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IL ROTORE PERPETUAL. Movimento, libertà, eternità

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Academic year: 2022

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IL ROTORE PERPETUAL

Movimento, libertà, eternità

Il rotore Perpetual è stato sviluppato e brevettato da Rolex nel 1931. Meccanismo fondamentale di tutti gli orologi Oyster nonché firma Rolex per eccellenza, ha segnato

la storia dell’orologeria moderna. Captando l’energia generata da ogni minimo gesto del polso, questo sistema di carica automatica dà vita al movimento

affinché i suoi battiti non cessino mai.

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Quando l’orologiaio apre la cassa di un orologio Oyster, la prima cosa che vede è il rotore Perpetual: una mezzaluna che oscilla liberamente sul suo asse e, a volte nascosto da quest’ultima a volte visibile, il meccanismo di carica che lascia intravedere le celebri ruote di inversione dalle caratteristiche sfumature di rosso. Sulla massa oscillante dei movimenti cronografo si legge anche, inciso in lettere maiuscole, il nome del modello: Daytona in rosso, Yacht-Master II in blu.

L’armonia di forme e colori è sorprendente, le finiture estremamente curate. Questo complesso dispositivo, infatti, anche se è celato nella cassa dell’orologio, è fedele all’eleganza che tanto sta a cuore a Rolex.

LA RIVOLUZIONE OROLOGIERA

Contemplare questo rotore dalle linee così pure significa abbracciare otto decenni in cui Rolex ha scritto un capitolo importante della storia dell’orologeria. Nel 1931, il Marchio inventa questo sistema mitico che dà vita al movimento dell’orologio da polso automatico e che rivoluziona l’intero settore.

CAPTARE L’ENERGIA DI CHI INDOSSA L’OROLOGIO

Il principio del rotore Perpetual è particolarmente ingegnoso ed è rimasto immutato nel tempo, con qualche evoluzione e miglioramento successivi: al minimo gesto del polso, la parte mobile a forma di mezzaluna, ossia la massa oscillante, ruota liberamente e silenziosamente attorno al proprio asse per effetto della gravità terrestre. L’energia cinetica sviluppata dalle rotazioni di questa massa è trasmessa attraverso i ruotismi del modulo di carica alla molla del bariletto, che si carica costantemente. Fino a quando l’orologio è indossato, la molla immagazzina e libera in modo “perpetuo” l’energia necessaria al funzionamento del movimento meccanico. Per ottenere una maggiore efficacia, la carica si effettua qualunque sia il senso di rotazione della massa, grazie alle celebri ruote di inversione rosse introdotte nel 1959 e che da allora rappresentano un elemento caratteristico dei movimenti Rolex.

Una volta raggiunta la tensione massima della molla, un dispositivo di frizione evita che quest’ultima si danneggi per via della sovratensione. Quando l’orologio non è indossato, la molla gli garantisce a carica completa una riserva di marcia di due/tre giorni.

COMFORT E PRECISIONE

Il rotore Perpetual presenta tre importanti vantaggi per chi lo indossa: non occorrendo più caricare manualmente l’orologio, si guadagna in comfort e libertà; la carica automatica arma la molla del bariletto in modo costante e, così facendo, garantisce la massima regolarità e la migliore

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precisione all’organo regolatore; infine, l’impermeabilità della cassa ne guadagna, considerato che non deve più subire le operazioni quotidiane di avvitamento e svitamento della corona di carica, che a lungo andare rappresentano una fonte di usura per gli elementi dell’impermeabilità.

A questi tre vantaggi se ne aggiunge un quarto, certamente più emozionale, ma altrettanto prezioso: la sensazione di possedere un orologio che, come per incanto, sgrana minuti, secondi, ore e giorni, senza fermarsi mai. Si crea tra l’orologio e chi lo indossa un legame saldo dal sapore di eternità.

IL COMPLETAMENTO DELL’OYSTER

Difficile misurare oggi quale sia stato il passo avanti rappresentato dall’invenzione del rotore Perpetual. Nell’arco di vent’anni, con il primo certificato di Cronometro attribuito a un orologio da polso Rolex nel 1910, l’invenzione nel 1926 dell’Oyster, il primo orologio da polso impermeabile e la creazione dell’orologio automatico moderno nel 1931, Rolex e il suo fondatore Hans Wilsdorf hanno rivoluzionato per ben tre volte l’industria orologiera, dimostrando che un orologio da polso può essere non solo preciso, robusto e impermeabile, ma anche “perpetuo”. Il rotore Perpetual costituisce in qualche modo il completamento del concetto dell’Oyster, perché migliora ulteriormente le qualità dell’orologio in termini di precisione e di impermeabilità e garantisce al tempo stesso maggiore comfort e libertà a chi lo indossa.

ETERNE PULSAZIONI

Con il rotore Perpetual, Rolex ha trovato la soluzione più adeguata a un problema che per lungo tempo i tecnici orologiai hanno tentato di risolvere, ossia come garantire una tensione costante nel bariletto senza doverlo caricare manualmente. Si attribuisce ad Abraham-Louis Perrelet o a Hubert Sarton (gli esperti non sono concordi a tale proposito) l’invenzione, verso il 1770, dell’orologio da tasca che si carica grazie a un sistema con massa oscillante che cattura l’energia generata dai movimenti di chi indossa il segnatempo. Ma ciò non ha una grande influenza sull’orologio da tasca. Successivamente, vengono sviluppati sistemi a movimento alternato, dove la massa è limitata, nella sua corsa, da arresti contro i quali rimbalza per amplificare il va e vieni.

