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Academic year: 2022

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Indicazioni

Questa esperienza di preghiera è strutturata per un approccio individuale, tuttavia è possibile condividere l’incontro con altre persone seguendo le indicazioni poste tra parentesi in rosa.

Preparazione

- Prenditi del tempo in questa serata e trova un luogo dove nessuno ti può disturbare - Prepara l’ambiente con l’icona di Yeshua, due cuscini, uno per te e uno per chi viene
 Prepara un lume e il Vangelo aperto sul brano indicato, Mt 25,14-30 un foglio e una penna.

(Nell’esperienza di gruppo si prepara la stanza disponendosi a cerchio intorno all’icona di Yeshua, al Vangelo e al lume posti nel mezzo, preparando un foglio e una penna a partecipante)

- Prepara una ciotola con 10 foglietti che riportano scritto su ognuno una di queste frasi.

Puoi anche ritagliare questa pagina.

Stai troppo conservando e preservando il tuo talento

Sei chiamato a non perdere tempo e a impiegare il tuo talento per investire su di esso

Non ti stai impegnando personalmente, stai delegando troppo ad altri di far fruttare il tuo talento

Stai rischiando di perdere il tuo talento

Non stai provando minimamente a far fruttificare il tuo talento

Ti sei fermato a guardare ciò che fanno gli altri, senza pensare al tuo talento.

Non ti stai prendendo cura del tuo talento ma di quello di altri

Sei poco coinvolto nel trafficare il tuo talento, per questo non rischi nulla

Non ti fidi della vita nello spendere il tuo talento: c’è troppo calcolo e poca resa

É necessario che tu cominci a pensare che hai più talenti di quelli che credi.

(2)

Giovedì 17 febbraio

Parola di Vita

Non avere paura di vivere

-

Fa’ qualche istante di silenzio così da posizionarti consapevolmente alla presenza di Dio
 e disporti all’ascolto della sua Parola.

-

Respira lentamente chiedendo perdono a Dio nel tuo cuore e donando perdono alle sorelle e ai fratelli.

-

Mantieni uno stato di lode verso Dio e di gratitudine verso la Vita

Attraverso il segno di Yeshua apri e allinea i centri vitali della fronte, della bocca e del cuore:

Nel nome di Dio-Padre: Y sulla fronte Nel nome del Logos-Figlio: Y sulle labbra Nel nome dello Spirito Paraclito: Y sul cuore

Lasciati guidare dallo Spirito Santo glorificando Dio:

Canto: Lode e Gloria Clicca qui per ascoltare

Rit. Lode e gloria a Te o Signore Date lode al Signore o figli di Dio, benedite il suo nume su tutta la terra.

Il suo amore per noi è fedele per sempre, Il suo amore per noi è per sempre.

Rit.

Acclamate al Signore da tutta la terra, ci ha creati e voluti, a lui apparteniamo.

Il Signore ci guida e ci tiene per mano, senza fine è il suo amore per noi.

Accendi il lume al primo ritornello del canto

Leggi più volte, lentamente e a voce alta il brano del Vangelo senza volerlo subito capire, piuttosto seminando ogni Parola dentro di te.

Nell’esperienza di gruppo il brano sarà proclamato da un solista mentre gli altri ascoltano ad occhi chiusi.

Dal Vangelo secondo Matteo

25,14-30

Come infatti un uomo partendo, chiamò i propri servi e consegnò loro i propri beni, e a uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la propria capacità, e partì subito. Andato, quello che aveva preso cinque talenti trafficò con essi e ne guadagnò altri cinque.

Ugualmente quello dei due ne guadagnò altri due.

(3)

Ora quello che ne aveva preso uno solo, allontanatosi, scavò per terra e nascose il denaro del suo padrone.


Dopo molto tempo viene il padrone di quei servi e regola i conti con loro.

E avvicinatosi quello che aveva ricevuto cinque talenti portò altri cinque talenti dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ho guadagnato altri cinque talenti.

Gli disse il suo signore: Bene, servo buono e fedele; sei stato fedele su poche cose, ti costituirò su molte: entra nella gioia del tuo signore.

