul Giorno del Ricordo, che ha ricordato la lunga filiale amicizia con Licia ed ha illustrato quanto an- cora resti da fare per far rispettare i diritti dei giuliano- dalmati; chi scrive, che ha ricordato gli ultimi interventi in pubblico di Licia a Muggiò e poi a Bergamo, in occasione del centesimo compleanno della sua cara amica Maria Pasquinelli, e ha affermato che le foibe sono state anche conseguenza diretta degli ordini sovietici di fare piazza pulita a priori di ogni potenziale oppositore, realtà oggetti- va, questa, che ancora stenta ad essere riconosciuta per le vicende delle nostre Terre; in tale lunga attesa, tuttavia, già da tempo si opera per la loro rinascita culturale e spi- rituale.
La mattina successiva la commemorazione si è conclu- sa con una visita al Cimitero, dove riposano le ceneri di Licia, e con una Santa Messa di suffragio nella chiesa cattedrale di Ghemme.
Tito Lucilio Sidari
Il sindaco Marco Fabbri e il pre- sidente del Comitato ANVGD di Ferrara Flavio Rabar.
La targa inaugurata lo scorso 8 febbraio.
25 marzo: il sindaco Fabio Felli interviene alla ceri- monia di inaugurazione.
22 marzo: foto di gruppo dei relatori.
Rimini, 20 marzo: lo scoprimento della lapide in memoria del maresciallo della Guardia di Finanza Antonio Farinatti.