• Non ci sono risultati.

MADE IN ITALY, APERTE LE BUSTE (PER LA SECONDA VOLTA) DEL SEGNO UNICO DISTINTIVO

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "MADE IN ITALY, APERTE LE BUSTE (PER LA SECONDA VOLTA) DEL SEGNO UNICO DISTINTIVO"

Copied!
5
0
0

Testo completo

(1)

MADE IN ITALY, APERTE LE BUSTE (PER LA SECONDA VOLTA) DEL SEGNO UNICO DISTINTIVO

A p e r t e o g g i d a l l a c o m m i ssione di esperti istituita da Ismea, (composta tra gli altri da Gavino Sanna, Sergio Staino e Carlo Forcolini) le buste con il logo del segno unico distintivo. Seconda chance: la prima non era andata in porto dato che da quanto apprende AGRICOLAE i progetti presentati sembra non corrispondessero alle esigenze del marchio che dovrebbe – stando a quanto più volte sostenuto dal ministero delle Politiche agricole e del ministero dello Sviluppo economico – essere deputato a lanciare il made in Italy agroalimentare sugli scaffali esteri utilizzando le eccellenze delle denominazioni Dop e Igp come

(2)

volano e traino.

Ma se il marchio definitivo sarà da oggi scelto a pieno titolo, per quanto riguarda i famosi finanziamenti a sostegno per portare il made In tricolore all’interno della Gdo a stelle e strisce del mercato americano potrebbe volerci ancora del tempo. Se da una parte il Ministero delle Politiche agricole dovrebbe mettere sul tavolo circa 12 milioni di euro (presi dal Dl competitività di agosto), dall’altra parte il Ministero dello Sviluppo economico dovrebbe mettere sul piatto altri 18 milioni di euro previsti dal Def. Dal canto loro i consorzi, tramite l’Associazione italiana Aicg, sembrerebbe – da quanto si apprende – che sia disposta a rilanciare con ulteriori 15 milioni portando la posta a quota 45 milioni di euro. Un bel gruzzolo per promuovere – anche in vista di Expo – i prodotti agroalimentari italiani. Ma tutto il “pacchetto”

– così è previsto – deve passare attraverso la gestione Ice, cosa che sembrerebbe preoccupare qualcuno. E si resta in attesa.

La storia inizia poco meno di un anno fa.

Il Governo Renzi, anche per dare delle risposte concrete alle richieste degli imprenditori agricoli, con il decreto legge del 12 settembre del 2014, ha ordinato al Ministero dello sviluppo economico la redazione di un Piano per la promozione straordinaria del Made in Italy con l’obiettivo ambizioso di rilanciare, soprattutto all’estero, le imprese italiane.

Questo piano avrebbe dovuto prevedere anche la realizzazione di un “segno distintivo unico” delle produzioni agricole e agroalimentari rappresentative della qualità e del patrimonio enogastronomico italiano e la realizzazione di campagne di promozione di contrasto al fenomeno dell’Italian sounding. Un problema, quest’ultimo, molto sentito dalle imprese che producono e confezionano i prodotti a denominazione certificata e dai rispettivi consorzi di tutela, in quanto l’Italian sounding sottrarrebbe, soprattutto ai prodotti DOP e

(3)

IGP nazionali, importanti quote di mercato introducendo negli scaffali della grande distribuzione articoli alimentari che di Made in Italy hanno solo l’ingannevole etichetta.

A livello mondiale, secondo alcune autorevoli stime, il giro d’affari annuo dell’Italian sounding è valutato tra i 50 e i 60 miliardi di euro l’anno (parliamo di oltre 150 milioni di e u r o a l g i o r n o ) , c o n a l m e n o d u e p r o d o t t i s u t r e commercializzati all’estero riconducibili solo apparentemente al nostro Paese.