Ora, avvicinatosi anche quello dei due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti, ecco ho consegnato altri due talenti.

Gli disse il suo signore: Bene, servo buono e fedele; sei stato fedele su poche cose, ti costituirò su molte: entra nella gioia del tuo signore.

Infine, avvicinatosi anche quello che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, ti conosco, sei un uomo duro che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso e per paura mi sono allontanato e ho nascosto il tuo talento sulla terra; ecco, hai il tuo.

Ora il suo signore rispondendo gli disse: Servo cattivo e pauroso, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso.

Dovevi dunque consegnare il mio denaro ai banchieri e, tornato, avrei recuperato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento e datelo a chi ha dieci talenti.

Poiché a chi ha sarà dato e sarà nell’abbondanza.

A chi non ha, sarà tolto anche ciò che ha.

E gettate il servo inutile nella tenebra esterna; là sarà il pianto e lo stridore di denti.

Medita:

-

Segui e comprendi la riflessione proposta in modo da avvicinarti sempre di più al senso del testo.

-

Sottolinea, prendi qualche appunto per riconoscere ciò che può essere utile alla tua vita.

Commento

Un padrone affida dei talenti ai suoi servi che se ne prendono cura in due modi diversi: due vivono audacemente, investono, agiscono, rischiano per far fruttificare il capitale, il terzo invece, non osa nulla rimanendo attanagliato e bloccato dal suo modo di pensare. Conseguenza: i primi due ricevono una felicità ancor più grande, il terzo si condanna da se stesso.

Va specificato che un talento non è una moneta, quanto piuttosto un’unità di misura equivalente a sessanta mine e sei mila dracme, le monete del tempo. Con un talento, una famiglia, poteva vivere trent’anni. Quindi a ciascun servo viene dato molto.

Ora il terzo servo non solo non lo traffica, ma addirittura lo nasconde, lo seppellisce e lo fa per un solo motivo: ha paura.

Il centro della parabola infatti è la paura.

Spesso abbiamo paura degli altri e di ciò che potrebbero dire di noi, ci paragoniamo a loro sentendoci svantaggiati e meno dotati a tal punto da rinnegare le nostre capacità. La nostra rovina comincia quando non guardiamo più a ciò che abbiamo, ma a quanto possiedono gli altri.

A volte diventiamo gelosi del nostro talento e non investiamo in esso per paura di perderlo, perché è l’unica cosa che abbiamo e ci giustifichiamo: La colpa non è mia, ma del padrone che mi ha dato così poco!

La risposta del Signore della vita in questo specifico caso non è per niente edificante:


A chi non ha, sarà tolto anche ciò che ha. E gettate il servo inutile nella tenebra esterna; là sarà il pianto e lo stridore di denti.

Non c’è spazio infatti per chi non si sa assumere le proprie responsabilità, ma solo distanza e buio. Chi vive nella paura finisce sempre nelle tenebre.

(4)

L’assurdità di questo uomo è quella di nascondere, seppellire l’unica cosa che ha. In realtà siamo pieni di doti, di qualità, di doni ma poiché vorremmo eccellere e primeggiare rispetto agli altri non possiamo accettare di avere delle capacità limitate. Il confronto si trasforma così in competizione e sfida a danno solo di noi stessi.

L’uomo della parabola ha paura di Dio: Signore, ti conosco, sei un uomo duro che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso e per paura mi sono allontanato e ho nascosto il tuo talento sulla terra; ecco, hai il tuo.

Il problema è l’immagine che si è fatto di Dio o di ciò che ha sempre considerato come tale perché va a corrompere l’immagine di se stesso.

Quando abbiamo paura di Dio abbiamo paura di noi stessi, della nostra anima e di ascoltarci e così diventiamo sempre più sterili, freddi, rigidi, senza spina dorsale, incapaci di amore e umanità, nonostante le preghiere e la partecipazione a tante funzioni religiose. Se invece ci sentiamo amati da Dio impariamo a guardarci dentro, ad osare, a non rinchiuderci dentro false sicurezze dettate dalla legge o dalla morale, a trovare vie nuove di realizzazione e relazione. Yeshua, che è Dio, ripete sempre alla sua umanità: Non temere! Cfr. Lc 12,32

Il terzo servo vuole essere sicuro e non sbagliare: proprio per questo commette l’errore più grande che lo priva della sua sicurezza e lo lascia in balìa di un destino contrario alla felicità.