È un sistema come questo che un orologiaio inglese di nome John Harwood traspone nel 1924, per la prima volta, in un orologio da polso. Questa soluzione è sì più efficace per gli orologi da tasca, ma la carica a battente si rivela troppo fragile e quindi inadeguata per gli orologi da polso. Hans Wilsdorf incarica, a quel punto, il suo ufficio tecnico di adattare all’orologio da polso

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il sistema automatico mediante rotore che ruota liberamente su 360°, senza urti. Il suo genio, infatti, gli suggerisce che questa soluzione è molto più adatta a un orologio destinato a essere indossato al polso. La messa a punto di un sistema affidabile ed efficace richiede anni di sviluppo, al termine dei quali Rolex presenta il rotore Perpetual nel 1931.

SIMBOLO DI ECCELLENZA

Il risultato è all’altezza delle aspettative: sin dalla sua presentazione , il rotore Perpetual riscuote uno straordinario successo e diventa il simbolo di un’eccellenza orologiera che non ha eguali.

Protetto da brevetto, rimane appannaggio esclusivo di Rolex fino al 1948 e contribuisce, unitamente alla cassa Oyster, a consolidare ulteriormente la fama del Marchio.

In quell’anno i brevetti sono resi pubblici e questo sistema di carica automatica è accolto all’unanimità da tutta l’industria dell’orologeria che ne applica immediatamente il principio.

Un nobile destino per un’invenzione in grado di far battere il cuore degli orologi Rolex a ogni movimento di chi indossa l’orologio. Da oltre ottant’anni e per molto tempo ancora.

TECNICA E PRODUZIONE

Sono diversi i parametri determinanti affinché il sistema di carica possa funzionare efficacemente.

Innanzitutto occorre che la densità della massa oscillante abbia un peso ottimale. Per ottenere questo risultato, Rolex ricorre in genere a una lega di tungsteno particolarmente pesante che garantisce al rotore straordinarie proprietà dinamiche nonostante le sue dimensioni ridotte.

Poi, la massa oscillante deve avere un centro di gravità il più periferico possibile e non deve mai essere ostacolata nel suo funzionamento dal movimento o dalla cassa. Infine, l’orologio deve caricarsi il più rapidamente possibile ma senza esagerare, perché se chi indossa l’orologio conduce una vita attiva, se è uno sportivo per esempio, il sistema di frizione che evita la sovratensione della molla risulterebbe troppo sollecitato. Se si pensa che i movimenti effettuati da chi fa jogging sono trecento volte superiori a quelli di chi sta seduto tutto il giorno alla scrivania, è facile immaginare quanto sia sottile l’equilibro che occorre trovare affinché il meccanismo di carica rimanga affidabile in ogni circostanza.

PRODUZIONE E ASSEMBLAGGIO A BIENNE

Il sito Rolex di Bienne raggruppa la produzione e l’assemblaggio dei diversi elementi che compongono il sistema di carica automatica. Ognuno di questi elementi viene prima di tutto messo in forma e poi lavorato. Al termine del processo di produzione, ogni pezzo è verificato, controllato, ispezionato. Perché il minimo dettaglio conta. Le due ruote di inversione in alluminio anodizzato,

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per esempio, sono abbinate con cura per offrire allo sguardo la stessa tonalità di rosso. Si passa poi all’assemblaggio dei vari componenti del modulo di carica. Il successivo controllo riguarda in particolare il gioco assiale tra le parti mobili e le pietre o rubini, la cui tolleranza deve essere compresa tra 15 e 45 micron. Questa fase è affidata a una macchina che funziona sotto lo sguardo attento dell’operatrice, la quale, a occhio nudo, è in grado di individuare i pezzi non corrispondenti.

L’esperienza e il know-how hanno un loro ruolo anche durante la fase di lubrificazione del modulo di carica, un processo estremamente delicato che richiede l’uso di minuscoli aghi nonché la presenza umana quasi costante vicino alla macchina. In un altro laboratorio si procede all’assemblaggio della massa oscillante. Dopodiché quest’ultima è collegata al modulo di carica.

Al termine di un’infinità di operazioni, il rotore prende vita. Un ultimo controllo permette di verificare che il meccanismo ruoti in assoluta libertà e che la sua estetica sia impeccabile.

MONTAGGIO E CONTROLLO FINALE A GINEVRA

Il rotore lascia il sito di Bienne ed entra in quello di Les Acacias, a Ginevra. Qui, durante una delle ultime operazioni della procedura chiamata assemblaggio finale dell’orologio, il rotore è montato sul movimento già inserito nella cassa (ad eccezione dei calibri 3235 e 3255, che sono consegnati a Ginevra con il rotore già montato). Una volta controllata la libertà di rotazione, si avvita il fondello. A questo punto, al riparo dagli sguardi, il rotore subisce un ultimo controllo che riguarda il suo potenziale di carica, ossia la sua capacità di catturare e di restituire l’energia dei movimenti del polso.

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