Soltanto a febbraio 2015 il Piano del MISE ha visto la luce e in realtà, almeno su questi argomenti, si è limitato sostanzialmente a ripetere quanto disposto dal decreto della Presidenza del Consiglio, ovvero ribadendo che, “Con il Ministero dell’Agricoltura, si introdurrà un segno distintivo unico che corrisponde alle nostre DOC/DOP e IGP/IGT. La diffusione internazionale di questo nuovo segno distintivo a t t r a v e r s o u n p i a n o d i a d v e r t i s i n g c o n s e n t i r à l a riconoscibilità dei prodotti italiani dalle numerose imitazioni”. Un futuro d’obbligo e comunque un passo avanti perché comunque il Ministero incaricato è riuscito ad assegnare al progetto anche una consistenza finanziaria: 18 milioni di euro. L’ente attuatore dell’articolato programma straordinario di contrasto all’Italian sounding, come da decreto presidenziale, è la “nuova” Agenzia ICE, governata dal giovane manager Riccardo Maria Monti, che per altro, dopo appena un anno dalla sua costituzione, ha annunciato una riorganizzazione (presentando un piano a giungo 2014) che tuttavia, almeno a giudicare dall’organigramma pubblicato sul sito internet, non avrebbe ancora trovato attuazione.

(4)

Come è noto gli enti pubblici non brillano per dinamicità e infatti ad oggi, trascorsi 7 mesi dall’entrata in vigore del decreto (ed oltre 30 miliardi di mancati acquisti di prodotti italiani, stando alle stime sul danno che l’italian sounding arreca alla nostra industria agroalimentare), del marchio distintivo finora non si è visto. L’ufficio stampa dell’Agenzia ICE, interpellato da AGRICOLAE, ha richiesto una mail alla quale non ha ritenuto opportuno dare risposta sul piano di comunicazione di contrasto all’italian sounding.

Resta quindi un mistero su come riuscirà l’ICE-Agenzia ad impegnare i 18 milioni di euro previsti dal Piano nel 2015 per questa attività considerato che non è stata indetta alcuna gara europea. Una procedura complessa e articolata, ma quanto mai necessaria ad amministrare cifre cosi importanti. Nè potrebbe l’Agenzia spezzettare gli incarichi per la realizzazione del progetto in quanto si tratterebbe di una pratica assolutamente vietata dal Codice unico per gli appalti pubblici al quale l’Agenzia si deve rigorosamente attenere.

L’altra incognita di non poco peso sono sinergie con i consorzi di tutela e le associazioni di produttori agroalimentari e vitivinicoli DOP ed IGP che l’Agenzia ICE dovrà attivare per approntare il piano di comunicazione contro l’Italian sounding.

Sembrerebbe infatti che, come detto sopra, i consorzi di tutela siano anche disposti a mettere mano al portafoglio (si parla di 15 milioni di euro aggiuntivi), ma che sembrano nutrano forti perplessità sulla opportunità che a gestire l’iniziativa sia proprio l’Agenzia ICE. Una struttura rimasta per altro a secco di personale dopo aver indetto per gli ex dipendenti di Buonitalia un concorso, definito dagli stessi

“una trappola”, e che ha ritenuto non ammissibili tutte e 19 le candidature.

(5)

Sarà poi il tribunale del TAR a decidere sulla correttezza della procedura concorsuale degli ex dipendenti di Buonitalia che tuttavia, oggi, considerando la loro specializzazione nel settore della promozione all’estero della qualità agroalimentare, sarebbero tornati utili ad una Agenzia sommersa da soldi e progetti che nel 2015 dovrà riuscire ad impegnare risorse e a seguire progetti per oltre 160 milioni di euro tra fondi ordinari e straordinari.

Riferimenti

Documenti correlati

soggetto e complemento di prima persona singolare. 1)Io ricordo quando la mamma mi cullava tra le sue braccia, io chiedevo coccole e me le faceva. 2)Io protestavo dicendo che non

1.4 Prima e seconda generazione a confronto nei bisogni linguistici e culturali Il numero dei minori stranieri presenti in Italia aumenta ogni anno del 20-25%28: di questi, la

La Barbera Mauro “Sistemi” 1... La Barbera Mauro

Il Cluster Nautica: a tutt’oggi fanno parte del cluster le seguenti imprese: Cantiere Savona, Emerald Yachts, Nautica Pirisi, Nautica Service e Olbia Boat Service; mentre

Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato,

Ampliare quanto necessario NOTA per la compilazione della tabella 2 Riportare i dati degli ultimi due bilanci depositati, o, della dichiarazione dei redditi in caso di imprese

372 domande pervenute a valere sull’Avviso Pubblico “Innovazione: Sostantivo Femminile”, come meglio specificato negli allegati, parti integranti e sostanziali

Sembra che sia « vivo » e agisce come potente stimolo sulla coscienza che lotta per esaurirne tutti i contenuti possibili. Quando questo processo è giunto al termine, si considera