La paura porta a realizzare proprio ciò che non si vorrebbe, in quanto attrae ciò di cui si ha paura.

Non possiamo controllare tutto nella vita, non ci possiamo salvaguardare da ogni evento, non possiamo vivere pensando di non sbagliare mai perché questo equivale a non vivere. Perché vivere è crescere, diventare migliori, più profondi, immersi nell’immensità del creato. Vivere è anche sbagliare, innamorarsi, perdersi e ritrovarsi, amare, essere feriti e tornare ad amare ancora;

chiudersi e aprirsi; incappare in una crisi o in un fallimento e poi rialzarsi, piangere e tornare a ridere. Volersi precludere tutto questo è diventare totalmente insensibili e superficiali.

In altre parole chi vuol controllare tutto alla fine perde ogni cosa e chi cerca sicurezze ha paura perché sente di non essere in grado di poter affrontare o gestire alcuna situazione. Yeshua diceva:

chi vuole salvare il proprio modo di pensare, le proprie certezze in realtà perde la vita cfr. Lc 9,24. Il terzo uomo è uno che si autocommisera: Sono proprio sfortunato, è veramente tutto difficile, perché capitano tutte a me? Certe persone cercano solo comprensione e consolazione, che non sono altro che modi per giustificare la loro paura. Purtroppo le persone che si piangono addosso in realtà non vogliono guarire ma cercano solo dei “complici” per sfogarsi o avere compagnia e continuare a colpevolizzare gli altri, la società cattiva, il compagno, il collega della loro “sfortuna”.

In questo modo non agiscono e non fanno nulla di ciò che potrebbero realizzare.

Yeshua invita, invece, a prendere consapevolezza e coscienza del nostro potere, del nostro potenziale, a renderci conto che abbiamo importanti risorse per agire. Egli desidera che ci accorgiamo del nostro vittimismo, che la smettiamo di girare attorno a noi stessi e che andiamo a recuperare quella forza e quel coraggio utili ad animare in bellezza e armonia la nostra vita.

La spiegazione del servo lascia interdetti: Per paura mi sono allontanato e ho nascosto il tuo talento sulla terra; ecco, hai il tuo.

Il talento è la vita. La paura ci porta a deformare, a intristire e a seppellire la nostra vita che era stata pensata per fruttificare, per essere feconda, per realizzarsi, divenire ed espandersi.

Contrario della paura è la fiducia amante. La paura chiude, l’amore e la fiducia aprono. La paura evita, la fiducia incontra. La paura crea diffidenza, la fiducia avvicina. La paura crea sospetto e pregiudizio, la fiducia intesa e complicità. La paura pensa, la fiducia conosce. La paura considera tutti gli uomini come dei nemici, la fiducia come nuove possibilità di crescita. La paura ha bisogno di combattere, di difendersi, di proteggersi, di mettere barriere creando ansia, controllo e difesa su tutto. La fede no, la fede vive.

Bene, servo buono e fedele; sei stato fedele su poche cose, ti costituirò su molte: entra nella gioia del tuo signore.

(5)

Yeshua sottolinea la fedeltà dei servi che hanno fatto fruttificare i talenti, considerandola la più grande terapia e guarigione della vita. Il compito si scopre rimanendo fedeli a sé stessi e alla vita a cui siamo collegati. Infatti non siamo collegati agli altri ma possiamo solo compiere azioni a loro beneficio per la nostra e altrui evoluzione. Troppe persone invece sono così terrorizzate dall’opinione degli altri da arrivare a seppellire i loro talenti rimanendo in una muta e infelice superficialità. Non si può impedire agli altri di pensare, di non essere d’accordo con noi o di fare scelte diverse, perché nessuno è venuto a questo mondo per corrispondere alle aspettative altrui, ma per essere come Dio vuole. Per questo ognuno è chiamato a esprimere ciò che sente ed è, senza dare troppa importanza alle aspettative del mondo e di coloro che, mentendo, dicono di amarci. Perché la paura alla fine porta a perdere il proprio talento senza aver mai capito quanto fosse grande e importante per l’umanità.

Domanda: Come si può far fronte alla paura?

Risposta: Vivendo, provando e riprovando ad agire. Si muore solo quando si cessa di osare.

Allora fa’ in modo che la morte ti trovi vivo: perché c’è chi muore una volta sola e chi, ahimè, muore ogni giorno.

Ora rileggi il testo del Vangelo proposto provando a contemplarlo nella sua bellezza nel tuo intimo e prendi in considerazione più seria e diretta quella Parola o quella frase che ti risuona maggiormente per ripeterla qualche istante dentro di te ad occhi chiusi e al ritmo del respiro, lasciando che ti si riveli in tutta la sua potenza.

Nell’esperienza di gruppo questo è il momento per dare spazio alla risonanza della Parola dove ognuno, dopo averla meditata, può far presente agli altri alcuni effetti del Logos su di lui.

Prega con il canto del Salmo indicato per rispondere con la preghiera al Logos-Parola

Salmo 127: Beato chi teme il Signore e cammina nelle sue vie.

Clicca qui per ascoltare Beato chi teme il Signore
 e cammina nelle sue vie.


Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
 sarai felice e avrai ogni bene.

Ant.

La tua sposa come vite feconda
 nell’intimità della tua casa;


i tuoi figli come virgulti d’ulivo
 intorno alla tua mensa.

Ant.

Ecco com’è benedetto l’uomo che teme il Signore.


Ti benedica il Signore da Sion.


Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
 tutti i giorni della tua vita!

Ant.

Continua a meditare con la melodia del Salmo in sottofondo, formula una preghiera personale o più preghiere nel gruppo e rispondi con il canto dell’antifona.

Pesca dalla ciotola un bigliettino per verificare come stai impiegando i tuoi talenti nella vita.

Prova così a cambiare visione e atteggiamenti per spenderti di più in gratuità e cominciare a dare pieno compimento ai desideri di Dio su di te.

(6)

Alla fine loda e canta con queste parole:

Uno siamo noi

Clicca qui per ascoltare

Uno è il giorno che dura la Vita.

Mille albe e tramonti per il giorno che vivi.

Uno è il fuoco di miliardi di stelle unico il coro delle onde dei mari, uno è l’amore di milioni di abbracci, milioni di pianti e Uno è il Dolore.

Uno è il tempo esiste solo il Presente, uno è la Vita la Vita che hai.

Rit. Uno siamo noi

e non siamo so - li mai.

Uno siamo noi siamo noi

Imparare ad amare è il nostro destino.

Metti tutta la forza che hai, vivi tutto l’Amore che puoi.

Solo il Male divide e ci fa dubitare Non ci sono nemici ci son solo infelici Infelici da amare e basta anche un sorriso Uno è il Sogno, Uno le nostre mani Molto è nascosto ma nulla è per caso Tutto è diverso ma nulla è diviso Uno è il Respiro che riempie la Vita Uno o Nessuno è il nostro destino.

Scegli un’azione da compiere nei prossimi giorni che tragga spunto dalla tua riflessione.

Scrivila e prova a viverla nella settimana ai fini della tua crescita, procurando beneficio agli altri e per la maggiore gloria di Dio..

Canto: Avun

Clicca qui per ascoltare

Padre nostro che sei nei cieli il tuo nome è santo il tuo regno viene la tua volontà si compie come in cielo così in terra

Tu ci doni il pane di ogni giorno Tu rimetti a noi i nostri debiti

nell’istante in cui noi li rimettiamo ai nostri debitori Tu non ci induci in tentazione

ma nella tentazione ci strappi dal maligno perché tuo è il regno e la potenza e la gloria ora e per sempre. Amen.

Congedati lentamente e in silenzio da questo incontro acclamando nel segno di croce:

Il Signore mi/ci guarda,
 mi/ci benedice


e mi/ci guida per il sentiero della vita.


Amen.

(7)

Pronti VIA

9 - 10 aprile

nel Veronese

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